Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento Galleria dell

Transcript

Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento Galleria dell
COMUNICATO STAMPA
DAL GIGLIO AL DAVID
Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento
Galleria dell’Accademia
14 maggio - 8 dicembre 2013
Dal Giglio al David, dal Comune alla Repubblica.
Unica fino ad oggi nel suo genere, la mostra. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento presenterà al
pubblico quelle opere d’arte di epoca comunale e repubblicana, nate originariamente per
arricchire i palazzi pubblici di Firenze, gli edifici che ospitavano le magistrature che
amministravano la città, le sedi delle Arti - le antiche corporazioni dei mestieri - la cerchia di
mura cittadine.
L’esposizione prenderà in considerazione “temi artistici profondamente appartenenti alla storia, alla fede, alla
mercatura, alla creatività e in una parola a innumerevoli aspetti della società fiorentina nei suoi secoli d’oro” (Cristina
Acidini).
Tra questi l’araldica cittadina, la religione civica, gli emblematici luoghi legati al potere cittadino
come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti
quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed
offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d’arte. Chiave che sottolinea come
anche a quell’epoca si desse importanza alle immagini come mezzo per la comunicazione e la
propaganda, attenzione riposta in particolare dai gruppi che detenevano il potere a Firenze in
età comunale e repubblicana, prima che l’ascesa dei Medici modificasse profondamente l’assetto
politico ed estetico della città.
Le opere che comporngono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di
riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi
noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota
di fortuna, dell’eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori
Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo)
e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e divenuto emblema della Firenze
repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo.
Sono soprattutto immagini religiose quelle salvatesi dall’ingiuria del tempo, come testimoniano le
molteplici raffigurazioni della Madonna in maestà, dei santi patroni, di episodi evangelici esemplari come
l’Incredulità di San Tommaso, immagine collegata all’amministrazione della giustizia e
all’accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria dell’Accademia; Affresco staccato nel
Palazzo dei Vicari, Scarperia).
Alcuni rari disegni rinascimentali (Andrea del Sarto, Studi per figure maschili appese per un piede, Gabinetto
Disegno e Stampe degli Uffizi) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture murali situate
in luoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con dettagli raccapriccianti, fatti e personaggi invisi
alla città di Firenze.
Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo per il quale lo scultore Donatello
eseguì la statua della Dovizia (Abbondanza), oggi perduta, ma documentata in mostra da derivazioni
realizzate nei secoli seguenti (Digione, Musée des Beaux- Arts; Minneapolis, The Minneapolis Institute
of Arts)
Anche la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura
costituivano un’altra occasione per celebrare la città e i suoi alleati.
Particolare rilievo nell’esposizione sarà dato alle Arti, vero motore economico della Firenze comunale
di cui gestivano di fatto il potere politico; l’iscrizione ad una delle corporazioni era condizione
imprescindibile per poter partecipare alla vita politica della città e i Priori delle Arti governavano a
Palazzo Vecchio.
La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui
pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto
dell’antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d’arte.
L’esposizione sarà anche un’occasione per valorizzare il territorio cittadino richiamando l’attenzione
sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte e favorendo la conoscenza e, quando possibile,
la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.
La mostra è curata da Daniela Parenti e Maria Monica Donato - che hanno curato anche il catalogo
edito da Giunti - e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico
ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Galleria dell’Accademia, Firenze
Musei, Archivio di Stato di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con il Patrocinio della Scuola
Normale Superiore di Pisa.