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consulta il programma della rassegna "Fellini, dall
Uno dei pochi che hanno
fatto del cinema una
parte dell’arte moderna; il
solo la cui immensa opera
può essere messa sullo
stesso piano di quella di
Picasso e di Stravinski.
Milan Kundera
Sono film pieni di
energia, ma non caotici:
c’è un controllo perfetto.
Si sente che c’è un
grande maestro ai
comandi.
Woody Allen
La mia ammirazione per
Fellini è sconfinata.
Ingmar Bergman
Mostra al MAMbo dal 24 marzo al 25 luglio
Retrospettiva al Cinema Lumière e Piazza Maggiore dal 24 marzo a luglio
Amo tutto nei film di
Fellini. Ogni volta entro
in un mondo unico e mi
piace abitarvi.
David Lynch
Tutte le foto © Cineteca di Bologna /Reporters Associati
I film di Fellini sono
senza tempo.
Il suo lavoro tra
cent’anni sarà
considerato tra ciò che di
meglio il cinema abbia
mai prodotto.
Robert Altman
Un altro film che mi ha
sconvolto, è La strada
di Fellini. Lì ho fatto il
mio ingresso nel mondo
magico del cinema.
Emir Kusturica
FEDERICO
FELLINI
DALL'ITALIA ALLA
LUNA
VOCABOLARIO FELLINI
L’ARTISTA
“Un artista è fondamentalmente un trasgressore. Può anche essere un rivoluzionario, ma psicologicamente un artista ha
la bambinesca necessità di trasgredire.
Perché i suoi genitori, il prete, la polizia,
un giornalista sono troppo. Un creatore ha
bisogno di esprimere se stesso con un atto
di trasgressione per minare la tradizione, lo
status quo di ciò che accettiamo, la conformità che lo soffoca perché è già superata.
Per farla breve, ha bisogno di un nemico”.
“Ho bisogno di ordine perché sono un trasgressore, anzi mi riconosco un trasgressore, e per esercitare la trasgressione ho
bisogno di un ordine molto rigido, con
molti tabù, contravvenzioni a ogni passo,
moralismi, processioni, sfilate e cori alpini.
Ed essere poi premiato dalle autorità costituite, dal sindaco, dal cardinale: come un
trasgressore che si è fatto onore”.
CONTRADDIZIONE
“Credo che viviamo costantemente in
contraddizione, con le parole che mascherano la realtà più di quanto non la rivelino,
come un faro avvolto nella nebbia. Le parole
infettano la realtà. Le immagini sono fatte
di luce e sebbene passino attraverso degli
spazi sporchi, esse restano pure”.
L’INFORMAZIONE
“L’informazione urlata che rende la notizia più allarmistica con l’idea di renderla
più ghiotta”, la Tv e i giornali, “un pappone lattiginoso di interviste, rivelazioni,
processi, scandali, enormità e piccolezze
invade la tua casa, la tua sensibilità, la
tua reattività. Ti senti sommerso, incapace di capire e controllare questo fiume
tumultuoso, torbido: allora l’istinto ti crea
intorno un guscio difensivo d’incredulità,
un protettivo sacco amniotico di cinismo,
disgusto, distacco. E resti più vuoto, più
ignorante, più inerte di prima: indifferente”.
LA LUCE
“La luce è la materia del film, quindi
nel cinema (...) la luce è ideologia, senti-
mento, colore, tono, profondità, atmosfera,
racconto. La luce è ciò che aggiunge,
che cancella, che riduce, che esalta, che
arricchisce, sfuma, sottolinea, allude,
che fa diventare credibile e accettabile il
fantastico, il sogno, o, al contrario, rende
fantastico il reale, dà miraggio alla quotidianità più grigia, aggiunge trasparenze, suggerisce tensioni, vibrazioni.
La luce scava un volto, o lo leviga, crea
espressione dove non c’è, dona intelligenza all’opacità, seduzione all’insipienza.
La luce disegna l’eleganza di una figura,
glorifica un paesaggio, lo inventa dal nulla,
dà magia a uno sfondo. La luce è il primo
effetto speciale, inteso come trucco, come
inganno, come malìa, bottega alchemica,
macchina del meraviglioso. La luce è il
sale allucinatorio che bruciando sprigiona
le visioni; e ciò che vive sulla pellicola vive
per la luce. La scenografia più elementare
e rozzamente realizzata può con la luce
rivelare prospettive inattese, insospettate, e calare il racconto in una atmosfera
sospesa, inquietante; oppure, spostando
appena un cinquemila, e accendendone
un altro in controluce, ecco che ogni senso
di angoscia si dissolve e tutto diventa
sereno, familiare, rassicurante. Il film si
scrive con la luce, lo stile si esprime con
la luce”.
I SOGNI
“Il linguaggio dei sogni è quello dei film e
i film sono sogni. Si può dilatare lo spazio,
creare ellissi di tempo, fare apparire persone
senza nessuna ragione apparente. Quando
si ripensa a un sogno si ricordano strane
prospettive e personaggi, ma soprattutto
un tipo di luce impossibile da descrivere,
come associata a una libera coscienza”.
“Il subconscio è nutrito dalla confusione,
dall’inatteso, dall’eterno immobile che ci
spaventa. Ecco perché dovremmo esplorare queste zone oscure. Ignorare il subconscio è mutilare se stessi”.
IL TEMPO
“Non ho la sensazione del tempo
che passa. Mi sembra tutto uguale, da
sempre, un eterno presente di cui fa parte
il passato e anche il futuro, così come lo
immagino”.
L’UOMO
“Io sono profondamente attratto da
tutto ciò che tende a restituire all’uomo
una misura più vasta, anche più misteriosa e più angosciante, ma in ogni caso
né rassicurante, né consolante. Preferisco
una dimensione i cui contorni si perdano
nell’oscurità, ma che sia molto vasta, ad
una piccola costruzione ben illuminata ma
prigioniera di mura molto rigide”.
MACISTE ALL’INFERNO
(Italia/1926, 95’) di Guido Brignone
“L’ho visto in braccio a mio padre, al cinema
Fulgor (…) sullo schermo virato di giallo c’era
questo gigante, questo omaccione con una
pelle d’orso attorno alle reni un pochino intimidito davanti allo sguardo imperioso di una
popputa Proserpina che, con gli occhioni
bistrati, con un segno della mano faceva
nascere un cerchio di fiammelle attorno ai
piedi di Maciste”. Federico Fellini
LO VEDI COME SEI…
LO VEDI COME SEI!?
(Italia/1939, 76’) di Mario Mattòli
Come altri umoristi del “Marc’Aurelio”, il
diciannovenne Fellini fu coinvolto nell’ideazione di gag da inserire nel film, come la
magnifica trovata iniziale di un ‘testamento filmato’ dove vengono interpellati gli spettatori.
“Macario era un attore comico che aveva molto
successo nelle riviste, un pupazzetto grazioso
con un ricciolo in testa”. Federico Fellini
APPARIZIONE
(Italia/1943, 74’) di Jean de Limur
Senza essere accreditato, Fellini scrive il film
con il produttore Giuseppe Amato e con Piero
Tellini. Spiccano alcune significative anticipazioni di temi felliniani: Amedeo Nazzari
interpreta il ruolo di se stesso quattordici anni
prima di Le notti di Cabiria e riesce a disilludere l’ingenua e sognatrice Andreina (Alida
Valli). Nel cast anche Massimo Girotti, Paolo
Stoppa, Andreina Pagnani e il fratello di Fellini, Riccardo.
ROMA CITTÀ APERTA
(Italia/1945, 103’) di Roberto Rossellini
Primo film scritto da Fellini (con Sergio Amidei
e altri) per Rossellini: “Era un amico, una
guida, un favoloso seduttore che mi presentò
la vita del regista e, soprattutto, una guida per
raggiungere la qualità d’immagine più vicina
alla propria visione. (…) Rossellini mi insegnò
come prosperare nel caos ignorandolo e concentrandosi sull’essenziale: costruire il tuo
film giorno per giorno”. Federico Fellini
PAISÀ (Italia/1946, 124’) di Roberto Rossellini
“Seguii la lavorazione in veste di sceneggiatore volante che cercava di adattare qualche
dialogo alle esigenze del momento. È stata
quella un’esperienza entusiasmante per tante
cose, e prima di tutto per la scoperta dell’Italia. Napoli bombardata, la costa amalfitana.”
Federico Fellini
IL DELITTO DI GIOVANNI
EPISCOPO
(Italia/1947, 92’) di Alberto Lattuada
Primo titolo dell’intensa collaborazione fra Lattuada e Fellini sceneggiatore, con una Roma
nevosa e cupa, uno straordinario Fabrizi in
versione drammatica e il giovane Sordi in
un ruolo perfido. “Con Fellini ci siamo amati
moltissimo: una cotta immediata, almeno da
parte mia. (…) Non ho fatto la Roma solare, ho
cercato di tirare fuori l’animaccia un po’ scura
di questa città, l’anima umbertina, i portici”.
Alberto Lattuada
SENZA PIETÀ
(Italia/1948, 91’) di Alberto Lattuada
“Fellini, chiamato da Lattuada, mi associò
nella preparazione del soggetto di Senza
pietà. L’esplorazione che dovemmo fare nella
zona di Tombolo, allora regno incontrastato
dei negri, delle segnorine e dei banditi, contribuì certamente a rinsaldare la nostra amicizia.
L’esplorazione del Tombolo che percorremmo
travestiti da vagabondi e vivendo per parecchi giorni a contatto con quei suoi frequentatori, fu la prima e la più avventurosa delle
nostre scoperte”. Tullio Pinelli
IL MIRACOLO (Italia/1948, 43’)
“Federico Fellini, che lavorava abitualmente
con me, mi raccontò il soggetto che io realizzai col titolo Il miracolo. Secondo lui, si trattava
di una novella russa di cui aveva dimenticato
l’autore; quando vide che mi appassionavo
alla storia ma che cercavo disperatamente
il testo per mettermi in regola con la Società
degli Autori, mi raccontò di aver inventato
l’aneddoto di sana pianta”. Roberto Rossellini
IN NOME DELLA LEGGE
(Italia/1949, 101’) di Pietro Germi
Primo film scritto da Fellini e Tullio Pinelli per
Germi, è anche uno dei primi film italiani sulla
mafia. “Non esiste una mafia, ma ne esistono
molte. Esiste innanzitutto una psicologia, c’è
un costume che si può definire mafioso e che
ha la sua radice in una radicale diffidenza e
sfiducia del cittadino verso lo Stato. Da queste
basi nascono infinite forme di mafia che
variano da luogo a luogo e da tempo a tempo”.
Pietro Germi
LA CITTÀ SI DIFENDE
(Italia/1951, 79’) di Pietro Germi
Insolito esempio di noir all’italiana e seconda
prova di Germi nel genere (dopo Gioventù
perduta), nacque da un soggetto di Fellini,
Pinelli e Luigi Comencini. Il pittore fallito che
vaga per i ristoranti (Paul Müller) ricorda i
personaggi dei racconti giovanili felliniani e
del progetto non realizzato Moraldo in città,
mentre alcune situazioni di violenza sembrano annunciare Il bidone e la sequenza del
bagno nella fontana perfino La dolce vita.
CAMERIERA BELLA PRESENZA
OFFRESI...
(Italia/1951, 87’) di Giorgio Pàstina
Scritto da Fellini e Tullio Pinelli, è una divertente galleria di personaggi e situazioni cari-
caturali che ruotano intorno ad una cameriera
(Marisa Merlini) e alle sue disavventure con
i vizi della borghesia italiana. C’è già l’andamento della commedia all’italiana e le incisive
caratterizzazioni di uno splendido cast: De
Sica, Sordi, Fabrizi, Eduardo, Peppino e Titina
De Filippo, Gino Cervi, Giulietta Masina, Paolo
Stoppa, Aroldo Tieri, Isa Miranda e altri.
(Italia/1953, 16’) episodio di L’amore in città
LUCI DEL VARIETÀ
LA STRADA
(Italia/1950, 102’) di Alberto Lattuada e
Federico Fellini
(Italia/1954, 108’) di Federico Fellini
“Luci del varietà l’ho ideato e sentito come un
film mio, c’erano dentro ricordi, alcuni veri,
altri inventati: certe atmosfere di provincia
che conoscevo bene. Però a spalleggiarmi
c’era Lattuada con la sua capacità di decidere,
con la forza dell’esperienza, col fischietto. Il
regista era lui, lui diceva motore, azione, stop,
via tutti, silenzio: io stavo al suo fianco in una
situazione abbastanza felice di irresponsabilità”. Federico Fellini
LO SCEICCO BIANCO (Italia/1952, 91’)
“Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che
avevo scritto per il “Marc’Aurelio” in cui si
riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d’amore, sull’amore giovanile
che si confronta con la realtà dolceamara,
sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle
delusioni dei primi tempi del matrimonio e
sull’impossibilità di riuscire a conservare i
romantici sogni iniziali”. Federico Fellini
LO SCEICCO RITROVATO
(1952-2008) a cura di Fulvio Baglivi, Stefano
Landini e Moraldo Rossi
Quaranta minuti di sequenze tagliate e
varianti inedite. Fra le sorprese di questo ritrovamento della Cineteca Nazionale, la visione
di due donne velate e in costume orientale,
scoperte dallo sguardo trasognato della sposina Wanda, che sembrano anticipare Giulietta degli spiriti. Il buffo moralismo dello
sposo novello Ivan acquista un controcanto
più satirico nella sequenza del suo risveglio
nel letto della prostituta con cui si è accompagnato durante la notte.
I VITELLONI (Italia-Francia/1953, 107’)
“A Ostia ho girato I vitelloni perché è una
Rimini inventata: è più Rimini della vera
Rimini. Il luogo ripropone Rimini in maniera
teatrale, scenografica e, pertanto, innocua. È
il mio paese, quasi pulito, nettato dagli umori
viscerali, senza aggressioni e sorprese (…) mi
è venuta la tentazione di giocare ancora uno
scherzo a certi vecchi amici che avevo lasciato
nella città di provincia dove sono nato. (…)
Così mi sono messo a raccontare quello che
ricordavo delle loro avventure, le loro ambizioni, le piccole manie, il loro modo particolarissimo di passare il tempo”. Federico Fellini
AGENZIA MATRIMONIALE
“Fu Cesare Zavattini a offrirmi di partecipare
con un episodio al film che doveva avere il
carattere di un reportage, nello stile del cinema
americano. (…) Accettai di partecipare a quel
film di gruppo con lo spirito polemico dello
studentello che vuol prendersi sornionamente
beffe del suo professore”. Federico Fellini
“All’inizio della Strada c’era solo un sentimento
confuso del film, una nota sospesa che mi procurava soltanto un’indefinita malinconia, un
senso di colpa diffuso come un’ombra; vago e
struggente, fatto di ricordi e di presagi. Questo
sentimento suggeriva con insistenza il viaggio
di due creature che stanno insieme fatalmente,
senza sapere perché”. Federico Fellini
A seguire, sequenze tagliate e inedite del film,
recentemente ritrovate dalla Cineteca Nazionale.
IL BIDONE
(Italia/1955, 113’) di Federico Fellini
“La crudezza della storia, la novità dei caratteri dei personaggi e la obiettiva e disincantata presentazione di un mondo morale così
degradato, hanno forse turbato quella parte di
pubblico che al cinema desidera vedere tutto
sommato delle cose fasulle” (Federico Fellini).
Dopo un’infelice presentazione a Venezia, il
regista cedette alle pressioni della Titanus e
ridusse la durata di numerose sequenze. Nel
2001 la Cineteca di Bologna e L’Immagine
Ritrovata hanno restaurato Il bidone, restituendolo alla sua durata originaria.
LE NOTTI DI CABIRIA
(Italia/1957, 117’)
“La prima inquadratura, non solo degna di
Chaplin, ma uguale alle sue migliori trovate,
è l’ultima di Le notti di Cabiria, quando Giulietta Masina si gira verso la cinepresa e il suo
sguardo incrocia il nostro. Unico, ritengo, nella
storia del cinema. (…) Il fine ultimo di questo
lampo di regia, e che mi fa gridare al genio,
è che lo sguardo di Cabiria passa molte volte
sull’obiettivo della cinepresa senza mai esattamente fermarvisi. Le luci si accendono su
questa meravigliosa ambiguità”. André Bazin
LA DOLCE VITA
(Italia-Francia/1960, 175’) di Federico Fellini
“La dolce vita di Fellini è troppo importante
perché se ne possa parlare come si fa di solito
di un film. (…) Fellini è senza dubbio ‘autore’,
non ‘regista’. Perciò il film è unicamente suo
(…) L’inquadratura e i movimenti di macchina
creano sempre intorno all’oggetto una specie
di diaframma, che ne complica e rende il più
possibile irrazionale e magica la sua immissione e la sua concatenazione di rapporti con
il mondo che lo circonda”. Pier Paolo Pasolini
NOI CHE ABBIAMO FATTO LA
DOLCE VITA
(Italia/2009, 80’) di Gianfranco Mingozzi
scritto e ideato da Tullio Kezich
Documentario scritto da un testimone della
lavorazione e diretto dal suo antico assistente.
È l’ultimo film di Gianfranco Mingozzi.
LOLA, DONNA DI VITA
(Francia/1960) di Jacques Demy
“Ho spesso descritto Anouk Aimée come una
ragazzina con una sensualità metafisica: ora
incredibilmente timida e un attimo dopo uno
squalo mangia-uomini. Non è un’immagine
sgarbata, ma una conferma del suo talento per
illudere, una qualità necessaria alla mia Maddalena ne La dolce vita”. Federico Fellini
TOBY DAMMIT
(Italia-Francia/1968, 45’) episodio di
Tre passi nel delirio
“Le lunghe scene senza parole in Toby
Dammit rappresentano ciò che sono riuscito
a esprimere della mia esperienza con l’LSD.
Gli oggetti e le loro funzioni non avevano più
significato. Tutto quello che percepivo era la
percezione stessa, l’inferno di forme e figure
prive dell’emozione umana e staccato dalla
realtà del mio contesto irreale”. Federico Fellini
FELLINI IN CITTÀ
(Italia/1968, 20’) di Maurizio Ponzi.
Rara intervista filmata.
LE TENTAZIONI
DEL DOTTOR ANTONIO
FELLINI - BLOCK-NOTES
DI UN REGISTA
(Italia-Francia/1962, 55’)
episodio di Boccaccio ‘70
(USA/1969, 51’)
“Ho accettato con piacere di girare quest’episodio, perché in questo periodo dove un
moralismo malinteso può procurare più guai
che bene, un film che tendesse a chiarire
certe responsabilità e certe idee penso che sia
estremamente salutare, estremamente positivo”. Federico Fellini
8 ½ (Italia-Francia/1963, 137’)
“Il ritratto di un uomo, (…) nella sua contraddittoria, sfumata, inafferrabile somma di diverse
realtà; e in cui traspaiono tutte le possibilità del
suo essere, i livelli, i piani sovrapposti, come
un palazzo al quale è crollata la facciata e che
rivela il suo interno tutto insieme, scale, corridoi, stanze, solai, cantine, e i mobili di ogni
stanza, le porte, i soffitti, e le condutture, gli
angoli più intimi, più segreti”. Federico Fellini
UN’ORA CON IL REGISTA DI 8 ½
(Italia/1964, 60’) di Sergio Zavoli
Il primo programma interamente dedicato a
Fellini dalla televisione italiana, dopo che gli
era stato conferito il terzo Oscar per 8 ½.
L’ULTIMA SEQUENZA
(Italia/2004, 51’) di Mario Sesti
Basato su registrazioni audio e fotografie,
anche inedite, dell’archivio di Gideon Bachmann, il documentario ricostruisce la storia
del misterioso finale previsto per 8 ½, girato e
poi scartato a favore della celebre ‘passerella’.
“In realtà, da tempo pensavo di fare qualcosa
per la Tv, questa specie di ponte più delicato, più intimo, più personale, tra l’autore e
il pubblico. La presenza di questo occhio grigiastro, spalancato nella casa, l’occhio di un
animale extraterrestre, mi ha sempre affascinato”. (Federico Fellini) Quando fu trasmesso
dalla RAI nel 1972, il film fu tagliato di circa
quindici minuti. Viene presentata l’edizione
statunitense, recentemente restaurata dalla
Cineteca di Bologna – L’Immagine Ritrovata.
FELLINI SATYRICON
(Italia-Francia/1969, 129’)
“Non un’epoca storica, filologicamente ricostruibile sui documenti, positivisticamente
accertata, ma una grande galassia onirica,
affondata nel buio, fra lo sfavillio di schegge
fluttuanti, galleggianti fino a noi. (...) la sua trasparenza enigmatica, la sua chiarezza indecifrabile (....) Lo sforzo sarebbe stato quello di
annullare il confine fra sogno e fantasia, di
inventare tutto e poi oggettivare questa operazione fantastica, distaccarsene, per poterla
esplorare come qualcosa allo stesso tempo di
intatto e irriconoscibile”. Federico Fellini
CIAO, FEDERICO!
(USA-Svezia, 1969, 60’) di Gideon Bachmann
Documentario sulla lavorazione di Fellini Satyricon con un’intervista a Fellini e numerose
riprese sul set.
GIULIETTA DEGLI SPIRITI
IL CIRCO
(Italia-Francia/1965, 126’)
(USA/1928, 73’) di Charles Chaplin
“Non si potrebbe fare un film sui sogni in
astratto, prescindendo dalla personalità
del sognatore. Così non avrei potuto fare in
astratto un film sul mondo magico. Quello di
Giulietta degli spiriti, evidentemente, è un
mondo magico sulla misura di certe mie personalissime deformazioni nelle quali l’umorismo ha sempre una parte di primo piano.”
Federico Fellini
I CLOWNS
(Italia-Francia-Germania, 1970, 93’)
“C’è solo un posto dove il fenomenale, l’eccesso e l’estremo esistono senza volgarità:
nel circo equestre. Per me, resta il massimo
del divertimento popolare. In questo mondo
favoloso di colori, movimento ed emozione
riscopriamo l’eterno vagabondo da cui Cha-
plin prese in prestito la sua faccia. Per metà
angelo, per metà demonio, il vagabondo possiede la saggezza del filosofo, la vitalità del
gatto, l’inopportuna grazia del sonnambulo”.
Federico Fellini
ROMA (Italia-Francia/1972, 118’)
“È la città fantastica che ho immaginato da bambino, che ho scoperto diversa da ragazzo, nella
quale ho vissuto e lavorato in familiarità armata
per trentadue anni, e che oggi mi sembra di non
conoscere più... Me la immaginavo così, Roma:
imperiale, fascista, papale. Ma quando ci arrivai
nel 1939, con un treno a vapore, mi accorsi che
non era vero niente. Nella realtà Roma era una
città africana”. Federico Fellini
IO E... FELLINI E L’EUR
(Italia/1972, 12’) di Luciano Emmer
Fellini racconta la sua predilezione per il quartiere romano che gli ricorda una scenografia
già pronta per le riprese di un film. È infatti il
luogo dove ha girato alcune sequenze di La
dolce vita, Le tentazioni del dottor Antonio e
di altri film.
AMARCORD (Italia-Francia/1973, 123’)
“La provincia di Amarcord è quella in cui tutti
siamo riconoscibili, autore in testa, nell’ignoranza che confondeva. Non che voglia minimizzare le cause economiche e sociali del fascismo.
Voglio dire solo che ancora oggi quel che più
interessa è la maniera, psicologica, emotiva, di
essere fascisti. Qual è questa maniera? È una
sorta di blocco, di arresto alla fase dell’adolescenza. (…) E mi sembra che, ancor prima del
fascismo, la colpa di questo cronico mancato
sviluppo, di questo arresto a uno stato bambinesco sia della Chiesa cattolica”. Federico Fellini
DIARIO SEGRETO DI AMARCORD
(Italia/1974, 43’) di Maurizio Mein e Liliana Betti
Un prezioso ‘dietro le quinte’ di Amarcord
realizzato da due collaboratori felliniani per la
RAI: i provini (Sandra Milo truccata da Gradisca e Adriana Asti da Volpina), un dialogo ironico fra Tonino Guerra e Fellini, un’intervista a
Nino Rota e alcune sequenze tagliate dal film.
E IL CASANOVA DI FELLINI?
(Italia/1975, 72’) di Liliana Betti e Gianfranco
Angelucci
Olimpia Carlisi intervista alcuni scrittori e
studiosi sul mito di di Casanova e intraprende
con Gianfranco Angelucci una (ironica) indagine televisiva sul gallismo italiano. Fellini realizza alcuni splendidi, falsi provini a Tognazzi,
Mastroianni, Cuny, Gassman e Sordi.
IL CASANOVA
DI FEDERICO FELLINI
(Italia/1976)
“Il suo film mi fa pensare a Goya, un altro
“poeta maledetto”. Che era comunque il pit-
tore di corte. E la corte trovava stupenda la
sua opera, mentre era puramente tragica.
Anche lei ha rappresentato la corte. Venezia,
le feste, i banchetti, i balli. E tuttavia, in lei
come in Goya, dietro le risate c’è sempre la
morte. Il suo affresco è anche un tuffo. Un tuffo
vertiginoso nelle profondità umane”.
Georges Simenon
PROVA D’ORCHESTRA
(Italia-Germania/1978, 72’)
“Si andava diffondendo nel Paese un alienato rassegnarsi all’abnorme, al delirante, al
mostruoso. L’aspetto più inquietante della
situazione è la sconfinata possibilità che
abbiamo di rimuovere tutto. Abbiamo sfondato il fondo. Siamo diventati dei tubi. Forse
abbiamo evitato di morire di una terrificante
indigestione, ma ora ci troviamo in una situazione disperata”. Federico Fellini
LA CITTÀ DELLE DONNE
(Italia-Francia/1980, 138’)
“La donna è l’invisibile, è l’Invisibile. E quindi
l’unica possibilità che ha Snaporaz per vedere
la donna e cioè l’invisibile, il buio, la notte è
quella di far partire verso di lei perenni ed
inarrestabili tensioni, proiezioni, fantasie, ipotesi, sì che la donna diventi per l’uomo l’unico
modo di attraversare la vita”. Federico Fellini
APPUNTI SU LA CITTÀ DELLE
DONNE
(Italia/1980, 50’) di Ferruccio Castronuovo
Documentario sulla lavorazione del film, con
interventi di Fellini e Marcello Mastroianni.
E LA NAVE VA (Italia-Francia/1983, 128’)
“Il contatto autentico, privato, intimo, individuale con la realtà minaccia di essere completamente cancellato e sostituito da questa
specie di pappa, da questa specie di liquido
amniotico che c’è fra noi e la realtà. Quindi i
mass media, la televisione, l’iperinformazione
minacciano di farci trovare in una specie di
zona dove l’atteggiamento più consentito è
l’indifferenza. Mi sembra che il cuore del film,
o meglio il senso del film voglia riferirsi alla
necesità quasi di augurarsi un avvenimento
catastrofico, terrificante, nel tentativo di trovare in noi una possibilità di reazione”.
Federico Fellini
GINGER E FRED
(Italia-Francia-Germania/1985, 126’)
“La televisione ha sostituito il tuo rapporto
personale con la vita: ti ha mutilato, disemozionato; fa tutto lei, per te; è un super-robot
che pretende perfino di sognare te... non solo
lo sdegno, ma anche l’allarme di chi vede che
la televisione sta omologando il pianeta: tutti
ormai pensano, o meglio, non pensano, la
stessa cosa”. Federico Fellini
LA TIVÙ DI FELLINI
Le pubblicità di Fellini
(Italia/1985-1992, 27’) a cura di Tatti Sanguineti
Oh, che bel paesaggio! (Italia/1984, 30’’), Alta
società (Italia/1986, 30’’), Sogno del “déjeuner
sur l’herbe”, (Italia/1992), Sogno della galleria
(Italia/1992, 30’’), Sogno del leone in cantina,
(Italia/1992, 30’’)
I falsi spot pubblicitari, programmi televisivi,
talk show, telefilm e videoclip che sono stati
tagliati o che compaiono fuggevolmente nei
teleschermi di Ginger e Fred.
FRAU HOLLE – LA SIGNORA
DELLA NEVE
(RFT-Cecoslovacchia-Italia/1985, 90’) di Juraj
Jakubisko
“Quello che oggi si fa con la tecnologia digitale, noi l’abbiamo fatto utilizzando i mezzi
classici. In più, grazie all’intervento del mio
amico Federico Fellini, Giulietta Masina ha
accettato il ruolo della Signora della neve,
attribuendo al film leggerezza, luce e sorriso”.
Juraj Jakubisko
INTERVISTA
(Italia-Francia/1987, 107’)
“Tentare di raccontare una storia, suggerire
dei personaggi, un’atmosfera, indipendentemente dal messaggio più o meno subliminale
e più o meno dichiarato del committente, da
un punto di vista dell’espressione cinematografica è un’esperienza utile.” Federico Fellini
BACKSTAGE DEGLI SPOT
DI FELLINI PER LA BANCA
DI ROMA (Italia/1992, 20’) di Roberto Di Vito
IN MORTE DI FEDERICO FELLINI
(Italia/1994, 40’) di Sergio Zavoli
I funerali di Fellini a Roma.
“Film che racconta se stesso, dà l’impressione di essere stato fatto nel momento in cui
lo vedi. Mi sono avventurato su un sentiero
sinora consentito soltanto allo scrittore, al
pittore e al musicista. (…) Un viaggio dentro
il cinema. Io dico Cinecittà, ma è il cinema.
Cinecittà come cinema, cinema come Cinecittà”. Federico Fellini
FELLINI – UN AUTORITRATTO
RITROVATO
IL MIO FELLINI
(Francia/Italia/GB,/2002, 106’) di Damian
Pettigrew
(Italia/1986, 60’) di Tiziana Callari
Sul set di Intervista.
INTERVISTE PER INTERVISTA
(Italia/1987, 51’) di Vincenzo Mollica
Dialoghi con Fellini durante le riprese e le
proiezioni ai festival di Cannes e Mosca di
Intervista.
FELLINI RACCONTA
(Italia/1993, 52’) di Vincenzo Mollica
Montaggio di interviste realizzate da Mollica
per il TG1 dall’inizio degli anni ‘80 al 1993.
LA VOCE DELLA LUNA
(Italia-Francia/1990, 120’)
“Avevo da sempre in mente di fare un film
sui contadini, sulla campagna vista come
una dimensione sconosciuta (…) le stalle,
le bestie, gli animali, i temporali, il giorno, la
notte, le pietre, le nuvole, tutto questo mondo
panico, magico, e pensavo che potesse essere
proprio lo stimolo, il nutrimento per un film
che raccontasse proprio una parte dell’Italia
che veramente il nostro cinema ha sempre
ignorato, l’Italia contadina”. Federico Fellini
PRIME ULTIME RUSHES DA
LA VOCE DELLA LUNA DI
FEDERICO FELLINI (20’)
Una selezione del ‘girato’ originale dell’ultimo
film di Fellini.
(Italia/2000, 166’) di Paquito Del Bosco
Montaggio di interviste televisive e radiofoniche rilasciate da Fellini nell’arco di oltre quarant’anni, dal 1952 al 1993.
FEDERICO FELLINI SONO UN
GRAN BUGIARDO
Una delle interviste più intense e rivelatrici
che Fellini abbia rilasciato (nel 1992, un anno
prima della morte). Il tono è confidenziale e
le parole si soffermano su aspetti importanti
del proprio lavoro. Bellissimi i frammenti che
lo mostrano sul set di La città delle donne,
Amarcord e del Casanova. Interviste anche
a Benigni, Italo Calvino, Dante Ferretti, Giuseppe Rotunno, Terence Stamp, Donald
Sutherland e altri.
Marzo
MERCOLEDÌ 24
16.00 MAMbo
Preview ad inviti della
mostra Fellini. Dall’ Italia
alla luna
17.30
Incontro con Sergio
Zavoli, amico e complice
di Federico Fellini
19.00
Apertura al pubblico della
Mostra
22.15 Cinema Arlecchino
Fellini oggi
AMARCORD*
(1973) di Federico Fellini
Introduce Emir Kusturica,
il regista più felliniano
GIOVEDÌ 25
18.00 MAMbo
Incontro con il curatore
della Mostra,
Sam Stourdzé
19.45 Cinema Lumière
Il Primo film di Federico
MACISTE
ALL’INFERNO
(1926,) di Guido Brignone
Dichiarazioni e interviste
di Fellini su Maciste
all’Inferno. Al piano Marco
Dalpane Introduce
Gian Luca Farinelli
SABATO 27
16.00 MAMbo
Incontro con
Sergio Rubini
DOLCE VITA (2009)
di Gianfranco Mingozzi,
scritto da Tullio Kezich
LUNEDÌ 29
20.30 Biblioteca Renzo Renzi
A tavola con
l’Emilia Romagna
VITO e la mostra Fellini
MARTEDÌ 30
20.15 Cinema Lumière
Fellini sceneggiatore
ROMA CITTÀ
APERTA*
(1945) di Roberto Rossellini
22.15
PAISÀ (1946)
di Roberto Rossellini
Aprile
DOMENICA 4
16.00 Cinema Lumière
Schermi & Lavagne
cineclub per ragazzi.
Fellini e Chaplin
IL CIRCO (1928)
di Charlie Chaplin
Al piano Marco Dalpane
LUNEDÌ 5
16.00 Cinema Lumière
Schermi e Lavagne
cineclub per ragazzi
Fellini e il circo
I CLOWNS*
(1970) di Federico Fellini
MERCOLEDÌ 7
(1987) di Federico Fellini
Introduce Sergio Rubini,
protagonista del film
16.00 MAMbo
Fellini disegnatore
e umorista
Incontro con
Angelo Olivieri e
Claudio Carabba
A seguire intervista video
realizzata da Olivieri a
Fellini nel 1981
DOMENICA 28
GIOVEDÌ 8
17.30 Cinema Lumière
Fellini e i suoi doppi
INTERVISTA*
18.00 MAMbo
Presentazione del libro
Mezzo secolo di Dolce
vita (Edizioni Cineteca
di Bologna / Fondazione
Federico Fellini, 2009) a
cura di Vittorio Boarini e
Tullio Kezich
Sarà presente
Vittorio Boarini
A seguire NOI CHE
ABBIAMO FATTO LA
16.00 Cinema Lumière
Fellini e l’avanspettacolo
LO VEDI COME SEI...
LO VEDI COME SEI?!*
(1939) di Mario Mattòli
19.45 Cinema Lumière
LUCI DEL VARIETÀ*
(1950) di Alberto Lattuada
e Federico Fellini
Con un contributo video di
Carla Del Poggio
SABATO 10
16.00 MAMbo
Giulietta Masina da
Gelsomina a Ginger
Incontro con Jurai
Jakubisko e Gianfranco
Angelucci
DOMENICA 11
16.00 Cinema Lumière
Schermi & Lavagne
cineclub per ragazzi. I mille
volti di Giulietta Masina
FRAU HOLLE - LA
SIGNORA DELLA
NEVE
(1985) di Jurai Jakubisko.
Al termine incontro con
Jurai Jakubisko
LUNEDÌ 12
17.00 Cinema Lumière
Gli inizi come sceneggiatore
IL DELITTO
DI GIOVANNI
EPISCOPO*
(1947) di Alberto Lattuada
18.45
Fellini sceneggiatore
SENZA PIETÀ* (1948)
di Alberto Lattuada
Con il contributo video di
Carla Del Poggio
MARTEDÌ 13
17.45 Cinema Lumière
Gli inizi come sceneggiatore
APPARIZIONE*
(1943) di Jean de Limur
IL MIRACOLO episodio
de L’AMORE (1948) di
Roberto Rossellini
MERCOLEDÌ 14
16.00 MAMbo
Fellini e Renzo Renzi, tra
cinema e libri?
Incontro con Vittorio
Boarini, Teresa Renzi e
Loris Lepri.
Proiezione di disegni in cui
Federico ritrae Renzo
20.00 Cinema Lumière
Fellini sceneggiatore
IN NOME DELLA
LEGGE*
(1949) di Pietro Germi
Introduce Mario Sesti
A seguire AGENZIA
MATRIMONIALE*
di Federico Fellini, episodio
di L’AMORE IN CITTÀ
(1953)
VENERDÌ 16
20.00 Cinema Lumière
Sguardi obliqui
I VITELLONI* (1953)
Introduce Stefano Benni
SABATO 17
15.30 Cinema Lumière
Fotografia al cinema. Fellini
dall’Italia alla luna
IL MIO FELLINI (1986)
di Tiziana Callari. Saranno
presenti Tiziana Callari e
Emilio Lari
LUNEDÌ 19
18.00 Cinema Lumière
FELLINI SONO UN
GRAN BUGIARDO
(2002) di Damian
Pettigrew. Lunga e sincera
intervista a Fellini.
MARTEDÌ 20
18.00 Cinema Lumière
Fellini e Tullio Pinelli
LA CITTÀ SI
DIFENDE*
(1951) di Pietro Germi
20.00 Cinema Lumière
Sguardi obliqui
IL BIDONE (1955) di
Federico Fellini
Incontro con
Don Vinicio Albanesi
MERCOLEDÌ 21
17.30 Cinema Lumière
Gli inizi come sceneggiatore
16.00 MAMbo
Fellini e Pasolini, una lunga
infedeltà
Immagini e parole a cura di
Roberto Chiesi
(Fondo Pier Paolo Pasolini)
(1951)di Giorgio Pàstina
20.00 Cinema Lumière
CAMERIERA BELLA
PRESENZA OFFRESI
GIOVEDÌ 15
18.00 MAMbo
Mollica, parole e disegni
Vincenzo Mollica
racconterà del suo legame
con Federico
GIOVEDÌ 22
Proiezione di Sequenze
ritrovate de La Strada
a seguire
LA STRADA* (1954)
Introduce
Pippo Delbono
22.30 IL BIDONE (1955)
di Federico Fellini
Introduce Riccardo
Garrone
VENERDÌ 23
19.45 Cinema Lumière
Fellini e la ricerca del
sublime dal basso
LE NOTTI DI
CABIRIA*
(1957) di Federico Fellini.
Introduce Padre Virgilio
Fantuzzi
22.15 Cinema Lumière
LO SCEICCO
BIANCO*
(1952) di Federico Fellini.
Introduce
Tatti Sanguineti
A seguire
LO SCEICCO
RITROVATO*, tagli,
doppie versioni, e
sequenze inedite di
Lo sceicco bianco, a cura
di Fulvio Baglivi, Stefano
Landini e Moraldo Rossi.
Copia proveniente da
CSC - Cinteca Nazionale
Ogni film verrà preceduto
da rare interviste filmate a
Federico Fellini
Per maggiori informazioni
sul calendario dei mesi futuri:
www.cinetecadibologna.it
LUOGHI
MAMbo
via Don Minzoni, 14
Cineteca di Bologna
Cinema Lumière
via Azzo Gardino, 65
Cineteca di Bologna
Biblioteca Renzo Renzi
via Azzo Gardino, 65
Cinema Arlecchino
via Lame, 57
FELLINI. DALL’ITALIA
ALLA LUNA
SABATO 24
16.00 MAMbo
Lo scandalo della Dolce vita
Presentazione di materiale
d’archivio a cura di
Roberto Chiesi
20.00 Cinema Lumière
Sweet Life
LA DOLCE VITA
(1960) di Federico Fellini
Introduce Anouk Aimée
DOMENICA 25
17.30 Cinema Lumière
Omaggio a Anouk Aimée
LOLA, DONNA DI VITA
(1960) di Jacques Demy.
Introduce Anouk Aimée
MAMbo
Inaugurazione:
24 Marzo, Ore 19.00
Dal 25 Marzo
Al 25 Luglio
Da Martedì a Domenica:
10.00/18.00
Giovedì: 10.00-22.00 /
Lunedì: Chiusura
MARTEDÌ 27
21.00 Cinema Lumière
Fellini antropologo
LA DOLCE VITA
(1960) di Federico Fellini
Introduce Goffredo Fofi
GIOVEDÌ 29
18.00 MAMbo
Ennio Flaiano, Fellini e
molto altro
Incontro con Gian Piero
Brunetta e lettura di
testi di Flaiano
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