1. L`UOMO E L`ENIGMA
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1. L`UOMO E L`ENIGMA
1. L’UOMO E L’ENIGMA-UNIVERSO "Benché la scienza possa risolvere il problema di come l’universo ha avuto inizio, non è in grado di rispondere alla domanda: ‘perché l’universo si è dato la pena di esistere?’ Io non ho una risposta da dare.” (Stephen Hawking, Buchi neri e universi neonati, Rizzoli, pag. 112) Emozioni Lo sguardo al cielo. Assorto. La sera è limpida e lo spettacolo che si apre è di una bellezza straordinaria: una miriade di stelle più luminose del solito, costellazioni dai contorni nitidi, una luna ammaliante, qualche stella cadente. L’emozione è intensa. Non è la prima volta che, insieme, guardano lassù, ma questa volta – su un sentiero di montagna - sono letteralmente catturati da quei puntini che brillano: si sentono in qualche modo inondati dall’infinito, stregati. E’ soprattutto lei che vibra dal di dentro attratta dall’atmosfera d’incanto. Le sembra di essere di fronte ad un quadro sovrumano, divino. Le sembra proprio di vederlo Dio. Sì: come si potrebbero spiegare queste meraviglie senza un Artista? Lo confida a Giorgio. “Laura, capisco quello che provi. Anch’io sto provando una sensazione rarissima. Una sensazione che sarebbe ancora più forte se ci avventurassimo oltre il sistema solare: in questo caso ci troveremmo di fronte ad un enorme numero di galassie! Ma queste sono percezioni umane: lassù vi è, infatti, ben poco del fascino che appare a noi mortali.” “Ma non mi dici che stai provando anche tu una sensazione straordinaria?” “Certo, ma si tratta, appunto, di sensazioni. Se dovessimo viaggiare in cielo, ogni fascino cadrebbe. Cosa sono, ad esempio, le comete? Neve sporca, sabbia, ghiaia. La loro coda? Ghiaccio sublimato quando sono nelle vicinanze del Sole.” “Giorgio, guarda una stella che cade! Non ti emoziona?” “Mi emoziono come te, ma in realtà non vi sono stelle cadenti. Lo sai bene che si tratta di massi che precipitano nell'atmosfera terrestre! E cosa sono, poi, le stelle? Ammassi di gas. Ti sembra possano essere ‘belli’ degli ammassi di gas?” “Non puoi negare che la tavolozza di un tramonto, ad esempio, sia qualcosa di meravigliosamente bello.” “I colori sono solo semplici immagini retiniche. Non ci sono ‘meraviglie’! E, quindi, perché mai dovremmo scomodare un Artista divino?” Velocità da capogiro: stiamo orbitando intorno al centro della Via Lattea a 250 Km al secondo e la Via Lattea, a sua volta, sta ruotando su se stessa a 600 Km al secondo! Laura e Giorgio si confrontano. Lo fanno quasi sottovoce per non disturbare l’incanto. E lo fanno, naturalmente, sulla base del loro background. Lui è il classico mostro di logica, tutto razionalità, con alle spalle studi di fisica ed una brillante carriera come ricercatore. Lei ha, invece, un temperamento romantico, ma è tutt’altro che fuori dal mondo: studi classici, una laurea in Scienze politiche ed ora manager affermata. In comune: una grande passione per l’astronomia. Giorgio, naturalmente, vola alto leggendo direttamente testi scientifici, mentre Laura si accontenta di opere divulgative. Parlano e si sorprendono della diversità dei loro punti di vista. Si conoscono da un po’, ma un argomento del genere non l’hanno mai affrontato, forse perché sempre indaffarati o forse perché non hanno mai trovato l’occasione: ci è voluta la vacanza qui sulle Dolomiti ad offrirla; ci sono volute le stelle. Si siedono su una panchina. “Giorgio, colori o no, bellezza o no, siamo davanti a qualcosa di imponente che sarebbe inspiegabile senza un Autore. Non credi? Come si potrebbero spiegare altrimenti i miliardi di stelle (circa 300 miliardi solo nella nostra galassia)? E come spiegare i miliardi di galassie? Siamo di fronte ad un universo praticamente immenso: tu sai bene che vi sono super-ammassi di galassie che presentano un diametro di centinaia di milioni di anni-luce e sai bene che sono stati ‘osservati’ in cielo oggetti lontani da noi anche oltre 10 miliardi di anni-luce! Ti pare possibile spiegare tutto questo senza un Creatore Onnipotente? La scienza avrà pure spoetizzato il cosmo, ma non ha certo eliminato l’esigenza di una spiegazione divina! Io sono convinta, anzi, che più l’uomo esplora il cosmo, più si trova davanti al mistero!” “Ma che bisogno c’è di tirar fuori l’idea di un Creatore? La miriade di stelle e di galassie che conosciamo è solo il risultato di un'esplosione iniziale. Tu dici che l’universo è pressoché immenso. E’ un fatto, tuttavia, che circa 13 miliardi di anni fa era contratto in un punto più piccolo di una pallina da golf.” “E’ vero, Giorgio, ma è anche vero che le galassie sono raggruppate in modo "ordinato": ammassi, arcipelaghi, super-arcipelaghi. Stelle e pianeti - che sono sferici – ruotano intorno a se stessi. Così pure le galassie.” “E’ tutto vero, Laura. Come è vero che siamo colpiti dalla velocità con cui la Terra – assieme agli altri pianeti ed allo stesso Sole - orbita intorno al centro della Via Lattea: 250 km al secondo!” “Non solo: la Via Lattea, a sua volta, si muove intorno a se stessa alla incredibile velocità di 600 km al secondo!” “E’ vero. Sono velocità sbalorditive di fronte alle quali noi stiamo a bocca aperta. Pensiamo, poi, che i pianeti si muovono intorno al Sole su orbite che sono sullo stesso piano.” “Giorgio, siamo di fronte ad una giostra che non può non destare stupore. Non posso credere che una tale giostra sia spiegabile senza un'Intelligenza divina, senza – quanto meno – un Progettista superiore all’uomo.” Un attimo di pausa. Laura e Giorgio si guardano intorno. Anche la natura appare loro ricca di fascino: le rocce che si stagliano nette contro il cielo, le macchie di brugo purpureo che coprono le scarpate, il fresco profumo della resina. Tutto appare avvolto da un’atmosfera di mistero: anche il monotono sciacquio del ruscello, anche la neve che – lassù – brilla al pallore della luna. Cielo e Terra sembrano fondersi. L’emozione si fa più intensa. Un’emozione che non è per nulla incrinata dallo scontro di posizioni. Laura e Giorgio vedono se stessi immersi in questa magia. Tutto appare loro trasfigurato. Si guardano con dolcezza. Intanto sentono in lontananza il triste lamento di gufi, un richiamo che rende ancor più percepibile, più tangibile l’aria misteriosa. “Perché mai, Laura, insisti nel volere spiegare a tutti i costi questa giostra con un’Intelligenza divina? La scienza spiega benissimo l’ordine che descrivi in modo del tutto naturale. I corpi celesti sono in larga parte sferici? Lo sono semplicemente per via della forza gravitazionale che opera su ogni punto in modo omogeneo. I pianeti hanno orbite che sono collocate sullo stesso piano? Questo avviene perché il sistema solare è nato da un disco di polveri rotanti che in seguito si è condensato in pianeti. Tutto ha cause perfettamente ‘naturali’, scientificamente accertabili.” “Cause naturali? Da miliardi di anni i Pianeti compiono il loro moto di rivoluzione intorno al Sole in modo regolare: non è mai successo che un pianeta sia precipitato sul Sole o che sia schizzato lontano dal Sole! Siamo davanti ad un ordine mirabile, assolutamente inspiegabile dal punto di vista naturale.” “Laura, l’ordine di cui parli non è oggetto di dubbio, ma non vi è alcun bisogno di scomodare un’Intelligenza: i pianeti si muovono intorno al Sole per via della forza gravitazionale di quest’ultimo. Senza questa forza i pianeti fuggirebbero via.” “Ma perché non precipitano sul Sole? Tu sai benissimo che esiste una forza centrifuga che riesce a controbilanciare quella gravitazionale. Ora come si potrebbe spiegare tale forza se non con un impulso iniziale di Dio? Del resto è questa un’idea dello stesso Newton”. “Perché mai dovrebbe esserci un impulso divino? L’universo ha avuto un’evoluzione e tale forza non è altro che l’effetto di stadi precedenti.” Cannibalismi galattici: Andromeda sta precipitando sulla nostra galassia e noi siamo risucchiati dall’ammasso della Vergine! Laura si trova subissata da una valanga di obiezioni, ma non demorde. Ella è cattolica, anche se non praticante. E’ cresciuta all’interno della visione cristiana del mondo, una visione del mondo che non ha mai messo in discussione. Neanche quando al liceo classico ha incontrato dei filosofi atei. Neanche dopo essersi confrontata per tre anni con un professore di filosofia apertamente agnostico: ricorda ancora le accesissime discussioni in classe. Per lei Dio non è mai stato un ‘problema’, ma solo una certezza. Addirittura una presenza. Una presenza dominante. “Giorgio, non puoi, comunque, negare che nell'universo vi sia un'armonia che colpisce ogni uomo, un’armonia che le scoperte scientifiche hanno sempre più evidenziato. La scienza ha scoperto le ‘leggi’. Ora non vedo come tali leggi possano essere spiegate senza un ‘Legislatore’.” “Armonia? Come si spiegherebbe, allora, quello che viene chiamato il ‘cannibalismo’ tra stelle e, addirittura, tra galassie? Sai bene che Andromeda sta cadendo addosso alla nostra Via Lattea e la Via Lattea, a sua volta, è attirata dall’ammasso della Vergine e da quello dell’IdraCentauro. Le galassie accrescono in massa ed in splendore semplicemente ‘cannibalizzando’ le vicine che presentano una dimensione più contenuta. E sai pure che la stessa Terra sarà bruciata dal Sole nel momento in cui - tra circa 5 miliardi di anni - questo subirà un collasso! Non vedo come tutto questo possa conciliarsi con l’ordine che tu decanti.” Laura ha la sensazione di essere spiazzata. Apprezza la capacità dialettica di Giorgio, la sua prontezza nel risponderle con argomentazioni stringenti. Ma ha anche fiducia nelle proprie risorse intellettuali. Non ha alcuna difficoltà, poi, ad utilizzare nel modo più opportuno le sue conoscenze scientifiche. Riflette un attimo e, poi, riprende. “Senti, Giorgio, anche i cosiddetti fenomeni violenti esistono perché vi sono leggi “naturali”: vi sono “leggi” secondo le quali stelle e galassie attirano ed assorbono altre stelle e galassie e secondo cui una stella è destinata a collassare.” Giorgio è colpito dalla lucidità di Laura. Ma… non si sente affatto in difficoltà. Ha l’impressione di giocare in casa, di muoversi su un terreno a lui consueto: il terreno dello sperimentabile. Un terreno che lo ha portato ad acquisire nel corso della ‘ricerca’ un habitus scientifico, un modo di vedere che esclude a priori qualsiasi dimensione non soggetta ad una qualche sperimentazione (anche di tipo mentale). Non che sia ateo. Semplicemente per lui Dio non costituisce alcun ‘problema’, perché i problemi sono solo quelli della scienza, quelli, cioè, che si possono affrontare col metodo scientifico. Mostri che riescono ad inghiottire l’intero sistema solare “Senti, Laura, tu parli di armonia, ma nell’universo esistono dei veri e propri ‘mostri’ quali i ‘buchi neri’ che presentano una forza gravitazionale enorme. Nei centri delle galassie ne esistono di pesanti quanto un miliardo di soli: si tratta di mostri che potrebbero inghiottire l’intero sistema solare! E un buco nero gigante pare vi sia anche nel cuore della nostra galassia!” “Lo so, Giorgio. So che un piccolissimo buco nero dalla dimensione di un atomo potrebbe fagocitare migliaia di tonnellate di materiale! E so che ogni stella con una massa di quattrocinque volte superiore a quella del nostro Sole è destinata - dopo il collasso - a diventare un buco nero. Ma questo cosa prova? Niente. Siamo sempre di fronte a delle ‘regolarità’, quindi a ‘leggi’ e le leggi non ci sono senza un Legislatore!” “Laura, tu insisti nel parlare di leggi. Ma… non stai, forse, usando un’arma che appartiene ai secoli di Galileo e di Newton? Non è azzardato, oggi, parlare ancora di ‘leggi’?” “Perché no? Ci troviamo di fronte a delle ‘norme’ che regolano tutti i corpi celesti. Questo vuol dire che si tratta di ‘leggi naturali’, di leggi che appartengono, cioè, alla ‘natura’ dell'universo.” “Leggi naturali? Si tratta solo, più modestamente, di congetture, ipotesi, teorie: in campo scientifico non vi sono certezze assolute!” Laura ha un momento di smarrimento. Ha la sensazione di aver costruito un castello sulla sabbia: se non esistono ‘leggi’, perché mai introdurre un Legislatore? Dovrebbe ripartire da zero, seguendo altre piste, altre ipotesi di lavoro. Un attimo di esitazione. Poi… “Sì, è vero. Però, non puoi negare l'esistenza di conferme a determinate teorie. Se, ad esempio, tu andrai sulla Luna, là peserai sempre un sesto rispetto al peso che hai sulla Terra. Se ti posassi sulla testa di una cometa, peseresti come una farfalla, proprio come previsto dalla scoperta di Newton! Non si vuole parlare di ‘leggi”? Non possiamo, però, non parlare di ‘regolarità’!” Giorgio comincia ad appassionarsi. Gli sembra di disputare una gara. Ed una gara serrata. Il suo orgoglio, poi, lo stimola a ricorrere a tutte le sue carte migliori. Non che voglia vincere: perché mai dovrebbe combattere contro Laura? Però il dialogo calzante lo avvince. E continua. “Senti: l'universo ha avuto origine – come sai – dal Big Bang. Questa, almeno, è la teoria prevalente, una teoria che spazza via in modo definitivo il ruolo tradizionalmente attribuito a Dio.” “Vuoi dire che è nato dal ‘caso’? Tutto è nato per caso? Anche la spinta iniziale? Anche la forza gravitazionale? Anche la trasformazione di gas in materia? Anche la durata del ciclo vitale del Sole? “Perché no? Non è solo un ‘caso’ che la nube di gas che si è sprigionata dal Big Bang si sia ‘materializzata’? Non è solo un caso che la spinta iniziale abbia consentito alle galassie di condensarsi? Un’espansione troppo veloce, infatti, avrebbe impedito tale condensazione! E non è un caso che siano prevalse percentualmente – nel momento in cui l’universo si è raffreddato - le particelle di materia rispetto a quelle di antimateria?” Laura si rifiuta di pensare al caso. Si tratta di un concetto che non riesce ad entrare nei suoi schemi mentali. E ribatte subito. “Ma... ‘perché’ i gas - che avrebbero potuto non trasformarsi in ‘materia’ - si sono effettivamente trasformati in materia? Perché la spinta iniziale è stata ben regolata, esattamente quella necessaria a produrre l’universo come lo conosciamo? Perché sono prevalse le particelle di materia?” Giorgio non ha dubbi: gli interrogativi di Laura sono legittimi. Sa, infatti, perfettamente che l’enigma dell’origine dell’universo è tutt’altro che dipanato. Ma ha anche l’impressione che Laura voglia cercare a tutti i costi conferme alla sua fede. E glielo dice. “No, Giorgio. Non si tratta di fede. Se sei sincero fino in fondo, non puoi non ammettere che il caso non spiega un bel niente. Tu sai, ad esempio, che nell'ipotesi venisse meno la forza gravitazionale, i pianeti si dissolverebbero trasformandosi in una nube di sassi. Come sai che un minimo cambiamento dell'intensità delle forze elettromagnetiche, cambierebbe le proprietà chimiche degli elementi sulla Terra producendo la fine della vita! E tutto questo ti sembra casuale? Mi rifiuto di crederlo!” “Lo so che ti risulta difficile pensarlo. Sono, comunque, convinto che ti sembrerebbe tutto diverso se tu guardassi l’universo senza le lenti della fede. La materia - almeno quella relativa al sistema solare – si è aggregata circa 5 miliardi di anni fa, diversi miliardi dopo il Big Bang, in modo del tutto naturale. E’ probabile che le molecole di gas, scontrandosi tra loro, abbiano incominciato a produrre un vortice, vortice che avrebbe fatto ‘condensare’ al centro l'idrogeno e l'elio che, come sai, si sarebbero formati nei primi minuti dell’universo. E tutto casualmente.” Laura ascolta con interesse le obiezioni di Giorgio, ma non riesce ad esserne attratta. Le sembrano poco credibili, tutt’altro che probabili. “Giorgio, ammettiamo pure – a livello di pura ipotesi – che quanto dici sia veramente successo. Rimarrebbe sempre da spiegare l’enigma dell’esplosione iniziale. Come sai, gli scienziati stanno ricostruendo il viaggio a ritroso dell'universo, ma non sono ancora arrivati al cosiddetto ‘punto zero’. Ora questo ‘punto zero’ ti sembra possa essere spiegato senza un Creatore?” “Perché no? Si ipotizza addirittura che siano esistiti altri universi che sono collassati prima del nostro.” Laura si ricorda bene che al Liceo le hanno insegnato che se non vi fosse – alla fine della catena - un principio eterno, si rinvierebbe all’infinito la soluzione del problema. “E cosa proverebbe questo? Si rinvierebbe semplicemente il problema!” “Questo è vero, ma questo non prova per nulla l’esistenza di un Creatore. E poi il tuo è un discorso meramente teorico. Un discorso, anzi, che non avrebbe alcun valore sotto il profilo della scienza. Perché mai porre dei limiti alla ricerca scientifica? Perché escludere che domani la scienza possa aiutare a dipanare questo enigma?” “Si tratterà, tuttavia, di congetture, di teorie!” “Sì, ma di teorie scientifiche, non puramente speculative!” Laura e Giorgio si alzano dalla panchina e riprendono a camminare. In alto riescono ad individuare delle baite. Camminano – mano nella mano – ascoltando il silenzio. Si avventurano sul sentiero lungo il torrente. L’erba è già bagnata dalla rugiada. Guardano con stupore lo specchio d’acqua che riflette – in piccolo – un po’ tutto lo spettacolo che c’è intorno: la volta celeste, la macchia scura della pineta e… le loro ombre. La luna riflessa sembra ancora più ammaliante. E… più intrigante... Poi Laura riprende. “Giorgio, anche se la scienza dovesse effettuare nuovi e – per ora - inimmaginabili passi in avanti, ci sarebbe sempre il bisogno di introdurre un principio eterno. Ora chi potrebbe essere il principio eterno se non Dio?” “Perché mai? Se il punto-zero è qualcosa di fisico, ciò da cui eventualmente deriva non può che essere fisico!” “Ci troveremmo, comunque, di fronte, a qualcosa di ‘eterno’!” “Ma perché ciò che è eterno dovrebbe essere chiamato divino?” “Sai benissimo che l’attributo “eterno” è considerato tradizionalmente una caratteristica divina.” “Ma… perché mai qualcosa di fisico non potrebbe essere ‘eterno’?” “Tutto ciò che è fisico nasce e muore. Lo stesso universo è nato ed è destinato a morire come sono nate e sono destinate a morire le singole stelle! Non vedo altra soluzione, Giorgio: per me il tutto si spiega solo introducendo Dio, un Dio che ha creato dal nulla quel punto-zero che, poi, ha fatto esplodere!” Un tormento, questo Dio. Laura glielo tira fuori di fronte ad ogni problema. Giorgio ha la sensazione che sia una sorta di tappa-buchi. Per lui i problemi sono solo scientifici e, quindi, sono affrontabili solo sotto il profilo scientifico. Chi c’è dietro il Big Bang? Si tratta di un quesito che per lui non ha nulla di scientifico. Non vede alcuna necessità di andare oltre l’orizzonte della scienza. La ‘ricetta’ di Laura, quindi, non lo convince. Anzi è convinto che il ‘rifugiarsi’ in Dio sia pericoloso per la scienza: che stimolo potrebbe avere la scienza a superare a mano a mano i problemi se si introducesse – con una bacchetta magica - Dio? Laura, al contrario, è consapevole della giustezza delle sue argomentazioni: tanto più che l’esigenza di introdurre la figura di Dio non è legata solo al problema dell’origine dell’universo. “Giorgio, lo sai molto meglio di me – che la scienza è ben lungi dal saper spiegare l’origine dell’universo: non lo sa e non lo saprà mai perché la scienza cerca di spiegare il ‘come’, non il ‘perché’! Perfino uno scienziato del calibro di Hawking si pone il quesito del ‘perché’ l’universo si è dato la pena di esistere.” “Ma non è un quesito scientifico.” “Okay. Ma l’uomo – in quanto uomo, non in quanto scienziato - il problema non può non porselo! Non parliamo, poi, del problema della ‘vita’! Non è un evento straordinario che in una piccolissima regione dello spazio (la minuscola Terra) che si trova alla periferia di uno dei miliardi di galassie esistenti nell'universo, sia nata la vita?” “E' sicuramente straordinario. Ma è un fatto che ha potuto formarsi sulla Terra perché questa si trova nelle condizioni ottimali (né troppo vicina, né troppo distante dal Sole) per l'insorgere ed il conservarsi di tale miracolo.” “Vuoi dire che tiri fuori ancora il ‘caso’”? “Certo. Siamo di fronte ad una serie di circostanze fortuite: lo stesso periodo di rivoluzione non troppo lento della Terra, la presenza della luna, l'acqua che forse avrebbero regalato alla Terra delle comete che qui sono precipitate.” “Tutto casuale?” “Perché escluderlo? E' un dato di fatto che la vita sulla Terra ha potuto raggiungere livelli piuttosto complessi perché la vita del Sole - che ha una durata più lunga rispetto ad esempio alle supernovae che collassano prima - ha consentito una lenta evoluzione! E’ un fatto, poi, che solo questo universo – che continua ancora ad espandersi dopo miliardi di anni – ha potuto permettere il raffreddamento necessario per il formarsi della vita: un universo che collassasse dopo un milione di anni, non potrebbe mai avere una temperatura inferiore a 3000 gradi!” “Giorgio, ti sembra che tutte queste coincidenze possano essere il frutto del caso? E poi la vita è troppo complessa per essere un prodotto casuale! Anche il celebre esperimento di Miller (che ha sottoposto a delle scariche elettriche un mix di idrogeno, metano, acqua ed ammoniaca ) non ha provato per niente l'origine della vita: si sono formati degli amminoacidi che sono ancora ben lontani dal fenomeno-vita!” “E' vero che l'esperimento di Miller del 1953 è ben lungi dall'aver spiegato l'origine di quel complesso fenomeno che è la cellula. Gli amminoacidi prodotti grazie all'esperimento, comunque, sono pur sempre dei mattoni delle proteine.” “E’ vero, ma siamo ancora lontani dalla vita!” Eventi apocalittici all’origine della vita? “Certo. Ma la scienza prima o poi spiegherà tutto. Vi sono, ad esempio, scienziati che sostengono che gli atomi quali il carbonio, l’ossigeno, l'azoto, il silicio, il calcio, il ferro, il piombo, l'uranio, l'oro che sono presenti sulla Terra - alcuni dei quali essenziali per la vita come la conosciamo noi - sono arrivati sulla Terra e sugli altri pianeti in seguito all'esplosione delle supernovae. Siamo di fronte ad uno scenario forse meraviglioso, forse apocalittico di respiro cosmico. “ “Non mi dirai che la vita ci è stata regalata dal cielo?” “Sto parlando di teorie. E' un fatto, comunque, che la vita ha potuto nascere nell'acqua. E l'acqua - come sai - pare si sia formata sulla Terra in seguito al vapore acqueo emesso dai vulcani ed in parte, forse, dalle comete (per un tempo lunghissimo la Terra ha aspirato grazie alla sua forza gravitazionale una grande massa di asteroidi e forse di comete). Ed é dall'acqua che si é sviluppata fino ad arrivare all'uomo.” “Potrai dire che l’acqua è stata una condizione, non certo la causa!” “L'origine sarà pure misteriosa, ma è un fatto che ad un certo punto, dopo milioni di ‘tentativi’ falliti, si è registrata la ‘combinazione’ vincente di elementi.” “Ma in questa ottica credo si possa ritenere altamente improbabile l'origine della vita.” “E' un fatto, tuttavia, che è nata ed è nata quando si sono create le condizioni naturali! Darwin, poi, non ha spiegato bene l'evoluzione degli animali fino all'uomo? Dove sarebbe il ruolo di Dio?” Laura e Giorgio discutono animatamente, ma lo fanno con un linguaggio misurato, tutt’altro che offensivo. Anche il taglio del loro discorso è calibrato proprio al fine di evitare possibili ferite. E’ l’amore che li frena. Un amore intenso. Un amore che li mette nelle condizioni ideali di “ascoltare” l’altro, di comprenderne le ragioni. Ogni tanto si guardano negli occhi con tanta tenerezza. Ciò nonostante, ognuno cerca di difendere le proprie posizioni. Senza, tuttavia, ostentare orgoglio. “Lo so, Giorgio, che stiamo ragionando da punti di vista diversi. Ma io non ho dubbi: senza un ‘disegno’ di un Progettista di gran lunga più intelligente dell'uomo, sarebbe un'impresa impossibile spiegare sia l'origine che l'evoluzione della vita. Ho la sensazione che la tua tesi riveli una cultura incapace di aprirsi al mistero, una cultura che pretende di spiegare tutto con la scienza.” “No. So benissimo che la scienza ha di fronte ancora un sacco di misteri. E so benissimo che la scienza elabora teorie a cui si può attribuire – tutt’al più – il carattere di ‘probabilità’, ma mai di ‘certezza’. “E allora perché – Giorgio - questo rifiuto del mistero?” La scienza, proprio perché è strutturalmente incapace di dare una soluzione definitiva ai problemi, lascerà sempre lo spazio alla fede. Se davvero l'ignoranza ha creato gli dei, sembra proprio che l'ignoranza sia destinata ad accompagnare l'uomo. La diffusione della cultura scientifica - forse - contribuirà a contenere l'ancora diffusissimo fenomeno religioso, ma non potrà spazzarlo via. Mai.” “Laura, insisto: come si può escludere che lo sviluppo della ricerca scientifica ridurrà progressivamente l’area del mistero? Anche se non vi sarà mai una risposta scientifica definitiva, è ormai certo che l'origine della vita ha cause naturalissime e non soprannaturali. Che all'origine ci sia una certa miscela di gas od un'altra non cambia affatto la natura della soluzione! E poi che l'origine della vita fosse un evento altamente improbabile è vero. Ma l'improbabilità non è forse dovuta all'ottica puramente ‘umana’? Ciò che nell’ottica ‘umana’ è impossibile, è successo - dopo tanti tentativi falliti – in milioni di anni.” Laura avverte una sorta di ribellione interiore a questa martellante ipotesi della casualità. No. Non vi vuole credere. Le sembra del tutto impossibile che quella meraviglia che è la vita possa essere figlia del caso. E che possa derivare dal caso addirittura l’uomo il cui cervello ha una complessità che non può non stupire qualsiasi scienziato. Certo, non esclude che in milioni di anni (cioè in un tempo al di fuori dalla portata dell’uomo) possano essere successe cose che l’uomo non è in grado di spiegare, ma le sembra del tutto improbabile che proprio l’uomo sia semplicemente il risultato di una combinazione casuale. E poi – pensa – l’uomo non è solo cervello: come spiegare la coscienza con l’evoluzione biologica? “Giorgio, supponendo pure che la scienza riuscisse domani a spiegare la vita sulla Terra (si tratta di un'ipotesi irreale se si rimane nell'ottica che la scienza non potrà mai raggiungere certezze definitive), come potrebbe spiegare la ‘coscienza’ umana? Non è la coscienza un ‘mistero’ assolutamente inspiegabile con un approccio scientifico? Come si potrebbe ridurre la ‘coscienza’, questa nostra ‘ricerca’, il nostro ‘ragionare’ sull'esistenza o no di Dio, ad atomi, a reazioni chimiche ed elettriche?” “La scienza ha risolto tanti cosiddetti misteri, quindi non vedo perché mai non possa risolvere anche questo.” “La tua fiducia nella scienza è sicuramente confortata dai tanti progressi fino ad ora effettuati. Il problema in oggetto, tuttavia, non è tout court oggetto esclusivo della scienza e, forse, neanche oggetto della scienza: la ‘coscienza’ è un fatto ‘privato’ e, in quanto tale, non può essere oggetto di un esperimento. Come si può entrare nella coscienza di un altro per ‘percepire’ quello che percepisce l'altro?” Una luce soffusa, misteriosa Cade una nuova stella. Il cielo è ancora più terso e in questo cielo le vette delle Dolomiti si stagliano giganti. Il fascino è ancora più misterioso. Laura e Giorgio continuano a provare forti emozioni. In più avvertono una sorta di liberazione. Sì. Si sono confrontati a lungo investendo non poche energie intellettuali ed ora si sentono liberati da una discreta dose di tensioni. Hanno la sensazione, inoltre, di essere più ricchi. Più ricchi perché si sono cimentati con un problema che ha assillato la mente di tanti uomini, un problema che loro – per ragioni diverse – non avevano mai affrontato seriamente. Più ricchi perché ognuno si è aperto al punto di vista dell’altro. Nessuno ha fatto cedimenti rispetto alla propria posizione, ma ambedue si sono sforzati di giocare le loro migliori carte per mettere in discussione la posizione altrui: un gioco straordinariamente arricchente ed uno sforzo che li ha resi più consapevoli. Giorgio non vedeva Dio dietro l’incanto del cielo e non lo vede neanche ora. Si rifiuta di pensare che i fenomeni di cannibalismo galattico rientrino in un disegno divino. Come si rifiuta di pensare che rientri in tale piano l’evento catastrofico che si realizzerà tra cinque miliardi, quando i due dischi della Via Lattea e della galassia Andromeda si schianteranno l’uno contro l’altro. Non che non veda un certo ordine nell’universo, non che non veda l’imponenza, ma è letteralmente sconcertato di fronte alla drammaticità di certi fenomeni cosmici come quei mostri che sono i buchi neri che attirano con la loro enorme forza gravitazionale. Prova un vero e proprio senso di sgomento nel pensare che quella concentrazione di massa che si chiama in gergo il Grande Attrattore ci sta attirando alla velocità folle di varie centinaia di milioni. Dove può vedere Dio? Forse dietro il Big Bang? Macché! Fa fatica a pensare che vi sia un Creatore, tanto più oggi che si ipotizza che esistono (o che sono esistiti) più universi e che dei buchi neri sono dei potenziali creatori di universi. E la vita? Sa che la scienza è ancora ben lungi dall’avere scoperto tutto, ma sa anche che è già stato accertato che i primi mattoni della vita quali il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno si sono formati all’interno di supernovae che hanno esaurito il loro ciclo vitale prima della nascita del nostro Sole e che sono stati scagliati – in seguito alla loro implosione-esplosione – in quello spazio interstellare in cui lo stesso Sole si è formato. Tutto preordinato? Non vuole crederlo. E’ più propenso a pensare che sia del tutto casuale che tali atomi – dopo un peregrinare di milioni di anni – siano approdati sulla minuscola Terra. Giorgio ha, tuttavia, la coscienza di dare una lettura dell’universo quanto meno incompleta, opinabile, di avere una concezione contro la quale esistono più che legittime argomentazioni. E’ del tutto consapevole che la scienza offre solo delle congetture, delle teorie che domani possono essere smentite. Anche Laura non cambia opinione. E’ sempre convinta che un Dio deve esistere. Anzi l’apertura di orizzonte che ha avuto grazie a Giorgio gli sembra confermare la sua certezza: tutto avviene secondo regolarità (anche gli stessi fenomeni violenti, anche lo stesso collasso del Sole che avrà come conseguenza l’annientamento della vita sulla Terra), regolarità che non possono che essere spiegate con un Legislatore. E’ letteralmente colpita, poi, dall’imponenza del cosmo (un’imponenza ancora maggiore in presenza di un multiverso): come è possibile – pensa – senza un Creatore? Come è colpita dalla vertiginosa girandola che è il mondo: se si considera solo la Terra, questa compie un'orbita intorno al Sole ad una velocità media di 30 km/s e segue - con tutto il sistema solare - il movimento rotatorio della galassia alla velocità di 250 km/s. Sono cifre da capogiro, impressionanti. Non ha dubbi, inoltre, che la scienza non sarà mai in grado di spiegare perché mai esiste qualcosa. Forse la scienza – riflette – riuscirà a spiegare gli stessi fattori che hanno fatto esplodere un’enorme massa concentrata in una… pallina da golf dando, così, origine all’universo che è oggetto della nostra osservazione, ma non potrà mai spiegare perché non esiste il nulla invece di qualcosa. Laura, poi, considera del tutto improbabile un’origine casuale di quella complessa macchina che è la vita, di quel microcosmo misterioso ed inimitabile che è il cervello umano. Non ha, quindi, cambiato opinione. Ma si sente, comunque, cambiata: non avrebbe mai immaginato che la sua convinzione avrebbe potuto essere messa così fortemente in discussione. “Ti ricordi, Giorgio, di Pascal? Egli riteneva che nell'universo ci sono sia segni della presenza di Dio che della sua assenza.” “E’ un fatto che esistono scienziati credenti e scienziati atei od agnostici. E questo è una prova lampante che le scoperte della scienza non portano automaticamente a Dio. Anzi ho la sensazione che lo scienziato credente arrivi alla fede non partendo da ‘segni’, ma viceversa: interpreta dei fenomeni come ‘segni divini’ proprio perché ha fede.” “Non ci voglio credere. Abbiamo conversato a lungo e io – come sai - non ho tirato fuori alcun argomento di fede. Ho solo ragionato cercando di spiegare ciò che la scienza non è in grado di spiegare.” “E perché io, allora, non sono arrivato alle tue conclusioni? Non è questa la prova che uno cerca conferme alle sue convinzioni di partenza?” “Io non sono così convinta. Non vedo come un ateo non possa arrivare a Dio esplorando proprio le meraviglie del cosmo. L’uomo le idee le può cambiare purché si trovi in mano delle argomentazioni convincenti.” “Io credo che le argomentazioni convincenti possano essere tirate fuori nel campo della scienza, della politica…, ma come possono esserci argomentazioni così forti a favore dell’esistenza di Dio? Se ci fossero, non vi sarebbero né atei né agnostici!” “Neanche l’argomento dell’ordine?” “ Ma… non potrebbe essere l'"ordine" un semplice schema mentale che abbiamo noi uomini? “Uno schema mentale? Come? L'ordine che c'è nel nostro cervello ce lo siamo inventati noi coi nostri schemi mentali?” “E' un fatto che noi ‘percepiamo’ le cose, i fenomeni in base a degli schemi mentali. Ora l'ordine può benissimo essere un nostro schema di umani. Nell'ipotesi esistesse Dio, chi potrebbe garantire che questo Dio vedrebbe il mondo con gli schemi di ‘ordine’, ‘bellezza’ che abbiamo noi poveri mortali?” “Forse hai ragione. Forse non esistono argomentazioni stringenti. Forse trovare o no Dio – come sosteneva lo stesso Pascal - dipende solo da noi: se noi lo cerchiamo veramente, se lo cerchiamo ‘gemendo’ (come dice lui), noi Dio lo troviamo.” “E’ una tesi che non mi ha mai convinto: sembra che per Pascal sia in qualche misura colpevole chi non trova Dio, colpevole di non averlo cercato soffrendo. Ora non vedo proprio perché non si possa cercare Dio - cercarlo seriamente - e non trovarlo.” “A me pare, invece, una tesi interessante: non si può pretendere di trovare Dio con l'evidenza matematica o con le sottigliezze logiche. Occorre cercarlo col cuore, con un atteggiamento di disponibilità, senza alcun orgoglio. Chi crede orgogliosamente solo nella scienza, nel rigore matematico, nell'evidenza di tipo geometrico, non potrà mai aprirsi al Divino!” “Ma… perché mai l'uomo dovrebbe abbandonare la razionalità per l'irrazionalità, il rigore matematico-scientifico per il ‘cuore’? Se lo facesse, non abbandonerebbe ciò che è più proprio dell'uomo per forme di irrazionalismo?” “Ma… come si può ridurre l’uomo alla razionalità ‘geometrica’? Io almeno ho bisogno - per vivere bene - di dare un ‘senso forte’ alla mia vita, un senso che né la matematica né la scienza sarebbero in grado di darmi.” E’ notte fonda. Laura e Giorgio lasciano il sentiero del torrente e si dirigono verso casa. Un’altra stella cadente. Di nuovo lo sguardo al cielo. La luna ha fatto un bel tratto di cammino. Così le costellazioni. La luce soffusa sulla pineta è ancora più spettrale. Più misteriosa.