studio di impatto ambientale

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studio di impatto ambientale
Ditta OFFICINA
DELL’AMBIENTE S.r.l.
Insediamento – S.P. 196/bis, Cascina Grua
27034 LOMELLO (PV)
AMPLIAMENTO IMPIANTO DI MESSA IN RISERVA E
RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI SOLIDI
Decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22
D.P.R. 12 aprile 1996
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
SINTESI NON TECNICA
Revisione n°
0
Data
Mag. 2002
Allegato 7_1
Tipo revisione/cap.
Redatto
Carboni
Kovacs
Maddè
Zanoli
Verificato/approvato
Pinoli - Zanoli
Romano di L., maggio 2002
OFFICINA dell’AMBIENTE S.r.l. – Studio di Impatto Ambientale
2
_______________________________________________________________________
____
INDICE
1.0
INQUADRAMENTO TERRITORIALE ___________________________ 3
2.0
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO _________________ 5
3.0
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE ____________________ 8
4.0
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E STIMA DEGLI IMPATTI12
4.1
Atmosfera __________________________________________________________________ 12
4.2
Acque superficiali ____________________________________________________________ 14
4.3
Suolo e sottosuolo ____________________________________________________________ 15
4.4
Vegetazione flora fauna e ecosistemi ____________________________________________ 17
4.5
Paesaggio___________________________________________________________________ 18
4.6
Uomo e sue condizioni di vita __________________________________________________ 19
4.7
Viabilità e trasporti __________________________________________________________ 20
4.8
Rumore ____________________________________________________________________ 21
5.0
PIANO DI MONITORAGGIO _________________________________ 23
6.0
CONCLUSIONI ___________________________________________ 24
_________________________________________________________________________________________________
Autore
So.Ge.A.L. Società Gestione Ambiente Lavoro S.r.l. - Via del Commercio – 24058 ROMANO di LOMBARDIA
(Bg)
Tel. 0363/903365 – Fax 0363/902755
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1.0 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
L’impianto in esame è situato nel comune di Lomello, in provincia di Pavia, il territorio
comunale è posto nel settore centro-meridionale della porzione di pianura a nord del Po
denominata “Lomellina”.
Il territorio del comune si estende per circa 22,24 Km2, è confinante a nord con i comuni di S.
Giorgio Lomellina e Ottobiano, a est e sud-est con Ferrera Erbognone e Galliaviola, a sud con
Villa Biscossi, ad ovest con Mede, Semina e Vellezzo Lomellina. La superficie urbanizzata è
concentrata nell’abitato principale, situato a nord-est del territorio, sulle sponde del Torrente
Agogna. Il resto del territorio è prevalentemente agricolo, con varie cascine distribuite su tutta
l’area.
Come base cartografica di riferimento l’impianto di progetto è all’interno nel Foglio A7c5 della
C.T.R. (Carta Tecnica Regionale) della Regione Lombardia in scala 1:10.000, il resto dell’area
vasta di riferimento si sviluppa anche nei Fogli A7d5, A8c1 e A8d1.
Tabella 1.1: Inquadramento territoriale del sito di progetto
Comune: Lomello
Principali centri urbani limitrofi all’impianto:
Lomello
Mede
Galliavola
Villa Riscossi
Cascine isolate limitrofe (distanza minima dal limite dell’impianto):
C.na Grua
Lomello
C.na Angelina
Lomello
C.na Delizia
Lomello
C.na in prossimità del casello
Lomello
Comuni limitrofi: Mede, Semiana, Ottobiano,
Ferrera Erbognone, Galliavola, Villa Biscossi
Nord-Est
Sud-Ovest
Sud-Est
Sud
Sud
Est-Sud/Est
Est
Est
Abitati sulla S.P. 193 bis
Lomello
Est
Cascinotto
Lomello
Ovest-Nord/Ovest
Abitati in località Fornace
Lomello
Est
C.na Gusta
Lomello
Nord-Nord/Ovest
Due Cascine
Lomello
Nord
C.na S. Maria
Mede
Ovest-Sud/Ovest
C.na Notizia
Mede
Ovest-Nord/Ovest
Canali artificiali e naturali (distanza minima dal limite dell’impianto):
Cavo Corini
Ovest
Roggia Raina
Ovest
Fiumi:
Torrente Agogna
Nord-Est
Vie di comunicazioni principali (distanza minima dal limite dell’impianto):
S.S. 211
Est
S.P. 193 bis
Nord-Ovest
Ferrovia - “Pavia – Alessandria”
Sud-Est
Autostrada dei Fiori A7 - “Milano-Genova”
Est
0.80 Km
3.00 Km
3.20 Km
2.50 Km
0.20 Km
0.44 Km
1.70 Km
0.1 Km
0.390 Km
1.20 Km
0.480 Km
1.70 Km
1.75 Km
1.65 Km
2.30 Km
0.80 Km
1.20 Km
1.50 Km
0.90 Km
0.20 km
10 m
15 Km (in linea d’aria)
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Autore
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La superficie del territorio comunale, esclusivamente pianeggiante, ha una quota che varia da
95 a 85 m.s.l.m. con un gradiente topografico medio del 2‰ con debole pendenza verso sudest, è costituita da depositi quaternari di origine prevalentemente continentale tipici della media
pianura Lombarda è attraversata dal corso del Torrente Agogna, incassato rispetto alle
campagne circostanti, con direzione prevalente NW-SE e da numerosi corsi d’acqua artificiali
rogge e colatori irrigui.
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2.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
La Provincia di Pavia nei documenti programmatici del settembre 1998 “Linee d’indirizzo e
proposta metodologica” forniva alcune indicazioni di carattere generale sulle “azioni e strategie
possibili per il rilancio socio-economico del territorio Pavese”; azioni e strategie riconducibili a
tre temi fondamentali:
il rilancio dell’economia;
la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse fisiche, ambientali e culturali; la qualità e
l’efficienza del sistema territoriale;
la corretta e funzionale allocazione delle attività economiche al fine di un loro rilancio.
Il Piano Territoriale di Coordinamento, in fase di approvazione, per l’ambito territoriale della
Pianura irrigua Lomellina prevede i seguenti indirizzi:
dovranno essere salvaguardate le incisioni morfologiche sul piano fondamentale,
corrispondenti ai principali corsi d’acqua;
dovrà essere consolidata ed incentivata l’attività agricola in atto, sia per il suo valore
produttivo che paesistico;
i Piani di sviluppo agricolo ed i PRG, compatibilmente con le esigenze di produttività
agricola e nell’ambito delle rispettive competenze, dovranno prevedere incentivi e norme
tese a:
accrescere la complessità dell’ecosistema contenendo le spinte alla monocoltura e
prevedendo la conservazione e l’incremento delle biocenosi frammentarie (filari,
boscaglie ecc.)
regolamentare l’uso dei diserbanti e pesticidi;
salvaguardare i caratteri dominanti della trama paesistica quali: il reticolo idrografico e
gli elementi consolidati della tessitura;
salvaguardare la vegetazione sparsa quale elemento importante sia dal punto di vista
ecologico che paesistico;
salvaguardare e valorizzare gli elementi tipici della pianura irrigua quali i fontanili, le
risorgive, i prati marcitoi e le marcite;
vanno individuate norme ed incentivi per il recupero degli insediamenti tipici (cascine,
casali) prevedendo anche usi complementari a quelli agricoli, purchè compatibili con
l’attività agricola e con le tipologie interessata.
Per quanto riguarda la pianificazione relativa alla gestione dei rifiuti solidi urbani, la Regione
Lombardia ha elaborato una proposta di revisione della normativa di pianificazione dei rifiuti
solidi urbani contenuta nel p.d.l. approvato con d.g.r. n. 38905 del 19/10/98.
La Provincia di Pavia, ai sensi della l.r. 1° luglio 1993, n. 21 si è dotata del “Piano Provinciale
Recupero e Smaltimento rifiuti urbani e assimilabili”, approvato dal Consiglio della Regione
Lombardia nel marzo 1996.
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La Regione Lombardia non è attualmente dotata di una pianificazione sullo smaltimento dei
rifiuti speciali; l’attività di pianificazione in materia di rifiuti industriali è inserita nel
Programma Regionale di sviluppo della legislatura in corso di svolgimento e prevede la
regolamentazione del comparto mediante la formazione di un piano regionale dei rifiuti
speciali, la revisione delle normative e dei regolamenti regionali di settore e la definizione di
linee guida e norme tecniche per gli impianti di trattamento e smaltimento di tali tipologie di
rifiuti.
La Provincia di Pavia non è dotata di un piano per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
La valutazione dell’andamento nel tempo della produzione di rifiuti speciali è molto
problematico. La disomogeneità delle metodologie d’indagine e dei dati raccolti, non consente
di valutare con precisione l’evoluzione nel corso degli anni della produzione dei rifiuti speciali
e l’impatto che su di essa possono avere avuto, sia la modifica dei cicli industriali, sia
l’applicazione di un quadro normativo orientato a favorire la minimizzazione della produzione
dei rifiuti, il recupero e il riutilizzo.
Nel 1997 in Italia sono stati complessivamente avviati a recupero circa 12,3 milioni di
tonnellate di rifiuti speciali. La quota relativa al recupero di materia ammonta a circa 11,7
milioni di tonnellate; di questi circa il 67 % è costituita da rifiuti speciali non pericolosi, il 5 %
da rifiuti pericolosi, il restante da altre categorie di rifiuti quali rifiuti da costruzione e
demolizione.
Il recupero di materia di rifiuti speciali non pericolosi viene effettuato prevalentemente nelle
Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana che, da sole, trattano a tal fine il 70 %
circa dei rifiuti avviati a recupero nel Paese; per i rifiuti non pericolosi, la quota maggiore del
recupero (circa l’80 % del totale) avviene nelle Regioni Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia
Giulia, Campania.
Sulla base delle informazioni desumibili dalle dichiarazioni MUD le tipologie di rifiuti oggetto
di recupero per la maggiori quantità risultano essere gli inerti da costruzioni e demolizioni
(3.085.037 t), le ceneri leggere da processi termici (804.435 t), i rifiuti derivanti dalla
lavorazione della pietra (593.398 t), gli scarti di rasatura, taglio, impiallacciatura, legno
deteriorato (570.436 t), carbonato di calcio fuori specifica (351.895 t).
Nell’impianto di OFFICINA DELL’AMBIENTE verranno stoccati rifiuti, pericolosi e non,
appartenenti prevalentemente alle categorie afferenti ai gruppi 06 – 07 – 10 – 17 e 19 dei codici
CER.
Per quanto attiene i settori produttivi i dati 1999 confermano che le attività con la più alta
produzione di rifiuti sono quelle connesse con la produzione e la lavorazione dei prodotti in
metalli e loro leghe.
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Per l’impianto considerato, il settore di gestione dei rifiuti urbani che risulta di particolare
interesse è quello dell’incenerimento in considerazione del fatto che l’impianto di OFFICINA
DELL’AMBIENTE Srl è in grado di trattare le scorie pesanti provenienti dagli impianti di
termocombustione.
Le scorie ammontano a circa il 30 % del rifiuto originario alimentato all’impianto di
termocombustione.
La Relazione sullo stato dell’ambiente redatta nel 2001 dal Ministro dell’Ambiente evidenzia
quali saranno le tendenze nel prossimo futuro riguardo al settore dei rifiuti.
La strategia comunitaria in materia di rifiuti, i cui orientamenti sono ampiamente recepiti nella
normativa nazionale, affida infatti alla prevenzione un ruolo chiave. La minaccia rappresentata
dall’aumento delle quantità di rifiuti non può essere arginata solamente tramite una gestione più
efficiente ed un maggiore tasso di riciclo. Emerge in maniera sempre più netta, l’esigenza di
analizzare e gestire il problema rifiuti come una componente dei flussi totali di materia che
attraversano la società, inserendo la gestione dei rifiuti all’interno di una strategia integrata di
sviluppo sostenibile, che abbia, tra le priorità, la riduzione dell’esaurimento delle risorse, il
minore consumo di energia e la minimizzazione delle emissioni alla fonte.
La struttura dell’impianto di OFFICINA DELL’AMBIENTE Srl è stata concepita quindi
nell’ottica di poter fornire una risposta flessibile alla esigenza di gestione dei rifiuti prevedendo
un flessibile impianto che fa del funzionamento in automatico uno dei suoi punti di
qualificazione.
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3.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Il centro, come impianto di trattamento e recupero di rifiuti, rientra tra gli interventi previsti
dall’allegato A, lettera "i", al DPR 12.04.1996, cosi come disposto dal DPCM del 03.09.1999,
ed è pertanto soggetto al giudizio di compatibilità ambientale da parte della Regione
Lombardia. L’intervento stesso non rientra tra le categorie di opere assoggettate a pronuncia di
compatibilità ambientale ex art. 6 della Legge n. 349 del 8/7/86 in quanto è previsto che
vengano trattati rifiuti speciali (non pericolosi e pericolosi) non tossico - nocivi ai sensi del
paragrafo 1.2 della Delibera 27/7/84 del Comitato Interministeriale ex art. 5 del DPR 9/5/82.
L’attuale tendenza ecologica a limitare l’impiego di materie prime naturali porta a considerare
con grande interesse l’uso di materiali alternativi o di risulta prodotti dall’industria, da centrali
termoelettriche o di combustione. Tali materiali vengono così ad assumere un valore
economico, energetico ed ambientale non trascurabile.
Tra le principali applicazioni civili e industriali vi è un ampio ventaglio di possibilità di utilizzo
degli scarti con contenuti principalmente di carattere inorganico nell’ambito dei materiali e
manufatti per l’edilizia. Tra questi materiali vi sono i cementi, i calcestruzzi, i granulati leggeri
e i manufatti di ogni tipo e dimensione.
Nell'impianto di OFFICINA DELL’AMBIENTE S.r.l. si intende effettuare il recupero di alcune
ben definite tipologie di rifiuti speciali solidi.
In sostanza le finalità dell'impianto sono essenzialmente le seguenti:
di ricevere rifiuti che contengono in tutto o in parte i componenti costituenti le materie prime
per la produzione di cemento, ovvero di CaO / CaCO3, SiO2, Al2O3, Fe2O3 ;
di effettuare i necessari trattamenti che rendano questi rifiuti idonei per il riutilizzo nel
cementificio, con particolare riferimento a:
assenza di elementi ferrosi e ferro magnetici;
umidità non superiore al 30 %;
granulometria controllata.
di miscelare tali rifiuti tra loro ed eventualmente con materie prime naturali fino a
raggiungere un mix di CaO / CaCO3, SiO2, Al2O3, Fe2O3, così come da ricetta predefinita.
I vari prodotti finiti, in base alle specifiche merceologiche richieste dagli utilizzatori, verranno
portati al titolo anche con l'impiego di prodotti puri commerciali.
Nel comune di Lomello, il P.R.G. in vigore è stato approvato nel 1993 con DGR n. 42968 del 2
novembre e successivamente con delibere è stato modificato nei dettagli.
L’area dove è localizzato l’impianto, secondo il vigente P.R.G., è identificata con il mappale
78 che è compreso in Zona D – Industriale e in parte in Zona E - Agricola.
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L’area non è sottoposta ad alcun tipo di vincolo di carattere ambientale, né nel raggio di 200
metri dalla stessa, sono ubicati pozzi e/o strutture di interesse pubblico per l’emungimento di
acqua destinata al consumo umano.
La superficie complessiva dell’area a disposizione dell’OFFICINA Dell’AMBIENTE è di
circa 27.800 m² dei quali attualmente i capannoni e le vie di accesso occupano circa 8.000 m².
L’attuale attività di gestione dei rifiuti si svolge su questa superficie di 8.000 m² completamente
pavimentata e coperta, mentre la restante superficie è destinata ad area di viabilità ed a verde.
L’area del centro è completamente recintata.
L’impianto oggetto dello studio è suddiviso in quattro aree in cui verranno svolte diverse
attività:
una sezione dedicata alla logistica ed al ricevimento dei rifiuti (Sezione A)
una sezione dedicata alla messa in riserva (Sezione B)
una sezione dedicata al trattamento dei rifiuti (Sezione unità C)
una sezione dedicata al deposito del prodotto della lavorazione e dei rifiuti metallici
derivanti dallo stesso (Sezione D).
Per la progettazione del centro sono stati adottati i seguenti criteri guida :
l’accessibilità al centro è permessa grazie ad un ampio cancello scorrevole;
la sezione di ricevimento rifiuti è separata dagli altri settori di messa in riserva e recupero, in
modo da non creare interferenze con gli stessi ;
l’accessibilità ai vari punti del centro è agevolata e garantita da spazi completamente
pavimentati e di ampiezza adeguata;
tutta la superficie operativa del centro è pavimentata con cemento lisciato;
le caratteristiche costruttive delle pavimentazioni e delle aree ove avvengono le operazioni
concernenti il recupero sono di tipo resistente alle fessurazioni;
le aree interessate dalla messa in riserva, recupero e stoccaggi sono isolate da cordoli di
contenimento e dotate di pozzetti ciechi a tenuta per la ripresa di eventuali piccoli percolati (i
rifiuti trattati sono esclusivamente solidi), e per le acque provenienti dai lavaggi delle
suddette aree;
data la completa copertura delle zone operative del centro, le acque meteoriche dei tetti
confluiscono in una specifica rete di raccolta che convoglia nel canale di scolo delle acque
meteoriche che corre ai confini della proprietà;
le aree pavimentate esterne realizzate per il transito dei mezzi che conferiscono i rifiuti alla
zona di messa in riserva avranno una specifica rete di raccolta delle acque meteoriche. Detta
rete confluirà in una vasca di raccolta dei primi 5 mm di pioggia per evento meteorico (ex
art. 20 L.r. n. 62/85) di volume pari a 25 mc; un pozzetto provvisto di una valvola di
intercettazione provvederà a deviare le acque oltre la 1^ pioggia direttamente al pozzetto di
controllo prima dello scarico nel canale di scolo delle acque meteoriche. Le acque di 1^
pioggia verranno trattate in un disoleatore e filtrate su un filtro a sabbia prima di essere
scaricate nel canale di scolo;
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la recinzione che delimita la proprietà ha un altezza pari a 2 m ed è dotata di cancelli che
verranno chiusi durante le ore notturne o in assenza di personale; il centro rimane presidiato
da un custode al servizio dell’azienda.
L’impianto di recupero è composto dai seguenti moduli :
tramogge di alimentazione e di polmone
alimentatori a dosaggio regolabile (uno principale e tre per i correttivi)
nastri trasportatori ed estrattori di diverse dimensioni muniti di motoriduttori per le varie
velocità richieste. I nastri trasportatori sono completamente carterati al fine di contenere le
emissioni polverose
impianto di frantumazione con aperture regolabili
separatori magnetici a induzione per metalli ferrosi e non ferrosi
vaglio di tipo “a lame“ e vagli vibranti
miscelatore
silos per le materie correttive che sono introdotte nel miscelatore attraverso un dosatore di
quantità.
Le macchine operatici e le zone che possono dar luogo ad emissioni di polveri sono tutte
presidiate da aspiratori; i relativi flussi di aria aspirata vengono convogliati all’impianto le cui
caratteristiche sono riportate nella relazione tecnica relativa al ciclo produttivo, alle emissioni
generate e alle tecnologie adottate per prevenire l'inquinamento atmosferico ex DPR 203/88.
Detta emissione è stata autorizzata con la DGR 6279/01.
Il ventilatore di aspirazione ha una portata pari a 40.000 mc/h e serve a mantenere in
depressione tutta la linea di produzione con le cappe di aspirazione opportunamente
posizionate.
Dal processo si ottengono distinte tipologie di materiali :
materia prima secondaria sostitutiva delle materie prime per i cementifici;
metalli ferrosi e non ferrosi da inviare al riutilizzo o recupero in acciaierie e fonderie.
Le attività che vengono svolte presso il centro si possono così riassumere:
TIPO OPERAZIONE
AREA FISICA
Messa in riserva
B
Lavorazione
C
Deposito prodotto finito
D
Il quantitativo complessivo di rifiuti ritirati dal centro per il quale si richiede l’integrazione è
pari a 850 tonnellate/giorno, per un quantitativo annuo massimo pari a 250.000 tonnellate.
I quantitativi che vengono stoccati sono riportati nel seguente prospetto (per riepilogo lo
schema riporta le aree, la classificazione dei rifiuti depositati in tale area tipologie di rifiuti, le
quantità e le corrispondenti modalità di stoccaggio):
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AREA CLASSIFICAZIONE
N°
(D.Lgs.22/97)
QUANTITÀ’
m3
TIPO OPERAZIONI
tonn
MODALITA’ DI
STOCCAGGIO
B
Pericolosi e Non 3000 5000 R13
pericolosi
Sfusi in cumuli, bigs-bags
D2
Non pericolosi 300
(ferrosi)
400
R13
sfusi in cumuli
D3
Non pericolosi 300
(non ferrosi)
330
R13
sfusi in cumuli
Totale
3600 5730
Il centro della Officina dell’Ambiente S.r.l. è un impianto presso il quale a conclusione delle
lavorazioni si ottengono prodotti inorganici con composizione chimica prefissata che consente
l'utilizzo come materie prime secondarie nelle industrie del cemento e rottami metallici ferrosi e
non ferrosi da avviare al riutilizzo in acciaierie o fonderie.
Il prodotto ottenuto dalle lavorazioni del centro di Lomello, a seconda delle sue principali
caratteristiche, può essere utilizzato con flessibilità nel ciclo della produzione del cemento; esso
può essere operativamente utilizzato come alternativa nelle varie e diverse fasi della cementeria
in sostituzione o del calcare o dell'argilla o della marna argillosa.
I rifiuti prodotti dall’attività del centro di Lomello sono quantitativamente molto limitati e così
identificati:
acque di lavaggio dei macchinari che possono quantificarsi in un massimo di 30 - 50
mc/anno che vengono avviati allo smaltimento esterno in idonei impianti autorizzati;
le polveri raccolte nel filtro a maniche che vengono reimpiegate nel ciclo in testa
all’impianto di recupero;
il materiale filtrante del filtro a sabbia del trattamento acque meteoriche di prima pioggia,
quantificabile in 250 Kg/anno che vengono avviati allo smaltimento esterno in idonei
impianti autorizzati;
olio surnatante del disoleatore del trattamento acque di prima pioggia, quantificabile in
qualche litri/anno che viene avviato a società incaricate dal Consorzio Obbligatorio Oli
Usati
residui della manutenzione (oli idraulici, stracci, pezzi di ricambio) la cui quantificazione
risulta estremamente difficoltosa che verranno avviati allo smaltimento esterno in idonei
impianti autorizzati.
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4.0 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E STIMA
DEGLI IMPATTI
4.1
Atmosfera
Il clima generale dell'area è caratterizzato da temperature medie annuali attorno ai 12,5 gradi,
l’andamento delle temperature è di tipo unimodale; il valore massimo si registra nel mese di
luglio con picchi che nel periodo estivo raggiungono i 41 °C; i valori minimi vengono rilevati
nel mese di gennaio con temperature che raggiungono i – 14.4 °C. Le precipitazioni sono
caratterizzate da un regime equinoziale autunnale con massimo assoluto nei mesi di
settembre/novembre e massimo relativo in maggio/aprile, il minimo assoluto è situato nella
stagione estiva mentre il minimo relativo in quella invernale. La nebbia rappresenta un
fenomeno che caratterizza le campagne della Lomellina, le giornate medie annuali con presenza
di nebbie ammontano a circa 73 con massimi annuali di 142 giornate e minimi di 23 giornate, i
periodi più nebbiosi, come valori massimi, risultano i trimestri settembre – novembre con 52
giornate e dicembre – febbraio con 62 giornate.
La direzione prevalente dei venti risulta essere, da Sud verso Nord e il regime di velocità dei
venti evidenzia condizioni di calma anemometria.
Per l’analisi delle qualità dell’aria, si è fatto riferimento alla valutazione degli indicatori di
qualità contenuta nel piano di risanamento dell’aria della Regione Lombardia, nella zona di
interesse dello studio, il livello complessivo di criticità calcolato è compreso tra zero e venti di
conseguenza il livello qualitativo dell’aria può essere considerato come indice di un “buono
stato ambientale
Ai fini della valutazione dell’impatto dell’impianto in questione sul comparto atmosferico è
stato analizzato un unico scenario corrispondente alla fase di funzionamento a regime dello
stesso.
Dall’analisi delle attività dell’impianto e di quelle connesse al suo servizio sono state
individuate le seguenti principali sorgenti emissive in atmosfera:
impianto abbattimento polveri;
erosione eolica del materiale stoccato;
traffico veicolare connesso all’esercizio dell’impianto.
In relazione alle specifiche lavorazioni in oggetto e alle caratteristiche dei rifiuti da trattare,
come inquinanti indicatori sono state considerate le sole polveri, focalizzando l’attenzione sulle
due classi di importanza normativa:
1.
Polveri Totali Sospese (PTS);
2.
PM10.
La prima classe può essere pensata composta da tutte le polveri con diametro fino a 100 µm.
Tuttavia, in considerazione dei limiti dei metodi di misura utilizzati per la determinazione delle
polveri totali sospese, i valori di legge relativi a questo parametro possono essere efficacemente
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riferiti alla frazione di particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore ai 30 µm
(PM30).
Il PM10 rappresenta invece la frazione respirabile delle polveri con diametro inferiore a 10 µm
ed è stato scelto per la sua pericolosità intrinseca.
La stima delle concentrazioni ai recettori è stata realizzata utilizzando il programma di calcolo
"Industrial Source Complex" (ISC), un modello matematico molto diffuso sviluppato dall’EPA.
Si tratta di un modello elaborato al fine di valutare le concentrazioni al suolo ed in quota di
inquinanti emessi da una o più sorgenti puntuali (camini), areali (es. un’area industriale, un
terreno contaminato), volumetriche (es. una discarica di rifiuti) o lineari (es. strade).
Il modello ISC è stato utilizzato nella sua versione "short term" (a "breve termine"); questa
fornisce come risultato le concentrazioni medie su base oraria o su periodi maggiori: i dati
meteorologici richiesti, quali velocità e direzione del vento, categorie di stabilità di Pasquill,
altezza dello strato di mescolamento, temperatura dell’ambiente, devono essere di conseguenza
forniti con un dettaglio adeguato alla precisione temporale richiesta nei risultati.
Nel caso in esame si sono utilizzati i dati meteorologici orari forniti dalle centralina meteo di
Castello d’Agogna (ERSAL) e di San Nazzaro de’ Burgundi (dati Regione Lombardia).
La distribuzione delle concentrazioni è stata valutata per un’estensione territoriale di circa 20
km2, in corrispondenza di recettori localizzati all'interno di un cerchio di raggio 2,5 Km centrato
sull'impianto, e ad un'altezza di 2 m rispetto al suolo.
Valutazione impatti e conclusioni
La valutazione degli impatti sulla qualità dell’aria dell’impianto è stata condotta confrontando i
livelli di concentrazione stimati ai vari recettori con i limiti di qualità dell’aria previsti dalla
normativa italiana ed europea, e con gli standard di sicurezza per gli ambienti di lavoro TWA1.
I risultati delle simulazioni condotte non hanno evidenziato alcun superamento dei limiti
normativi e degli standard di legge di riferimento per entrambi gli inquinanti considerati.
Si è osservato che l’impatto relativo maggiore è legato all’azione erosiva del vento sui cumuli
di stoccaggio e che l’inquinante più critico è il PM10, in relazione alla sua maggiore
pericolosità per la salute umana (limiti di legge più bassi). In ogni caso i risultati delle
modellazioni, pur condotte con i parametri di riferimento più cautelativi per l’ambiente e la
salute pubblica, non hanno mai evidenziato superamenti della norma vigente. Sembra inoltre
che l’impatto dovuto alle emissioni in uscita dall’impianto di abbattimento delle polveri sia
trascurabile.
I risultati della simulazione sono ancora migliori alla luce della massima cautelatività delle
ipotesi adottate.
1
Time Weighted Average, valore medio ammesso sul posto di lavoro per 8 ore consecutive e 5 giorni la la
settimana suggerito da ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists).
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In ogni caso, per il contenimento degli impatti sul comparto atmosferico dovranno essere
adottate delle precauzioni; in particolare sarà necessaria una corretta gestione ed un corretto
mantenimento del sistema di aspirazione e di abbattimento delle polveri, in modo da non
comprometterne l’efficacia.
Si ricorda inoltre che è previsto un piano per il monitoraggio delle polveri; in fase di gestione si
avrà cura di scegliere i punti di campionamento in corrispondenza dei punti in cui sono attese le
concentrazioni più elevate in base ai risultati delle simulazioni. Questa procedura, oltre a tenere
sotto controllo il degrado della qualità dell'aria legato alle emissioni dall'impianto, permetterà di
controllare i risultati delle simulazioni e di trarre conclusioni circa la loro significatività.
Si vuole in conclusione sottolineare che le aree soggette a possibile degrado di dispongono
intorno all'impianto entro un raggio limitato e riguardano un territorio interessato dalla sola
presenza di alcune cascine e che in futuro è ragionevole prevedere una notevole diminuzione
delle emissioni inquinanti legate al traffico veicolare sia dovuta al miglioramento delle
tecnologie che porterà alla produzione di motori sempre più "verdi" sia correlata alla
realizzazione dello snodo ferroviario .
4.2
Acque superficiali
La rete idrografica dell’area di studio è caratterizzata dalla presenza dal corso d’acqua naturale
quale, il torrente Agogna, affluente diretto del fiume Po, e da una serie di corsi d’acqua
artificiali quali il Cavo Corini, la roggia Raina più una serie di canali e rogge minori utilizzate a
scopo irriguo.
Le aree inondabili, comprese nell’area vasta, sono riferibili solo al torrente Agogna e sono
ubicate a est della area di studio a significativa distanza dal sito.
Dal punto di vista qualitativo per classificare i corsi d’acqua presenti nell’area di progetto, è
stato utilizzato il sistema descritto nel P.R.R.A. (Piano Regionale di Risanamento delle Acque).
Si osserva che il torrente Agogna rientra sempre nella classe A e B che definiscono dei buoni
livelli qualitativi anche se presenta a volte delle concentrazioni di solidi sospesi appartenenti
alla ultima classe di qualità. Si rileva inoltre una persistente concentrazione di erbicidi
(Atrazina, Molinate, Bentazone ecc.), con valori medi intorno a 1,50 µg/l, la loro presenza è
derivata dal diffuso utilizzo di fitofarmaci nelle pratiche agricole.
A scala locale è stata condotta una campagna di rilevazione della qualità delle acque che
scorrono nella roggia in prossimità del lato nord dell’impianto, gli indicatori analizzati hanno
riscontrato un andamento costante in tutti i punti di analisi.
Stima degli impatti
L’impianto in progetto non comporta nessun impatto potenziale su questa componente, le
emissioni liquide sono tutte smaltite a norma. Inoltre la stima degli impatti sulla atmosfera ha
portato ad escludere la deposizione di sostanze inquinanti al suolo che potrebbero essere
dilavate e quindi trasportate nell’ambiente idrico.
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4.3
Suolo e sottosuolo
Geomorfologia
L’aspetto morfologico del territorio è tipicamente pianeggiante, le quote variano da 95 a 85 m
s.l.m. con un gradiente topografico medio del 2‰ con debole pendenza verso sud-est.
La superficie del Livello Fondamentale della Pianura è interrotta da zone più depresse, legate al
passaggio di corsi d’acqua sia antichi (paleoalveo del Sesia) sia recenti (incisione valliva del
Torrente Agogna).
Geologia
L’area di studio è situata nel settore della pianura, costituito prevalentemente da materiale
attribuibili al fluvioglaciale e fluviale wurmiano (Pleistocene superiore) definito in letteratura
come il Livello Fondamentale della Pianura (L.F.d.P.). Nella geologia di superficie sono
preponderanti i depositi fluvioglaciali wurmiani (FlW) del Pleistocene recente (L.F.d.P.), su
questa superficie emergono i testimoni, erosi e dilavati di un antico terrazzo di età rissiana (FlR)
su cui ha sede il centro abitato di Lomello.
Sismologia
Sotto l’aspetto sismico il rischio di tutta la Lomellina è praticamente irrilevante.
Pedologia
Le aree del L.F.d.P. si presentano generalmente pianeggianti. Nell’area di progetto i suoli sono
profondi, a tessitura moderatamente grossolana, talora con scheletro comune o frequente, da
subacidi a neutri, con bassa CSC e TSB da basso a medio, a permeabilità moderatamente bassa
e drenaggio lento.
Caratteristiche geotecniche
il terreno in prossimità del sito è costituito da depositi Fluviali del wurmiano, rappresentati da
sedimenti costituiti da sabbie prevalenti localmente ricoperte da sottili coltri di limi sabbioso e
sabbie limose spesso in alternanza a bassa e media compressibilità.
Inquadramento idrogeologico
La successione idrogeologica della zona di studio può essere riassunta in tre unità principali:
il materasso alluvionale, con uno spessore medio di circa 200 m, costituito da sedimenti
differenziati per porosità e permeabilità (ghiaie e sabbie con coefficiente di permeabilità di
10-3 - 10-4 m/s), intercalati da setti impermeabili (limi ed argille con coefficiente di
permeabilità di 10-6 - 10-7 m/s) (dati desunti da fonti bibliografiche) con estensione e
potenza variabile, tali depositi ospitano acquiferi più o meno in comunicazione tra loro
secondo un sistema multifalda;
la successione Villafranchiana;
il basamento marino.
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A livello locale si individua negli strati superficiali (10-12 m) una alternanza di sedimenti a
granulometria fine (limi sabbiosi o sabbie limose) che fanno presupporre la presenza di locali
falde sospese ed acquiferi semiconfinati; ma dalle stratigrafie dei pozzi presenti sul territorio in
esame non si individuano livelli impermeabili (argille) di spessore ed estensione tali da
supporre ad un diaframma di separazione continuo tra la falda superficiale e il primo acquifero
confinato che si attesta fino ad una profondità di circa 50-60 m da p.c..A tale quota è presente
uno spessore di argilla di circa 4-5 m, che sottende un acquifero confinato localmente; più in
profondità sono presenti altri acquiferi messi in produzione dai pozzi di Lomello.
L’alimentazione delle falde freatiche, ed anche quelle sottostanti, avviene per apporti delle
acque meteoriche e dai sub-alvei dei corsi d’acqua, nonché attraverso le perdite dei canali e
rogge irrigue che attraversano il territorio.
Dalla ricostruzione della piezometria si evidenzia il carattere drenante, in condizioni di magra,
che il torrente Agogna esercita in tutto il suo corso. L’andamento della superficie piezometrica
segue generalmente quello morfologico, con direzione di flusso prevalente da nord-ovest a sudest, il livello statico, espresso con valori in termini assoluti varia da 95 a 85 m s.l.m. (dati riferiti
a valori medi annui), con un gradiente idraulico medio intorno al 2‰.
Il trend annuale evidenzia un’oscillazione piezometrica di circa 1,4 metri. I minimi stagionali
della soggiacenza coincidono con il periodo estivo, mentre i massimi con i periodi invernali, va
sottolineata l’importanza degli apporti stagionali delle acque d'irrigazione delle risaie, delle
marcite e delle perdite per infiltrazione dei canali irrigui durante la stagione irrigua.
Per quanto riguarda l’area intorno all’impianto di progetto si riscontra un valore medio annuo
della soggiacenza di circa 3-4 m da piano campagna.
Per la valutazione del grado di vulnerabilità delle acque di prima falda è stato utilizzato il
metodo DRASTIC Sulla base delle caratteristiche riscontrate nell’area di studio si sono ottenuti
dei punteggi variabili da 150 a 170, quindi si rientra nella classe 7 ,su 10 (vulnerabilità alta).
Qualità delle acque sotterranee
Dalle analisi effettuate dall’ARPA di Pavia, sui pozzi utilizzati a scopo idropotabile del comune
di Lomello e Mede, non si rileva nessun tipo di sostanza inquinante, solamente alcune
concentrazioni di Ferro e Manganese superano i limiti previsti dal D.P.R. 236/88, nei pozzi
dell’acquedotto di Lomello esiste un impianto di deferrizzazione e clorazione delle acque.
Stima degli impatti
La gestione dell’impianto in progetto porta alle seguenti azioni principali che possono
comportare interferenze con il comparto allo stato naturale:
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stoccaggio dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, non tossico e nocivi, circa 850 t/gg
per un totale di 250.000 tonnellate annue;
emissioni liquide prodotte dal lavaggio delle aree di stoccaggio dei rifiuti captato dal
sistema di raccolta in pozzetti ciechi a tenuta,
piazzali di manovra e raccolta e smaltimento delle acque meteoriche;
emissioni delle polveri dall’impianto di abbattimento fumi.
Per quanto concerne l’impatto derivante dalla contaminazione del suolo ad opera degli
inquinanti e delle polveri disperse in atmosfera, questo è da considerarsi minimo alla luce dei
risultati del modello di simulazione degli inquinanti riportati nel capitolo dedicato agli impatti
sull’atmosfera.
Il potenziale impatto sul suolo, inteso come sottrazione dello stesso per l’attività agricola, non
sussiste in quanto data l'ubicazione del sito in progetto, il suolo era già stato utilizzato dalla
precedente attività produttiva.
Gli impatti sulla acque sotterranee sono da escludere poiché la possibilità di rilascio sul suolo
di contaminanti è estremamente limitata all’interno dell’impianto. Ciò in ordine al fatto che:
sono esclusi sversamenti di acque di percolamento direttamente sul suolo; le aree sono
pavimentate e dotate di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche; che i
pozzetti di raccolta degli eventuali percolamenti interni dell’impianto verranno periodicamente
svuotati ed il contenuto smaltito in idonei impianti di trattamento.
Al fine di tutelare la risorsa idrica del sottosuolo, intesa come uso civile, l’Officina
dell’Ambiente provvederà, come da convenzione con il Comune, ad effettuare indagini tecniche
idonee mirate a rilevare l’eventuale presenza di pozzi privati nel raggio di 200 m dal confine
dell’impianto. Ove venisse rilevata la presenza di tali pozzi a servizio di civili abitazioni,
all’interno della suddetta fascia di rispetto, nel rispetto della normativa vigente, la Società
provvederà al loro successivo allacciamento alla rete acquedottistica comunale, mediante
accordo con il gestore delle rete (ASM di Vigevano).
4.4
Vegetazione flora fauna e ecosistemi
Il territorio fertile della Lomellina è caratterizzato ad oggi da una fitta trama geometrica dei
campi di riso intervallata da coltivazioni industriali di pioppo e attraversato da una fittissima
rete irrigua, i nuclei abitativi sono isolati e posti al centro di territori agricoli dove svolgono la
funzione di centro di servizi ; le caratteristiche del territorio attuale sono il frutto di un
evoluzione costante dell’agricoltura di pianura. L’intenso sfruttamento produttivo del suolo ha
prodotto un isolamento e una restrizione delle aree naturali relitto che rappresentano un
elemento importante per la conservazione degli elementi naturali della Lomellina, tali elementi
sono stati sottoposti tutela e particolare attenzione è stata rivolta alla protezione delle garzaie.
Le garzaie identificano il luogo di nidificazione degli Ardeidi gregari ovvero quegli aironi
organizzati in vere e proprie comunità, il termine di garzaia nasce dalla voce dialettale “sgarza”
che significa airone. Esse sono generalmente situate in ambienti umidi , vicino a fiumi o a risaie
che rappresentano delle importantissime fonti trofiche; l’habitat è costituito da boschi di ontano
nero, salici olmi, pioppi, sambuchi e sanguinelli, e al suo interno le diverse specie possono
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scegliere posizioni di nidificazione consone alle proprie esigenze realizzando così delle
comunità strutturate e stabili. Nel territorio compreso nell’area vasta ricadono due aree protette
la Garzaia della Cascina Notizia e la Garzaia di Villa Riscossi che distano entrambe circa 2 Km
dal sito di OFFICINA DELL’AMBIENTE.
Per la componente faunistica sono stati considerati i popolamenti dei rettili, anfibi, e
mammiferi. Per quanto riguarda l’ittiofauna, La comunità ittica presente nel Torrente Agogna
appare estremamente ricca. Come elemento negativo è da segnalare la presenza di specie
esotiche, il persico sole e il lucioperca e in prossimità del tratto che confluisce con il Po il
pesce siluro.
Gli ecosistemi presenti nell’area di studio sono di diversa natura, l’unità più ricorrente è
rappresentata dagli ecosistemi delle colture.
Stima degli impatti
Le sorgenti impattanti derivanti dall’esercizio dell’impianto sono:
emissioni atmosferiche
rumore
traffico veicolare
richiamo di specie epidemiche
sottrazione di suolo e quindi perdita di naturalità e di habitat
Le emissioni derivanti dall’impianto sono essenzialmente di natura pulvirolenta, la stima del
trasporto di tali composti ha evidenziato che i presidi adottati in fase progettuale sono atti a
contenere le emissioni su livelli che risultano inferiori a valori di standard qualitativi
considerati.
I livelli sonori e il traffico veicolare, pur potendo arrecare un disturbo non si discostano
significativamente dai valori di fondo, si escludono inoltre immissioni di specie epidemiche
come topi e gabbiani.
4.5
Paesaggio
La componente paesaggio è stata affrontata in questo studio con un’approccio qualitativo e non
quantitativo con l’intenzione di coglierne il valore e le caratteristiche per identificare in un
secondo momento le eventuali influenze che l’intervento sull’impianto o meglio l’impianto
stesso esistente potessero esercitare sul contesto.
L’area oggetto di questo studio occupa una porzione di quel territorio della pianura padana
denominato Lomellina compreso tra i fiumi Sesia, Ticino e Po, e ne assume per larga parte le
caratteristiche generali. Si tratta di un paesaggio omogeneo modellato dall’uomo, che nei secoli
lo ha trasformato per renderlo sempre più fertile e produttivo, che ci appare come una distesa di
risaie e marcite delimitate e intersecate da sparsi filari di pioppeti e dalla fitta rete di canali,
rogge, fontanili, e dal torrente Agogna.
Gli elementi che si sovrappongono armonicamente a questo paesaggio sono: il centro abitato di
Lomello che mantiene la sua identità architettonica ed è ricco di edifici storici; le cascine, di cui
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alcune di scarso valore estetico architettonico, la garzaia di Villa Notizia e quella di villa
Biscossi.
L’impianto si trova invece in un’area a ovest di Lomello a vocazione industriale
conformemente alla pianificazione urbanistica in una fascia compresa tra la S.P.193b e la
ferrovia Alessandria-Pavia.
Tale fascia è l’unico elemento che interrompe in modo netto la continuità del paesaggio.
La carta delle unità paesaggistiche vuole essere una sintesi grafica di questa situazione.
Da questa analisi descrittiva si è compreso che l’unica azione di impatto sul paesaggio è quella
visiva. Sono stati quindi identificati i ricettori di tale impatto nei fruitori delle infrastrutture che
costeggiano l’area industriale e dai pochi abitanti nelle relative vicinanze dell’impianto
elaborando la carta dei coni critici visivi e riportando le immagini più significative.
Da queste immagini si evidenzia come l’impianto sia compreso tra due realtà industriali (un
industria di prefabbricati e una azienda risicola) più importanti per dimensioni e presenza
morfologica, e in area industriale in espansione che da un lato accentuano l’azione di frattura
dell’omogeneità del paesaggio ma che dall’altro rendono meno significativa la presenza
architettonica dell’impianto stesso.
Stima degli impatti
Descritto il contesto, identificata l’azione di impatto visivo sugli ambiti di paesaggio circostante
e tenendo conto di quanto detto sopra e che l’intervento non comporta modifiche percepibili
lungo il suo perimetro esterno, nell’analizzare l’impatto stesso siamo giunti alla conclusione
che a scala territoriale l’intervento non produce nessuna modificazione, ma che a una scala
ravvicinata il valore estetico dell’edificio, per altro già esistente, non è all’altezza di quello
medio dell’edificazione di questo territorio.
Per quanto riguarda le misure di mitigazione ci siamo limitatati a riflettere sulle possibilità di
minimizzare i difetti estetici dell’edificio, proponendo una schermatura sul perimetro nord
verso la S.P.193b, e successivamente in occasione di nuovi interventi, la sistemazione del
piazzale di ingresso.
4.6
Uomo e sue condizioni di vita
Salute pubblica
L’area oggetto di studio è caratterizzata da una densità abitativa molto inferiore rispetto al dato
regionale, la densità media infatti è pari a 89,5 abitanti per km2 contro i 378 abitanti per km2
della regione Lombardia, anche le dinamiche della popolazione sono in controtendenza rispetto
all’andamento regionale, la popolazione di questa porzione della lomellina è praticamente
stabile dal 1861, mentre l’intera regione Lombardia ha subito, nello stesso periodo un
incremento demografico pari a circa il + 180 %.
Per valutare lo stato di salute della popolazione residente nell’area vasta è possibile analizzare
le cause di mortalità principale e rapportarle all’ incidenza di accadimento prevista per l’intera
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regione Lombardia; I dati analizzati sono relativi ai soli decessi verificatisi nella popolazione
residente durante il periodo 1989-1994, periodo di particolare interesse perchè copre gli ultimi
anni per i quali era disponibile l’informazione ISTAT sulla mortalità.
Dall’osservazione dei dati si può dedurre che:
•
Lomello: tra i maschi, si osserva un numero di morti superiore al valore atteso per
quanto riguarda le morti relative a patologie dell’apparato digerente, a traumatismi e
avvelenamenti e sintomi e segni di stato morbosi. Tra le donne si rileva comunque un
tasso di mortalità superiore rispetto alla media lombarda dovute prevalentemente a
malattie dell’apparato digerente, del sistema circolatorio e a disturbi psichici. Si rileva
inoltre una incidenza delle malattie tumorali inferiore rispetto al dato regionale
•
Mede: per entrambi i sessi le morti osservate sono superiori rispetto a quelle attese, le
patologie sono correlate principalmente a malattie dell’apparato cardiocircolatorio,
dell’apparato digerente, delle ghiandole endocrine e a disturbi psichici.
Stima degli impatti
Per quanto riguarda la specifica attività dell'impianto in oggetto, i rilasci di sostanze inquinanti
nell'ambiente sono legati alle emissioni in atmosfera, riconducibili alle seguenti fonti:
emissioni impianto abbattimento polveri;
emissioni pulvirolente derivanti da erosione eolica del materiale stoccato;
traffico veicolare;
percolato e emissioni liquide prodotte.
La valutazione degli impatti sulla qualità dell’aria è stata quindi condotta confrontando i livelli
di concentrazione stimati sia per le PTS sia per la frazione inalabile PM10, oltre che con i limiti
di qualità dell’aria previsti dalla normativa italiana ed europea, anche con i limiti consigliati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'Europa a protezione della salute umana e con
1/30 degli standard di sicurezza per gli ambienti di lavoro che vengono utilizzati come elemento
di screening al di sotto del quale non dovrebbero insorgere effetti tossici per l'ambiente e per
l'organismo umano.
I risultati del calcolo hanno evidenziato, livelli di impatto accettabili per le emissioni
dell'impianto in analisi.
Dalle simulazioni effettuate, gli impatti attesi legati alle emissioni sonore sono risultati
accettabili. Si ricorda che i limiti di legge considerati nella valutazione dei risultati del calcolo
sono protettivi per la salute umana.
4.7
Viabilità e trasporti
Il territorio circostante il sito di progetto, situato sulla S.p. n. 193 bis, è caratterizzato da un
sistema infrastrutturale di trasporto abbastanza semplice con direttrici che partono a raggiera dal
centro abitato di Lomello.
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L’Austostrada più vicina è l’A7 Milano-Genova che corre a est del comune di Lomello in
direzione N-S. Le uscite prossime all’area di studio sono Gropello Cairoli distante 24 km circa
in direzione nord-est e Casei Gerola distante 22 km circa a sud-est.
Per la valutazione del traffico nell’area di studio i dati a nostra disposizione sono stati reperiti
presso l’Ufficio dei lavori pubblici della Provincia di Pavia. Le stazioni di misura considerate
sono situate in raggio di circa 20 km dall’impianto in progetto. Dall’analisi complessiva delle
stazioni considerate si osserva che circa il 91% dei mezzi che circolano nell’area di studio sono
da considerati mezzi leggeri (ciclomotori e motocicli, automobili anche con rimorchio,
autocarri e furgoni con massa < 3 t.) mentre il 9% mezzi pesanti (autocarri con massa > 3 t.,
autotreni, autoarticolati, autobus, veicoli speciali e veicoli agricoli).
Stima degli impatti
Le azioni di impatto su questa componente sono rappresentate dal carico giornaliero di veicoli
correlato all’attività dell’impianto.
Nel periodo di massima punta il traffico in ingresso ed in uscita dall'impianto analizzato è stato
stimato intorno a 90 unità giornaliere, pari al 1,38% del traffico medio totale rilevato, valore del
tutto trascurabile.
In termini di traffico pesante (inteso quindi da autocarri con massa > di 3 t, autotreni,
autoarticolati, autobus, veicoli speciali e mezzi agricoli), dai dati del 1993/1994, il numero di
mezzi giorno (diurno) che transitano sulla provinciale 193 bis è pari a 260 unità, che
corrisponde sul traffico totale al 5,19 %, valore che sale al 7,00 % con l’attività dell’impianto (+
1,81%).
L’impatto più consistente riguarda l’incremento percentuale relativo ai soli mezzi pesanti, i 90
mezzi giorno rappresentano infatti il 35% dei mezzi circolanti sulla strada provinciale 193 bis.
4.8
Rumore
Il comune di Lomello non ha ancora provveduto a classificare il territorio ai sensi della
L.447/95, di conseguenza non esistono nell’area in esame degli studi atti a determinare il clima
acustico comunale; officina dell’ambiente ha provveduto a realizzare una campagna
fonometrica al fine di caratterizzare il clima acustico dell’area ante oparam.
Sulla base delle caratteristiche delle aree adiacenti e dei risultati dei rilevi si può dedurre che il
clima acustico nella zona d’interesse è attualmente contraddistinto da livelli sonori
relativamente contenuti. Le sorgenti sonore che contribuiscono maggiormente al clima acustico
sono individuabili nella riseria sita in Cascina Grua, nelle attività connesse alle lavorazioni
dell’industria di prefabbricati, nel traffico stradale della S.P. N.193 bis e nella linea ferroviaria
Pavia Alessandria.
Stima degli impatti
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Le fonti di emissione sonora che possono costituire degli elementi potenzialmente impattanti
derivanti dall’esercizio dell’impianto in progetto sono essenzialmente costituiti dalle seguenti
azioni:
conferimento delle merci in ingresso e in uscita dall’impianto,
movimentazione del materiale per le operazioni di messa in riserva e di stoccaggio,
funzionamento dell’impianto di recupero dei rifiuti e dei sistemi di abbattimento polveri.
Impianto di trattamento
Per quanto riguarda l’impianto di trattamento e le sorgenti ad esso connesso, essendo tutte le
sorgenti contenute all’interno di un capannone industriale, sulla base dei dati disponibili ed
assumendo una capacità fonoisolante tipicamente ottenibile per un capannone industriale
standard, si assume non significativa la potenza di emissione legata al funzionamento
dell’impianto di trattamento e alle sorgenti acustiche ad esso afferenti.
Traffico indotto
Attraverso l’uso di modelli matematici è stata prevista la rumorosità attesa, dai risultati si
deduce una indicazione di positiva compatibilità ambientale in quanto gli impatti sulla
componente rumore causati dal funzionamento dell’intervento oggetto dello studio non
potranno causare disturbo significativo ai ricettori presenti nell’area di studio.
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So.Ge.A.L. Società Gestione Ambiente Lavoro S.r.l. - Via del Commercio – 24058 ROMANO di LOMBARDIA (Bg)
Tel. 0363/903365 – Fax 0363/902755
OFFICINA dell’AMBIENTE S.r.l. – Studio di Impatto Ambientale
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5.0 PIANO DI MONITORAGGIO
OFFICINA DELL’AMBIENTE ha stipulato con il comune di Lomello una convenzione con la
quale intende regolamentare dei reciproci rapporti volti all’individuazione di rispettivi e
reciproci oneri, funzionali a salvaguardare le esigenze pubbliche di tutela del territorio e della
collettività, connesse alla realizzazione e gestione dell’impianto, all’interno della convenzione è
contenuto il piano di monitoraggio.
Data la tipologia specifica dell’intervento progettuale, si prevede di contemplare il controllo
ambientale di tutti i comparti e di tutte le potenziali fonti impattatati, con particolare riguardo a
quelli più sensibili e potenzialmente maggiormente affetti dall’azione dell’impianto in funzione.
A tal fine sarà dato un incarico ad un laboratorio privato qualificato e certificato scelto di intesa
con l’Amministrazione comunale, per l’effettuazione di monitoraggi periodici, sui comparti di
seguito descritti:
Atmosfera;
Acque superficiali;
Rumore esterno;
Salute dei lavoratori.
Verranno effettuati controlli periodici sulla funzionalità dell’impianto e sul sistema gestionale
dell’impianto.
Si prevede una apposita sezione relativa al controllo dei rifiuti conferiti nell’impianto.
Questa fase sarà articolata su specifiche procedure per la qualifica de conferitori e la
valutazione della qualità e della quantità del materiale conferito.
Le procedure specifiche prevedranno:
qualificazione dei conferitori (verifica delle conformità amministrative, esame delle
referenze e delle modalità di gestione del servizio municipalizzato),
compatibilità dei rifiuti con l’elenco dei codici catasto europeo dei rifiuti autorizzati
all’impianto;
quantità e qualità del rifiuto (provenienza, analisi merceologica del conferitore, variabilità
della composizione e della produzione ecc);
elaborazione di uno specifico protocollo di ricezione al momento del conferimento in
relazione al cliente e alle informazioni acquisite nei controlli preliminari;
analisi di campo di un campione di rifiuti prelevato dal carico in arrivo al fine di verificare
l’idoneità degli stessi al ciclo di recupero ai quali devono essere sottoposti.
Tutti i dati raccolti saranno poi elaborati in un documento conclusivo che ripercorrà
annualmente le operazioni svolte, i risultati e consentirà l’aggregazione dei dati in modo
organico e funzionale alla valutazione degli indicatori monitorati.
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6.0 CONCLUSIONI
I dati, raccolti ed analizzati nel presente lavoro, hanno consentito di effettuare una approfondita
valutazione dello stato ambientale del sito nelle condizioni attuali.
I modelli di previsione degli impatti sono stati applicati considerando degli scenari di
operatività dell’impianto tali da definire condizioni che rappresentassero una situazione di piena
funzionalità. Tale assunzione ha permesso una stima di tipo cautelativo delle potenziali
emissioni e un significativo confronto con limiti normativi, i valori guida e gli standard di
qualità ambientale adottati.
La sovrapposizione dell’attuale scenario ambientale di riferimento con le previsioni di impatto
ottenute sia dall’analisi dei dati ambientali già disponibili sia dalle simulazioni effettuate
evidenza la complessiva non rilevanza degli impatti negativi connessi al progetto in oggetto.
Lo studio ha innanzitutto chiaramente evidenziato come per l’impianto Officina dell’Ambiente
la componente ambientale di una certa significatività appare quella atmosferica e quella relativa
alla viabilità con azioni di impatto rispettivamente consistenti nelle potenziali emissioni in
atmosfera connesse all’attività di trattamento e/o conferimento dei rifiuti, e dal flusso di mezzi
in ingresso e in uscita dall’impianto.
Per queste azioni si è peraltro mostrato: da un lato la non significatività degli impatti; dall’altro
la presenza di presidi di mitigazione, già pianificati e implementati a livello progettuale,
nell’ambito del sistema di gestione e monitoraggio e nel piano di emergenza dell’impianto e
nella predisposizione da parte del proponente alla realizzazione di uno snodo ferroviario tali da
far ritenere del tutto accettabili gli impatti residui connessi al progetto in oggetto.
Analogo discorso vale per le altre componenti ambientali analizzate per le quali in aggiunta si
osserva da un lato una minore incidenza intrinseca nell’azione di impatto e dall’altro la
rilevanza ancor minore dovuta anche al quadro ambientale dell’area.
Si fa presente inoltre che Officina dell’Ambiente, in conformità a quanto prescritto dalla
delibera autorizzativa delle Regione Lombardia, ha programmato la realizzazione di un sistema
di gestione ambientale e di registrazione secondo il regolamento EMAS II CE 761/2001, tale
sistema permetterà il completo monitoraggio delle performances ambientali di tutte le fasi
produttive, il costante riesame delle condizioni gestionali e ambientali e la redazione della
dichiarazione ambientale che favorirà la comunicazione tra l’azienda e la componente sociale
locale.
Va in fine sottolineato che non bisogna dimenticare il valore dell'opera sotto l'aspetto socio
economico per la sua caratteristica di pubblica utilità; il processo di recupero dei rifiuti
effettuato a Officina dell’Ambiente è finalizzato ad ottenere dal proprio ciclo lavorativo
prodotti aventi caratteristiche analoghe a quelli utilizzati come materie prime nella produzione
di cemento Il principale obiettivo della ditta non è lo smaltimento dei rifiuti, ma il recupero di
materia con caratteristiche tali da essere considerata vera e propria materia prima secondaria
sostitutiva delle materie prime naturali. L’utilità pubblica dell’impianto ha quindi una duplice
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funzione, la prima è quella di recuperare dei rifiuti e di fornire quindi un diverso destino finale
per dei materiali che ad oggi sono prevalentemente collocati sul normale circuito di
smaltimento dei rifiuti, la seconda consiste nella immissione sul mercato di materie prime
secondarie che svolgono un valore sussidiario a quelle primarie permettendo uno sfruttamento
sostenibile delle risorse naturali.
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