lʼeffetto-renzisfuma:laroccaforterossalivorno
Transcript
lʼeffetto-renzisfuma:laroccaforterossalivorno
d’Italia LʼEFFETTO-RENZI SFUMA: LA ROCCAFORTE ROSSA LIVORNO CONQUISTATA DAI GRILLINI. IL CENTRODESTRA VINCE IN 5 CITTÀ ANNO LXII N.134 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Redazione Dopo la volata di due settimane fa il centrosinistra ha perso quattro sue storiche roccaforti: Livorno, Padova, Perugia e Potenza, di cui le ultime due sono anche capoluoghi di regione. Ma ha strappato alcune città al centrodestra: Bergamo, Biella, Cremona, Verbania, Pescara, Vercelli e Pavia. A Livorno, la città che ha tenuto a battesimo il Pci e che dal dopoguerra aveva affidato le proprie sorti sempre alla guida della sinistra, Filippo Nogarin, candidato per il Movimento 5 Stelle, con una campagna elettorale non urlata, è riuscito a sfilare la poltrona di sindaco a Marco Ruggeri, Pd, che per la prima volta nella storia della sinistra livornese è stato costretto ad andare al ballottaggio, perdendolo. La sconfitta a Livorno, per il Pd, è paragonabile a quando a Bologna, nel 1999, Giorgio Guazzaloca riuscì a strappare la città portando, per la prima volta dal dopoguerra, una coalizione di centrodestra alla guida WWW.SECOLODITALIA.IT del capoluogo emiliano. Il Movimento 5 Stelle ha vinto anche a Civitavecchia, nel Lazio. A Padova lʼaltra clamorosa sconfitta del Pd che ha governato la città dal 1993, con un break tra il ʼ99 e il 2004: il suo candidato Ivo Rossi, che ha guidato la città da quando lʼex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro allo Sviluppo economico, ha perso la sfida contro Massimo Bitonci (sostenuto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli dʼItalia). La vittoria del Carroccio a Padova farà pandant con il governo della Regione, guidata da Luca Zaia. Il centrodestra ha riconquistato anche Teramo, che già governava, con Maurizio Brucchi. A Potenza ha vinto Dario De Luca, esponente di Fratelli dʼItalia nella coalizione di centrodestra: clamorosa la sconfitta del centrosinistra, il cui candidato Luigi Petrone, del Pd, aveva sfiorato la vittoria al primo turno. Il Pd è riuscito a confermarsi a Modena, dove Giancarlo Muzzarelli (Pd), che aveva sfiorato la vittoria al primo turno, ha battuto lʼavversario M5s martedì 10/6/2014 Marco Bortolotti, che ha potuto contare sul sostegno della Lega nord, di Fratelli dʼItalia e del Nuovo Centro Destra del modenese Carlo Giovanardi. Conferma del Pd anche a Terni e Bari, dove il nuovo sindaco è Antonio Decaro. Il partito del premier è riuscito poi a strappare Vercelli, Verbania, Cremona, Biella, Pescara, Foggia e Bergamo al centrodestra. In questʼultima città lʼex spin doctor di Matteo Renzi, Giorgio Gori, ha battuto il sindaco uscente Franco Tentorio. A Verbania e Vercelli a imporsi sono state due donne: Silvia Marchionini e Maura Forte. Altro scontro importante, quello di Pavia, dove Carlo Cattaneo, sindaco uscente di centrodestra, uno dei più giovani e più amati dʼItalia, ha perso la sfida contro Massimo Depaoli (Pd). Nei 139 Comuni al voto circa un terzo si lo è aggiudicato il centrodestra, due terzi il centrosinistra. Molto bassa lʼaffluenza alle urne, pari al 49,5%, mentre al primo turno aveva toccato il 70,6%. Dunque il calo è stato di oltre venti punti. Il premier striglia il Pd: «Vivendo di rendita si perde». Centrodestra in coro: uniti si può vincere ovunque Antonio Marras Se la Boschi aveva twittato subito un messaggio di smodata esultanza, nonostante le sconfitte di Livorno e Padova, ci ha pensato il premier Renzi a riportare il partito con i piedi per terra, ricordando alla classe dirigente del Pd che non si vince solo grazie allʼeffetto “80 euro”e tantomeno perché ci si considera i più bravi. «Lʼanalisi dei ballottaggi segna la fine delle posizioni di rendita elettorale, è finito il tempo in cui qualcuno sa che in quel posto si vince di sicuro», ha detto Renzi dal Vietnam, dove è in missione, dichiarandosi comunque soddisfatto per un “risultato straordinario”. Peccato che non tutti nel suo partito, nonostante lʼaltalenante esito dei ballottaggi, mantengano lo stesso profilo sobrio. «Questi ballottaggi rappresentano una vittoria limpida e indiscutibile, che conferma e consolida lʼavanzata del Pd alle europee e alle recenti regionali», attacca Debora Serracchiani, vicesegretaria del Partito democratico. Poi cʼè chi, come la Moretti, attribuisce i rovesci agli scandali nei quali il partito è rimasto coinvolto, dal Mose allʼExpo. Ma cʼè anche chi, come Beppe Grillo, fa altrettanto dal proprio punto di vista e non trattiene la sua gioia per le vittorie di Livorno, Civitavecchia e Bagheria. Poi cʼè il centrodestra, che incassa lʼennesima tornata con luci e ombre: si perde a Pavia, si espugna Perugia, la capitale dellʼUmbria rossa, si conquista a sorpresa Padova, con il leghista Massimo Bitonci sostenuto da una coalizione che va da FI a Fratelli dʼItalia, ma il partito della Meloni festeggia soprattutto la vittoria a Potenza, un piccolo grande miracolo. Il commento ge- nerale a questa tornata elettorale, come sempre negli ultimi tempi, è tra il soddisfatto e il rammaricato per come il centrodestra, se unito, si mostri ancora una volta competitivo anche nelle competizioni municipali. «Le ultime elezioni amministrative hanno dimostrato che un italiano su due non ha votato e una diminuizione dei voti allʼattuale centrodestra. Certo, lʼonda lunga di Renzi alle Europee non dico che si sia arrestata, ma si è arenata. Il Paese, con questa astensione, richiede cambiamento, ma soprattutto trasparenza. Insomma, ci vuole una classe politica nuova», dice Giovanni Toti (Fi). Ignazio la Russa, co-fondatore e deputato di Fratelli dʼItalia, sottolinea come i risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative ”confermino la difficoltà complessiva del centrodestra, prevedibile perché il doppio turno avvantaggia la sinistra”. La Russa ha detto anche che per FdI ”qui e lì ci sono state delle soddisfazioni, come a Potenza dove ci siamo presentati da soli insieme a una lista civica” ma il voto delle amministrative deve essere ”un monito a una ricomposizione” che non sia una ”somma algebrica” delle forze politiche ma che ”prenda le distanze dalla contiguità con il centrosinistra”. Identica analisi anche dal Nuovo centrodestra, che però esagera fino al punto da dichiararsi la vera vincitrice di queste elezioni: «I dati attestano in questo caso una corrispondenza tra forza elettorale dellʼNcd e vittoria del centrodestra, il che vuol dire che è lʼelettorato moderato a fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Quellʼelettorato – spiega Gaetano Quagliariello – che nel centrodestra solo Ncd è in grado di conquistare». La sinistra di lotta e di poltrona: il triste epilogo della lite tra i “compagni” e il “mito” Spinelli 2 Luca Maurelli Un tempo molto vicino, fino a un paio di settimane fa, bastava la parola – Spinelli – per sollevare il brivido, lʼemozione, lʼestasi dellʼintellighentia di sinistra e del suo popolo di elettori adoranti. Bastava avere tra la labbra la Spinelli, senza neanche fumartela, per evocare una visione purificatrice del mondo, la militanza comunista, lʼantifascismo, Ventotene, lʼeuropeismo solidale, nel segno di papà Altiero, della sua visione di un continente unito, collaborativo, federato, senza spread e Merkel, ma con una politica fatta di rinunce, passioni, esili e ritorni. Di tutto, ma non di volgari potrone. Da quelle suggestioni nasceva la candidatura di Barbara Spinelli nelle file degli europeisti incazzati di sinistra, quelli della Lista Tsipras: eppure la discesa in campo della carismatica figlia di Altiero, una candidatura che lei stessa aveva Secolo d’Italia definito “di bandiera”, utile cioé solo a trainare quella piccola formazione verso il superamento della soglia di sbarramento del 4%, doveva restare solo una mossa elettorale. Un inconveniente, però, ha rovinato i piani: la sinistra, una volta tanto, ha vinto, la lista ce lʼha fatta, la Spinelli è stata eletta in due circoscrizioni. Eventi, questi, cui i neocomunisti non sono abituati, gli piglia il panico, si spaccano in due come un grissino. Infatti, dopo cinque minuti, la Spinelli sʼera già pentita di aver lasciato intendere che si sarebbe dimessa per lasciare il seggio dellʼEuropar- lamento ad altri esponenti di Sel. Dal quel momento è diventata, agli occhi dei compagni, una mezza truffatrice, quasi unʼopportunista, “una che non ha rispettato i patti, incoerente, scorretta”. Ovvero, tutte le accuse che fino a ieri i “compagni” avrebbero riservato al massimo a una velina di centrodestra. Ma Barbara ha tenuto duro e alla poltrona, come ha confermato oggi, non ha rinunciato: «Mi si accusa di essermi chiusa in una torre dʼavorio, a Parigi, di aver deciso da sola. Di aver scelto fra Centro e Sud trattando i candidati arrivati dopo di me “come carne da macello”, così scrive Furfaro. È falso e ingiusto», dice la Spinelli, intervistata da Repubblica. Ma gli “Tsipras” sono spaccati, Sel è sul piede di guerra e la campagna di fango contro la sua decisione di non rinunciare è già scattata. A farla però non è Sallusti, ma qualche direttore amico di Vendola. strada come, ad esempio, il verde per la mitigazione ambientale. Chi vinceva si tirava poi indietro lasciando spazio a chi aveva chiesto di più. Questi poi subappaltava il lavoro a chi avrebbe alla fine dovuto vincere la gara e il disavanzo che si creava fra le due operazioni finiva nelle tasche di Brentan, exsindacalista e uomo di fiducia del Pd veneziano. Brentan nel 2006 prospettò una “provvista” di oltre 2 milioni di euro nel gioco dei disavanzi. I lavori erano stati vinti dalla Sacaim che poi li aveva subappaltati ad unʼAssociazione temporanea di imprese composta da micro aziende che, secondo gli interrogatori dei protagonisti, avevano sborsato il denaro consci che questo sarebbe finito a Brentan e ritenendosi, per questo, concusse. La società autostradale non esiste più, oggi è entrata nella Cav che gestisce il Passante di Mestre. Di fatto, comunque, cʼè un giro vorticoso di società chiamate in causa per la creazione di fondi “neri” e tanti foglietti su operazioni di versamento di migliaia di euro in banche mezza Europa nelle carte della procura della Repubblica di Venezia che sta indagando sul Mose. Società, a dare credito alle dichiarazioni fatte da alcuni imputati, che attraverso un giro di false fatturazioni permettevano lʼaccantonamento di denaro. Emblematici a tale proposito, gli interrogatori resi da Nicolò Buson, allora responsabile finanziario della Mantovani guidata da Piergiorgio Baita, facendo riferimento a uomini di fiducia della stesso Baita: «Le somme che venivano corrisposte ai politici locali – dice Buson a verbale il 10 aprile dello scorso anno – erano frutto di sovrafatturazioni provenienti dalle società riconducibili al Marazzi e al Voltazza, di rientri di false fatturazioni fatte al Colombelli a San Marino e infine dei guadagni, depositati in conti svizzeri, provenienti dalla intermediazione e vendita nei servizi di trasporto e fornitura dei sassi di annegamento». Poi le società create da lui e Baita per il trasporto e lʼacquisto dei sassi dalla Croazia e il giro di conti in mezza Europa. Buson indica lʼaggio, attorno al 20 per cento, che si pagava per quelle operazioni che producevano fondi per qualche milione. Sulle false fatturazioni, Mirco Voltazza dice di aver visto una volta, nel 2012, sul telefonino di Baita «il numero di un conto svizzero su cui doveva essere trasferita una partita di circa 500mila euro, frutto delle false fatturazioni del Marazzi». In una perquisizione in casa Baita, utile per incrociare i dati emersi dalle indagini e per i successivi interrogatori, vengono trovati allʼinterno dellʼauto aziendale da lui utilizzata dei foglietti manoscritti, allʼinterno di una cartellina verde, riportanti riferimenti ad operazioni e al versamento in Svizzera di “fondi neri”. Ecco il metodo Brentan: così lʼex-sindacalista e uomo del Pd creava fondi neri per le tangenti ai politici Redazione Il metodo per fare “nero” e creare fondi da dare alla politica utilizzato da Piergiorgio Baita, quando era Ad di Mantovani, e nel Consorzio Venezia Nuova di Giovanni Mazzacurati, negli anni ha fatto scuola. A sfruttarlo, e lo racconta lo stesso Baita negli atti sullʼinchiesta Mose, anche Lino Brentan, ex-sindacallista e uomo del Pd, quando era Presidente dellʼAutostrada Venezia-Padova, lʼA4. Brentan è stato condannato proprio per alcune tangenti nella primissima fase dell”inchiesta della guardia di Finanza sulla tangentopoli veneta ma ora è nuovamente ai domiciliari per la terza fase, quella politico-imprenditoriale, scattata lo scorso 4 luglio. Brentan, racconta Baita, faceva delle gare al massimo ribasso per opere minimali lungo lʼauto- MARTEDì 10 GIUGNO 2014 Forza Italia torna alla carica sulla “grazia” per Berlusconi: “Napolitano ponga riparo allʼingiustizia” MARTEDì 10 GIUGNO 2014 Secolo 3 d’Italia Confermato lo sciopero dei benzinai fissato per il 18 giugno Redazione «Ci appare ogni giorno sempre più incredibile che il Capo dello Stato non abbia provveduto a rimediare con la grazia all'evidenza della ingiustizia che colpisce Silvio Berlusconi. Un gesto, comunque il Presidente Napolitano valuti la sentenza, necessario se non altro per la spinta alla pacificazione e al rasserenamento della convivenza democratica di atto simile atto». Lo scrive Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati. «Berlusconi, in quanto sa di essere innocente, non vuole e non può chiedere come dono quello che è certo di ottenere per via di giustizia con la revisione del processo. Resta lo spazio per un gesto assoluto, esercitato nella pienezza dell'altissimo mandato di Presidente di tutti gli italiani, che liberi Silvio Berlusconi da una pena profondamente umiliante per un uomo che ha dato la sua vita per la Patria», spiega la nota politica del gruppo azzurro a Montecitorio, evidenziando, con riferimento al Capo dello Stato, come «il garante dell'unità nazionale e del bene comune avvertirà senz'altro, nella sua coscienza, l'urgenza di una tale decisione«. «Milioni di italiani si identificano affettivamente con il Presidente Berlusconi. Scriviamo, come "Mattinale", queste parole immedesimandoci con l'amore che un intero popolo gli porta, e questo crediamo debba vincere contro ogni considerazione contraria», evidenzia la nota azzurra, che quindi conclude: «Ci aspettiamo che anche i nostri avversari politici, ed in particolare chi è al governo, possa far suoi questi giudizi e sostenere una richiesta di grazia che avrebbe un significato potente anche presso l'opinione pubblica internazionale, nel momento in cui l'Italia presiede per un semestre l'Unione Europea. Siamo illusi? Crediamo nella causa della giustizia e della democrazia. E in Italia crediamo sia ancora una fede legittima e condivisa». Due mesi fa era stato lo stesso Berlusconi a sottolineare come il capo dello Stato, Napolitano, avesse il dovere morale di concedergli la grazia. Nel corso della trasmissione Piazzapulita su La7, l'ex-premier aveva insistito più volte su questo aspetto anche in ragione dell'assurdità della condanna «frutto - aveva sostenuto il leader del Centrodestra - di una costruzione assolutamente inaccettabile, con un processo arrivato a una sentenza mostruosa che sarà ribaltata dalla Corte Europea dei diritti dellʼuomo e dalla revisione. Una sentenza - aveva aggiunto parecchio amareggiato il Cavaliere - politica e inventata». Redazione Ancora uno sbarco sulla banchina del porto di Pozzallo: 211 sono giunti a bordo di una nave mercantile dopo i 102 profughi approdati ieri sera con la nave “Norient Star”, che aveva raccolto anche tre cadaveri. Le vittime erano annegate in seguito alla collisione tra il mercantile e il gommone che trasportava i migranti. I profughi sbarcati ieri sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Pozzallo che ospita attualmente circa 400 persone. Degli ultimi 211 arrivati stamane non si conosce ancora la destinazione. Si contano i sopravvissuti, a Pozzallo, ma ci sarebbero anche dei dispersi, inghiottiti dalle acque durante le fasi di salvataggio. E c'è un video che docuemnra la tragedia. Il gommone si avvicina alla motonave che avvia le pratiche di soccorso: una corda lo tiene ancorato alla scaletta, ma mentre i primi migranti salgono il gommone urta la nave, si fora e si scatena il panico. Sono le scene riprese da una telecamera della maltese “Norient Star” che mostra la tragedia del mare costata la vita a tre uomini, annegati, mentre altri due sono dispersi. La motonave ieri è sbarcata a Pozzallo e dopo gli accertamenti giudiziari, con acquisizione del filmato, ha ripreso il largo. La buona notizia è che sarebbe stato identificato lo scafista del peschereccio con a bordo i migranti eritrei soccorsi nel Canale di Sicilia dalla motonave Jupiter Bay arrivata ieri a Pozzallo. Il provvedimento di fermo, emesso dalla Procura di Ragusa, è stato notificato da squadra mobile della Questura, carabinieri e guardia di finanza. Il numero degli arrivi nel porto di Pozzallo (Ragusa), con l'ultimo sbarco di stamani di 211 migranti, ha superato il tetto delle 11 mila presenze. Cifre da capogiro per un paese che continua a vivere l'emergenza immigrazione con grande preoccupazione. Gli oltre 11mila migranti sbarcati a Pozzallo in questi primi mesi dell'anno sono più del doppio rispetto al dato complessivo dell'intero 2013. «Il governo Renzi è complice del disastro sociale e umano che da mesi si sta registrando in Sicilia. Ancora sbarchi e ancora dispersi o morti. La situazione è incontrollabile», afferma in una dichiarazione Maurizio Gasparri (FI). Immigrazione, emergenza infinita: in corso un esodo di massa verso le coste italiane Redazione I sindacati dei distributori di benzina confermano lo sciopero proclamato per il 18 giugno e lo stop del self service dal 14 al 17 del mese. È quanto si apprende al termine dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico a cui hanno partecipato Faib, Fegica, Figisc che comunque riconoscono l'impegno del governo sul tema. Tutte e tre le sigle dei gestori hanno, infatti, espresso "apprezzamento per la disponibilità mostrata dal ministero" ma, hanno spiegato come "al momento l'unico strumento che hanno sia lo sciopero". La mobilitazione testimonia quello che per la categoria è un comparto in "estrema difficoltà", ha sottolineato il vicepresidente nazionale della Faib, Pietro Calersi, secondo cui il settore ormai "è al fallimento". Il presidente nazionale della Figisc Confcommercio, Maurizio Micheli, ha messo l'accento sulla necessità "di avere gli stessi prezzi su tutti gli impianti, in modo da abbassarli sulla rete. I gestori da tempo infatti lamentano il vincolo di fornitura in esclusiva che vale per le compagnie petrolifere e che, secondo i sindacati dei benzinai, sta alla base dei prezzi alti. Inoltre la Figisc chiede "la ristrutturazione del settore attraverso la chiusura degli impianti improduttivi". Il Wwf smaschera il governo: «Aumenta le aree marine protette, ma taglia i fondi. Il sistema collasserà» Secolo 4 MARTEDì 10 GIUGNO 2014 d’Italia Annamaria Gravino Si è trasformato in un boomerang l'entusiasmo del governo nell'annunciare la creazione di quattro nuove aree marine protette. Un provvedimento di facciata visto che, mentre elargisce etichette, l'esecutivo Renzi taglia i fondi per gestire questi tesori ambientali italiani. A denunciarlo è il presidente del Wwf, Dante Caserta, spiegando di esprimere «soddisfazione per l'avvio dell'iter che porterà rapidamente alla nascita di quattro nuove aree marine protette, ma non possiamo nascondere la grande preoccupazione per il taglio delle risorse finanziarie alle 27 aree già istituite». Caserta ha chiarito che questo patrimonio viene «condannato di fatto alla paralisi gestionale». Le nuove aree marine protette annunciate dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, saranno quella del Conero, sul litorale adriatico, presso Ancona; quella di Torre Calderina in Puglia, sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta; quella di Capo Testa-Punta Falcone, in Sardegna a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura; quella di Capo Milazzo in Sicilia. La loro istituzione è prevista dalla Legge di stabilità 2014, che non ha però definito nessun corrispondente aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria né delle nuove quattro aree marine protette né delle 27 esistenti, già in gravi difficoltà per la sistematica riduzione delle risorse. Anzi, il Wwf ha ricordato come dall'inizio dell'anno si sia registrata, a causa dei tagli lineari decisi dal ministero dell'Economia, una sostanziale ulteriore riduzione dei fondi per la gestione ordinaria e gli investimenti. Il capitolo di bilancio "Gestione/interventi Aree marine protette" ha registrato nei primi cinque mesi del 2014 un taglio di oltre un milione e duecentomila euro, passando dagli originari poco più di 5 milioni di inizio anno agli attuali 3.790.000 euro circa, una decurtazione pari a circa il 24%. «L'aumento del numero delle aree marine protette senza un corrispondente incremento delle risorse per la loro gestione ordinaria costituisce un autentico paradosso, che in prospettiva rischia di condannare alla paralisi gestionale tutto il sistema», ha spiegato l'associazione ambientalista, chiedendo «al governo e al parlamento azioni coerenti per assicurare il necessario aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria delle aree marine protette, in grado non solo di recuperare i tagli subiti negli ultimi anni, ma di garantire anche un proporzionale aumento in considerazione dell'annunciato avvio dell'operatività delle nuove quattro aree protette». Balene a rischio per il rumore delle navi: impedisce che si corteggino Redazione Troppo rumore disturba le "conversazioni" e i sentimenti. Anche per le balene. Uno studio ha dimostrato che i suoni assordanti prodotti in mare aperto dal traffico navale hanno un impatto molto negativo sulla riproduzione dei cetacei. La denuncia è arrivata dal professore dell'Università di Pavia Gianni Pavan, nel corso dell'inaugurazione della nuova campagna di Marevivo a difesa dell'ecosistema marino. «Abbiamo negli oceani milioni di navi che fanno rumore e - ha spiegato - producono un "tappeto" sonoro a bassa frequenza, che ha un impatto significativo sugli animali, impedisce la loro comunicazione, provoca stress, l'abbandono di determinate aree marine e impedisce alle balene di corteggiarsi». La preoccupazione degli scienziati per il problema del rumore è nata dagli episodi acuti come i sonar, la ricerca petrolifera. Ma le sorgenti di rumore di origine umana comprendono anche le esplosioni marine, le centrali eoliche in mare, le prospezioni sismiche con airgun, oltre al rumore continuo dovuto al traffico navale. «Ci sono balene, come le megateri, che si corteggiano a 400 chilometri di distanza, a cui il rumore delle navi - ha spiegato Pavan - impedisce di comunicare, perché maschera i segnali delle balenottere che usano le bassissime frequenze e questo ha un grave impatto sulla loro riproduzione». Le misure del rumore in acqua sono completamente diverse da quelle in aria: «Se all'aperto, per un uomo, 20-30 decibel rendono un ambiente silenzioso e 100-110 lo rendono molto rumoroso, in acqua si raggiungono i 180-190 decibel di rumorosità e una nave può arrivare a produrne tanti. A quei livelli, per una balena, sarebbe come per un uomo avere accanto un jet al decollo», ha chiarito il professore, sottolineando che «in mare, soprattutto le basse frequenze, si propagano su grandissime distanze, perché mentre l'aria è elastica e assorbe il suono, in acqua il suono si propaga su centinaia di chilometri». Pakistan, i terroristi assaltano lʼaeroporto di Karachi: 28 morti MARTEDì 10 GIUGNO 2014 Redazione L'aeroporto di Karachi è stato bersaglio domenica sera dell'attacco di un gruppo armato che ha paralizzato lo scalo della capitale economica del Pakistan, provocando 28 morti tra cui dodici attentatori, quattro dipendenti dello scalo e dodici fra soldati e agenti della polizia. Il cruento attacco armato sferrato da un commando del movimento Tehrek-e-Taleban Pakistan (TTP) è cominciato quando una quindicina di militanti si sono infiltrati nella zona cargo dell'aeroporto internazionale Jinnah, dove due kamikaze si sono fatti esplodere. Durante il primo scontro a fuoco con le forze di sicurezza, i Secolo d’Italia militanti del TTP hanno appiccato il fuoco ad un edificio nella zona del vecchio scalo, con fiamme che si sono sviluppate per l'impossibilità dei vigili del fuoco di avvicinarsi alla zona interessata. Al momento dell'attacco c'erano nell'aeroporto circa settecento passeggeri che sono stati evacuati senza problemi. Le tv pachistane hanno mostrato per tutta la notte le fiamme e le colonne di fumo che si sono levate nel cielo come conseguenza dello scontro armato. L'ufficio stampa dell'esercito a Rawalpindi ha smentito che i militanti avessero incendiato un velivolo, precisando che si trattava invece di un edificio ammini- strativo. I danni generali sono ingenti, ed anche alcuni velivoli (fra cui due delle compagnie Pia e Airblue) sono rimasti danneggiati. L'obiettivo del folto commando armato del Tehrek-eTaliban Pakistan era «la distruzione degli aerei che si trovavano sulla pista». Secondo l'emittente DawnNews, i militanti sono entrati nello scalo da due differenti punti. Ma la loro progressione verso il terminal principale, ha precisato Geo Tv, è stata bloccata dalla Forza di sicurezza dell'aeroporto (Asf). Lontano da Karachi, ma nelle stesse ore, un attentato a sfondo interconfessionale ha colpito anche la regione del Baluchistan, area di conflitto tradizionale tra musulmani sunniti radicali e sciiti nel Pakistan sud-occidentale, oltre che irredentismi locali. Qui un attentatore kamikaze ha fatto strage in un ristorante affollato di pellegrini sciiti di ritorno da un tour religioso nel confinante Iran. Secondo fonti locali, ventitré persone sono state uccise nell'esplosione, avvenuta quasi in contemporanea (seppure verosimilmente senza alcune legame diretto) con l'inizio dell'attacco terroristico all'aeroporto Jinnah. l'amore, quanto tempo ci vorrà?», si legge nel testo. Dal golpe del 22 maggio, Prayuth ha ricordato più volte la necessità di intervenire per interrompere le violenze di una crisi politica che durava da novembre, e che aveva causato 28 morti e oltre 800 feriti. La proclamazione del colpo di stato ha però sorpreso molti analisti, dato che nelle settimane precedenti le violenze tra fazioni erano andate scemando. La presa del potere da parte dei militari è stata seguita da centinaia di arresti di politici, accademici e attivisti, quasi tutti rilasciati dopo pochi giorni. Tuttavia, tra i sostenitori dell'ex governo di Yingluck Shinawatra – nonché tra le "camicie rosse" a lei fedeli nel nord-est rurale del Paese – è diffusa la sensazione che i militari stiano cercando di schiacciare il dissenso con il pretesto della riconciliazione. Gli attivisti "rossi" rilasciati hanno dichiarato che tra le condizioni del loro ritorno in libertà figura anche la cessazione di qualsiasi attività politica che porti "divisioni" nel Paese, mentre dall'altra parte gli anti-governativi "gialli" che hanno manifestato per sette mesi hanno apertamente festeggiato la presa del potere dei militari. Thailandia, la canzone scritta dal capo della giunta militare è un successo su YouTube Redazione Una canzone scritta dal capo della giunta militare thailandese, generale Prayuth Chanocha, è diventata in pochi giorni una hit su YouTube, dove è stata ascoltata ormai 200mila volte. Il brano, intitolato "Riportare la felicità in Thailandia", fa parte della campagna propagandistica del regime per conquistare "i cuori e le menti" della popolazione, nel tentativo di imporre una "riconciliazione nazionale" dall'alto. Le parole della canzone sono tutte improntate all'unità nazionale, e ritraggono l'intervento dei militari come un tentativo benevolo di riportare la pace in un Paese politicamente diviso da ormai un decennio. «Oggi la nazione fronteggia un pericolo minaccioso, le fiamme si stanno alzando, lasciateci essere quelli che intervengono prima che sia troppo tardi, per riportare 5 La “talpa” Snowden non sarà interrogata in Germania Redazione Il ministro tedesco della Giustizia, Heiko Maas (Spd), ha escluso la possibilità che la commissione parlamentare d'indagine sulle intercettazioni dell'intelligence Usa interroghi Edward Snowden in Germania. Maas ha invece invitato la "talpa" del datagate a collaborare pienamente con le autorità tedesche dal suo esilio russo: «Quel che gli sta a cuore è un chiarimento (di quanto accaduto), per questo credo che alla fine sia indifferente dove» venga interrogato, ha detto allo Spiegel online. Per il ministro della Giustizia «la qualità delle sue dichiarazioni non può dipendere dal luogo in cui le renda. Questa è una cosa che troverei in ogni caso molto strana». Perché, ha aggiunto Maas, «non dovrebbe ripetere anche a Mosca le stesse cose che ha già detto da tempo pubblicamente?». In Germania nelle scorse settimane c'è stato un acceso dibattito sul luogo dove i deputati della commissione parlamentare sul caso Nsa dovessero intervistare Snowden. Mentre le opposizioni puntavano a fare arrivare l'ex contractor Usa in Germania, dove avrebbe anche potuto chiedere asilo politico, la maggioranza di grande coalizione ha scelto di inviare gli auditori in Russia, dove attualmente si trova rifugiato Snowden. Roma imperiale: apre al pubblico il mausoleo di Romolo Secolo 6 Redazione Dopo oltre venti anni apre al pubblico all'interno del Circo di Massenzio, sulla via Appia Antica, ilmausoleo di Romolo, dedicato al giovane figlio dell'imperatore Massenzio morto prematuramente. La visita dell'imponente villa imperiale attribuita all'imperatore Massenzio (306-312 d.C.) si arricchisce conl'apertura al pubblico del monumento dinastico, che potrà essere visitato da cittadini e turisti senza prenotazione. Il mausoleo fa parte dei tre edifici che compongono la villa imperiale: il mausoleo dinastico appunto; il circo, che è il monumento più conosciuto dell'intero complesso di Massenzio (lungo 513 metri elargo 92), ed i resti del palazzo imperiale. Il costo complessivo del restauro, realizzato dalle ditte Mbs e Angeloni con la supervisione tecnico-scientifica della Sovrintendenza capitolina, ammonta a 873.000 euro. «Sono orgoglioso di poter restituire, ai romani e ai milioni di turisti che ogni anno visitano Roma, un gioiello assoluto del nostro patrimonio archeologico - ha commentato il sindaco Marino - Dopo vent'anni è finalmente possibile tornare a visitare interamente questo complesso monumentale che contribuisce ad ampliare l'eccezionale offerta artistica della nostra città. E certamente la riapertura d’Italia Scoperto dopo 120 anni pipistrello ritenuto estinto del mausoleo di Romolo può considerarsi come un ulteriore tassello verso la realizzazione dell'obiettivo più ambizioso che dobbiamo perseguire: la realizzazione del più grande parco archeologico del mondo, che dal centro di Roma, alle pendici del Campidoglio, si snoda fin qui sull'Appia». Il mausoleo, un edificio a pianta circolare circondato da un imponente quadriportico che si apre direttamente sulla via Appia antica, era destinato alla sepoltura dei membri della famiglia imperiale, e quasi certamente ospitò le spoglie di Romolo, il giovane figlio dell'imperatore prematuramente scomparso (309 d.C.). La costruzione si sarebbe dovuta sviluppare su due livelli: uno inferiore e seminterrato, destinato a cripta funeraria, e un piano superiore che però non fu mai edificato. La cripta, priva di decorazioni, ha una pianta circolare con un grosso pilastro centrale e un corridoio anulare. Dal corridoio anulare è possibile entrare in un ampio vestibolo quadrangolare, che probabilmente serviva a raggiungere il piano superiore. Nel XVIII secolo fu costruito a ridosso del mausoleo un casale che originariamente è stato utilizzato per lo sfruttamento agricolo del territorio ma che in seguito fu trasformato in palazzina padronale dalla famiglia Torlonia. tria che all'estero. Selezionati in base alla motivazione, alla predisposizione per le relazioni interpersonali e all'attenzione per la prospettiva di genere, i 50 frequentatori (ufficiali, funzionari e dirigenti civili della Difesa, uomini e donne di tutte le Forze Armate e dell'Arma dei Carabinieri) oltre a lezioni teoriche su temi collegati alle pari opportunità, agli studi di genere e all'attuazione delle risoluzioni Onu su “donne, pace e sicurezza", discuteranno di casi concreti e seguiranno esercitazioni pratiche. Fino al 20 giugno docenti universitari esperti di studi di genere, antropologia e comunicazione si alterneranno con professionisti della cooperazione civile e con esperti militari e civili, per sviluppare il corso. Nella prima saranno affrontati argomenti quali la storia del genere, le pari opportunità, l'immagine e la diffusione di pregiudizi e stereotipi di genere, le devianze comportamentali quali molestie, mobbing, stalking e verranno forniti gli strumenti normativi e comunicativi da acquisire per fronteggiarle. Nella seconda settimana di lezioni saranno fornite ai frequentatori le informazioni e gli strumenti per orientare le unità impiegate in missione ad operare secondo le indicazioni delle risoluzioni Onu e delle direttive Nato che chiedono di sviluppare la missione secondo la prospettiva di genere, tenendo cioè in conto, in ogni fase delle attività, dei differenti bisogni e delle esigenze di uomini, donne, ragazzi e ragazze. In aggiunta, i docenti affronteranno i temi della violenza di genere come arma di guerra e condurranno esercitazioni pratiche su come opera un Gender Advisor durante una missione operativa. Forze Armate: militari a lezione per migliorare i rapporti con le colleghe in divisa Redazione E' partito, presso il Centro Alti Studi della Difesa a Roma, il primo corso per Gender Advisor organizzato dallo Stato Maggiore della Difesa. La nuova figura professionale, istituita in ambito Nato, opererà facendo in modo che in tutte le fasi della missione sia considerata e coinvolta, al massimo livello possibile, anche la componente femminile della popolazione locale, la cui partecipazione va tenuta presente come necessario strumento di stabilizzazione e ricostruzione. Questo approccio, orientato alla prospettiva di genere, rappresenta, in sintesi, un moltiplicatore di efficacia per l'impiego dei militari sia in pa- MARTEDì 10 GIUGNO 2014 Redazione Un pipistrello ritenuto estinto è stato riscoperto dopo più di un secolo nelle foreste della Papua Nuova Guinea. Un'equipe australiana della University of Queensland ha avvistato il rarissimo esemplare nella regione costiera di Abau. I ricercatori spiegano che della specie, chiamata Pharotis Imogene, non si avevano notizie da oltre 120 anni, da quando cioè nel 1890 uno scienziato italiano raccolse i primi ed unici esemplari conosciuti alla scienza. «La specie è stata presunta estinta da tempo», ha spiegato in un comunicato Luke Leung, ricercatore dell'università australiana. «Siamo riusciti a catturare l'esemplare a circa 120 km ad est dall'unico luogo dove era stato precedentemente osservato». Conosciuto per il suo aspetto anche come "il pipistrello dalla grandi orecchie della Nuova Guinea", la specie è elencata come in "pericolo critico, probabilmente estinto" dall'Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e rientra inoltre nella "top 100" dei mammiferi più unici e minacciati al mondo. «Devono essere fatti ulteriori studi per stabilire se il pipistrello dalla grandi orecchie scoperto sia un'esemplare appartenente ad un piccolo gruppo della specie endemica nella regione sud-orientale della penisola o se si è diffusa più ampiamente», ha continuato Leung. «Molti habitat di pianura costiera in tutta la Papua Nuova Guinea sono tra i più minacciati nel Paese a causa del disboscamento e dell'agricoltura, nuove indagini sul campo potrebbero valutare lo stato di conservazione dei pipistrelli ed aiutare a creare strategie future per assicurarne la loro conservazione».. Un figlio di nome Benito: sinistra alla berlina nel nuovo film della Archibugi Secolo MARTEDì 10 GIUGNO 2014 d’Italia Redazione Un ritratto sociale dell'Italia di oggi? «Non sarei in grado di farlo, ma certo in questa cena tra amici di sempre e parenti acquisiti vengono fuori tutti i conflitti di classe che sembravano sopiti e tanti sono i rinvii a quello che ci succede intorno», dice Francesca Archibugi sul set a Piazza Verdi a Roma di "Il nome del figlio", a distanza di 5 anni dall'ultimo film "Questione di cuore". «Ero depressa, buttata su un divano da un anno e mezzo per un film che per due anni ho tentato di fare e che poi dolorosamente non si è fatto, con protagonista un ragazzo afghano di 14 anni - dice la regista di "Verso Sera" e "Mignon è partita" - ma questo progetto mi ha fatto entusiasmare di nuovo». Ispirato a "Le Prenom" (Cena tra amici) di Alexandre de la Patellière, riscritto e adattato alla realtà italiana da Francesco Piccolo e dalla stessa Archibugi, prodotto dalla Indiana e da Lucky Red, è «finalmente una commedia, anzi una tragicommedia, una sorta di "Car- nage" familiare dove un gruppo di amici e parenti in una cena che doveva essere come tante si squartano l'un l'altro con colpi di scena e tensioni che mai erano emerse». Tutto si scatena attorno al nome del figlio che la coppia formata da Paolo 7 (Alessandro Gassmann), immobiliarista di case di lusso che ostenta ricchezza e menefreghismo politico «a dispetto di un'origine ebraica di alto lignaggio culturale», e da Simona (Micaela Ramazzotti), giovane scrittrice di romanzi porno-soft, ex conduttrice sportiva, che viene da (Casal) Palocco ha pensato di mettere al nascituro. Quando il nome viene pronunciato durante la cena con la sorella di Paolo, Betta (interpretata da Valeria Golino) e suo marito, nonché compagno di liceo, Sandro, un professore di sinistra cui dà il volto Luigi Lo Cascio, si scatena il putiferio. Con loro c'è l'amico di sempre Claudio (Rocco Papaleo), un musicista jazz figlio dell'autista di famiglia. Il nome? Silvio? «Lasciateci il mistero - ha provato a dire la regista - magari vi stupiremo». Nel film francese originale è Adolfo, in quello italiano sarà... Benito. Succederà di tutto, se ne diranno di tutti i colori, «ma in fondo senza perfidia perché in questa commedia sulle relazioni umane l'amore continua ad essere un motore potentissimo». L'uscita in sala sarà presumibilmente a gennaio. Alla Sala Umberto un cartellone all'insegna del divertimento di qualità Redazione Una stagione ricca di proposte diverse, nuove, garanzia di divertimento e qualità. Questa la promessa della Sala Umberto di Roma, che ha presentato il suo cartellone. Inediti accanto a una drammaturgia straniera di qualità, ma anche classici della nostra comicità italiana terranno gli spettatori occupati per l'anno 2014/2015. Si parte a settembre con ''Strimpelli e Vinile'' scritto e diretto da Attilio Fontana ed Emiliano Reggente. A ottobre Pino Insegno e Roberto Ciufoli batteranno il palcoscenico con un viaggio nel varietà ''Ecco noi per esempio'', pezzi inediti accanto al meglio del loro repertorio. Corrado Tedeschi ed Ettore Bassi saranno protagonisti di un giallo per teatro, ricco di colpi di scena e momenti avvincenti, con ''Trappola mortale''. Tornerà anche un classico del teatro interpretato da Giuliana De Sio ''Notturno di donna con ospiti'', regia di Enrico Maria Lamanna, un viaggio nel quotidiano contaminato dal thriller. A dicembre Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti si cimenteranno nella commedia che sta spopolando in Spagna, ''Il Prestito'', regia di Giampiero Solari (versione italiana di Pino Tierno); un susseguirsi di risate e colpi di scena sul tema della crisi mondiale o meglio della paura della crisi. Ritornano a grande richiesta Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, regia di Claudio Boccaccini, con ''I Suoceri Albanesi''; una famiglia borghese che vede crollare le certezze su cui si e' costituita. Tra gli show, Dario Ballantini a gennaio renderà omaggio all'amico e cantautore Lucio Dalla, reinterpretando una parte scelta della sua ampia produzione artistica in ''Da Balla a Dalla'', sto- Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi ria di un' imitazione vissuta, mentre Max Paiella con la band The Rabbits si preparano ad arrivare con il ''Il Tonto di Montecristo'', regia di Francesco Brandi per insegnare al cittadino onesto la via della sopravvivenza in una complicata società trasformista. Da Made in Sud Paolo Caiazzo porta in scena ''Benvenuti in casa Esposito'', storia di un improbabile delinquente ossessionato dal ricordo del padre. Sergio Assisi e Bianca Guaccero ospiti da Dio per lo spettacolo ''Oggi sto da Dio'', regia di Mauro Mandolini. Chiuderanno la stagione Emilio Solfrizzi con ''Sarto per Signora'', regia di Valerio Binasco e i simpaticissimi Marco Columbro e Gaia De Laurentis con ''Alla stessa ora il prossimo anno'', regia di Giovanni de Feudis. Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250