Linee Guida per l`attuazione di un Programma di Screening
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Linee Guida per l`attuazione di un Programma di Screening
Linee Guida per l’attuazione di un Programma di Screening Ortottico dell’Ambliopia a cura di Bottin Davide L’ambliopia è una patologia oculare tipica dell’età infantile, che comporta un deficit monolaterale o bilaterale dell’acuità visiva, non correggibile attraverso ausili ottici, quali gli occhiali, e che può diventare irreversibile se non diagnosticata in tempi utili al suo ripristino attraverso misure terapeutiche mirate. La diagnosi deve quindi avvenire entro il 6° anno di vita, periodo in cui il sistema visivo è ancora plastico e suscettibile di modificazioni e miglioramenti se trattato correttamente. L’ambliopia si presenta con una frequenza del 1,5 – 2,5% nella popolazione infantile (Paliaga, 2003); in Italia è stato calcolato che la prevalenza dell’ambliopia nella stessa popolazione raggiunge il 2 – 4% (Paliaga, 1991); ciò significa che dei 1.6 milioni di bambini tra i 3 e i 5 anni, 40-60.000 bambini ambliopi dovrebbero essere identificati e adeguatamente trattati in centri specializzati (IngrossoMancioppi-Orsoni, 1995). La diagnosi precoce di tale menomazione visiva può avvenire attraverso un programma di screening rientrante nell’ambito della prevenzione secondaria. Lo screening è un intervento sulla salute pubblica atto ad identificare i soggetti affetti da una determinata patologia ancora in fase asintomatica o subclinica; si prefigge quindi lo scopo di identificare precocemente le malattie presenti in una comunità, permettendo di attuare interventi terapeutici tempestivi in modo da ridurre l’incidenza di una condizione morbosa o delle sue conseguenze. Soddisfando tutti i criteri per l’attuazione di uno screening stabiliti dall’Organizzazione Mondiali della Sanità (Holland-Stewart-Masseria, 2006) e dalla UK National Screening Committee e come del resto già attuato in molti Paesi europei ed extraeuropei (tra cui Giappone, Norvegia, Finlandia, Francia e Canada) da alcuni decenni, un programma di prevenzione dell’ambliopia deve comprendere controlli su tutta la popolazione (anche nei casi di mancanza di sintomi, indicazione clinica o familiarità per la patologia) in primis all’età di 3-4 anni e quindi un ulteriore controllo a 6 anni di vita, come consigliato anche da diverse associazioni e società sia italiane che internazionali (tra le quali American Academy of Ophthalmology, International Agency for the Prevention of Blindness, Charming Italia e Bright Futures). Tali visite consistono nell’esame dell’acuità visiva per lontano e per vicino preferibilmente con un ottotipo lineare, quali ad esempio le E di Albini o l’ottotipo di Lea. Per incrementare la sensibilità, la specificità e quindi l’efficacia del programma di screening, senza aumentarne sostanzialmente i costi di attuazione (Konig-Barry, 2002), è utile eseguire in concomitanza all’esame dell’acuità visiva, altri test specifici quali: • il cover test, importante per la diagnosi di uno strabismo manifesto o latente; • lo studio della motilità oculare e della convergenza fusionale; • l’esame della stereopsi, mediante ad esempio il test di Lang o il Titmus stereotest. Questi esami sono considerati essenziali per l’identificazione di tutte le cause ambliopigene che possono presentarsi. Utile è inoltre l’esecuzione del test di Irvine (o un altro test similare) per la valutazione dello stato sensoriale e della visione binoculare. Si sottolinea inoltre che l’esecuzione del solo esame per la stereopsi o del solo cover test per la diagnosi di ambliopia riduce nettamente la validità e la specificità del programma di screening, come sottolineato in alcune pubblicazioni sia internazionali che nazionali (Ohlsson-Villarreal-Sjöström-AsbrahamssonSjöstrand, 2002) (Cavallini-Fazzi-Viviani-Zaviero-Lanzi, 2002). Un ulteriore primo controllo potrebbe essere eseguito all’età di 9 mesi, al fine di valutare subito eventuali asimmetrie, imparità o disallineamenti oculari, tutti sintomi di possibile insorgenza di ambliopia. A questa età si prendono in considerazione l’allineamento oculare, le reazioni monoculari (attraverso il test dell’occlusione e lo studio del nistagmo optocinetico), la motilità oculare e il test di Bruckner (test del riflesso rosso). Importante all’interno di una valutazione di prevenzione a qualsiasi età è l’analisi anamnestica riguardo la presenza tra consanguinei di forme di strabismo, ambliopia o vizi di refrazione rilevanti, oltre che notizie sulla nascita e sullo sviluppo del bambino, l’eventuale prematurità, traumi ostetrici o infezioni perinatali, crisi convulsive e febbri elevatissime, tutti fattori predisponenti a disturbi visivi e oculomotori anche gravi. La visita dovrebbe essere singola e avere una durata di 10–15 minuti per bambino, in base anche alla collaborazione dello stesso e all’esito dell’esame; infatti in caso di esito anomalo (vale a dire positivo allo screening) la visita potrebbe richiedere più tempo rispetto ad una valutazione completamente normale (vale a dire negativa al test). Al fine di aumentare la sensibilità e la specificità del programma di prevenzione, le visite devono essere eseguite da ortottisti – assistenti in oftalmologia, operatori sanitari dell’ambito della riabilitazione atti alla valutazione, prevenzione e riabilitazione dei disturbi motori e sensoriali della visione, come deliberato dal DL n. 742 del 14 settembre 1994 e ribadito dal prot. 900.6-PR II Ag 100/3507 del 10 dicembre 2004 del Ministero della Salute; tale competenza è stata avvalorata anche dall’OMS (Holland-Stewart-Masseria, 2006) e da diversi autori internazionali (Bolger, 1991). Lo svolgimento di tali pratiche cliniche da parte di altri professionisti sanitari (quali ad esempio pediatri, assistenti sanitari ed infermieri) comporta una riduzione della efficacia del programma di prevenzione ed un relativo aumento dei costi di organizzazione ed esecuzione dello stesso (Konig-Barry, 2002). Il reclutamento della popolazione soggetta alle visite può facilmente avvenire attraverso le strutture scolastiche (in particolar modo le scuole per l’infanzia e le scuole materne) previa informativa e consenso da parte dei genitori/tutori del bambino, oppure attraverso l’invito dei soggetti da sottoporre allo screening presso un ambulatorio o un consultorio adibito alle valutazioni. Tali visite devono essere a titolo gratuito per tutti i partecipanti. È da considerarsi positivo al test un bambino che: • all’età di 3-4 anni presenta un’acuità visiva inferiore a 8/10 in almeno uno dei due occhi o presenta risposte anomale ad almeno uno dei test; • all’età di 6 anni presenta un’acuità visiva inferiore a 10/10 in almeno uno dei due occhi o presenta risposte anomale ad almeno uno dei test. L’esito anomalo ad uno degli altri esami (quali il cover test o l’esame della motilità) deve in ogni caso far considerare il bambino positivo al test di screening. In caso di dubbi o incertezze sull’esito della valutazione, è consigliabile, anche da un punto di vista economico, ripetere l’esame di screening dopo un periodo di tempo variabile tra i 3 e i 6 mesi (a seconda della gravità del caso sospetto). Tutti i soggetti riconosciuti quindi positivi devono essere inviati per accertamenti ad un centro oculistico o ortottico – oculistico; è altamente sconsigliabile l’esecuzione di una valutazione diversa da quelle appena citate. Gli accertamenti specialistici devono comprendere una valutazione ortottica approfondita, la valutazione della refrazione oggettiva in midriasi farmacologica con l’ausilio della schiascopia a striscia e dell’autorefrattometro ed una valutazione oculistica composta da esame del segmento oculare anteriore e fundus oculi in midriasi. Nei casi in cui venga quindi riscontrata una reale anomalia, bisogna provvedere alla prescrizione dell’eventuale correzione ottica e/o alla presa in carico del paziente al fine di ottimizzarne il follow up per il corretto trattamento dell’ambliopia o di altre alterazioni oculari o oculomotorie. Come tutte le attività di screening, anche lo screening dell’ambliopia deve essere metodologicamente controllato al fine di apportarne costanti migliorie sia dal punto di vista organizzativo che applicativo; la valutazione quindi deve considerare la sensibilità (ossia la capacità di individuare tutti e solo gli individui affetti dalla patologia ricercata) e la specificità (ossia la capacità di identificare tutti i casi di assenza della patologia ricercata) del programma, oltre che la ripetibilità e la semplicità dei test eseguiti (Holland-Stewart-Masseria, 2006). _____________________________________ Bibliografia: • Paliaga GP (2003), “Ambliopia”, Edizioni Minerva Medica • Paliaga GP (1991), “L’esame del visus”, Edizione Minerva Medica • Ingrosso, Mancioppi, Orsoni (1995), “Vision Screening of preschool children in Italy”, Ophthalmic Epidemiology, vol 2 n 1 • Holland, Stewart, Masseria (2006), “The Health Policy Bulletin of the European Observatory on Health Systems and Policies” (WHO), volume 8, num. 3 • American Academy of Ophthalmology (1992), “Preferred practice pattern: comprehensive pediatric eye evaluation”, San Francisco • Green M (1994), “Guidelines for health supervision of infants, children and adolescents”, National Center for Education in Maternal and Child Health, ed. Bright Futures • Recupero, Leonardi (2006) “Strabismo e Ambliopia: importanza della diagnosi precoce”, Atti Sessione Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita’, Oftalmologia Sociale, n. 1 • Cruciani, Vulcano, Brandozzi, Mazzeo (2006), “Modalità e Tecniche di intervento di Prevenzione secondaria nelle Scuole materne e dell’obbligo”, Atti Sessione Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita’, Oftalmologia Sociale, n. 1 • Hans-Helmut Konig, Jean-Cyriaque Barry (2002), “Economic evaluation of defferent Methods of Screening for Amblyopia in Kindergarten”, Pediatrics, vol 109 • Ohlsson, Villarreal, Sjöström, Asbrahamsson, Sjöstrand (2002), “Screening for amblyopia and strabismus with the Lang II stereo card”, Acta Ophtalmologica Scandinavica, vol 80, pag 163-166 • Cavallini, Fazzi, Viviani, Zaviero, Lanzi (2002), “Visual acuity in the first two years of life in healthy term newborns: an experience with the Teller acuity cards”, Functional Neurology, vol 17 (2), pag 87-92 • Bolger (1991), “Vision Screening in preschool children: comparison of orthoptists and clinical medical officers as primary screeners”, British Medical Journal, vol 303, pag 1291-1294 • Pagani, Martini, Zuretti, Unterhofer (1976-77), “Organizzazione metodologica, risultati statistici e prospettive di sviluppo del servizio di oculistica nell’ambito della medicina scolastica e prescolastica nella provincia di Bolzano”, Giornale Italiano di Ortottica, vol 3-4, pag 47-49 • Neubauer (2005), “Cost-effectiveness of Screening for Amblyopia”, Klin Monatsbl Augenheilkunde, 222, pag 110-116 • Kvarnström, Jakobsson, Lennerstrand (1998), “Screening for visual and ocular disorders in children, evaluation of the system in Sweden”, Acta Pædiatrica, vol 87, pag 1173-9