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lʼeffetto-renzisfuma:laroccaforterossalivorno
d’Italia
LʼEFFETTO-RENZI SFUMA: LA ROCCAFORTE ROSSA LIVORNO
CONQUISTATA DAI GRILLINI. IL CENTRODESTRA VINCE IN 5 CITTÀ
ANNO LXII N.134
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Redazione
Dopo la volata di due settimane fa il
centrosinistra ha perso quattro sue
storiche roccaforti: Livorno, Padova,
Perugia e Potenza, di cui le ultime
due sono anche capoluoghi di regione. Ma ha strappato alcune città
al centrodestra: Bergamo, Biella,
Cremona, Verbania, Pescara, Vercelli e Pavia. A Livorno, la città che
ha tenuto a battesimo il Pci e che
dal dopoguerra aveva affidato le
proprie sorti sempre alla guida della
sinistra, Filippo Nogarin, candidato
per il Movimento 5 Stelle, con una
campagna elettorale non urlata, è
riuscito a sfilare la poltrona di sindaco a Marco Ruggeri, Pd, che per
la prima volta nella storia della sinistra livornese è stato costretto ad
andare al ballottaggio, perdendolo.
La sconfitta a Livorno, per il Pd, è
paragonabile a quando a Bologna,
nel 1999, Giorgio Guazzaloca riuscì
a strappare la città portando, per la
prima volta dal dopoguerra, una
coalizione di centrodestra alla guida
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del capoluogo emiliano. Il Movimento
5 Stelle ha vinto anche a Civitavecchia,
nel Lazio. A Padova lʼaltra clamorosa
sconfitta del Pd che ha governato la
città dal 1993, con un break tra il ʼ99 e
il 2004: il suo candidato Ivo Rossi, che
ha guidato la città da quando lʼex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro
allo Sviluppo economico, ha perso la
sfida contro Massimo Bitonci (sostenuto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli dʼItalia). La vittoria del Carroccio a
Padova farà pandant con il governo
della Regione, guidata da Luca Zaia. Il
centrodestra ha riconquistato anche
Teramo, che già governava, con Maurizio Brucchi. A Potenza ha vinto Dario
De Luca, esponente di Fratelli dʼItalia
nella coalizione di centrodestra: clamorosa la sconfitta del centrosinistra,
il cui candidato Luigi Petrone, del Pd,
aveva sfiorato la vittoria al primo turno.
Il Pd è riuscito a confermarsi a Modena, dove Giancarlo Muzzarelli (Pd),
che aveva sfiorato la vittoria al primo
turno, ha battuto lʼavversario M5s
martedì 10/6/2014
Marco Bortolotti, che ha potuto contare
sul sostegno della Lega nord, di Fratelli dʼItalia e del Nuovo Centro Destra
del modenese Carlo Giovanardi. Conferma del Pd anche a Terni e Bari,
dove il nuovo sindaco è Antonio Decaro. Il partito del premier è riuscito poi
a strappare Vercelli, Verbania, Cremona, Biella, Pescara, Foggia e Bergamo al centrodestra. In questʼultima
città lʼex spin doctor di Matteo Renzi,
Giorgio Gori, ha battuto il sindaco
uscente Franco Tentorio. A Verbania e
Vercelli a imporsi sono state due
donne: Silvia Marchionini e Maura
Forte. Altro scontro importante, quello
di Pavia, dove Carlo Cattaneo, sindaco
uscente di centrodestra, uno dei più
giovani e più amati dʼItalia, ha perso la
sfida contro Massimo Depaoli (Pd). Nei
139 Comuni al voto circa un terzo si lo
è aggiudicato il centrodestra, due terzi
il centrosinistra. Molto bassa lʼaffluenza
alle urne, pari al 49,5%, mentre al
primo turno aveva toccato il 70,6%.
Dunque il calo è stato di oltre venti
punti.
Il premier striglia il Pd: «Vivendo di rendita si perde».
Centrodestra in coro: uniti si può vincere ovunque
Antonio Marras
Se la Boschi aveva twittato subito
un messaggio di smodata esultanza, nonostante le sconfitte di
Livorno e Padova, ci ha pensato il
premier Renzi a riportare il partito
con i piedi per terra, ricordando
alla classe dirigente del Pd che
non si vince solo grazie allʼeffetto
“80 euro”e tantomeno perché ci si
considera i più bravi. «Lʼanalisi
dei ballottaggi segna la fine delle
posizioni di rendita elettorale, è finito il tempo in cui qualcuno sa
che in quel posto si vince di sicuro», ha detto Renzi dal Vietnam, dove è in missione,
dichiarandosi comunque soddisfatto per un “risultato straordinario”. Peccato che non tutti nel suo
partito, nonostante lʼaltalenante
esito dei ballottaggi, mantengano
lo stesso profilo sobrio. «Questi
ballottaggi rappresentano una vittoria limpida e indiscutibile, che
conferma e consolida lʼavanzata
del Pd alle europee e alle recenti
regionali», attacca Debora Serracchiani, vicesegretaria del Partito democratico. Poi cʼè chi, come
la Moretti, attribuisce i rovesci agli
scandali nei quali il partito è rimasto coinvolto, dal Mose allʼExpo.
Ma cʼè anche chi, come Beppe
Grillo, fa altrettanto dal proprio
punto di vista e non trattiene la
sua gioia per le vittorie di Livorno,
Civitavecchia e Bagheria.
Poi cʼè il centrodestra, che incassa lʼennesima tornata con luci
e ombre: si perde a Pavia, si
espugna Perugia, la capitale
dellʼUmbria rossa, si conquista a
sorpresa Padova, con il leghista
Massimo Bitonci sostenuto da
una coalizione che va da FI a Fratelli dʼItalia, ma il partito della Meloni festeggia soprattutto la
vittoria a Potenza, un piccolo
grande miracolo. Il commento ge-
nerale a questa tornata elettorale,
come sempre negli ultimi tempi, è
tra il soddisfatto e il rammaricato
per come il centrodestra, se unito,
si mostri ancora una volta competitivo anche nelle competizioni municipali. «Le ultime elezioni
amministrative hanno dimostrato
che un italiano su due non ha votato e una diminuizione dei voti allʼattuale centrodestra. Certo, lʼonda
lunga di Renzi alle Europee non
dico che si sia arrestata, ma si è
arenata. Il Paese, con questa
astensione, richiede cambiamento,
ma soprattutto trasparenza. Insomma, ci vuole una classe politica
nuova», dice Giovanni Toti (Fi).
Ignazio la Russa, co-fondatore e
deputato di Fratelli dʼItalia, sottolinea come i risultati dei ballottaggi
delle elezioni amministrative ”confermino la difficoltà complessiva
del centrodestra, prevedibile perché il doppio turno avvantaggia la
sinistra”. La Russa ha detto anche
che per FdI ”qui e lì ci sono state
delle soddisfazioni, come a Potenza dove ci siamo presentati da
soli insieme a una lista civica” ma il
voto delle amministrative deve essere ”un monito a una ricomposizione” che non sia una ”somma
algebrica” delle forze politiche ma
che ”prenda le distanze dalla contiguità con il centrosinistra”. Identica
analisi anche dal Nuovo centrodestra, che però esagera fino al
punto da dichiararsi la vera vincitrice di queste elezioni: «I dati attestano in questo caso una
corrispondenza tra forza elettorale
dellʼNcd e vittoria del centrodestra,
il che vuol dire che è lʼelettorato
moderato a fare la differenza tra la
vittoria e la sconfitta. Quellʼelettorato – spiega Gaetano Quagliariello – che nel centrodestra solo
Ncd è in grado di conquistare».
La sinistra di lotta e di poltrona: il triste epilogo
della lite tra i “compagni” e il “mito” Spinelli
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Luca Maurelli
Un tempo molto vicino, fino
a un paio di settimane fa,
bastava la parola – Spinelli
– per sollevare il brivido,
lʼemozione, lʼestasi dellʼintellighentia di sinistra e del
suo popolo di elettori adoranti. Bastava avere tra la
labbra la Spinelli, senza neanche fumartela, per evocare una visione purificatrice
del mondo, la militanza comunista,
lʼantifascismo,
Ventotene, lʼeuropeismo solidale, nel segno di papà Altiero, della sua visione di un
continente unito, collaborativo, federato, senza spread
e Merkel, ma con una politica fatta di rinunce, passioni, esili e ritorni. Di tutto,
ma non di volgari potrone.
Da quelle suggestioni nasceva la candidatura di Barbara Spinelli nelle file degli
europeisti incazzati di sinistra, quelli della Lista Tsipras: eppure la discesa in
campo della carismatica figlia di Altiero, una candidatura che lei stessa aveva
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definito “di bandiera”, utile
cioé solo a trainare quella
piccola formazione verso il
superamento della soglia di
sbarramento del 4%, doveva
restare solo una mossa elettorale.
Un inconveniente, però, ha
rovinato i piani: la sinistra,
una volta tanto, ha vinto, la
lista ce lʼha fatta, la Spinelli è
stata eletta in due circoscrizioni. Eventi, questi, cui i
neocomunisti non sono abituati, gli piglia il panico, si
spaccano in due come un
grissino.
Infatti, dopo cinque minuti, la
Spinelli sʼera già pentita di
aver lasciato intendere che
si sarebbe dimessa per lasciare il seggio dellʼEuropar-
lamento ad altri esponenti di
Sel. Dal quel momento è diventata, agli occhi dei compagni, una mezza truffatrice,
quasi unʼopportunista, “una
che non ha rispettato i patti,
incoerente, scorretta”. Ovvero, tutte le accuse che fino
a ieri i “compagni” avrebbero
riservato al massimo a una
velina di centrodestra.
Ma Barbara ha tenuto duro
e alla poltrona, come ha
confermato oggi, non ha rinunciato: «Mi si accusa di
essermi chiusa in una torre
dʼavorio, a Parigi, di aver deciso da sola. Di aver scelto
fra Centro e Sud trattando i
candidati arrivati dopo di me
“come carne da macello”,
così scrive Furfaro. È falso e
ingiusto», dice la Spinelli, intervistata da Repubblica. Ma
gli “Tsipras” sono spaccati,
Sel è sul piede di guerra e la
campagna di fango contro la
sua decisione di non rinunciare è già scattata. A farla
però non è Sallusti, ma qualche direttore amico di Vendola.
strada come, ad esempio, il
verde per la mitigazione ambientale. Chi vinceva si tirava
poi indietro lasciando spazio a
chi aveva chiesto di più. Questi
poi subappaltava il lavoro a chi
avrebbe alla fine dovuto vincere
la gara e il disavanzo che si
creava fra le due operazioni finiva nelle tasche di Brentan, exsindacalista e uomo di fiducia
del Pd veneziano.
Brentan nel 2006 prospettò una
“provvista” di oltre 2 milioni di
euro nel gioco dei disavanzi. I
lavori erano stati vinti dalla Sacaim che poi li aveva subappaltati
ad
unʼAssociazione
temporanea di imprese composta da micro aziende che, secondo gli interrogatori dei
protagonisti, avevano sborsato
il denaro consci che questo sarebbe finito a Brentan e ritenendosi, per questo, concusse. La
società autostradale non esiste
più, oggi è entrata nella Cav che
gestisce il Passante di Mestre.
Di fatto, comunque, cʼè un giro
vorticoso di società chiamate in
causa per la creazione di fondi
“neri” e tanti foglietti su operazioni di versamento di migliaia di
euro in banche mezza Europa
nelle carte della procura della
Repubblica di Venezia che sta
indagando sul Mose. Società, a
dare credito alle dichiarazioni
fatte da alcuni imputati, che attraverso un giro di false fatturazioni
permettevano
lʼaccantonamento di denaro.
Emblematici a tale proposito, gli
interrogatori resi da Nicolò
Buson, allora responsabile finanziario della Mantovani guidata da Piergiorgio Baita,
facendo riferimento a uomini di
fiducia della stesso Baita: «Le
somme che venivano corrisposte ai politici locali – dice Buson
a verbale il 10 aprile dello
scorso anno – erano frutto di sovrafatturazioni provenienti dalle
società riconducibili al Marazzi e
al Voltazza, di rientri di false fatturazioni fatte al Colombelli a
San Marino e infine dei guadagni, depositati in conti svizzeri,
provenienti dalla intermediazione e vendita nei servizi di trasporto e fornitura dei sassi di
annegamento». Poi le società
create da lui e Baita per il trasporto e lʼacquisto dei sassi
dalla Croazia e il giro di conti in
mezza Europa.
Buson indica lʼaggio, attorno al
20 per cento, che si pagava per
quelle operazioni che producevano fondi per qualche milione.
Sulle false fatturazioni, Mirco
Voltazza dice di aver visto una
volta, nel 2012, sul telefonino di
Baita «il numero di un conto
svizzero su cui doveva essere
trasferita una partita di circa
500mila euro, frutto delle false
fatturazioni del Marazzi». In una
perquisizione in casa Baita, utile
per incrociare i dati emersi dalle
indagini e per i successivi interrogatori, vengono trovati allʼinterno dellʼauto aziendale da lui
utilizzata dei foglietti manoscritti,
allʼinterno di una cartellina
verde, riportanti riferimenti ad
operazioni e al versamento in
Svizzera di “fondi neri”.
Ecco il metodo Brentan: così lʼex-sindacalista e uomo
del Pd creava fondi neri per le tangenti ai politici
Redazione
Il metodo per fare “nero” e
creare fondi da dare alla politica
utilizzato da Piergiorgio Baita,
quando era Ad di Mantovani, e
nel Consorzio Venezia Nuova di
Giovanni Mazzacurati, negli
anni ha fatto scuola. A sfruttarlo,
e lo racconta lo stesso Baita
negli atti sullʼinchiesta Mose,
anche Lino Brentan, ex-sindacallista e uomo del Pd, quando
era Presidente dellʼAutostrada
Venezia-Padova, lʼA4. Brentan
è stato condannato proprio per
alcune tangenti nella primissima
fase dell”inchiesta della guardia
di Finanza sulla tangentopoli veneta ma ora è nuovamente ai
domiciliari per la terza fase,
quella politico-imprenditoriale,
scattata lo scorso 4 luglio.
Brentan, racconta Baita, faceva
delle gare al massimo ribasso
per opere minimali lungo lʼauto-
MARTEDì 10 GIUGNO 2014
Forza Italia torna alla carica sulla “grazia” per Berlusconi:
“Napolitano ponga riparo allʼingiustizia”
MARTEDì 10 GIUGNO 2014
Secolo
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d’Italia
Confermato lo sciopero
dei benzinai fissato
per il 18 giugno
Redazione
«Ci appare ogni giorno sempre
più incredibile che il Capo dello
Stato non abbia provveduto a rimediare con la grazia all'evidenza
della ingiustizia che colpisce Silvio Berlusconi. Un gesto, comunque il Presidente Napolitano valuti
la sentenza, necessario se non
altro per la spinta alla pacificazione e al rasserenamento della
convivenza democratica di atto simile atto». Lo scrive Il Mattinale,
la nota politica redatta dallo staff
del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.
«Berlusconi, in quanto sa di essere innocente, non vuole e non
può chiedere come dono quello
che è certo di ottenere per via di
giustizia con la revisione del processo. Resta lo spazio per un
gesto assoluto, esercitato nella
pienezza dell'altissimo mandato di
Presidente di tutti gli italiani, che
liberi Silvio Berlusconi da una
pena profondamente umiliante
per un uomo che ha dato la sua
vita per la Patria», spiega la nota
politica del gruppo azzurro a Montecitorio, evidenziando, con riferimento al Capo dello Stato, come
«il garante dell'unità nazionale e
del bene comune avvertirà senz'altro, nella sua coscienza, l'urgenza di una tale decisione«.
«Milioni di italiani si identificano
affettivamente con il Presidente
Berlusconi. Scriviamo, come
"Mattinale", queste parole immedesimandoci con l'amore che un
intero popolo gli porta, e questo
crediamo debba vincere contro
ogni considerazione contraria»,
evidenzia la nota azzurra, che
quindi conclude: «Ci aspettiamo
che anche i nostri avversari politici, ed in particolare chi è al governo, possa far suoi questi
giudizi e sostenere una richiesta
di grazia che avrebbe un significato potente anche presso l'opinione pubblica internazionale, nel
momento in cui l'Italia presiede
per un semestre l'Unione Europea. Siamo illusi? Crediamo nella
causa della giustizia e della democrazia. E in Italia crediamo sia
ancora una fede legittima e condivisa».
Due mesi fa era stato lo stesso
Berlusconi a sottolineare come il
capo dello Stato, Napolitano,
avesse il dovere morale di concedergli la grazia. Nel corso della
trasmissione Piazzapulita su La7,
l'ex-premier aveva insistito più
volte su questo aspetto anche in
ragione dell'assurdità della condanna «frutto - aveva sostenuto il
leader del Centrodestra - di una
costruzione assolutamente inaccettabile, con un processo arrivato
a una sentenza mostruosa che
sarà ribaltata dalla Corte Europea
dei diritti dellʼuomo e dalla revisione. Una sentenza - aveva aggiunto parecchio amareggiato il
Cavaliere - politica e inventata».
Redazione
Ancora uno sbarco sulla banchina del
porto di Pozzallo: 211 sono giunti a bordo
di una nave mercantile dopo i 102 profughi approdati ieri sera con la nave “Norient
Star”, che aveva raccolto anche tre cadaveri. Le vittime erano annegate in seguito
alla collisione tra il mercantile e il gommone che trasportava i migranti. I profughi sbarcati ieri sono stati trasferiti al
centro di prima accoglienza di Pozzallo
che ospita attualmente circa 400 persone.
Degli ultimi 211 arrivati stamane non si conosce ancora la destinazione. Si contano
i sopravvissuti, a Pozzallo, ma ci sarebbero anche dei dispersi, inghiottiti dalle
acque durante le fasi di salvataggio. E c'è
un video che docuemnra la tragedia. Il
gommone si avvicina alla motonave che
avvia le pratiche di soccorso: una corda lo
tiene ancorato alla scaletta, ma mentre i
primi migranti salgono il gommone urta la
nave, si fora e si scatena il panico. Sono
le scene riprese da una telecamera della
maltese “Norient Star” che mostra la tragedia del mare costata la vita a tre uomini,
annegati, mentre altri due sono dispersi.
La motonave ieri è sbarcata a Pozzallo e
dopo gli accertamenti giudiziari, con acquisizione del filmato, ha ripreso il largo.
La buona notizia è che sarebbe stato
identificato lo scafista del peschereccio
con a bordo i migranti eritrei soccorsi nel
Canale di Sicilia dalla motonave Jupiter
Bay arrivata ieri a Pozzallo. Il provvedimento di fermo, emesso dalla Procura di
Ragusa, è stato notificato da squadra mobile della Questura, carabinieri e guardia
di finanza. Il numero degli arrivi nel porto
di Pozzallo (Ragusa), con l'ultimo sbarco
di stamani di 211 migranti, ha superato il
tetto delle 11 mila presenze. Cifre da capogiro per un paese che continua a vivere
l'emergenza immigrazione con grande
preoccupazione. Gli oltre 11mila migranti
sbarcati a Pozzallo in questi primi mesi
dell'anno sono più del doppio rispetto al
dato complessivo dell'intero 2013. «Il governo Renzi è complice del disastro sociale e umano che da mesi si sta
registrando in Sicilia. Ancora sbarchi e ancora dispersi o morti. La situazione è incontrollabile», afferma
in una
dichiarazione Maurizio Gasparri (FI).
Immigrazione, emergenza
infinita: in corso un esodo
di massa verso le coste italiane
Redazione
I sindacati dei distributori di benzina confermano lo sciopero proclamato per il 18 giugno e lo stop
del self service dal 14 al 17 del
mese. È quanto si apprende al
termine dell'incontro al ministero
dello Sviluppo economico a cui
hanno partecipato Faib, Fegica,
Figisc che comunque riconoscono l'impegno del governo sul
tema. Tutte e tre le sigle dei gestori hanno, infatti, espresso "apprezzamento per la disponibilità
mostrata dal ministero" ma,
hanno spiegato come "al momento l'unico strumento che
hanno sia lo sciopero". La mobilitazione testimonia quello che per
la categoria è un comparto in
"estrema difficoltà", ha sottolineato il vicepresidente nazionale
della Faib, Pietro Calersi, secondo cui il settore ormai "è al fallimento". Il presidente nazionale
della Figisc Confcommercio,
Maurizio Micheli, ha messo l'accento sulla necessità "di avere gli
stessi prezzi su tutti gli impianti, in
modo da abbassarli sulla rete. I
gestori da tempo infatti lamentano il vincolo di fornitura in esclusiva che vale per le compagnie
petrolifere e che, secondo i sindacati dei benzinai, sta alla base
dei prezzi alti. Inoltre la Figisc
chiede "la ristrutturazione del settore attraverso la chiusura degli
impianti improduttivi".
Il Wwf smaschera il governo: «Aumenta le aree marine
protette, ma taglia i fondi. Il sistema collasserà»
Secolo
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MARTEDì 10 GIUGNO 2014
d’Italia
Annamaria Gravino
Si è trasformato in un boomerang l'entusiasmo del governo nell'annunciare la
creazione di quattro nuove aree marine
protette. Un provvedimento di facciata
visto che, mentre elargisce etichette, l'esecutivo Renzi taglia i fondi per gestire questi tesori ambientali italiani. A denunciarlo
è il presidente del Wwf, Dante Caserta,
spiegando di esprimere «soddisfazione
per l'avvio dell'iter che porterà rapidamente alla nascita di quattro nuove aree
marine protette, ma non possiamo nascondere la grande preoccupazione per il
taglio delle risorse finanziarie alle 27 aree
già istituite». Caserta ha chiarito che questo patrimonio viene «condannato di fatto
alla paralisi gestionale». Le nuove aree
marine protette annunciate dal ministro
dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, saranno
quella del Conero, sul litorale adriatico,
presso Ancona; quella di Torre Calderina
in Puglia, sulla costa barese tra Bisceglie e
Molfetta; quella di Capo Testa-Punta Falcone, in Sardegna a pochi chilometri da
Santa Teresa di Gallura; quella di Capo Milazzo in Sicilia. La loro istituzione è prevista dalla Legge di stabilità 2014, che non
ha però definito nessun corrispondente
aumento dei finanziamenti per la gestione
ordinaria né delle nuove quattro aree marine protette né delle 27 esistenti, già in
gravi difficoltà per la sistematica riduzione
delle risorse. Anzi, il Wwf ha ricordato
come dall'inizio dell'anno si sia registrata,
a causa dei tagli lineari decisi dal ministero
dell'Economia, una sostanziale ulteriore riduzione dei fondi per la gestione ordinaria
e gli investimenti. Il capitolo di bilancio
"Gestione/interventi Aree marine protette"
ha registrato nei primi cinque mesi del
2014 un taglio di oltre un milione e duecentomila euro, passando dagli originari
poco più di 5 milioni di inizio anno agli attuali 3.790.000 euro circa, una decurtazione pari a circa il 24%. «L'aumento del
numero delle aree marine protette senza
un corrispondente incremento delle risorse
per la loro gestione ordinaria costituisce un
autentico paradosso, che in prospettiva rischia di condannare alla paralisi gestionale tutto il sistema», ha spiegato
l'associazione ambientalista, chiedendo
«al governo e al parlamento azioni coerenti per assicurare il necessario aumento
dei finanziamenti per la gestione ordinaria
delle aree marine protette, in grado non
solo di recuperare i tagli subiti negli ultimi
anni, ma di garantire anche un proporzionale aumento in considerazione dell'annunciato avvio dell'operatività delle nuove
quattro aree protette».
Balene a rischio per il rumore delle navi: impedisce che si corteggino
Redazione
Troppo rumore disturba le
"conversazioni" e i sentimenti.
Anche per le balene. Uno studio ha dimostrato che i suoni
assordanti prodotti in mare
aperto dal traffico navale
hanno un impatto molto negativo sulla riproduzione dei cetacei. La denuncia è arrivata dal
professore dell'Università di
Pavia Gianni Pavan, nel corso
dell'inaugurazione della nuova
campagna di Marevivo a difesa
dell'ecosistema marino. «Abbiamo negli oceani milioni di
navi che fanno rumore e - ha
spiegato - producono un "tappeto" sonoro a bassa frequenza, che ha un impatto
significativo sugli animali, impedisce la loro comunicazione,
provoca stress, l'abbandono di
determinate aree marine e impedisce alle balene di corteggiarsi». La preoccupazione
degli scienziati per il problema
del rumore è nata dagli episodi
acuti come i sonar, la ricerca
petrolifera. Ma le sorgenti di rumore di origine umana comprendono anche le esplosioni
marine, le centrali eoliche in
mare, le prospezioni sismiche
con airgun, oltre al rumore continuo dovuto al traffico navale.
«Ci sono balene, come le megateri, che si corteggiano a
400 chilometri di distanza, a
cui il rumore delle navi - ha
spiegato Pavan - impedisce di
comunicare, perché maschera
i segnali delle balenottere che
usano le bassissime frequenze
e questo ha un grave impatto
sulla loro riproduzione». Le misure del rumore in acqua sono
completamente diverse da
quelle in aria: «Se all'aperto,
per un uomo, 20-30 decibel
rendono un ambiente silenzioso e 100-110 lo rendono
molto rumoroso, in acqua si
raggiungono i 180-190 decibel
di rumorosità e una nave può
arrivare a produrne tanti. A
quei livelli, per una balena, sarebbe come per un uomo
avere accanto un jet al decollo», ha chiarito il professore,
sottolineando che «in mare,
soprattutto le basse frequenze,
si propagano su grandissime
distanze, perché mentre l'aria
è elastica e assorbe il suono, in
acqua il suono si propaga su
centinaia di chilometri».
Pakistan, i terroristi assaltano
lʼaeroporto di Karachi: 28 morti
MARTEDì 10 GIUGNO 2014
Redazione
L'aeroporto di Karachi è stato bersaglio domenica sera dell'attacco di un
gruppo armato che ha paralizzato lo
scalo della capitale economica del Pakistan, provocando 28 morti tra cui dodici attentatori, quattro dipendenti dello
scalo e dodici fra soldati e agenti della
polizia. Il cruento attacco armato sferrato da un commando del movimento
Tehrek-e-Taleban Pakistan (TTP) è
cominciato quando una quindicina di
militanti si sono infiltrati nella zona
cargo dell'aeroporto internazionale
Jinnah, dove due kamikaze si sono
fatti esplodere. Durante il primo scontro a fuoco con le forze di sicurezza, i
Secolo
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militanti del TTP hanno appiccato il
fuoco ad un edificio nella zona del vecchio scalo, con fiamme che si sono
sviluppate per l'impossibilità dei vigili
del fuoco di avvicinarsi alla zona interessata. Al momento dell'attacco
c'erano nell'aeroporto circa settecento
passeggeri che sono stati evacuati
senza problemi. Le tv pachistane
hanno mostrato per tutta la notte le
fiamme e le colonne di fumo che si
sono levate nel cielo come conseguenza dello scontro armato. L'ufficio
stampa dell'esercito a Rawalpindi ha
smentito che i militanti avessero incendiato un velivolo, precisando che si
trattava invece di un edificio ammini-
strativo. I danni generali sono ingenti,
ed anche alcuni velivoli (fra cui due
delle compagnie Pia e Airblue) sono rimasti danneggiati. L'obiettivo del folto
commando armato del Tehrek-eTaliban Pakistan era «la distruzione
degli aerei che si trovavano sulla
pista». Secondo l'emittente DawnNews, i militanti sono entrati nello
scalo da due differenti punti. Ma la loro
progressione verso il terminal principale, ha precisato Geo Tv, è stata
bloccata dalla Forza di sicurezza dell'aeroporto (Asf). Lontano da Karachi,
ma nelle stesse ore, un attentato a
sfondo interconfessionale ha colpito
anche la regione del Baluchistan, area
di conflitto tradizionale tra musulmani
sunniti radicali e sciiti nel Pakistan
sud-occidentale, oltre che irredentismi
locali. Qui un attentatore kamikaze ha
fatto strage in un ristorante affollato di
pellegrini sciiti di ritorno da un tour religioso nel confinante Iran. Secondo
fonti locali, ventitré persone sono state
uccise nell'esplosione, avvenuta quasi
in contemporanea (seppure verosimilmente senza alcune legame diretto)
con l'inizio dell'attacco terroristico all'aeroporto Jinnah.
l'amore, quanto tempo ci
vorrà?», si legge nel testo. Dal
golpe del 22 maggio, Prayuth
ha ricordato più volte la necessità di intervenire per interrompere le violenze di una
crisi politica che durava da novembre, e che aveva causato
28 morti e oltre 800 feriti. La
proclamazione del colpo di
stato ha però sorpreso molti
analisti, dato che nelle settimane precedenti le violenze
tra fazioni erano andate scemando. La presa del potere
da parte dei militari è stata seguita da centinaia di arresti di
politici, accademici e attivisti,
quasi tutti rilasciati dopo pochi
giorni. Tuttavia, tra i sostenitori
dell'ex governo di Yingluck
Shinawatra – nonché tra le
"camicie rosse" a lei fedeli nel
nord-est rurale del Paese – è
diffusa la sensazione che i militari stiano cercando di
schiacciare il dissenso con il
pretesto della riconciliazione.
Gli attivisti "rossi" rilasciati
hanno dichiarato che tra le
condizioni del loro ritorno in libertà figura anche la cessazione di qualsiasi attività
politica che porti "divisioni" nel
Paese, mentre dall'altra parte
gli anti-governativi "gialli" che
hanno manifestato per sette
mesi hanno apertamente festeggiato la presa del potere
dei militari.
Thailandia, la canzone scritta dal capo
della giunta militare è un successo su YouTube
Redazione
Una canzone scritta dal capo
della giunta militare thailandese, generale Prayuth Chanocha, è diventata in pochi
giorni una hit su YouTube,
dove è stata ascoltata ormai
200mila volte. Il brano, intitolato "Riportare la felicità in
Thailandia", fa parte della
campagna propagandistica
del regime per conquistare "i
cuori e le menti" della popolazione, nel tentativo di imporre
una "riconciliazione nazionale"
dall'alto. Le parole della canzone sono tutte improntate all'unità nazionale, e ritraggono
l'intervento dei militari come
un tentativo benevolo di riportare la pace in un Paese politicamente diviso da ormai un
decennio. «Oggi la nazione
fronteggia un pericolo minaccioso, le fiamme si stanno alzando, lasciateci essere quelli
che intervengono prima che
sia troppo tardi, per riportare
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La “talpa” Snowden
non sarà interrogata
in Germania
Redazione
Il ministro tedesco della Giustizia,
Heiko Maas (Spd), ha escluso la
possibilità che la commissione
parlamentare d'indagine sulle intercettazioni dell'intelligence Usa
interroghi Edward Snowden in
Germania. Maas ha invece invitato la "talpa" del datagate a collaborare pienamente con le autorità
tedesche dal suo esilio russo:
«Quel che gli sta a cuore è un
chiarimento (di quanto accaduto),
per questo credo che alla fine sia
indifferente dove» venga interrogato, ha detto allo Spiegel online.
Per il ministro della Giustizia «la
qualità delle sue dichiarazioni non
può dipendere dal luogo in cui le
renda. Questa è una cosa che troverei in ogni caso molto strana».
Perché, ha aggiunto Maas, «non
dovrebbe ripetere anche a Mosca
le stesse cose che ha già detto da
tempo pubblicamente?». In Germania nelle scorse settimane c'è
stato un acceso dibattito sul luogo
dove i deputati della commissione
parlamentare sul caso Nsa dovessero intervistare Snowden. Mentre
le opposizioni puntavano a fare arrivare l'ex contractor Usa in Germania, dove avrebbe anche
potuto chiedere asilo politico, la
maggioranza di grande coalizione
ha scelto di inviare gli auditori in
Russia, dove attualmente si trova
rifugiato Snowden.
Roma imperiale: apre
al pubblico il mausoleo di Romolo
Secolo
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Redazione
Dopo oltre venti anni apre al pubblico
all'interno del Circo di Massenzio,
sulla via Appia Antica, ilmausoleo di
Romolo, dedicato al giovane figlio dell'imperatore Massenzio morto prematuramente. La visita dell'imponente
villa imperiale attribuita all'imperatore
Massenzio (306-312 d.C.) si arricchisce conl'apertura al pubblico del monumento dinastico, che potrà essere
visitato da cittadini e turisti senza prenotazione. Il mausoleo fa parte dei tre
edifici che compongono la villa imperiale: il mausoleo dinastico appunto; il
circo, che è il monumento più conosciuto dell'intero complesso di Massenzio (lungo 513 metri elargo 92), ed
i resti del palazzo imperiale. Il costo
complessivo del restauro, realizzato
dalle ditte Mbs e Angeloni con la supervisione tecnico-scientifica della Sovrintendenza capitolina, ammonta a
873.000 euro.
«Sono orgoglioso di poter restituire, ai
romani e ai milioni di turisti che ogni
anno visitano Roma, un gioiello assoluto del nostro patrimonio archeologico - ha commentato il sindaco
Marino - Dopo vent'anni è finalmente
possibile tornare a visitare interamente questo complesso monumentale che contribuisce ad ampliare
l'eccezionale offerta artistica della nostra città. E certamente la riapertura
d’Italia
Scoperto
dopo 120 anni
pipistrello ritenuto estinto
del mausoleo di Romolo può considerarsi come un ulteriore tassello verso
la realizzazione dell'obiettivo più ambizioso che dobbiamo perseguire: la
realizzazione del più grande parco archeologico del mondo, che dal centro
di Roma, alle pendici del Campidoglio,
si snoda fin qui sull'Appia». Il mausoleo, un edificio a pianta circolare circondato
da
un
imponente
quadriportico che si apre direttamente
sulla via Appia antica, era destinato
alla sepoltura dei membri della famiglia imperiale, e quasi certamente
ospitò le spoglie di Romolo, il giovane
figlio dell'imperatore prematuramente
scomparso (309 d.C.). La costruzione
si sarebbe dovuta sviluppare su due livelli: uno inferiore e seminterrato, destinato a cripta funeraria, e un piano
superiore che però non fu mai edificato. La cripta, priva di decorazioni, ha
una pianta circolare con un grosso pilastro centrale e un corridoio anulare.
Dal corridoio anulare è possibile entrare in un ampio vestibolo quadrangolare, che probabilmente serviva a
raggiungere il piano superiore. Nel
XVIII secolo fu costruito a ridosso del
mausoleo un casale che originariamente è stato utilizzato per lo sfruttamento agricolo del territorio ma che in
seguito fu trasformato in palazzina padronale dalla famiglia Torlonia.
tria che all'estero. Selezionati in
base alla motivazione, alla predisposizione per le relazioni interpersonali e all'attenzione per la
prospettiva di genere, i 50 frequentatori (ufficiali, funzionari e dirigenti
civili della Difesa, uomini e donne
di tutte le Forze Armate e dell'Arma
dei Carabinieri) oltre a lezioni teoriche su temi collegati alle pari opportunità, agli studi di genere e
all'attuazione delle risoluzioni Onu
su “donne, pace e sicurezza", discuteranno di casi concreti e seguiranno esercitazioni pratiche.
Fino al 20 giugno docenti universitari esperti di studi di genere, antropologia e comunicazione si
alterneranno con professionisti
della cooperazione civile e con
esperti militari e civili, per sviluppare il corso. Nella prima saranno
affrontati argomenti quali la storia
del genere, le pari opportunità, l'immagine e la diffusione di pregiudizi
e stereotipi di genere, le devianze
comportamentali quali molestie,
mobbing, stalking e verranno forniti
gli strumenti normativi e comunicativi da acquisire per fronteggiarle.
Nella seconda settimana di lezioni
saranno fornite ai frequentatori le
informazioni e gli strumenti per
orientare le unità impiegate in missione ad operare secondo le indicazioni delle risoluzioni Onu e delle
direttive Nato che chiedono di sviluppare la missione secondo la prospettiva di genere, tenendo cioè in
conto, in ogni fase delle attività, dei
differenti bisogni e delle esigenze
di uomini, donne, ragazzi e ragazze. In aggiunta, i docenti affronteranno i temi della violenza di
genere come arma di guerra e condurranno esercitazioni pratiche su
come opera un Gender Advisor durante una missione operativa.
Forze Armate: militari a lezione
per migliorare i rapporti
con le colleghe in divisa
Redazione
E' partito, presso il Centro Alti Studi
della Difesa a Roma, il primo corso
per Gender Advisor organizzato
dallo Stato Maggiore della Difesa.
La nuova figura professionale, istituita in ambito Nato, opererà facendo in modo che in tutte le fasi
della missione sia considerata e
coinvolta, al massimo livello possibile, anche la componente femminile della popolazione locale, la cui
partecipazione va tenuta presente
come necessario strumento di stabilizzazione e ricostruzione. Questo
approccio, orientato alla prospettiva di genere, rappresenta, in sintesi, un moltiplicatore di efficacia
per l'impiego dei militari sia in pa-
MARTEDì 10 GIUGNO 2014
Redazione
Un pipistrello ritenuto estinto è
stato riscoperto dopo più di un
secolo nelle foreste della Papua
Nuova
Guinea. Un'equipe australiana
della University of Queensland
ha avvistato il rarissimo esemplare nella regione costiera di
Abau. I ricercatori spiegano che
della specie, chiamata Pharotis
Imogene, non si avevano notizie
da oltre 120 anni, da quando
cioè nel 1890 uno scienziato italiano raccolse i primi ed unici
esemplari
conosciuti
alla
scienza. «La specie è stata presunta estinta da tempo», ha spiegato in un comunicato Luke
Leung, ricercatore dell'università
australiana. «Siamo riusciti a catturare l'esemplare a circa 120 km
ad est dall'unico luogo dove era
stato precedentemente osservato». Conosciuto per il suo
aspetto anche come "il pipistrello
dalla grandi orecchie della
Nuova Guinea", la specie è elencata come in "pericolo critico,
probabilmente estinto" dall'Iucn
(Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e rientra
inoltre nella "top 100" dei mammiferi più unici e minacciati al
mondo. «Devono essere fatti ulteriori studi per stabilire se il pipistrello dalla grandi orecchie
scoperto sia un'esemplare appartenente ad un piccolo gruppo
della specie endemica nella regione sud-orientale della penisola o se si è diffusa più
ampiamente», ha continuato
Leung. «Molti habitat di pianura
costiera in tutta la Papua Nuova
Guinea sono tra i più minacciati
nel Paese a causa del disboscamento e dell'agricoltura, nuove
indagini sul campo potrebbero
valutare lo stato di conservazione dei pipistrelli ed aiutare a
creare strategie future per assicurarne la loro conservazione»..
Un figlio di nome Benito: sinistra alla berlina
nel nuovo film della Archibugi
Secolo
MARTEDì 10 GIUGNO 2014
d’Italia
Redazione
Un ritratto sociale dell'Italia di oggi? «Non
sarei in grado di farlo, ma certo in questa
cena tra amici di sempre e parenti acquisiti
vengono fuori tutti i conflitti di classe che
sembravano sopiti e tanti sono i rinvii a
quello che ci succede intorno», dice Francesca Archibugi sul set a Piazza Verdi a
Roma di "Il nome del figlio", a distanza di
5 anni dall'ultimo film "Questione di cuore".
«Ero depressa, buttata su un divano da un
anno e mezzo per un film che per due anni
ho tentato di fare e che poi dolorosamente
non si è fatto, con protagonista un ragazzo
afghano di 14 anni - dice la regista di
"Verso Sera" e "Mignon è partita" - ma
questo progetto mi ha fatto entusiasmare
di nuovo». Ispirato a "Le Prenom" (Cena
tra amici) di Alexandre de la Patellière, riscritto e adattato alla realtà italiana da
Francesco Piccolo e dalla stessa Archibugi, prodotto dalla Indiana e da Lucky
Red, è «finalmente una commedia, anzi
una tragicommedia, una sorta di "Car-
nage" familiare dove un gruppo di amici e
parenti in una cena che doveva essere
come tante si squartano l'un l'altro con
colpi di scena e tensioni che mai erano
emerse». Tutto si scatena attorno al nome
del figlio che la coppia formata da Paolo
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(Alessandro Gassmann), immobiliarista di
case di lusso che ostenta ricchezza e menefreghismo politico «a dispetto di un'origine ebraica di alto lignaggio culturale», e
da Simona (Micaela Ramazzotti), giovane
scrittrice di romanzi porno-soft, ex conduttrice sportiva, che viene da (Casal) Palocco ha pensato di mettere al nascituro.
Quando il nome viene pronunciato durante
la cena con la sorella di Paolo, Betta (interpretata da Valeria Golino) e suo marito,
nonché compagno di liceo, Sandro, un
professore di sinistra cui dà il volto Luigi
Lo Cascio, si scatena il putiferio. Con loro
c'è l'amico di sempre Claudio (Rocco Papaleo), un musicista jazz figlio dell'autista
di famiglia. Il nome? Silvio? «Lasciateci il
mistero - ha provato a dire la regista - magari vi stupiremo». Nel film francese originale è Adolfo, in quello italiano sarà...
Benito. Succederà di tutto, se ne diranno
di tutti i colori, «ma in fondo senza perfidia
perché in questa commedia sulle relazioni
umane l'amore continua ad essere un motore potentissimo». L'uscita in sala sarà
presumibilmente a gennaio.
Alla Sala Umberto un cartellone all'insegna del divertimento di qualità
Redazione
Una stagione ricca di proposte diverse, nuove, garanzia di divertimento e qualità. Questa la
promessa della Sala Umberto di
Roma, che ha presentato il suo
cartellone. Inediti accanto a una
drammaturgia straniera di qualità,
ma anche classici della nostra comicità italiana terranno gli spettatori occupati per l'anno 2014/2015.
Si parte a settembre con ''Strimpelli e Vinile'' scritto e diretto da Attilio Fontana ed Emiliano
Reggente. A ottobre Pino Insegno
e Roberto Ciufoli batteranno il palcoscenico con un viaggio nel varietà ''Ecco noi per esempio'', pezzi
inediti accanto al meglio del loro
repertorio. Corrado Tedeschi ed Ettore Bassi saranno protagonisti di
un giallo per teatro, ricco di colpi di
scena e momenti avvincenti, con
''Trappola mortale''. Tornerà anche
un classico del teatro interpretato
da Giuliana De Sio ''Notturno di
donna con ospiti'', regia di Enrico
Maria Lamanna, un viaggio nel
quotidiano contaminato dal thriller.
A dicembre Antonio Catania e
Gianluca Ramazzotti si cimenteranno nella commedia che sta spopolando in Spagna, ''Il Prestito'',
regia di Giampiero Solari (versione
italiana di Pino Tierno); un susseguirsi di risate e colpi di scena sul
tema della crisi mondiale o meglio
della paura della crisi. Ritornano a
grande richiesta Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, regia di
Claudio Boccaccini, con ''I Suoceri
Albanesi''; una famiglia borghese
che vede crollare le certezze su cui
si e' costituita. Tra gli show, Dario
Ballantini a gennaio renderà omaggio all'amico e cantautore Lucio
Dalla, reinterpretando una parte
scelta della sua ampia produzione
artistica in ''Da Balla a Dalla'', sto-
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
ria di un' imitazione vissuta, mentre Max Paiella con la band The
Rabbits si preparano ad arrivare
con il ''Il Tonto di Montecristo'',
regia di Francesco Brandi per insegnare al cittadino onesto la via
della sopravvivenza in una complicata società trasformista. Da Made
in Sud Paolo Caiazzo porta in
scena ''Benvenuti in casa Esposito'', storia di un improbabile delinquente ossessionato dal ricordo
del padre. Sergio Assisi e Bianca
Guaccero ospiti da Dio per lo spettacolo ''Oggi sto da Dio'', regia di
Mauro Mandolini. Chiuderanno la
stagione Emilio Solfrizzi con ''Sarto
per Signora'', regia di Valerio Binasco e i simpaticissimi Marco Columbro e Gaia De Laurentis con
''Alla stessa ora il prossimo anno'',
regia di Giovanni de Feudis.
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7 agosto 1990 n. 250