ricerca storica e analisi geomorfologica (Fiume Oglio, Valcamonica

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ricerca storica e analisi geomorfologica (Fiume Oglio, Valcamonica
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
Consiglio Nazionale
delle Ricerche
Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica
nel Bacino Padano
Torino
Regione Lombardia
Direzione Generale
Territorio e Urbanistica
INDIVIDUAZIONE DELLE ZONE
POTENZIALMENTE INONDABILI
A FINI URBANISTICI:
RICERCA STORICA E ANALISI
GEOMORFOLOGICA
RELAZIONE GENERALE
– GIUGNO 2001 –
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
La presente relazione rientra nell'ambito dell'incarico conferito al CNR-IRPI di
Torino dall'IReR (Project leader Arch. Liliana Grancini) con convenzione del 5
giugno 2000, cod. IReR 2000A021, con il titolo “Determinazione delle fasce
fluviali di alcuni corsi d’acqua lombardi a fini urbanistici”.
Il gruppo di lavoro è costituito da:
CNR-IRPI Torino
Responsabile scientifico
Dr. Fabio LUINO
Autori della ricerca
Dr. Manuela BASSI
Dr. Paola BOSSUTO
Dr. Paolo FASSI
Dr. Fabio LUINO
Collaboratori
Sig. Ettore BERETTA (ricerca dati storici)
Sig. Piergiuseppe TREBO’ (raccolta ed elaborazione immagini)
Regione Lombardia – Direzione Generale Territorio e Urbanistica
Responsabili della ricerca
Arch. Antonella BELLONI
Dr. Nadia PADOVAN
Collaboratori
Sig. Filippo NOVELLO (raccolta cartografia urbanistica)
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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Durante la ricerca gli autori si sono avvalsi dell'aiuto di numerose persone.
Si ringraziano pertanto:
Dr. Aldo Pirola (direttore) e Maddalena Piotti della Biblioteca Queriniana di Brescia;
Giuseppe Moretti ed Enzo Grigolato dell'Emeroteca della Biblioteca Queriniana di
Brescia; Carlo Prandolini, Teresa Rossini e Sergio Baraggi della Biblioteca del Museo
Scienze Naturali di Brescia; Dr. Ugo Spini (direttore), Biblioteca del Museo d’Arte e
Storia di Brescia; Dott.ssa Luisa Bezzi (direttrice) e Bruno Trabucco dell’Archivio di Stato
e Archivio Storico Civico di Brescia; Ing. Carlo Giacomelli, STAP di Brescia, Ing. Massimo
Buizza, Consorzio dell'Oglio; Fondazione Negri, Brescia; Avv. Giuseppe Berruti, Brescia;
Dr. Gianbattista Sangalli e Dr. Giampaolo Fagioli, Comunità Montana Valle Camonica;
Federico Caminada e Giovanna Marzolini, Comune di Darfo Boario Terme; Giusy
Ligrenzi, Teleboario, Darfo Boario Terme, Adelio Cominoli, storico di Ponte di Legno;
Giulia Comensoli, Edolo; Dr. Fabio Alberti e Dr. Gilberto Zaina, Studio Geotec, Darfo
Boario Terme; Dr. Giacomo Sebastiano Pedersoli, storico della Valle Camonica;
Elisabetta Tedeschi e Giorgio Cotti Cometti, “Contrada del Cardo”, Darfo Boario Terme;
Dr. Adriano Sigala, storico della Valle Camonica; Ufficio Idrografico e Mareografico di
Milano; Dr. Franco Milani (Regione Lombardia, Risorse Idriche e Servizi di pubblica
utilità), Geom. Romeo Costantini, STAP Comune di Lodi; Geom. Nicola La Rovere, Arpa
Regione Lombardia; Dott.ssa Paola Delotto, Enel Hydro di Seriate; Dr. Gianni Mortara e
Dott.ssa Ornella Turitto (CNR-IRPI Torino).
Si esprime altresì riconoscenza a tutti i Sigg. Sindaci, ai loro collaboratori e al personale
degli Uffici Tecnici dei comuni indagati per la disponibilità e l’aiuto forniti nell’ambito
della ricerca.
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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ISTITUTO DI RICERCA PER LA PROTEZIONE IDROGEOLOGICA
NEL BACINO PADANO (IRPI Torino)
L'Istituto è un Organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, istituito con
decreto del Presidente del CNR n° 2409 del 3 aprile 1970. L'IRPI di Torino è uno dei
quattro Istituti di Ricerca per la Protezione Idrogeologica presenti in Italia. Ha compiti di
ricerca nelle regioni afferenti al Bacino Padano; gli altri tre Organi di ricerca sono
costituiti a Padova, Perugia e Cosenza ed hanno compiti simili di ricerca,
rispettivamente nell'Italia nord-orientale, centrale e meridionale.
L'IRPI ha lo scopo di svolgere attività di ricerca, in tutti gli aspetti che siano
preminentemente geologici, con particolare riferimento all'elaborazione di nuove
metodologie nel settore della difesa dalle frane e dalle inondazioni, nei seguenti campi:
- condizioni geologiche, idrologiche ed evoluzione morfologica dei bacini imbriferi;
- fenomeni di erosione, trasporto e deposito, in relazione soprattutto a particolari eventi
idrologici;
- previsione e prevenzione dei fenomeni d'instabilità;
- franosità dei versanti;
- sistemazione dei bacini idrografici e dei corsi d'acqua;
- studio delle metodologie relative alla raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati
idrogeologici;
- ricerche di fotointerpretazione applicata a problemi specifici d'instabilità dei versanti e
dei corsi d'acqua.
L'IRPI svolge, inoltre, interventi di studio in località colpite o minacciate da piene
e frane, anche in seguito di specifiche richieste da parte di Enti pubblici. Partecipa a
gruppi di studio, Commissioni, attività di consulenza e di informazione rivolta all'esterno
nei campi di specifico interesse d'Istituto. Collabora inoltre con numerosi Enti Pubblici
ed Istituzionali di ricerca.
L'organico dell'Istituto è attualmente costituito da 17 persone (sette ricercatori,
sette assistenti tecnico-professionali e tre amministrativi).
La sede dell'Istituto è a Torino, in Strada delle Cacce 73, tel. 011/3977257343428, fax 011/343574, e-mail segreteria: [email protected]
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"Le due case danneggiate durante l'evento
dell'agosto 1940 erano state costruite proprio
sulla sponda, anzi con fondamenta d'acqua,
che ad ogni più piccolo aumento di portata
sono investite per urto e per allagamento.
Detti privati che scientemente han male
costruito non possono che imputare a sé
stessi la condizione in cui vengono a trovarsi
ad ogni piena e quindi devono essi
provvedere a difendersi dal pericolo in cui si
sono messi..”.
Il Prefetto di Brescia, 6/9/1940
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INDICE
1. Premessa
2. La Val Camonica
2.1. Inquadramento geografico
e geomorfologico
2.2. Idrografia
3. Ricerca storica
3.1. Sedi dell'indagine
3.2. Cartografia reperita
3.3. Interpretazione della notizia
3.4. Relazione e scheda storica del territorio comunale
3.5. Carta dei danni pregressi
4. Analisi geomorfologica. Carta delle aree potenzialmente
inondabili
5. Analisi urbanistica. Carta dell’accorpamento degli strumenti
urbanistici vigenti
6. Livelli di criticità. Carta di sintesi delle aree a differente criticità
7. Eventi di piena e considerazioni statistiche
8. Conclusioni
9. Bibliografia
10. Relazioni e schede storiche dei 17 comuni
Volume I
Ponte di Legno
Temù
Vione
Vezza d'Oglio
Incudine
Edolo
Volume II
Sonico
Malonno
Berzo-Demo
Cedegolo
Capo di Ponte
Ceto
Braone
Breno
Volume III
Cividate Camuno
Esine
Darfo-Boario Terme
p.
9
p. 10
p. 13
p.
p.
p.
p.
p.
14
25
27
28
31
p. 33
p.
p.
p.
p.
p.
36
41
48
62
63
p. 76
p.135
p.160
p.194
p.226
p.243
p.268
p.292
p.317
p.335
p.353
p.384
p.403
p.422
p.460
p.499
p.526
ALLEGATI TECNICI
CD Rom con relazione generale, relazioni e schede storiche dei singoli comuni, cartografie in
Arcview
1.
2.
3.
4.
Carta
Carta
Carta
Carta
dei danni pregressi (n. 7 tavole)
delle aree potenzialmente inondabili da un punto di vista morfologico (n. 7 tavole)
dell’accorpamento degli strumenti urbanistici vigenti (n. 7 tavole)
di sintesi delle aree a differente criticità (n. 7 tavole)
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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1. PREMESSA
Nell’ambito del Piano delle Ricerche approvato dalla Giunta Regionale
negli anni 1997-1999 sono stati condotti studi sui bacini idrografici dei Torrenti
Staffora, Pioverna e del Fiume Serio, con l’obiettivo di definire una metodologia
atta all’individuazione delle zone potenzialmente inondabili a fini urbanistici
mediante ricerche storiche e analisi geomorfologiche. I tre bacini sono stati scelti
sulla base delle differenti caratteristiche geografiche, morfologiche e territoriali.
Il Piano delle Ricerche 2000-2001 ha approvato un analogo studio anche
per il bacino idrografico del Fiume Oglio prelacuale (Val Camonica).
La ricerca ha analizzato 17 territori comunali e precisamente: Ponte di
Legno, Temù, Vione, Vezza d’Oglio, Incudine, Edolo, Sonico, Malonno, BerzoDemo, Cedegolo, Capo di Ponte, Ceto, Braone, Breno, Cividate Camuno, Esine,
Darfo-Boario Terme.
Il presente studio è stato affrontato in modo multidisciplinare al fine di
ridurre i limiti insiti in ogni singolo approccio, sia esso storico, geomorfologico o
idraulico. La ricerca si è quindi sviluppata seguendo il filone già utilizzato negli
anni precedenti dall’IRPI con risultati soddisfacenti: ad una approfondita ricerca
storica è seguita un’analisi morfologica e quindi uno studio urbanistico al fine
d’individuare le zone di fondovalle maggiormente soggette al pericolo
d’inondazione da parte del Fiume Oglio.
La scelta di esaminare esclusivamente il corso d'acqua principale, non
considerando il ruolo dei tributari, appare tuttavia una decisione riduttiva, che
rende questo lavoro non esauriente ai fini di una reale valutazione degli scenari
di rischio esistenti sul territorio in esame. In Val Camonica, infatti, sono presenti
molti torrenti laterali che in passato sono stati sede di imponenti fenomeni di
colata detritica torrentizia, che hanno provocato talora il seppellimento di piccole
borgate e lo sbarramento temporaneo del corso del Fiume Oglio.
L’indagine storica ha consentito la raccolta di numerose informazioni:
queste potrebbero tuttavia essere ulteriormente incrementate. Il periodo previsto
(11 mesi) è risultato decisamente insufficiente a fronte del numero molto elevato
di archivi pubblici e privati presenti nel Bresciano. La presenza, ad esempio, di
numerose Fondazioni religiose, di biblioteche civiche, ma anche di collezioni
private, ha fatto sì che siano state raccolte notizie utili anche in sedi difficilmente
prevedibili all’inizio dello studio: ciò ha portato all’acquisizione di rara
documentazione.
La cartografia è stata gestita con Arcview, il GIS attualmente più diffuso e
affidabile. Utilizzando come base cartografica i raster della Regione Lombardia
alla scala 1:10.000, sono state redatte quattro differenti carte tematiche: a) carta
dei danni pregressi, b) carta delle aree potenzialmente inondabili da un punto di
vista morfologico; c) carta dell’accorpamento degli strumenti urbanistici vigenti; d)
carta di sintesi delle aree a differente criticità.
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2. LA VALCAMONICA
2.1. Inquadramento geografico e geomorfologico
La Val Camonica, la valle più estesa della provincia di Brescia, confina a
W con la Val Seriana (BG), a NW con la Valtellina (SO), ad E con la Val di Sole e
le Valli Giudicarie (TN) (Fig. 1). E’ compresa quasi totalmente nei Fogli N. 19
(Tirano), N. 20 (M. Adamello), N. 34 (Breno) e per una piccola area anche nei
Fogli 8 (Bormio), 9 (M. Cevedale) e 35 (Riva) dell’IGM alla scala 1:100.000.
Figura 1 -Inquadramento geografico della Val Camonica con ubicazione dei capoluoghi il cui territorio è
stato oggetto d’indagine. Il bacino idrografico esaminato nel presente lavoro è delimitato inferiormente
dalla linea tratteggiata.
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Il corso d’acqua che la drena assume il nome di Oglio s.s. a Ponte di
Legno, alla confluenza fra l’Oglio Frigidolfo (Valle delle Messi) e l’Oglio
Narcanello (Val Sozzine).
Il Fiume Oglio è per lunghezza il quinto fiume d'Italia: dalle sorgenti alla
confluenza in Po misura 280 km con un bacino idrografico di 6649 km². In
particolare nel tratto prelacuale ha un bacino di circa 1500 km² e misura poco
meno di 79 km dalla confluenza Narcanello-Frigidolfo in Ponte di Legno al Lago
d'Iseo.
La testata della Val Camonica ha un andamento NE-SW, parallelo alla
Linea Insubrica: la cresta unisce le Alpi Orobiche a quelle Retiche. Le vette più
elevate sono ubicate nella zona settentrionale: l'Adamello (3554 m), il M. Re di
Castello (2891 m) ed il M. Colombine (2215 m) sulla catena orientale, il M.
Telenek (2573 m), il M. Venerocolo (2589 m) ed il Pizzo della Presolana (2621
m), su quella occidentale.
Da un punto di vista morfologico la Val Camonica presenta caratteristiche
simili a quelli delle maggiori vallate alpine e prealpine. La presenza del grande
ghiacciaio camuno nel periodo quaternario ha contribuito al modellamento della
valle, lasciando evidenti segni del suo passaggio: il profilo ad U della sezione
valliva, le rocce montonate, le pareti rocciose subverticali e la presenza di
depositi glaciali nelle porzioni superiori dei solchi vallivi secondari, ne sono un
tipico esempio. Alcune delle valli laterali, allo sbocco sul fondovalle principale,
presentano un marcato gradino morfologico testimoniante l’altezza originaria di
raccordo con il fondovalle (valli sospese)(Fig.2).
Figura 2 –
Valbione nel
Comune di
Ponte di Legno: un classico esempio
di valle sospesa.
Nella zona centrale la morfologia appare caratterizzata da numerosi
costoni che si allungano quasi perpendicolarmente all’asse mediano della valle,
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mentre alcune cime svettano isolate: fra queste la più appariscente è senza
dubbio il massiccio dolomitico della Concarena (2549 m). Appare evidente la
notevole energia del rilievo, caratterizzata da versanti con notevoli pendenze. Il
risultato di questa articolata orografia è un complesso sistema di valli nelle quali
scorrono importanti tributari che hanno generato sul fondovalle dell’Oglio
imponenti apparati di conoide. Solamente il conoide fra Cerveno ed Ono S.
Pietro pare essere il frutto anche di ripetuti franamenti delle sovrastanti pendici
calcaree.
Il fondovalle è caratterizzato da tratti ampi e pianeggianti: tra i più evidenti
la “Prada di Malonno”, di origine lacustre, creatasi probabilmente in seguito allo
sbarramento del fondovalle del Fiume Oglio da parte di una frana o di una
grande colata detritica torrentizia in epoca postglaciale. A zone ampie si
alternano strette rocciose come quelle di Cedegolo e di Cividate Camuno, forre
createsi per sopravvenuti fenomeni di ringiovanimento postglaciale. Nel tratto
terminale, a cominciare dalla Piana di Prada, nel comune di Cividate Camuno,
sino al Lago d’Iseo, la valle appare ampia e piatta (Fig. 3). In essa spiccano i due
promontori rocciosi del Castelletto e del Monticolo che dominano Darfo Boario
Terme.
Figura 3 – Veduta aerea dell'ampio fondovalle della Val Camonica nel tratto compreso fra Cividate e il
Lago d’Iseo.
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2.2. Idrografia
Il Fiume Oglio prelacuale, come già accennato, misura poco meno di 79
km ed ha un bacino di circa 1500 km²: la quota minima di 185 m è ubicata allo
sbocco nel lago d’Iseo.
Il suo corso può suddividersi in due tratti. Il primo si estende dalla sorgente
alla stretta di Cividate Camuno, per una lunghezza di circa 55 km, con pendenza
media del 20-28%o e possiede un carattere decisamente torrentizio. Nel
secondo, della lunghezza di circa 25 km, da Cividate C. al Lago d’Iseo, mostra le
caratteristiche tipiche di un corso d'acqua di ampio fondovalle, con un alveo
caratterizzato da più canali debolmente incisi (in un materasso alluvionale di
ghiaie), che delimitano una fascia totalmente occupata dalle acque durante le
piene.
Da monte verso valle è alimentato dai seguenti affluenti (per quelli più
estesi è indicata fra parentesi la superficie in km²):
Tabella 1 - Tributari del Fiume Oglio prelacuale.
Sinistra idrografica
T. Coleasca o T. Avio (Val d'Avio)
Rio della Valle di Vallaro
T. Paghera (Val Paghera)
Rio di Valle Moriana
Rio di Valle Finale
T. Rabbia (Val Rabbia)
T. Remulo (Val Malga)
T. Poia di Cedegolo (Val Saviore) (126 km²)
T. Re (Valle del Re di Cimbergo)
T. Palobbia (Val Paghera)
T. Grigna (Valle della Grigna) (101 km²)
T. Rovinazza di Darfo
T. Re di Gianico
T. Re d’Artogne
Destra idrografica
Fiumeclo (Val Canè)
T. Val Grande di Vezza d’Oglio
T. Ogliolo di Monno (Valle del Mortirolo)
T. Ogliolo di Edolo (Val di Còrteno)(113 km²)
T. Allione (Val Paisco)
T. Clegna (Valle Clegna)
T. Lanico (Val di Lozio)
T. Trobiolo (Val Trobiolo di Borno)
T. Dezzo (Val di Scalve)(181 km²)
I tributari hanno origine in una fascia altimetrica compresa fra 1500–2800
m e confluiscono nell’Oglio a quote variabili fra 1200 e 200 m.
Gli affluenti sono sovente sede di violente piene caratterizzate da ingente
trasporto solido. Ne sono testimonianza gli imponenti conoidi alluvionali distribuiti
lungo la valle e le numerose notizie storiche riferite a catastrofiche piene che, in
alcuni casi, distrussero completamente piccoli centri abitati (es. Serio), sbarrando
talora anche il corso dell'Oglio.
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3. RICERCA STORICA
La frequenza degli eventi alluvionali che continuano a colpire l'Italia
settentrionale, conferma sempre più l'importanza della conoscenza di quanto è
accaduto in passato al fine di prevedere gli scenari futuri. Le zone colpite
risultano, infatti, più o meno le medesime nonostante abbiano subìto nel corso
degli anni modificazioni di origine antropica (rettifiche, opere di difesa, ecc.). E’
perciò importante raccogliere il maggior numero di notizie pregresse per poter
disporre di un quadro conoscitivo, il più omogeneo possibile, di analoghi
fenomeni avvenuti nelle stesse aree.
La metodologia d'indagine utilizzata si è sviluppata in particolare in sei fasi
di ricerca:
1.
Individuazione delle sedi ove possono essere custodite le notizie utili ai fini
dello studio (archivi comunali, biblioteche, ecc.);
2.
Ricerca delle fonti d'informazione (pubblicazioni, relazioni tecniche inedite,
manoscritti, giornali, ecc);
3.
Raccolta delle notizie e della documentazione cartografica;
4.
Analisi, validazione e inserimento dei dati;
5.
Sopralluoghi sul terreno;
6.
Sintesi grafica.
3.1. Le sedi dell'indagine
Come negli anni precedenti, lo studio storico è iniziato con la ricerca delle
notizie utili conservate presso l’Archivio Storico del CNR-IRPI di Torino (Fig. 4).
Tale collezione, iniziata nei primi anni ’70 del secolo appena trascorso, è il frutto
di approfondite ricerche effettuate presso Enti pubblici operanti sul territorio (in
particolare il Ministero dei Lavori Pubblici) e presso i principali archivi di stato: si
tratta solitamente di documenti inediti, conservati in copia.
E’ stata successivamente passata in rassegna anche la raccolta dei
giornali a tiratura nazionale e locale, estraendo le notizie riguardanti le alluvioni
avvenute in Val Camonica dal 1800 ai giorni nostri.
Nella biblioteca dell’IRPI di Torino (circa 20.000 testi specifici) sono stati
consultati testi di geomorfologia e idrologia, monografie sul bacino dell'Oglio, atti
di convegni, lavori pubblicati dal Ministero dei Lavori Pubblici, ecc. (Fig. 5).
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Figura 4 - a) Particolare dell'archivio storico dell'IRPI
di Torino; b) documento del Ministero dei LL.PP,
inerente i lavori di riparazione e ripristino di opere
lesionate dal T. Narcanello nel settembre 1940.
Figura 5 – Interno della biblioteca dell'IRPI di Torino, la più ricca raccolta nazionale di testi specifici
inerenti piene e frane del Nord Italia.
Ultimata l'analisi storica all'interno dell'Istituto, è iniziata la ricerca delle
sedi ove potevano essere reperite altre documentazioni utili ai fini della ricerca.
Un quadro generale del Sistema bibliotecario urbano di Brescia
(http://queriniana.comune.brescia.it) può essere così sintetizzato:
Biblioteca Queriniana (Via Mazzini 1)
Emeroteca e Basi dati (P.zza Martiri di Belfiore 6)
BC1 - 1ª circoscrizione (Via Casazza 46)
BC2 - 2ª circoscrizione (Vill. Prealpino, Via Col di Cadibona 5)
BC3 - 3ª circoscrizione (Via G.B. da Fardengo 69)
BC5 - 5ª circoscrizione (Vill. Sereno, Trav. XII 58/A)
BC7 - 7ª circoscrizione (Via Tiziano 246)
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Biblioteca del Museo di Scienze Naturali (Via Ozanam 4)
Biblioteca del Museo d’Arte e Storia (Via Musei 81)
Biblioteca Ist. Agazzi (Via Ambaraga 93)
Altre biblioteche speciali
Archivio di Stato e Archivio Storico Civico (Via Galilei 44)
Biblioteca Fondazione L. Micheletti (Via Cairoli 9)
Biblioteca Fondazione Civiltà Bresciana (Vicolo S. Giuseppe 5)
Biblioteca Fondazione Calzari Trebeschi (Via Crispi 2)
Seminario Diocesano (Via Bollani 20)
Ateneo di Scienze Lettere ed Arti (Via Tosio 12)
Molto tempo è stato dedicato alla consultazione dei documenti conservati
presso la Biblioteca Queriniana di Brescia (Fig. 6), sede di una vasta e preziosa
documentazione. La biblioteca, fondata nel 1750, possiede circa 600.000 testi,
4000 manoscritti, centinaia di carte e mappe a partire sin dall'epoca medioevale.
La consultazione è stata facilitata dalla completa informatizzazione del
patrimonio presente e dalla professionalità del personale addetto.
Figura 6 - Sale di consultazione della Biblioteca
Queriniana di Brescia.
La sezione staccata della Biblioteca Queriniana, contenente le testate
giornalistiche a tiratura nazionale e locale costituisce l'Emeroteca (Fig. 7). Le
pagine dei giornali sono microfilmate e coprono un lasso di tempo di oltre 160
anni.
Sono stati passati in rassegna i seguenti periodici (fra parentesi gli anni di
copertura):
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BRESCIA OGGI
BRESCIA REPUBBLICANA
BRESCIAOGGI NUOVO
GAZZETTA DI MILANO
GAZZETTA DI MILANO
GAZZETTA PRIVILEGIATA DI MILANO
GAZZETTA UFFICIALE DI MILANO
IL CITTADINO DI BRESCIA
IL CITTADINO
IL CORRIERE DELLA SERA
IL GIORNALE DI BRESCIA
IL POPOLO DI BRESCIA
LA PROVINCIA DI BRESCIA
LA SENTINELLA BRESCIANA
LA SENTINELLA
LA VOCE DEL POPOLO
1974-75
1943-45
1975-2000
1816-22; 1826-29
1848-1850; 1859-1868
1833-1847
1850-1859
1878-1926; 1947-1951
1945-47; 1951-74
1974-2000
1945-2000
1923-43
1870-1926; 1945-1948
1860-1921
1859-1860; 1921-25
1899-1989
Negli articoli sono state ritrovate interessantissime notizie, con informazioni
puntuali, che sovente hanno consentito la validazione di dati fino ad allora incerti.
A tal riguardo si riporta integralmente uno dei passi più significativi che permette
di comprendere la precisione di una notizia:
Giornale di Brescia, 18 settembre 1960
“La situazione a Edolo era inalterata alle ore 21. L'Oglio pur essendo lievemente diminuito come
intensità di acque, manteneva la propria virulenza, investendo continuamente i fabbricati... Edolo però
rimane completamente isolata per l'interruzione delle strade e delle linee telefoniche. Anche la linea
ferroviaria Edolo-Brescia è interrotta in più punti nel tratto Darfo-Edolo.
Edolo dall'altra notte, sta passando ore drammatiche. Gran parte della popolazione si era portata lungo
l'argine del fiume per seguire gli eventi che si manifestavano piuttosto preoccupanti. ... Erano gli
affluenti dell'Oglio che, dal versante della costa, gettavano melma e massi all'interno dei fabbricati siti di
fronte alla distilleria Bettinelli. Intanto l'Oglio era arrivato al massimo della sua violenza ed al primo
ponte stradale per Brescia, corroso dalle acque, intaccava le fondamenta delle case di Angelo Nana,
Frizza e Gelmini. ... A valle della casa comunale si verificavano altri franamenti lungo tutto l'argine
sinistro ed anche su quello destro mettendo in allarme tutte le famiglie. ... Nessuno ad Edolo si ricorda di
avere assistito ad un simile spettacolo e la popolazione segue attonita la tragedia di cui Edolo si riteneva
immune. ...Il tratto di strada che dalla piazza di Edolo congiunge la circonvallazione è già in gran parte
asportato dalla violenza delle acque e con la strada sono sparite anche le piante che la costeggiavano.
Anche nella zona dei fabbricati della via Gelpi, il terreno frana continuamente e paurose brecce si
aprono nei muri degli edifici".
Altre valide informazioni sulle piene del Fiume Oglio sono state rinvenute
nella Biblioteca del Museo di Scienze Naturali di Brescia (Fig. 8), in particolare
nella sezione di geologia-geomorfologia ed in quella universitaria con tesi inedite
riguardanti il territorio bresciano.
Altrettanto fruttuose sono state le ricerche nella collezione completa degli
Annali dell'Ateneo di Brescia e in molti altri testi di idrologia, storia locale, nonché
riviste ed Atti di Congressi.
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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Figura 7 - a) Interno dell'Emeroteca della Biblioteca Queriniana di Brescia: attrezzature per la visione dei
microfilms; b) articolo del Giornale di Brescia descrivente la situazione dell’Alta Val Camonica dopo la
piena del settembre 1960.
Figura 8 – A sinistra, interno della Biblioteca del Museo di Scienze Naturali di Brescia; a destra,
frontespizio del libro di Giacomo Pedersoli sull’alluvione del settembre 1960 in Val Camonica.
Sempre in Brescia è stata visionata la Biblioteca del Museo di Arte e Storia
(Fig. 9), che contiene un ricco reparto di storia locale.
Successivamente si è passato in rassegna il vasto Archivio di Stato e
Archivio Storico Civico di Brescia (Fig. 9). La ricerca ha consentito di raccogliere
interessante materiale documentaristico (ad esempio molte relazioni del XIX
secolo) redatto in lingua italiana, nonostante la Val Camonica, in quel periodo,
avesse subito differenti dominazioni straniere. E’ noto che questa valle partecipò
alle vicende storiche che coinvolsero tutto il Nord Italia e in particolare la
Lombardia: dalla lunga dominazione della Repubblica Veneta, finita nel 1797,
alla dominazione francese durante la quale la valle venne a far parte della
Repubblica Cisalpina (Fig. 10). Nel 1803 fu assegnata al Dipartimento del Serio
(BG): alla caduta del Regno Napoleonico (1815) la Val Camonica entrò a far
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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parte del Regno Lombardo-Veneto (sotto la dominazione austriaca) e dal 1861
del Regno d’Italia.
All'interno dell'Archivio di Stato sono state consultate diverse cartelle delle
seguenti sezioni:
- Imperial Regia Delegazione;
- Cancelleria Prefettizia Inferiore;
- Cancelleria Prefettizia Superiore;
- Inventario delle stampe;
- Registri elencanti le Mappe Napoleoniche, Austriache e del Regno d’Italia (Fig.
10).
Figura 9 – A sinistra, una delle sale di lettura della Biblioteca del Museo di Arte e Storia di Brescia; a
destra, la sala di consultazione dell’Archivio di Stato e Archivio Storico Civico di Brescia.
Figura 10 – A sinistra, documento della Repubblica
Cisalpina del 1803: sono descritti i danni avvenuti in
seguito all'inondazione del Fiume Oglio nell'autunno
1801; in alto, Carta del Catasto Austriaco (1850
circa) di Darfo alla confluenza F. Oglio-T. Dezzo.
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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Terminata la raccolta delle informazioni nelle sedi suddette è iniziata la
ricerca presso gli archivi comunali (Fig. 11), che ha ulteriormente arricchito i dati
già collezionati.
La fruibilità degli archivi consultati è risultata maggiore rispetto a quella
offerta da altri archivi esaminati in anni precedenti in altre vallate lombarde per lo
svolgimento di indagini simili a quelle qui esposte.
L’impressione è che l'archivio sia a tutt'oggi considerato dalla gran parte
delle amministrazioni locali come un'entità ingombrante ed inutile. Ragion per
cui, se si eccettuano pochi comuni, solitamente i faldoni sono accatastati o nelle
soffitte o negli scantinati del municipio, in locali polverosi, umidi e privi di
sufficiente aerazione.
In tale contesto appare un'utopia l'informatizzazione dei dati presenti, che
vista la mole e l’importanza storica dei documenti conservati, dovrebbe essere
un obbligo da parte del comune. Questa schedatura, inoltre, permetterebbe una
ricerca più rapida ed approfondita non solo per gli aspetti riguardanti il presente
lavoro, ma anche studi di carattere economico, sociologico, legislativo e
ovviamente sarebbe utilissima per questioni prettamente burocratiche della
stessa amministrazione comunale.
La situazione degli archivi esaminati è sintetizzata in Tabella 2.
Giudizio globale
Assistenza da parte
di personale addetto
Organizzazione
(presenza di un
indice e/o
schedario, ecc.)
Conservazione
(scaffalature/armadi,
locale areato/umido,
ecc.)
Patrimonio
Capoluogo
Tabella 2 - Situazione degli archivi comunali esaminati in Val Camonica.
Ponte di Legno
O
-*
Temù
O
O
O
+
Vione
O
O
O
Vezza d'Oglio
O
O
+
Incudine
Edolo
O
+
+
+
Sonico
O
+
+
+
Malonno
-**
+
Berzo Demo
Cedegolo
Capo di Ponte
O
O
+
+
Ceto
+
+
+
+
+
Braone
O
Breno
O
O
+
Cividate Camuno
O
O
O
Esine
O
+
+
+
+
Darfo Boario T.
O
+
+
+
+
(+ buono; O sufficiente; - insufficiente); * = incendiato durante la
prima guerra mondiale; ** = incendiato negli anni '40
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I documenti più antichi raccolti sono ovviamente manoscritti: si tratta
solitamente di relazioni tecniche compilate da tecnici (agrimensori), che
misuravano la superficie dei terreni alluvionati, quindi resi improduttivi, dando
talvolta indicazioni anche sullo spessore del materiale depositato, sui
cambiamenti dell'alveo, ecc.
Figura 11- Particolare degli archivi comunali di
Vezza d'Oglio (a), Darfo Boario (b) e Sonico (c), fra i
più ricchi di documentazione storica riguardante
piene dell'Oglio e dei tributari. Quello di Sonico è
attrezzato con moderne scaffalature scorrenti su
binario che consentono di aumentare lo spazio a
disposizione.
Sono reperibili anche i verbali della Giunta municipale e del Consiglio
comunale con relative delibere, ma solamente a partire dal XIX secolo: sono
manoscritti talora ricchi di informazioni sui danni subiti dal comune. I numerosi
danni prodotti dalle piene del Fiume Oglio nel XIX e XX secolo hanno portato alla
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redazione di relazioni sullo stato delle opere di attraversamento, delle strade e
delle arginature, finalizzate alla loro ricostruzione (documentazione raccolta
nelle cartelle denominate Acque e Strade, Pubblica sicurezza).
L’archiviazione dei documenti nel XIX secolo avveniva mediante una
suddivisione per materie che però non erano univocamente individuate. Verso la
fine del secolo (1897), con una circolare del Ministero dell’Interno, si introdusse il
“criterio legislativo” che uniformò la metodologia seguita per l’archiviazione. Essa
prevedeva 15 categorie suddivise in classi definite per argomento.
Dalla fine del XIX secolo si è concentrata la ricerca nelle due categorie X e
XV, rispettivamente "Lavori Pubblici" e "Pubblica Sicurezza" (Fig. 12):
La Categoria X prevede:
Classe I: "Strade-Vie e Piazze-Giardini"
Classe II: "Ponti e Fognature..."
Classe IV: "Acquedotto-Acque e Fontane Pubbliche-Fiumi-Torrenti-Argini"
Classe V: "Consorzi stradali stradali e idraulici-Bonifiche-Navigazione"
Classe VIII: "Ferrovie..."
La Categoria XV comprende, invece, tutti i possibili interventi in seguito a
calamità naturali. In queste due categorie è quindi possibile ritrovare tutta la
documentazione inerente gli eventi alluvionali, i relativi danni ed i successivi
interventi sistematori.
Talvolta sono stati ritrovati progetti per la realizzazione di arginature, ponti,
rettificazioni d’alveo (cfr. scheda Darfo Boario Terme) sottoposti all’approvazione
degli Organi governativi. Tali progetti possono fornire interessanti indicazioni
sulle piene che hanno provocato danni.
Figura 12– Documenti riguardanti la piena del settembre 1960: a sinistra, elenco della viabilità
danneggiata nel Comune di Capo di Ponte; a destra, progetto per la ricostruzione delle opere danneggiate
nel Comune di Sonico.
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All'interno dell'edificio municipale, o poco lontano, è talvolta presente
anche la biblioteca civica. Sono generalmente biblioteche non molto fornite
(proporzionate alla importanza dell’abitato), che raccolgono per lo più libri di
narrativa e per ragazzi, testi prettamente iconografici, guide turistiche della Val
Camonica, ma possiedono sempre almeno uno scaffale di testi di storie locali
(Fig. 13).
Figura 13 - Biblioteca
comunale
di Darfo
Boario.
Questi testi descrivono il capoluogo e le frazioni dal punto di vista
geografico e storico, talvolta anche dal punto di vista architettonico e/o
urbanistico. Essi assumono grande importanza perché solitamente contengono
almeno un paragrafo inerente le calamità accadute nel territorio comunale
(piene, frane, terremoti, incendi, carestie, peste, ecc.).
Sono state visionate le biblioteche civiche di Ponte di Legno, Vione, Edolo,
Malonno, Capo di Ponte, Ceto, Breno, Cividate Camuno, e Darfo Boario, nonché
le biblioteche del Parco dell’Adamello e della Comunità Montana Val Camonica,
situate in Breno.
Sono stati anche interpellati i fotografi di ogni centro abitato della valle al
fine di recuperare qualche preziosa immagine di alluvioni pregresse o vecchie
panoramiche utili per un confronto sulle variazioni intervenute successivamente
nel contesto morfotopografico.
Di particolare interesse sono le fotografie reperite presso alcuni fotografi
professionisti di Ponte di Legno, Edolo, Capo di Ponte e Malegno, presso
collezioni private e cartolibrerie di diversi centri abitati. Presso Teleboario è stato
inoltre ritrovato l'unico filmato RAI girato nei giorni successivi la catastrofica
inondazione del settembre 1960, ricco di spezzoni molto significativi (Fig. 14).
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Figura 14 - Esempi di documentazione fotografica reperita presso collezioni pubbliche e private inerente la
catastrofica piena del 16-17 settembre 1960: a) Corso Italia a Boario; b) Ponte di Montecchio a Darfo; c)
tratto della piana di Malonno sconvolto dal passaggio della piena; d) ponte di Cividate Camuno, asportato
dalla furia delle acque nella notte fra il 16 e il 17 settembre (da filmato RAI).
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3.2. La cartografia reperita
Durante la ricerca storica sono state raccolte e schedate tutte le cartografie
riferite ai territori comunali indagati. Per il periodo compreso fra il XVI e il XVIII
secolo si tratta per lo più di cartografie a piccola scala, poco significative per il
presente studio. Sono solitamente carte a colori riproducenti la Lombardia, il
territorio bresciano e talvolta più in particolare la Val Camonica (Fig. 15).
Figura 15 - a) Carta topografica di Bressan del
1701, raffigurante la Val Camonica a valle di
Edolo; b) Carta del Tirolo e della Lombardia di
Anich (1774), nel tratto fra Sonico e Ponte di
Legno.
A partire dal 1800 vennero redatte carte di maggior dettaglio. Quelle
utilizzate nel corso della ricerca sono state:
1) Carte del Catasto Napoleonico (Fig. 16a-b), carte acquarellate, telate a due
diverse scale (da 1:2.000 a 1.10.000), conservate presso l’Archivio di Stato e
Archivio Storico Civico di Brescia. Il Catasto Napoleonico è sicuramente, al di là
della sua originaria finalità censuaria, la prima rappresentazione
geometricamente precisa e attendibile della vallata qual'era agli inizi del 1800,
merito delle squadre di topografi che accompagnavano le truppe francesi.
Insieme alle altre cartografie storiche, ma con maggior precisione, il Catasto
Napoleonico documenta la forma e la scansione dei lotti, i limiti e la
localizzazione degli edifici, le destinazioni d’uso dei terreni e quelle che oggi
chiameremmo infrastrutture. Con l'impianto del catasto generale del Regno
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(Decreto di Napoleone 12 gennaio 1807 n. 16, Titolo VII) vennero redatte per la
prima volta mappe catastali, geometriche e parcellari, dei Comuni Censuari nei
quali era stato diviso il territorio. Nella ricerca storica e nella redazione della carta
degli eventi alluvionali pregressi, disporre di carte di grande dettaglio appare di
determinante importanza. Al tempo stesso il lasso di tempo di quasi due secoli
intercorso fra la redazione delle carte del catasto napoleonico e le più recenti
carte regionali, permette anche un confronto interessante della trasformazioni
idrografiche subite dall'alveo del Fiume Oglio.
Sono stati selezionati e riprodotti fotograficamente i seguenti mappali:
Comune
Berzo Inf.
Berzo-Demo
Braone
Breno
Capo di Ponte
Cedegolo
Ceto
Cividate Camuno
Darfo Boario
N. mappali
36
37-38
63-64
65-66
96-97
mancante
131
152
186
Comune
Edolo
Esine
Incudine
Malonno
Ponte di Legno
Sonico
Temù
Vezza d’Oglio
Vione
N. mappali
192-193-194
198
237
279-280-281
374-375-376
468-469
483-484
499-500
502-503
2) Carte del Catasto Austriaco (1840-1850 circa) raccolte anch'esse presso
l’Archivio di Stato e Archivio Storico Civico di Brescia. Sono mappe di buona
precisione, a grande scala (Fig. 16 c-d), sulle quali verranno poi costruite le
prime carte IGM negli ultimi decenni del XIX secolo.
3) Mappe catastali comunali, alla scala 1:2.000: le più antiche reperite negli
archivi comunali e le più recenti negli uffici tecnici dei comuni.
4) Carta topografica della Lombardia, del Veneto e dell'Italia centrale del 1878,
alla scala 1:75.000, una carta frutto dell'ingrandimento meccanico della carta alla
scala 1:86.400, pubblicata mediante incisione dall'I.R. Istituto Geografico di
Vienna. Essa venne riconosciuta sul terreno ed aggiornata per i corsi d'acqua
importanti e per le strade carrozzabili e riprodotta in fotolitografia dall'Istituto
Topografico Militare Italiano;
5) Carta topografica IGM alla scala 1:25.000. Rilievi originari al 50.000 del 1885,
successivamente aggiornati alla scala 1:25.000 nel 1908; primi aggiornamenti
nel periodo 1925-1936 (a seconda delle tavolette), successivi aggiornamenti del
1931-1962 e del 1970-73;
6) Carta Tecnica Regionale (CTR), alla scala 1:10.000 (fotorestituita da ripresa
aerea del 1981-1983 aggiornamento al 1984-94);
7) Carte aerofotogrammetriche comunali, alla scala 1:2.000.
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Figura 16 - Carta del Catasto Napoleonico (1810 circa) raffigurante il centro abitato di Ponte di Legno (a) e il
capoluogo di Edolo (b); carta del Catasto Austriaco (1850 circa) dell'abitato di Cividate Camuno (c) e del
capoluogo di Cedegolo (d).
3.3. Interpretazione della notizia
La ricerca storica ha consentito la raccolta di numerosissimi dati, i quali
hanno dovuto essere validati, prima dell’inserimento in un’apposita scheda.
E’ scontato che, se il documento contiene informazioni precise al riguardo
della località colpita, l’ubicazione del dato d’interesse sulla carta topografica
risulta abbastanza semplice. Se invece nel documento sono presenti dati
geografici e/o temporali e/o d’identificazione tipologica del fenomeno non ben
precisati, la verifica ha richiesto di un’analisi più approfondita e talvolta
difficoltosa.
L’utilizzo della Carta Tecnica Regionale, alla scala 1:10.000, alle volte non
è stato sufficiente per risolvere il problema, così, spesso, si sono consultate le
carte catastali e l’aerofotogrammetrico, alla scala 1:2.000, utilizzando anche le
carte del Catasto napoleonico e austriaco, nel caso di documenti del secolo XIX.
Nella maggior parte dei casi le cartografie consultate hanno permesso di
risalire alla precisa ubicazione dei luoghi citati nei documenti. In alcuni casi, per
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l’impossibilità di risalire a toponimi non riportati sulle carte utilizzate, è stato
contattato l’Ufficio Tecnico del comune.
Per ciò che concerne l’esattezza dei toponimi ci si è avvalsi delle carte
topografiche dell’Istituto Geografico Militare (IGM), storicamente un documento di
grande affidabilità, e della CTR, alla scala 1:10.000, anche se quest’ultima riporta
talvolta errori di toponimi e di quote (in discrepanza con i valori presenti negli
aerofotogrammetrici): è il caso della località di S. Ampollonia (invece di S.
Apollonia, in Valle delle Messi), di Cima Monticello (invece di Cima Monticelli,
sempre nella medesima vallata), della quota di 1119,7 m nel centro della frazione
Pontagna, con un errore di almeno 30 m.
In alcuni casi, sulla base di quanto riportato dai documenti, è risultato
talora difficile localizzare con precisione il luogo nel quale si è verificato il
processo che ha causato il danno. Ad esempio, la grande inondazione del
settembre 1960: lunghi tratti della S.S. 42 furono totalmente asportati e le notizie
non citano con precisione tali settori, ma solamente le interruzioni generali.
Un secondo problema è sorto in merito alla precisa datazione di alcuni
eventi alluvionali. Non sempre, infatti, nei documenti essa è riportata in modo
esatto o completo: in particolare per documenti più antichi, la notizia sovente
accenna soltanto al mese, talora alla stagione e in alcuni casi solamente
all’anno. Una ricerca “incrociata”, mediante il confronto di notizie relative a
comuni o bacini limitrofi, ha sovente consentito di datare con maggior precisione
l’evento. Nei casi in cui vi era un riferimento solo al mese di accadimento, si sono
rivelati di grande ausilio, ma solamente a partire dagli anni ’20 del secolo scorso,
gli Annali dell’Ufficio Idrografico; individuando i giorni in cui erano state registrate
le maggiori precipitazioni si è risaliti ai giorni dell’evento di piena, tenendo conto
un certo “tempo di risposta” fra l’afflusso e il deflusso.
E' importante sottolineare che, in mancanza di dati strumentali, il termine
piena è stato sempre riferito ad un evento idrologico caratterizzato da portate in
alveo superiori a quelle ordinarie: è quindi da considerarsi come un valore
qualitativo e non quantitativo.
Poiché le indicazioni presenti nelle relazioni tecniche del comune, talora,
non sono proporzionate all’entità del fenomeno, necessitano di una filtratura.
3.4. Relazione e scheda storica del territorio comunale
Per ogni comune esaminato è stata redatta una relazione tecnica. Dopo un
breve inquadramento generale con indicazioni di carattere geografico,
morfologico e amministrativo, è stata analizzata l’idrografia, descrivendo il corso
del Fiume Oglio nel tratto di attraversamento del territorio comunale. A tal
riguardo sono state elencate e descritte tutte le opere di attraversamento
presenti lungo il corso d’acqua, opere solitamente ubicate in corrispondenza
degli abitati. Il quarto capitolo analizza lo sviluppo urbanistico: viene descritta
l’espansione urbana nell’ultimo secolo, mediante l’aiuto di cartografie o di
fotografie che permettono un confronto. E’ così possibile notare la crescente
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urbanizzazione dei capoluoghi e/o delle frazioni, l’aumento delle infrastrutture e
le modificazioni del corso d’acqua dovute ad eventi alluvionali o a rettificazioni
dell’alveo. L’affiancare la cartografia dell’epoca all’evento alluvionale pregresso
permette di ricondurre l’inondazione nel contesto storico-urbanistico dell’epoca,
mettendo in evidenza, al tempo stesso, le zone che in passato non erano state
urbanizzate e che oggi, nella maggior parte dei casi, risultano essere oggetto di
nuove ampie espansioni. Per un quadro più recente si è utilizzata la Carta
Tecnica Regionale basata sul voli del 1981-83. Lungo il fondovalle, nel tratto da
Ponte di Legno a Breno, al fine di avere un quadro realmente aggiornato, sono
state riportate le più recenti strutture ed infrastrutture, sulla base alle immagini
aeree dell’agosto 2000 (volo Rossi, Brescia).
Nell’ultimo paragrafo della relazione tecnica vengono esaminati i punti
critici del territorio comunale, quelli cioè ritenuti particolarmente pericolosi da un
punto di vista idraulico: sono analizzati i ponti, le strettoie dell’alveo, tutte le
diminuzioni delle sezioni di deflusso naturali e/o antropiche che potrebbero avere
un ruolo importante in una possibile futura dinamica di esondazione (cfr. tavole
“Carta delle aree potenzialmente inondabili”).
Al termine della cartella di ogni singolo territorio comunale sono allegate le
schede storiche in formato EXCEL. E’ stato catalogato ogni documento
contenente un riferimento a danni per piena. Sono quindi state eliminate tutte le
notizie che non riportavano la datazione e che non specificavano la tipologia del
fenomeno. Non sono state prese in considerazione le segnalazioni che facevano
riferimento solamente a "minacce" o "possibili coinvolgimenti".
La scheda storica (Tab. 3) è composta da 19 voci. La prima (codice
evento) è composta da un numero e da una o due lettere: il numero indica un
preciso evento alluvionale (ad es. il codice 10 corrisponde all’inondazione del
settembre 1960), le lettere le notizie relative a tale evento.
Seguono poi gli estremi del documento (Enti produttori, estremi
cronologici, oggetto fascicolo/sottofascicolo), la segnalazione di eventuali
allegati (carte, fotografie, sezioni, ecc.) e la fonte (provenienza originali), dove
cioè il documento è stato reperito.
La scheda fornisce quindi informazioni sull’ubicazione del fenomeno
descritto (bacino idrografico, comune, codice ISTAT, località) e la
localizzazione topografica sulla carta C.T.R. scala 1:10.000 della Regione
Lombardia.
Successivamente è riportata la notizia (descrizione fenomeno), a volte
sintetizzata, evidenziando le informazioni più importanti, spesso trascritte
integralmente fra virgolette.
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Tabella 3 - Esempio di scheda storica per la catalogazione dei danni avvenuti durante le piene del Fiume
Oglio.
CODICE EVENTO
10bg
a) Ministero LL.PP. - Ufficio Genio Civile di Brescia
b) Sac. Ilario Vivenzi
ENTI PRODUTTORI
c) G.S. Pedersoli
d) Giornale di Brescia
a) 9 settembre 1964
b) 1971
ESTREMI CRONOLOGICI
c) Febbraio 1992
d) 20 settembre 1960
a) Danni alluvionali - Progetto per la ricostruzione del ponte sul F.
Oglio in Cividate Camuno, distrutto dall'alluvione del settembre
1960.
OGGETTO FASC./SOTTOFASC. b) "Montecchio di Darfo Boario Terme nella storia camuna".
c) "La lunga alluvione. Cronaca e storia dopo trent'anni."
d) Articolo di giornale.
ALLEGATI
PROVENIENZA ORIGINALE
BACINO IDROGRAFICO
COMUNE
CODICE ISTAT
LOCALITA'
C.T.R. (1:10.000)
DESCRIZIONE FENOMENO
DATA FENOMENO
a) Insieme prospettico, planimetrie in scala 1:500 e 1:2000 e rilievo
delle sezioni in scala 1:200.
a) Archivio comunale di Cividate Camuno
F. Oglio
Cividate Camuno
17055
Ponte sul F. Oglio
D4c2
Piena eccezionale del F. Oglio
16-17 settembre 1960.
DIMENSIONI
CAUSE
DANNI
TIPO DI INTERVENTI E COSTI
NOTE
LOCALIZZAZIONE IN CARTA
"Spaventoso nubifragio scatenatosi dopo alcuni giorni di pioggia".
A causa del cedimento e spostamento della pila sinistra che si
trovava ubicata nella zona di deflusso della corrente, venne
completamente distrutto il ponte sul F. Oglio. Il crollo del ponte
avvenne verso le 1:30 della notte fra il 16 ed il 17.
Il nuovo ponte fu progettato in cemento armato, a due luci non
simmetriche, in modo da ubicare l'unica pila in zona di deposito in
corrispondenza della parte destra della sezione fluviale. La
lunghezza risultò di 43,5 metri, la larghezza di 10 metri e la sezione
liquida disponibile pari a circa 120 mq. La spesa complessiva per il
nuovo ponte fu di £ 68.800.000.
Il vecchio ponte era a tre campate uguali.
Precisa sul sito colpito (cerchio)
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
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Le voci successive si riferiscono alla data di accadimento dell’evento (data
fenomeno), quantificandone, ove possibile, l’area colpita e le cause innescanti
(dimensioni e cause).
In seguito vengono riportati i danni provocati dall’evento alluvionale e gli
interventi previsti e/o realizzati con i relativi costi (tipo di intervento e costi).
Nelle note sono state segnalati eventuali particolari interessanti che non
rientrano in nessuna delle precedenti voci.
Infine, nell’ultima riga, contiene indicazioni sulla precisa o generica
ubicazione dell’elemento danneggiato (localizzazione in carta).
3.5. Carta dei danni pregressi
I settori di fondovalle dei territori comunali studiati sono rappresentati in 20
carte della CTR alla scala 1:10.000.
Le informazioni riportate nelle schede storiche di ogni territorio comunale,
sono state cartografate per mezzo di simboli con forma e colore differente, in
funzione della precisa o generica ubicazione dell’elemento danneggiato
(strutture, infrastrutture, territorio, ecc.)(Fig. 17). In particolare:
-
Ubicazione di un elemento puntuale colpito; è la più precisa in quanto si
riferisce ad una struttura ben identificata (edificio, ponte, piazza, ecc.).
Es.: 21-22 agosto 1911, Comune di Vione: "L'Oglio, straordinariamente
gonfio, ruppe il ponte della Fucina che lo attraversa..".
Ubicazione di un elemento lineare colpito; è meno precisa della
precedente in quanto riferita ad un tratto stradale o fluviale (in tal caso
il simbolo è stato convenzionalmente posizionato nel punto mediano).
16-17 settembre 1960, Comune di Capo di Ponte: "Vennero
danneggiati considerevolmente gli argini esistenti in località
Campivo a difesa dell’Oglio”.
Ubicazione di un elemento areale colpito; è il tipo di inondazione più
generica (in tal caso il simbolo è stato convenzionalmente posizionato
a fianco del nome del capoluogo), poiché i documenti reperiti riportano
in questo caso frasi del tipo: "Inondazione con grandissima
invasione dell’Oglio et altre acque”, Comune di Sonico, 25 ottobre
1614.
Ogni simbolo è accompagnato da un'etichetta nella quale sono riportati
codici alfanumerici che rimandano alle schede storiche del comune di riferimento
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(es. 56h): il numero indica un preciso evento alluvionale (cfr. Tab. 4), mentre la
lettera/e indica l’informazione/i schedata in riferimento a tale evento.
Figura 17 - Particolare della carta dei danni pregressi nella zona di Darfo Boario Terme. I codici
alfanumerici rimandano alle schede storiche.
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4. ANALISI GEOMORFOLOGICA. CARTA DELLE AREE POTENZIALMENTE
INONDABILI
Lo studio geomorfologico si è sviluppato in due fasi, fra loro strettamente
legate. La prima ha riguardato un'approfondita analisi fotointerpretativa su
differenti immagini aeree multitemporali:
- IGM - Foglio 19 Tirano: anni 1954, 1961, 1991;
- IGM – Foglio 34 Breno: anni 1954, 1959, 1986;
- Comune di Ponte di Legno del 1961
- Asta fluviale Oglio anni 1962, 1964, 1971, 1982, 2000
- Regione Lombardia del 1981-83, 2000
Lo studio fotointerpretativo ha permesso di ricostruire le tendenze evolutive
dell’alveo dell’Oglio nell’arco degli ultimi cinquant’anni: come la maggior parte dei
corsi d’acqua dell’Italia settentrionale ha subito notevoli modificazioni negli ultimi
decenni. Nel tronco medio-basso sono state individuate forme attive e relitte, che
sovente subiscono una riattivazione durante le piene straordinarie. In particolare
è stato evidenziata una “semplificazione” dell’alveo, un tempo caratterizzato dalla
presenza di più canali di deflusso separati da isole ampie e vegetate, ora limitato
invece da un unico e ristretto canale di deflusso con difese spondali che si
sviluppano quasi senza soluzione di continuità. Tali interventi sistematori si sono
accresciuti nel tempo con lo scopo di conquistare nuove aree produttive e,
soprattutto dal 1960-70 ad oggi, per ricavare aree edificabili, a scapito delle zone
di pertinenza fluviale.
Di fondamentale importanza si sono rivelate due riprese aerofotografiche
eseguite nel 1961 (zona Ponte di Legno-Temù) e nell'agosto 1962 (tratto Capo di
Ponte-Darfo B.). In queste immagini sono ancora ben riconoscibili le aree
alluvionate (Fig. 18), le erosioni spondali, talora ancora i ponti distrutti e le
interruzioni stradali conseguenti alla catastrofica alluvione del settembre 1960
che colpì l'intera Val Camonica.
Di grande utilità si sono rivelate anche le specifiche ricognizioni con
elicottero (ottobre 2000 e giugno 2001) che hanno permesso l’acquisizione di
immagini prospettiche a bassa quota lungo tutta l’asta fluviale, immagini che
hanno consentito di rilevare in maniera più dettagliata le situazioni idrauliche
critiche, soprattutto negli attraversamenti dei centri abitati.
A questo tipo d’indagine sono stati affiancati numerosi e approfonditi
sopralluoghi lungo l'asta dell'Oglio per verificare da una parte l’attendibilità delle
notizie storiche, dall’altra le interpretazioni dedotte dalle fotografie aeree. E’ stata
analizzata anche la configurazione morfologica del fondovalle alla luce delle
nuove strutture e infrastrutture presenti (edifici, rilevati stradali, ponti, opere di
difesa spondale, ecc.), che, in alcuni tratti, hanno assai mutato le condizioni “al
contorno” esistenti al momento dell’accadimento dell’evento alluvionale. Sono
state altresì censite e fotografate le opere esistenti (ponti, passerelle, briglie,
soglie, muri d’argine, ecc), annotando il loro stato di conservazione e di
funzionalità.
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Figura 18 – In alto, fotogramma del 1961 della zona di Ponte di Legno: l’alluvionamento del T.
Narcanello è chiaramente ancora visibile; b) in basso immagine eseguita nell'agosto 1962 del tratto fra
Cividate Camuno e Cogno.
Il rilevamento morfologico lungo l’asta fluviale ha permesso di definire i
limiti delle zone potenzialmente inondabili esterne all’alveo, confrontandole
sovente con le aree alluvionate in occasione della piena del settembre 1960.
In riferimento a quest’ultima, ancora viva nel ricordo degli abitanti, si sono
raccolte informazioni non emerse dalle fonti documentali esaminate. Ad esempio,
il sormonto di una lama d’acqua dell’altezza di 30-40 cm del ponte in ferro di
Capo di Ponte o di quello di Incudine, oppure il franamento di un bunker della
seconda guerra mondiale e la conseguente ostruzione dell’alveo dell’Oglio, fatto
che provocò il disalveamento del Fiume, a valle di Vezza d’Oglio.
Ovviamente l’identificazione delle aree potenzialmente inondabili (a
diverso grado di criticità) e dei loro limiti esterni all’alveo di piena, si è basata sui
numerosi dati raccolti durante la ricerca storica, anche se le condizioni “al
contorno” risultato assai modificate rispetto all’epoca di accadimento delle
alluvioni più rilevanti (1882, 1888, 1906, 1952, 1960).
Le cartografie e le considerazioni morfologico-idrauliche presenti nelle
relazioni dell’ISMES (1989), della Regione Lombardia (BURL n. 76, 1992) e
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dello studio GEOTEC (2001) sono state tenute in considerazione nella fase
d’identificazione delle aree potenzialmente inondabili.
Il Fiume Oglio in diversi tratti funge da confine fra territori comunali su
sponde opposte. Per questa ragione, al fine di avere un quadro più omogeneo
della situazione morfologica del fondovalle, i sopralluoghi sono stati effettuati
anche in comuni non previsti nel presente studio, quali Cerveno, Losine,
Malegno, Monno, Niardo e Ono S. Pietro.
Le zone potenzialmente inondabili lungo l’asta del Fiume Oglio prelacuale
sono state rappresentate su 7 tavole sulla base della CTR.
Con il tratteggio azzurro verticale è stata delimitata la zona 1, cioè la
porzione d’alveo che consente il deflusso delle acque durante gli eventi di piena
ordinaria. I limiti di tale zona sono assunti in corrispondenza alle opere di difesa
spondale, quando presenti, oppure in corrispondenza di limiti morfologici.
La zona 2, esterna all’alveo di piena ordinaria, è definita con un tratteggio
verde orizzontale e comprende l’insieme delle forme fluviali riattivabili (antichi
canali di deflusso). I limiti di tale zona corrispondono a dislivelli morfologici
esterni all’alveo o ad opere idrauliche realizzate per il controllo delle inondazioni.
La zona 3, esterna alla precedente, definita con un tratteggio obliquo
rosso, comprende una porzione di territorio che potrebbe essere interessata da
un’inondazione “catastrofica”. I limiti esterni sono definiti da elementi morfologici
(Fig. 19).
Figura 19 - Esempio di carta delle aree potenzialmente inondabili: zona di Forno Allione.
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5.
ANALISI URBANISTICA. CARTA
STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI
DELL’ACCORPAMENTO
DEGLI
L’analisi urbanistica condotta ha evidenziato come il territorio compreso nel
bacino idrografico del Fiume Oglio nell’Alta Val Camonica sia interessante e
complesso al tempo stesso. Lo stato di fatto dell’edificato ha messo in luce le
varie criticità tipiche di un’area in via di espansione che per contro presenta non
pochi problemi legati ai rischi idrogeologici.
L’obiettivo dell’analisi è quello di acquisire da una parte conoscenze utili
sul patrimonio edilizio esistente e dall’altra di fornire indirizzi al fine di verificare la
compatibilità delle future espansioni.
Sono stati analizzati e successivamente accorpati gli strumenti urbanistici
vigenti di 17 Comuni insistenti interamente o in parte sull’asta del Fiume Oglio,
per il tratto compreso tra Ponte di Legno e Darfo-Boario Terme.
Oltre i 17 Comuni, oggetto del presente studio, dal punto di vista
urbanistico sono stati esaminati i territori comunali situati anche solo per una
piccola porzione lungo il corso del Fiume e importanti al fine della definizione
delle fasce potenzialmente inondabili.
Nella prima fase di lavoro sono state raccolte le cartografie relative agli
strumenti urbanistici vigenti con le relative Norme Tecniche di Attuazione oltre
che le mappe catastali recenti e non e le aerofotogrammetrie in scala 1:2.000 e
1: 5.000.
Le cartografie sono state necessarie per mappare in una carta di sintesi,
corrispondente alla C.T.R. in scala 1:10.000 ingrandita alla scala 1:5.000, le
destinazioni d’uso del suolo esistenti o previste.
Per ogni territorio comunale è stata effettuata un’approfondita analisi al fine
di realizzare l’accorpamento relativo all’utilizzo del suolo almeno per le aree
limitrofe al Fiume Oglio e alla confluenza con i suoi tributari. Gli strumenti
urbanistici considerati riguardano sia quelli attualmente vigenti sia quelli ancora
in itinere.
Il fondovalle del Fiume Oglio mostra una situazione urbanistica molto
dinamica e in continua evoluzione: infatti, tra gli strumenti urbanistici esaminati,
numerosi sono quelli che prevedono Varianti Generali o nuovi P.R.G.
Il Comune di Vezza d’Oglio, ad esempio, ha adottato recentemente il
nuovo P.R.G. ed è in fase di trasmissione agli Uffici regionali competenti per
l’istruttoria di approvazione dello stesso.
Un altro esempio è dato dallo strumento vigente del Comune di Ponte di
Legno rappresentato dal vecchio P.R.G. approvato con delibera di Giunta
Regionale n. 16.000 del 24/06/75: numerose varianti particolareggiate hanno
modificato nel corso degli anni tale P.R.G.. Solo ora l’Ufficio Tecnico del Comune
sta predisponendo una copia informatizzata, aggiornata allo stato di fatto, dello
strumento urbanistico vigente al fine di permettere una lettura corretta del
territorio. Va rilevato che nonostante questa semplificazione ci sono ancora
problemi di definizione delle aree contrassegnate come U.P. (Uso Pubblico), che
comprende due destinazioni d’uso differenti e precisamente i servizi pubblici e il
verde attrezzato. Per il presente studio è invece necessario definire in modo
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preciso le aree diversamente azzonate al fine di individuare la differente
vulnerabilità e d’indirizzare le scelte pianificatorie. Poiché è risultato impossibile
individuare le diverse zone, si è scelto di contrassegnare in colore verde chiaro
tutta l’area azzonata come U.P., anche se occorrerà ricordare che all’interno
della stessa saranno o sono già localizzati edifici pubblici quali scuole, caserme,
uffici municipali e strutture sanitarie e polifunzionali.
Altra anomalia rispetto a tutti gli strumenti urbanistici esaminati è stata
riscontrata nella Variante Generale al P.R.G. del Comune di Piancogno
approvato nel 1999. Nell’accorpamento effettuato si è scelto di contrassegnare
con un apposito sovrasimbolo (“i” bianca cerchiata in nero) le aree azzonate
come verde pubblico denominate Zone di rispetto dell’abitato. In queste aree pur
essendo vietate le nuove edificazioni vengono permessi ampliamenti una tantum
nella misura pari al 15% della Superficie lorda di Pavimentazione attuale, senza
consentire cambi di destinazione d’uso se non a residenza ed esclusivamente
per adeguamento igienico sanitario.
Infine va segnalato che la mancanza di cartografie omogenee di
riferimento aggiornate, anche in questo caso, ha creato non pochi problemi
durante i sopralluoghi tecnici e nella stesura delle cartografie di sintesi.
Per quel che riguarda l’Alta Valle Camonica, già studiata 5 anni fa in modo
sperimentale, nel tratto Ponte di Legno-Edolo, è stato possibile fare un confronto
tra le situazioni pregresse e quelle odierne.
In tutto il territorio sopracitato si sono svolte considerevoli trasformazioni, in
parte in attuazione di quanto previsto dagli strumenti urbanistici allora vigenti, in
parte in base a successive nuove destinazioni d’uso. Sempre in riferimento
all’Alta Valle va ricordato che le esigenze di nuove edificazioni sono dettate per
lo più da richieste legate allo sviluppo turistico-alberghiero. La popolazione,
infatti, aumenta notevolmente in alcuni periodi dell’anno, talvolta
quadruplicandosi.
Nel Comune di Ponte di Legno, ad esempio, sono state edificate a scopo
residenziale-turistico nuove aree limitrofe al Fiume Oglio e al tributario Torrente
Narcanello; anche nel Comune di Incudine si è registrata l’edificazione a scopo
turistico di nuove residenze in località Solivo, a ridosso del Fiume Oglio.
La Media e Bassa Valle Camonica sono caratterizzate invece da nuove
edificazioni che interessano maggiormente il settore industriale, artigianale e
commerciale pur mantenendo uno sviluppo, anche se minore, dal punto di vista
turistico e residenziale.
Nei Comuni di Vezza d’Oglio e Cividate Camuno, ad esempio, vasta aree
sono state interessate da nuove espansioni a carattere artigianale, commerciale
e talvolta industriale, invadendo per quei tratti parte della piana di fondovalle del
Fiume Oglio.
In alcuni comuni la crescita urbana, verificata con le foto aeree relative ad
anni diversi, è risultata in espansione verso le aree adiacenti al corso d’acqua.
Questo per quanto riguarda sia le aree produttive di nuovo impianto sia le aree
residenziali.
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Molto interessante è stato inoltre rilevare l’importante ruolo che hanno
assunto gli studi di fattibilità geologico-tecnica ai fini pianificatori, realizzati in
ottemperanza prima della delibera di Giunta Regionale n. 637918 del 6 agosto
1998, recepita poi dalla successiva legge regionale n. 41/97 e dalle relative linee
guida.
Per alcune amministrazioni comunali gli studi geologici sopracitati hanno
fornito utili indicazioni a supporto delle scelte edificatorie o hanno “congelato“, in
altri casi, situazioni a rischio in attesa di studi più approfonditi, al fine di
individuare le zone più sicure dove edificare o le zone da mettere in sicurezza
mediante opere atte alla mitigazione del rischio.
Purtroppo non tutti gli strumenti urbanistici sono dotati ancora di studi
geologici adeguati; questo in considerazione della recente approvazione della
Legge regionale. Solo tra qualche anno sarà possibile verificare l’efficacia e
l’efficienza di tale legge in riferimento alla riduzione di esposizione
dell’urbanizzato a situazioni di rischio idrogeologico.
Nella carta mosaico dei P.R.G. e Varianti Generali sono state riportate le
destinazioni d’uso del territorio in esame accorpate per funzioni principali in 8
categorie ben distinte e precisamente (Fig. 20):
• Residenziale (contrassegnato in colore giallo) comprendente l’edificato
esistente e quello previsto sia di completamento che di nuova espansione
oltre che tutti nuclei storici indicati come zone A dagli strumenti urbanistici
vigenti.
• Zone di Servizio ad Uso Pubblico (contrassegnate in colore arancio) che
comprendono le aree utilizzate per l’edificazione dei servizi ad uso
pubblico, esistenti o previsti, quali le sedi municipali e le relative aree di
servizio, tutti gli edifici strategici (caserme, strutture scolastiche e sanitarie,
chiese, ecc.), le aree interessate dalla raccolta dei rifiuti o dalle piattaforme
di stoccaggio dei materiali inerti e quelle utilizzate per l’insediamento di
impianti di depurazione.
• Zone Turistico-Alberghiere (contrassegnate in colore viola) comprendenti
strutture ed edifici utilizzati stagionalmente a scopo turistico quali
residence, alberghi, centri termali ed altro.
• Zone Produttive (contrassegnate in colore rosso) che comprendono gli
edifici esistenti o previsti a carattere industriale, artigianale e commerciale.
• Zone a Verde Pubblico Attrezzato e Standard (contrassegnate in colore
verde chiaro) dove sono state riportate le aree utilizzate ad uso pubblico
per la ricreazione e lo sport quali campi da gioco, verde attrezzato, campi
sportivi e zone adibite ad uso privato come i palazzetti per lo sport,
strutture polisportive, pesca sportiva e campi da golf. Con lo stesso
contrassegno sono state accorpate anche tutte le aree utilizzate a standard
quali parcheggi, zone di rispetto dell’abitato, stradale, fluviale, ferroviario e
cimiteriale.
• Zone Agricole (contrassegnate in colore marrone chiaro) per cui, oltre alla
destinazione ad attività agricole, si prevede la possibilità di edificazione
limitatamente ad indici volumetrici bassi fissati dalla L.R. 93/80
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relativamente alla residenza e alle strutture necessarie alla conduzione del
fondo agricolo.
• Zone Boschive (contrassegnate in colore verde scuro) comprendenti tutte
le aree naturali e di pregio ambientale quali parchi sovracomunali (Parco
del Barberino) o parchi naturali regionali (Parco dell’Adamello) e le aree
con copertura boschiva e adibite a pascolo, per lo più situate in alta quota.
• Zone di Rispetto Fluviale (contrassegnate in colore azzurro) che riportano
le aree indicate negli strumenti urbanistici a salvaguardia del corso
d’acqua. In queste zone non è consentito realizzare nuovi edifici;
sull’edificato esistente è però possibile intervenire con opere di
manutenzione ordinaria e straordinaria, adeguamento igienico sanitario e
recupero conservativo. Pur non essendo concesso un aumento volumetrico
risulta significativo rilevare che qualsiasi struttura esistente, sia essa anche
solo un rustico decadente, può essere recuperata come volumetria a fine
edificatorio residenziale.
Figura 20 - Esempio di analisi urbanistica dell'abitato di Capo di Ponte, con le differenti
destinazioni d'uso del territorio.
In seguito è stato attribuito un “valore di criticità“ alle 8 categorie funzionali
ricadenti nelle zone potenzialmente inondabili per sovrapposizione; si è così
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ottenuta una carta delle criticità semplificata da utilizzare ai fini pianificatori ad
indirizzo per le scelte urbanistiche.
Analizzando rapidamente i livelli di pianificazione vigenti sul territorio
nazionale e quindi regionale è emerso che il ruolo principale decisionale di
destinazione d’uso del territorio spetta ancora all’amministrazione comunale,
nonostante in questi ultimi anni siano state approvate nuove norme in materia.
Come già sopra riportato la l.r. 41/97 e le relative linee guida definite dalla
direttiva della Giunta Regionale del 6 agosto 1998 obbligano i Comuni a dotarsi
di uno studio geologico al fine di verificare la compatibilità fra le previsioni di
Piano e le condizioni geologiche dei territori interessati.
Le Amministrazioni Comunali hanno competenza, in quanto gestori e
proprietari del
patrimonio
documentaristico
e
archivistico
proprio,
nell’individuazione delle serie storiche pertinenti le calamità naturali manifestatesi
sul territorio comunale.
Anche per tale motivo il presente studio e quelli precedenti sono entrati a
far parte integrante delle direttive di cui sopra come metodologia ad indirizzo dei
geologi professionisti incaricati dalle Pubbliche Amministrazioni al fine di
realizzare indagini geologiche mirate a ridurre o a mitigare il rischio presente
nelle aree potenzialmente inondabili.
Va evidenziata la necessità di una collaborazione stretta tra Enti
territorialmente competenti al fine di aggiornare periodicamente le banche dati e
le relative cartografie integrando con dati recenti che permettano una corretta
lettura della situazione territoriale in continua evoluzione.
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6. LIVELLI DI CRITICITA’. CARTA DI SINTESI DELLE AREE A DIFFERENTE
CRITICITÀ
Sovrapponendo l’accorpamento degli strumenti urbanistici agli elementi di
pericolosità idraulica sulla Carta Tecnica Regionale alla scala 1:10.000 vengono
individuate le aree azzonate che assumono, in funzione di parametri quali, ad
esempio, la densità abitativa e la presenza di infrastrutture ed edifici strategici e
pubblici, significato di scenario di criticità, poiché ricadenti nelle fasce
potenzialmente inondabili del Fiume Oglio.
La carta delle aree a differente criticità che ne deriva è da considerarsi una
carta di sintesi e quindi di fondamentale importanza per la definizione di indirizzi
utili ad orientare le scelte pianificatorie e urbanistiche a scala locale, anche ai
sensi di quanto disposto dalla L.R. n. 41/97 "Prevenzione del rischio geologico,
idrogeologico e sismico mediante strumenti urbanistici generali e loro varianti" e
successive Direttive.
La metodologia utilizzata nel presente studio consente, in modo
semplificato, attraverso una classificazione del territorio, suddiviso in zone
omogenee di urbanizzazione e di uso del suolo, di valutare il danno provocabile
da un dato evento, con un approfondimento di tipo qualitativo.
Infatti, per poter ottenere il livello di rischio a cui il territorio in esame è
sottoposto, sarebbe necessario utilizzare una scala di maggior dettaglio e
valutare il comportamento del singolo edificio, le sue caratteristiche costruttive e
quindi la sua vulnerabilità, mediante un rilevamento strutturale. Per avere una
corretta esposizione dell’ urbanizzato al rischio di inondazione, l’intero patrimonio
edilizio interessato dovrebbe essere suddiviso successivamente in categorie con
identico comportamento strutturale e valutato in termini di danno atteso, con i
relativi costi attualizzati degli eventuali interventi di miglioria o ristrutturazione
previsti per la mitigazione del danno stesso.
L'accorpamento in categorie ha invece permesso di semplificare la
vulnerabilità del costruito, evitando l'applicazione di schede strutturali per singolo
edificio e struttura o per classi omogenee di edifici.
La metodologia atta a definire le aree di criticità è stata applicata ai 17
Comuni appartenenti al bacino idrografico del Fiume Oglio, anche se sulla carta
allegata sono riportati solo i risultati relativi degli abitati insistenti sull'asta
principale del corso d’acqua in esame.
Le 8 categorie funzionali derivanti dall’analisi urbanistica sono state
ulteriormente accorpate in 4 classi a diverso livello di esposizione al pericolo di
inondazione in funzione dei seguenti parametri:
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• presenza o concentrazione di persone nelle 24 ore o in alcune ore
particolari del giorno;
• presenza di macchinari o beni che potrebbero subire un ingente danno
economico;
• presenza di strutture a carattere socio-ricreativo e/o mancato profitto per
danni indotti alle zone agricole;
• presenza di aree particolarmente pregiate dal punto di vista ambientale.
Nei 4 livelli di esposizione dell’ urbanizzato ricadono:
• nel livello ALTO gli accorpamenti delle zone residenziali e
turistico/alberghiere (contrassegnate rispettivamente in colore giallo e
viola);
• nel livello MEDIO gli accorpamenti delle zone di servizio ad uso pubblico e
le zone produttive (contrassegnate rispettivamente in colore arancione e
rosso);
• nel livello BASSO gli accorpamenti delle zone a verde pubblico attrezzato
e standard e le zone agricole (contrassegnate rispettivamente in colore
verde chiaro e marrone chiaro);
• nel livello MOLTO BASSO gli accorpamenti delle zone boschive e le zone
a parco fluviale (contrassegnate rispettivamente in colore verde scuro e
azzurro).
Per realizzare la carta di sintesi delle aree a differente criticità è risultata
necessaria la definizione di una “matrice di criticità” (Fig. 21), che permetta un
corretto incrocio tra la pericolosità delle due zone potenzialmente inondabili e
precisamente Zona 2 – alta e Zona 3 – media, e il livello di esposizione al rischio
degli accorpamenti urbanistici valutata qualitativamente.
Non rientra nella matrice la Zona 1 potenzialmente inondabile in quanto,
per definizione è quella corrispondente all’alveo di piena ordinaria del corso
d’acqua, nella quale non ricade alcun tipo di azzonamento urbanistico.
Ogni livello di esposizione al rischio presenta una diversa graduazione di
criticità a seconda che ricada nella Zona 2 o 3: ad esempio ad un livello di
esposizione urbana ALTO ricadente nella Zona 2 – ALTA corrisponde una
criticità ALTA in quanto si tratta per la maggior parte di edifici ad uso residenziale
e turistico, esistenti o previsti, costruiti nella zona immediatamente esterna
all'alveo di piena ordinaria.
42
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
Altro esempio è rappresentato dagli elementi territoriali e urbanistici, con
livello di esposizione urbana MOLTO BASSO, che ricadendo nella Zona 3,
determinano una criticità BASSA in quanto trattasi per la maggior parte dei casi
di aree boschive e di pregio ambientale situati nella porzioni di territorio che
potrebbe essere interessata da un'inondazione " catastrofica ".
Si rileva che tale ultima criticità potrebbe modificarsi qualora gli edifici
esistenti nelle stesse aree venissero recuperate a scopo residenziale.
Dalla carta delle criticità si evince che la situazione urbanistica risulta in
alcuni punti molto critica. Infatti all’interno delle due zone potenzialmente
inondabili ricadono nuove espansioni residenziali e turistiche che presentano
pianterreni abitati o box interrati, attività produttive che spesso necessitano di
prelievi continui d'acqua e per questo motivo vengono sempre di più posizionate
nelle vicinanze del Fiume Oglio, campeggi collocati in tali zone per motivi
paesaggistici, aziende agricole e relative abitazioni dei conduttori dei fondi
spesso edificate senza controlli particolari e stoccaggi di materiali o discariche
localizzate lungo gli argini che in caso di eventi alluvionali potrebbero essere
rimobilizzati, creando problemi di sicurezza e igienico sanitari.
Da verifiche approfondite sono emerse le seguenti considerazioni:
Ponte di Legno: lungo tutto il corso del torrente Narcanello, nel tratto compreso
tra Località Sozzine fino alla confluenza con il Fiume Oglio, risultano esserci
zone ad alta e media criticità (aree residenziali, di verde attrezzato e agricole
ricadenti in zona 2); anche il centro storico di Ponte di Legno e la località Poia in
prossimità del Fiume, sia in destra che in sinistra idrografica, presentano criticità
alta e medio alta per le loro destinazioni d’uso.
Temù: la località Pontagna risulta ad alta criticità (zone residenziali ricadenti in
Zona 2). In prossimità del ponte, in Zona 2, ricadono azzonamenti di carattere
residenziale ed a uso pubblico. Nella zona sud del territorio comunale, nella
stessa Zona 2, ricade parte dell’area adibita a servizio della centrale idroelettrica.
Vione: una piccola porzione ad uso residenziale, situata in destra idrografica,
che ricade in Zona 2, risulta ad alta criticità.
Vezza d’Oglio: si segnala che il centro polifunzionale di recente costruzione,
situato in destra idrografica in corrispondenza dell’ansa del Fiume, ricade in Zona
2 con una criticità medio alta. La zona utilizzata a scopo artigianale, industriale e
commerciale, già realizzata, situata in sinistra idrografica presenta una criticità
medio alta (Fig. 22).
Incudine: anche in questo Comune si riscontra un’area ad alta criticità in
corrispondenza delle nuove espansioni residenziali situate in sponda sinistra, a
monte del paese.
43
Figura
Figura 21 – Matrice utilizzata per correlare la pericolosità delle aree potenzialmente inondabili con i
diversi livelli di esposizione dell’urbanizzato, esternamente alla zona 1, rappresentata dall’alveo di piena
ordinaria del Fiume Oglio.
21
Edolo: criticità medio alta presentano le aree, destinate a nuova espansione
residenziale, collocate in sinistra idrografica a sud dell’abitato.
Sonico: nel territorio comunale sono interessate da criticità media o medio bassa
ampie zone a destinazione agricola con radi edifici esistenti.
Malonno: in destra idrografica ricadono nella Zona 2 vaste aree agricole e
produttive, e in minore entità zone residenziali, di servizi pubblici, turistico
alberghiere e a verde attrezzato, situate sia a valle che a monte della S.S. 42.
Berzo Demo: la maggior parte della zona industriale in località Forno Allione,
situata tra la ferrovia e il Fiume Oglio, ricade in Zona 3 e presenta media criticità.
Cedegolo: in sponda sinistra del Fiume Oglio le aree comprese sino alla S.S. 42
(residenziali, produttive e di servizio pubblico) ricadono in Zona; anche l’intera
area della centrale ENEL ricade in Zona 3 con criticità media.
Capo di Ponte: a Nord del Ponte di San Rocco si trovano vaste aree agricole e
di verde attrezzato ricadenti nelle Zone 2 e 3.Sempre in Zona 3 ricadono aree del
centro storico e residenziali di nuovo impianto oltre che piccole aree di uso
pubblico e turistiche, nonché parte delle aree delle manifatture di Breno.
Cerveno e Ceto: piccole porzioni di aree produttive ricadono in Zona 3 con
criticità medio alta.
Braone: in località Brendibusio la S.S. 42 ricade nella Zona 3.
Losine: sia in destra che in sinistra del Fiume Oglio nelle Zone 2 e 3 ricadono
aree agricole con presenza di edifici.
Breno: in località Il Foppo ricadono in Zona 3 soprattutto aree industriali ed
alcune aree residenziali, turistiche e ad uso pubblico. Nella zona situata a sud
dell’abitato si segnala in località Madonnina una piccola area residenziale a
vulnerabilità medio alta.
Cividate Camuno: in sinistra idrografica si trovano aree residenziali situate in
prossimità del centro storico con criticità alta. La vasta area agricola di Boleno
risulta a criticità media. In destra idrografica l’area industriale di Prada e piccole
zone residenziali (situate tra il Fiume e la Ferrovia) ricadono interamente in Zona
3.
Malegno: nella zona 2 ricadono la zona industriale situata a valle della linea
ferroviaria ed alcune piccole aree residenziali.
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
Piancogno: esiste una piccola area adibita a cava ricadente in Zona 2. A valle
della stazione si trova una zona industriale ricadente in Zona 3. Una vasta area
residenziale, situata in località Pianborno, ricade in Zona 3.
Esine: a Nord del territorio comunale ricadono in Zona 2 l’area industriale e la
piattaforma ecologica, con criticità medio alta. In destra idrografica sono situate
vaste zone con destinazioni d’uso varie ricadenti in Zona 2 e 3.
Darfo Boario Terme: gran parte del territorio comunale ricade per alcune
porzioni in Zona 2 (Località Barbara) e per le restanti aree di fondovalle in Zona
3, presentando vari livelli di criticità a seconda degli azzonamenti interessati dalle
stesse. Partendo da Nord le aree retrostanti la località Monticolo, e precisamente
una vasta area industriale e la zona residenziale di Angone nonché l'ampia area
agricola, ricadono in Zona 3. Nella medesima zona ricadono inoltre l'area della
Frazione Boario, situata in prossimità del Castelletto a destinazione d'uso mista
(residenziale, ad uso pubblico, produttiva e a verde attrezzato), e parte
dell'abitato della frazione di Montecchio (gran parte a verde attrezzato, e in parte
produttiva, residenziale e ad uso pubblico).Per quanto riguarda il capoluogo
Darfo ricadono in Zona 3 quasi tutte le destinazioni d'uso del suolo ad esclusione
delle zone produttive. Infine nella parte sud del territorio comunale ricadono in
Zona 3 aree residenziali, agricole, produttive e ad uso pubblico.
Occorre a questo punto segnalare che:
• in Alta Valle Camonica la criticità risulta essere quasi sempre alta poiché la
maggior parte delle aree ricadenti nelle Zone potenzialmente inondabili
sono azzonate come residenziali e turistico-alberghiere.
• Per alcuni Comuni, quali Edolo, Cedegolo e Capo di Ponte, va ricordato
che, anche se nella carta di sintesi non risultano esserci aree significative
ad alta criticità, le situazioni problematiche legate alla presenza di nuclei
abitati localizzati direttamente sul corso d'acqua devono comunque essere
tenute sotto stretto controllo al fine di evitare situazioni di rischio in caso di
grave evento alluvionale.
• La zona agricola situata in località Boleno nel Comune di Cividate
Camuno, ricadente interamente in Zona 2, risulta ad oggi libera da
edificazioni e con norme di salvaguardia precise che mantengono
inalterata la vocazione d'uso del suolo dell'area. Per queste caratteristiche
la stessa potrebbe fungere da area di laminazione in caso di piena
straodrinaria.
• Alcuni comuni della media e bassa Valle Camonica, e precisamente
Malonno, Berzo Demo, Breno, Cividate Camuno e Darfo Boario Terme,
presentano una criticità medio alta dovuta essenzialmente alla presenza di
numerose aree produttive ricadenti in Zona 2 e 3.
• Il Comune di Darfo Boario Terme presenta livelli di criticità differenziati.
Infatti nella definizione delle aree ricadenti in Zona 3 si è tenuto conto dei
limiti raggiunti dalle acque durante la piena del settembre 1960. Questo
46
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
perché se si dovesse ripetere una simile dinamica di esondazione (rottura
dell'argine a monte), nonostante la realizzazione di numerose opere
idrauliche nel tratto finale del Fiume Oglio, si potrebbe ripresentare una
situazione analoga con danni di entità assai maggiore.
E’ doveroso inoltre ricordare che, per un corretto utilizzo del territorio,
anche le aree agricole, le aree boschive e l'ambito fluviale previste dagli
strumenti urbanistici vigenti, ricadenti per molti tratti nelle zone potenzialmente
inondabili, devono essere assoggettate a studi geologico-tecnici di dettaglio
qualora interessate da interventi edificatori, ai sensi della L.R. n. 41/97. Questo al
fine d'individuare le vocazioni d’uso, le condizioni di criticità esistenti e le
prescrizioni idonee per mitigare o ridurre il rischio. La fase finale sarà definita a
livello locale e quindi a scala di Piano per non compromettere gli equilibri che
consentano anche una tutela ambientale preventiva.
Figura 22 - Esempio di una carta di sintesi delle aree a differente criticità per la zona di Vezza d’Oglio.
Alla carta delle aree potenzialmente inondabili è stato sovrapposto lo sviluppo edificatorio con lo
scopo d’individuare le aree azzonate che, a seconda della densità abitativa e della presenza di strutture
ed infrastrutture, assumono significato di scenario di criticità, in quanto ricadono nelle zone
potenzialmente inondabili.
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
7. EVENTI DI PIENA E CONSIDERAZIONI STATISTICHE
La ricerca storica ha consentito di raccogliere circa 400 segnalazioni di
danni avvenuti in seguito a piene del Fiume Oglio.
Si sono ritrovate notizie a partire dal 1204, ma ovviamente quelle più
antiche danno informazioni meno attendibili e significative, non indicando quasi
mai con precisione l'area colpita.
A partire dal XVI secolo le informazioni divengono più dettagliate, anche se
il più delle volte fanno riferimento a danni generici sul territorio comunale. Non si
deve d'altronde dimenticare che il fondovalle del Fiume Oglio, ancora nel
Rinascimento era costituito per lunghi tratti da una incolta e malsana palude. I
centri abitati, per questo motivo e per evitare le frequenti inondazioni del Fiume
Oglio, erano sorti e si erano sviluppati per lo più sui versanti o al loro piede.
Tuttavia la necessità dell’approvigionamento idrico li aveva "obbligati" a scelte
pericolose: evitavano sì le piene dell'Oglio, ma dovevano sovente subire le
disastrose colate detritiche dei tributari che alimentavano il conoide su cui si
erano insediati.
In Tab. 4 sono elencati in ordine cronologico gli eventi di piena del Fiume
Oglio dei quali sia stata raccolta almeno una segnalazione di danno. Nella tabella
compaiono le informazioni relative alla data dell’evento (anno, mese e giorno), al
comune coinvolto e le località danneggiate. Nell’ultima colonna è stato inserito il
codice evento; tale codice alfanumerico compare nelle 7 tavole dell’allegato 1
“Carta dei danni pregressi”, collocato in corrispondenza della località colpita, così
come descritto nel paragrafo 3.5.
Tabella 4 - Elenco cronologico delle piene con danni avvenute lungo l’asta del Fiume Oglio prelacuale, in
base alla documentazione storica reperita (periodo 1500-2000).
anno
mese
giorno/i
Comune
località
C. Ev.
Darfo Boario T.
Territorio comunale
112
1521
Vione
Stadolina (fucine)
27c
1534
Edolo
Edolo abitato
72
Braone
Braone abitato
73
1540
Cividate Camuno
Piana di Cividate Camuno
113
1544
Esine
Territorio comunale
74
1506 autunno
1536
ottobre
27-29
1614
ottobre
25
Incudine
Territorio comunale
56a
1614
ottobre
25
Edolo
Territorio comunale
56b
1614
ottobre
25
Ponte di Legno
Territorio comunale
56c
1614
ottobre
25
Vione
Territorio comunale
56d
1614
ottobre
25
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
56e
1614
ottobre
25
Sonico
Territorio comunale
56f
1614
ottobre
25
Malonno
Territorio comunale
56g
1614
ottobre
25
Cedegolo
Territorio comunale
56h
1614
ottobre
25
Cividate Camuno
Territorio comunale
56i
48
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1614
ottobre
25
Ceto
Territorio comunale
56l
1614
ottobre
25
Braone
Territorio comunale
56m
1614
ottobre
25
Breno
Territorio comunale
56n
1614
ottobre
25
Esine
Territorio comunale
56o
1614
ottobre
25
Darfo Boario T.
Territorio comunale
56p
1615
agosto
15
Braone
Territorio comunale
114a
1615
agosto
15
Breno
Territorio comunale
114b
1615
agosto
15
Cividate Camuno
Territorio comunale
114c
1615
agosto
15
Esine
Territorio comunale
114d
1615
agosto
15
Darfo Boario T.
Darfo abitato
114e
1644
agosto
31
Esine
Territorio comunale
68b
Berzo Demo
Abitato di Demo
76a
Darfo Boario T.
Darfo abitato
78
Capo di Ponte
Piazza principale di Capo di Ponte
115
Vezza d'Oglio
Ponte di Davena
57a
Cividate Camuno abitato
57c
1659 settembre
1676
maggio
30
1707
ottobre
1738
ott/nov
18/10-primi
1738
ott/nov
18/10-primi Cividate Camuno
1738
ott/nov
18/10-primi
Esine
Territorio comunale
57d
1738
ott/nov
18/10-primi
Breno
Territorio comunale
57e
1738
ott/nov
18/10-primi
Cedegolo
Territorio comunale
57h
1738
ott/nov
18/10-primi
Sonico
Territorio comunale
57i
1738
ott/nov
18/10-primi
Malonno
Territorio comunale
57l
1738
ott/nov
18/10-primi
Edolo
Territorio comunale
57m
1738
ott/nov
18/10-primi
Incudine
Territorio comunale
57n
1738
ott/nov
18/10-primi
Temù
Territorio comunale
57o
1738
ott/nov
18/10-primi
Vione
Territorio comunale
57p
1738
ott/nov
18/10-primi
Ponte di Legno
Territorio comunale
57q
1739 dicembre
5-6
Malonno
Territorio comunale
80a
1739 dicembre
5-6
Edolo
Territorio comunale
80b
1739 dicembre
5-6
Sonico
Territorio comunale
80c
1739 dicembre
5-6
Ceto
Territorio comunale
80d
1739 dicembre
5-6
Incudine
Territorio comunale
80e
1739 dicembre
5-6
Braone
Territorio comunale
80f
1739 dicembre
5-6
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
80g
1739 dicembre
5-6
Temù
Territorio comunale
80h
1739 dicembre
5-6
Vione
Territorio comunale
80i
1739 dicembre
5-6
Ponte di Legno
Territorio comunale
80l
1739 dicembre
5-6
Breno
Territorio comunale
80m
1739 dicembre
5-6
Esine
Territorio comunale
80n
1739 dicembre
5-6
Cividate Camuno
Territorio comunale
80o
1739 dicembre
5-6
Darfo Boario T.
Abitato di Darfo
80p
1745 settembre
2
Breno
Abitato di Breno
117
1757
agosto
30/8-1/9
Cedegolo
Territorio comunale
51a
1757
agosto
30/8-1/9
Incudine
Territorio comunale
51c
49
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1757
agosto
30/8-1/9
Ponte di Legno
Territorio comunale
51d
1757
agosto
30/8-1/9
Temù
Territorio comunale
51e
1757
agosto
30/8-1/9
Vione
Territorio comunale
51h
1757
agosto
30/8-1/9
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
51i
1757
agosto
30/8-1/9
Edolo
Territorio comunale
51m
1757
agosto
30/8-1/9
Malonno
Territorio comunale
51p
1757
agosto
30/8-1/9
Braone
Strada Valeriana
51r
1757
agosto
30/8-1/9
Breno
Territorio comunale
51s
1757
agosto
30/8-1/9
Cividate Camuno
Abitato di Cividate
51t
1757
agosto
30/8-1/9
Ponte di Legno
Poia
51ac
1758
luglio
22
Berzo Demo
Territorio comunale
118a
1758
luglio
22
Braone
Territorio comunale
118c
1761
ottobre
17
Vione
Ponte di Stadolina
81
1769
luglio
Berzo Demo
Piani di S. Zanone
154a
1769
luglio
Berzo Demo
Saletto
154b
1769
luglio
Cividate Camuno
Boleno
154c
1769
luglio
Cividate Camuno
Vecchio ponte in pietra sul F. Oglio
154d
1769
luglio
Darfo Boario T.
Contrada Attola
154e
1769
luglio
Darfo Boario T.
Montecchio
154f
1780
ottobre
Cedegolo
Territorio comunale
83b
1789 autunno
Sonico
Ponte di Dazza
85a
1789 autunno
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato
85b
1801 dicembre
Edolo
Territorio comunale
157a
1801 dicembre
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
157b
1801 dicembre
Vezza d'Oglio
Ponte di Davena
157c
1801 dicembre
Vione
Ponte di Stadolina
157e
1801 dicembre
Incudine
Territorio comunale
157f
1801 dicembre
Temù
Ponte della Fucina
157g
1801 dicembre
Ponte di Legno
Sozzine
157i
1801 dicembre
Temù
Pontagna
157m
1801 dicembre
Ponte di Legno
Contrada della Poia
157o
1801 dicembre
Vezza d'Oglio
Vaiana
157p
1801 dicembre
Vione
Strada tra Stadolina e il ponte
157q
1801 dicembre
Vezza d'Oglio
Fontanacce
157r
4
1808
maggio
Vione
Ponte di Vione
159a
1808
maggio
Darfo Boario T.
Territorio comunale
159b
Darfo Boario T.
Bessimo (nuova strada)
119
1810 maggio (?)
1812
ottobre
20
Edolo
Territorio comunale
88a
1812
ottobre
20
Capo di Ponte
Territorio comunale
88b
1829 settembre
19
Darfo Boario T.
Darfo (ponte)
106a
1829 settembre
19
Cividate Camuno
Territorio comunale
106b
1829 settembre
19
Braone
Brendibusio
106c
1829 settembre
19
Sonico
Tra Sonico e ponte Dazza
106e
1829 settembre
19
Capo di Ponte
Prati di Scianica
106g
50
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1829 settembre
19
1836
Edolo
Regia strada di Valcamonica presso località Rincolungo
106l
Edolo
61
129b
23
Vione
Territorio comunale
Str. Regia tra il Ponte di San Rocco e la piazza di Capo di
Ponte
Regia strada di Valle Camonica nei pressi di Stadolina
1839 settembre
2
Sonico
A valle del ponte di Dazza
14b
1839 settembre
2
Sonico
Sonico
14d
1839 settembre
2
Edolo
Mu - Sponda sx del F. Oglio
14e
1839 settembre
2
Incudine
Fucina Gregorini
14f
1839 settembre
2
Vione
Ponte di Stadolina
14h
1839 settembre
2
Temù
Pontagna
14l
Vione
Ponte di Stadolina
108
1837
giugno
1838
agosto
Capo di Ponte
127
1844
giugno
1845
agosto
fine
Darfo Boario T.
Fra le località Rogno e Corna
70b
1845
agosto
fine
Sonico
Scoglio di Dazza
70d
1846
maggio
15-17
Cividate Camuno
Prateria di Cividate, nei pressi di Cogno
130b
1846
maggio
15-17
Capo di Ponte
A monte del ponte di San Rocco
130d
1848
luglio
Edolo
1848
luglio
Vione
Ponte di Stadolina
132c
1850
agosto
14-15
Vione
Ponte di Stadolina
36a
1852
ottobre
4
Cividate Camuno
Territorio comunale
37b
1852
ottobre
4
Vione
Territorio comunale
37c
15-18
Esine
Presso il ponte di Esine
131b
15
Vione
Ponte di Stadolina
133a
1862 settembre
5
Darfo Boario T.
Territorio comunale
128a
1862 settembre
5
Ceto
Badetto
128b
1862 settembre
5
Esine
Ponte in loc. Ceppata
128c
1872
ottobre
6
Ceto
km 94 della SS 42 del Tonale
28
1873
luglio
27
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
92
1878
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
90a
1878
Vione
Territorio comunale
90b
1852 novembre
1853
luglio
Regia Strada di Val Camonica tra Edolo e il Ponte San Brizio 132b
1879
giugno
19-20
Darfo Boario T.
Casino Boario
161a
1879
giugno
19-20
Darfo Boario T.
Attola
161b
1879
giugno
19-20
Darfo Boario T.
Isola
161c
1882 settembre
15-18
Ponte di Legno
Territorio comunale
1a
1882 settembre
15-18
Temù
Territorio comunale
1b
1882 settembre
15-18
Darfo Boario T.
Campagna di Darfo tra Bessimo ed Erbanno
1d
1882 settembre
15-18
Temù
Pontagna
1f
1882 settembre
15-18
Edolo
Territorio comunale
1g
1882 settembre
15-18
Breno
Ponte della Madonna
1h
1882 settembre
15-18
Darfo Boario T.
Sponda sx del F.Oglio presso Darfo
1l
1882 settembre
15-18
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato
1m
1882 settembre
15-18
Esine
Pressi di Cogno
1n
1882 settembre
15-18
Darfo Boario T.
Attola grande
1o
1882 settembre
15-18
Darfo Boario T.
Montecchio
1p
51
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1885
agosto
9-10
Vione
Stadolina di sotto
29b
1885
agosto
9-10
Vione
Ponte Strada Nazionale a sud di Vione
29c
1885
agosto
9-10
Vione
Contrada Vallaro
29d
1887
giugno
2-3
Darfo Boario T.
Piazza del Porto (Montecchio)
95
1888
luglio
6-8
Darfo Boario T.
Montecchio abitato
96a
1888 settembre
9-10
Vezza d'Oglio
Davena (ponte)
39a
1888 settembre
9-10
Darfo Boario T.
Montecchio abitato (Piazza)
39c
1888 settembre
9-10
Darfo Boario T.
Casino Boario
39e
1888 settembre
9-10
Esine
Ponte in loc. Ceppata
39f
1888 settembre II° decade
Darfo Boario T.
A monte di Montecchio
97
1888
Ponte di Legno
S. Apollonia
13a
ottobre
3-4
1888
ottobre
3-4
Vezza d'Oglio
Davena (ponte)
13d
1888
ottobre
3-4
Darfo Boario T.
Montecchio abitato
13e
1888
ottobre
3-4
Breno
Calchera
13f
1888
ottobre
3-4
Breno
Bosche
13g
1888
ottobre
3-4
Breno
Calameto
13h
1888
ottobre
3-4
Edolo
Ponte della Strada Nazionale per Mu
13i
1888
ottobre
3-4
Ponte di Legno
Contrada S.Campello
13l
1888
ottobre
3-4
Vione
Ponte di Stadolina
13m
1888
ottobre
3-4
Malonno
Strada Nazionale del Tonale
13n
1888
ottobre
3-4
Sonico
Territorio comunale
13o
1889
ottobre
29
Darfo Boario T.
Campagne di Boario
98a
1889
ottobre
29
Breno
Strade comunali
98b
1890
Esine
Territorio comunale
91
1892
Darfo Boario T.
Montecchio e dintorni
100
Darfo Boario T.
Montecchio
99
15
Ponte di Legno
Pressi di Zoanno - San Campello
16b
1900
agosto
1901
giugno
1901
giugno
15
Darfo Boario T.
Montecchio
16c
1906 novembre
7-8
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato
135o
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Casino Boario
135f
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Casino Boario
135g
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Darfo abitato
135h
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Corna
135i
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Montecchio
135l
1906 novembre
7-8
Darfo Boario T.
Bessimo
135m
1906 novembre
7-8
Malonno
Territorio comunale
135n
1911
agosto
21-23
Edolo
Edolo - Ponte ferroviario
42d
1911
agosto
21-23
Incudine
Incudine abitato - case presso la "Trattoria della Catterina"
42e
1911
agosto
21-23
Ponte di Legno
S. Apollonia
42f
1911
agosto
21-23
Ponte di Legno
Precasaglio
42g
1911
agosto
21-23
Ponte di Legno
Zoanno
42h
1911
agosto
21-23
Ponte di Legno
Strada Nazionale del Tonale
42i
1911
agosto
21-23
Temù
Ponte della Fucina
42l
1914
agosto
16
Darfo Boario T.
Casino Boario
160
52
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1922
Ponte di Legno
Sozzine
2
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Darfo abitato
43e
1926
maggio
16
Cividate Camuno
Prada
43i
1926
maggio
16
Cividate Camuno
Boleno
43l
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Attola
43m
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Bessimo
43n
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Darfo - via Albera
43o
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Boario - via Manifatture
43p
1926
maggio
16
Cividate Camuno
Casello ferroviario di Cividate C.
43q
1926
maggio
16
Darfo Boario T.
Montecchio (chiesa)
43d
1926 novembre
1-2
Darfo Boario T.
Boario - via Manifatture (Stabilimenti del cotonificio)
136b
1926 novembre
1-2
Darfo Boario T.
Cabina elettrica (Attola)
136c
1927 settembre
25
Darfo Boario T.
Darfo abitato
17f
1927 settembre
25
Cedegolo
Strada nazionale tra km 82 e 85
17i
1927 settembre
25
Vione
Strada Stadolina bassa
17d
1927 novembre
10
Darfo Boario T.
Casino Boario
105i
1927 novembre
10
Esine
Pianura di Esine
105a
1927 novembre
10
Darfo Boario T.
Darfo abitato
105b
1927 novembre
10
Darfo Boario T.
Fraz. Corna - Stab.Ledoga
105c
1927 novembre
10
Darfo Boario T.
Montecchio abitato
105e
1927 novembre
10
Breno
Sponda sinistra tra Breno e Losine
105f
1928
ottobre
22
Darfo Boario T.
Montecchio (chiesa)
101a
1928
ottobre
22
Darfo Boario T.
Darfo abitato
101b
1928
ottobre
22
Darfo Boario T.
Cotonificio Turati (Boario)
101e
1928 novembre
1-3
Darfo Boario T.
Darfo abitato
124
1931
ottobre
26
Darfo Boario T.
Boario - via Manifatture
137
1933
giugno
27
Darfo Boario T.
Casino Boario
138
1933
ottobre
8-9
Temù
Centrale Enel di Temù
18d
1933
ottobre
8-9
Vione
Ponte sull'Oglio
18f
1933
ottobre
8-9
Vione
Gerù
18g
1933
ottobre
8-9
Darfo Boario T.
Montecchio
18h
1933
ottobre
8-9
Cividate Camuno
Boleno
18l
1933
ottobre
8-9
Cividate Camuno
Lungoglio
18m
1933
ottobre
8-9
Vione
A sud di Cortaiolo
18n
1935
ottobre
3-5
Ponte di Legno
Sozzine
3a
1935
ottobre
3-5
Ponte di Legno
Ponte Sgaria
3b
1935
ottobre
3-5
Ponte di Legno
Cida
3c
1935
ottobre
3-5
Ponte di Legno
Abitato di Ponte di Legno
3d
21-23
Darfo Boario T.
Montecchio
45b
1937 settembre
1939
luglio
9-10 e 13
Capo di Ponte
Campivo
4b
1940
agosto
14
Ponte di Legno
Confluenza T. Frigidolfo-Narcanello
6
1942 settembre
27
Ponte di Legno
via IV novembre
7a
1942 settembre
27
Ponte di Legno
Cida
7b
1942 settembre
27
Vione
Stadolina, segheria comunale
7c
53
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1947 settembre
25-26
Esine
Saletti
140
1948 settembre
4
Ponte di Legno
Cida
8a
1948 settembre
4
Ponte di Legno
via IV novembre
8b
1949
ottobre
24
Darfo Boario T.
Strada Attola Grande
141
1952
ottobre
25-26
Darfo Boario T.
Montecchio (sponda sinistra)
102a
1952
ottobre
25-26
Darfo Boario T.
Bessimo Superiore
102b
1952
ottobre
25-26
Darfo Boario T.
Attola Grande
102c
1952
ottobre
25-26
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato
102d
1952
ottobre
25-26
Cividate Camuno
Cividate Camuno abitato
102f
1952
ottobre
25-26
Breno
Calameto
102g
1952
ottobre
25-26
Esine
Contrada Toroselle
102h
1952
ottobre
25-26
Cedegolo
Abitato di Cedegolo
102l
1952
ottobre
25-26
Ceto
Isola
102q
1952
ottobre
25-26
Ceto
Badetto
102s
1952
ottobre
25-26
Darfo Boario T.
Corna - Stab. Ledoga
102t
1952
ottobre
25-26
Darfo Boario T.
Boario - Stab. Olcese
102u
1953
ottobre
16-17
Darfo Boario T.
Attola Grande
143b
1954
agosto
22
Darfo Boario T.
Corna Rosse (Bessimo Superiore)
144
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Sozzine
10a
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Sponda sinistra T. Narcanello (loc. Cida)
10b
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Strada di Val Sozzine
10c
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte Cida
10d
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte Sgaria
10e
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Abitato di Ponte di Legno
10f
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Cida
10g
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte di Poia
10h
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte dei Buoi
10m
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte di Legno abitato
10o
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Poia
10q
1960 settembre
16-17
Temù
Territorio comunale
10s
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
Vaiana
10aa
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
A valle del ponte di Davena
10ab
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
Davena
10ah
1960 settembre
16-17
Vezza d'Oglio
Ponte sull'Oglio di via Stella
10ai
1960 settembre
16-17
Incudine
Territorio comunale
10au
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Impianto termale di Boario T.
10az
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Boario - via Manifatture
10bb
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Asilo di Boario Terme
10bc
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Chiesa di Boario Terme
10bd
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Montecchio (sponda sinistra)
10be
Sottocroce (sponda destra)
10ad
Nazet, a valle della confluenza con la Val Grande in sponda
10af
destra
Fontanacce
10ag
54
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo (Chiesa)
10bf
1960 settembre
16-17
Cividate Camuno
Ponte su F. Oglio
10bg
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Corna - Stab. Ledoga
10bh
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Angone
10bi
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Bessimo Superiore
10bl
1960 settembre
16-17
Cividate Camuno
"La Prada"
10bm
1960 settembre
16-17
Cividate Camuno
Piazza del paese e Lungoglio
10bn
1960 settembre
16-17
Esine
Plemo
10bp
1960 settembre
16-17
Esine
Contrada Toroselle
10br
1960 settembre
16-17
Esine
Sacca - via Toroselle
10bs
1960 settembre
16-17
Esine
Sacca
10bt
1960 settembre
16-17
Braone
Tratto di SS 42 tra Brendibusio e Badetto
10bu
1960 settembre
16-17
Braone
Zona tra Brendibusio e Gisole
10bz
1960 settembre
16-17
Ceto
Badetto
10cb
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato - via Parolari
10cc
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Morandini
10cd
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Seradina
10ce
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Ponte in ferro per Cemmo
10cf
1960 settembre
16-17
Cedegolo
Cedegolo abitato - via Nazionale
10cg
1960 settembre
16-17
Berzo Demo
SS n.42 tra km 103,7 e km 104
10ch
1960 settembre
16-17
Malonno
Piana di Malonno
10ci
1960 settembre
16-17
Malonno
Ponte delle Capre
10cl
1960 settembre
16-17
Malonno
Ponte di Lorengo
10cm
1960 settembre
16-17
Sonico
Paissone
10cq
1960 settembre
16-17
Sonico
Sonico - via Nazionale
10cr
1960 settembre
16-17
Sonico
Mollo
10cs
1960 settembre
16-17
Berzo Demo
Forno Allione
10cu
1960 settembre
16-17
Breno
Presso il Ponte Minerva
10cv
1960 settembre
16-17
Breno
Presso il Ponte Minerva
10cz
1960 settembre
16-17
Breno
Spinera
10da
1960 settembre
16-17
Breno
Calameto
10db
1960 settembre
16-17
Breno
Bosche
10dc
1960 settembre
16-17
Breno
Balote
10dd
1960 settembre
16-17
Breno
Rana
10df
1960 settembre
16-17
Breno
Contrada Saletto
10dg
1960 settembre
16-17
Breno
Sponda sx c/o passerella pedonale
10dh
1960 settembre
16-17
Breno
A monte del Ponte Minerva
10di
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - via Roccole
10dl
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Boario - via M. d'Azeglio
10dm
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - via Quarteroni
10dn
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - via Saletti, 50
10do
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Corna - via Lepetit
10dp
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Montecchio - via Giusti
10dq
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - Via Ronchi
10dr
55
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - P.zza Beveratore
10ds
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Boario - Via Valeriana
10dt
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - Via S. Cristoforo
10du
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - Via Ghezza
10dv
1960 settembre
16-17
Darfo Boario T.
Darfo - Via Albera
10dz
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Strada comunale del Convento
10eb
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Campivo
10ec
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Capo di Ponte abitato - via Italia
10ed
1960 settembre
16-17
Capo di Ponte
Strada comunale Prada
10ee
1960 settembre
16-17
Cedegolo
Cedegolo abitato - via Roma
10ei
1960 settembre
16-17
Ceto
Isola
10eo
1960 settembre
16-17
Breno
Follo
10eu
1960 settembre
16-17
Edolo
Edolo - Via Ramus
10ev
1960 settembre
16-17
Edolo
Strada Statale n. 42
10fc
1960 settembre
16-17
Edolo
Edolo - Via Gelpi
10fd
1960 settembre
16-17
Esine
Strada statale presso ponte
10fe
1960 settembre
16-17
Berzo Demo
S. Zanone
10ff
1960 settembre
16-17
Sonico
Sonico - Ditta Pasquini
10fg
1960 settembre
16-17
Ponte di Legno
Ponte di Legno abitato
10fi
1
Darfo Boario T.
Bessimo superiore
146
1963 novembre
5
Capo di Ponte
Territorio comunale
147b
1963 novembre
5
Esine
Territorio comunale
147c
1965 settembre
2-3
Ponte di Legno
Ponte su Viale Venezia
11a
1965 settembre
2-3
Ponte di Legno
Ponte a valle di quello di Cida
11b
1965 settembre
2-3
Ponte di Legno
Cida
11c
1966 novembre
3-5
Ponte di Legno
Territorio comunale
12a
1966 novembre
3-5
Temù
Pontagna
12c
1966 novembre
3-5
Sonico
via Nazionale - Sonico
12f
1966 novembre
3-5
Cividate Camuno
Località Arca - Mazera
12h
1966 novembre
3-5
Cividate Camuno
Canselone
12i
1976 settembre
13-14
Cividate Camuno
Prada
158
1960
ottobre
1976
ottobre
2-3
Capo di Ponte
Ponte di ferro per Cemmo
149b
1976
ottobre
2-3
Cividate Camuno
Prada
149c
1976
ottobre
2-3
Breno
Calameto
149d
1976
ottobre
2-3
Cividate Camuno
Borgo Olcese
149e
1976
ottobre
2-3
Cividate Camuno
Via Roma - Viale Vannia
149f
1976
ottobre
2-3
Ceto
Fornaci
149g
1976
ottobre
2-3
Cedegolo
Territorio comunale
149h
1976
ottobre
2-3
Darfo Boario T.
Bessimo
149i
1976
ottobre
2-3
Darfo Boario T.
Montecchio
149l
1976
ottobre
2-3
Esine
Territorio comunale
149m
1985
agosto
5-6
Temù
Pontagna, loc. Fucine
22b
1987
luglio
18-19
Ponte di Legno
Territorio comunale
15a
1987
luglio
18-19
Temù
Pontagna, loc. Fontane
15b
56
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
1987
luglio
18-19
Vezza d'Oglio
Ponte Davena
15o
1987
luglio
18-19
Sonico
Greano
15s
1987
luglio
18-19
Breno
Calameto
15t
1987
agosto
23-25
Temù
Pontagna
25d
1987
agosto
23-25
Incudine
Territorio comunale
25e
1987
agosto
23-25
Ponte di Legno
Ponte di Legno abitato
25f
1987
agosto
23-25
Vezza d'Oglio
Casot
25h
1987 settembre
26-30
Temù
Pontagna
26b
1991 settembre
30
Darfo Boario T.
Bessimo - ponte sulla variante alla S.S. 42 del Tonale
153a
1993
ottobre
3-5
Temù
Territorio comunale
30a
1993
ottobre
3-5
Berzo Demo
S. Zanone c/o carrozzeria Toretti
30b
1993
ottobre
3-5
Braone
Gisole
30c
1993
ottobre
3-5
Cividate Camuno
A valle del canale Selm
30d
1993
ottobre
3-5
Vezza d'Oglio
Territorio comunale
30f
1993
ottobre
3-5
Darfo Boario T.
Boario - Via Manifatture
30g
1993
ottobre
3-5
Darfo Boario T.
Boario T. - Sottopasso Terme
30h
14-16
Darfo Boario T.
Darfo abitato
46c
27
Darfo Boario T.
Territorio comunale
155a
1996 novembre
1997
giugno
In base ai dati raccolti, gli eventi di piena del Fiume Oglio che hanno
provocato danni in Val Camonica risultano in totale 94 nell'arco di 500 anni. Il
numero è sensibilmente aumentato con il passare degli anni: da 6 eventi del XVI
secolo, a 40 del XX secolo (Fig. 23). Tale stato di fatto è dovuto principalmente a
tre fattori: un primo riguarda la perdita dei documenti antichi (trasferimenti,
incendi, inondazioni, furti, ecc.) che non permette di avere una visione omogenea
su un arco di cinque secoli; un secondo concerne l’incremento delle fonti
d’informazione, soprattutto nel XX secolo, e un terzo è determinato dall’aumento
della pressione antropica sul fondovalle, con conseguente maggiore probabilità
di coinvolgimento durante le inondazioni.
Prendendo in considerazione esclusivamente gli 83 eventi alluvionali
precisamente datati (almeno anno e mese di accadimento), si rileva che la loro
distribuzione è concentrata nel periodo autunnale (56,6%). I mesi di ottobre (21
casi) e settembre (18) sono quelli in cui si è manifestata una maggior frequenza
di piene (Fig. 24); segue il mese di agosto, nel quale si sono riscontrati 14 eventi
originatisi in alucni casi da violente piene torrentizie di alcuni tributari (ad
esempio l’evento del 21-23 agosto 1911).
57
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
40
n.° eventi alluvionali
35
30
25
20
15
10
5
0
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
secoli
Figura 23 – Distribuzione secolare delle piene con danni nel bacino del Fiume Oglio prelacuale (periodo
1500-2000).
dicembre
novembre
ottobre
settembre
mesi
agosto
luglio
giugno
maggio
aprile
marzo
febbraio
gennaio
0
5
10
15
20
25
n.° eventi alluvionali
Figura 24 - Distribuzione mensile delle 83 piene, precisamente datate, che hanno provocato danni lungo
l’asta del Fiume Oglio in Val Camonica (1500-2000).
58
Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
Il territorio comunale di Darfo Boario risulta di gran lunga il più colpito dalle
piene del Fiume Oglio (43 eventi con 88 segnalazioni), a causa della sua
posizione (chiusura della valle) e della sua estensione areale. Seguono i comuni
di Vione e Ponte di Legno (Fig. 25). Il primo capoluogo è ubicato sul versante
destro, elevato di oltre 250 m rispetto al fondovalle. La sua frazione Stadolina, e
in particolare la zona di Stadolina bassa (ponte, segheria, fucina), è invece
ubicata sulle sponde del Fiume Oglio: per tale vicinanza è risultata spesso
coinvolta da episodi alluvionali (13 segnalazioni). Ponte di Legno, alla testata
della Valle, è viceversa situato alla confluenza dei due rami del Fiume Oglio e ha
risentito in gran parte delle piene torrentizie dei due tributari (in particolare il T.
Narcanello).
n° eventi alluvionali
Darfo Boario Terme
Vione
Ponte di Legno
Cividate Camuno
Esine
Edolo
Temù
Breno
Capo di Ponte
Vezza d'Oglio
Sonico
Braone
Incudine
Cedegolo
Ceto
Malonno
Berzo Demo
0
10
20
30
40
50
Figura 25 – Territori comunali della Val Camonica coinvolti da eventi di piena con danni del Fiume Oglio
dal 1500 ad oggi.
In base al numero di territori comunali colpiti e al numero di segnalazioni
raccolte, è possibile classificare gli eventi catalogati in differenti "livelli di criticità"
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
(Fig. 26). Tale criterio non tiene conto, quindi, dell'entità dei danni provocati, in
quanto essi risultano molto difficili da quantificare.
Il primo livello comprende l'evento alluvionale del settembre 1960, non
paragonabile ai precedenti e ai successivi in termini di segnalazioni e areale
colpito: 88 segnalazioni distribuite in 16 territori comunali su 17 esaminati
(escluso Vione). Al secondo livello di criticità appartengono quattro eventi
alluvionali, tutti avvenuti prima del 1800: hanno coinvolto un numero di territori
comunali variabile da 11 a 14, con un numero di segnalazioni compreso tra 12 e
14. Nel terzo livello ricadono cinque eventi di piena che hanno interessato fra 6 e
8 territori comunali, con un numero di segnalazioni variabili fra 10 e 12.
16-17 settembre 1960
1° LIVELLO
25 ottobre 1614
5-6 dicembre 1739
2° LIVELLO
18 ott/primi nov. 1738
30 ago/1° sett 1757
3-4 ottobre 1888
eventi alluvionali
25-26 ottobre 1952
15-18 settembre 1882
3° LIVELLO
2-3 ottobre 1976
dicembre 1801
3-5 ottobre 1993
comuni coinvolti
segnalazioni
19 settembre 1829
2 settembre 1839
luglio 1769
15 agosto 1615
4° LIVELLO
18-19 luglio 1987
21-23 agosto 1911
8-9 ottobre 1933
3-5 novembre 1966
0
20
40
60
80
100
Figura 26 – Eventi di piena avvenuti negli ultimi cinque secoli nel bacino del Fiume Oglio, suddivisi per
livello di criticità. In questo grafico sono rappresentati solamente gli eventi appartenenti ai primi quattro
livelli.
60
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PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
Ad un quarto livello appartengono 9 eventi alluvionali che si sono
manifestati in 4-6 territori comunali ed hanno avuto 3-7 segnalazioni.
Il quinto ed ultimo livello comprende i restanti 74 eventi alluvionali (cfr. Tab.
4).
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PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
8. CONCLUSIONI
Durante la ricerca storica sono state raccolte, validate e classificate quasi
400 segnalazioni di danno in conseguenza di piene del Fiume Oglio. Esse
offrono un quadro abbastanza preciso dell’attuale situazione di pericolo legato
alle esondazioni del Fiume.
L'analisi geomorfologica del fondovalle ha consentito di individuare alcuni
punti e/o tratti particolarmente critici dove il pericolo si tramuta in rischio: è il caso
di tutti i centri abitati incombenti sul corso d'acqua, delle opere di
attraversamento con luce insufficiente e dei nuovi rilevati stradali.
La criticità appare omogeneamente elevata. In alta valle, ad esempio, la
gran parte delle zone comprese nelle aree potenzialmente inondabili sono
destinate alla realizzazione di case abitative, alberghi, ecc. L’abitato di Ponte di
Legno, alla confluenza con i due rami di testata dell'Oglio è un classico esempio
di come l'espansione urbanistica degli ultimi decenni non abbia tenuto nella
dovuta considerazione l’attività dei corsi d'acqua, spesso canalizzati, talora
addirittura intubati. Trattandosi di torrenti soggetti a piene repentine e in alcuni
casi (T. Narcanello) anche a colate detritiche torrentizie, il livello di criticità in
questo caso appare abbastanza elevato.
Ma anche a Darfo-Boario Terme la situazione è assai critica. Le ingenti
opere di difesa realizzate dopo l'evento alluvionale del settembre 1960 non
hanno evitato, negli anni successivi (1976, 1991, 1993, 1996 e 1997),
allagamenti di aree urbane per eventi di piena modesti se confrontati con la
piena succitata. Gli studi idraulici effettuati in questi ultimi decenni, d’altronde,
hanno messo in evidenza come la portata stimata nel settembre 1960 non
corrisponda a valori con tempi di ritorno secolari, bensì pari a 30-40 anni.
Un'approfondita analisi pluviometrica e un dettagliato studio idraulico
sarebbero auspicabili al fine di chiarire quali siano i rapporti esistenti fra afflussi e
deflussi in Val Camonica, soprattutto in occasione di eventi idrometeorologici
eccezionali.
Tale tipo d’indagine, che esula dalle finalità del presente lavoro,
rappresenterebbe un necessario completamento.
Si ritiene, infatti, che solo un approccio multidisciplinare fra ricerca storica,
analisi geomorfologica e studio idrologico sia il miglior criterio d’indagine per una
corretta previsione degli eventi alluvionali e per una loro prevenzione. Ai fini
dell'individuazione delle aree maggiormente esposte al pericolo d'inondazione, ai
risultati così ottenuti, deve obbligatoriamente essere sovrapposta un'analisi
urbanistica (come è stato fatto nel presente lavoro) in grado di indicare dove la
criticità raggiunga i livelli più elevati.
Queste valutazioni sono oggetto di grande richiesta da parte degli Organi
tecnici degli Enti pubblici preposti alla pianificazione territoriale.
Solo da una visione non più statica ma dinamica del territorio, basata su
un’approfondita conoscenza dei principali fattori che concorrono a modificarlo,
può emergere un numero sufficientemente ampio d'informazioni per intervenire
omogeneamente su un ambiente in continua e rapida evoluzione.
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Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e morfologico a fini urbanistici: Fiume Oglio (Val Camonica)
PRIR 2000 – Convenzione del 5 giugno 2000 - Cod. IReR 2000A021 - Ricerca effettuata dal CNR-IRPI Torino e Regione Lombardia, Direzione Gen. Territorio e Urbanistica
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10. Relazioni e schede storiche dei 17 comuni
Volume I
Ponte di Legno
p. 76
Temù
p.135
Vione
p.160
Vezza d'Oglio
p.194
Incudine
p.226
Edolo
p.243
Volume II
Sonico
p.268
Malonno
p.292
Berzo Demo
p.317
Cedegolo
p.335
Capo di Ponte
p.353
Ceto
p.384
Braone
p.403
Breno
p.422
Volume III
Cividate Camuno
p.460
Esine
p.499
Darfo Boario Terme
p.526
77