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Uno dei pochi che hanno fatto del cinema una parte dell’arte moderna; il solo la cui immensa opera può essere messa sullo stesso piano di quella di Picasso e di Stravinski. Milan Kundera Sono film pieni di energia, ma non caotici: c’è un controllo perfetto. Si sente che c’è un grande maestro ai comandi. Woody Allen La mia ammirazione per Fellini è sconfinata. Ingmar Bergman Mostra al MAMbo dal 24 marzo al 25 luglio Retrospettiva al Cinema Lumière e Piazza Maggiore dal 24 marzo a luglio Amo tutto nei film di Fellini. Ogni volta entro in un mondo unico e mi piace abitarvi. David Lynch Tutte le foto © Cineteca di Bologna /Reporters Associati I film di Fellini sono senza tempo. Il suo lavoro tra cent’anni sarà considerato tra ciò che di meglio il cinema abbia mai prodotto. Robert Altman Un altro film che mi ha sconvolto, è La strada di Fellini. Lì ho fatto il mio ingresso nel mondo magico del cinema. Emir Kusturica FEDERICO FELLINI DALL'ITALIA ALLA LUNA VOCABOLARIO FELLINI L’ARTISTA “Un artista è fondamentalmente un trasgressore. Può anche essere un rivoluzionario, ma psicologicamente un artista ha la bambinesca necessità di trasgredire. Perché i suoi genitori, il prete, la polizia, un giornalista sono troppo. Un creatore ha bisogno di esprimere se stesso con un atto di trasgressione per minare la tradizione, lo status quo di ciò che accettiamo, la conformità che lo soffoca perché è già superata. Per farla breve, ha bisogno di un nemico”. “Ho bisogno di ordine perché sono un trasgressore, anzi mi riconosco un trasgressore, e per esercitare la trasgressione ho bisogno di un ordine molto rigido, con molti tabù, contravvenzioni a ogni passo, moralismi, processioni, sfilate e cori alpini. Ed essere poi premiato dalle autorità costituite, dal sindaco, dal cardinale: come un trasgressore che si è fatto onore”. CONTRADDIZIONE “Credo che viviamo costantemente in contraddizione, con le parole che mascherano la realtà più di quanto non la rivelino, come un faro avvolto nella nebbia. Le parole infettano la realtà. Le immagini sono fatte di luce e sebbene passino attraverso degli spazi sporchi, esse restano pure”. L’INFORMAZIONE “L’informazione urlata che rende la notizia più allarmistica con l’idea di renderla più ghiotta”, la Tv e i giornali, “un pappone lattiginoso di interviste, rivelazioni, processi, scandali, enormità e piccolezze invade la tua casa, la tua sensibilità, la tua reattività. Ti senti sommerso, incapace di capire e controllare questo fiume tumultuoso, torbido: allora l’istinto ti crea intorno un guscio difensivo d’incredulità, un protettivo sacco amniotico di cinismo, disgusto, distacco. E resti più vuoto, più ignorante, più inerte di prima: indifferente”. LA LUCE “La luce è la materia del film, quindi nel cinema (...) la luce è ideologia, senti- mento, colore, tono, profondità, atmosfera, racconto. La luce è ciò che aggiunge, che cancella, che riduce, che esalta, che arricchisce, sfuma, sottolinea, allude, che fa diventare credibile e accettabile il fantastico, il sogno, o, al contrario, rende fantastico il reale, dà miraggio alla quotidianità più grigia, aggiunge trasparenze, suggerisce tensioni, vibrazioni. La luce scava un volto, o lo leviga, crea espressione dove non c’è, dona intelligenza all’opacità, seduzione all’insipienza. La luce disegna l’eleganza di una figura, glorifica un paesaggio, lo inventa dal nulla, dà magia a uno sfondo. La luce è il primo effetto speciale, inteso come trucco, come inganno, come malìa, bottega alchemica, macchina del meraviglioso. La luce è il sale allucinatorio che bruciando sprigiona le visioni; e ciò che vive sulla pellicola vive per la luce. La scenografia più elementare e rozzamente realizzata può con la luce rivelare prospettive inattese, insospettate, e calare il racconto in una atmosfera sospesa, inquietante; oppure, spostando appena un cinquemila, e accendendone un altro in controluce, ecco che ogni senso di angoscia si dissolve e tutto diventa sereno, familiare, rassicurante. Il film si scrive con la luce, lo stile si esprime con la luce”. I SOGNI “Il linguaggio dei sogni è quello dei film e i film sono sogni. Si può dilatare lo spazio, creare ellissi di tempo, fare apparire persone senza nessuna ragione apparente. Quando si ripensa a un sogno si ricordano strane prospettive e personaggi, ma soprattutto un tipo di luce impossibile da descrivere, come associata a una libera coscienza”. “Il subconscio è nutrito dalla confusione, dall’inatteso, dall’eterno immobile che ci spaventa. Ecco perché dovremmo esplorare queste zone oscure. Ignorare il subconscio è mutilare se stessi”. IL TEMPO “Non ho la sensazione del tempo che passa. Mi sembra tutto uguale, da sempre, un eterno presente di cui fa parte il passato e anche il futuro, così come lo immagino”. L’UOMO “Io sono profondamente attratto da tutto ciò che tende a restituire all’uomo una misura più vasta, anche più misteriosa e più angosciante, ma in ogni caso né rassicurante, né consolante. Preferisco una dimensione i cui contorni si perdano nell’oscurità, ma che sia molto vasta, ad una piccola costruzione ben illuminata ma prigioniera di mura molto rigide”. MACISTE ALL’INFERNO (Italia/1926, 95’) di Guido Brignone “L’ho visto in braccio a mio padre, al cinema Fulgor (…) sullo schermo virato di giallo c’era questo gigante, questo omaccione con una pelle d’orso attorno alle reni un pochino intimidito davanti allo sguardo imperioso di una popputa Proserpina che, con gli occhioni bistrati, con un segno della mano faceva nascere un cerchio di fiammelle attorno ai piedi di Maciste”. Federico Fellini LO VEDI COME SEI… LO VEDI COME SEI!? (Italia/1939, 76’) di Mario Mattòli Come altri umoristi del “Marc’Aurelio”, il diciannovenne Fellini fu coinvolto nell’ideazione di gag da inserire nel film, come la magnifica trovata iniziale di un ‘testamento filmato’ dove vengono interpellati gli spettatori. “Macario era un attore comico che aveva molto successo nelle riviste, un pupazzetto grazioso con un ricciolo in testa”. Federico Fellini APPARIZIONE (Italia/1943, 74’) di Jean de Limur Senza essere accreditato, Fellini scrive il film con il produttore Giuseppe Amato e con Piero Tellini. Spiccano alcune significative anticipazioni di temi felliniani: Amedeo Nazzari interpreta il ruolo di se stesso quattordici anni prima di Le notti di Cabiria e riesce a disilludere l’ingenua e sognatrice Andreina (Alida Valli). Nel cast anche Massimo Girotti, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani e il fratello di Fellini, Riccardo. ROMA CITTÀ APERTA (Italia/1945, 103’) di Roberto Rossellini Primo film scritto da Fellini (con Sergio Amidei e altri) per Rossellini: “Era un amico, una guida, un favoloso seduttore che mi presentò la vita del regista e, soprattutto, una guida per raggiungere la qualità d’immagine più vicina alla propria visione. (…) Rossellini mi insegnò come prosperare nel caos ignorandolo e concentrandosi sull’essenziale: costruire il tuo film giorno per giorno”. Federico Fellini PAISÀ (Italia/1946, 124’) di Roberto Rossellini “Seguii la lavorazione in veste di sceneggiatore volante che cercava di adattare qualche dialogo alle esigenze del momento. È stata quella un’esperienza entusiasmante per tante cose, e prima di tutto per la scoperta dell’Italia. Napoli bombardata, la costa amalfitana.” Federico Fellini IL DELITTO DI GIOVANNI EPISCOPO (Italia/1947, 92’) di Alberto Lattuada Primo titolo dell’intensa collaborazione fra Lattuada e Fellini sceneggiatore, con una Roma nevosa e cupa, uno straordinario Fabrizi in versione drammatica e il giovane Sordi in un ruolo perfido. “Con Fellini ci siamo amati moltissimo: una cotta immediata, almeno da parte mia. (…) Non ho fatto la Roma solare, ho cercato di tirare fuori l’animaccia un po’ scura di questa città, l’anima umbertina, i portici”. Alberto Lattuada SENZA PIETÀ (Italia/1948, 91’) di Alberto Lattuada “Fellini, chiamato da Lattuada, mi associò nella preparazione del soggetto di Senza pietà. L’esplorazione che dovemmo fare nella zona di Tombolo, allora regno incontrastato dei negri, delle segnorine e dei banditi, contribuì certamente a rinsaldare la nostra amicizia. L’esplorazione del Tombolo che percorremmo travestiti da vagabondi e vivendo per parecchi giorni a contatto con quei suoi frequentatori, fu la prima e la più avventurosa delle nostre scoperte”. Tullio Pinelli IL MIRACOLO (Italia/1948, 43’) “Federico Fellini, che lavorava abitualmente con me, mi raccontò il soggetto che io realizzai col titolo Il miracolo. Secondo lui, si trattava di una novella russa di cui aveva dimenticato l’autore; quando vide che mi appassionavo alla storia ma che cercavo disperatamente il testo per mettermi in regola con la Società degli Autori, mi raccontò di aver inventato l’aneddoto di sana pianta”. Roberto Rossellini IN NOME DELLA LEGGE (Italia/1949, 101’) di Pietro Germi Primo film scritto da Fellini e Tullio Pinelli per Germi, è anche uno dei primi film italiani sulla mafia. “Non esiste una mafia, ma ne esistono molte. Esiste innanzitutto una psicologia, c’è un costume che si può definire mafioso e che ha la sua radice in una radicale diffidenza e sfiducia del cittadino verso lo Stato. Da queste basi nascono infinite forme di mafia che variano da luogo a luogo e da tempo a tempo”. Pietro Germi LA CITTÀ SI DIFENDE (Italia/1951, 79’) di Pietro Germi Insolito esempio di noir all’italiana e seconda prova di Germi nel genere (dopo Gioventù perduta), nacque da un soggetto di Fellini, Pinelli e Luigi Comencini. Il pittore fallito che vaga per i ristoranti (Paul Müller) ricorda i personaggi dei racconti giovanili felliniani e del progetto non realizzato Moraldo in città, mentre alcune situazioni di violenza sembrano annunciare Il bidone e la sequenza del bagno nella fontana perfino La dolce vita. CAMERIERA BELLA PRESENZA OFFRESI... (Italia/1951, 87’) di Giorgio Pàstina Scritto da Fellini e Tullio Pinelli, è una divertente galleria di personaggi e situazioni cari- caturali che ruotano intorno ad una cameriera (Marisa Merlini) e alle sue disavventure con i vizi della borghesia italiana. C’è già l’andamento della commedia all’italiana e le incisive caratterizzazioni di uno splendido cast: De Sica, Sordi, Fabrizi, Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, Gino Cervi, Giulietta Masina, Paolo Stoppa, Aroldo Tieri, Isa Miranda e altri. (Italia/1953, 16’) episodio di L’amore in città LUCI DEL VARIETÀ LA STRADA (Italia/1950, 102’) di Alberto Lattuada e Federico Fellini (Italia/1954, 108’) di Federico Fellini “Luci del varietà l’ho ideato e sentito come un film mio, c’erano dentro ricordi, alcuni veri, altri inventati: certe atmosfere di provincia che conoscevo bene. Però a spalleggiarmi c’era Lattuada con la sua capacità di decidere, con la forza dell’esperienza, col fischietto. Il regista era lui, lui diceva motore, azione, stop, via tutti, silenzio: io stavo al suo fianco in una situazione abbastanza felice di irresponsabilità”. Federico Fellini LO SCEICCO BIANCO (Italia/1952, 91’) “Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che avevo scritto per il “Marc’Aurelio” in cui si riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d’amore, sull’amore giovanile che si confronta con la realtà dolceamara, sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle delusioni dei primi tempi del matrimonio e sull’impossibilità di riuscire a conservare i romantici sogni iniziali”. Federico Fellini LO SCEICCO RITROVATO (1952-2008) a cura di Fulvio Baglivi, Stefano Landini e Moraldo Rossi Quaranta minuti di sequenze tagliate e varianti inedite. Fra le sorprese di questo ritrovamento della Cineteca Nazionale, la visione di due donne velate e in costume orientale, scoperte dallo sguardo trasognato della sposina Wanda, che sembrano anticipare Giulietta degli spiriti. Il buffo moralismo dello sposo novello Ivan acquista un controcanto più satirico nella sequenza del suo risveglio nel letto della prostituta con cui si è accompagnato durante la notte. I VITELLONI (Italia-Francia/1953, 107’) “A Ostia ho girato I vitelloni perché è una Rimini inventata: è più Rimini della vera Rimini. Il luogo ripropone Rimini in maniera teatrale, scenografica e, pertanto, innocua. È il mio paese, quasi pulito, nettato dagli umori viscerali, senza aggressioni e sorprese (…) mi è venuta la tentazione di giocare ancora uno scherzo a certi vecchi amici che avevo lasciato nella città di provincia dove sono nato. (…) Così mi sono messo a raccontare quello che ricordavo delle loro avventure, le loro ambizioni, le piccole manie, il loro modo particolarissimo di passare il tempo”. Federico Fellini AGENZIA MATRIMONIALE “Fu Cesare Zavattini a offrirmi di partecipare con un episodio al film che doveva avere il carattere di un reportage, nello stile del cinema americano. (…) Accettai di partecipare a quel film di gruppo con lo spirito polemico dello studentello che vuol prendersi sornionamente beffe del suo professore”. Federico Fellini “All’inizio della Strada c’era solo un sentimento confuso del film, una nota sospesa che mi procurava soltanto un’indefinita malinconia, un senso di colpa diffuso come un’ombra; vago e struggente, fatto di ricordi e di presagi. Questo sentimento suggeriva con insistenza il viaggio di due creature che stanno insieme fatalmente, senza sapere perché”. Federico Fellini A seguire, sequenze tagliate e inedite del film, recentemente ritrovate dalla Cineteca Nazionale. IL BIDONE (Italia/1955, 113’) di Federico Fellini “La crudezza della storia, la novità dei caratteri dei personaggi e la obiettiva e disincantata presentazione di un mondo morale così degradato, hanno forse turbato quella parte di pubblico che al cinema desidera vedere tutto sommato delle cose fasulle” (Federico Fellini). Dopo un’infelice presentazione a Venezia, il regista cedette alle pressioni della Titanus e ridusse la durata di numerose sequenze. Nel 2001 la Cineteca di Bologna e L’Immagine Ritrovata hanno restaurato Il bidone, restituendolo alla sua durata originaria. LE NOTTI DI CABIRIA (Italia/1957, 117’) “La prima inquadratura, non solo degna di Chaplin, ma uguale alle sue migliori trovate, è l’ultima di Le notti di Cabiria, quando Giulietta Masina si gira verso la cinepresa e il suo sguardo incrocia il nostro. Unico, ritengo, nella storia del cinema. (…) Il fine ultimo di questo lampo di regia, e che mi fa gridare al genio, è che lo sguardo di Cabiria passa molte volte sull’obiettivo della cinepresa senza mai esattamente fermarvisi. Le luci si accendono su questa meravigliosa ambiguità”. André Bazin LA DOLCE VITA (Italia-Francia/1960, 175’) di Federico Fellini “La dolce vita di Fellini è troppo importante perché se ne possa parlare come si fa di solito di un film. (…) Fellini è senza dubbio ‘autore’, non ‘regista’. Perciò il film è unicamente suo (…) L’inquadratura e i movimenti di macchina creano sempre intorno all’oggetto una specie di diaframma, che ne complica e rende il più possibile irrazionale e magica la sua immissione e la sua concatenazione di rapporti con il mondo che lo circonda”. Pier Paolo Pasolini NOI CHE ABBIAMO FATTO LA DOLCE VITA (Italia/2009, 80’) di Gianfranco Mingozzi scritto e ideato da Tullio Kezich Documentario scritto da un testimone della lavorazione e diretto dal suo antico assistente. È l’ultimo film di Gianfranco Mingozzi. LOLA, DONNA DI VITA (Francia/1960) di Jacques Demy “Ho spesso descritto Anouk Aimée come una ragazzina con una sensualità metafisica: ora incredibilmente timida e un attimo dopo uno squalo mangia-uomini. Non è un’immagine sgarbata, ma una conferma del suo talento per illudere, una qualità necessaria alla mia Maddalena ne La dolce vita”. Federico Fellini TOBY DAMMIT (Italia-Francia/1968, 45’) episodio di Tre passi nel delirio “Le lunghe scene senza parole in Toby Dammit rappresentano ciò che sono riuscito a esprimere della mia esperienza con l’LSD. Gli oggetti e le loro funzioni non avevano più significato. Tutto quello che percepivo era la percezione stessa, l’inferno di forme e figure prive dell’emozione umana e staccato dalla realtà del mio contesto irreale”. Federico Fellini FELLINI IN CITTÀ (Italia/1968, 20’) di Maurizio Ponzi. Rara intervista filmata. LE TENTAZIONI DEL DOTTOR ANTONIO FELLINI - BLOCK-NOTES DI UN REGISTA (Italia-Francia/1962, 55’) episodio di Boccaccio ‘70 (USA/1969, 51’) “Ho accettato con piacere di girare quest’episodio, perché in questo periodo dove un moralismo malinteso può procurare più guai che bene, un film che tendesse a chiarire certe responsabilità e certe idee penso che sia estremamente salutare, estremamente positivo”. Federico Fellini 8 ½ (Italia-Francia/1963, 137’) “Il ritratto di un uomo, (…) nella sua contraddittoria, sfumata, inafferrabile somma di diverse realtà; e in cui traspaiono tutte le possibilità del suo essere, i livelli, i piani sovrapposti, come un palazzo al quale è crollata la facciata e che rivela il suo interno tutto insieme, scale, corridoi, stanze, solai, cantine, e i mobili di ogni stanza, le porte, i soffitti, e le condutture, gli angoli più intimi, più segreti”. Federico Fellini UN’ORA CON IL REGISTA DI 8 ½ (Italia/1964, 60’) di Sergio Zavoli Il primo programma interamente dedicato a Fellini dalla televisione italiana, dopo che gli era stato conferito il terzo Oscar per 8 ½. L’ULTIMA SEQUENZA (Italia/2004, 51’) di Mario Sesti Basato su registrazioni audio e fotografie, anche inedite, dell’archivio di Gideon Bachmann, il documentario ricostruisce la storia del misterioso finale previsto per 8 ½, girato e poi scartato a favore della celebre ‘passerella’. “In realtà, da tempo pensavo di fare qualcosa per la Tv, questa specie di ponte più delicato, più intimo, più personale, tra l’autore e il pubblico. La presenza di questo occhio grigiastro, spalancato nella casa, l’occhio di un animale extraterrestre, mi ha sempre affascinato”. (Federico Fellini) Quando fu trasmesso dalla RAI nel 1972, il film fu tagliato di circa quindici minuti. Viene presentata l’edizione statunitense, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna – L’Immagine Ritrovata. FELLINI SATYRICON (Italia-Francia/1969, 129’) “Non un’epoca storica, filologicamente ricostruibile sui documenti, positivisticamente accertata, ma una grande galassia onirica, affondata nel buio, fra lo sfavillio di schegge fluttuanti, galleggianti fino a noi. (...) la sua trasparenza enigmatica, la sua chiarezza indecifrabile (....) Lo sforzo sarebbe stato quello di annullare il confine fra sogno e fantasia, di inventare tutto e poi oggettivare questa operazione fantastica, distaccarsene, per poterla esplorare come qualcosa allo stesso tempo di intatto e irriconoscibile”. Federico Fellini CIAO, FEDERICO! (USA-Svezia, 1969, 60’) di Gideon Bachmann Documentario sulla lavorazione di Fellini Satyricon con un’intervista a Fellini e numerose riprese sul set. GIULIETTA DEGLI SPIRITI IL CIRCO (Italia-Francia/1965, 126’) (USA/1928, 73’) di Charles Chaplin “Non si potrebbe fare un film sui sogni in astratto, prescindendo dalla personalità del sognatore. Così non avrei potuto fare in astratto un film sul mondo magico. Quello di Giulietta degli spiriti, evidentemente, è un mondo magico sulla misura di certe mie personalissime deformazioni nelle quali l’umorismo ha sempre una parte di primo piano.” Federico Fellini I CLOWNS (Italia-Francia-Germania, 1970, 93’) “C’è solo un posto dove il fenomenale, l’eccesso e l’estremo esistono senza volgarità: nel circo equestre. Per me, resta il massimo del divertimento popolare. In questo mondo favoloso di colori, movimento ed emozione riscopriamo l’eterno vagabondo da cui Cha- plin prese in prestito la sua faccia. Per metà angelo, per metà demonio, il vagabondo possiede la saggezza del filosofo, la vitalità del gatto, l’inopportuna grazia del sonnambulo”. Federico Fellini ROMA (Italia-Francia/1972, 118’) “È la città fantastica che ho immaginato da bambino, che ho scoperto diversa da ragazzo, nella quale ho vissuto e lavorato in familiarità armata per trentadue anni, e che oggi mi sembra di non conoscere più... Me la immaginavo così, Roma: imperiale, fascista, papale. Ma quando ci arrivai nel 1939, con un treno a vapore, mi accorsi che non era vero niente. Nella realtà Roma era una città africana”. Federico Fellini IO E... FELLINI E L’EUR (Italia/1972, 12’) di Luciano Emmer Fellini racconta la sua predilezione per il quartiere romano che gli ricorda una scenografia già pronta per le riprese di un film. È infatti il luogo dove ha girato alcune sequenze di La dolce vita, Le tentazioni del dottor Antonio e di altri film. AMARCORD (Italia-Francia/1973, 123’) “La provincia di Amarcord è quella in cui tutti siamo riconoscibili, autore in testa, nell’ignoranza che confondeva. Non che voglia minimizzare le cause economiche e sociali del fascismo. Voglio dire solo che ancora oggi quel che più interessa è la maniera, psicologica, emotiva, di essere fascisti. Qual è questa maniera? È una sorta di blocco, di arresto alla fase dell’adolescenza. (…) E mi sembra che, ancor prima del fascismo, la colpa di questo cronico mancato sviluppo, di questo arresto a uno stato bambinesco sia della Chiesa cattolica”. Federico Fellini DIARIO SEGRETO DI AMARCORD (Italia/1974, 43’) di Maurizio Mein e Liliana Betti Un prezioso ‘dietro le quinte’ di Amarcord realizzato da due collaboratori felliniani per la RAI: i provini (Sandra Milo truccata da Gradisca e Adriana Asti da Volpina), un dialogo ironico fra Tonino Guerra e Fellini, un’intervista a Nino Rota e alcune sequenze tagliate dal film. E IL CASANOVA DI FELLINI? (Italia/1975, 72’) di Liliana Betti e Gianfranco Angelucci Olimpia Carlisi intervista alcuni scrittori e studiosi sul mito di di Casanova e intraprende con Gianfranco Angelucci una (ironica) indagine televisiva sul gallismo italiano. Fellini realizza alcuni splendidi, falsi provini a Tognazzi, Mastroianni, Cuny, Gassman e Sordi. IL CASANOVA DI FEDERICO FELLINI (Italia/1976) “Il suo film mi fa pensare a Goya, un altro “poeta maledetto”. Che era comunque il pit- tore di corte. E la corte trovava stupenda la sua opera, mentre era puramente tragica. Anche lei ha rappresentato la corte. Venezia, le feste, i banchetti, i balli. E tuttavia, in lei come in Goya, dietro le risate c’è sempre la morte. Il suo affresco è anche un tuffo. Un tuffo vertiginoso nelle profondità umane”. Georges Simenon PROVA D’ORCHESTRA (Italia-Germania/1978, 72’) “Si andava diffondendo nel Paese un alienato rassegnarsi all’abnorme, al delirante, al mostruoso. L’aspetto più inquietante della situazione è la sconfinata possibilità che abbiamo di rimuovere tutto. Abbiamo sfondato il fondo. Siamo diventati dei tubi. Forse abbiamo evitato di morire di una terrificante indigestione, ma ora ci troviamo in una situazione disperata”. Federico Fellini LA CITTÀ DELLE DONNE (Italia-Francia/1980, 138’) “La donna è l’invisibile, è l’Invisibile. E quindi l’unica possibilità che ha Snaporaz per vedere la donna e cioè l’invisibile, il buio, la notte è quella di far partire verso di lei perenni ed inarrestabili tensioni, proiezioni, fantasie, ipotesi, sì che la donna diventi per l’uomo l’unico modo di attraversare la vita”. Federico Fellini APPUNTI SU LA CITTÀ DELLE DONNE (Italia/1980, 50’) di Ferruccio Castronuovo Documentario sulla lavorazione del film, con interventi di Fellini e Marcello Mastroianni. E LA NAVE VA (Italia-Francia/1983, 128’) “Il contatto autentico, privato, intimo, individuale con la realtà minaccia di essere completamente cancellato e sostituito da questa specie di pappa, da questa specie di liquido amniotico che c’è fra noi e la realtà. Quindi i mass media, la televisione, l’iperinformazione minacciano di farci trovare in una specie di zona dove l’atteggiamento più consentito è l’indifferenza. Mi sembra che il cuore del film, o meglio il senso del film voglia riferirsi alla necesità quasi di augurarsi un avvenimento catastrofico, terrificante, nel tentativo di trovare in noi una possibilità di reazione”. Federico Fellini GINGER E FRED (Italia-Francia-Germania/1985, 126’) “La televisione ha sostituito il tuo rapporto personale con la vita: ti ha mutilato, disemozionato; fa tutto lei, per te; è un super-robot che pretende perfino di sognare te... non solo lo sdegno, ma anche l’allarme di chi vede che la televisione sta omologando il pianeta: tutti ormai pensano, o meglio, non pensano, la stessa cosa”. Federico Fellini LA TIVÙ DI FELLINI Le pubblicità di Fellini (Italia/1985-1992, 27’) a cura di Tatti Sanguineti Oh, che bel paesaggio! (Italia/1984, 30’’), Alta società (Italia/1986, 30’’), Sogno del “déjeuner sur l’herbe”, (Italia/1992), Sogno della galleria (Italia/1992, 30’’), Sogno del leone in cantina, (Italia/1992, 30’’) I falsi spot pubblicitari, programmi televisivi, talk show, telefilm e videoclip che sono stati tagliati o che compaiono fuggevolmente nei teleschermi di Ginger e Fred. FRAU HOLLE – LA SIGNORA DELLA NEVE (RFT-Cecoslovacchia-Italia/1985, 90’) di Juraj Jakubisko “Quello che oggi si fa con la tecnologia digitale, noi l’abbiamo fatto utilizzando i mezzi classici. In più, grazie all’intervento del mio amico Federico Fellini, Giulietta Masina ha accettato il ruolo della Signora della neve, attribuendo al film leggerezza, luce e sorriso”. Juraj Jakubisko INTERVISTA (Italia-Francia/1987, 107’) “Tentare di raccontare una storia, suggerire dei personaggi, un’atmosfera, indipendentemente dal messaggio più o meno subliminale e più o meno dichiarato del committente, da un punto di vista dell’espressione cinematografica è un’esperienza utile.” Federico Fellini BACKSTAGE DEGLI SPOT DI FELLINI PER LA BANCA DI ROMA (Italia/1992, 20’) di Roberto Di Vito IN MORTE DI FEDERICO FELLINI (Italia/1994, 40’) di Sergio Zavoli I funerali di Fellini a Roma. “Film che racconta se stesso, dà l’impressione di essere stato fatto nel momento in cui lo vedi. Mi sono avventurato su un sentiero sinora consentito soltanto allo scrittore, al pittore e al musicista. (…) Un viaggio dentro il cinema. Io dico Cinecittà, ma è il cinema. Cinecittà come cinema, cinema come Cinecittà”. Federico Fellini FELLINI – UN AUTORITRATTO RITROVATO IL MIO FELLINI (Francia/Italia/GB,/2002, 106’) di Damian Pettigrew (Italia/1986, 60’) di Tiziana Callari Sul set di Intervista. INTERVISTE PER INTERVISTA (Italia/1987, 51’) di Vincenzo Mollica Dialoghi con Fellini durante le riprese e le proiezioni ai festival di Cannes e Mosca di Intervista. FELLINI RACCONTA (Italia/1993, 52’) di Vincenzo Mollica Montaggio di interviste realizzate da Mollica per il TG1 dall’inizio degli anni ‘80 al 1993. LA VOCE DELLA LUNA (Italia-Francia/1990, 120’) “Avevo da sempre in mente di fare un film sui contadini, sulla campagna vista come una dimensione sconosciuta (…) le stalle, le bestie, gli animali, i temporali, il giorno, la notte, le pietre, le nuvole, tutto questo mondo panico, magico, e pensavo che potesse essere proprio lo stimolo, il nutrimento per un film che raccontasse proprio una parte dell’Italia che veramente il nostro cinema ha sempre ignorato, l’Italia contadina”. Federico Fellini PRIME ULTIME RUSHES DA LA VOCE DELLA LUNA DI FEDERICO FELLINI (20’) Una selezione del ‘girato’ originale dell’ultimo film di Fellini. (Italia/2000, 166’) di Paquito Del Bosco Montaggio di interviste televisive e radiofoniche rilasciate da Fellini nell’arco di oltre quarant’anni, dal 1952 al 1993. FEDERICO FELLINI SONO UN GRAN BUGIARDO Una delle interviste più intense e rivelatrici che Fellini abbia rilasciato (nel 1992, un anno prima della morte). Il tono è confidenziale e le parole si soffermano su aspetti importanti del proprio lavoro. Bellissimi i frammenti che lo mostrano sul set di La città delle donne, Amarcord e del Casanova. Interviste anche a Benigni, Italo Calvino, Dante Ferretti, Giuseppe Rotunno, Terence Stamp, Donald Sutherland e altri. Marzo MERCOLEDÌ 24 16.00 MAMbo Preview ad inviti della mostra Fellini. Dall’ Italia alla luna 17.30 Incontro con Sergio Zavoli, amico e complice di Federico Fellini 19.00 Apertura al pubblico della Mostra 22.15 Cinema Arlecchino Fellini oggi AMARCORD* (1973) di Federico Fellini Introduce Emir Kusturica, il regista più felliniano GIOVEDÌ 25 18.00 MAMbo Incontro con il curatore della Mostra, Sam Stourdzé 19.45 Cinema Lumière Il Primo film di Federico MACISTE ALL’INFERNO (1926,) di Guido Brignone Dichiarazioni e interviste di Fellini su Maciste all’Inferno. Al piano Marco Dalpane Introduce Gian Luca Farinelli SABATO 27 16.00 MAMbo Incontro con Sergio Rubini DOLCE VITA (2009) di Gianfranco Mingozzi, scritto da Tullio Kezich LUNEDÌ 29 20.30 Biblioteca Renzo Renzi A tavola con l’Emilia Romagna VITO e la mostra Fellini MARTEDÌ 30 20.15 Cinema Lumière Fellini sceneggiatore ROMA CITTÀ APERTA* (1945) di Roberto Rossellini 22.15 PAISÀ (1946) di Roberto Rossellini Aprile DOMENICA 4 16.00 Cinema Lumière Schermi & Lavagne cineclub per ragazzi. Fellini e Chaplin IL CIRCO (1928) di Charlie Chaplin Al piano Marco Dalpane LUNEDÌ 5 16.00 Cinema Lumière Schermi e Lavagne cineclub per ragazzi Fellini e il circo I CLOWNS* (1970) di Federico Fellini MERCOLEDÌ 7 (1987) di Federico Fellini Introduce Sergio Rubini, protagonista del film 16.00 MAMbo Fellini disegnatore e umorista Incontro con Angelo Olivieri e Claudio Carabba A seguire intervista video realizzata da Olivieri a Fellini nel 1981 DOMENICA 28 GIOVEDÌ 8 17.30 Cinema Lumière Fellini e i suoi doppi INTERVISTA* 18.00 MAMbo Presentazione del libro Mezzo secolo di Dolce vita (Edizioni Cineteca di Bologna / Fondazione Federico Fellini, 2009) a cura di Vittorio Boarini e Tullio Kezich Sarà presente Vittorio Boarini A seguire NOI CHE ABBIAMO FATTO LA 16.00 Cinema Lumière Fellini e l’avanspettacolo LO VEDI COME SEI... LO VEDI COME SEI?!* (1939) di Mario Mattòli 19.45 Cinema Lumière LUCI DEL VARIETÀ* (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini Con un contributo video di Carla Del Poggio SABATO 10 16.00 MAMbo Giulietta Masina da Gelsomina a Ginger Incontro con Jurai Jakubisko e Gianfranco Angelucci DOMENICA 11 16.00 Cinema Lumière Schermi & Lavagne cineclub per ragazzi. I mille volti di Giulietta Masina FRAU HOLLE - LA SIGNORA DELLA NEVE (1985) di Jurai Jakubisko. Al termine incontro con Jurai Jakubisko LUNEDÌ 12 17.00 Cinema Lumière Gli inizi come sceneggiatore IL DELITTO DI GIOVANNI EPISCOPO* (1947) di Alberto Lattuada 18.45 Fellini sceneggiatore SENZA PIETÀ* (1948) di Alberto Lattuada Con il contributo video di Carla Del Poggio MARTEDÌ 13 17.45 Cinema Lumière Gli inizi come sceneggiatore APPARIZIONE* (1943) di Jean de Limur IL MIRACOLO episodio de L’AMORE (1948) di Roberto Rossellini MERCOLEDÌ 14 16.00 MAMbo Fellini e Renzo Renzi, tra cinema e libri? Incontro con Vittorio Boarini, Teresa Renzi e Loris Lepri. Proiezione di disegni in cui Federico ritrae Renzo 20.00 Cinema Lumière Fellini sceneggiatore IN NOME DELLA LEGGE* (1949) di Pietro Germi Introduce Mario Sesti A seguire AGENZIA MATRIMONIALE* di Federico Fellini, episodio di L’AMORE IN CITTÀ (1953) VENERDÌ 16 20.00 Cinema Lumière Sguardi obliqui I VITELLONI* (1953) Introduce Stefano Benni SABATO 17 15.30 Cinema Lumière Fotografia al cinema. Fellini dall’Italia alla luna IL MIO FELLINI (1986) di Tiziana Callari. Saranno presenti Tiziana Callari e Emilio Lari LUNEDÌ 19 18.00 Cinema Lumière FELLINI SONO UN GRAN BUGIARDO (2002) di Damian Pettigrew. Lunga e sincera intervista a Fellini. MARTEDÌ 20 18.00 Cinema Lumière Fellini e Tullio Pinelli LA CITTÀ SI DIFENDE* (1951) di Pietro Germi 20.00 Cinema Lumière Sguardi obliqui IL BIDONE (1955) di Federico Fellini Incontro con Don Vinicio Albanesi MERCOLEDÌ 21 17.30 Cinema Lumière Gli inizi come sceneggiatore 16.00 MAMbo Fellini e Pasolini, una lunga infedeltà Immagini e parole a cura di Roberto Chiesi (Fondo Pier Paolo Pasolini) (1951)di Giorgio Pàstina 20.00 Cinema Lumière CAMERIERA BELLA PRESENZA OFFRESI GIOVEDÌ 15 18.00 MAMbo Mollica, parole e disegni Vincenzo Mollica racconterà del suo legame con Federico GIOVEDÌ 22 Proiezione di Sequenze ritrovate de La Strada a seguire LA STRADA* (1954) Introduce Pippo Delbono 22.30 IL BIDONE (1955) di Federico Fellini Introduce Riccardo Garrone VENERDÌ 23 19.45 Cinema Lumière Fellini e la ricerca del sublime dal basso LE NOTTI DI CABIRIA* (1957) di Federico Fellini. Introduce Padre Virgilio Fantuzzi 22.15 Cinema Lumière LO SCEICCO BIANCO* (1952) di Federico Fellini. Introduce Tatti Sanguineti A seguire LO SCEICCO RITROVATO*, tagli, doppie versioni, e sequenze inedite di Lo sceicco bianco, a cura di Fulvio Baglivi, Stefano Landini e Moraldo Rossi. Copia proveniente da CSC - Cinteca Nazionale Ogni film verrà preceduto da rare interviste filmate a Federico Fellini Per maggiori informazioni sul calendario dei mesi futuri: www.cinetecadibologna.it LUOGHI MAMbo via Don Minzoni, 14 Cineteca di Bologna Cinema Lumière via Azzo Gardino, 65 Cineteca di Bologna Biblioteca Renzo Renzi via Azzo Gardino, 65 Cinema Arlecchino via Lame, 57 FELLINI. DALL’ITALIA ALLA LUNA SABATO 24 16.00 MAMbo Lo scandalo della Dolce vita Presentazione di materiale d’archivio a cura di Roberto Chiesi 20.00 Cinema Lumière Sweet Life LA DOLCE VITA (1960) di Federico Fellini Introduce Anouk Aimée DOMENICA 25 17.30 Cinema Lumière Omaggio a Anouk Aimée LOLA, DONNA DI VITA (1960) di Jacques Demy. Introduce Anouk Aimée MAMbo Inaugurazione: 24 Marzo, Ore 19.00 Dal 25 Marzo Al 25 Luglio Da Martedì a Domenica: 10.00/18.00 Giovedì: 10.00-22.00 / Lunedì: Chiusura MARTEDÌ 27 21.00 Cinema Lumière Fellini antropologo LA DOLCE VITA (1960) di Federico Fellini Introduce Goffredo Fofi GIOVEDÌ 29 18.00 MAMbo Ennio Flaiano, Fellini e molto altro Incontro con Gian Piero Brunetta e lettura di testi di Flaiano main sponsor