Energia e sostenibilità - progetti e regolamenti europei

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Energia e sostenibilità - progetti e regolamenti europei
TITOLO
Energy & Sustainability – European
projects and regulation.
LUOGO E DATA
30 gennaio 2013
Thon Hotel
Avenue Louise 91 - 1040 Bruxelles
ORGANIZZATORE
AGRION
RELAZIONE
Il seminario “AGRION Meets the Eu” ha approfondito l’attuale situazione del mercato energetico,
approfondendo le normative comunitarie in materia e i relativi progetti avviati o in fase di lancio.
La moderatrice Christine Lins (Segretaria esecutiva del network REN21) ha offerto un quadro
riassuntivo sullo sviluppo europeo di tale mercato. L’importanza delle fonti rinnovabili è in rapida
ascesa: il 17% dei consumi europei deriva da queste fonti, come circa la metà dei nuovi investimenti
energetici. Il settore eolico è cresciuto consistentemente soprattutto grazie allo sviluppo delle
tecnologie off-shore, mentre l’idroelettrico appare già massicciamente sfruttato ed sembra difficile
prospettare aumenti consistenti nella sua produzione. Nonostante la crisi, il flusso d’investimenti in
energie rinnovabili è risultato in aumento, riflettendo l’interesse imprenditoriale e l’esistenza di supporti
statali ed incentivi di diversa natura. Predire il futuro delle rinnovabili appare sicuramente difficile,
ciononostante oltre 170 esperti di fama mondiale hanno prodotto un’ingente mole di analisi,
sviluppando oltre 50 possibili scenari di sviluppo futuro, prendendo in considerazione una molteplicità di
variabili (socio-politiche, economiche, ambientali, etc.) che dovrebbero offrire uno spaccato abbastanza
realistico dei possibili sviluppi da qui al 2050. Purtroppo le prospettive future non appaiono rosee e
notevole incertezza è legata al peso e al rapporto che le nuove fonti di energia continueranno ad avere
rispetto alle fonti tradizionali, sia in termini di prezzi che di sostegno statale, i principali problemi sono
dunque di natura politica, più che tecnologica e riguarderanno le future scelte d’investimento e
supporto statale.
Angus McCrone (Editore capo, Bloomberg New Energy Finance) ha proseguito cercando di identificare
le possibilità d’integrazione del mix di produzione energetica. Ha definito la situazione attuale come una
gara tra le energie rinnovabili e le fonti tradizionali. Lo sviluppo delle rinnovabili ha subito un lieve calo
nel 2011, ma la loro diffusione è quadruplicata rispetto ai livelli del 2004. In Europa gli investimenti
sono notevolmente diminuiti nell’ultimo anno, mentre i paesi emergenti stanno aumentando gli
investimenti a ritmi sostenuti. I principali ostacoli individuati riguardano:
• l’incertezza del sostegno politico (es. IT, UK) ed il ruolo degli incentivi per i trend d’investimento
in energia;
• i problemi derivanti dall’adozione di politiche energetiche con effetti retroattivi (es. Spagna e
“bad-timing” negli investimenti solari);
• i problemi derivanti da regolamenti finanziari che impattano negativamente sullo sviluppo delle
rinnovabili (es. politiche di austerity e regolamentazione finanziaria: Solvency II, regolamenti dei
Fondi Pensione, delle assicurazioni, le recenti normative bancarie etc.);
• i problemi relativi alla concorrenza di fonti energetiche non rinnovabili sotto-costo (es. prezzi del
gas di scisto);
• alcuni problemi di adeguamento tecnologico e standardizzazione legati alle rinnovabili.
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Utilizzando un concetto di spread per valutare il costo del debito degli investimenti in energie
rinnovabili, è possibile avere un’idea più precisa del costo-opportunità di tali investimenti e quindi una
valutazione dei possibili sviluppi futuri in tale mercato. A tale proposito, è importante sottolineare come
tale spread sia recentemente aumentato, a dimostrazione della diversa natura degli investimenti nelle
rinnovabili (i cui costi sono in aumento) rispetto alle fonti tradizionali (costi in progressivo calo). Ciò è
dovuto alle diverse caratteristiche di scala delle varie fonti: gli investimenti nelle rinnovabili sono infatti
più costosi, ma nel lungo periodo il prezzo finale pagato dagli utenti è ridotto dalla mancata necessità di
rifornimenti di combustibile.
Emmanuel Autier (Addetto alle utenze per la compagnia di consulenza Bearing Point) ha introdotto la
seconda parte del dibattito (“Renewable energies in Europe: rebuilding with success”), focalizzandosi
principalmente sul raggiungimento degli obiettivi EU2020 ed identificando i principali trend di mercato
(un generale calo dei consumi; la fine dei sussidi ed il conseguente calo degli investimenti; il livello
d’investimenti ancora insufficienti sulle reti energetiche nonostante la disponibilità tecnologica; il ruolo
della società civile nell’accelerare e promuovere il cambiamento). La principale minaccia agli
investimenti europei nel settore fotovoltaico deriva dalla discesa dei prezzi conseguente all’invasione
del mercato da parte dei pannelli cinesi, che ha causato un eccesso di offerta (bisognerà quindi vagliare
la possibilità di politiche protezionistiche e promuovere un maggiore rispetto degli standard europei
anche relativamente alla produzione di componenti importate). Si dovrà altresì rivedere il sistema dei
sussidi pubblici. Successivamente, a proposito degli investitori nel settore, l’oratore ha sottolineato la
necessità, da un lato, di individuarne di nuovi (per compensare l’uscita dal mercato di una parte dei
precedenti) e, dall’altro, di aprire a nuove aree d’investimento.
Xavier Votron (GDF-Suez) ha affermato che gli obiettivi EU2020 saranno probabilmente raggiunti con
un ritardo di 2 o 3 anni. Analizzando i trend di mercato ha sottolineato alcuni cambiamenti rilevanti:
• l’insieme di effetti imputabili alla recente crisi finanziaria (calo consumi e investimenti, vincoli di
bilancio pubblico, fine prossima di numerosi sistemi di sussidio);
• la nascita della figura di “prosumer” ossia la crescente tendenza a una produzione diffusa di
energia presso gli stessi consumatori finali;
• il generale ritardo e la mancata armonizzazione delle politiche energetiche e delle tecnologie nei
diversi paesi EU;
• i crescenti dubbi sull’effettiva sostenibilità finanziaria degli investimenti e dei sussidi in energie
rinnovabili;
• gli elevati costi delle nuove fonti relativamente alle tradizionali per i consumatori finali;
• la necessità di finanziare ricerca e adozione di altre fonti innovative, non solo solare e
geotermico.
Sebastian Gallehr (European Business Council for Sustainable Energy) ha rilanciato il problema dei
sussidi ed i relativi effetti a livello macroeconomico (effetti distortivi sui prezzi relativi). Si è poi
soffermato sulle differenze tra fonti tradizionali e rinnovabili che ne rendono assai complicata
un’effettiva integrazione a livello comunitario. Successive criticità derivano dalla necessità
d’integrazione delle reti tra paesi e dalla disponibilità estremamente variegata di fonti tra le diverse
aree geografiche. Ad esempio ha ricordato come il fotovoltaico sia ancora poco utilizzato in molti paesi
del sud che potrebbero avvalersi di piani d’investimento e partnership pubblico-private per generare
crescita, arginare la crisi economica e occupazionale, e riequilibrare la necessità energetiche europee.
La diversificazione delle fonti costituirà quindi la base più solida per l’innovazione e lo sviluppo di
energie effettivamente pulite.
Claude Turmes (Vice Presidente del Gruppo Verde al Parlamento Europeo) ha ricordato come la
“transizione energetica” sia stata per la maggior parte trascinata nell’UE dalle PMI, mentre il ruolo delle
grandi imprese è stato marginale (talvolta negativo nell’opinione personale del MEP). A tale proposito
bisogna rendere più accessibili finanziamenti dedicati alle rinnovabili (seguendo il modello francese
recentemente adottato dal neo-premier Hollande). È auspicabile che si stabiliscano obiettivi ancor più
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ambiziosi per il 2030 e i decenni a seguire, sia per gli schemi ETS, sia per le “quote rinnovabili”.
L’Onorevole ha poi rilevato un problema relativo alle responsabilità oggettive collegate alle esternalità
negative, non adeguatamente regolate e sbilanciate tra i vari settori energetici. Il “financial dumping”
cinese costituisce infine un elemento da valutare attentamente restringendo l’importazione di prodotti
sottocosto ottenuti dallo sfruttamento del lavoro nei paesi emergenti.
WORKSHOP SUI NETWORK ENERGETICI
Louis M. Jaquelin (ENEA consulting) ha introdotto il tema della necessità di una rete integrata a livello
europeo (la cosiddetta supergrid) rimarcando l’importanza di collegamenti efficienti tra produzione e
consumo d’energia. I principali ostacoli alla realizzazione di un progetto d’integrazione delle reti sono di
natura tecnica e al contempo transnazionale.
Christian Derrien (Alstom grid) ha approfondito tali temi sottolineando come la costituzione di una
supergrid sia resa necessaria a causa dell’invecchiamento delle infrastrutture energetiche esistenti:
ristrutturando e riprogettando la rete energetica si potrebbero superare i tradizionali problemi di
distanza tra fonti di produzione e consumo (creando poli energetici innovativi). La priorità è di garantire
un’adeguata fornitura elettrica ed evitare che si riverifichino situazioni di black-out generalizzati come
negli scorsi anni, creando un sistema integrato, “intercambiabile nelle fonti” e a tenuta stagna in caso
di guasti o black-out. I principali ostacoli riguardano la mancata (o troppo recente) liberalizzazione dei
mercati energetici in molti Paesi, il ritardo tecnologico relativo allo stoccaggio dell’energia (che rende la
trasmissione efficiente ancora più importante) e le necessità di generare economie di scala in campo
energetico. La sfida attuale da un punto di vista tecnico-ingegneristico riguarda il passaggio alla
tecnologia HVDC (“High Voltage Direct Current”) che appare la soluzione migliore sia dal punto di vista
tecnologico che economico. Un adeguamento progressivo è possibile, ma rimangono delle sfide aperte
(politiche, normative e di superamento della gestione predominante del settore energia, ancora troppo
caratterizzato da un approccio di tipo nazionale). Per concludere Nabi SIEFKEN (DG Energy, EU
Commission) ha presentato l’Energy infrastructure package contenente le linee guida della
Commissione Europea per i futuri investimenti energetici, presentando una stima provvisoria delle
necessità/intenzioni di finanziamento nei vari settori (400mld di euro in distribuzione, 200 in
trasmissione, 140 per le infrastrutture elettriche e 70 per quelle del gas). Ha inoltre presentato una
serie di progetti europei come il CEF (attualmente sotto negoziazione), le linee guida TEN-E ed il
processo d’identificazione PCI dedicato all’analisi di una serie di progetti d’interesse.
Il dibattito è poi terminato con un’analisi della “Carbon finance” in Europa e delle possibilità di rendere
lo strumento degli ETS più attraente dal punto di vista degli investimenti (istituzionali e non),
scoraggiati negli ultimi anni dal trend di prezzo al ribasso. Trevor Sikorski (Barclays Capital) ritiene
che ciò sia principalmente dovuto alla mancanza di ambizione nel fissare i target finali di riduzione delle
emissioni inquinanti negli obiettivi EU2020. Trattandosi di target autoimposti e poco ambiziosi, il
raggiungimento di tali obiettivi, avvenuto in anticipo rispetto al termine del 2020, ha fatto sì che il loro
valore di mercato crollasse, riflettendo il vero valore di mercato di quella che il relatore ha definito una
commodity di scarso valore commerciale (gli ETS non misurano infatti l’effettiva capacità di stoccaggio
di CO2 nell’atmosfera, che in termini fisici è molto più elevata). Ciononostante, come rimarcato da
Pierre Dechamps (Advisor della Commissione Europea, ufficio Politiche Europee), il sistema EU ETS
rappresenta ancora il primo e più efficace metodo esistente al mondo per regolare le emissioni di
carbonio e tale schema durerà fino al 2020. Esso è stato modificato e trasformato da strumento attivo
su base nazionale a strumento integrato in chiave europea (nonostante gli opt-out di alcuni paesi).
WORKSHOP SULLA NORMATIVA COMUNITARIA SULL’EFFICIENZA ENERGETICA
Marc Ringel (funzionario dell’Unità C3, DG Energia della Commissione Europea) ha ricordato come la
direttiva sull’efficienza energetica dia la possibilità agli Stati membri di attuare le prescrizioni in maniera
più flessibile e come l’adempimento degli obiettivi potrebbe comportare un risparmio pari a 193 miliardi
di Euro per l’UE.
Rouzbeh Rezakhanlou (Capounità del Dipartimento per le analisi strategiche dell’EDF, compagnia
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energetica francese), si è soffermato sui quattro elementi che possono contribuire alla realizzazione di
un ambizioso programma di riforma:
• informare i consumatori e selezionare le pratiche vincenti;
• convincere i consumatori circa la necessità di ridurre i prezzi, non solo dell’energia, ma
soprattutto delle infrastrutture energetiche, in particolar modo dei costi di rinnovamento;
• poter accedere a prestiti con bassi tassi d’interesse;
• promuovere il ruolo di coordinamento delle autorità locali.
Harry Verhaar (Direttore del settore per gli affari pubblici globali e governativi di Philips Lightning) ha
presentato le aree rispetto a cui la direttiva sull’efficienza energetica avrà il maggior impatto:
• riduzione delle bollette;
• alleggerimento delle spese in conto capitale;
• creazione di posti di lavoro.
Inoltre, egli ritiene che sarà opportuno agire anche nelle seguenti aree:
• politica, è necessario adottare nuove riforme e basarsi su fonti di approvvigionamento
sostenibili;
• tecnologia, al momento è disponibile e funzionante, di conseguenza non c’è bisogno di prorogare
la fase di adattamento;
• comunicazione con i cittadini e gli stakeholders;
• finanziamenti.
La seconda parte del workshop è stata dedicata al tema delle smart cities, di cui, nonostante non sia
ancora stata individuata una definizione comune condivisa, è possibile individuare delle caratteristiche
specifiche. Si tratta di città vivibili che:
• coinvolgono i cittadini;
• forniscono informazioni;
• hanno rivoluzionato il sistema dei trasporti basandolo su:
o coinvolgimento e sensibilizzazione della popolazione;
o facilità di accesso ai parcheggi;
o istituzione di zone a basse emissioni.
Michael Ralph (Consigliere presso la DG Regio della Commissione Europea) ha dichiarato che la
politica comunitaria di coesione e i finanziamenti messi a disposizione sono utili a promuovere:
1. i trasporti sostenibili;
2. le strategie a basse emissioni di CO2;
3. la mobilità urbana che, necessariamente dovrà essere caratterizzati da progetti integrati,
sostenibili e accessibili. Un esempio può essere il progetto “Hybrid Electic Fuel-cell Bus”
finanziato dal FESR nel biennio 2009-2011.
LINK
http://www.agrion.org/brussels/index.php
DISPONIBILITÀ SLIDES
SI
Eseguito da: Silvia Verì e Riccardo di Gennaro
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510490
Fax +32 2 5510499
e-mail: [email protected] - [email protected]
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