manifestazione nazionale a milano

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manifestazione nazionale a milano
AGENZIA DELLA CGIL VENETO
VENETOLAVORO
fondata da Marco Masi
Agenzia della CGIL del Veneto Anno XV n. 11 del 20 aprile 2006 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95
Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia
25 APRILE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO
1 MAGGIO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A LOCRI
IL PRIMO "PRIMO MAGGIO"
BASTA TAGLI ALLA SANITÀ
ITALIA, 1890
Il "1 maggio" nasce nel 1890,
come una manifestazione svoltasi
simultaneamente in tutto il mondo
per la giornata lavorativa di 8 ore.
L' aveva lanciata la "seconda internazionale" il 20 luglio dell'anno
precedente e l'appuntamento,
destinato a divenire una tappa
fissa nella storia del movimento
operaio, è stato organizzato con
molto impegno dalle organizzazioni dei lavoratori che hanno intensificato l' opera di sensibilizzazione
sul significato della giornata.
"Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890
- ricordatevi il 1 maggio di far festa.
In quel giorno gli operai di tutto il
mondo, coscienti dei loro diritti,
lasceranno il lavoro per provare ai
padroni che, malgrado la distanza
e la differenza di nazionalità, di
razza e di linguaggio, i proletari
sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare
di fronte agli oziosi il posto che è
dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!" Monta intanto un clima di
tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice
interpreta le paure della borghesia,
consiglia a tutti di starsene tappati
in casa, di fare provviste, perché
non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere. Da parte
loro i governi, più o meno liberali o
autoritari, allertano gli apparati
repressivi.
In Italia il governo di Francesco
Crispi usa la mano pesante,
attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi
manifestazione pubblica sia per la
giornata del 1 maggio che per la
domenica successiva, 4 maggio.
In diverse località, per incoraggiare
la partecipazione del maggior
numero di lavoratori, si è infatti
deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva.
Segue a pag. 7
Proteste il 20 aprile in tutto il Veneto
Manifestazione regionale il 9 maggio
a Venezia
Quasi 100 tra presidi, volantinaggi, sit in, assemblee si sono svolti il 20 aprile in tutte le ULSS del
Veneto, in occasione della giornata regionale di
protesta indetta da CGIL CISL UIL di categoria
dopo che la Regione ha imposto un limite alle
spese per il personale della sanità pubblica che
comporterà un ulteriore pesante taglio di organico. E' stimabile in circa 1.500 unità e cade in una
situazione già contrassegnata da carenze occupazionali particolarmente pesanti tra il personale
infermieristico ed ancor più consistenti tra fisioterapisti e tecnici sanitari (radiologi).
Secondo un calcolo di Cgil Cisl Uil i vari provvedimenti di blocco delle assunzioni che si sono susseguiti in questi anni nel Veneto hanno portato ad
una sofferenza organica complessiva di 3.000
posti nelle Ulss. L'ulteriore taglio eleverà il deficit
di personale sanitario ad una quota che sfiora
l'8% degli addetti sul piano regionale, con punte
del 10% a Padova e a Verona.
ANCHE I PENSIONATI MOBILITATI
La Giunta Regionale, attraverso gli Assessori
alle Politiche Sanitarie e alle Politiche Sociali,
unilateralmente, sconfessando la concertazione e negando un' effettiva contrattazione tra le
parti, con l'attenuante (strumentale) della riduzione dell'1% sul costo del personale, prevista
nella legge finanziaria nazionale per il 2006, ha
"imposto" alle ULSS penalizzazioni alle piante
organiche che porteranno tagli economici tra lo
0,55% e l'1,35%.
In una situazione già particolarmente precaria,
basti ricordare i lunghi tempi d'attesa per le visite ambulatoriali e per le prestazioni specialistiche e la quasi impossibilità al turn-over e alle
sostituzioni per malattia, ferie e riposi, questo
ulteriore ridimensionamento degli addetti alla
sanità, non potrà che determinare, inevitabilmente, altri disservizi, altre sofferenze e altri
costi a carico dei cittadini.
La Giunta Regionale predica bene e razzola
male: sbandiera ai quattro venti la volontà (solo
verbale) di aumentare l'efficienza e l'efficacia
dei servizi sociosanitari, ma nei fatti - pur avendo sostenuto la devolution (la totale autonomia
della regioni anche in materia sanitaria) - non
alza la voce della protesta e subisce passivamente le scelte del governo neo-liberista (boc-
ciato dagli elettori il 9 ed il 10 aprile) che voleva privatizzare i servizi pubblici, per far pagare
ai cittadini le prestazioni ospedaliere, ambulatoriali, distrettuali e domiciliari.
La Giunta del Veneto, almeno per dignità politica, deve pubblicamente presentare tutti i
"conti" (le cifre) sulla reale situazione di bilancio
sanitario regionale.
Io credo che da un trasparente consuntivo, da
un serio preventivo e sulla base di un fattivo
percorso concertativo con le Organizzazioni
Sindacali sarà possibile: scongiurare tagli ai
servizi e realizzare (finalmente dopo oltre dieci
anni di vuoto) una nuova programmazione
sociosanitaria regionale.
Le Amministrazioni Comunali, le Conferenze
dei Sindaci, le Forze Sociali e Politiche, sono
invitate a prendere posizione a favore di una
sanità pubblica di qualità.
I Lavoratori, i Pensionati ed i Cittadini, anche
utilizzando gli strumenti della comunicazione
(posta elettronica, fax, ecc.), chiedano alla
Giunta del Veneto il ritiro immediato di tutti quei
provvedimenti che penalizzano le prestazioni
sociosanitarie.
Franco Piacentini, Segretario Regionale SPI - CGIL
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giovedì 20 aprile 2006
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
SCIOPERO IL 28 APRILE
Dopo lo sciopero del 6 marzo, i lavoratori del trasporto locale si fermeranno nuovamente (questa
volta per 8 ore) il 28 aprile. La vertenza relativa al
secondo biennio contrattuale è infatti ancora in alto
mare dal momento che le controparti, Asstra e
Anav, non sono disponibili a riaprire il tavolo di trattativa.
Le Segreterie nazionali Filt-Cgil Fit-Cisl Uiltrasporti
hanno denunciato la grave situazione al Governo,
alle Regioni, Province e Comuni, sottolineando "la
carenza di regole e risorse per il settore, ma anche
l'atteggiamento delle controparti" che continuano a
tenere interrotte di fatto le relazioni sindacali.
"Tutti sono stati pertanto avvertiti - osservano - che
la scelta delle aziende e delle loro associazioni
rischia di riprodurre una pericolosa situazione già
vissuta nel trasporto pubblico locale. Asstra e Anav
hanno preferito la via della provocazione proponendo alle organizzazioni sindacali uno slittamento
della decorrenza del contratto nazionale a fronte
della metà di quanto richiesto economicamente
nella piattaforma rivendicativa, dando infine disposizione alle imprese di mettere in busta paga la
indennità di vacanza contrattuale".
Sulla vicenda ospitiamo un intervento di Lucio
Lovat, segretario regionale della FILT.
Il contratto nazionale (2° biennio economico) della
categoria, già scaduto il 31 dicembre scorso,
incontra ancora numerose difficoltà che impediscono il suo rinnovo. Si sa che esiste una cronica
carenza di risorse finanziarie che frena qualsiasi
volontà di riforma e di miglioramento, sia quantitativo che qualitativo, del servizio. Esiste anche una
domanda di trasporto che, secondo le ultime indagini, sembra abbia invertito la tendenza: i viaggiatori sono in continua diminuzione. A questi elementi di difficoltà, di cui il Governo è il maggiore
responsabile, si aggiunge la dichiarata indisponibilità delle Associazioni imprenditoriali ad avviare un
confronto sulla materia. Si tratta di un rifiuto motivato dalle ben nota situazione di dissesto economico delle aziende che un eventuale rinnovo contrattuale, in assenza di un adeguato sostegno
finanziario da parte pubblica, comprometterebbe
ulteriormente. Il primo tentativo messo in atto dal
sindacato con lo sciopero nazionale del 6 marzo
scorso, volto a smuovere questa situazione, non
ha prodotto alcun risultato.
Si è deciso quindi di aumentare la pressione nei
confronti delle aziende (ma cercando di suscitare
anche l'attenzione verso il nuovo quadro politico
uscito dalle recenti elezioni, a cui va rivolto un
richiamo per sottolineare da un lato l'esigenza di un
intervento strutturale per il rilancio del servizio, e
dall'altro il ricordo della crisi determinatasi con la
paralisi delle città in occasione del precedente rinnovo del 2° biennio) proclamando una seconda
azione di lotta di 8 ore, da attuarsi il 28 aprile prossimo.
Dobbiamo esigere il rispetto delle regole che disciplinano le relazioni industriali ( il rinnovo deve
essere fatto nei modi e tempi previsti dall'accordo
interconfederale del 23-12-1993) e deve essere
ribadito il concetto che il contratto è un diritto dei
lavoratori. Sono due pretese irrinunciabili a maggior ragione in una situazione congiunturale sfavorevole che ha eroso pesantemente il potere di
acquisto dei redditi da lavoro dipendente, provocando di conseguenza una indiscutibile emergenza salariale a cui il nuovo contratto deve dare
risposte adeguate.
Lucio Lovat, Segretario regionale FILT
VENETOLAVORO
COSÌ LO SCIOPERO NEL VENETO
PROVINCIA
URBANO
EXTRAURBANO
AZIENDE
Dalle ore
VENEZIA
VERONA
PADOVA
ACTV
ATVO
APTV
AMT
APS
SITA
9.00
16.30
16.15
Alle ore
AIMT
FTV
ACTT
TREVISO
16.00
Fine servizio
9.00
12.00
17.00
Fine servizio
LA MARCA
CTM
BELLUNO
ROVIGO
ATM
8.00
12.00
16.30
20.30
DOLOMITIBUS
15.40
23.40
SITA
GARBELLINI
Alle ore
16.00
16.30
24.00
Fine turno
14.30
9.00
13.00
22.30
16.40
20.40
8.30
19.50
8.00
12.00
9.00
11.45
16.30
20.30
15.00
20.15
Fine turno
00.15
ST
VICENZA
Dalle ore
16.30
15.40
23.40
14.45
15.00
Fine turno
Fine turno
L'ANGOLO DEL
Contratto di lavoro a termine: il recesso
Sempre più frequentemente, ci sentiamo rivolgere la domanda sulle possibilità di
interruzione del rapporto di lavoro a tempo determinato.
Pensiamo sia arrivato il momento di fare un po' di chiarezza, partendo dal presupposto che alla scadenza del termine prefissato, il rapporto di lavoro si risolve
automaticamente, senza bisogno di alcun preavviso.
Ma cosa succede se una delle due parti del contratto di lavoro, in particolare il
lavoratore, decide per qualche motivo di interrompere prima il rapporto? Il principio base è che prima della scadenza del termine il rapporto di lavoro può essere interrotto dalle parti soltanto per giusta causa (art. 2119 c.c.). In questo caso,
il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno nella misura corrispondente
all'ammontare delleretribuzioni, che avrebbe percepito fino alla scadenza del contratto, se l'interruzione non fosse intervenuta.Se invece non sussiste l'ipotesi
della giusta causa la parte che interrompe anticipatamente il rapporto è tenuta a
risarcire il danno arrecato all'altra parte.
Nell'eventualità che sia il lavoratore a recedere, egli può essere chiamato a rispondere del
danno arrecato al datore di lavoro.
Se invece la risoluzione è comunicata dal datore di lavoro, il lavoratore ha diritto alle retribuzioni spettanti fino alla scadenza prevista nel contratto.
Diverso è, invece, il caso, quando il lavoratore, per motivi diversi dalla giusta causa, intende risolvere il rapporto prima della scadenza del termine. Facciamo l'esempio classico: ad
un lavoratore che ha in essere un contratto di lavoro a termine si presenta l'occasione di
instaurare con un diverso datore di lavoro, un rapporto a tempo indeterminato.
La soluzione migliore potrebbe essere quella della risoluzione consensuale del contratto a
tempo determinato. Ma, sappiamo che quasi sempre i datori di lavoro non sono disponibili, sotto questo aspetto, ad alcun accordo.
Si sta diffondendo allora la soluzione già a suo tempo adottata per i contratti di formazione e lavoro. In altre parole, il lavoratore comunica al datore di lavoro la propria volontà di
interrompere il rapporto di lavoro prima della scadenza del termine, con il ricorso al preavviso, della durata prevista dal contratto collettivo.
E' bene sapere che questa decisione, priva di regolamentazione, anche se comunicata al
datore di lavoro, ovviamente non pone il lavoratore al riparo da eventuali contestazioni, in
particolare sul punto del rispetto del termine apposto e sottoscritto dalle parti nel contratto di lavoro.
A cura dell'Ufficio Vertenze CGIL Veneto
VENETOLAVORO
giovedì 20 aprile 2006
UN ALTRO DIRETTORE SCOLASTICO
NEL VENETO: NOMINATO IL GIORNO
DELLE ELEZIONI
Il Veneto ha un nuovo direttore scolastico, il quarto in 5 anni. Si tratta di
Aldo Fumagalli, ex Sindaco leghista di Varese, nominato, un secondo
prima di decadere, dal Ministro Moratti. Molte le perplessità e proteste
suscitate da tale atto. Tra queste quelle dei Segretari regionali di FLC
CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals Confsal, Antonio Giacobbi, Nereo
Marcon, Roberto Checcacci, Leopoldino Lago che hanno diffuso una
presa di posizione congiunta.
"Abbiamo appreso da "Tutto scuola" - scrivono - che il ministro Moratti ha
disposto nei giorni scorsi lo spostamento del direttore scolastico regionale Carmela Palumbo dal Veneto all' Emilia Romagna e la sua sostituzione
con Aldo Fumagalli, già sindaco leghista di Varese.
Manifestiamo il nostro sconcerto e la nostra più viva preoccupazione, per
ragioni di metodo e di merito.
Sul piano del metodo, va condannata con decisione la pratica di effettuare una nomina di tale rilievo (Direttore scolastico regionale di una delle più
grandi regioni italiane) da parte di un ministro che, dopo aver annunciato
la sua candidatura a sindaco di Milano, fa parte comunque di un governo
alla fine del suo mandato, a prescindere dal risultato elettorale. La nomina è avvenuta infatti lunedì 10 aprile, lo stesso giorno delle elezioni politiche. Siamo all'occupazione quasi "manu militari", un atto di forza, ulteriore dimostrazione di arroganza e di carenza di senso dello Stato e delle
Istituzioni. Sul piano del merito, osserviamo che il Veneto cambia così il
quarto direttore in cinque anni e che tre su quattro, escluso l'attuale, provengono da fuori regione, pur in presenza di qualificati dirigenti già in servizio presso l'USR. Questi continui mutamenti non consentono alla scuola veneta di costruire e consolidare la sua esperienza formativa, rallentano i processi, destabilizzano gli assetti, ostacolano la riflessione sulla sua
storia e quindi la sua ulteriore crescita.
Meglio avrebbe fatto il ministro, anziché trasferire il direttore generale , a
completare l'organico dei dirigenti a tutela della scuola statale (mancano i
dirigenti di tre CSA su sette e il responsabile dell'Area finanziaria).
Chiediamo che le Istituzioni della Regione (ma anche le forze politiche, e
in particolare quelle che negli anni scorsi hanno difeso "l'identità veneta")
prendano posizione. In caso contrario non potremmo non pensare che la
nomina sia frutto non di una valutazione professionale ma di una operazione politica che corre lungo la tratta Milano-Varese".
DIRIGENTI ENTI PUBBLICI:
FIRMATA L' IPOTESI CONTRATTUALE
E' stata firmata all' Aran l' ipotesi di contratto nazionale di lavoro dei dirigenti degli Enti pubblici non economici e delle Agenzie fiscali relativa al
quadriennio normativo 2002 - 2005 e ai relativi due bienni economici.
Interessa circa 5 mila e 500 unità tra dirigenti, professionisti (avvocati, statistici, ecc.) e medici.
Gli incrementi stabiliti, coerenti con gli accordi del febbraio 2002 e del
maggio 2005, prevedono aumenti pari al 5,66 % per il I biennio e al 5,01
% per il II. Gli aumenti stipendiali a regime sono definiti in 306 euro per la
seconda fascia e 390 euro per la prima fascia. Le restanti risorse finanziarie sono dedicate all' aumento dei fondi per la retribuzione di posizione
(parte fissa e parte variabile) e di risultato.
Tali miglioramenti retributivi saranno attribuiti in quattro tranche, coincidenti con i mesi di gennaio del quadriennio, a partire dal gennaio 2002.
Per i professionisti gli incrementi stipendiali sono definiti a regime in 280
euro. Sono inoltre previsti aumenti sulla parte variabile della retribuzione
con apposite risorse che alimentano i fondi degli Enti.
Il testo dedica ampio spazio al conferimento degli incarichi dirigenziali e
alle garanzie connesse.
Per i professionisti propone un' ammodernamento dell' ordinamento più
snello nell' ambito dell'assetto organizzativo degli Enti.
SANITÀ PRIVATA ANCORA IN SCIOPERO
PER IL CONTRATTO
Si svolgerà l' 11 maggio lo sciopero dei dipendenti della sanità privata, con
manifestazione nazionale a Roma. A proclamare la protesta la Cgil
Funzione pubblica, la Cisl Funzione pubblica e la Uil Federazione poteri
locali. La mobilitazione è stata indetta a sostegno del rinnovo contrattuale scaduto da 28 mesi.
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AGENZIE FISCALI: STATO DI
AGITAZIONE SULL’INTEGRATIVO
Il personale delle Agenzie Fiscali (Entrate, Territorio,
Dogane, Demanio) è in stato di agitazione a causa del
mancato rinnovo del Contratto Integrativo di Agenzia.
Questo è il primo contratto integrativo delle Agenzie
Fiscali, in quanto dal 2002 hanno un comparto contrattuale a parte.
Il confronto nei tavoli negoziali è sempre stato molto difficile; la delegazione di parte pubblica non risponde concretamente alle richieste del sindacato e, sebbene i
Dirigenti delle Agenzie dovrebbero essere dei super
esperti in merito a "certezza" dei fondi, anche questa volta
le OO. SS. non sono riuscite a capire quale sia l'entità
delle somme da destinare al personale, né tanto meno
ad avere sicurezze sui tempi di erogazione delle somme
previste per il Contratto Integrativo.
A Padova il 5 aprile, nell' ambito delle mobilitazioni del personale, si è tenuto un presidio di protesta di fronte alla
Prefettura per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni locali
sulla problematica che riguarda decine di migliaia di
lavoratori in ambito nazionale.
Purtroppo la P.A. sta pagando lo smantellamento di tutte
le funzioni istituzionali costituite a garanzia e tutela del cittadino lavoratore. Sono infatti proprio i lavoratori dipendenti che nelle varie leggi finanziarie devono "risanare il
debito pubblico".
Le mobilitazioni di questi giorni hanno avuto le prime
risposte concrete.
Nell' incontro del 4 aprile, a livello nazionale tra delegazione di parte Pubblica e OO.SS, si sono raggiunti alcuni
obiettivi, anche se parziali.
Di cosa si tratta?
Innanzi tutto finalmente si sono quantificate le risorse speciali derivanti dalla legge 133/99 che permetterà la riqualificazione di parte del personale, e quindi la conclusione
delle procedure dei bandi di concorso dell' ex Ministero
delle Finanze.
C' è l' impegno da parte della Dirigenza di ricercare una
soluzione che dia una risposta economica al taglio dell'
Indennità di trasferta e missione prevista dalla Legge
Finanziaria, che permetterà ai lavoratori impegnati nei
controlli e negli accertamenti fuori sede di svolgere la loro
attività di lotta all' evasione fiscale.
Il punto di criticità che permane è quello relativo alla quantificazione delle risorse per la contrattazione integrativa
relative all' anno 2005, che permetterebbe di dare una
risposta globale alla professionalità acquisita dal personale, conseguita con anni di impegno e che ora si deve
poter accreditare e valorizzare attraverso avanzamenti
contrattuali snelli e veloci. Purtroppo ancora l' incertezza
delle somme e dei tempi di erogazione non ha risposte.
La sciagurata politica fiscale del Governo Berlusconi, con
la politica dei condoni, ha reso del tutto inefficace la lotta
all' evasione fiscale e soprattutto le risorse destinate al
personale per la produttività (che nelle Agenzie Fiscali
sono controlli, accertamenti tributari, politica attiva di vigilanza, servizi ai contribuenti).
I lavoratori delle Agenzie fiscali sono penalizzati 2 volte:
come cittadini, perchè la mancanza di risorse derivanti dal
contrasto all' evasione comporta inevitabili tagli allo stato
sociale, e come lavoratori perchè vengono sottratte risorse economiche decisive per il potere d'acquisto dei loro
stipendi. Le preoccupazioni del sindacato restano. La
Struttura della Pubblica Amministrazione deve essere
organizzata per soddisfare le molteplici domande di servizio pubblico. La progettazione e la programmazione economica e finanziaria deve essere ancorata ad una politica
di recupero e di ammodernamento, atta a riconsiderare il
valore sociale dei servizi pubblici, attesi da una società
sempre più composita e multi etnica.
La contrattazione integrativa deve essere lo sviluppo concreto di tali progetti nella finalità comune di armonizzare
le rivendicazioni dei lavoratori con le richieste di legalità e
servizi del Paese.
Cinzia Arcangeli, Segretaria FP di Padova
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giovedì 20 aprile 2006
PORTUALITÀ PENALIZZATA
DALLA FINANZIARIA: L' ITALIA
RISCHIA DI ARRETRARE
Il 29 marzo scorso, le Segreterie Nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e tutte
le Associazioni nazionali degli operatori del settore portuale (assoporti,
Ancip, Assocostieri, Assorimorchiatori, Confindustria, Federagenti,
Federimorchiatori, Fise-Uniport, Angopi, Assiterminal, Assologistica,
Confetra, Federpiloti e Federazione del Mare), si sono incontrate per
fare il punto sulla situazione determinatasi a seguito del blocco dei
finanziamenti alle Autorità Portuali.
Il comunicato congiunto, redatto al termine della riunione, denuncia gli
effetti pesanti e negativi dell'operazione, già contenuta nella Legge
Finanziaria dello scorso anno, tardivamente e molto parzialmente
sbloccatasi nella seconda metà del 2005 e, oggi, sostanzialmente ripristinata per il biennio 2006-2007.
In sede di attuazione della manovra di bilancio 2006, infatti, il Ministero
dell'Economia ha adottato una interpretazione restrittiva della nuova
legislazione in materia (legge n. 80/2006), a sua volta, invece, introdotta proprio per superare il tetto ai vincoli di spesa in investimenti
infrastrutturali imposti alle Autorità Portuali.
Si tratta di una decisione - per questo settore e su questo argomento,
l'ennesima - sbagliata, assolutamente non condivisibile, che ha già
ritardato e, inevitabilmente, ritarderà ulteriormente, la capacità della
portualità italiana di rispondere alle dinamiche internazionali, danneggiando pesantemente la funzionalità del sistema e, più in generale, l'economia nazionale.
In termini di volumi, oltre il 60% delle importazioni italiane e più del 50%
delle esportazioni transitano attraverso i porti italiani. In termini di valore, invece, tali dati crollano, rispettivamente, al 25% e al 24%.
Già oggi, cioè, la portualità italiana registra un considerevole differenziale tra la quantità di ciò che viene movimentato (peraltro, in significativo incremento, soprattutto nel traffico contenitori, nel periodo 19952002) ed il suo valore: risulta, quindi, collocata nella fascia "povera" dei
traffici.
A questo, si aggiunga il fatto che la carenza di spazi - già nota, evidenziatasi in questi anni e destinata ad aggravarsi rapidamente con le
nuove, gigantesche portacontainer in costruzione - produce un' incidenza alta di contenitori non lavorati in Italia, ma semplicemente
"appoggiati" per altre destinazioni.
Da ciò, deriva che il sistema ed il territorio circostante patisce tutti gli
aspetti negativi del ciclo e non ne trae adeguati benefici, sia in termini
economici (sul fatturato, un contenitore lavorato vale mediamente 8
volte uno in transito), che fiscali (per lo Stato, tra i due casi l'introito
medio quadruplica), che occupazionali (tra le due situazioni, si passa,
mediamente, da 5 a 42 posti di lavoro ogni mille unità movimentate).
D'altra parte, le difficoltà del sistema portuale italiano si sono andate
evidenziando con nettezza nel corso del 2005, dopo un primo rallentamento già registrato nel biennio precedente.
Più in generale, nel corso degli ultimi tre anni l'insieme della portualità
nord-europea ha recuperato quote di traffico nei confronti della portualità mediterranea, approdo apparentemente naturale per i traffici attraverso Suez che, si prevede, nel corso del prossimo decennio possono
crescere, nei contenitori, con tassi medi del 7%. Mentre, però, nel
Mediterraneo, la portualità italiana patisce il blocco degli investimenti
infrastrutturali, quella francese e, soprattutto, quella spagnola, stanno
beneficiando di interventi notevoli che già nel corso del 2004, ha visto
la portualità iberica scavalcare la nostra nel traffico di contenitori e, nel
2005, nello stesso segmento, il porto di Algeciras sopravanzare dopo
otto anni quello di Gioia Tauro.
Intanto, presso le Tesorerie dello Stato restano congelati i circa 3 miliardi di resi nel tempo disponibili da appositi provvedimenti legislativi;
l'illusorio sblocco di aprile 2005, peraltro limitato al solo anno scorso, ha
interessato poco più 300 milioni di dei 1.600 previsti su progetti già
autorizzati; l'anno in corso e il prossimo restano tuttora nell'incertezza
più profonda...
I primi danni si stanno materializzando; una straordinaria opportunità di
sviluppo del sistema portuale e, con esso, di riassetto dell'insieme del
settore trasporti rischia di essere persa; un'importante occasione per
l'economia italiana, infine, rischia, semplicemente, di svanire.
Tra le altre prime decisioni che il nuovo Governo sarà presto chiamato
ad assumere, rientra anche questa: intanto, per arrestare subito i danni
e, immediatamente poi, per cogliere quell'opportunità ed orientare positivamente quell'occasione.
Alessandro Rocchi, Segretario generale Filt del Veneto
VENETOLAVORO
ACCORDO PER I TERMALI
È stato chiuso il rinnovo salariale per il secondo biennio economico del contratto nazionale Aziende Termali.
L'aumento concordato da Federterme con Filcams Fisascat
Uiltucs è di 55 euro a regime, di cui 30 con decorrenza da
maggio 2006. Una "una tantum" di 240 euro sarà pagata in
due tranches (a maggio 2006 e a maggio 2007).
La richiesta sindacale era di 63 euro; in un primo tempo la
controparte ne aveva offerti 47, poi, vista la decisione delle
federazioni di indire uno sciopero - avrebbe dovuto svolgersi il
24 marzo e poi è stato rinviato al lunedì di Pasquetta - ha cambiato posizioni consentendo di sbloccare la vertenza ed arrivare ad "un accordo di piena soddisfazione" per entrambe le
parti.
INTESA ANCHE
PER I CALZATURIERI
Siglata l' intesa per il rinnovo del biennio economico del settore calzaturiero (8 mila le aziende e oltre 100 mila i lavoratori).
L'accordo, che ricalca quello del tessile - abbigliamento realizza 75 euro al terzo livello super con l'allungamento di tre mesi
della durata.
Il calzaturiero italiano- commenta la Filtea -Cgil "è in una fase
di inedito, profondo e complesso cambiamento dell'assetto del
lavoro e delle imprese e l'accordo costituisce una responsabile e coraggiosa scelta di investimento e fiducia nel futuro del
settore".
Tra i punti da segnalare, l' applicazione che viene data all'istituto dell'apprendistato già regolato con il rinnovo del CCNL
2004, realizzando la definizione dei profili formativi di riferimento, elaborati con l'ISFOL; la formazione dedicata a tematiche orizzontali; il rafforzamento dell'OBN- C nel favorire le
sperimentazioni nell'utilizzo dell'apprendistato. Secondo la
Filtea si apre ora un nuovo capitolo. Le parti sociali potranno
ora convocare l'osservatorio nazionale per rilanciare e riproporre l'insieme delle politiche e delle azioni previste dagli
accordi sottoscritti negli ultimi anni sulle scelte per il commercio internazionale, per le innovazioni dei modelli industriali,
per la qualificazione e il cambiamento del lavoro.
Si tratta di azioni che vanno coordinate a livello europeo e
richiedono la costituzione del tavolo permanente della filiera
produttiva dei calzaturieri e della moda italiana che dovrà
essere promosso dal Governo italiano. Da esso si faranno
ulteriormente discendere - quale decisiva priorità di intervento
- le azioni che riguardano i distretti industriali".
RSU BERCO E DE LONGHI:
GRANDE SUCCESSO PER LA FIOM
Eccellente risultato per le liste presentate dalla Fiom alle
elezioni per il rinnovo delle RSU in tre realtà particolarmente significative della marca trevigiana. Si tratta della
Berco, oltre che della Elba, e di Climaveneta Home
System (entrambe del gruppo De Longhi).
Alla Berco, un'azienda di 520 dipendenti, la Fiom fa "il
pieno", ottenendo il 92,5% dei voi e tutti i 7 delegati da
eleggere. Alla Elba e a Climaveneta i metalmeccanici
della Cgil conquistano rispettivamente il 46,8% (e tre
delegati su sei, compreso quello espresso dagli impiegati) ed il 63,4% (con due delegati su tre). A Cisl vanno 1
delegato alla Elba ed 1 in Climaveneta, mentre la Uil
strappa il secondo delegato con i resti all'interno della
Elba. Alta - sopra l'80% - la partecipazione al voto che
evidenzia come le elezioni della propria rappresentanza
siano vissute dai lavoratori come un grande fatto di
democrazia. "Le lavoratrici ed i lavoratori - commenta il
Segretario Generale della Fiom di Treviso, Candido
Omiciuolo - hanno premiato l'impegno della FIOM e dei
suoi candidati.
La Segreteria della Fiom di Treviso esprime la propria
soddisfazione e ringrazia i lavoratori per l'impegno speso
a sostegno della stagione dei precontratti e per la conquista del contratto nazionale".
VENETOLAVORO
giovedì 20 aprile 2006
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DAI DATI SULL'OCCUPAZIONE
EMERGE L'ESIGENZA DI NUOVE STRATEGIE PER IL LAVORO
I dati riepilogativi forniti dall' Istat sull'occupazione nel 2005 confermano, per la Cgil, "come il ciclo positivo iniziato nella seconda metà degli anni '90 sia esaurito, dopo essere stato statisticamente "mascherato" negli ultimi tempi dalla regolarizzazione dei
lavoratori extracomunitari" e quanto sia necessario adottare nuove strategie". Lo dice il segretario confederale Fulvio Fammoni,
che aggiunge: "nonostante l'aumento delle quote di precarietà e di elusione contrattuale (crescita dei contratti a termine, + 6,4%,
e nessuna trasformazione dei co.co.co in lavoro subordinato, fermi a quota 1 milione e 200 mila) continua l'effetto "scoraggiamento" per cui migliaia di persone rinunciano a cercare un'occupazione.
E, dunque, il tasso di disoccupazione cala perché diminuisce la popolazione di attivi su cui si calcola il tasso stesso, e aumentano gli inattivi.
Inoltre, si conferma il divario sempre più crescente tra Nord e Sud (+290 mila inattivi nel Sud) del Paese, nonché la crisi dell'occupazione femminile (- 40 mila occupate nel Mezzogiorno) e giovanile (un neo assunto su due è precario). Fenomeni questi
accompagnati da una crescita del lavoro nero che, proprio nell'area di chi ha rinunciato a cercare occupazione, pesca nuove
energie.
Se consideriamo infine che nelle statistiche Istat figurano come occupati anche le decine di migliaia di cassa integrati, il quadro
è completo: siamo ad un bilancio fallimentare del Governo di centrodestra.
E' del tutto evidente che occorre cambiare passo e strategie, scommettendo su uno sviluppo di qualità del sistema imprenditoriale e cambiando in maniera radicale le norme sul mercato del lavoro".
L'Istat ha reso disponibili i dati 2005 della rilevazione sulle forze di lavoro.
Riportiamo i principali, relativi alla popolazione e all'occupazione nel Veneto.
Occupati
e disoccupati nella
regione Media 2005 (in
migliaia)
Maschi
PROVINCE
Veneto
Verona
Vicenza
Belluno
Treviso
Venezia
Padova
Rovigo
Occupati
Persone Non forze
in cerca di lavoro
1.238
230
227
52
224
210
231
65
Popolazione
del Venet
per classe di età MASCHI
Media 2005 (in migliaia) FEMMINE
MASCHI E FEMMINE
Popolazione veneta
sopra i 15 anni
per titolo di studio
Media 2005 (in migliaia)
Femmine
37
7
5
2
7
6
8
2
Totale
680
120
112
34
118
131
127
38
1.955
357
345
88
349
347
366
104
Occupati
Persone
in cerca
825
149
147
39
154
141
155
39
54
10
8
2
9
10
9
5
Maschi e Femmine
Non forze
di lavoro
Totale
1.176
213
197
54
199
222
224
67
Persone
in cerca
Occupati
2.056
373
353
96
361
373
388
111
2.063
379
374
91
378
352
386
104
Non forze
di lavoro
91
17
13
4
16
16
18
7
1.856
334
310
88
317
353
351
104
Totale
4.011
730
697
183
710
721
754
215
Fino a 14
anni
15-24
anni
25-34
anni
35-44
anni
45-54
anni
55-64
anni
15-64
anni
65-74
anni
75
anni e oltre
Totale
335
316
651
226
216
442
360
340
700
413
389
802
319
311
630
282
291
573
1.599
1.548
3.147
215
252
467
141
256
397
2.290
2.372
4.662
Licenza elementare
Licenza media
Diploma 2-3 anni
Diploma 4-5 anni
Laurea, dottorato
Totale
1.116
1.262
359
928
346
4.011
LEGGE 30: PERCHÉ VA SOSTITUITA
Nel Veneto abbiamo avuto quote massicce di flessibilità e di precariato e questo non ha impedito alle aziende di andare a cercar
"fortuna" altrove dove la manodopera costa meno ed ha meno
diritti.
Poche sono le aziende che hanno utilizzato i processi di internazionalizzazione per innovare, competere e consolidare la propria
struttura produttiva nel Veneto.
Abbiamo assistito ed assistiamo a dismissioni produttive sempre
più pesanti che probabilmente risanano i bilanci delle aziende ma
si scaricano sui lavoratori.
Il precariato non paga, non crea competitività, non valorizza i
saperi.
Nel Veneto il dato degli assunti a tempo indeterminato nel 2005 è
stato del 27%, gran parte dei contratti di collaborazione si stanno trasformando in partite IVA mentre l'apprendistato viene spesso utilizzato per la stagionalità e per il suo basso costo.
Ci piacerebbe anche capire quali esiti abbiano dato le politiche
del lavoro verso i lavoratori licenziati: quanto restano nelle liste di
mobilità, quali offerte di lavoro hanno, quale formazione ricevano.
Ma è possibile che con questi problemi, pochi si preoccupino del
destino di questi lavoratori, delle loro condizioni sociali ed economiche. Sembra invece più utile discutere di quanto va aggiustata la Legge 30.
La lotta al precariato e la difesa dei diritti sono obbiettivi strategici della CGIL da sempre.
Penso che puntare alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro e a
dare prospettive ai giovani non siano obbiettivi ideologici né di
bandiera ma si rifacciano, come nel resto d'Europa, alla preoccupazione di una società civile che vuole evitare che un' intera
generazione abbia meno diritti e tutele di quelle precedenti.
Nessuna "guerra ideologica", dunque, ma la convinzione che sia
necessario ricostruire una nuova legislazione del lavoro basata
principalmente sul rapporto di lavoro a tempo indeterminato dove
la flessibilità possa essere una opportunità concordata, ma non la
regola. Per far questo bisogna anche sostituire la legge 30 a partire proprio dalle sue forme più negative. Francamente non si
comprendono integralismi e ideologismi che in chiave modernista
difendono un liberismo nel lavoro che ha fallito.
Patrizio Tonon, CGIL Regionale Veneto
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giovedì 20 aprile 2006
VENETOLAVORO
LA STORIA DEL 1° MAGGIO
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del
movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo
Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e
indipendenza. La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
Alle origini la battaglia per le 8 ore
Dal congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la
Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì
una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell' attività lavorativa". A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione
delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi.
Lo Stato dell' Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la
giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l'
estesa ed effettiva applicazione. L' entrata in vigore della legge era
stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero
vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.
Nell' ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour
Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli
operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
1886: I "martiri di Chicago"
festazione era stata convocata in pazza Santa Croce in
Gerusalemme, nel pressi di S.Giovanni. La tensione era alta, ci furono tumulti che provocarono diversi morti e feriti e centinaia di arresti
tra i manifestanti.
Nel resto d'Italia e del mondo la replica del 1 Maggio ebbe uno svolgimento più tranquillo. Lo spirito di quella giornata si stava radicando
nelle coscienze dei lavoratori.
1891: la festa dei lavoratori diventa permanente
Nell'agosto del 1891 il II congresso dell'Internazionale, riunito a
Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza.
D'ora in avanti il 1 Maggio sarebbe stato la "festa dei lavoratori di tutti
i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza
delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà".
Il primo maggio durante il fascismo
Nel nostro Paese il fascismo decise la soppressione del 1 Maggio,
che durante il ventennio fu fatto coincidere il con la celebrazione del
21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Mentre la festa del lavoro
assume una connotazione quanto mai "sovversiva", divenendo occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all'occhiello,
alle scritte sui muri, dalla diffusione di
volantini alla riunione in osteria) l'opposizione al regime. Il 1 Maggio tornò
a celebrarsi nel 1945, sei giorno
dopo la liberazione dell'Italia.
Il 1 Maggio 1886 cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in
dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le
braccia. Nella sola Chicago scioperarono e parteciparono al grande corteo in 80 mila. Tutto si svolse pacificamente, ma nei giorni successivi
scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali
americane la tensione si fece sempre
l Vicenza, Campo Marzo: ore 16.00 Pino Costalunga ,
più acuta. Il lunedì la polizia fece
Patricia Zanco: "dal mitico nord est un viaggio sulla locofuoco contro i dimostranti radunati
davanti ad una fabbrica per protestamotiva Italia"; ore 18.00 concerto con Luca Bassanese,
re contro i licenziamenti, provocando
Smako Akustiko, Les Totems, Big Back Family, King Of
quattro morti. Per protesta fu indetta
Pain, Loud Method, Khorakhane', Madruga, Feed Back.
una manifestazione per il giorno
Presentano: Paola Rossi e Carlo Presotto
dopo, durante la quale, mentre la
polizia si avvicinava al palco degli
l Mestre, Piazza Ferretto, ore 10,30: comizio di Gerardo
oratori per interrompere il comizio, fu
Colamarco, Segretario Generale Uil Veneto
lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Alla fine si conl Chioggia, Piazza Granaio, ore 10,30: comizio di Lino
tarono otto morti e numerosi feriti. Il
Gottardello, Segretario Generale CISL Venezia
giorno dopo a Milwaukee la polizia
sparò contro i manifestanti (operai
l Mira, Piazza S. Nicolò, ore 10,30: comizio di Sergio
polacchi) provocando nove vittime.
Chiloiro, Segretario Generale Cgil Venezia
Una feroce ondata repressiva si
abbatté contro le organizzazioni sinl
Padova, Piazza dei Signori, ore 9: concerto con i
dacali e politiche dei lavoratori, le cui
Calicanto, comizio di Paola Agnello Modica, Segretaria
sedi furono devastate e chiuse e i cui
dirigenti vennero arrestati. Per i fatti
nazionale Cgil. In piazza, stand gastronomici, di materiadi Chicago furono condannati a
le divulgativo ed informativo
morte otto noti esponenti anarchici
malgrado non ci fossero prove della
l Vittorio Veneto, tutto il giorno: incontro dello Spi con
loro partecipazione all'attentato. Due
una delegazione di donne dei sindacati di Bosnia neldi loro ebbero la pena commutata in
l'ambito di un progetto di collaborazione e di aiuto alla
ergastolo, uno venne trovato morto in
rinascita post bellica avviato l'8 marzo. Le delegazioni
cella, gli altri quattro furono impiccati
sono quelle del "forum delle donne di Sarajevo", della
in carcere l'11 novembre 1887. Il
"associazione donne per l'Europa" di Mostar, donne del
ricordo dei "martiri di Chicago" era
diventato simbolo di lotta per le otto
sindacato della Serbia Bosniaca.
ore e riviveva nella giornata ad essa
dedicata: il 1 Maggio.
PRIMO MAGGIO
NEL VENETO
1890: 1 maggio, per la prima volta manifestazione simultanea
in tutto il mondo
Il 20 luglio 1889 il congresso costitutivo della Seconda Internazionale,
riunito a Parigi, decise che "una grande manifestazione sarebbe stata
organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti
i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche
autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore". La scelta cadde sul primo Maggio dell' anno successivo, appunto per il valore simbolico che quella giornata aveva assunto. In Italia come negli
altri Paesi il grande successo del 1 Maggio, concepita come manifestazione straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e
socialiste a rinnovare l'evento anche per 1891. Nella capitale la mani-
1947: L'eccidio di Portella della
Ginestra
La pagina più sanguinosa della festa
del lavoro venne scritta nel 1947 a
Portella della Ginestra, dove circa
duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento
per festeggiare la fine della dittatura
e il ripristino delle libertà, mentre
cadevano i secolari privilegi di pochi,
dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece
fuoco tra la folla, provocando undici
morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil
proclamò lo sciopero generale e
puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
La strage di Portella delle Ginestre,
secondo l'allora ministro dell'Interno,
Mario Scelba, chiamato a rispondere
davanti all'Assemblea Costituente,
non fu un delitto politico. Ma nel 1949
il bandito Giuliano scrisse una lettera
ai giornali e alla polizia per rivendicare lo scopo politico della sua strage.
Il 14 luglio 1950 il bandito fu ucciso
dal suo luogotenente, Gaspare
Pisciotta, il quale a sua volta fu avvelenato in carcere il 9 febbraio del
1954 dopo aver pronunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della
strage di Portella.
Il primo Maggio oggi
Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione delle abitudini hanno profondamente
cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la
distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è
quindi cambiato nel corso degli anni.
Da diversi anni Cgil Cisl Uil hanno scelto di celebrare la giornata promovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico
tema. Quest' anno sarà: "lavoro, sviluppo, costituzione, libertà, contro
le mafie" e si svolgerà a Locri.
E' diventato un appuntamento anche il tradizionale concerto rock che
i sindacati confederali organizzano in piazza San Giovanni a Roma.
VENETOLAVORO
giovedì 20 aprile 2006
PER IL 25 APRILE A PADOVA:
L'ALTRA R-ESISTENZA
Con un concerto organizzato per il 25 aprile a Padova (ore 21
sala Anziani) la Cgil, assieme all'Arci e all'Anpi, presenta uno
spettacolo, "progetto 25 aprile - l'altra resistenza", che ne attualizza i valori. Il "progetto" è nato dall'incontro e dalla riflessione
di quattro artisti provenienti da luoghi e percorsi professionali
differenti: due musicisti, un'attrice e un videoperformer.
Quattro esperienze diverse accomunate dall'esigenza di operare una rilettura critica e attualizzata del concetto di Resistenza.
Avvalendosi dell' uso di musica originale -basi in elettronica,
chitarra, sax e due voci dal vivo- di immagini originali e d'archivio e delle parole che persone come Calamandrei, Calvino,
Berto, Ferretti scrissero a proposito della Resistenza Storica
(1943-1945) il gruppo sviluppa uno spettacolo di un'ora all'interno del quale fa da filo rosso l'idea stessa di un diritto alla resistenza e quindi alla diversità, all'autonomia, alla pace.
Lo spettacolo diventa così una finestra sulla storia dell'Italia dal
1943 ad oggi, di alcune sue peculiarità sociali e politiche, con
uno sguardo particolare su alcuni eventi che hanno segnato il
nostro paese negli ultimi sessant'anni.
Dice Paolo Tizianel, regista del progetto: "La Resistenza non
può essere collocata in uno specifico luogo temporale. Noi
vogliamo aiutare a ricordare, perché oggi come ieri sentiamo
intima la necessità di resistere.".
Un percorso di un'ora che non si pone come risposta ma, piuttosto, vuole lasciare lo spettatore con un nuovo materiale su cui
riflettere per trovare il suo ruolo attivo nella quotidianità.
IL PRIMO "PRIMO MAGGIO"- segue dalla prima pagina
Del resto si tratta di una scommessa dall' esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro
sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di
vista organizzativo.
Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore,
considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento
operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà
internazionale di classe.
Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una
felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori
che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un' iniziativa di carattere internazionale.
In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni,
che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di
lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli
operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.
"La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio
Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista".
Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell' appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la "festa dei lavoratori di tutti i paesi".
Inizia così la tradizione del 1 maggio, un appuntamento al quale il
movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. L' obiettivo originario delle
otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti.
La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici
anima le manifestazioni di fine Ottocento. Il 1 maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei "moti per il pane", che investono
tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano.
Nei primi anni del Novecento il 1 maggio si caratterizza anche per
la rivendicazione del suffraggio universale e poi per la protesta
contro l' impresa libica e contro la partecipazione dell' Italia alla
guerra mondiale.
Sarà solo nel primo maggio del 1919 che i lavoratori potranno
festeggiare il conseguimento dell' obiettivo originario: le otto ore.
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AL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL,
LA TESSERA DELL'ANPI
Con una iniziativa presso la sede della Cgil in Corso Italia,
Massimo Rendina e Mario Bottazzi hanno consegnato la tessera dell'ANPI per l'anno 2006 al segretario generale della Cgil
Guglielmo Epifani, intendendo così testimoniare del fatto che
l'Associazione partigiana ha deciso di aprirsi alle forze vive della
società per trarre nuova linfa per il proseguo del proprio impegno per la democrazia e la libertà. I lavoratori, soprattutto negli
anni fra il 1943 e il 1945, hanno dato molto alla lotta di liberazione, alla Repubblica ed alla Costituzione.
Epifani ha ricordato come si sia trattato sì un gesto simbolico,
ma pieno di significati profondi. Siamo alla vigilia del 25 aprile, festa di tutti, festa dell'omaggio e del ricordo per la liberazione e della riconquista della libertà.
Anche quest'anno la Cgil sarà in Piazza a Milano (interverrà
Epifani a nome di Cgil, Cisl e Uil) per ricordare la festa della
liberazione ed il contributo dei lavoratori dato a quella battaglia
per la democrazia e la Repubblica.
Ma la consegna della tessera dell'Anpi ad Epifani si carica anche
di un altro significato: una sorta di staffetta rovesciata.
L'ANPI vivrà grazie anche all'impegno e all'azione della Cgil,
come la Cgil ha potuto mantenersi viva nei suoi valori e nei suoi
ideali di sindacato confederale negli anni bui anche grazie all'azione dell'Associazione antifascista.
Guglielmo Epifani ha ringraziato l'ANPI, e in particolare Carlo
Ghezzi, che in questi anni ha tessuto i fili di questo rapporto,
auspicando che gli uomini e le donne della Cgil possano contribuire alla vita dell'ANPI, ai suoi valori e alla sua idealità.
PELLIZZON E VENERI
NELLA SEGRETERIA FLAI REGIONALE
La Flai del Veneto ha eletto il 20 aprile, con voto unanime e a
scrutinio segreto, la nuova segreteria.
Ad affiancare il Segretario generale Roberto Montagner, eletto a
conclusione del congresso, saranno Renzo Pellizzon, Segretario
generale Flai di Venezia, e Sandra Veneri, segretaria Generale
della Flai di Verona.
Il Direttivo ha altresì definito il programma di lavoro che assumerà a priorità i problemi legati ai settori saccarifero ed avicolo oltre
che alcune situazioni di crisi presenti nel Veneto. Altri punti riguardano lo sviluppo della contrattazione ed il confronto con la
Regione, sia sulle questioni attinenti i lavoratori forestali e dei consorzi di bonifica, che sulle politiche dei distretti agro industriali.
BELLUNO:
ELETTA LA SEGRETERIA CAMERALE
Il 18 Aprile il comitato direttivo della Cgil di Belluno ha eletto la
Segreteria che affiancherà il Segretario Generale Renato
Bressan, eletto al congresso.
La nuova segreteria risulta composta da Alessandro Da Rugna
(Segretario Generale FIOM), Denise Casanova Crepuz
(Segretario Generale SLC), Francesco Corigliano (Segretario
Generale CGIL Scuola), Ludovico Bellini (Segretario Generale
Funzione Pubblica).
CAON ELETTO NELLA SEGRETERIA
NAZIONALE DEI PENSIONATI
Il comitato direttivo del sindacato pensionati, riunito il 19 aprile,
nell'eleggere la nuova segreteria nazionale dopo il congresso, ha
votato l' ingresso di tre nuovi segretari: Luciano Caon, Riccardo
Terzi e Renata Bagatin.
Alla segreteria nazionale, guidata da Betty Leone, vengono confermati Gabriella Poli, Lucio Saltini, Michele Mangano, Giancarlo
Saccoman e Giovanni Cazzato, mentre lasciano l'incarico Anna
Milani e Ettore Combattente che rimarranno impegnati nello Spi
con altri incarichi dirigenziali.
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giovedì 20 aprile 2006
VENETOLAVORO
CULTURA E FORMAZIONE DEI LAVORATORI COME
PRIMO IMPEGNO PER IL PROGRESSO
Con un incontro con gli studenti dell'Istituto Tecnico per Geometri G.B. Belzoni , aperto alla cittadinanza e ai lavoratori, la Camera del
Lavoro di Padova ha invitato, nell'ambito delle iniziative per il centenario, ad una riflessione su: "la cultura e la formazione dei lavoratori come primo impegno per il progresso. L'esempio di Ugolino Ugolini".
Al dibattito, che si svolgerà sabato 22 aprile alle 11 nell'aula magna della scuola, interverranno la Maurizio Mistri (economia internazionale, Università di Padova) e Diego Pulliero (storico) con due relazioni, rispettivamente su "cambiamenti nell'economia e nella società
e ruolo del sindacato", e "la nascita della Camera del Lavoro di Padova e l'impegno nella cultura e nella formazione dei lavoratori 18931906". Tra i contributi annunciati, quelli della Preside dell'Istituto, Cristina Pollazzi, di Ilario Simonaggio e Rosanna Tosato (per la Cgil
di Padova), oltre che di un rappresentante della Cgil nazionale.
Abbinata all'iniziativa, la presentazione della mostra "Camera del lavoro di Padova, dalla nascita alla grande guerra".
Sul significato dell' iniziativa ospitiamo un intervento di Rosanna Tosato, Segretaria della Cgil padovana.
Nel 2006 la CGIL festeggerà 100 anni, abbiamo pensato che non
poteva mancare tra le iniziative dei festeggiamenti un incontro
con le giovani generazioni così è nata l'idea di presentare la
mostra sulla "Camera del Lavoro di Padova dalla nascita alla
grande guerra" agli studenti dell'Istituto Tecnico per Geometri G.B.
Belzoni trovando tra i fondatori della CGIL di Padova un loro illustre insegnante Ugolino Ugolini. La Camera del lavoro di Padova
viene fondata nel 1893 ad opera di pochi volonterosi. Si trattava
allora di una struttura assai fragile e ben presto spazzata via con
un provvedimento adottato dal prefetto del tempo. Del 1894 è
infatti il decreto di scioglimento, motivato con l'accusa di fomentare la lotta di classe. A Padova Ugolini è un personaggio chiave
nella storia del sindacato di classe; fu lui, infatti, l'uomo della svolta nella Camera del lavoro che condusse, nel corso del 1894,
dalle iniziali posizioni moderate a un'impostazione più incisiva. La
novità non sfuggì allo stesso prefetto che intuì benissimo il ruolo
di Ugolini nell'ambito del cambiamento in atto. Il funzionario non
mancò infatti di cogliere e riconoscere gli aspetti positivi della sua
personalità "l'onestà, la determinazione, la stima di cui godeva e
lo stesso saldo legame con gli affetti familiari", ma proprio per
questo egli lo ritenne un elemento particolarmente pericoloso. Il
carisma, l'attivismo e l'irreprensibilità di Ugolini erano infatti le
caratteristiche adatte per fare del professore l'elemento in grado
di catalizzare le spinte più combattive presenti - sia pure in modo
embrionale - nel movimento operaio padovano, facendole poi
maturare ed evolvere verso posizioni più radicali.
L'azione del Prefetto - che chiese e ottenne dal Ministero
dell'Interno l'allontanamento di Ugolini, trasferito a Brescia- ebbe
dunque carattere preventivo. Il fatto che la sua richiesta venisse
accolta, unita alla chiusura della Camera del lavoro da lui decretata, servì a scompaginare non poco le fila del nascente sindaca-
to padovano. Il processo, comunque, non si arrestò e di lì a pochi
anni, nel 1900, la Camera del lavoro rinacque, anche se sotto la
guida di Ferruccio Maran.
Seguì quindi un lungo periodo in cui la Camera del lavoro padovana tentò di consolidarsi, di radicarsi nel capoluogo e nel territorio circostante, nonostante le ricorrenti difficoltà economiche. E'
evidente in questa fase lo sforzo di conservare un'immagine pubblica rassicurante e moderata. Fa testo in tal senso il notevole
impegno profuso dai responsabili camerali per migliorare la situazione morale e culturale - oltre che economica - del proletariato.
Di qui l'avvio di scuole legate alla Camera del lavoro e l'intervento in numerose iniziative - anche esterne - ritenute utili per perseguire tale scopo.Gli eventi bellici legati alla grande guerra segnarono la conclusione di questa prima fase e la chiusura dell'attività
del sindacato che riaprì i battenti a guerra finita. Tutti i passaggi
fin qui descritti sono documentati in questo percorso che, pur
nella sua brevità, vuole fornire una prima testimonianza di quanto avvenne in quegli anni cruciali per la nascita del sindacato
padovano. I visitatori potranno seguire alcune di queste fasi attraverso trenta riproduzioni di documenti e foto scelti tra i più significativi dell'epoca, nell'intento di dare un'idea del clima del tempo.
Va infine sottolineata la volontà da parte della Camera del lavoro,
che in tempi recenti ha lasciato gli storici locali di via del
Padovanino, di recuperare ed esporre la memoria della propria
identità, delle proprie radici, anche, e soprattutto, in presenza dei
grandi mutamenti oggi in atto. Nasce qui l'esigenza di avviare una
iniziativa che, pur nella sua semplicità, si propone di avvicinare i
visitatori alla realtà di quegli anni e, in primo luogo, di quegli uomini che più di un secolo fa ebbero il coraggio e il merito di iniziare
la lunga battaglia per la difesa dei diritti dei lavoratori.
Rosanna Tosato, Segretaria CGIL di Padova
LE INIZIATIVE DEL "CENTENARIO CGIL VENETO"
Venerdì 28 aprile ore 17.30 presso il Centro Culturale Candiani di Mestre
Porto Marghera: il lavoro, le fabbriche, gli uomini.
Presentazione del progetto sulla memoria operaia di Porto Marghera
Sabato 22 aprile 2006 ore 11.00
Istituto Tecnico "G.B. Belzoni", Via S.Speroni 39/41 - Padova
Presentazione della mostra: La Camera del Lavoro di Padova dalla nascita alla grande guerra
Martedì 25 aprile 2006 ore 21.00 Sala Anziani Palazzo Moroni - Padova
Performance videomusicale Progetto 25 Aprile - L'ALTRA R-ESISTENZA
Dal 16 maggio al 20 maggio presso il Centro Culturale Candiani - Mestre
Dal 29 maggio al 7 giugno presso l'Auditorium di Santa Margherita - Venezia
Rassegna Cinematografica CINEMA AL LAVORO
I CONCORSI DEL CENTENARIO
l Nell'ambito della IX edizione di Mestre Film Fest, "premio speciale centenario Cgil Veneto" (primo premio 1000 euro, secondo premio 500 euro) alle opere che meglio sapranno esprimere le problematiche del mondo del lavoro e del sindacato
l Premio Galbo per tesi di laurea su temi riguardanti le trasformazioni del lavoro nel periodo compreso tra la seconda guerra mondiale ed oggi, oppure la storia del lavoro e/o del movimento sindacale in Veneto nel corso del '900. Possono concorrere i laureati che abbiano discusso la loro tesi di laurea dopo il 1° novembre 2003. Le domande dovranno essere inviate entro il primo maggio a: Ires Veneto - Via Peschiera 5 - 30174 Venezia Mestre
l Concorso didattico "Il lavoro nel Veneto" riservato alle ragazze ed ai ragazzi delle scuole venete di ogni ordine e grado