Sguardi migranti: cartografie di viaggio al femminile

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Sguardi migranti: cartografie di viaggio al femminile
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BABELE TEATRALE IN COSTRUZIONE 2013
presenta
Rassegna cinematografica in v.o.
Si ringrazia per la collaborazione la prof.ssa Vera Roberti del Liceo Classico “G. B. Morgagni” di Forlì.
Sguardi migranti:
cartografie di viaggio al femminile
Giovedì 14 marzo 2013, ore 11.00 - Les Femmes du 6e étage
Giovedì 21 marzo 2013, ore 11.00 - The Interpreter
Mercoledì 10 aprile 2013, ore 19.30 - Almanya - Willkommen in Deutschland
Palazzina Becchi - Aula Magna
Via G. Oberdan 2 - Forlì
INGRESSO LIBERO
[PREMESSA] La rassegna cinematografica Sguardi migranti: cartografie di viaggio al femminile ha come finalità offrire un percorso
conoscitivo teso a esplorare geografie emozionali ed esistenziali al femminile. Lo schermo cinematografico diventa un crocevia di grandi
storie, dove donne, forti nella loro fragilità, intraprendono con anarchica passione un viaggio verso territori altri. L’obiettivo della
rassegna è favorire, attraverso l’esperienza vicaria del cinema, lo sviluppo della competenza etnoempatica. Tale competenza integra il
bagaglio culturale del futuro mediatore linguistico interculturale, che potrà così iniziare un viaggio versodentro nel sistema altro.
[PRESENTAZIONE] La rassegna cinematografica è stata ideata e organizzata dal Centro di Studi Teatrali del Dipartimento di
Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna-campus di Forlì nell’ambito della programmazione scientifico-culturale di Babele
Teatrale in Costruzione 2013 in collaborazione con le Sezioni di Spagnolo, Francese, Inglese e Tedesco. La rassegna, inoltre, si propone di
offrire ai futuri neo diplomati e a tutti gli alunni che sono alle prese con la scelta del corso di laurea più vicino ai propri interessi, alle
proprie risorse personali e aspettative, informazioni dettagliate sui corsi di studio e sugli sbocchi occupazionali offerti dal Dipartimento di
Interpretazione e Traduzione (già SSLMIT) dell’Università di Bologna – campus di Forlì al fine di maturare una scelta consapevole per il
proprio futuro formativo e lavorativo.
[STRUTTURA DELLA RASSEGNA] Ogni proiezione sarà preceduta da una breve presentazione e alla fine della visione sarà dato spazio a
eventuali domande per approfondire il tema trattato nel film. La durata di ogni incontro è di due ore.
L’ampio respiro didattico che caratterizza la rassegna permette agli studenti di partecipare a una esperienza formativa, dinamica e
flessibile, durante la quale si potrà sperimentare come il cinema in lingua originale sia un ulteriore modello per la conoscenza e la
comprensione tra le culture in Europa.
La rassegna cinematografica diventa quindi uno strumento – come la poesia, il racconto, il romanzo, l’epica – per far conoscere ai
giovani spettatori, dentro un vissuto presente, alcune delle questioni sociali attuali con opere che possono integrare il loro bagaglio
culturale.
Giovedì 21 marzo 2013, ore 11.00 /13.00
Cartografia II: La periferia del mondo parla dal cuore di N.Y.
Una cabina di vetro per interpretare la Verità.
The Interpreter
La vera forza è nelle parole
(USA, 2005, col, 128') Regia di Sydney Pollack.
Con Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener, Jesper Christensen, Yvan Attal.
Conducono l’incontro: Mariachiara Russo e Ira Torresi.
Fuori orario, nell'edificio dell'ONU, dentro una cabina insonorizzata, l’interprete Silvia Broome (Nicole Kidman) ascolta per caso una voce che
parla un raro idioma africano, una voce che minaccia di morte il leader di uno Stato africano. Da quel momento la vita di Silvia è sconvolta:
braccata dai killer e sospettata dall'FBI troverà rifugio soltanto nelle parole di Tobin Keller (Sean Pean), agente federale incaricato di
proteggerla. Il film, un thriller politico, sospeso tra New York e i corridoi delle Nazioni Unite, mostra il clima "armato" di terrorismo
internazionale in cui Silvia e Tobin cercano e trovano un mondo diplomatico dell'anima, un territorio oggettivo in cui comunicare e
raggiungersi. Un luogo che il regista Pollack esplora e traduce visivamente con l'edificio ONU, situato nell'East Side di Manhattan, che per la
prima volta mette a disposizione della macchina da presa le sue stanze e i suoi corridoi. Come i suoi protagonisti, Sydney Pollack crede nel
potere della parola in grado di negoziare l'accesso all'ONU come la pace. La pace pubblica e privata, quella del mondo e quella della
coscienza.
Giovedì 14 marzo 2013, ore 11.00 /13.00
Cartografia I: Spagna in Francia.
Parigi anni ’60, la felicità parla spagnolo.
Les Femmes du 6e étage
Sul potere che hanno le donne di ridare la vita
Mercoledì 10 aprile 2013, ore 19.30/21.30
Cartografia III: La Turchia va in Germania.
Pelle permeabile per disegnare una nuova identità.
(Francia, 2010, col, 106’) Regia di Philippe Le Guay.
Con Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas, Berta Ojea, Nuria
Solé, Concha Galán.
(Germania, 2011, col, 101’) Regia di Yasemin Samdereli.
Con Vedat Erincin, Fahri Ogün Yardim, Lilay Huser, Demet Gül, Aylin Tezel.
Conducono l’incontro: Pilar Capanaga e Licia Reggiani.
Parigi, 1960. Jean-Louis Jobert (Fabrice Luchini) conduce la sua piatta vita di esperto finanziario vivendo con la moglie Suzanne (Sandrine
Kimberlain) e ricevendo ogni tanto la visita dei due figli mandati a studiare in collegio. Nella soffitta vive un gruppo di donne spagnole
spesso maltrattate dalla portinaia. Jean-Louis non si cura di loro fino a quando la vecchia governante non si licenzia per divergenze con
Suzanne. Viene assunta la nipote di una delle iberiche, Maria, appena arrivata da Burgos. Jean-Louis comincia a interessarsi a lei e, per
traslato, alla vita delle sue compatriote che decide di aiutare nelle loro difficoltà quotidiane. Il film porta sullo schermo una commedia la
cui apparente leggerezza si rivela tale da farla apprezzare dal pubblico più vasto ma che, osservata con attenzione, si rivela più
significativa di quanto non appaia a un primo sguardo superficiale. Sullo sfondo di questa storia di progressiva conoscenza reciproca (che
nasce da un bisogno di condividere piccoli sprazzi di ordinaria umanità tra culture diverse e solo successivamente si trasforma in amore) si
muove la Storia. Quella di una Spagna da cui si fugge perché il franchismo domina e quella di una Francia gollista in cui si può divorziare
ma in cui regna il più ammorbante dei conformismi in ambito borghese. Osservate Sandrine Kiberlain nei suoi completi e perfino nelle sue
camicie da notte sempre ispirate a un decoro formale in cui l'apparenza finisce con il costituire l'unica sostanza e avrete un ritratto
perfetto di un'epoca a cui il tanto vituperato '68 avrebbe almeno dato una scossa.
Almanya - Willkommen in Deutschland
Raccontare il melting pot multi-etnico attraverso i toni della commedia
Conduce l’incontro: Sandro Moraldo.
Dopo aver lavorato per 45 anni in Germania come operaio ospite ("Gastarbeiter"), Hüseyin Yilmaz (Vedat Erincin) annuncia alla sua vasta
famiglia di aver deciso di acquistare una casetta da ristrutturare in Turchia. Vuole che tutti partano con lui per aiutarlo a sistemarla. Le
reazioni però non sono delle più entusiaste. La nipote Canan (Aylin Tezel) è incinta, anche se non lo ha ancora detto a nessuno, e ha altri
problemi per la testa. Sarà però lei a raccontare al più piccolo della famiglia, Cenk, (Rafael Koussouris) come il nonno e la nonna si
conobbero e poi decisero di emigrare in Germania dall'Anatolia. Il film si inserisce nel filone del cinema contemporaneo che rispecchia il
modello narrativo definito "commedia sull'integrazione". Una famiglia di immigrati che risiede all'estero da tempo e che è ormai abbastanza
ampia da consentire la compresenza della prima generazione con quella di figli e/o nipoti nati su suolo straniero. Almanya aderisce
pienamente al modello, scegliendo come proprio soggetto una famiglia turca. Il film prende le mosse, grazie all'escamotage della narrazione
al piccolo di famiglia, dall’emigrazione del nonno e dal suo inserimento sociale nella Germania del boom economico. Si sviluppa così una
sorridente alternanza tra un passato di difficoltà e una progressiva crescita operosa. L'idillio prevale sui contrasti ma l'ironia non manca.
Così come viene descritta, con una molteplicità di sfaccettature, spicca la figura del nonno pronto a integrarsi al suo arrivo ma ora
assolutamente disinteressato ad acquisire la nazionalità tedesca caparbiamente voluta e ottenuta dalla moglie. La resa complessiva del film è
divertente e consente anche ai non esperti di storia e società tedesche di provare a fare paragoni anche con situazioni italiche passate e
presenti.