Martin Luther King

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Martin Luther King
Martin Luther King
Scritto da Paolo Naso
Cinquantuno anni fa, a Washigton,il discorso più famoso di Martin
Luther King
Cinquantuno anni fa, il 28 agosto del 1963, il pastore battista Martin Luther King pronunciò il
suo discorso più famoso: I have a dream. La cornice di quell’evento, che raccolse oltre 200.000
persone, fu il «Lincoln Memorial» a Washington, un luogo altamente simbolico per la comunità
afroamericana. Nonostante contenesse dure critiche all’establishment degli Stati Uniti, che nel
1963 continuava a negare il diritto di voto agli oltre venti milioni di cittadini di colore, quel
discorso viene ricordato ancora oggi e citato come esempio della coscienza civile americana.
La forza e l’attualità di quel discorso sono nella sua capacità di recuperare un tipico elemento
della retorica e della cultura americana, il sogno, per esprimere la visione di una società giusta
e riconciliata. - Siamo venuti nella capitale del nostro paese per incassare un assegno– esordì
King Quando gli artefici della nostra Repubblica scrissero le magnifiche parole della
Costituzione e della Dichiarazione di Indipendenza, stavano firmando una cambiale di cui ogni
americano era garante. Questa cambiale era la promessa che tutti gli uomini, sì, l’uomo nero e
l’uomo bianco, avrebbero avuto garantiti i diritti inalienabili alla vita, alla libertà, e al
perseguimento della felicità. È ovvio oggi che l’America è venuta meno a questa promessa per
quanto riguarda i suoi cittadini di colore».
Le cronache dicono che dopo poche battute l’ampia platea che ascoltava King fu totalmente
afferrata dalle sue parole: il trasporto divenne totale quando il pastore, con la retorica
cantilenante tipica dei predicatori afroamericani, pronunciò le parole forse più famose di quel
discorso: «Anche se affronteremo le difficoltà di oggi e di domani, io ho un sogno. È un sogno
profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si solleverà e vivrà
nel vero significato del suo credo: tutti noi consideriamo questa verità evidente, che tutti gli
uomini sono creati uguali. Io sogno che nella terra rossa di Georgia, i figli di quelli che erano
schiavi e i figli di quelli che erano padroni degli schiavi si potranno sedere assieme alla tavola
della fraternità. Io sogno che un giorno anche lo stato di Mississippi, uno stato ardente per il
calore della giustizia, ardente per il calore dell’oppressione, sarà trasformato in un’oasi di libertà
e giustizia. Io sogno che i miei quattro figli piccoli un giorno vivranno in una nazione dove non
saranno giudicati per il colore della pelle, ma per il carattere della loro personalità».
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Martin Luther King
Scritto da Paolo Naso
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