COMUNICATO STAMPA - Società Italiana Tossicodipendenze

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COMUNICATO STAMPA - Società Italiana Tossicodipendenze
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INTERVISTA Pier Paolo Pani, Presidente S.I.T.D.
DROGA: LO PSICHIATRA,
CLINICHE EXTRALUSSO PER RIABILITAZIONE?
SOLO BUFALE
Pani su 'rehab' di moda oltreoceano, in italia strutture efficienti e diffuse
Roma, 20 feb. (Adnkronos Salute) - Dieci giorni in una clinica a 'cinque stelle' per disintossicarsi
dalla droga e tornare alla vita di prima. Cercando di cancellare i danni psicofisici che cocaina o eroina
hanno provocato sull'organismo e illudendosi che tutto ciò possa durare a lungo. E' la chimera che molti
personaggi famosi rincorrono nel tentativo di riprendere in mano la loro vita: ma una spiaggia,
un'equipe medica disponibile 24 ore al giorno e un personal trainer per fare yoga e rilassarsi, "non
bastano per poter affermare che si è usciti dal 'tunnel' della dipendenza da droga. Gli effetti a breve
termine possono sembrare miracolosi, ma è come se si fosse tornati da una villeggiatura extralusso: le
tentazioni rimangono comunque dietro l'angolo". Parola di Pier Paolo Pani, psichiatra e presidente
della Società italiana tossicodipendenze (Sitd).
In queste settimane si moltiplicano sui tabloid di tutto il mondo le notizie e le immagini di 'vip'
ricoverati in strutture per la riabilitazione da mille e una notte in Australia, Stati Uniti o Inghilterra: dalla
celebre cantante britannica Amy Winehouse, che appare 'rinata' dopo soli 20 giorni di terapia in una
clinica di Londra, alle decine di attrici e attori, da Mel Gibson alla giovane Kirsten Dunst, protagonista
di 'Spiderman' e 'Maria Antonietta', che di loro spontanea volontà hanno bussato alle porte di chi
promette loro una nuova vita, quasi fosse una moda quella di passare un pò di tempo in una di queste
avveniristiche cliniche. E dall'Italia anche Lapo Elkann, dopo il ricovero in ospedale per overdose, ha
preferito trasferirsi in Arizona, dove un team di dottori iperspecializzati lo ha accolto in una struttura
segretissima dove il giovane rampollo è stato 'rimesso a nuovo'. "Innanzituttto bisogna dire che l'Italia dice Pani all'ADNKRONOS SALUTE - non ha nulla da invidiare agli altri Paesi quanto ad assistenza
per i tossicodipendenti: esistono infatti 530 strutture pubbliche 'ad hoc' distribuite su tutto il territorio
nazionale, oltre alle comunità terapeutiche e ai centri residenziali. E questa è una cosa che non tutti
possono permettersi di offrire ai cittadini gratuitamente". (segue)
(Adnkronos Salute) - "Un altro elemento da considerare - aggiunge l'esperto - è che l'efficacia dei
trattamenti di riabilitazione è proporzionale al tempo che si dedica loro. Avere fretta e pensare di uscire
dal problema in una manciata di giorni è un'illusione, soprattutto se si pensa che per la cocaina, oggi la
droga più diffusa, non esistono ancora interventi farmacologici 'ad hoc', al contrario di quanto avviene
per la dipendenza da eroina, trattata da anni con successo con il metadone e la buprenorfina''. Pani
sottolinea che ''la tossicodipendenza è una sorta di 'malattia del ricordo': davanti a situazioni di stress o
anche all'offerta di droga, spesso un eccesso di sicurezza costituisce l’elemento critico nel facilitare la
ricaduta che annulla gli sforzi fatti. Non a caso, quando abbiamo un paziente in cura col metadone,
prima di diminuire le dosi gli domandiamo quante cose sono cambiate nella sua vita e da quanto tempo,
e soprattutto se di notte sogna di usare l'eroina, se si ricorda ancora i suoi effetti".
Ma uno degli ingredienti di un trattamento per la dipendenza da sostanze - ed è per questo che le
cliniche di lusso per il 'rehab' hanno un tale successo - è "la distrazione dagli stimoli che richiamano il
pensiero della droga: allontanarsi per un pò dall'ambiente dove si vive e si è entrati in contatto con la
sostanza - dice Pani - evitando di incontrare quel 'giro di amici'. Questo può contribuire ad attenuare il
rischio di ricaduta di una persona motivata a interrompere l'uso. C'è bisogno di tempo e di interventi
terapeutici per affrontare il problema della dipendenza: una decina di anni fa uscì un metodo, chiamato
'Urod' (Ultra Rapid Opioid Detoxification), che prometteva di accorciare i tempi della cura, utilizzando
l'anestesia generale e in contemporanea la somministrazione di farmaci. Costava circa 20 milioni e
molti, vip e non famosi, corsero a farlo: tanti soldi e tanti fallimenti. Non bisogna credere ai sistemi che
illudono di poter tagliare i tempi di un percorso che, per sua natura, è lungo e difficile". Il consiglio
dell'esperto è dunque quello di rivolgersi alle strutture pubbliche, "evitando 'viaggi della speranza'
all'estero''. E senza aspettarsi miracoli.
(Bdc/Adnkronos Salute)