La stima di sé nella costruzione delle relazioni

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La stima di sé nella costruzione delle relazioni
AUTORE :
Diana Pardini, studi classici, due lauree, una in Giurisprudenza e una in Scienze della Formazione,
un perfezionamento in Filosofia del diritto e, soprattutto, tanta pratica di umano nel volontariato e
nell’associazionismo.
Da venti anni svolge attività di direzione e di formazione presso l’Associazione Culturale Eraclito
2000 di Pisa ed il Centro Studi Bancari G.Romano M.Montioni di Spoleto.
Ha pubblicato articoli a contenuto giuridico, culturale e formativo, sia in testi che in riviste di
settore, numerose anche le pubblicazioni on line su portali e siti specializzati.
La stima di sé nella costruzione delle relazioni interpersonali
Sette parole chiave: percorso,fiducia, valore,interiorità, accettazione, dignità, vita.
“Sono incapace, non ho fiducia in me , non valgo nulla, ho fallito” . Quante volte ho
ascoltato queste parole e ne ho sofferto insieme a chi le pronunciava .
Il grande scrittore magiaro Sandor Marai fa dire al protagonista del suo libro :
“esiste una cosa peggiore della morte e di qualsiasi sofferenza, la perdita di stima di
sé….quando si viene colpiti da una o più persone nella stima di sé, che costituisce la
nostra dignità di uomini, la ferita è talmente profonda che neanche la morte può porre
fine a questo tormento “
L’ affermazione è forte ma coglie perfettamente l’umano logorio : una persona priva
di autostima è una persona gravemente ferita dentro di sé.
Sul posto di lavoro, tra i nostri colleghi , in ambito studentesco, tra i nostri compagni
di università o di liceo, tra i nostri amici, nelle nostre famiglie e in noi stessi
possiamo rintracciare i segni della disistima.
Proviamo allora ad identificare la situazione interiore e la sua manifestazione
all’esterno, per poi trovare un riferimento decisivo su cui centrare la nostra attenzione
con lo scopo di iniziare a salire i gradini della stima di sé.
Da dove partire?
Iniziamo con l’affrontare a viso aperto il senso di inferiorità
Osservando a fondo questo stato d’animo lo possiamo individuare su due livelli :
uno interno e l’altro esterno .
Il primo , più nascosto ma non per questo meno doloroso :“ Sono inferiore a te
perché meno intelligente , tu hai sempre riportato ottimi voti , io ho le mie
insufficienze , tu hai fatto una carriera folgorante , io sono un modesto impiegato , tu
sei bello e prestante fisicamente , io sono un po’ ingrassato e ho qualche brufolo , tu
sei ricco , casa al mare , macchina potente , orologio ultima moda , io vivo
modestamente , tu sei brillante , sempre con la battuta pronta , parli con tutti di
niente , sei simpatico , io sono riservato , parlo quando sento di farlo ed ancora
tu…,io ,,, tu ..io…”
Così spesso si articola il nostro linguaggio interiore , è quello che ci diciamo dentro ,
ognuno tra sé e sé , un parlottio infinito e distruttivo .
Il secondo livello emerge all’esterno, nella relazione con l’Altro, dove il tarlo
dell’inferiorità presenta molte facce. Proviamo ad identificarle , pensando a noi stessi
e a chi vicino a noi , attraverso queste frasi che le descrivono :
Ho comportamenti arroganti , sfacciati , sicuri . Forse non nutro stima in me stesso e
attraverso tale comportamento maschero questo vuoto.
Ho atteggiamenti di disprezzo e di sufficienza . Non avendo fiducia in me , non ho
fiducia neanche negli altri , li disprezzo
Ho un atteggiamento bloccato che comporta la paura di prendere la parola , di
esprimere un’opinione . Non ho stima in quello che penso e dico , mi muoiono le
parole sulle labbra , vorrei …ma qualcosa mi attanaglia pensiero e volontà.
Ho un atteggiamento di paura di fronte al giudizio dell’altro , penso ripetutamente
tutti parlano male di me , mi giudicano negativamente , mi paralizzo .
Vivo la situazione terribile per la quale non vivo la mia vita , mi paragono con l’altro
che è più intelligente e bello di me , più ricco , più fortunato : più tutto di me .
Non ho percezione di me , sono distratto, disattento, disorientato: non sto in me ma
vivo nell’altro
Un esercizio da svolgere con calma
Sui cinque punti del livello “esterno” conviene soffermarsi con la massima attenzione
per verificare se la situazione descritta fa parte di noi e/o se la osserviamo in persone
che ci sono vicine.
Per una verifica più efficace, consiglio di prendere un foglio bianco e commentare
per iscritto ogni punto proposto ripercorrendo il nostro comportamento nella vita
quotidiana in relazione al collega di lavoro, al familiare, all’amico e anche
all’estraneo.
Una volta terminato l’esercizio discutetelo con una persona che vi stima .
L’autostima : un concetto vitale
Il senso di inferiorità erode la stima in se stessi, ma una volta che lo abbiamo
smascherato, accettato, identificato e chiamato con il suo nome, possiamo
tranquillamente iniziare a parlare di autostima .
Grazie al mio lavoro ho letto e riletto , ho ascoltato e approfondito considerazioni di
esperti , ho condiviso esperienze comunitarie su questo tema che mi ha sempre
coinvolto, moltissimo, anche a livello personale .
Dopo questi intensi anni penso che la definizione più profonda e piena di senso che
ho trovato è quella di Anselm Grun, riferimento luminoso e fondante di questa mia
riflessione :
“ Autostima significa conoscere il proprio valore , la propria dignità ed
unicità “
Sorge dentro di noi spontaneamente la domanda :
-“ ho consapevolezza del mio valore umano? “ Possiamo rispondere a voce alta , così da far risuonare le parole.
IO VALGO
Io valgo
anche nella mia insicurezza ,
nelle mie mancanze ,
nel mio non essere come gli altri mi vogliono.
IO VALGO
Ora abbiamo chiaro cosa significa nutrire stima di se stessi.
Cosa possiamo fare per sviluppare una sana autostima ?
Sicuramente, ognuno di noi, deve rivisitare la propria infanzia, una fase della vita che
occorre sempre rielaborare .
Alcuni hanno ricevuto sufficiente fiducia nella vita e in se stessi , un percorso che
inizia nel ventre materno , come bene chiarisce la psicanalista Francoise Dolto ,
attraverso un dialogo incessante tra mamma , babbo e bambino
Così si costruisce la fiducia originaria : se la mamma emana fiducia, il bambino ne
trae nutrimento interiore .
Se la mamma è insicura , l’insicurezza viene trasmessa al bambino , e così avviene
per altri sentimenti e stati d’animo come l’amore , la violenza , la tristezza.
I genitori hanno il potere di trasferire il patrimonio della fiducia originaria che aiuta
a fidarsi di sé e del mondo
Non per tutti purtroppo è così, e la frase che sintetizza cosa viene trasmesso al
bambino è questa : non ce la farai mai , non ne sei capace
In entrambi i casi, sicuramente con bagagli differenti, , dobbiamo, comunque e
sempre intraprendere un viaggio nella nostra interiorità per essere capaci di
rimanere presso di sé e giungere alla stima di sè .
E “ una volta che vivrete la vostra storia - la vostra autentica ed unica
autobiografia- non proverete più il disperato bisogno di vivere quella di qualcun
altro, un’esigenza che è fonte di ogni gelosia e alla radice di tanta infelicità nella
nostra esistenza “ così M. Gafni
Del resto , dobbiamo aver chiaro che il valore di una persona esiste in sé, non
dobbiamo mai far dipendere la consapevolezza di noi stessi o la nostra autostima dal
comportamento di un’altra persona
Dobbiamo renderci indipendenti dal giudizio degli altri .
Jung , grande indagatore della psiche umana , ci aiuta a capire che il passo decisivo
da fare è la riconciliazione con la propria storia . In realtà non serve rivangare
sempre il passato ed in esso le cause per la mancanza di fiducia in noi stessi .
Allora cosa dobbiamo fare con il nostro passato ? Lo dobbiamo prendere
delicatamente tra le mani , esso è “materiale da modellare” , il passato è il materiale
che abbiamo a disposizione , possiamo modellare una bella figura indipendentemente
dal fatto che si tratti di materiale povero o pregiato , possiamo avere a disposizione
legno , argilla oppure marmo , la verità è che la materia prima incide relativamente , i
protagonisti siamo noi !
La nostra storia è dunque un capitale che deve produrre frutti.
Il percorso di tutta una vita .
Allora è facile intuire che il percorso di tutta una vita parte dal fatto chiave di
accettarsi nella nostra unicità , sensibili ed attenti al nostro indiscutibile valore, che
poi significa nei fatti :
1.non immaginiamoci come non siamo , tra fantasticherie ed illusioni ; tentiamo di
guardare a noi stessi nella verità
2. facciamo attenzione ai nostri punti forti e ai punti deboli
3.riconciliamoci con la propria biografia , le nostre ferite , i nostri fallimenti gli
insuccessi; spesso possono rivelarsi più fecondi di un successo.
Attraverso i momenti “no” si impara a vivere più intensamente , sensibilmente;
talvolta sono un vero bene.
4. non facciamo mai confronti . C’è sempre qualcuno “più “ di me.
Chi ha scarsa autostima si metterà a fare confronti , svalutare gli altri per mettere sé
in luce . Un atteggiamento sano da seguire è quello di portare il nostro contributo e
condividerlo con gli altri. Dobbiamo spostare l’asse del nostro comportamento dalla
testa che fa confronti al cuore che ha sentimenti (Grun)
5.cerchiamo di stare bene con noi stessi , essere autonomi , indipendenti dagli altri.
Se io ho autostima in me soltanto se gli altri dicono che io sono bravo , mi approvano
, dipenderò sempre da qualcuno (Gafni, Hillesum)
Non bisogna farsi” occupare dagli altri”, sia nel bene che nel male .
6.proviamo ad “essere presso di sé” attraverso il corpo , esercitarsi nell’autostima
stando in piedi con stabilità , stare fermi come un albero ,con le radici radicate a terra
, avere un punto fermo , proviamo a stare così stare per cinque minuti , riproviamoci
anche domani !
Per approfondire ed avviare uno studio:
Autostima e accettazione dell’ombra A.Grun, Ed. SanPaolo (ottimo testo ,fondativo)
Raccontarsi . L’autobiografia come cura di sé , D.Demetrio ,Raffaello Cortina
Editore .(lettura importante)
Terapia dei pensieri , A.Grun, Queriniana ( una ri-flessione sul contenuto del nostro
pensare )
Emozioni distruttive .Liberarsi dai tre veleni della mente :rabbia , desiderio e
illusione , Dalai Lama D. Goleman , Mondadori ( notevoli gli imput per lavorare su
noi stessi )
Umanesimo dell’altro uomo E.Levinas Il Melangolo (una preparazione al rapporto
con l’altro )
Verso l’essenziale. L’anima e i suoi discorsi , a cura di D. Biglino, M.Guzzi, Paoline
( una risposta sull’io di taglio profondo e coinvolgente)
Ciascuno è perfetto ,l’arte di stare bene con se stessi , R.Morelli , Mondatori ( testo
divulgativo con interessanti rinvii bibliografici )
Le braci , S.Marai , Adelphi