non sei immorale
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non sei immorale
NON SEI IMMORALE: Devi crescere. Devi aumentare il fatturato. Devi vendere più prodotti. Quest'anno devi guadagnare più dell'anno scorso, e l'anno prossimo più di questo. Per crescere esistono due strategie: ridurre i costi e incrementare i ricavi. Ridurre i costi è facile. Una voce di spesa la tagli subito: la massa salariale. Che ci vuole? La tecnologia aiuta: ieri ci volevano dieci operai, oggi ne bastano cinque. Purtroppo un po' di «capitale umano» è indispensabile. Idea: lavoratori meno esigenti. Anzitutto paghi meno quelli attuali. Come? Precarizzali, così non ti seccano: «Non ti piace? Vattene. Tanto fuori c'è la fila». Contratti a termine o lavoro su chiamata e via andare. Poi delocalizzi. Europa dell’Est, Filippine, Pakistan, India, Cina: la scelta non manca. Smantelli le fabbriche e gli uffici dove i lavoratori sono strapagati, sindacalizzati, protetti da sistemi di sicurezza e costose assicurazioni, e affidi la produzione di beni e servizi in outsourcing a qualche azienda dei Paesi emergenti: gente sensibile alla protezione ambientale, sanitaria, sociale e sindacale perfino meno di te. Un bel risparmio. Ma non dimentichi forse qualcosa? Ops, è vero: i dipendenti precarizzati o disoccupati rimangono in braghe di tela. Ma proprio loro sono i tuoi potenziali clienti. Chi comprerà i tuoi prodotti e i tuoi servizi? Non certo i morti di fame laggiù, pagati una miseria dai tuoi schiavisti in outsourcing. Sempre quassù devi tornare a spacciare la tua mercanzia. Purtroppo la delocalizzazione sembra ostacolare la seconda strategia per la crescita: aumentare i ricavi. Sembra soltanto, però, perché tu sei davvero astuto. A credito Nuova idea: falli comprare a credito. La pubblicità veicola il messaggio: prendi oggi e paghi domani. Basta uno slogan efficace: «Ritira l'auto adesso. La prima rata è fra un anno!». La mamma dei gonzi è sempre incinta e i suoi figli abboccano a frotte. Acquistano a rate l'auto, ma anche il televisore, il telefonino, i vestiti, le vacanze. Siccome devono consumare a oltranza 4 (ricorda il mantra: «Crescere, crescere, crescere!»), non c'è limite al credito. Puoi finanziare le loro case al 105%: «Ti do tutti i soldi per la villa, e in più aggiungo una congrua cifra per il mobilio». Così la gente, consumatrice sempre e comunque, ingozzata a forza, si indebita per benino. A questo punto, il colpo di genio finale: impacchetti il debito in prodotti finanziari strampalati e incomprensibili e lo rivendi come investimento sicuro agli istituti previdenziali, per prendere anche i soldi di chi gonzo non è, ma è costretto dallo Stato a risparmiare per la vecchiaia. Così alla fine scoppia la bolla dei subprime, dei mutui concessi a condizioni ingannevoli, a chi non poteva permetterseli. Adesso è facile prendersela con loro perché si sono indebitati per comprarsi la casa e poi sono falliti in massa e hanno trascinato con sé l'economia di tutto l'impero. Prima però bisognerebbe chiedersi due cose. Chi li ha resi pezzenti? E chi ha fatto credere loro di potersi permettere, anzi di doversi permettere una casa di proprietà per essere qualcuno? Riassumo. Per risparmiare, precarizzi o licenzi e quindi impoverisci i potenziali clienti. Che però poi, per aumentare i ricavi, induci a consumare a forza di debiti. Infine quegli stessi debiti glieli rifili come investimento con l’avallo delle agenzie di rating. Una vera alzata d'ingegno. Il dogma Potrei biasimarti per la tua perdita del senso di solidarietà umana. Ma non lo farò. Perché tu non sei banalmente immorale: sei idiota. La tua plutocratica sicumera si fonda su un dogma irrazionale e pericoloso: la crescita a tutti i costi, sempre e a ol- tranza. Ma nemmeno quella ti basta. Anche la crescita deve crescere: «L'anno scorso siamo cresciuti del 3% e quest'anno solo del 2%! È una tragedia!». Non solo vuoi positiva la derivata prima, ma pure la derivata seconda. Ma fino a che punto? La fisica insegna che una crescita infinita non è un problema se il sistema è aperto. Cioè se ti circonda un ambiente dal quale puoi prendere risorse a piacimento e nel quale puoi scaricare rifiuti a volontà. Purtroppo, però, la Terra è un sistema chiuso. Più di Dresda, 1945. Macelleria su vasta scala. E poi si riparte con la crescita… di Marco Cagnotti SEI IDIOTA tanto non la puoi spremere. E non può contenere scarti, scorie, schifezze ad libitum. Ergo, oltre un certo limite non puoi andare. Un esempio? Il territorio. Quante case di vacanza vuoi costruire? Quanti alberghi e ristoranti vuoi aprire? Quando avrai cementificato tutto, il panorama sarà uno schifo e non verrà più nemmeno un turista. Come dici? «Da sempre le cose stanno così». Hai ragione: da sempre sussiste il dogma della crescita. Perché allora non è mai andato tutto a catafascio ben prima di adesso? Le ragioni sono tre. Tre ragioni Anzitutto, per molto tempo, il sistema ha potuto essere considerato, a tutti gli effetti pratici, aperto. Il vasto mondo era in gran parte inesplorato. Dunque per allargarti ti bastava attraversare l'Atlantico, scannare un po' di Amerindi e fregar loro le risorse naturali. Ti serviva forza lavoro? C'era lì l'Africa, piena di manodopera schiavizzabile, quindi a costo zero. Oggi il giochetto non funziona più, perché non c'è più un francobollo di terra che non sia stato sfruttato e/o inquinato. Dove scappi, allora? Quali nuovi mercati colonizzi? In quale buco remoto scaraventi le tue scorie? Inoltre non è vero che prima non è mai andato tutto a catafascio. Come la mettiamo con le crisi economiche ricorrenti, così inevitabili da essere ormai considerate connaturate al capitalismo? E su... e giù... e su... e giù... e su... e ogni volta che vai giù lasci sul terreno milioni di posti di lavoro e capitali immensi. Dopodiché ricominci a crescere. Eh, tu sì che sei scaltro. Così scaltro che hai perfino escogitato la terza soluzione, ossia la madre di tutti i disastri possibili e immaginabili: una bella guerra purificatrice. Non ci vuole molto: quattro, cinque, al massimo sei anni di macelleria su vasta scala. Crollo totale di ogni produzione, dall'agricoltura ai servizi passando per l'industria (salvo quella militare, eh!). Decine di milioni di morti. Alla fine, quando hai spianato per bene la qualità della vita delle masse rincitrullite con l'ideale di Patria, quando hai fatto «Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle oppure un economista». (Kenneth E. Boulding, economista, pacifista, poeta) un po' di spazio per un nuovo aumento demografico e per un nuovo boom economico, puoi riprendere a crescere. Più pimpante di prima. Ma ora, purtroppo, anche questo trucco te lo puoi scordare. Nell'ultimo mezzo secolo hai gestito le tue guerricciole per interposta persona nel Terzo Mondo. Ma oggi... nell'Occidente evoluto? Inconcepibile, lo sai bene. In conclusione, in questo pianeta globalizzato non ti puoi allargare e non puoi resettare il sistema con un'altra guerra mondiale. Eppure vuoi continuare a crescere. Chi, io? Io no Ma già sento il rimprovero: «È facile dire così. Forse non vorresti anche tu guadagnare sempre di più?». Chi, io? Io no. Non per forza, almeno. Certo, se mi regali 3.000 franchi al mese senza far niente, mica ci sputo sopra. Ma se per quei 3.000 franchi io devo sacrificare gli ultimi scampoli di vita familiare, di lettura, di passeggiate, di riposo... beh, grazie, allora ne faccio a meno. Tieniti pure i tuoi soldi. E poi per farci che cosa? Per comprare un'ingombrante fuoriserie di lusso che beve come un etilista? Oppure una villa di 30 stanze, nella quale non riuscirei a incrociare mia moglie neppure per caso? O magari altri 10 mila libri che non potrei mai leggere? È questo il nocciolo della questione. Io prima ho deciso che cosa voglio. Prima, capisci? Ho stabilito a priori quale benessere desidero. Materiale ma anche spirituale, affettivo, culturale. Solo dopo ho calcolato quanto devo lavorare e guadagnare per arrivare fin lì. Ci sono arrivato e poi mi sono fermato. Punto. Non voglio crescere oltre. Sto bene come sto. Come dici? Tu no? Ecco perché sei idiota. 5