Appendice A - Dipartimento Politiche Europee
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Appendice A - Dipartimento Politiche Europee
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Indice delle schede 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. Rete Educational per la larga banda nelle scuole Poli formativi tecnologici Progetto Educazione degli adulti (EDA) 2010 Istituzione Industrial Liaison Office nelle Università Distretti Tecnologici Accordi internazionali per programmi di ricerca Rientro dei Cervelli Laboratori Pubblico Privati per il Sud Laboratori Pubblico Privati per il Centro-Nord Progetti potenziamento tecnologico PMI 12 programmi strategici per il rilancio dell’industria italiana Sostegno ai dottorati di ricerca, ai poli di alta formazione scientifica ed a scuole superiori Sostegno alle lauree scientifiche Incremento del Fondo per prestiti fiduciari Orientamento Tutorato e formazione integrativa Creazione di uno spazio Euromediterraneo di Istruzione Superiore La riforma del sistema degli Enti pubblici di ricerca Istituto Italiano di Tecnologia Piattaforme tecnologiche ad iniziativa italiana Incentivi Fiscali Accordo MIUR-BEI Il Piano Spaziale Nazionale La Riforma dell’università Reclutamento del personale docente ricercatori Valutazione del sistema universitario Alloggi e residenze universitarie Internazionalizzazione dell’Università Retribuzioni dei ricercatori 305 - Progetto Preliminare - La Rete Educational per la larga banda nelle Scuole • Motivazioni del progetto Il progetto riguarda il potenziamento delle connessioni telematiche a larga banda attualmente presenti presso le Istituzioni Scolastiche, al fine di fornire un collegamento tecnologicamente adeguato sia per il funzionamento amministrativo che, soprattutto, per le attività didattiche. Un grosso ostacolo per l’adeguamento delle risorse dedicate alle scuole può essere spesso identificato nella mancanza di infrastrutture, specialmente in zone disagiate del paese, dove a causa del ristretto bacino di utenza i carrier nazionali non sembrano interessati ad investimenti per la banda larga. Il progetto mira ad utilizzare la Rete GARR (Gestione Ampliamento Rete Ricerca), la rete telematica della ricerca scientifica italiana, integrando la nascente infrastruttura in fibra ottica, sia per i collegamenti regionali ed interregionali, che per la costruzione di Reti Locali in aree urbane o metropolitane dedicate al mondo scientifico e dell’educazione. Laddove la fibra non potrà essere utilizzata verranno valutate soluzioni alternative. • Stato dell’arte Attualmente le ca. 11000 Istituzioni Scolastiche sedi di segreteria, più alcune sedi secondarie, sono state dotate di un collegamento internet, a carico del MIUR, avente le seguenti caratteristiche: ADSL (ca. 9400 scuole pari all’85% dei casi): banda di 640 kbps in downstream, 128 kbps in upstream, 32 kbps di banda garantita fino alla dorsale IP ISDN (ca. 1600 scuole non raggiungibili con ADSL, pari all’15% dei casi): banda di 64 kbps, 55 kbps di banda garantita fino alla dorsale IP installato presso la segreteria, orientato quindi alla fruizione dei servizi amministrativi. 306 Al momento le interconnessioni tra i vari soggetti responsabili dell’istruzione si sviluppano attraverso iniziative isolate, non omogenee, e solo in quei contesti che possono permettersi investimenti in tal senso. In altri Stati europei, invece, sono già attive reti Educational in cui le Università e i centri di ricerca fungono da polo tecnologico per le scuole del territorio limitrofo. • Obiettivi e risultati attesi Gli obiettivi principali del progetto sono: la realizzazione di una infrastruttura di accesso delle sedi scolastiche alla rete scientifica ed accademica GARR, nonché alle altre reti nazionali per l’educazione e la ricerca (NREN - National Research and Educational Network) in Europa e nel mondo e all’internet globale. al pari dell’intera Comunità Scientifica ed Accademica Italiana, avere l’opportunità anche per le scuole di partecipare a progetti internazionali in tutti i campi della ricerca scientifica e per la collaborazione fra paesi mirata all’abbattimento del Digital Divide. poter accedere ad informazioni e risorse remote, realizzare ed utilizzare applicazioni educational, svolgere attività di divulgazione scientifica con prestazioni del tutto equivalenti alle maggiori NREN mondiali. fornire un fondamentale contributo allo sviluppo culturale, scientifico e tecnologico del Paese, catalizzando la collaborazione e lo scambio di esperienze tra diverse realtà nel campo scolastico, accademico e della ricerca per creare una comunità globale che abbracci il percorso formativo individuale dalle scuole primarie all’inserimento del mondo del lavoro. dedicare particolare attenzione all’integrazione dell’infrastruttura a livello nazionale intervenendo laddove i carrier commerciali non ritengono economicamente conveniente investire, considerando una risorsa la capillarità territoriale delle Istituzioni Scolastiche. In sintesi, la creazione di una rete Educational può valorizzare e rendere disponibile l’eredità culturale italiana in tutte le sue forme. E’ già in corso un progetto di collegamento di 1000 istituzioni scolastiche alla rete GARR, dove però sono state utilizzate ancora forme tradizionali di Local Loop, attraverso l’utilizzo di collegamenti ADSL. La rete GARR è la rete telematica della ricerca scientifica italiana che collega tra loro tutte le Università e le sedi degli enti di ricerca e che si interconnette ad alta velocità alle altre reti accademiche e di ricerca in Europa e nel Mondo e alla rete Internet globale. La gestione della rete GARR è affidata al Consortium GARR, nato alla fine del 2002 dall’associazione di CRUI, CNR, ENEA e INFN. 307 La rete GARR è in grado di permettere a docenti e studenti delle scuole italiane di usufruire di grosse potenzialità in termini di prestazioni e tecnologie di rete, come IPv6, la Qualità di Servizio (QoS), il Multicast e le Reti Private Virtuali (VPN). E’ garantito il pieno supporto per applicazioni innovative e servizi Multimediali, permettendo la piena fruibilità di informazioni e lo sviluppo delle attività di collaborazione. L’infrastruttura che verrà integrata nell’ambito di questo progetto permette di offrire capacità e tecnologie di accesso adeguate alle nuove esigenze dei propri utenti, mantenendosi costantemente aggiornata. La nuova rete cercherà di estendere con una capillarità elevata la propria capacità e versatilità anche al Local Loop. L’investimento in infrastrutture vedrà quindi due fronti: l’utilizzo o la posa di Fibre Ottiche e l’abbattimento di barriere fisiche attraverso la tecnologia Wireless Local Loop (WLL). L’intervento per una dorsale in Fibre Ottiche è già previsto, e come è possibile notare nell’immagine di seguito, prevede un ruolo di primo piano nei collegamenti verso i Balcani e verso i Paesi del bacino del Mediterraneo. 308 Manno Zurich/CH CO MI1 MI4 TO MI2 PV TS MI3 PD VE BO GE PI FI AN PG Tirana AQ RM1 RM2 FRA BA PZ NA MT SA LE SS CS CA ME La dorsale della rete GARR in F.O . RC PA CT EumedConnect Di particolare rilievo sono gli interventi a livello regionale e a livello urbano e metropolitano. La comunità scientifica è già impegnata in grossi progetti nelle città di Pisa, di Bari e per quanto riguarda l’area Milano-Como. BARI Città Bari Vecchia Rete Accademica Metropolitana Iapigia Ateneo Università IAPIGIA Politecnico Medicina CNR Comune CNR Politecnico Acquedotto Campus 1000 m 22 Km di cavo a 24 fibre. SerRA: la rete metropolitana di Pisa Economia Uni.Insubria Poli.Como λ POP Uni.Insubria λ POP Bovisa Como Poli.Bovisa GPOP Lancetti Poli.Milano GPOP Caldera GPOP Colombo Anello Ottico Milano-Como nella Rete regionale dell’Insubria 309 Ma oltre alla fibra, dove non sia possibile scavare o dove le necessità di banda di accesso non giustifichino l’investimento si può intervenire con infrastrutture che prevedano il collegamento senza fili. La tecnologia WLL (Wireless Local Loop) si pone infatti come alternativa alle tecniche di accesso locale e presenta vantaggi rispetto alle soluzioni di accesso basate su fibra, cavo coassiale e sistemi XDSL su rame. I punti di forza di questo tipo di tecnologia nella sua caratterizzazione sia punto-punto che puntomultipunto sono: • • • tempi brevi di realizzazione; costi realizzativi ridotti; ridotto impatto urbanistico. Il Consortium GARR sta già sperimentando con alcune scuole romane una delle tecnologie emergenti di accesso punto-multipunto. 1. Descrizione del Progetto L’infrastruttura è basata sulla posa in opera di fibre ottiche, ponti radio punto-punto, o collegamenti senza fili punto-multipunto da integrare alla attuale e futura struttura della rete GARR. La connessione di ciascuna sede scolastica sarà valutata sede per sede, a seconda della disponibilità di accesso alla rete, intervenendo, ove possibile, con interventi strutturali. Si tratta di collegamenti permanenti la cui funzionalità è garantita 24 ore su 24, sette giorni su sette, per 365 giorni all’anno. Ciascuna sede scolastica verrà dotata di un adeguato apparato di routing che sarà configurato ed installato secondo le specifiche di routing IP e di sicurezza di rete definite dal GARR. Ad ogni sede scolastica verrà assegnato uno spazio di indirizzi IP pubblici, così come avviene per tutti gli utenti GARR, favorendo anche la sperimentazione del protocollo IPv6 già disponibile su rete GARR. Un servizio di Help Desk dedicato sarà attivato e messo a disposizione delle Scuole per le procedure di gestione dei guasti e malfunzionamenti sia dei circuiti di accesso che dei router di collegamento. Una particolare attenzione viene poi dedicata al supporto, da parte della rete, di piattaforme e applicativi per video streaming, e-Learning e multimedia e al trasporto della voce su IP (VoIP). Tali applicazioni risponderanno ad una vasta gamma di esigenze (videoconferenza, multimedia, elearning) che si riscontrano all’interno dell’attuale comunità GARR. I servizi operativi di base forniti dal Consortium GARR ai propri utenti sono i seguenti: GARR-NOC - Servizio Operazioni di Rete. Cura la gestione ed il corretto funzionamento dell'infrastruttura di rete, il servizio gestione guasti, le attivazioni dei nuovi collegamenti. GARR-LIR - Registro Locale Indirizzi IP. Cura le assegnazioni di Indirizzi IP agli utenti GARR, e l'aggiornamento dei dati presso RIPE GARR-CERT - Servizio Sicurezza di Rete. È responsabile della gestione degli incidenti di sicurezza che coinvolgono la rete GARR, nonchè gli Enti ad essa collegati GARR-NIC - Servizio Nomi a Dominio. Cura le assegnazioni di nomi a dominio per gli Enti collegati alla rete GARR, nonchè l'aggiornamento del database presso il Registro del ccTLD IT. 310 Contestualmente si sta procedendo alla creazione di un dominio edu.it che comprende le scuole di ogni ordine e grado, le università e gli enti di ricerca scientifica, in modo da costituire un sistema integrato di formazione, in continuo aggiornamento, che crei utili sinergie tra i vari livelli dell’istruzione. 2. Tempi 36 mesi solari per la realizzazione dell’intero progetto. 3. Costi Il costo complessivo del progetto è pari a 78.000.000 €, a parziale copertura dell’intero costo dell’infrastruttura. Nell’anno 2005 sono stati stanziati 3.170.000 € dal MIUR a favore del Consortium GARR, per cui il fabbisogno rimanente ammonta a 74.830.000 €. 311 Nome del progetto: “POLI FORMATIVI TECNOLOGICI” Motivazioni del progetto: L’Unione europea chiede ai Paesi membri di concentrare le riforme e i relativi investimenti su alcuni aspetti chiave , quali: • la realizzazione di un collegamento strutturale sul territorio tra istruzione e formazione professionale per rispondere alle esigenze di sviluppo delle persone per tutto il corso della vita e ai fabbisogni del mercato del lavoro in una dimensione proattiva. A questo fine occorre potenziare i collegamenti delle istituzioni scolastiche e formative con la ricerca scientifica e tecnologica per promuovere sempre più innovazione; • rilanciare l’immagine e l’attrattività dei percorsi di istruzione e formazione professionale per aumentare significativamente il numero dei giovani in possesso di un diploma o di una qualifica professionale. Oggi la percentuale dei giovani che in Italia segue i percorsi ad orientamento professionale è di almeno 25 punti più bassa rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europea. La Legge 28 marzo 2003, n.53 prevede l’istituzione di un secondo ciclo di istruzione e formazione “finalizzato alla crescita educativa, culturale e professionale dei giovani attraverso il sapere, il fare e l’agire” (art. 2, comma g), finalizzato anche al superamento della separazione fra studio e lavoro, nella logica dell’integrazione fra i sistemi: il sistema dei licei, il sistema dell’istruzione e formazione professionale, il sistema produttivo. Per avviare e sostenere processi di integrazione verso il mercato del lavoro, occorre realizzare un modello organizzativo e gestionale idoneo a sviluppare una stabile collaborazione tra il sistema dei licei e il sistema dell’istruzione e della formazione professionale con i soggetti che esprimono la domanda di lavoro locale. A questo fine, è molto importante realizzare anche percorsi di formazione specialistica a livello terziario nell’ambito dell’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) . Lo strumento per realizzare questo nuovo modello può essere costituito dal Polo formativo, che possa mettere in comune i punti di forza di ciascuno dei due sistemi in termini di competenze possedute dal personale docente, di attrezzature e laboratori nonché di relazioni e pratiche di tipo formativo con il mondo del lavoro e delle professioni (stage, docenza esterna …..) . Il Polo formativo può essere anche uno strumento per favorire la mobilità degli studenti da una filiera all’altra. Il Polo formativo può svolgere questi ruoli se è realizzato secondo standard qualitativi condivisi dal mondo del lavoro nei contenuti, nei metodi didattici, nelle attrezzature, negli spazi e nell’organizzazione complessiva. Il Polo formativo deve essere in grado di aggregare il Know how 312 delle imprese del settore industriale di riferimento presenti sul territorio, della ricerca e della formazione professionale d’eccellenza, offrendo una risposta alle esigenze di una formazione innovativa. Nel Polo formativo, i licei tecnologici e i licei economici sono collegati con le istituzioni formative per realizzare un’offerta più ampia e modulare che consenta di realizzare, nella stessa sede, anche collegata in rete con altre sedi: • percorsi in alternanza scuola-lavoro; • percorsi di istruzione e formazione professionale triennali e quadriennali per il conseguimento di una qualifica e di un diploma professionale; • percorsi di specializzazione tecnica superiore (IFTS). Ogni Polo dovrebbe diventare non solo un laboratorio di innovazione curricolare e didattica, ma anche, un centro di servizi per le imprese del territorio, offrendo le proprie strutture e il proprio Know how per la realizzazione di “lavorazioni conto terzi”, i cui proventi possano accrescere le risorse disponibili per il suo sviluppo Con l’Accordo in sede di Conferenza unificata 25 novembre 2004 sulla programmazione dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore per il triennio 2004/2006 è stata avviata l’istituzione dei Poli formativi di settore. Per sostenere lo sviluppo dei Poli, il MIUR ha stanziato negli ee.ff. 2004 e 2005 88 milioni di euro, di cui 40 messi a disposizione dal CIPE per le Regioni del Mezzogiorno sino al 2007. A queste risorse si aggiungono quelle stanziate dalle Regioni (almeno il 30%). Con il progetto “Poli formativi tecnologici”, di seguito presentato nelle sue linee essenziali, si propone di implementare questa strategia con riferimento alla legge n. 53/03, art. 1, comma 13 (istituzione dei centri territoriali polivalenti), in modo da coinvolgere il complessivo sistema di istruzione e formazione. OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI Il progetto proposto è finalizzato a dotare i Poli formativi dei laboratori tecnologici indispensabili a sostenerne lo sviluppo nel quadro delle norme contenute nel decreto legislativo sul secondo ciclo e degli accordi sanciti in sede di Conferenza unificata in materia di istruzione e formazione professionale. I laboratori tecnologici faranno riferimento, sulla base delle peculiarità territoriali, principalmente ai settori: elettronico-elettrotecnico; meccanica e automazione; informatica e comunicazione; tecnologie per l’ambiente e il territorio; chimico-strumentale; tecnologia tessile dell’abbigliamento; trasporti, intermodalità e logistica; ingegneria di processo e sistemi qualità. Il progetto consiste nella creazione di circa 100 Laboratori Tecnologici a livello provinciale con l’ articolazione settoriale, di seguito delineata. Il progetto prevede anche la formazione e l’aggiornamento del personale docente e tecnico che dovrà prestare la proprio opera nei laboratori, che in una prima fase, si stima in almeno 500 unità. L’obiettivo consiste nella creazione di strutture stabili, le cui componenti scientifiche, tecnologiche, produttive e formative, siano in grado di operare con criteri imprenditoriali nel settore della diffusione dell'innovazione, del trasferimento tecnologico, non solo nei sistemi di istruzione e formazione, ma anche nel campo dei servizi innovativi all'impresa. 313 I risultati attesi sono: • promuovere collegamenti organici tra i sistemi scolastici e formativi ed il mondo della ricerca e della produzione, che siano in grado di far acquisire competenze tecnologicamente avanzate ad un numero sempre maggiore di giovani ; • realizzare su base provinciale punti di incontro fra la domanda di innovazione espressa dalle Imprese ed Enti Pubblici e l'offerta di Ricerca proveniente da Università e Centri; fornire servizi ad alto contenuto tecnologico al territorio; • far acquisire una formazione tecnologica adeguata alle necessità di gestione dei laboratori a docenti-tutor e tecnici superiori specializzati rispetto ai settori produttivi di riferimento. Descrizione del progetto Tipologia dei laboratori . 1. Laboratorio tecnologico polivalente elettrico-elettronico Il Laboratorio opera in diversi settori dell’elettrotecnica, dell’elettronica, degli impianti e degli azionamenti elettrici, dell’automazione e del controllo, in particolare è in grado di effettuare misure riguardanti: • la sicurezza elettrica degli impianti civili e industriali con il controllo dei parametri elettrici della rete • la compatibilità elettromagnetica (EMC) con prove che verificano la conformità delle apparecchiature elettrico-elettroniche per l’immissione sul mercato (marchio CE) • l’immissione elettromagnetica con prove di verifica a tutela della salute. Il laboratorio dispone, pertanto, di : • strumentazione di base di laboratorio elettrico-elettronico • strumentazione specialistica per misure e controlli di sicurezza elettrica ed elettromagnetica • tecnologie per la progettazione di sistemi a microcontrollore per il controllo e l’automazione di macchine, apparecchiature e impianti • tecnologie per la progettazione di sistemi microelettronici, in particolare FPGA, per la progettazione, simulazione, realizzazione e testing di sistemi di controllo digitale di motori, apparecchiature, processi tecnologici, impianti, etc. Formazione La formazione e l’aggiornamento del personale riguarda, in particolare, i seguenti ambiti: • acquisizione di competenze per l’effettuazione, nel rispetto della normativa C.E. di misure per la sicurezza elettrica degli impianti e la compatibilità elettromagnetica; • progettazione di apparati elettici/elettronici conformi alla normativa C.E.; • sistemi di protezione per l’impiego di apparecchiature elettriche/elettroniche utilizzate in ambienti industriali e civili; • progettazione hardware e programmazione software di microcontrollori DSP e FPGA 2. Laboratorio tecnologico polivalente meccanica e automazione 314 Il laboratorio opera nel settore meccanico, dell’automazione e della robotica ed è in grado di effettuare misure riguardanti: • Prove di trazione • prove di durezza • prove di resilienza • indagini metallografiche • prove non distruttive Il laboratorio dispone, pertanto, di: • attrezzature e meccaniche per le varie lavorazioni meccaniche • stazioni CAD/CAM • attrezzature e meccaniche per il laboratorio tecnologico Formazione La formazione e l’aggiornamento del personale riguarda, in particolare, i seguenti ambiti: • acquisizione di competenze per l’utilizza di CAD/CAM • approfondimento di competenze di automazione e robotica applicate a macchinari, impianti e processi meccanici • acquisizione di competenze per la gestione di processi di manutenzione di macchine, apparecchiature e impianti meccanici • utilizzo di strumenti e macchinari di prova del laboratorio tecnologico. 3. Laboratorio tecnologico polivalente di informatica e comunicazione Il laboratorio si occupa delle tematiche legate all'Information e Communication Technology. Le sue attività sono finalizzate al trasferimento tecnologico a supporto delle pmi del comparto manifatturiero con lo sviluppo di pacchetti innovativi personalizzati dedicati alla pianificazione, gestione e controllo della produzione e a supporto della Pubblica amministrazione con lo sviluppo do programmi innovativi per la gestione di dati e di servizi. Il laboratorio, dispone, pertanto, di: • strumentazione hardware e software adeguati alle tipologie di prodotti/supporti informatici richiesti Formazione La formazione del personale riguarda i seguenti ambiti: • Sistemi per la gestione di database • Linguaggi di programmazione • Ingegneria del software • Sistemi operativi • Reti e sistemi distribuiti 4. Laboratorio polivalente di tecnologie per l’ambiente e il territorio Il laboratorio comprende i seguenti settori: • GIS e telerilevamento • sensoristica ambientale • sismologia 315 Le tecnologie applicate allo studio del territorio e dell'ambiente, di cui dispone il laboratorio, sono principalmente quelle dedicate all'acquisizione dei dati, mediante metodologie basate su sensoristica di nuova generazione e strategie innovative di monitoraggio, all'organizzazione e all'elaborazione di dati per realizzazione di Sistemi Informativi Territoriali. Il laboratorio dispone, pertanto, di : • strumentazione di base hardware e software per l’elaborazione dei dati satellitari; • strumentazione specialistica per la restituzione grafica e l’elaborazione delle mappe alle diverse scale; • connessione stabile a tutte le possibili stazioni e centraline di rilevamento. Formazione La formazione del personale riguarda in particolare: GIS e Telerilevamento • Tecnologie di telerilevamento ed interpretazione dati • Tecniche informatiche di rappresentazione, elaborazione cartografica • Sviluppo e realizzazione di GIS (Geographic Information System). Sensoristica ambientale • Sensoristica ambientale • Sensori per l'inquinamento atmosferico • Sistemi integrati per il monitoraggio ambientale • Tecniche e procedure di taratura e di validazione dei sistemi di monitoraggio per l'ambiente Sismologia • Progetti di diffusione della cultura scientifica e di sensibilizzazione dei giovani al rischio sismico attraverso la realizzazione di reti di sismografi. 5. Laboratorio tecnologico polivalente di prove chimico-strumentali per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente. Il laboratorio è attrezzato per realizzare prove chimico-strumentali per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente e, in particolare: • prove di controllo della qualità delle acque destinate al consumo umano, parametri chimici D.L. 31/2001 e delle acque di scarico • prove di controllo della qualità delle acque destinate al consumo umano, parametri microbiologici D.L. 31/2001 • prove di controllo de emissioni in atmosfera e di immissioni in ambienti di lavoro • campionamento e analisi di inquinanti immessi in ambiente di lavoro Il laboratorio dispone, pertanto, di : • strumentazione scientifica per prove chimico-strumentali • attrezzature per laboratori di chimica • banchi di lavoro di laboratorio chimico e cappe per laboratorio dotate di armadi di sicurezza per infiammabili e armadi aspirati per acidi e basi Formazione 316 La formazione e l’aggiornamento del personale riguarda, in particolare, i seguenti ambiti: • acquisizione di competenze per l’utilizzo della strumentazione scientifica specialistica: cromatografo ionico per analisi anioni e cationi, spettroganometro al plasma (ottico), gasciomatografo con spettrometro di massa, spettogatometro uvvisilbile • acquisizione di competenze di legislazione ambientale • acquisizione di competenze tecnico-procedurali per lo svolgimento delle prove chimico-strumentali 6. Laboratorio polivalente di tecnologia tessile e dell’abbigliamento e di ideazione e progettazione di tessuti e confezioni. Il laboratorio opera in tutti i settori del tessile, abbigliamento e moda con prove tecnologiche e controlli di qualità di tutta la filiera e con laboratori di ideazione e progettazione del prodotto moda. In particolare è in grado di effettuare: • prove di laboratorio tecnologico e controlli di qualità suoi filati • prove di laboratorio tecnologico e controlli di qualità sui tessuti a fili rettilinei e a maglia • prove di laboratorio tecnologico e controlli di qualità sulle confezioni • ideazione e progettazione di collezioni di moda e cartelle colori • studio di presentazioni mediante strumenti informatici di campionari di stessuti e di prodotti moda Il laboratorio dispone, pertanto, di: • • • • • • • apparecchiature di laboratorio per prove tecnologiche su filati, tessuti e capi di abbigliamento telai a mano da banco per lo studio di intrecci e disegni telai meccanici per la realizzazione di diverse tipologie di tessuti a licci e jacquard macchine tessili per il ciclo di filatura cordata e pettinata macchine di maglia macchine e attrezzature per la confezione strumenti informatici per l’ideazione, la progettazione, la gestione e il controllo di prodotti di moda Formazione La formazione e l’aggiornamento del personale riguarda, in particolare, i seguenti ambiti: • acquisizione di competenze per analisi, prove tecnologiche e controlli di qualità di tessili tradizionali e innovativi • acquisizione e sviluppo di competenze ideativi-creative nella filiera tessileabbigliamento-moda • acquisizione di competenze di comunicazione e marketing del prodotto di moda 7. Trasporti, intermodalità e logistica Il laboratorio opera nel campo dei sistemi di trasporto ed è specializzato nello studio e messa a punto di tecnologie innovative per l'intermodalità terrestre/marittima. Le attività riguardano le seguenti tematiche: • sistemi intermodali (terra-mare); • sicurezza stradale; 317 • mobilità urbana; Le tecnologie applicate nel campo dei sistemi di trasporto sono finalizzate a fornire: • nel campo dell'intermodalità, tecnologie finalizzate alla pianificazione e progettazione di sistemi per ottimizzare l'esigenza di mobilità delle persone e delle merci, sia in ambito internazionale che locale; • nel campo della sicurezza stradale, nuove tecnologie in grado di rilevare e monitorare, attraverso processi digitali, le caratteristiche prestazionali di superficie delle infrastrutture viarie; • nel campo della mobilità urbana, strumenti operativi e versatili, finalizzati alla pianificazione ed ottimizzazione tecnico-economica dei sistemi di trasporto pubblico in ambito urbano; Questo laboratorio è altamente strategico per lo sviluppo di progetti mirati al trasferimento di knowhow sulle metodologie di controllo di processo e/o di prodotto. Il laboratorio dispone, pertanto, di : • strumentazione hardware e software per la progettazione, la simulazione la gestione ed il controllo di sistemi intermodali; • connessione stabile con le reti dei trasporti a livello territoriale ed internazionale; Formazione La formazione e l’aggiornamento del personale riguarda, in particolare, i seguenti ambiti: • • • • gestione delle tecnologie per il trasporto intermodale; acquisizione di competenze per promuovere, diffondere e gestire, ai vari livelli, i problemi della sicurezza sulle strade; acquisizione di competenze tecnico/operative per la pianificazione dei sistemi di trasporto pubblico in ambito urbano ed extraurbano; acquisizione di tecniche di simulazione nella formazione professionale marittima. 318 TEMPI DI REALIZZAZIONE Il progetto si realizza nel triennio 2005-2007, a partire dai Poli formativi di settore già costituiti in attuazione del citato Accordo in sede di Conferenza unificata 25 novembre 2004 e dalle sedi ove sono in atto i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale previsti dall’Accordo quadro in sede di Conferenza unificata 19 giugno 2003 STIMA SOMMARIA DEI COSTI Nel seguente prospetto sono riportati i costi previsti per le dotazioni dei laboratori e per la formazione, per una spesa complessiva di 115 milioni di euro. A) Dotazioni dei laboratori : Laboratorio Tecnologico polivalente elettrico-elettronico Tecnologico polivalente meccanicaautomazione Tecnologico polivalente informaticacomunicazione Polivalente tecnologie ambiente e territorio Tecnologico polivalente chimica-strum. Polivalente tecn. tessili, abbigliam. Moda Traspoti, intermodalità e logistica Costo Attrezzature € N. Costo Totale € 1.200.000,00 20 24.000.000,00 1.200.000,00 15 18.000.000,00 800.000,00 15 12.000.000,00 800.000,00 15 12.000.000,00 1.200.000,00 20 24.000.000,00 800.000,00 5 4.000.000,00 1.000.000,00 10 10.000.000,00 Costo complessivo 104 milioni di euro. B) Formazione Il piano di intervento comprende la formazione di 300 docenti tutor e 200 tecnici di laboratorio. Si prevede che ogni laboratorio possa avvalersi, in media di 3 docenti tutor e 2 tecnici superiori di laboratorio con elevata specializzazione. Per questi ultimi vanno predisposti appositi percorsi IFTS. Costo complessivo 11 milioni di euro. TOTALE GENERALE A + B = € 115 milioni 319 1.7. Progetto EDA (Educazione degli Adulti) 2010 1. Esigenze da cui scaturisce la proposta di progetto. Il progetto intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, così come indicato nella relazione della Commissione Europea “Istruzione e formazione 2010”, con particolare riferimento ai giovani/adulti e agli immigrati. 2. Stato dell’arte in relazione al progetto 2.1. La problematica europea Se si guarda alla situazione europea, va rilevato che la media della popolazione compresa tra i 20 e i 24 anni dell’UE che ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore è attualmente del 78,8%. L’ obiettivo comunitario per il 2010 è di portare questo numero ad almeno l’85% ((cfr. Comunicazione del Consiglio “Istruzione e Formazione 2010”, GUCE C 104/1) D’altra parte, si sta radicalmente trasformando la struttura demografica dell’UE a causa del progressivo incremento dei flussi migratori che attualmente determinano una percentuale della popolazione straniera residente pari, in media, al 4,2%, con i relativi problemi di integrazione, rapporto tra culture, condivisone di diritti. 2.2. La problematica nazionale Con riguardo alla popolazione compresa tra i 20 e i 24 anni, in Italia la percentuale di possessori di titolo di scuola secondaria superiore è attestata al 72,9%. Per raggiungere la soglia dell’85% è necessario attivare azioni che coinvolgano, nei prossimi 4 anni, 400-500 mila giovani adulti e renderli in grado di conseguire un titolo di studio di livello secondario superiore. Al 1° gennaio 2003 la popolazione immigrata residente sul territorio nazionale raggiungeva circa 1.503.286 unità, pari al 2,6 per cento. Attualmente risultano inseriti in percorsi EdA 119.989 cittadini stranieri, pari all’8% dell’intera popolazione straniera residente. Considerato il futuro incremento degli stranieri nel nostro paese, l’obiettivo è di raddoppiare la quota degli stranieri che attualmente partecipano ai corsi EdA (16% pari a circa 400.000 unità) 3. Obiettivi del progetto Pertanto, gli obiettivi del progetto possono essere così riassunti: 1. Favorire l’acquisizione di una qualifica o di un diploma da parte di giovani/adulti compresi nella fascia d’età tra i 20-29 anni, con particolare riferimento ai ventiduenni (20-24) 2. Favorire l’integrazione linguistica degli stranieri immigrati 4. Descrizione di eventuali progetti già finanziati di cui il progetto costituisce una possibile evoluzione A. Progetto SAPA (Strumenti per l’Alfabetizzazione della Popolazione Adulta). Si tratta di un progetto volto alla: • creazione di strumenti di interpretazione dei bisogni del territorio; • interpretazione di dati di tipo socio-culturale a livello provinciale e regionale; • costruzione di campioni per quote riferiti a target specifici presenti a livello locale; • costruzione di banche dati dei profili di competenze riferite alla rilevazione locale e regionale. B. Progetto EdaLab (Laboratori per l’educazione degli Adulti). 320 Questo progetto: • • • • • favorisce il rientro in formazione di giovani adulti, con priorità per la fascia d’età successiva ai vent’anni. agevola l’integrazione e la collaborazione tra istituti di istruzione per l’educazione in età adulta, favorendo lo scambio in un’ottica di rete. innalza le competenze di base degli adulti favorendo il conseguimento di un titolo di studio superiore. crea laboratori di ricerca territoriale, per l’individuazione di interventi innovativi riproducibili su scala nazionale. Sviluppa l’utilizzo di strumenti di e.learning. C. Progetto E(da)-learning (E.learning per l’Educazione degli Adulti). Progetto che ha come obiettivo la realizzazione di un ambiente di apprendimento multimediale destinato ad utenti EdA, e in particolare a coloro che frequentano i corsi serali, in stretto rapporto con le scuole di riferimento 5. Sinergie possibili con altre iniziative e/o progetti nazionali ed internazionali Il progetto intende raccordarsi con le seguenti iniziative europee: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Consiglio di Lisbona del marzo 2000. Reti europee per promuovere la dimensione locale e regionale della formazione permanente (Iniziativa R3L, G.U. CEE del 20 luglio 2002). Follow up della risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea sul lifelong learning del 16 giugno 2003. Comunicazione della Commissione sulla nuova generazione dei programmi comunitari in materia di istruzione e formazione dopo il 2006 del 6 marzo 2004. Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass) del 15 dicembre 2004 Nuovo Programma di azione integrato nel campo del Lifelong Learning Il progetto intende inoltre collegarsi ai seguenti programmi operativi: 1. Programmi Operativi Regionali, che hanno l’obiettivo di favorire l’integrazione tra i diversi segmenti della formazione, il rientro nel sistema formale di istruzione e formazione professionale, l’estensione di specifiche competenze connesse al lavoro e alla vita sociale. Programmi Operativi Nazionali, che hanno l’obiettivo di favorire l’ingresso o il reingresso nel mercato del lavoro di giovani adulti con un’insufficiente istruzione scolastica, l’integrazione e l’arricchimento delle conoscenze e delle competenze, il conseguimento del pieno diritto di cittadinanza. Programma Grundtvig, per promuovere la cooperazione europea nel settore dell’educazione degli adulti, per migliorare la formazione del personale, per promuovere la creazione di prodotti efficaci e trasferibili 2. 3. 6. Risultati verso l’utenza finale 6.1. Attuazione di normative esistenti • • • • Accordo del 2 marzo 2000 e direttiva 22 del 6 febbraio 2001, che afferma, tra l’altro, l’integrazione nel sistema dell’EdA della scuola secondaria superiore. Legge 14 febbraio 2003, n. 30 (Legge Biagi). Legge 28 marzo 2003, n. 53. Accordo del 28 ottobre 2004, che contiene i principi generali per la certificazione finale e intermedia e il riconoscimento dei crediti formativi. 6.2. Fornitura di nuovi servizi 321 • • • • • • Fornitura di data base per la conoscenza e la mappatura di bisogni dei diversi territori. Fornitura di data base sui profili di competenze. Fornitura di servizi e.learning, fruibili nei percorsi scolastici e nei corsi per l’educazione degli adulti. Reti di connessione tra strutture di formazione e mondo del lavoro. Centri di apprendimento locali e regionali integrati, per una ricaduta sui territori delle innovazioni della ricerca sull’EdA. Strutture integrate di certificazione delle competenze e di orientamento per la ricerca di lavoro 6.3. Miglioramento della qualità del servizio Attraverso le reti, viene facilitato lo scambio e la condivisione tra i vari enti erogatori di servizi per lo sviluppo dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita 6.4. Supporto allo sviluppo del mercato ICT L’apertura di un ambiente di apprendimento e.learning destinato agli adulti consentirà alle aziende che producono learning objects una collocazione e uno sviluppo dei loro prodotti 7. Architettura tecnico-organizzativa 7.1. Gli organismi Il progetto prevede la costituzione di tre organismi: 1. Comitato Interministeriale con compito di indirizzo e di coordinamento del progetto, composto da rappresentanti del MIUR, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero degli Interni, delle Pari Opportunità, delle Regioni e degli Enti locali, dell’INDIRE, dell’INVALSI e degli IRRE. 2. Comitati interistituzionali locali con compiti di programmazione e di gestione, composti da rappresentanti dei Ministeri citati, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e di altri enti di rilevanza sociale. 3. Comitato di monitoraggio e di valutazione del progetto, composto anche dai rappresentanti dell’INDIRE e dell’INVALSI 7.2. Le azioni Il progetto prevede tre azioni comuni: Azioni comuni: 1. 2. 3. Produzione, sul territorio nazionale, di strumenti utili per rilevare, comparare e misurare la consistenza e la diffusione su scala locale e regionale dell’utenza compresa tra i 20 e i 29 anni, con particolare attenzione alla fascia dei ventiduenni e di immigrati interessati a percorsi di apprendimento della lingua italiana (potenziamento del progetto SAPA); Sviluppo di reti tra istituti di istruzione per l’educazione in età adulta, enti istituzionali, enti di formazione, terzo settore, mondo dell’imprenditoria e delle attività industriali, ecc. per: a. lo sviluppo dell’apprendimento permanente, rafforzando i legami tra settori e migliorando l’interazione tra apprendimento formale e non formale. b. la creazione di centri di apprendimento locali e regionali integrati, per la diffusione capillare dell’offerta formativa per le fasce più deboli. c. la promozione del coinvolgimento attivo del governo locale; d. intensificazione della cooperazione tra istituti di istruzione e mondo del lavoro per il miglioramento e l’innalzamento dell’occupabilità (potenziamento del progetto EdaLab). Creazione di strutture diffuse di e.learning, per: a. indirizzare ed orientare i giovani e gli immigrati verso le diverse possibilità di offerta formativa, culturale e lavorativa. 322 b. c. d. e. potenziare le abilità e le competenze di base, con una forte personalizzazione dei processi di apprendimento; sviluppare ed accrescere le possibilità di inserimento di fasce di popolazione escluse, grazie all’adozione di conoscenze condivise; aiutare i lavoratori ad acquisire un patrimonio di conoscenze più ampio, che possa contribuire ad arricchire il proprio lavoro e il proprio bagaglio personale: elemento che ha una relazione diretta con gli aspetti relativi all’incremento della competitività e della crescita economica. (potenziamento del progetto E(da)-learning). Offrire ai lavoratori adulti, attraverso modalità e.learning, tempi e luoghi di apprendimento più aderenti alle loro esigenze. 7.3. Le due misure 2 sono le misure specifiche: MISURA DIGA: per la progettazione e la realizzazione da parte di reti integrate (CTP-Corsi serali) di corsi triennali destinati ai giovani adulti per il conseguimento di un titolo di studio superiore, che prevedono tra l’altro l’uso strutturale di percorsi di e.learning. MISURA ILS: per la progettazione e la realizzazione da parte di reti integrate di corsi per l’apprendimento della lingua italiana destinati agli stranieri, che prevedono tra l’altro l’uso strutturale di percorsi di e.learning. 8. Tempi di realizzazione Si prevede la realizzazione del progetto in 36 mesi 9. Costi stimati per la realizzazione del progetto Per l’Azione 1 Per l’Azione 2 Per l’Azione 3 Per la Misura 1 Per la Misura 2 Totale 1,5 Milioni di EURO 1,5 Milioni di EURO 2 Milioni di EURO 65 Milioni di EURO 30 Milioni di EURO 100 Milioni di EURO 323 Industrial Liaison Office (ILO) MOTIVAZIONI DEL PROGETTO La proposta di progetto nasce dall’intenzione del MIUR di consolidare l’intervento avviato sulla base dell’art.12 del DM 5 agosto 2004 n. 262 (Programmazione Triennale del Sistema Universitario 2004-2006) in merito alla costituzione e/o rafforzamento di Industrial Liaison Office presso le Università statali. A tal riguardi si fa presente che - ravvisata la coerenza degli obiettivi e finalità dell’azione c) della Misura II.1 con il suddetto articolo 12 – il MIUR ha provveduto a potenziare l’intervento attivato, mettendo a disposizione risorse FESR e FdR assegnate alla Misura II.1 e risorse FSE e FdR assegnate alla Misura III.1 nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione” per le Regioni Ob.1 2000/2006. Tenuto conto che l’art. 12 ha consentito di avviare un progetto pilota, si ritiene necessario prevedere al termine dello stesso un supporto volto a favorire anche il consolidamento e la valorizzazione dei risultati ottenuti, nonché la diffusione sia degli stessi risultati sia delle eventuali best practices, dando così un carattere strutturale all’intervento cofinanziato. Infatti, il progetto pilota avviato prevede il cofinanziamento di un numero massimo di 10 progetti di cui almeno 3 riferiti ad Università con sede nelle regioni meridionali. L’art. 12 è attuato tramite l’avviso n. 527 del 18 maggio 2005, diretto a tutte le Università statali, che possono presentare progetti sia in forma singola sia in forma associata STATO DELL’ARTE L’intervento attivato con l’art.12 consentirà la costituzione e/o il rafforzamento di ILO quali strutture di interconnessione per: - promuovere e sviluppare la capacità dell’Università di interazione con il sistema produttivo nelle sue esigenze di ricerca e di innovazione; - sviluppare la presenza attiva dell’Università nelle strutture e nelle attività di trasferimento tecnologico nei riguardi del sistema produttivo e/o delle strutture pubbliche e private aventi tali compiti. A tal fine per il biennio 2005-2006, l’art. 12 mette a disposizione 4 milioni di Euro, fissando a 24 mesi la durata dell’intervento. Le risorse aggiuntive del PON “Ricerca” mirano a rendere più rappresentativa e significativa la presenza delle Università con sede nelle 324 Regioni Ob.1, supportando non solo la realizzazione e/o rafforzamento delle strutture tramite le risorse FESR della Misura II.1, ma anche la formazione di personale specificatamente dedicato a tali strutture tramite le risorse FSE della Misura III.1. Complessivamente il PON destina all’intervento 1,2 Meuro di risorse FESR e 0,5 Meuro di risorse FSE L’esperienza affrontata con il progetto pilota nasce da esperienze già consolidate e largamente diffuse a livello internazionale OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI Gli obiettivi generali del progetto sono stati illustrati nell’ambito delle precedenti sezioni. Per quanto riguarda gli obiettivi specifici, i principali possono essere individuati in: • promozione del censimento delle competenze professionali presenti, delle infrastrutture di ricerca e di calcolo, delle attività di ricerca di interesse industriale in corso, delle possibili misure speciali e calcoli speciali di interesse delle imprese attuabili presso l’Università; realizzazione di idonee sintesi informative annuali delle capacità dell’Università in tal modo individuate; • promozione della cultura della proprietà intellettuale tra i ricercatori e professori dell’Università; • supporto all’individuazione di invenzioni suscettibili di protezione brevettuale; supporto alla brevettazione di tali invenzioni; supporto alla commercializzazione dei brevetti; • supporto alla formulazione e alla valutazione di business plan per iniziative di spin off; • supporto alle pratiche di ottenimento di seed capital e venture capital per spin off; • formazione di personale dell’Università sui temi sopraindicati (cultura della proprietà intellettuale, diritto brevettuale, eccetera). • appropriata diffusione delle capacità operative dell’Università sul territorio presso le imprese e/o le strutture pubbliche e private aventi compiti di trasferimento tecnologico; • supporto alla formulazione di programmi e contratti di ricerca dell’Università a finanziamento parziale o totale delle imprese; • collaborazione alla soluzione dei problemi di ricerca ed innovazione delle imprese, in particolare tramite la corretta individuazione delle strutture dell’Università più adatte alla risoluzione dei problemi presentati dalle imprese; 325 • formazione nel campo del trasferimento tecnologico. Come indicato precedentemente, il progetto si propone di valorizzare, consolidare ed estendere i risultati ottenuti nell’ambito del progetto pilota avviato ai sensi dell’art.1 2 del D.M. 5 agosto 2004 n. 262 (Programmazione Triennale del Sistema Universitario 2004-2006) Le sinergie e la complementarietà con progetti di ricerca e trasferimento tecnologico, cofinanziati con risorse sia nazionali sia comunitarie rappresentano dei requisiti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi specifici sopra indicati. DESCRIZIONE DEL PROGETTO IL PROGETTO, ESSENDO VOLTO AL CONSOLIDAMENTO E VALORIZZAZIONE DELL’ESPERIENZA FATTA CON IL PROGETTO PILOTA AVVIATO AI SENSI DELL’ART. 12, NONCHÉ ALLA DIFFUSIONE DELLE BEST PRACTICE INDIVIDUATE NELL’AMBITO DELLO STESSO, VERRÀ REALIZZATO CON MODALITÀ E TERMINI COERENTI A QUELLI PREVISTI DALLO STESSO PROGETTO PILOTA. TEMPI Tenuto conto che la durata del progetto pilota è stata fissata in 24 mesi, si ritiene che un periodo di 12 mesi possa essere ritenuto adeguato per la realizzazione dell’intervento proposto COSTI Il costo stimato per l’intervento è pari a 4 Meuro 326 Distretti Tecnologici Motivazioni del progetto Le Linee Guida per la Politica Scientifica, Tecnologica del Governo, approvate dal CIPE il 19 aprile 2002 hanno posto quale obiettivo dell'asse IV, la promozione della capacità d'innovazione nelle imprese attraverso la creazione d'aggregazioni sistemiche a livello territoriale; ciò al fine di favorire una maggiore competitività delle aree produttive esistenti ad alta intensità di export, rivitalizzandole e rilanciandole attraverso la ricerca e lo sviluppo, di tecnologie chiave abilitanti le innovazioni di prodotto, di processo ed organizzative. A tale scopo le Linee-Guida individuano, tra gli strumenti d'attuazione, lo sviluppo di azioni concertate da tradursi in specifici accordi di programma mirati a realizzare sinergie nei programmi e complementarietà finanziarie. In tale ambito il Ministero dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca – MIUR attribuisce particolare priorità ad interventi finalizzati alla realizzazione di distretti di alta tecnologia, attraverso accordi di programma che prevedono la partecipazione congiunta di regioni, enti locali, finanza innovativa, mondo delle imprese, mondo scientifico. Stato dell’arte Si tratta di modelli operativi di nuova concezione che consentono alle grandi, piccole e medie imprese di collaborare su un terreno di innovazione spinta, favorendo anche la crescita di aziende eccellenti e agevolando l’evoluzione delle piccole e medie imprese verso un sistema ad elevato valore aggiunto. L’obiettivo è di rendere i governi regionali promotori di azioni di ricerca per la crescita socio-economica del proprio territorio. Ad oggi sono stati avviati i seguenti distretti: Piemonte Torino Wireless Emilia Romagna Hi-mech Veneto Nanotech Campania Materiali Polimerici Lombardia Biotecnologie, ICT, Nuovi materiali 327 Sicilia Lazio Liguria Friuli Venezia Giulia Puglia Sardegna Calabria Toscana Umbria Abruzzo Molise Basilicata Micro e Nanosistemi, Trasporti navali, Agrobio e pesca ecompatibile Aerospazio Difesa Sistemi Intelligenti Integrati Biotecnologia Molecolare Nano e infoscienze, Biotecnologie, Meccatronica Biomedicina Logistica, Beni Culturali Inoltre, sono in fase di avvio i seguenti distretti: ICT e tecnologie per la sicurezza di processo e prodotto Materiali e micro-nanotecnologie Sicurezza e qualità degli alimenti Agro-industria Rischi idrogeologici Obiettivi e risultati attesi Attraverso la stipula dei predetti Accordi di Programma, il MIUR e le Regioni concordano la definizione e la realizzazione di specifiche iniziative di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, alta formazione e valorizzazione dei risultati della ricerca, nel settore tecnologico delle attività riferite alle tematiche tecnologiche individuate e considerate di interesse strategico per lo sviluppo delle posizioni di eccellenza del territorio interessato. In particolare, le azioni di sostegno alla ricerca mirano mirare al potenziamento di cluster ad elevata tecnologia e di particolare rilevanza strategica, incrementando il grado di innovatività delle imprese che ne fanno parte attraverso il trasferimento tecnologico e la diffusione delle innovazioni; ciò si realizzerà con la valorizzazione di iniziative che promuovano il collegamento tra le imprese ed i centri tecnologici connessi con le università e con gli altri centri di ricerca pubblici e privati nonché incentivando la collaborazione e la presenza di ricercatori nelle imprese, al fine di impiegarne e valorizzarne le competenze tecniche e professionali ed estendere la possibilità di sfruttare il risultato della ricerca in maniera ottimale per lo sviluppo delle imprese coinvolte. 328 L’iniziativa si propone di favorire una evoluzione del consolidato modello dei distretti industriali, potenziandone il livello tecnologico attraverso un forte coinvolgimento delle imprese con le università e gli enti pubblici di ricerca. Il modello rappresenta una novità per l’esperienza italiana, e si pone in linea con le più avanzate esperienze al riguardo maturate in altri Paesi (Francia, Inghilterra, Stati Uniti). Tra gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, è ricompreso quello di consentire ai sistemi territoriali di esprimere una capacità competitiva strutturale e stabile nel tempo. 1.7.1. Descrizione del progetto I progetti di ricerca che si intendono finanziare nell’ambito dei distretti tecnologici devono preferibilmente prevedere la partecipazione congiunta di soggetti industriali, università e/o enti pubblici di ricerca di cui all’articolo 8 del DPCM 30 dicembre 1993, n. 593, ivi compresi Enea e Asi, con la specifica evidenziazione delle attività di competenza. Ciascun progetto deve ricomprendere, per un costo pari ad almeno il 10% del totale attività di formazione professionale di ricercatori e tecnici di ricerca, includendo, per le attività di ricerca di base, l’inserimento, all’interno delle strutture coinvolte, di giovani ricercatori e/o di ricercatori di chiara fama a livello internazionale, secondo le forme di legge e per una durata almeno triennale. Tempi 36 mesi Costi Per tale iniziativa sono già stati stanziati tra il 2004 e il 2005 risorse per complessivi 730 milioni di euro: l’intervento del MIUR ai singoli progetti varia in ragione della partecipazione degli altri soggetti e si attesta mediamente inotrno al 50% dei costi. In considerazione del fatto che i distretti tecnologici sono, al momento tutti nella loro fase di avvio, appare necessario disporre di ulteriore risorse per almeno 400 milioni di euro per realizzare azioni di consolidamento e messa in rete dei distretti citati. 329 Accordi Internazionali per programmi di ricerca Motivazioni del progetto Il sostegno alle attività di cooperazione scientifica internazionale consente di favorire lo sviluppo e la messa in rete, anche su scala internazionale, dei nostri principali centri di ricerca pubblici attivi nella ricerca di base “missionoriented” (ubicati presso Università ed Enti Pubblici di Ricerca) assecondando nel contempo la convergenza degli interventi su settori e aree tecnologiche abilitanti la crescita di competitività sostenibile del SistemaPaese. In tale ambito, i progetti debbono, quindi, caratterizzarsi per la - capacità di attrarre giovani talenti e qualificati studiosi e ricercatori, italiani e stranieri - capacità di valorizzare i risultati della ricerca, sfruttando le sinergie derivanti dal potenziamento della rete di collaborazioni scientifiche esistenti o da attivare. Stato dell’arte Nel corso degli anni 2004-2005, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha concluso numerosi accordi con università, enti di ricerca ed altre istituzioni statunitensi, israeliane, giapponesi, indiane, tunisine, marocchine, egiziane, palestinesi, canadesi, cinesi, francesi, spagnole, protoghesi ed inglesi, finalizzati non solo al potenziamento di attività di cooperazione scientifica già in corso ma anche all’avvio di nuove collaborazioni su tematiche di rilevante interesse strategico volte all’ampliamento delle conoscenze scientifiche ancorché non connesse a specifici ed immediati obiettivi industriali o commerciali (ricerca di base). Il MIUR ha già acquisito, al riguardo, diversi progetti di cooperazione scientifica, finanziabili dal Ministero nella misura stabilita dal decreto ministeriale n. 378 del 26 marzo 2004 (Criteri e modalità procedurali per l’assegnazione delle risorse finanziarie del FIRB – Fondo per gli investimenti della ricerca di base). Al fine di evitare la concentrazione delle risorse disponibili in pochi interventi di rilevante dimensione e di rendere possibile di conseguenza il finanziamento di un congruo numero di progetti, il contributo ministeriale per ogni progetto, salvo motivate eccezioni, è stato fissato nel limite massimo 330 di 1,5 milioni di euro. Al tempo stesso peraltro, al fine di evitare l’eccessiva parcellizzazione degli interventi, i progetti debbono essere calibrati su contributi non inferiori a 0,3 milioni di euro. Le attività di competenza dei partners internazionali debbono inoltre garantire un impegno complessivo equivalente a quello assunto dal nostro Paese, nel rispetto del criterio di pariteticità degli accordi stipulati; qualora ciò non risultasse possibile, in particolare per i Paesi in ritardo di sviluppo, il progetto deve comunque evidenziare, con particolare attenzione, le possibili ricadute derivanti al nostro Paese dallo svolgimento della collaborazione. Obiettivi e risultati attesi Sotto il profilo dei contenuti, dovrà essere evidenziato il necessario valore aggiunto che la collaborazione coi partners internazionali potrà fornire ad attività già in essere o da attivare, in particolare mediante lo sviluppo ed il potenziamento delle attività relative agli scambi, agli stages, ai workshop scientifici, ecc. Allo stato attuale, con le risorse finora disponibili, possono essere attivati (ed in alcuni casi già sono stati attivati) progetti di collaborazione scientifica con istituzioni statunitensi, israeliane e giapponesi. E’ necessario ampliare la dimensione degli interventi, sia in termini di numerosità degli accordi che in termini di contributi per ogni singolo accordo, al fine di rendere significativamente tangibili gli effetti dell’iniziativa in corso. Tra gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, è ricompreso quello di consentire al sistema pubblico di ricerca di esprimere una capacità competitiva strutturale e stabile nel tempo, anche a livello internazionale. Descrizione del progetto Gli interventi di cooperazione scientifica internazionale debbono caratterizzarsi per la - capacità di attrarre giovani talenti e qualificati studiosi e ricercatori, italiani e stranieri - capacità di valorizzare i risultati della ricerca, sfruttando le sinergie derivanti dal potenziamento della rete di collaborazioni scientifiche esistenti o da attivare. 331 Ciascun progetto di ricerca deve prevedere la stipula di contratti almeno triennali con giovani ricercatori e/o ricercatori di chiara fama internazionale, per almeno il 10% del costo delle attività progettuali. Tempi 36 mesi Costi Per tale iniziativa sono già stati stanziati tra il 2004 e il 2005 risorse per complessivi 65 milioni di euro: appaiono necessarie ulteriori risorse per almeno 100 milioni di euro, destinate al rafforzamento dell’iniziativa. 332 RIENTRO DEI CERVELLI Motivazioni del progetto Al fine di accrescere il pur elevato livello qualitativo del Sistema scientifico nazionale è stato istituito con DM 26.1.2001 n.13 e modificato con DM 20.3.2003 n.502 e successivamente con DM 1.2.2005 n.18, un programma di mobilità riservato a studiosi stranieri e italiani attivi all’estero da almeno un triennio. Stato dell’arte I vincitori sono in larga misura studiosi relativamente giovani, tutti con un curriculum di prim’ordine, tutti provenienti da istituzioni di ricerca di sicuro prestigio. L’elevato numero di domande presentate e il rigore della valutazione, che si avvale anche del parere espresso da esperti italiani e stranieri, rendono il programma comparabile con le più prestigiose iniziative consimili a livello internazionale. Il prospetto riassume i dati relativi alle domande e ai contratti finanziati nelle sessioni dal 2001 al gennaio 2005 (la valutazione delle 121 domande presentate il 31 luglio 2005 è in corso): Anno 2001 2002* 2003 2004 2005 (I sessione) domande presentate 163 298 195 286 112 domande accolte 99 125 67 87 38 Totale Rinunce** 1.055 416 37 * ** percentuale domande accolte 61% 42% 34% 29% 34% 42% nel 2002 sono state effettuate tre tornate anziché due. quasi il 50% di rinunce si riferisce alla prima tornata 2001. Obiettivi e risultati attesi A partire dal 2003, il 70% circa dei contratti è stato assegnato a studiosi di nazionalità italiana, il 30% circa a stranieri. 333 I vincitori provengono da istituzioni di ricerca di 32 Paesi, e principalmente – circa il 70% del totale- da USA, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Svizzera. Il programma prevede un’opzione a favore di studiosi relativamente giovani. Il Comitato ha interpretato questa indicazione in modo flessibile, dando ampio spazio a studiosi nelle fasi iniziali della carriera - l’opportunità di radicarsi in prima istanza in Italia piuttosto che in sedi estere costituisce infatti il più efficace antidoto contro il brain drain -, ma senza per questo trascurare le potenzialità offerte da studiosi maturi, che possono portare nel Paese esperienze e attività di ricerca particolarmente significative. Il prospetto riassume la distribuzione dei contratti approvati nel 2003-2004 (quindi con le nuove regole) sulle tre fasce che il Comitato utilizza per la valutazione della carriera dei vincitori, e che possono essere assimilate alle tre fasce degli ordinari, degli associati e dei ricercatori. Tornata VI/2003 VII/2003 fascia prima (~ordinari) 4 (14%) 6 (16%) fascia seconda (~associati) 5 (18%) 12 (30%) Totale 10 17 (15%) (25%) fascia terza (~ricercatori) 19 (68%) 21 (54%) 40 (60%) Il programma non prevede una ripartizione a priori dei fondi disponibili per area disciplinare, ma il Comitato opera in modo da garantire che nessuna area risulti indebitamente discriminata. La ripartizione qui riportata utilizza la usuale suddivisione in 14 aree, e si riferisce ai contratti finanziati nel periodo 2001-gennaio 2005: Area Scienze matematiche e informatiche Scienze fisiche Scienze mediche Scienze dell’antichità, filologicoletterarie, storico-artistiche Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche, psicologiche Scienze economiche e statistiche Ingegneria civile e architettura Scienze biologiche Scienze politiche e sociali numero contratti finanziati percentuale 70 16,8% 54 39 13,0% 9,4% 39 9,4% 35 21 29 28 25 8,4% 7,2% 7,0% 6,2% 6,0% 334 Ingegneria industriale e dell’informazione Scienze agrarie e veterinarie Scienze giuridiche 14 Scienze chimiche 12 Scienze della terra 6 21 17 5,0% 4,0% 3,4% 2,9% 1,4% Nel periodo 2001-gennaio 2005 sono 50 gli atenei presso i quali è stato finanziato almeno un contratto. Il maggior numero di contratti è stato attivato nelle università di Roma ‘La Sapienza’, Bologna, Firenze, Trento, Siena, Roma ‘Tor Vergata’ e Pisa. Costi Il DM 1.2.2005 n.18 ha apportato alcune modifiche alle modalità operative stabilite nel DM 20.3.2003 n. 502, che nel complesso si sono peraltro dimostrate pienamente rispondenti alle esigenze del programma. In particolare, il nuovo DM stabilisce che sia a carico degli atenei la quota di contributi ed oneri normalmente a carico del datore di lavoro. Il decreto introduce inoltre la possibilità di richiedere contratti di un solo anno per studiosi particolarmente qualificati per i quali gli atenei stiano considerando la possibilità di una chiamata in ruolo. L’iniziativa continua a dimostrarsi particolarmente apprezzata sia dagli atenei, sia dagli studiosi, e si sta consolidando come programma d’eccellenza rispettato e competitivo a livello internazionale. Altrettanto importante è l’inserimento nel DDL all’esame del Parlamento di una norma che potrebbe allargare ai titolari dei contratti l’istituto della chiamata diretta. A fronte degli stanziamenti già effettuati appare necessario provvedere ad una integrazione di fondi pari a 10M€ per poter completare le iniziative intraprese stante le notevoli attese che il Programma ha suscitato. 335 Laboratori pubblico-privati per il Sud Motivazioni del progetto Con tale iniziativa il MIUR ha inteso promuovere, nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, la realizzazione e/o il potenziamento, su specifici settori strategici, di forti concentrazioni di competenze scientificotecnologiche, di alto potenziale innovativo, che si caratterizzino per una organica collaborazione tra imprese industriali e mondo della ricerca pubblica. Tali concentrazioni sono definite “laboratori”. L’azione del presente bando si inserisce nel più ampio quadro disegnato dalle Linee Guida per la Politica Scientifica e Tecnologica, approvate dal CIPE il 19 Aprile 2002; infatti, tra gli obiettivi posti, vi è ricompresa l’esigenza di un deciso riorientamento della strategia scientifica e tecnologica dell’intervento pubblico a sostegno del potenziale innovativo del Mezzogiorno, basata sulla collaborazione tra gli organismi scientifici pubblici e gli operatori privati in settori dove la qualità del capitale umano sia determinante. Il riorientamento, pertanto, deve assecondare la convergenza degli interventi nel Mezzogiorno su settori e aree tecnologiche abilitanti la crescita di competitività sostenibile del Sistema-Paese. Ciò deve tradursi in interventi a sostegno della ricerca finalizzati alla modernizzazione del manifatturiero e dei servizi avanzati, presenti nel sistema produttivo meridionale, e alla crescita di nuove attività economiche ad alto contenuto tecnologico, in settori quali il biomedicale, il biotecnologico, i farmaci innovativi, l’agro-alimentare, la micromeccanica, i trasporti, le piattaforme ICT applicabili con priorità allo sviluppo di nuovi prodotti, al turismo, all’agro-alimentare e all’istruzione. Stato dell’arte Il MIUR intende selezionare quegli interventi in grado di: - sostenere i processi di modernizzazione del sistema produttivo meridionale e la crescita di imprese high-tech nel Mezzogiorno d’Italia; - consolidare e favorire processi di insediamento nel Mezzogiorno di attività di ricerca e sviluppo e di progettazione da parte di imprese nazionali e multinazionali e di Enti pubblici di ricerca; 336 - accelerare i processi di internazionalizzazione del sistema scientifico e tecnologico meridionale; - inserire giovani talenti in progetti di ricerca aperti ad applicazioni innovative e al mercato. Obiettivi e risultati attesi I progetti dovranno caratterizzarsi per la loro capacità di svilupparsi all’interno dei richiamati laboratori, favorendo, al contempo, una loro strutturazione consolidata e durevole nel medio-lungo periodo. In tale ambito, i laboratori debbono, quindi, configurarsi come unità organizzative caratterizzate dai seguenti elementi distintivi: concentrazione in una unica sede di attività, competenze multidisciplinari e di strumentazione multiuso di valenza scientifica e di alto potenziale innovativo integrazione, nello stesso luogo, di strutture pubbliche di ricerca e imprese industriali esistenza di una struttura organizzativa e di gestione capacità di sviluppare attività di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, formazione, in modo integrato, nel medio-lungo periodo capacità di attrarre giovani talenti e qualificati studiosi e ricercatori, italiani e stranieri capacità di valorizzare i risultati della ricerca, anche in termini di marchi, brevetti e spin-off industriali presenza di una rete di collaborazioni scientifiche e industriali, esterne al laboratorio, anche su scala internazionale. Gli interventi che si intende realizzare hanno l’obiettivo di valorizzare, consolidare e integrare gli investimenti in ricerca e sviluppo già effettuati dal MIUR, attraverso il Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base, il Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca, il Programma Operativo Nazionale per le aree dell’obiettivo 1, e che hanno permesso di far emergere e selezionare, con criteri di scelta e di valutazione applicati a livello internazionale, iniziative e strutture di successo che manifestano, per la prima volta, la convergenza di interessi di natura pubblica e privata. 337 Tra gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, è ricompreso quello di consentire ai sistemi territoriali di esprimere una capacità competitiva strutturale e stabile nel tempo. 1.7.2. Descrizione del progetto I laboratori di cui il MIUR intende favorire la realizzazione e/o il potenziamento sono i seguenti: 1. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di tecnologie innovative per la diagnostica medica avanzata 2. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di tecnologie per l’energia solare termica ad alta temperatura 3. Laboratorio pubblico-privato di ricerca industriale per lo sviluppo di tecnologie innovative per i sistemi avanzati di produzione 4. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di piattaforme ebusiness abilitanti applicazioni innovative nei settori agroalimentare, turismo, beni culturali e per lo sviluppo di nuovi prodotti 5. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di piattaforme innovative biotecnologiche per la identificazione di nuovi farmaci antiinfettivi 6. Laboratorio pubblico-privato su genomica applicata al miglioramento e alla certificazione di specie vegetali (pomodoro, grano duro e vite) di rilevante interesse economico specifico 7. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di materiali polimerici di interesse elettronico per la realizzazione di nuovi chip 8. Laboratorio pubblico-privato di bioinformatica applicata alla genomica 9. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di tecnologie per la realizzazione di nuovi materiali e di metodi di progettazione per il settore ferroviario e dei vettori di medie dimensioni. Realizzazione di “facilities” per prove e qualificazione 10. Laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di tecnologie e piattaforme tecnologiche per studi controllati finalizzati alla valutazione dell’efficacia di farmaci negli animali e nell’uomo 11. Laboratorio pubblico-privato sulle risorse finalizzate su open source del software. 12. Laboratorio e rete strumentale per l’acquisizione e analisi di dati essenziali per una conoscenza dettagliata della crosta terrestre 338 volta alla mitigazione del rischio sismico e allo sfruttamento dei fluidi sotterranei Ciascun progetto di ricerca deve essere accompagnato da uno specifico progetto di formazione e deve prevedere, nella realizzazione delle specifiche attività, la partecipazione, per almeno il 30% del costo delle attività progettuali, di Università e/o Enti di Ricerca di cui all’articolo 8 del DPCM 30 dicembre 1993, n. 593, ivi compresi Enea e Asi. Tempi 36 mesi Costi Per tale iniziativa sono già stati stanziati nel 2004 risorse per complessivi 240 milioni di euro. Appaiono necessarie ulteriori risorse per almeno 150 milioni di euro, destinate al rafforzamento e la messa in rete dei laboratori 339 Laboratori pubblico- privati per il Centro-Nord Motivazioni del progetto I laboratori pubblico-privato rappresentano uno sforzo governativo per promuovere sinergie tra Università ed imprese e il trasferimento tecnologico all’industria, attraverso la realizzazione e/o il potenziamento, su specifici settori strategici, di forti concentrazioni di competenze scientificotecnologiche, di alto potenziale innovativo. Tali concentrazioni sono definite appunto “laboratori”. L’azione, complementare a quella analoga nel Mezzogiorno, si inserisce nel più ampio quadro disegnato dalle Linee Guida per la Politica Scientifica e Tecnologica, approvate dal CIPE il 19 Aprile 2002; infatti, tra gli obiettivi posti, vi è ricompresa l’esigenza di un deciso riorientamento della strategia scientifica e tecnologica dell’intervento pubblico, basata sulla collaborazione tra gli organismi scientifici pubblici e gli operatori privati in settori dove la qualità del capitale umano sia determinante. Il riorientamento, pertanto, deve assecondare la convergenza degli interventi su settori e aree tecnologiche abilitanti la crescita di competitività sostenibile del Sistema-Paese. Ciò deve tradursi anche in interventi a sostegno della ricerca di base “mission-oriented” al fine di creare la premessa per la riconduzione a sistema degli interventi già effettuati in aree strategiche, puntando alla messa in rete di centri di altissima tecnologia, in grado anche di attrarre investimenti, in settori quali la protezione e la difesa del territorio dai rischi naturali, le nanoscienze (raccordabili all’area delle bioscienze ed alle tecnologie di produzione e comunicazione), i materiali polimerici avanzati, l’ingegneria tissutale, la chimica-farmaceutica, la bioinformatica, ed altri in fase di individuazione. Stato dell’arte Il MIUR intende selezionare quegli interventi in grado di: - ricondurre a sistema gli interventi già effettuati in aree strategiche predeterminate; - consolidare e favorire processi di collaborazione in attività di ricerca tra imprese nazionali e multinazionali ed Università / Enti pubblici di ricerca; 340 - accelerare i processi di internazionalizzazione del sistema scientifico e tecnologico; - inserire giovani talenti in progetti di ricerca aperti ad applicazioni innovative e al mercato. Obiettivi e risultati attesi I progetti dovranno caratterizzarsi per la loro capacità di svilupparsi all’interno dei richiamati laboratori, favorendo, al contempo, una loro strutturazione consolidata e durevole nel medio-lungo periodo. In tale ambito, i laboratori debbono, quindi, configurarsi come unità organizzative caratterizzate dai seguenti elementi distintivi: - concentrazione in una unica sede di attività, competenze multidisciplinari e di strumentazione multiuso di valenza scientifica e di alto potenziale innovativo - integrazione, nello stesso luogo, di strutture pubbliche di ricerca e imprese industriali - esistenza di una struttura organizzativa e di gestione - capacità di sviluppare attività di ricerca di base “mission-oriented”, in modo integrato, nel medio-lungo periodo - capacità di attrarre giovani talenti e qualificati studiosi e ricercatori, italiani e stranieri - capacità di valorizzare i risultati della ricerca; - presenza di una rete di collaborazioni scientifiche e industriali, esterne al laboratorio, anche su scala internazionale. Gli interventi che si intende realizzare hanno l’obiettivo di valorizzare, consolidare e integrare gli investimenti in ricerca e sviluppo già effettuati dal MIUR, attraverso il Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base, il Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca, il Programma Operativo Nazionale per le aree dell’obiettivo 1, e che hanno permesso di far emergere e selezionare, con criteri di scelta e di valutazione applicati a livello internazionale, iniziative e strutture di successo che manifestano, per la prima volta, la convergenza di interessi di natura pubblica e privata. Tra gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, è ricompreso quello di consentire ai sistemi territoriali di esprimere una capacità competitiva strutturale e stabile nel tempo. 341 Descrizione del progetto Gli interventi a sostegno della ricerca di base “mission-oriented” per la riconduzione a sistema degli interventi già effettuati in aree strategiche, puntano alla messa in rete di centri di altissima tecnologia, in grado anche di attrarre investimenti, in settori quali la protezione e la difesa del territorio dai rischi naturali, le nanoscienze (raccordabili all’area delle bioscienze ed alle tecnologie di produzione e comunicazione), i materiali polimerici avanzati, l’ingegneria tissutale, la chimica-farmaceutica, la bioinformatica, ed altri ancora in fase di individuazione. Ciascun progetto di ricerca deve prevedere la stipula di contratti almeno triennali con giovani ricercatori e/o ricercatori di chiara fama internazionale, per almeno il 10% del costo delle attività progettuali. Tempi 36 mesi Costi Per tale iniziativa sono già stati stanziati nel 2004 risorse per complessivi 43 milioni di euro. Appaiono necessarie ulteriori risorse per almeno 150 milioni di euro, destinate al rafforzamento e la messa in rete dei laboratori, anche su scala internazionale. 342 Progetti per il potenziamento tecnologico delle PMI anche attraverso il collegamento con il mondo della ricerca pubblica Motivazioni del progetto Il MIUR intende favorire il rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane, con particolare riferimento alle PMI. Tali imprese appaiono, al momento, le più esposte ai rischi derivanti da una competizione di tipo globale, la quale non può essere sostenuta se non puntando in modo deciso sulla capacità del sistema industriale italiano di innovare in modo fondamentale i propri prodotti e i propri processi. In tale quadro, appare necessario sostenere in modo adeguato gli investimenti in ricerca e innovazione da parte delle PMI, favorendone, anche attraverso interventi di tipo fiscale, il collegamento con le università e gli enti pubblici di ricerca. Stato dell’arte In tutti i paesi maggiormente industrializzati esistono meccanismi agevolativi degli investimenti in ricerca efficace e consistenti: nel nostro Paese, negli ultimi anni, si è assistito ad una progressiva diminuzione degli stanziamenti da destinare alle imprese di piccola e media dimensione che trovano, perciò, sempre maggiore difficoltà ad impegnarsi in investimenti in ricerca, notoriamente rischiosi e onerosi finanziariamente. Appare pertanto necessario disporre di risorse adeguate sia per intervenire a sostegno di ben definiti progetti di ricerca, sia per garantire meccanismi di tip fiscale per le ordinarie spese in ricerca sostenute dalle imprese. Obiettivi e risultati attesi Saranno finanziate quelle attività di ricerca di alto livello qualitativo, in grado di produrre rilevanti innovazioni di prodotto e di processo che possano consentire alle imprese di potenziare il proprio livello tecnologico, con riferimento allo stato dell’arte internazionale. A tal fine saranno favorite le attività che le imprese proporranno di svolgere in collegamento con le università e con gli enti pubblici di ricerca. Gli interventi si porranno in linea con i criteri e le procedute già attualmente previste dal decreto legislativo n. 297/99, che rappresenta 343 la legge fondamentale a livello nazionale per il sostegno alle attività di ricerca svolte in ambito produttivo. Attraverso tali progetti le imprese potranno meglio confrontarsi con le imprese operanti nel mercato europeo e internazionale. 1.7.3. Descrizione del progetto I progetti dovranno caratterizzarsi per la novità e originalità delle soluzioni proposte, per la rilevanza delle ricadute economico-sociali, per la capacità economico-finanziaria dei soggetti proponenti, per la capacità del progetto di attivare forti collegamenti tra imprese, università e enti pubblici di ricerca. Tempi 36 mesi Costi Al momento sono disponibili risorse per soli 350 milioni di euro Le risorse sono indicate sono del tutto insufficienti a consentire il raggiungimento degli obiettivi descritti. Appare necessario disporre di ulteriori risorse pari ad almeno 800 milioni di euro, che potranno essere destinati, in quota parete, anche a favorire, attraverso interventi di natura fiscale, le spese di ricerca ordinariamente sostenute dalle imprese con particolare riguardo alle attività commissionate al mondo della ricerca pubblica. 344 Programmi strategici per il rilancio dell’industria italiana Motivazioni del progetto Il Programma Nazionale della Ricerca 2005-2007 (di seguito PNR), approvato dal CIPE nella seduta del 18 marzo 2005, pone al centro dei suoi interventi i seguenti macro-obiettivi: la qualità della vita (salute, sicurezza, ambiente), la competitività del sistema produttivo, lo sviluppo sostenibile. A sostegno di tale strategia, il PNR indica, tra le fondamentali linee di azione, il lancio dei seguenti grandi programmi strategici: 1. Salute dell’uomo (studio e trattamento dei tumori e delle malattie degenerative con nuovi approcci derivati dalla conoscenza del genoma umano) 2. Rilancio dell’industria farmaceutica anche attraverso la chimica fine dei composti naturali per nuove applicazioni diagnostiche e nuovi principi attivi 3. Nuove applicazioni dell’industria biomedicale 4. Sistemi avanzati di manifattura con impatto non solo nell’industria delle macchine utensili, ma su comparti manifatturieri del “made in italy” quali tessile, abbigliamento, meccanica strumentale 5. Potenziamento e sviluppo dell’industria motoristica incluse le due ruote con motori a basso consumo e a basso impatto ambientale 6. Cantieristica, aeronautica, elicotteristica con elevata capacità di penetrazione nei mercati esteri 7. Materiali avanzati (in particolare ceramici) per applicazioni strutturali 8. Sistemi di telecomunicazione innovativi a larga banda anche con impiego di satelliti per utenze differenziate in materia di sicurezza, prevenzione e intervento in caso di catastrofi naturali 9. Valorizzazione dei prodotti tipici dell’agroalimentare e sicurezza alimentare attraverso nuovi sistemi di caratterizzazione e garanzia di qualità 10. Trasporti e logistica avanzata, infomobilità di persone e merci 11. ICT e componentistica elettronica 12. Risparmio energetico e microgenerazione distribuita Stato dell’arte L’iniziativa tende a favorire il rafforzamento della capacità del sistema produttivo nazionale di competere a livello internazionale su tematiche di rilevanza: nell’individuare i suddetti programmi strategici, si è inteso dare 345 riconoscimento al ruolo della ricerca come fattore strategico per il rilancio della competitività del Paese, intervenendo a sostegno sia della produttività dei settori industriali a maggiore capacità di esportazione o ad alto contenuto tecnologico, sia della attrazione di investimenti dall’estero. Obiettivi e risultati attesi I programmi strategici sono concepiti come un insieme integrato e organico di azioni di ricerca di base, di ricerca industriale, di sviluppo precompetitivo, di formazione di capitale umano di eccellenza, che, alimentandosi reciprocamente, siano finalizzate al perseguimento parallelo sia di obiettivi di breve-medio periodo (in particolare attraverso attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo) sia di obiettivi di medio-lungo periodo (in particolare, attraverso attività di ricerca di base); in tal modo, i programmi strategici possono contribuire efficacemente al potenziamento di una sostenibile capacità competitiva del paese. In tale ottica, i programmi strategici debbono comprendere azioni che prevedano la partecipazione congiunta e sistematica di imprese, università, enti pubblici di ricerca, e di ogni altro soggetto pubblico e privato attivo nella ricerca e nell’innovazione; ciò anche al fine di creare le premesse per la realizzazione di stabili piattaforme di collaborazione organica e strutturale tra mondo delle imprese e sistema della ricerca pubblica. L’iniziativa rappresenta una novità assoluta sia nella metodologia di individuazione degli interventi da finanziare, sia nella modalità di coinvolgimento del mondo della ricerca pubblica e delle imprese. Tra gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa, è ricompreso quello di consentire al sistema italiano di intercettare le grandi linee di evoluzione della ricerca internazionale, favorendone un inserimento organico e strutturale Descrizione del progetto Ciascuna idea progettuale deve essere costituita da un insieme integrato e organico di attività di ricerca di base, di ricerca industriale, di sviluppo precompetitivo, e deve prevedere il contestuale perseguimento sia di obiettivi scientifico-tecnologici nel breve-medio periodo (attraverso, in particolare, attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo), sia di obiettivi scientifico-tecnologici nel medio-lungo periodo (attraverso, in particolare, attività di ricerca di base). 346 Ciascuna idea progettuale dovrà preferibilmente prevedere la partecipazione congiunta di soggetti industriali, università e/o enti pubblici di ricerca di cui all’articolo 8 del DPCM 30 dicembre 1993, n. 593, ivi compresi Enea e Asi, con la specifica evidenziazione delle attività di competenza. Ciascuna idea progettuale dovrà far riferimento a uno solo dei programmi strategici descritti e dovrà prevedere un costo complessivo non inferiore a 7,5 milioni di euro e non superiore a 23 milioni di euro nonchè una durata non superiore ai 36 mesi. Ciascuna idea progettuale deve ricomprendere, per un costo pari ad almeno il 10% del totale attività di formazione professionale di ricercatori e tecnici di ricerca, includendo, per le attività di ricerca di base, l’inserimento, all’interno delle strutture coinvolte, di giovani ricercatori e/o di ricercatori di chiara fama a livello internazionale, secondo le forme di legge e per una durata almeno triennale. Tempi tempi di realizzazione (in mesi solari) 36 mesi Costi Per tale iniziativa sono già stati stanziati dal CIPE, nel luglio del 2005, 1.100 milioni di euro, utilizzabili, tuttavia, soltanto attraverso interventi nella forma del credito agevolato. In considerazione di ciò, appare necessaria la disponibilità di almeno ulteriori 500 milioni di euro come importo minimo necessario per garantire: - quote di agevolazione a fondo perduto da associare alle quote di credito agevolato al momento previste come uniche forme di agevolazione; - sostegno alle necessarie attività di ricerca di base da associare alle azioni di ricerca industriale previste nei singoli programmi 347 Sostegno ai dottorati di ricerca, ai poli di alta formazione scientifica ed a scuole superiori D.M.5/8/04 Motivazioni del progetto: L’”alta formazione universitaria” è disciplinata dalle apposite norme, riguardanti i dottorati di ricerca (art. 4 della legge 3 luglio 1998, n. 210), le scuole superiori (che rientrano tra gli istituti ad ordinamento speciale, secondo quanto previsto dal regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592 -testo unico dell’istruzione superiore), nonché i corsi di laurea di magistrale (D.M. 22 ottobre, 2004 n. 270). Per tali attività sono previsti canali di finanziamento ordinario a valere su appositi capitoli di bilancio del Ministero. La programmazione triennale del sistema universitario per il triennio 2004-2006, attuata con D.M. 5 agosto 2004, n. 262, sulla base degli obiettivi definiti dal Ministro (D.M. 3 settembre 2003, n. 149), ha individuato specifiche azioni innovative, destinando apposite risorse alle Università. Obiettivo: La programmazione 2004-2006 ha indicato fra i propri obiettivi (D.M. 3 settembre 2003, n. 149) “il potenziamento della rete dell’alta formazione, attraverso: - il sostegno alla costituzione della rete di corsi di studio di secondo livello direttamente correlata alla sperimentazione di Scuole di dottorato di ricerca, in coerenza con le linee di ricerca di interesse nazionale, realizzate da Università anche in convenzione con altre Università, Istituti scientifici, enti pubblici e privati e imprese, italiane e straniere; - il consolidamento delle iniziative di sperimentazione di Scuole Superiori avviate, nell’ambito delle Università, in attuazione di accordi di programma con il Ministero”. Data l’innovatività delle azioni proposte, si è ritenuto opportuno iniziare individuando, all’interno di alcune Università, un numero limitato di iniziative, con requisiti organizzativi, di strutture e di docenza che potessero risultare adeguate. Lo scopo è la ricerca di modelli da poter sviluppare ed esportare, eventualmente, in altre Università ,per valorizzare in ciascuna gli studenti migliori e nei settori di ricerca di interesse strategico. Stato dell’arte: 348 Per quanto riguarda il primo punto, la sperimentazione si è sostanziata in 3 iniziative, realizzate dalle Università che hanno costituito il consorzio interuniversitario denominato Istituto Italiano di Scienze Umane (con sede in Firenze), quelle che hanno costituito il Consorzio Interuniversitario di Studi Avanzati (con sede a Roma) e i Politecnici di Milano e di Torino, che hanno costituito il Centro interuniversitario denominato Alta Scuola Politecnica. Ad esse sono stati destinati complessivamente 28 milioni di euro nel triennio (v. art. 21 del D.M. n. 262/2004). Per quanto riguarda il secondo punto, si è provveduto a consolidare le iniziative già avviate nel precedente triennio, sviluppando all’interno di Università modelli analoghi a quelli delle tradizionali Scuole Superiori (Scuola Superiore “Normale” di Pisa, Scuola Superiore “S. Anna” di Pisa, SISSA di Trieste). Il consolidamento delle iniziative ha determinato: - un rinnovo dei finanziamenti ministeriali nel triennio (26,19 milioni di euro), - una istituzionalizzazione delle stesse i In particolare, per quanto riguarda le iniziative promosse nell’ambito dell’Università di Catania, Lecce e Siena si è proceduto alla modifica deei rispettivi Statuti e Regolamenti didattici; per quanto riguarda l’iniziativa promossa dall’Università di Pavia è stata disposta l’istituzione di una Scuola Superiore autonoma dall’Ateneo. Nell’ambito delle iniziative dell’alta formazione sono state inoltre promosse iniziative per la costituzione di Scuole di dottorato all’interno degli Atenei: - disponendo la continuazione della sperimentazione di iniziative individuate dal Ministero nel precedente triennio (v. art. 18), destinando alle stesse 22 milioni di euro - definendo, avvalendosi del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario opportuni “standard” che le Scuole devono soddisfare (v. doc. 3/05 su www.cnvsu.it). Vale la pena osservare che per tutte le iniziative in argomento, viene attuata una valutazione sulla qualità dei risultati raggiunti da parte del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario. In quest’ambito, va segnalato che sono in corso di definizione da parte dello stesso Comitato standard per l’accreditamento, anche di tali iniziative. Il rispetto di tali standard dovrà essere periodicamente verificato dal Comitato stesso per il mantenimento dell’accreditamento. 349 Durata dell’iniziativa: 3 anni Costi: Il D.M. 5 agosto 2004, n. 262 ha destinato complessivamente per le suddette iniziative 76,19 milioni di euro per il triennio 2004-2006 Una volta ultimata la fase di sperimentazione di modelli di “rete dell’alta formazione”, l’esigenza di consolidare le iniziative positivamente già avviate, nonché di diffondere i migliori modelli in altre Università - nella prospettiva dell’istituzionalizzazione e dell’accreditamento delle stesse - rende necessario reperire ulteriori risorse, oltre a quelle che potranno essere disponibili a valere sulla programmazione del sistema universitario per il triennio 20062008. Tali risorse aggiuntive dovrebbero essere non inferiori a 30 milioni di euro. 350 Sostegno alle lauree scientifiche ( (1) L. 170/03 e (2) D.M. 5/8/04 (MIUR) Motivazioni del progetto La disaffezione dei giovani nei confronti dell’insegnamento della scienza risulta evidente dalla costante diminuzione delle iscrizioni a percorsi universitari scientifici, quando, al contrario i laureati in discipline scientifiche risultano essere tra i più richiesti dal mercato del lavoro. Per lo sviluppo del Paese è urgente il rilancio della scienza ed il potenziamento degli investimenti di alta tecnologia, riconosciuta come la chiave della competitività internazionale. E’ opportuno, pertanto, rilanciare lo studio e l’utilizzo delle materia scientifiche attraverso provvedimenti che stimolino l’interesse dei giovani allo studio di tali materie, fornire a livello di scuola media superiore una più adeguata preparazione nelle materie scientifiche di base; potenziare l’interazione tra Università ed Impresa al fine di favorire l’inserimento dei migliori studenti sul mercato del lavoro. 1.7.3.1. Stato dell’arte Nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra il MIUR e Confindustria del 21 settembre 2004 sono stati avviati i lavori di un tavolo MIUR-Confindustria, costituito per un migliore raccordo tra formazione superiore e mondo del lavoro che hanno condotto alla nascita del progetto “Lauree scientifiche” in data 17 giugno 2004. Nell’ambito del predetto tavolo sono state condivise linee di azione: orientamento pre-universitario; didattica più attrattiva; utilizzo dei laboratori per rendere i ragazzi protagonisti dell’apprendimento; stage e tirocini perché gli studenti possano verificare “sul campo” le loro attitudini; revisione delle classi di laurea (21, 25 e 32) per renderle più aderenti alle esigenze del mercato del lavoro; potenziamento di stages; potenziamento dei percorsi post-lauream. La programmazione del sistema universitario per il triennio 2004-2006 prevede che per il sostegno delle iniziative delle Università preordinate, in relazione alle raccomandazioni dell’U.E., all’incremento delle iscrizioni ai corsi di studio afferenti alle classi 21, 25 e 32, nonché all’incremento dei laureati nelle medesime classi siano destinate specifiche risorse. E’ disposto che le predette risorse siano attribuite alle Università sulla base di progetti che contemplino il coinvolgimento di Enti di ricerca pubblici e privati, e prevedano specifiche azioni di orientamento preuniversitario per gli 351 studenti iscritti presso le scuole secondarie di II grado, di formazione integrativa nella materie scientifiche degli insegnanti delle scuole stesse, di progettazione di percorsi formativi più direttamente orientati alle esigenze del tessuto economico-produttivo e del settore delle I.C.T. di sostegno alla azioni di sperimentazione di stage e tirocini formativi, di aggiornamento e di formazione continua e ricorrente dei laureati. In data 7 marzo 2005 sono definite le linee guida finalizzate a realizzare gli obiettivi di cui al predetto progetto, mediante specifica attività integrate tra i vari operatori dell’istruzione (Università/Istituti scolastici), delle Associazioni imprenditoriali e delle Associazioni industriali di categoria e territoriali e/o di imprese produttive. Tali linee guida sono trasmesse ai Rettori delle Università, ai Dirigenti scolastici, alla Presidenza della Conferenza nazionale dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie per essere di riferimento per la presentazione di progetti nazionali o locali, quantificati in non più di 10 e comunque coordinati e monitorati dalla stessa Conferenza. Le linee guida indicano per i progetti ritenuti coerenti risorse finanziarie e specificatamente Euro 6.500.000,00 a valere sulla programmazione del sistema universitario nazionale, ed euro 2.000.000,00, di cui Euro 500.000,00 destinati alla formazione e l'aggiornamento degli insegnanti della scuola secondaria superiore ed Euro 1.500.000,00 destinati alle attività in favore degli studenti della scuola secondaria. Con apposito decreto in data 5 ottobre 2004 è costituito, nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra il MIUR e Confindustria, un Comitato tecnico scientifico per la valutazione delle proposte presentate. All’esito della predetta valutazione, sono stati approvati progetti a livello nazionale, che vedono un Ateneo in qualità di capofila con diverse sedi in qualità di unità operative, nonché progetti a livello locale. I progetti approvati riguardano: l’Orientamento e la formazione degli insegnanti: uno per l’area di Chimica, un altro per l’area di Fisica ed il terzo per l’area di Matematica; la realizzazione di laboratori in Scienza dei materiali ; la formazione triennale, stage e il post-lauream; le borse di studio per studenti di Chimica, di Fisica e di Matematica; tutte le azioni generali del Progetto “Lauree scientifiche”; la realizzazione di stage, master e scuole, percorsi innovativi nei corsi di laurea per l’area di Matematica. Obiettivi e risultati attesi Il progetto “Lauree scientifiche” si propone quale obiettivo l’incremento delle iscrizioni ai corsi di studio afferenti alle classi 21, 25 e 32, nonché l’incremento dei laureati nelle medesime classi. Tempi Il periodo di riferimento è il triennio 2004/06. 352 Costi Ciò premesso si evidenzia che la richiesta di risorse economiche aggiuntive è finalizzata a dare senso alla prospettiva delineata che, diversamente resterebbe un vuoto enunciato di principio senza alcun contenuto concreto deludendo quindi gli impegni assunti da più parti economiche e sociali che in questa prospettiva hanno maturato convinzione e profuso attività. 353 Incremento del Fondo per prestiti fiduciari Motivazioni del progetto L’articolo 16 della legge quadro in materia di diritto allo studio universitario n.390/1991, istituisce il Fondo di Intervento Integrativo per la concessione delle borse di studio e dei prestiti d’onore da parte delle Regioni e delle Province Autonome, con lo scopo primario di contribuire a rimuovere gli ostacoli che si possono frapporre alla effettiva partecipazione agli studi universitari di coloro che appartengono alle classi sociali più disagiate. Nonostante la entità delle risorse complessive, integrate anche dagli stanziamenti propri delle Regioni e Province autonome, resta ancora elevato il numero di studenti che, seppure idonei, risulta non assegnatario del beneficio. Si avverte, pertanto, la necessità di incentivare i prestiti fiduciari, anche allo scopo di fornire allo studente uno strumento maggiormente flessibile rispetto alla borsa di studio. 1.7.4. Stato dell’arte Per non vanificare tale obiettivo sono già in corso delle sperimentazioni sulla base della disponibilità finanziaria, di cui alla legge 11 luglio 2003, n.170, "Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti". In relazione, infatti, alle risorse disponibili, pari a Euro 1.000.000,00, con un primo decreto in data 30 aprile 2004 sono stati approvati alcuni progetti proposti dalle Regioni/Università preordinati alla stipula di convenzioni con le aziende e istituti di credito per la concessione agli studenti di prestiti d'onore e con un successivo decreto in data 24 marzo 2005 sono stati ripartiti ulteriori 400.000 euro per la realizzazione di nuovi progetti proposti da altre Università/Regioni. La legge 24 dicembre 2003, n.350 (Legge Finanziaria 2004) che ha disposto l’istituzione di un Fondo pari a Euro 10.000.000, finalizzato alla costituzione di garanzie sul rimborso dei prestiti fiduciari concessi dalle banche e da altri intermediari finanziari, nonché alla corresponsione agli studenti capaci e meritevoli, privi di mezzi, di contributi in conto interessi per il rimborso dei prestiti, ha reso possibile esaltare nuovamente lo strumento dei prestiti fiduciari. In data 22 settembre u.s,.d’intesa con la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, sono stati definiti i criteri in applicazione 354 dei quali il citato Fondo sarà ripartito tra le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano. 1.7.5. Obiettivi e risultati attesi L'obiettivo primario è quello, pertanto, di consentire la più ampia partecipazione agli studi anche di coloro i quali si trovino in condizioni economiche disagiate, fornendo, attraverso la attivazione ed incentivazione dei prestiti, un ulteriore strumento, la cui flessibilità potrebbe risultare più efficace delle stesse borse di studio. 1.7.6. Costi Per quanto rappresentato si rende necessario l’incremento delle risorse disponibili, al fine di non deludere le aspettative di coloro che intendono utilizzare tale strumento. Si evidenzia anche che l’offerta formativa dei vari Atenei mostra, rispetto al passato, una molteplicità di corsi di laurea derivanti dalla recente riforma del sistema universitario, che induce anche coloro che da molti anni sono inseriti nel mondo del lavoro ad iscriversi all’università; recenti studi condotti dal Comitato di valutazione del sistema universitario, infatti, hanno messo in luce il dato in aumento del numero delle iscrizioni ai corsi di laurea. Si informa, infine, che il decreto definito d’intesa con la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome prevede che i destinatari dei prestiti siano anche gli studenti iscritti agli Istituti per l’alta formazione artistica e musicale e gli iscritti alle scuole per mediatoti linguistici. Tutto ciò fa supporre conseguentemente un aumento anche di richieste dei prestiti in questione. 355 Orientamento Tutorato e formazione integrativa Motivazioni del progetto Le recenti normative sulla riforma del sistema di istruzione e formazione (Legge n.53/2003) e sulla riforma dell’istruzione superiore (D.M. 3 novembre 1999, n.509, così come modificato dal D.M. del 22 ottobre 2004, n.270) hanno indotto il MIUR ad affinare la propria strategia in materia di orientamento. Ruolo del MIUR è infatti quello di promuovere il successo formativo ed il pieno sviluppo della persona attraverso l’orientamento realizzando il raccordo tra Scuola, Istituzioni di Istruzione superiore, mondo del Lavoro, Imprese e Forze Sociali. Elementi caratterizzanti, in accordo con i principi comunitari sono infatti: • l’affermazione della centralità della persona portatrice di specifici fabbisogni derivati dalla unicità della propria condizione sociale e di vita; • il carattere di continuità dell’orientamento da garantire lungo tutto l’arco della vitae da modulare in funzione delle relative fasi evolutive; la valenza strumentale dell’orientamento per l’acquisizione di metodologie e competenze atte a sviluppare una capacità progettuale funzionale alla progressiva definizione del “proprio progetto di vita” in funzione del quale operare le scelte dei percorsi di apprendimento giudicati appropriati per il raggiungimento di specifici obiettivi di sviluppo; la finalizzazione dell’orientamento al supporto dei giovani nella esplicitazione dei propri fabbisogni, nel conseguimento del successo scolastico e formativo; • la costruzione di una alleanza tra i destinatari dell’orientamento ed i soggetti educativi per la condivisione degli obiettivi comuni nel rispetto dei bisogni orientativi specifici di ogni fase di vita; • l’armonizzazione delle metodologie e delle attività di orientamento gestite dai vari soggetti istituzionali, pur nel rispetto delle singole autonomie, attraverso l’affermazione di un sistema integrato di orientamento in grado di sostenere una visione globale ed unitaria del processo orientamento. Stato dell’arte Con la Programmazione del sistema universitario per il triennio 2004-2006 sono state previste risorse finanziarie specifiche (Euro 15.045.000) da ripartire tra gli Atenei che abbiano presentato progetti che prevedano la realizzazione 356 di attività ritenute idonee al conseguimento degli obiettivi e dei risultati prefissati. Obiettivi e risultati attesi Il Ministero intende potenziare, mediante i finanziamenti dedicati al riguardo dalla programmazione, le iniziative per l’ orientamento, il tutorato e la formazione integrativa che le Università sono tenute a realizzare sulla base di quanto previsto dal D.P.R. 11 luglio 1980, n.382, dalla legge 19 novembre 1990, n.341 e dal D.M. 3 novembre 1999, n.509 e successive modificazioni, affinché, attraverso specifiche attività poste in essere dai vari Atenei, cofinanziate dal MIUR nella misura dell’80%, si possa pervenire alla riduzione del tempo di conseguimento della laurea, alla riduzione del numero degli abbandoni, al successo formativo, all’inserimento nel mondo del lavoro. 1.7.6.1. 1.7.6.2. Tempi Le attività previste nei progetti presentati debbono essere realizzate nel triennio 2004/06. 1.7.6.3. Costi I progetti proposti dagli Atenei espongono, per la realizzazione delle attività in essi descritte, costi complessivi sensibilmente superiori alla entità delle risorse disponibili (Euro 15.045.000). In molti casi, pur riconoscendo la coerenza con gli obiettivi fissati e la congruità dei costi previsti, non si è potuto procedere al completo cofinanziamento delle attività programmate. 357 Creazione di uno spazio Euromediterraneo di Istruzione Superiore Motivazioni: L’iniziativa si inserisce nel contesto degli orientamenti dell’Unione Europea mirati a “sviluppare le risorse umane e promuovere la comprensione tra le culture e il riavvicinamento dei popoli nella regione Euro Mediterranea”; garantire una cooperazione più strutturata con le istituzioni dei paesi terzi a noi più vicini; promuovere le migliori esperienze in ambito formativo e di ricerca scientifica e tecnologica delle università italiane. Obiettivi: Porre le basi per una collaborazione paritetica dei Paesi del’U.E. e quelli del Mediterraneo, gettando un ponte culturale prezioso per la “Creazione di uno Spazio Euromediterraneo di istruzione superiore”. Descrizione: La Riunione informale dei Ministri dell’Istruzione Superiore dei Paesi dell’Area del Mediterraneo, durante la Presidenza italiana dell’Unione Europea (Catania novembre 2003), è stata l’occasione per definire le azioni principali per conseguire concretamente gli obiettivi, in particolare la realizzazione di una Rete Mediterranea di Istituti di Alta Formazione e Ricerca; lo sviluppo di un sistema di insegnamento a distanza esteso all’intera area mediterranea; l’attivazione di uno specifico programma di mobilità di docenti e studenti dell’area mediterranea nel nuovo spazio di istruzione superiore; la realizzazione di una biblioteca virtuale fruibile da tutti i paesi dell’area mediterranea. Le strategie concordate dai Ministri convenuti sono state: valutare le possibili strategie per allargare l'iniziativa all'intera Comunità europea; richiedere la piena collaborazione delle Istituzioni Universitarie dei nostri Paesi; 358 contribuire alla costituzione di specifici gruppi di lavoro relativi alle varie azioni e rappresentativi dei diversi Paesi dell'Area Mediterranea; raccomandare una fattiva cooperazione e coordinamento a livello accademico per una più efficace partecipazione ai programmi comunitari già avviati o in fase di avvio, quali Tempus MEDA ed Erasmus Mundus; verificare lo stato di avanzamento del processo di creazione dello Spazio Euromeditteraneo di Istruzione Superiore, organizzando riunioni periodiche dei Ministri, orientativamente con cadenza biennale, al fine di garantire la continuità dell'impegno politico. L’azione programmatica, detta anche “Processo di Catania”, si è ulteriormente concretizzata con la seconda conferenza (Catania, gennaio 2005) dove si sono costituite esperienze concrete, concordate e nate dall’incontro di esigenze e di eccellenze riconosciute a livello dei diversi Paesi dell’Area, sia in relazione alla Rete di Centri di eccellenza che per quanto riguarda la formazione a distanza. Centrale si è ritenuto il contributo che il MAE può dare ad azioni nell’Area. Il supporto finanziario alle iniziative del primo tipo è previsto nell’ambito della misura per l’internazionalizzazione del sistema universitario (DM 5.8.2004, Piano 2004-2006), dove si è provveduto ad una riserva di 2 Meuro. Per quanto riguarda la Rete di Centri di eccellenza, ciascuno articolato in due settori, uno relativo alla didattica e l’altro alla ricerca, che interagiscono tra loro a livello di programmi di PhD, si sono costituite le seguenti iniziative: Scuola in Scienza e Tecnologia dei Media di Tunisi: avviata nel 2002 prevede ora corsi aperti a studenti dell’area del Magrheb. realizzazione di un Centro di Competenze in e-Business Management con annessa una Scuola Mediterranea di Studi Avanzati, è stata proposta dall’Institute for Advanced Interdisciplinary Studies (ISUFI) dell’Università di Lecce con l’Università di Al Akhawayn di Casablanca in Marocco ma aperta a tutta l’Area. Sono previsti progetti pilota in: e-Tourism, e-AgriFood, e-Government. costituzione di un Centro di Alta Formazione e Ricerca nel settore agro-alimentare a cui partecipano l’Università di Università di Ain Shams ed l’Agricultural Research Laboratory Ain Shams (Egitto) congiuntamente alla Facoltà di Agraria della Università Statale di Milano, con il suo polo di biotecnologie 359 agrarie di Lodi, e l’Istituto Italiano per la Genetica delle Piante di Maccarese (Roma). costituzione di un Centro di Alta Formazione e Ricerca per la riduzione del rischio sismico (o meglio dei rischi sismici visto che questi eventi producono conseguenze di varia natura) in Turchia costituzione di un Centro di Alta Formazione e ricerca nel settore delle nanotecnologie è stata avanzata dall’Università di Lecce con riferimento all’Istituto Superiore di Formazione Interdisciplinare e dall’Università Heraklion di Creta con riferimento alla Foundation for Research and Technology of Hellas. a Betlemme in occasione della sessione plenaria del Programme P.E.A.C.E. si è giunti all’accordo per la costituzione un ulteriore nodo della rete con riferimento al tema della cooperazione allo sviluppo. E’ questo il frutto delle intense relazioni che da alcuni anni esistono tra alcune Università italiane (Pavia e Siena) e le Università palestinesi di Betlemme, di Bir Zeit e di An Najah. Le Università coinvolte nella costituzione di ciascuno dei Centri della rete hanno firmato, anche in occasione della 2a Conferenza di Catania tenutasi a gennaio 2005, uno specifico Memorandum of Understanding. Vi è inoltre un’altra importante iniziativa, che dovrebbero portare in tempi brevi alla realizzazione di un nuovo Centro a Damasco nell’area della “Archeologia e del restauro e conservazione dei beni culturali”, con particolare riferimento alla cultura e architettura islamica. Le due Università di riferimento sono l’Università di Damasco e l’Università di Roma La Sapienza. E stato lanciato il sistema di Università Euro-Mediterranea a distanza. Tale sistema capitalizza ed estende i risultati già ottenuti anche attraverso il consenso politico/istituzionale generato dal Progetto "Med Net'U". Sono 31 gli attuali Partner, dei quali 11 provengono da Paesi dell’Area Euro-Mediterranea. Il nuovo progetto consentirà di: accettare le iscrizione degli studenti al corso di Laurea a distanza di ingegneria dell'informazione realizzato con MED NET'U presso tutte le università partner; realizzare nuovi corsi di laurea nei settori: economia del turismo, del management, del diritto comparato internazionale, 360 dell'archeologia, delle lingue e cultura araba ed italiana, del management dei servizi sanitari e della gestione del territorio; attivare master in innovazione tecnologica; istituire corsi brevi di formazione e riqualificazione professionale, sia per la formazione dei formatori e degli insegnanti dei vari livelli, sia per preparare le competenze richieste dal mercato globale del lavoro e collegate anche ai bisogni formativi dei paesi coinvolti. L'Università Euro-Mediterranea a Distanza è costituita da una piattaforma di rete basata anche sulle tecnologie satellitari bidirezionali che permetteranno la diffusione di contenuti sia per televisione che attraverso Internet, una piattaforma didattica multilingue ed un canale televisivo satellitare dedicato interamente a lezioni accademiche (arabo, francese, inglese, italiano e spagnolo), l'unico ambiente di apprendimento a distanza del mondo che comprenda anche la lingua araba. Si tratta, prima di tutto, di un fatto di grande partenariato culturale: questo modello favorirà l'accesso all'istruzione e alla formazione da parte di tutti i cittadini dell'area euro-mediterranea. Al progetto partecipano le migliori università "tradizionali" dei paesi del Mediterraneo, importanti enti per la formazione professionale continua e aziende tecnologiche. Due nuovi grandi progetti prenderanno il via nei prossimi mesi: l’Egyptian EuroMediterranean Virtual University e l’istituzione dell’Accademia Virtuale Mediterranea delle Civiltà, un centro di ricerca e insegnamento in diverse lingue. Tempi: I tempi di realizzazione delle iniziative sopra descritte sono stimati in mesi 36 Costi: L’azione programmatica, detta anche “Processo di Catania”, concordata e nata dall’incontro di esigenze e di eccellenze riconosciute a livello dei diversi paesi dell’area del Mediterraneo, congiuntamente con il supporto finanziario messo a disposizione per la realizzazione di progetti in tal senso, dovrebbero garantire il raggiungimento dell’obiettivo. Sono stati già assegnati 2 milioni di Euro e, al finn di completare il disegno programmatico sopra descritto, occorrono risorse aggiuntive pari a 15 milioni di Euro nell’arco del prossimo triennio. 361 Allegato 2 (Schede per cui non è stato richiesto il contributo aggiuntivo sul fondo PICO) 362 La Riforma degli Enti pubblici di Ricerca Obiettivi principali 1. Focalizzare tutte le attività degli enti su obiettivi strategici per il Paese delineati nelle Linee guida per la ricerca; 2. creare un sistema di ricerca all'altezza della sfida del mondo globalizzato; 3. realizzare reti di ricerca capaci di integrarsi nel sistema delle reti europee; 4. aiutare il nostro sistema produttivo a recuperare competitività tecnologica; 5. favorire la convergenza delle attività di ricerca sugli obiettivi interdisciplinari individuati nel VI Programma quadro; 6. sviluppare la cultura manageriale di progetto dei ricercatori; 7. superare le criticità derivanti da inefficienze, sovrapposizioni o duplicazioni di attività che portano a dispersioni di risorse. Nell'ambito della riorganizzazione ha funzione essenziale il Dipartimento, affidato a un Direttore, responsabile della programmazione e della valutazione dell'attività di ricerca. Il Dipartimento è introdotto nel Cnr, nell'Inaf. Per l'Asi, che svolge attività di Agenzia, si è ritenuto invece di strutturare il modello organizzativo su settori tecnici. La finalità perseguita con il riordino è essenzialmente quella di adeguare la missione e la struttura organizzativa del sistema pubblico di ricerca al mutato contesto europeo, così da favorirne l'inserimento nelle reti di ricerca europee e internazionali. Va infatti sottolineato che il VI Programma quadro dell'Unione Europea prefigura la realizzazione di un sistema europeo della ricerca e concentra i finanziamenti su reti di centri di eccellenza e su programmi integrati, a carattere interdisciplinare; e che le Linee guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo, approvate dal Cipe il 19 aprile 2002, recepiscono tali indicazioni a livello nazionale. In particolare le Linee-guida forniscono le seguenti indicazioni: 1. la competitività e lo sviluppo sostenibile del Paese necessitano della capacità di innovazione endogena generabile con meccanismi di intreccio tra ricerca, innovazione e sviluppo, e con la capacità di stimolare le sinergie tra soggetti pubblici e privati; 2. è necessario completare il processo di riforma del sistema della ricerca italiana; 363 3. è necessario procedere al riordinamento del sistema della ricerca pubblica, per favorire lo sviluppo economico e sociale del Paese, attraverso la ridefinizione della strategia scientifica e tecnologica, realizzando strutture di eccellenza idonee ad attrarre investimenti italiani e stranieri, sviluppando la capacità innovativa del tessuto delle piccole e medie imprese, incentivando le relazioni tra scienza e impresa, investendo nel capitale umano e valorizzando le sinergie con il territorio. Cnr - Consiglio nazionale delle ricerche In relazione alla necessità di ridisegnare gli specifici ruoli dei singoli enti nel sistema della ricerca in Italia, il Cnr aggrega i seguenti enti: Idaic, Istituto internazionale di diritto agrario comparato; Infm, Istituto nazionale di fisica della materia; Inoa, Istituto nazionale di ottica applicata; Istituto papirologico "G. Vitelli". Le principali coordinate del modello di riordino del Cnr sono: 1. l'individuazione delle aree prioritarie d'intervento dell'Ente, sulle quali focalizzare l'attività di ricerca; 2. la centralità della rete scientifica degli Istituti nei processi di programmazione e nella conduzione autonoma delle attività di ricerca; 3. l'istituzione di una nuova unità organizzativa, i Dipartimenti, con il compito di coordinare la rete degli Istituti, garantendone l'integrazione e assicurando l'efficiente allocazione delle risorse sulla base dei programmi deliberati dal Consiglio di amministrazione; 4. l'istituzione di un Consiglio di amministrazione, tutto composto da elementi altamente qualificati nel mondo della ricerca e designati dal Ministero, dal presidente della Conferenza StatoRegioni, dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane, dal sistema produttivo; 5. il Comitato di valutazione; 6. il Consiglio scientifico; 7. il Consiglio scientifico dei Dipartimenti. I Dipartimenti e gli Istituti rappresentano la rete scientifica dell'Ente. Ai Dipartimenti afferiscono gli Istituti in relazione alle macro-aree di ricerca prioritarie dell'Ente, per evitare la frammentazione e duplicazione delle 364 attività e per favorire al contrario l'integrazione delle competenze e la multidisciplinarietà Le macro-aree sono così individuate: a. biotecnologie; b. scienze e tecnologie mediche; c. scienza e tecnologia dei materiali; d. scienze e tecnologie ambientali e della terra; e. scienze e tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni; f. scienze e tecnologie per i sistemi avanzati di produzione; g. scienze giuridiche, socio-economiche ed umanistiche. Asi - Agenzia spaziale italiana Il nuovo modello organizzativo dell'Asi, prevede la costruzione di una struttura operativa articolata in Settori tecnici a presidio degli ambiti di intervento in campo spaziale e aerospaziale. I Settori tecnici sono le unità organizzative con le quali l'Ente realizza le attività di Agenzia, aventi l'obiettivo di favorire l'integrazione con il territorio e lo sviluppo di grandi progetti e programmi sulle materie di competenza, anche a livello internazionale. Inaf - Istituto nazionale di astrofisica Al fine di presidiare con un unico soggetto le attività di ricerca nel campo dell'astrofisica, della radioastronomia, dell'astrofisica spaziale e della fisica dello spazio interplanetario, il decreto interviene anche a riordinare la disciplina dell'Istituto nazionale di astrofisica. Vengono aggregati all'Inaf: l'Istituto di radioastronomia del Cnr; l'Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica del Cnr; l'Istituto di fisica dello spazio interplanetario del Cnr. Relativamente agli organi di gestione il modello si ispira a quello individuato per il Cnr. Il Consiglio di amministrazione dell'Ente è composto da quattro componenti, di cui due nominati dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca tra professionalità di alto profilo scientifico o tecnico-amministrativo, uno eletto fra gli astronomi straordinari e ordinari, associati e ricercatori in servizio negli Osservatori astronomici dell'Inaf, uno eletto fra i professori e 365 ricercatori universitari del settore scientifico-disciplinare di astronomia e astrofisica. La rete scientifica dell'Ente è costituita da Divisioni, Osservatori ed Istituti. 366 Istituto Italiano di Tecnologia Base giuridica: Decreto convertito in legge (24 novembre 2003, n. 326) Budget: 50 Meuro per il 2004; 100 Meuro per ciascuno degli anni dal 2005 al 2014 Obiettivo: L’IIT è un nuovo centro istituito di concerto con il MEF per sviluppare progetti di ricerca fondamentale, idonei a produrre innovazione tecnologica. L’IIT governa infatti l'insieme dei processi che vanno dalla ricerca di base fino allo sviluppo di impresa. Attualmente sono stati avviati programmi scientifici nei settori: - neuroscienze; - nanobiotecnologie; - robotica. 367 Piattaforme tecnologiche ad iniziativa italiana Base giuridica: VI Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico/PNR Budget: 43 Meuro Obiettivo: Le piattaforme tecnologiche sono organizzazioni private, informali, che usufruiscono del sostegno economico delle autorità pubbliche nazionali e di quelle comunitarie (Azioni di Sostegno Strategico). Si tratta di studi che individuano programmi di R&S a sostegno della competitività in diversi settori, favorendo la collaborazione tra i diversi attori pubblici e privati a diversi livelli territoriali (regionale, nazionale, internazionale). Le PTE ad iniziativa italiana si concentrano su: nanoelettronica e bionanotecnologie sostegno dei sistemi di produzione studio e prevenzione delle catastrofi naturali bioinformatica sistema satellitare a larga banda per i servizi delle pubbliche amministrazioni materiali compositi e polimerici “Grid” “Chimica verde” conoscenza del clima 368 Incentivi fiscali - Proroga al 2005 della legge 326/2003 (cosiddetta Tecno-Tremonti). L’agevolazione prevede l'esclusione dalla tassazione del reddito d'impresa di un importo pari al 10% dei costi di ricerca e sviluppo, per innovazioni di prodotto, di processo, e organizzative. A questo si somma la detassazione per il 30% dell'eccedenza rispetto alla media degli stessi costi sostenuti nei tre periodi d'imposta precedenti. - Eliminazione IRAP per i costi del personale delle imprese addetto alla ricerca e sviluppo. La novità consiste nel riconoscimento della detraibilità, ai fini dell’IRAP, dei costi sostenuti per il personale addetto alla ricerca e sviluppo. La detraibilità non è temporanea ed è integrale. (Legge finanziaria 2005). - Bonus fiscali per i ricercatori. La “Tecno-Tremonti” abolisce l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) per i ricercatori delle imprese che rientrano in Italia e limita l’imposizione IRPEF al solo 10% del reddito. 369 Accordo MIUR-BEI Il nostro Paese ha inoltre sottoscritto un accordo con la Banca Europea per gli Investimenti che consente di mobilitare, per la prima volta, i prestiti agevolati della BEI a sostegno di progetti di R&S di grandi dimensioni (40 miliardi di euro per il 2004-10). L’Italia è stato anche il primo Paese europeo ad utilizzare questa opportunità, ottenendo l’intervento della BEI per potenziare la grande infrastruttura del Sincrotrone di Trieste. 370 Il Piano Spaziale Nazionale Il Piano spaziale nazionale 2003-2005, predisposto dall’Asi, Agenzia spaziale italiana, sulla base degli indirizzi del Parlamento e del Governo in materia aerospaziale e delle direttive del Miur, il Ministero vigilante. Il Piano è stato elaborato – per la prima volta – nell’ottica delle Linee-guida del Programma nazionale di ricerca. “Il Piano spaziale nazionale rappresenta una tappa fondamentale nell’attuazione dei programmi del Ministero e del Governo, che considerano la ricerca come priorità strategica per lo sviluppo del Paese”, ha commentato il Ministro Moratti. “La politica spaziale è oggi uno strumento fondamentale per assicurare sviluppo sociale ed economico. Con gli interventi previsti promuoveremo concrete azioni nei settori della tutela ambientale, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della salute, oltre che, naturalmente, nell’osservazione dell’Universo”. “La nuova politica spaziale dell’Italia”, ha aggiunto il Ministro, “si è focalizzata strategicamente su progetti con forte ricaduta sull’industria nazionale, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, asse portante della nostra economia. Al tempo stesso il Psn apre importanti scenari per la collaborazione spaziale europea”. Tra gli obiettivi del Piano figurano la protezione dalle frane, dalle alluvioni, dagli incendi boschivi, attraverso lo sviluppo dell’osservazione satellitare; la sicurezza dei trasporti, attraverso la localizzazione satellitare integrata con sofisticati sistemi di telecomunicazione; lo sviluppo di sistemi di telecomunicazione capaci di aumentare qualità, quantità e varietà dei servizi offerti all’utente. Il Psn si caratterizza secondo le seguenti linee: - avanzamento delle frontiere della conoscenza, sostenendo la ricerca di base nell’ambito di un miglioramento della conoscenza dell’Universo; - sostegno della ricerca orientata allo sviluppo di tecnologie-chiave abilitanti a carattere multisettoriale, sostenendo programmi di ricerca “mission oriented”, capaci di ampliare la base di conoscenza e di sviluppare tecnologie aerospaziali, garantendo un rilevante contributo alla soluzione dei problemi posti dallo sviluppo sostenibile e dal cambiamento globale, mediante progetti “tecnology oriented” nei settori dell’ambiente, delle telecomunicazioni, dei trasporti e della salute; 371 - potenziamento delle attività di ricerca industriale e relativo sviluppo tecnologico, finalizzato ad aumentare la capacità delle imprese a trasformare conoscenze e tecnologie in prodotti e processi a maggiore valore aggiunto, promuovendo la crescita tecnologica e le capacità innovative del sistema industriale nazionale, mediante progetti “application oriented” nell’ambito del segmento spaziale strumentale al raggiungimento degli obiettivi dei progetti; - promozione della capacità di innovazione nei processi e nei prodotti delle piccole e medie imprese e creazione di aggregazioni sistemistiche a livello territoriale, favorendo lo sviluppo di accordi di programma tra l’Agenzia, amministrazioni dello Stato, università, enti di ricerca, regioni e imprese e favorendo il trasferimento e l’utilizzo di tecnologie chiave abilitanti al sistema delle Pmi. Il Piano è stato costruito sull’ipotesi di una dotazione finanziaria assegnata all’Asi dal Governo di circa 2.776 milioni di euro nel periodo 2003-2005. Tale dotazione è in massima parte proveniente dal Miur (2.384 milioni di euro, pari all’89,5%), dalla legge 10/01 (167 milioni di euro) e dal Ministero della Difesa (114 milioni di euro). Le altre entrate provengono da altre amministrazioni; dal contributo di partner internazionali (Esa e Nasa) per 94 milioni di euro e da proventi diversi, essenzialmente provenienti dal mercato (royalties, sponsorizzazioni, contratto Tim), per circa 17 milioni di euro. I fabbisogni del Piano indicati sono basati sull’assunzione che nel 2003 il contributo ordinario del Miur aumenti del 13% e negli anni successivi dell’arco di piano del 10% annuo. Obiettivi del Piano spaziale nazionale MISSIONE AREA TEMATICA NELL’AREA TEMATICA Osservazione Migliorare la della Terra comprensione del APPLICAZIONI Identificazione di inquinamento marino da idrocarburi OBIETTIVI DELLE SINGOLE APPLICAZIONI Sviluppo entro cinque anni di un sistema prototipale per l’individuazione ed il controllo delle macchie marine da idrocarburi 372 gestione dei fenomeni naturali ed indotti dall’uomo, con particolare attenzione ai disastri naturali Sviluppare i servizi offerti dai sistemi di Telecomuni- telecomunicazioni aumentando qualità, cazioni quantità e varietà dei dati offerti all’utente Sviluppare i servizi Navigazione offerti dai sistemi di navigazione e aumentando qualità, localizzazione quantità e varietà dei dati offerti all’utente Protezione civile dalle alluvioni Protezione civile dagli incendi boschivi Infomobilità Sviluppo modulare in due, quattro, otto anni di un sistema prototipale per l’analisi dell’evoluzione, l’identifica-zione e la previsione delle alluvioni Sviluppo di un sistema prototipale per la fornitura di prodotti e servizi agli utenti finali preposti al monitoraggio del rischio incendi , nonché alla valutazione dei danni La disponibilità di servizi a banda larga su terminali di mezzi mobili, supportata in maniera integrata dai sistemi satellitari navigazione e di osservazione della Terra Fornire un contributo nel settore della sicurezza, delle emergenze e della gestione Sicurezza nel dei trasporti attraverso la localizzazione trasporto satellitare, integrata con sistemi di telecomunicazioni ed osservazione della Terra Realizzazione entro il 2005 di un catalogo Astrofisica delle di sorgenti gamma celesti sia galattiche, che extragalattiche, per poi procedere alla Migliorare la alte energie loro identificazione attraverso l’astronomia conoscenza per x comprendere le leggi Contribuire a capire come le onde sonore fondamentali e per causate dalla forza di gravità che Osservazione approfondire come la Cosmologia comprime il plasma primordiale generino dell’Universo vita sulla Terra sia fluttuazioni di temperatura e di densità di legata all’evoluzione materia dell’Universo ed alla Contribuire alla comprensione dell’origine dinamica dei corpi e dell’evoluzione dei pianeti e dei corpi del celesti Esplorazione sistema solare ed effettuare ricerche su planetaria possibili forme di vita ed eventuale capacità di supporto della vita umana Comprensione dei meccanismi molecolari di adattamento del muscolo scheletrico e cardiaco e del sistema osteo-tendineo in condizioni di ipogravità e/o inattività al Osteoporosi e fine di definire protocolli clinico atrofia muscolare sperimentali orientati allo sviluppo di adeguate misure terapeutiche e preventive e di sviluppare contromisure per mantenere Acquisire conoscenze e/o riacquistare la funzionalità sistemica attraverso la ricerca Comprensione dei meccanismi alla base spaziale per poi dei disturbi percetto-motori, cognitivi e di Medicina e trasferirle ad decondizionamento cardiovascolare al fine applicazioni Disturbi del di definire protocolli clinico sperimentali Biotecnologie diagnostiche, controllo motorio e orientati allo sviluppo di adeguate misure terapeutiche, cardiorespiratorio terapeutiche e preventive e di sviluppare preventive e contromisure per mantenere e/o biotecnologiche riacquistare la funzionalità sistemica Studiare lo sviluppo di tessuti artificiali e la struttura tridimensionale di macromolecole di interesse biologico per Applicazioni indagare l’effetto delle radiazioni cosmiche biotecnologiche sui sistemi biologici e trasferire le conoscenze acquisite ad applicazioni diagnostiche, terapeutiche e preventive 373 La riforma dell’università La riforma degli ordinamenti universitari, varata nel 1999, da una parte, si poneva l’obiettivo, di aumentare la produttività del sistema in termini di numero di laureati e ridurre l’eccessiva durata degli studi e gli alti tassi di abbandono; dall’altra, quello di rendere l’offerta di formazione superiore più aderente alle necessità espresse dal mercato del lavoro. La riforma, entrata in vigore nell’A.A. 2001/02, prevede, coerentemente con gli impegni intergovernativi del processo di Bologna, l’articolazione dei percorsi universitari in: corsi di laurea specialistica a ciclo unico e in corsi di laurea di tre anni, corsi di laurea specialistica di due anni e dottorati di ricerca. Il processo di riforma ha già fatto riscontrare risultati positivi, in particolare: si è avuto un incremento di circa il 33% di laureati nell’anno 2004 rispetto all’anno 2001. la riduzione di 6 punti rispetto al 2000 della quota di studenti che dopo il primo anno abbandona l’università riduzione dei tempi di inserimento nel mercato del lavoro. 374 Reclutamento del personale docente e ricercatore Un apposito d.d.l., in corso di approvazione in Parlamento, mira a rendere più rigorosi i meccanismi di reclutamento del personale docente di I e II fascia e più flessibili quelli per l’assunzione dei ricercatori con contratti a tempo determinato. L’obiettivo è quello di allargare la base del personale di ricerca in modo da consentire, nei prossimi tre anni, il reclutamento di 10.000 giovani in settori prioritari per lo sviluppo del Paese (ICT, bioingegneria, robotica, nanotecnologie, bioscienze, etc.). 375 Valutazione del sistema universitario A partire dall’anno 2004 le risorse finanziarie ordinarie per le università sono state ripartite anche sulla base della valutazione dei risultati ottenuti, con idonea garanzia dei servizi erogati. L’attribuzione viene collegata, con la necessaria gradualità, alla valutazione delle seguenti voci: 30% domanda da soddisfare, misurabile in termini di studenti iscritti, considerando il loro numero, l’anno di corso frequentato, la durata degli studi, il numero di studenti che non sostengono esami; 30% risultati dei processi formativi, misurabili annualmente in termini di esami (crediti) acquisiti; 30% risultati delle attività di ricerca scientifica; 10% incentivi specifici. Tale modello entrerà in vigore gradualmente e sarà a regime nel 2007. 376 Alloggi e Residenze Universitarie 1. Il progetto nasce dall’attuazione della legge n.338/00, recante disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari e risponde all’esigenza di realizzare interventi necessari per l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’adeguamento alle vigenti disposizioni in materia di sicurezza e per la manutenzione straordinaria, il recupero e la ristrutturazione di immobili già esistenti, adibiti o da adibire ad alloggi o residenze per gli studenti universitari, nonché per interventi di nuova costruzione e acquisto di aree ed edifici da adibire alla medesima finalità. 2. Dopo un articolato iter istituzionale che si è concluso con la pubblicazione nel S.O. n. 57 alla G.U. n.77 del 4/4/05 del Decreto Ministeriale di approvazione del Piano degli interventi per alloggi e residenze per studenti universitari, si è in attesa della conclusione dei termini, inizialmente fissati in 120 giorni, differiti, con D.M. n.26 del 12/7/05, alla data del 30 settembre p.v., entro cui i soggetti proponenti devono inviare la documentazione integrativa prevista per la realizzazione degli interventi approvati e contenuti del citato Piano. 3. Il progetto si propone un obiettivo generale e di rilevanza sociale attraverso l’apertura di numerosi cantieri che creeranno nuova occupazione per l’avvio di opere quali: • interventi di nuova costruzione; • ampliamento di alloggi o residenze già esistenti; • abbattimento delle barriere architettoniche; • adeguamento degli impianti alle vigenti disposizioni in materia di igiene e sicurezza; • manutenzione straordinaria; • recupero, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, restauro. In relazione a tali interventi verranno resi disponibili n.11.500 nuovi posti che si andranno ad aggiungere agli interventi di ristrutturazione per n. 4.500 posti già esistenti in varie residenze universitarie, sviluppando un totale di 16.000 nuove unità abitative. 4. Alla realizzazione degli interventi previsti concorre, tramite 377 cofinanziamento, il MIUR che, a norma dell’art.17 della legge n.3/03, affida alla Cassa Depositi e Prestiti S.P.A. la gestione dei relativi fondi tramite una convenzione, stipulata tra le parti, in data 30/6/05, il cui decreto di approvazione, già formalizzato dal MIUR, è all’approvazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. 5. I tempi previsti per la realizzazione degli interventi contenuti nel piano sono correlati alle rispettive tipologie ma mediamente possono indicarsi in circa 36/40 mesi. 6. L’ammontare del cofinanziamento al massimo del 50% del valore degli interventi ammessi è di 559.135.654 euro che si aggiungono alle risorse messe a disposizione dai soggetti richiedenti. 378 Internazionalizzazione dell’ Università A partire dall’anno 2002 è stata implementato il sostegno a programmi di internazionalizzazione universitaria che contemplino la mobilità di studenti, docenti, dottorandi e assegnisti di ricerca. Dal 2004, questa azione (nota del MIUR 1.12.2004) può contare su un incremento del budget del 50% che nel triennio 2004-06 è di 15 Meuro, ripartito tra varie aree geografiche di rilevante interesse per la cooperazione. L’approvazione della legge 11 luglio 2003 n. 170 istituisce un fondo di 12,7 Meuro, per favorire la mobilità degli studenti. Il fondo sostiene la mobilità internazionale degli studenti nell’ambito del Programma Erasmus. 379 Retribuzioni dei ricercatori In base alla Legge n° 43 del 31 marzo 2005, la retribuzione dei ricercatori universitari diventa pari al 70% di quella dei professori associati a tempo pieno dopo un anno di servizio (anziché dopo tre). 380