Sos Petruzzelli: “A rischio le ultime tre opere”

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Sos Petruzzelli: “A rischio le ultime tre opere”
Criminalità
Ladri d’appartamento
presi due specialisti
recuperato il bottino
@
SERVIZIO
A PAGINA VII
Bari.it
Cultura
Successo per la prima
di Contemporary night
con la Abbagnato
e le altre étoile
Premio Città di Bari
ecco i cinque autori
scelti per la finale
BARI
ANTONIO DI GIACOMO
A PAGINA XI
MERCOLEDÌ 7 LUGLIO 2010
bari.repubblica.it
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Il sovrintendente Vaccari: “Il mio compito è di chiudere il bilancio 2010 in attivo”. Il sindaco: “Insieme a Regione e Provincia risolveremo il problema”
Operazione Saturno
Sos Petruzzelli: “A rischio le ultime tre opere”
A STAGIONE lirica 2010 del Petruzzelli potrebbe finire con cinque mesi di anticipo.
La Fondazione infatti non avrebbe materialmente i soldi in cassa per allestire le tre opere
liriche in programma fino alla fine dell’anno. «Il
mio obiettivo — spiega il Sovrintendente Giandomenico Vaccari — è quello di chiudere il bilancio in pareggio. E ciò potrebbe determinare delle
conseguenze». Ma Emiliano minimizza: «È solo
una possibilità, con Vendola risolveremo tutto».
PAOLO RUSSO A PAGINA V
L
Ciccorelli investito dall’esplosione di una bombola di ossigeno
Bollettino dei morti sul lavoro
l’ultima vittima a Foggia
in un deposito di rottami
PIERO RUSSO A PAGINA VII
La Turandot al teatro Petruzzelli
Clan e riciclaggio
dopo tre anni
assolti tutti
i colletti bianchi
Incontro cordiale fra ministro e governatore. Sei i settori: dall’edilizia scolastica al marketing territoriale ai servizi sociali
“A noi i fondi Fas non spesi”
La proposta di Vendola a Fitto: punire i Comuni inadempienti
T
RASFERIRIE i fondi dei
comuni inadempienti
nelle casse della Regione Puglia. A Roma il governatore Vendola e il ministro Fitto trovano un’intesa per
compensare, in parte, i tagli
statali. La Puglia potrà spendere i nuovi fondi in sei settori strategici: l’edilizia scolastica, la viabilità, il marketing
territoriale, il ciclo delle acque, i rifiuti e i servizi sociali.
A PAGINA II
Il retroscena
Nichi e Raffaele
prove tecniche
di convivenza
GIULIANO FOSCHINI
ON è un’intesa, perché è
difficile che tra i due possa
mai essercene una. Ma
quella tra il ministro Raffaele Fitto e il presidente della Regione,
Nichi Vendola, assomiglia tanto a
una storia di convergenze parallele. L’obiettivo comune è quello
di non farsi scippare fondi dal superministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a caccia di denaro
per colmare i buchi nel bilancio.
Per farlo sia Nichi sia Raffaele
hanno bisogno di dimostrarsi
virtuosi. E quindi spendere i soldi
in cassa. Insomma, hanno bisogno uno dell’altro. I tempi sono
brevi, prima di settembre i tecnici dovranno trovare un piano
adeguato per utilizzare i fondi
che fino a oggi i Comuni hanno
tenuto bloccati. Gli uomini di
Vendola hanno presentato ieri il
loro piano di spesa. L’aspettativa
è che nei prossimi giorni i tecnici
del ministero facciano una controproposta o comunque diano
indicazioni in merito. Non è un
caso che ieri non siano volate parole di provocazione tra i due carissimi nemici. «Incontro istituzionale con il presidente della Regione» ha detto Fitto. «Clima
molto disteso, siamo sicuri che il
ministro ha come noi a cuore il futuro della Puglia e soprattutto dei
pugliesi» ha ribadito Vendola davanti a una giungla di microfoni.
SEGUE A PAGINA II
Il gup Marco Guida
De Leonardis agli affari istituzionali
N
Commissione all’Udc
il Pdl insorge e accusa
“Stanno con la sinistra”
PIERO RICCI A PAGINA III
Il presidente Nichi Vendola e il ministro Raffaele Fitto
LA CENA DEI CREATIVI
RE anni fa, uomini e donne dei clan baresi, ma anche insospettabili, come
un consigliere comunale, due
imprenditori e tre bancari finirono in un’inchiesta della Direzione antimafia che voleva provare lo stretto intreccio fra clan
mafiosi ed economia pulita. Ieri, al termine di un processo con
il rito abbreviato, il gup Marco
Guida ha assolto 33 dei 55 imputati, condannando i 22 a
complessivi 146 anni di carcere
(contro i 270 chiesti dall’accusa)
e a una multa di centomila euro.
Il giudice ha escluso che ci fosse
un’associazione di stampo mafioso, decidendo condanne fra i
18 e i due anni e assolvendo tutti i “colletti bianchi” coinvolti.
Tra questi, c’era anche l’ex consigliere comunale Vitantonio
Lapenna e i fratelli imprenditori Francesco e Giuseppe Girone.
CHIARELLI A PAGINA VI
T
DONPASTA
Omar Sosa e il ritmo mistico dei frutti di mare
HI, come me, è nato nella terra del tarantismo, difficilmente rimane indifferente alle musiche popolari. C’è
un filo sottile che le unisce, da sempre, in
qualsiasi parte del mondo, che si chiami
saudade in Brasile, duende tra gli andalusi,
malesciana in salentino, apucundria in napoletano. Una invocazione al cielo perché
quel dolore invisibile, quella ferita, paura
dell’uomo di fronte a se stesso, trasformata
in canto, in danza, in suono, faccia sì che
l’angoscia svanisca. Omar Sosa è un musicista che racconta questo filo sottile di speranza nel mondo. Cubano, giramondo.
Ovunque vada, cerca il suono sacro dei popoli ed infrange qualsiasi barriera culturale
tra Paesi e continenti, attraverso la musica.
SEGUE A PAGINA IX
C
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VILLA SIGNORIELLO C.da Gazzetta 75022 Irsina (Mt)
Tel. 327.8398527 • 393.0857911
Per il ristorante: tel. 0835/518847
,
per l albergo: tel. 0835/629299
Il musicista cubano Omar Sosa
Repubblica Bari
MERCOLEDÌ 7 LUGLIO 2010
BARI
■ IX
1
L’autore
L’evento
Daniele De Michele, in arte Don Pasta selecter, è un
dj, economista, appassionato di gastronomia. Per
Kowalski ha pubblicato recentemente Wine Sound
System e Food Sound system. Protagonista in Italia e
all'estero di importanti eventi per l’Auditorium Parco
della Musica, Slow Food on film, Taormina Arte, Time
in Jazz, Città del Gusto, Taste, Mescolanze Food
Festival, organizza a Roma e Toulouse Soul Food,
incontro su cibo, arte e ambiente. Attualmente vive a
Toulouse, dove lavora al progetto Food Sound Circus.
Omar Sosa (in foto), Trilok Gurtu e Paolo Fresu: inizia
con questo grande trio il Locus Festival, che
accoglierà concerti memorabili, come Gil Scott-Heron
o Kings Of Convenience. Il progetto combina elementi
musicali tradizionali e moderni. Un viaggio che
toccherà il jazz, la musica popolare cubana e quella
indiana. Musica senza confini che scaturisce
prepotente dall’incontro tra figure di primo piano della
scena contemporanea: in prima nazionale sabato 10
luglio in piazza Mitrano, Locorotondo. Ingresso libero.
La cena dei creativi
Omar Sosa: “Io, pianista giramondo
cerco il sapore dell’incontro tra culture”
(segue dalla prima di cronaca)
DONPASTA
L PROBLEMA è che per parlare
di misticismi c’è Donpasta, sin
dal nome materialista e dionisiaco. Rischio di essere poco credibile. Mi informo. Mi fanno sapere
che ama mangiare davanti al mare.
Faccio una follia, rischiando seriamente di mettere in pericolo
l’intervista. Al porto di Bari vendono frutti di mare e polipetti crudi.
Massimo rispetto alla gastronomia barese. Omar Sosa ispirato,
cozza con la mano sinistra e bicchiere di bianco nella destra, inizia
a parlare. «La spiritualità di un popolo è l’essenza della realtà di quel
popolo. A me non interessano le
note, la tecnica. Mi interessa osservare che c’è tanto in comune tra la
Santeria di Cuba, lo Gnawa in Maghreb, il Candomblé brasiliano».
Finito l’aperitivo, con taccuino
pronto, anche se con tracce di frutti di mare, chiedo, con tono serio
«Omar, forse ti hanno avvertito.
Sono un giornalista di gastronomia prestato alla musica... o piuttosto il viceversa — Mi guarda un
po’ stordito. Cerco di giustificarmi
con il mio spagnolo maccheronico
— Insomma, dimmi il tuo piatto
preferito così capiamo dove mangiamo».
Mi guarda, inizialmente sorpreso, poi inizia a ridere, divertito. Da
quel momento in poi il più grande
problema sarà provare a parlare di
musica. Mi avrà spiegato per filo e
per segno almeno dieci ricette cu-
I
Il musicista apre il
Locus festival con
Fresu e Gurtu: “Un
piatto tra Cuba,
Italia e India”
bane. «Ho un problema con il cibo.
Quando impazzisco per una cosa
divento monotematico. Per me la
pasta con le vongole è stata una rivelazione divina. Le volevo mangiare sempre, appena arrivavo in
Italia. A un certo punto ho capito
che dovevo provare altre cose, allora sono passato alle cozze saltate
in padella. Droga allo stato puro».
«Ti porto nel luogo mistico del
pesce. Una vera e propria celebrazione della genialità della cucina
povera. Il Pashà a Conversano. Ti
dico solo: Gnocchetti allo scorfano, burrata e acciughe con crema
di cime di rapa e pane raffermo, involtino di pesce azzurro con passatina di ceci e cipolla rossa croccante».
Cosa ti avvicina a Paolo Fresu,
con cui suonerai sabato?
«Il piacere della conversazione,
dell’ascolto. Stare sul palco con lui
è come una chiacchierata con un
amico. C’è un tema e si discute di
INGREDIENTI
2 scorfani di media grandezza,
scampi, gamberoni, cozze,
pomodorini, 1 cipolla, 1 bicchiere
di vino bianco, olio extravergine
d'oliva, un ciuffetto di prezzemolo,
sale, pepe, pastina.
PREPARAZIONE
Soffriggete una cipolla e l'aglio
in una padella grande.
Dopodiché buttatevi il pesce e
fate insaporire il soffritto. Togliete
il pesce e fate sfumare il vino.
Unite i pomodorini, gli scampi,
le cozze e cucinate a fuoco lento.
A metà cottura aggiungete
il pesce. Ultimate la cottura,
pepate, cospargete
di prezzemolo. Preparate una
pastina piccola e unitela al brodo.
Per secondo mangerete
il pesce.
quello. Nessuna virtuosità. Paolo
però è un disgraziato. Io mi agito
molto quando suono, ballo, faccio
di tutto e prima di suonare non potrei mangiare. Paolo mangia, finisce il caffè e sale sul palco. Dice che
altrimenti suona male».
Sei stato tra i primi nel jazz a
usare l’hip hop. I puristi ti criticarono assai.
«Si suona in questo momento
specifico della storia della umanità. E il suono di ora è l’hip hop. Il
jazz è molto più universale di
quanto credano i dogmatici. Perché c’erano i vari Monk, Coltrane,
etc? Perché si sentivano liberi di
creare. Prima gli artisti non avevano accesso alla conoscenza. Non
c’erano archivi musicali. Potevi
ascoltare qualcuno suonare, ma
stava a te poi rielaborarlo, farlo tuo,
trasformarlo. Fosse per i puristi si
rischierebbe l’omologazione. L’unica cosa che è impossibile da appiattire è la cucina. Prova a toglie-
re la pasta ad un italiano. Il cibo è
una sorta di voce ancestrale».
Omar sto cercando di dimostrarmi che so fare un’intervista
senza parlare di cibo. Parliamo di
Coltrane, nostro idolo comune.
«È come una cerimonia. Non è
musica. Non solo musica quantomeno. Direi pollo con zenzero»
Ma tu intigni. Vabbè, dammi almeno la ricetta.
«Aglio, cipolla e un poco di pomodoro. Deve sentirsi il piccante
dello zenzero. Cucinato con olio di
oliva, ovviamente. L’aglio è Elvin
Jones, la batteria. Il contrabbasso è
il pollo, Garrison, la sostanza. Il
piano è la cipolla. Sai noi pianisti
magari non abbiamo sapore, ma
diamo sapore. Trane è lo zenzero».
Vabbè, ho capito, Omar sei peggio di me. Con te e Fresu sul palco
ci sarà anche Trilok Gurtu, maestro tablaista indiano. Per ritrovarvi con la sua metrica passate il
tempo a contare?
L’ARTISTA
Pianista
eccezionale e
poliglotta
musicale:
il cubano
Omar Sosa,
è un’allegoria
vivente dello
scambio
artistico
«Effettivamente in quanto cubano la mia è una cultura di metrica binaria, immaginati tu. È un
percorso curioso. Un mio amico
dice che facciamo una sorta di cha
cha cha con tabla, niente di astrat-
“La pasta con le vongole è
stata una rivelazione divina: la
volevo continuamente. Poi
sono arrivate le cozze in
padella: droga allo stato puro”
IL PIATTO
“Pollo con
zenzero per il
mio mito
Coltrane: con
l’aglio della
batteria e la
carne del
contrabbasso
Il piano è la
cipolla”
to o contemporaneo. È come un
cuoco che prova a inventarsi un
piatto tra Cuba, Italia e India. Fagioli spicy, ad esempio con curcuma, perché no. Magari ad alcuni
può non piacere. Tutto sta nell’avere curiosità. Allora sentirà il sapore di culture che provano ad
unirsi».
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Repubblica Bari