Le bacchette magiche
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Le bacchette magiche
LA BACCHETTA ACCHIAPPASOGNI Attività realizzata nella classe 2° B del plesso “Flavia Casadei” Viserba 2° Circolo di Rimini Insegnante: Antonietta Bazzocchi. (2° quadrimestre AS 2011/2012) “La mia bacchetta ha la forma di un cilindro, “La mia bacchetta acchiappa sogni è fatta da un ha un filo rosso attaccato che tiene le mie cilindro di carta e un filo teso. Posso acchiappare cose. La prima cosa che ho messo è stato il ogni sogno, acchiappo i sogni di M. ed ecco che cubo che ha sei facce, dodici lati e otto vertici. mi ritrovo in un grande computer: le case erano …. Dopo ho messo un cestino per trattenere i fatte come i computer e la gente era robotica. sogni. Poi ho messo una perla a forma di cuore Era un po’ noioso quindi sono andato da un’altra per prendere i sogni innamorati. Dopo ho parte. Vado a rubare i sogni di F. e mi sono messo un Barbapapà con gli strumenti trovato in uno stadio di macchine da corsa, così musicali per prendere i sogni con la musica. Il mi sono preso dei pop-corn e mi sono guardato mio sogno più grande è di diventare un la gara. Le macchine erano molto veloci e architetto, di essere una mamma fantastica e facevano fumo dappertutto. La gara mi è di avere un sacco di amici. Io sogno di piaciuta, ma stare tutto quel tempo seduto mi diventare una brava studentessa. In futuro annoiava quindi sono tornato al mio sogno: desidero andare in tanti posti belli.” disegnare.” Queste sono le narrazioni scritte dagli alunni alla fine dell’attività sulla “bacchetta acchiappasogni”, un’attività trasversale alle discipline che è stata realizzata nella classe 2°. Il mio obiettivo era quello di affrontare la geometria in modo “creativo” perché potessero vedere con occhio diverso le varie forme geometriche che ci circondano e che noi non sempre osserviamo come tali. Ma cominciamo dall’inizio. Da un ripiano della mia libreria penzola una “bacchetta magica”, una specie di canna da pesca che ho realizzato, tanto tempo fa, durante un corso di formazione tenuto da Gianfranco Zavalloni* e Roberto Papetti* a Ravenna. Sono anni che la conservo in bella vista, sono anni che rispondo a chi mi chiede cosa sia: “…è una bacchetta magica acchiappa-sogni…devo fare un lavoro con i bambini…”. Finalmente quest’anno sono riuscita a realizzare l’attività “della bacchetta” con i bambini che hanno frequentato la seconda classe, dove insegno italiano e matematica. L’idea mi è venuta mentre lavoravamo attorno alle figure solide. Ho pensato che la realizzazione della bacchetta magica mi avrebbe offerto la possibilità di un lavoro interdisciplinare, partendo dalla geometria per poi collegarmi all’ambito linguistico. Ed è proprio quello che è successo. Sono però partita dal raccontare agli alunni (come ricordo aveva raccontato a noi Papetti) che avevo una collezione di bacchette magiche e che avrei voluto realizzare con loro una bacchetta magica particolare, una bacchetta “Acchiappasogni” che avrebbe catturato i loro sogni. “Ma le bacchette magiche non esistono!” “Hai davvero delle bacchette magiche?” “Dove le hai prese?” “Non può essere vero?!” “Ce le fai vedere?” La curiosità era scattata ed ora bastava iniziare il lavoro ed introdurli in un vero e proprio percorso di ricerca-azione che è stato sviluppato fra osservazioni, deduzioni, riflessioni, azioni, disegni, scritture e tanta fantasia. Ma com’è questa bacchetta magica? Ebbene, è costruita con materiale riciclato. Prima di tutto si deve costruire il “bastone” che deve sorreggere tutto ed allora basta prendere un foglio intero di un quotidiano e arrotolarlo, partendo da un vertice, fino ad ottenere una specie di sottile tubo rigido che termina sul vertice opposto, dello stesso foglio, sul quale basterà mettere un po’ di colla per fare in modo che il tubo ottenuto non si srotoli. Alla fine occorre tagliare le parti esterne dello stesso tubo, quelle parti che si piegano facilmente affinché resti solo la parte centrale del nostro “rullo”, quella parte che sarà resistente. Al “bastone” viene legato uno spago abbastanza lungo al quale è appesa una figura geometrica realizzata dai bambini e gli oggetti che ogni alunno/a porta da casa. Il lavoro è stato lungo e si è svolto in diversi momenti. 1° momento: Ho portato a scuola le bacchette già pronte perché la loro realizzazione è piuttosto impegnativa e presuppone una manualità che ancora gli alunni non hanno. Ho iniziato subito a domandare cosa gli sembrava. “Un tubo” “Un bastone” “Se dovessimo inserirlo nel nostro cartellone dei solidi, dove lo metteremmo? E come lo chiameremmo?” “Lo mettiamo nei solidi che rotolano” “È un cerchio” “È un cilindro!!!” Ebbene, la nostra bacchetta è un cilindro al quale abbiamo legato un filo di rafia rosso ed è diventata subito una “canna da pesca.” 2° momento: Ho dato a ciascun alunno un cartoncino sul quale era stato fotocopiato lo sviluppo del cubo. Ognuno ha dovuto ritagliare la figura, piegare le varie facce quadrate e i lembi per incollarli fino ad ottenere un cubo. Naturalmente la forma geometrica ottenuta è stata osservata nei particolari: “È un dado” “È un cubo” “Le facce sono quadrati perchè hanno la forma di un quadrato” “I quadrati sono tutti uguali” I quadrati sono stati chiamati con esattezza e sono diventate le facce del cubo, quelli che loro chiamavano lati sono diventati gli spigoli, infine, sono stati individuati i vertici. Sono state contate le facce e su ognuna sono stati fatti disegni. 3° momento: Il cubo è stato appeso al filo della bacchetta, che lo ha attraversato da due vertici opposti. In questo modo il nostro cubo aveva cambiato la sua posizione. “Guardate la vostra figura appesa. È il cubo?” “No, è diverso.” “È lo stesso.” “Non è lo stesso per me.” Per alcuni era diventato un’altra figura. Soltanto dopo avere posizionato lo stesso cubo in modo diverso si è giunti alla conclusione che era lo stesso cubo in posizione diversa. 4° momento: Alla parte finale della bacchetta sono stati appesi gli oggetti personali che ogni bambina e bambino ha portato da casa o che ha trovato nel proprio astuccio. 5° momento: La “bacchetta acchiappasogni” è rimasta a lungo in uno scatolone fino a quando è stata ripresa per la parte conclusiva del lavoro. Volevo che gli alunni la descrivessero e che raccontassero i sogni che acchiappava. Abbiamo iniziato a descriverla oralmente, considerandola prima come un insieme di figure geometriche solide da descrivere prestando attenzione alla terminologia specifica della geometria, poi si è passati alla scrittura. “La mia bacchetta magica è un cilindro. Attaccato c’è “La mia bacchetta magica ha un cilindro, ha anche una un filo rosso con un cubo che ha otto spigoli, sei facce corda e attaccato c’è un cubo che ha sei facce, 8 spigoli e otto e 12 vertici. lati.” (C’è ancora confusione e sono presenti diversi errori che saranno corretti nel momento della rilettura dei loro elaborati.) La mia bacchetta magica ha un cilindro, una corda e attaccato c’è un cubo che ha sei facce, 12 spigoli e 8 vertici…. “La mia bacchetta è fatta con giornali girati arrotolati bene. Dopo che sono stati arrotolati è venuto fuori un cilindro. Ha un filo rosso attaccato da “Mentre scorre il nastro c’è un cubo che ha 6 facce, 8 una parte.” spigoli e 12 lati.” I bambini e le bambine sono poi passati all’attività di scrittura e questo è il titolo che ho assegnato: “Descrivo la mia bacchetta magica e racconto i sogni che acchiappa” Il lavoro doveva prevedere la descrizione della bacchetta magica nei vari pezzi che la componevano, una descrizione oggettiva delle forme geometriche ottenute, usando il linguaggio specifico della geometria, per poi passare alla narrazione dei sogni personali che tale elemento magico cattura. Volevo che ogni bambino e bambina si lasciasse trasportare dalla bacchetta per raccontare le proprie aspirazioni ed i propri desideri. Come ho già detto, prima di tutto abbiamo lavorato oralmente a livello collettivo: sono state descritte le forme geometriche ripassando la terminologia esatta, quindi ognuno ha narrato, sempre oralmente, i propri sogni. Dopo quest’attività di narrazione/ascolto, ognuno ha iniziato a scrivere. Mi sono però accorta ben presto che quasi tutti raccontavano i sogni degli altri, perciò ho insistito affinché facessero attenzione alla mia richiesta: “acchiappare” i propri sogni. A quel punto molti hanno modificato il lavoro e si sono concentrati sui sogni personali. Mi sono subito resa conto di avere fatto una “forzatura” ed allora ho chiesto loro di non cancellare ciò che avevano scritto, ma di proseguire la scrittura con i propri racconti personali. Così hanno fatto ed il prodotto finale è stato gratificante ed emozionante per me e per tutti i bambini e le bambine, soprattutto nel momento in cui hanno letto i loro elaborati nel grande gruppo. Ognuno ha potuto ascoltare la scrittura degli altri ed ha scoperto che i compagni avevano fatto attenzione alle loro narrazioni orali precedenti. Tutti si sono emozionati: alcuni ridevano, alcuni nascondevano il viso fra le mani, altri arrossivano, altri si agitavano. Mentre leggevo a voce alta le scritture, ho indirizzato la loro attenzione verso le diverse modalità di scrittura, così sono stati corretti alcuni errori. In questo modo abbiamo lavorato anche sulla riflessione linguistica e sulla costruzione del testo. “La mia bacchetta magica è fatta da un cilindro e un filo. Al filo c’è appeso un cubo con disegnato un sole, un cuore, una fata, una luna, una stella e un fiore. Ho appeso una cosa che si attacca alla matita per scrivere meglio…(..). Il sogno di C. è quello di diventare famosa, io gliel’ho rubato. (…) Il sogno di N. è di avere una pista di macchinine, il mio sogno è di diventare una modella perché vorrei fare vedere il mio fisico alla gente. Vorrei sposare F. perché fa ridere la gente e anche me, vorrei avere due figlie. Vorrei diventare veterinaria, vorrei diventare sindaco, vorrei diventare una maestra, vorrei diventare il capo di un museo, vorrei diventare farmacista,……… vorrei diventare la ragazza più intelligente del mondo.” “Acchiapperei i sogni di G. che vuole che la scuola finisca prima per andare dai nonni. Acchiapperei anche il sogno di C. che vorrebbe essere la più bella del mondo e essere famosa. Poi acchiapperei il sogno di M. che vorrebbe essere coraggiosa e intelligente. Il mio sogno è di essere una cantante… di suonare la chitarra perché sono appassionatissima, il violino perché ha un rumorino leggero che mi fa rilassare. L’altro sogno ancora è quello che mio nonno stia sempre con me e quando muore deve rimanere nel mio cuore.” “All’inizio della bacchetta c’è un cilindro. Dopo il cilindro c’è un nastrino. Mentre scorre il nastro c’è un cubo che ha 6 facce, 12 spigoli e 8 vertici. Dopo il cubo c’è un Barbapapà poi c’è una perla. Con la bacchetta prendiamo i desideri che Io vorrei avere una sorellina perché abbiamo dentro di noi e così ci potrei giocare, vorrei un altro degli altri…..” gatto perché così, quando quello che ho adesso dorme, io posso giocare “La mia bacchetta è fatta da un con l’altro.” giornale a forma di cilindro e da un filo di rafia dove è attaccato un cubo con dodici spigoli e sei “La mia bacchetta ha un lunghissimo facce……. Ho appeso un cilindro con un filo rosso. (…) La mia asteroide, una campanellina, un bacchetta magica acchiappa dei diamante a forma di luna e delle sogni come: avere una spada samurai perle in legno. Il mio desiderio per dimostrare più coraggio nei più grande più grande è sposare pericoli e più forza, avere una jeep ….., avere dei figli e una per dimostrare di essere ricco e sorellina. Vorrei avere un robot “fico”, di avere un trofeo per essere ed essere un agente segreto per orgoglioso di sé, di avere un bel fare missioni. Ma il mio sogno lavoro per avere più soldi e di essere più grande è quello di andare a bravo. Insomma acchiappa i sogni giocare nella squadra di basket che si desidera di essere o avere.” americano.” “La mia bacchetta magica è un cilindro. Attaccato c’è un filo rosso con un cubo che ha otto spigoli, sei facce e otto lati (ancora fanno confusione fra spigoli e vertici). Sopra ogni faccia c’è un disegno magico: un sasso, un cuore, un sole, una luna, una stella, un fiore.(….) “La mia bacchetta alla sera prima di dormire mi ricorda i sogni di quando ero piccola, tipo: sognavo spesso di avere cinque figli, diventare maestra, avere un cane (un bassotto), diventare mamma. Invece adesso ne acchiappa tanti e anche belli! Per esempio fare la maestra, vivere in campagna oppure diventare una cantante! Insomma la mia bacchetta mi seguiva anche quando ero piccola e addirittura quando ero un angioletto dentro la pancia della mamma e mi ha detto che mi seguirà anche quando sarò nonna di 9 o 10 nipoti!” “Vorrei avere tutti gli album del mondo. Vorrei andare a vedere la moto GP o la Formula 1. Vorrei arrivare primo a ciclismo. Vorrei avere una Ducati. Vorrei che la mia bacchetta magica faccia una magia e la magia vorrei che fosse quella di scrivere bene. Vorrei avere un fratello.” “Sul cubo c’è un fiore parlante, un sasso magico, una chiave che apre tutte le porte, un sole con gli occhi e la bocca, una luna che parla e una stella che luccica su tutto il paese. La mia bacchetta acchiappa i sogni delle mie amiche e dei miei genitori. (…) Il mio sogno è di diventare una cantante e viaggiare per tutto il mondo a fare concerti. Vorrei diventare pediatra o dentista così posso curare i bambini e i denti degli altri. Il mio sogno preferito è…… fare l’università a Bologna e studiare tantissimo.” “Vorrei avere una casa grande con una bella piscina dove poterci nuotare. Vorrei diventare più bravo e correre più veloce degli altri. Vorrei mangiare di più per diventare più forte.” “(…) Se faccio un sogno brutto la bacchetta lo acchiappa e me ne mette uno bello, c’è un cavallo in un prato con un cavaliere e una principessa. Io ho sempre desiderato un pony perché sono affettuosi e simpatici. Vorrei avere un cavallo perché lo posso cavalcare e addestrare. Poi vorrei un’amica che non dice le bugie e che sia sincera, che non abbia il mondo, ma deve avere poco: un astuccio piccolo e poche penne….” “Il mio sogno è di entrare nella squadra di rugby della Nuova Zelanda a divertirmi a imparare.” “La mia bacchetta è fatta con giornali girati arrotolati bene. Dopo che sono stati arrotolati è venuto fuori un cilindro. Ha un filo rosso attaccato da una parte. La mia bacchetta magica ha sbagliato a rubare i sogni ad alcune bambine come…(……) gli ha preso in prestito i sogni più belli che io desideravo fare da grande. Il mio sogno più grande è di andare da mia nonna.(…) Il sogno che ho nella classe è di essere brava in tutte le materie e il sogno che ho dentro di me è di non litigare con mia sorella.” *Gianfranco Zavalloni: attualmente Dirigente Scolastico del Circolo di Sogliano al Rubicone, per 16 anni maestro elementare, burattinaio, disegnatore, scrittore, formatore, animatore dell’associazione di volontariato Ecoistituto di Cesena… sostenitore di una scuola aperta all’ecologia, sensibile al rispetto dei tempi naturali dei bambini, creativa nella sua didattica, attenta alla dimensione del fare e dello sperimentare sul campo gli apprendimenti. Siti web: http://www.scuolacreativa.it/index_schema.html http://www.tecnologieappropriate.it/ http://zavallonigianfranco.wordpress.com/ Bibliografia completa: http://www.scuolacreativa.it/libri.gfz.html *Roberto Papetti: è stato coordinatore e animatore, per oltre trent'anni, del centro "La Lucertola", spazio educativo e didattico organizzato dal Comune di Ravenna. Educazione ambientale, gioco, arte, diritti dei bambini, educazione alla pace: sono i temi dei suoi laboratori formativi. Vincitore premio "Ludo award" 2012. Vincitore del premio della rivista Infanzia e Universita di Bologna, "Piccolo Plauto"2012. Siti web: http://lalucertola.org/index.html http://it-it.facebook.com/video/video.php?v=4447259386439 Bibliografia: http://www.ibs.it/libri/papetti+roberto/libri+di+roberto+papetti.html Torna