citazioni txt LA TIGRE ELA NEVE

Transcript

citazioni txt LA TIGRE ELA NEVE
<E se penso al tuo corpo, difficoltoso e vago, la vertigine mi si porta via. . . >>
Da Vincenzo Cardarelli, Adolescente, in Opere, Mondadori, Milano1981 .
« [. . .] Certo non io. Se ti veggo passare / a tanta regale distanza, / con Ia
chioma sciolta / e tutta la persona astata, / la vertigine mi si porta via. / [...]
E penso come il tuo corpo / difficoltoso e vago / fa disperare l'amore I nel cuor
dell'uomo! […]»
<<...e mi lacera e mi dirompe».
Da Karin Boye, << Come posso dire>>, in L'altro sguardo . Antologia dette poetesse
del Novecento, Mondadori, Milano 1996.
<<Come posso dire se la tua voce è bella / so soltanto che mi penetra / e mi
fa tremare come una foglia / e mi lacera e mi dirompe».
«Quando mi baci trottano fuori i cavalli dell’Apocalisse».
Da Hermann Broch, Quando ci abbracciavarno, in L’epoca d’oro della poesia austriaca, Guanda,
Milano 1978.
“Quando ci abbracciavamo / trottavano, fuori, i cavalli dell’Apocalisse. / Non li abbiamo sentiti? Oh,
sì, li sentimmo, ma lo strepitio era tanto lontano / che a noi parve solo un disagio, / un grosso titolo
di giornale, una voce alla radio”.
«Guardarti è guardare la prima visione che dette fuoco alle stelle»>.
Da Dylan Thomas, Amore in manicomio,in Poesie, Einaudi, Torino 2002.
[E rapito alla fine (cara fine) nelle sue braccia dalla luce / io posso senza venir meno I/sopportare
la prima visione che diede fuoco alle stelle]
<<Tu, girasole impazzito di luce. . . »
Da Eugenio Montale, “Portami il girasole ch'io lo trapianti”, in Ossi di
seppia, in Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1984.
«[...] Portami tu la pianta che conduce / dove sorgono bionde trasparenze
/ e vapora la vita quale essenza;/I portami il girasole impazzito di luce».
«Ogni volta che i tuoi occhi si sollevano si accende il firmamento».
Da Ibn Zaydun (da quale opera, gli autori non lo ricordano).
«Ogni volta che i tuoi occhi si sollevano nascono le stelle».
<< Tutto quello che ti appartiene è ricco di grazia, perfino le tue amanti, perfino
le mie lacrime! »
Da Elsa Morante, Lettera, in Alibi, Garzanti, Milano 1988.
«Tutto quel che t'appartiene, o che da te proviene, / è ricco d’una grazia
favolosa: / perfino i tuoi amanti, perfino le mie lagrime […]».
<<Abbattimi come fa la tempesta, prendi tutto quello il che possiedo, invadi mio sonno e
rubami i sogni».
Da Rabindranath Tagore, Il giardiniere, in Canti d’offerta, Guanda, Milano 1986.
«[…] Abbattimi, / come fa ]a tempesta; / prendi tutto quello che possiedo;/I invadi il mio sonno I e
ruba i miei sogni […]».
“È una tempesta anche la tua dolcezza”.
Da Eugenio Montale, Dora Markus, in Occasioni, in Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1984.
<<[…] La tua inquietudine mi fa pensare / agli uccelli di passo che urtano ai fari / nelle sere
tempestose: / è una tempesta anche la tua dolcezza, / turbina e non appare, / e i suoi riposi sono
anche più rari […]>>
(Vittoria) “Oh amore ... uno stuolo di sogni e di pensieri mi riempie fino all'orlo. ogni cosa è
al colmo del fervore. Dalla mia gola alle stelle si alza la parola,come una cometa d’oro: ti
amo !”
Da Vladimir Majakovskij, Lettera al compagno Kostròv da Parigi sulla sostanza
dell'amore, in A piena voce, Mondadori, Milano 1989.
<< [. . .] Uno stuolo di sogni I e di pensieri / mi riempie I sino all’orlo. / Qui
/ anche agli orsi / crescerebbero le alette. / Ed ecco / da una mensa dozzinale,
/ quando / ogni cosa è al colmo del fervore, / dalla gola I alle stelle I si alza la
parola/I come una cometa d'oro […]».
«Oh, amore... uno stuolo di sogni e di pensieri mi riempie fino all’orlo. Ogni cosa è al colmo
del fervore.”
Da Vladimir Majakovskij, Lettera al compagno Kostròv da Parigi sulla sostanza
dell'amore, in A piena voce, Mondadori, Milano 1989.
[…] Uno stuolo di sogni / e di pensieri / mi riempie / fino all’orlo. / Qui / anche agli orsi /
crescerebbero le alette. / Ed ecco / da una mensa dozzinale, quando / ogni cosa è al colmo del
fervore.
Dalla mia gola alle stelle si alzala parola,come una cometa d’oro: ti amo!
Da Vladimir Majakovskij, Lettera al compagno Kostròv da Parigi sulla sostanza
dell'amore, in A piena voce, Mondadori, Milano 1989
“[…] Dalla gola / alle stelle / si alza la parola /come una cometa d’oro […]”
=======================================================
ROBERTO BENIGNI E VINCENZO CERAMI
Attilio è in piedi e si muove in mezzo a loro. Alle sue spalle una studentessa sta traducendo alla lavagna
alcuni versi di Omar Khayyam: «Niente io so del mare, della luna / ma so del vivere, del vivere san certo /
e salvare una vita, solo una / val più che popolar tutto un deserto».
ATTILIO Su, su, svelti, veloci ... piano, eh, con calma, non v'affrettate! Poi non scrivete subito poesie
d'amore, che sono le più difficili. Aspettate d'avere almeno un'ottantina d'anni. Scrivetele su un altro
argomento. Che ne so ... sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco ... Che non esiste una
cosa più poetica di un'altra, eh! Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro. Cos'è la poesia non
chiedermelo più, guardati nello specchio, la poesia sei tu.
I ragazzi ascoltano e prendono appunti.
ATTILIO Mi raccomando, eh? Inventate una cosa, trovate un sentimento nuovo, un'emozione. Questo dovete
fare, non fate fare tutto a Dio. Lui ha già inventato la pietà, la tenerezza, l'inquietudine ... E vestitele bene
le poesie, cercate bene le parole. Dovete sceglierle, a volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere. Da Adamo ed Eva,
addirittura. Lo sapete Eva quanto c'ha messo a scegliere la foglia di fico giusta? «Come mi sta questa ...
come mi sta questa ... come mi sta questa ... » Ha spogliato tutti i fichi del Paradiso terrestre ...
Innamoratevi! Se non vi innamorate è tutto morto, morto tutto è! Vi dovete innamorare e diventa tutto
vivo. Si muove tutto, se vi innamorate questa cattedra comincia a muoversi. Vi dovete innamorare! Vi
deve battere il cuore forte dentro ... tutun ... tutun ... tutun ... tutun ... fino a bruciare. Dovete essere freddi,
calcolare tutto, la poesia è numero, rigore ghiaccio! ...
Gli studenti sono costretti a girare continuamente la testa perché Attilio non sta mai fermo.
ATTILIO E lasciatevi andare, lasciatevi andare, buttatevi nel vuoto e allargate le ali mentre precipitate ... Ce
le avete le ali? Apritele, no? Apritele, apritele queste ali. .. È questa la maniera ... Fammi vedere gli
appunti, che mi sono scordato ... Questo è quello che dovete fare ... Non sono riuscito a leggerli... Mi sono
dimenticato ... Sperimentate! Siate originali, imitate, copiate ... avete capito? E non cercate la novità, la
novità è la cosa più vecchia che ci sia. Dilapidate la gioia, sperperate l'allegria, siate tristi e taciturni con
esuberanza. Fate soffiare in faccia alla gente la felicità! E come si fa? Per trasmettere la felicità bisogna
essere felici! E per trasmettere il dolore? Bisogna essere felici! Siate felici, dovete patire, stare male,
soffrire. Non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre! E se non avete i mezzi, non vi preoccupate,
tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto! Il resto è vanità delle vanità, avete capito?
In quel momento entra nell'aula Nancy. Senza dare nell'occhio, si mette in piedi in fondo alla stanza.
Guarda Attilio che tiene la lezione.
A TTILIO E poi dite la verità con delle belle menzogne, falsi!
Come la poesia. E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa o da cosi, be', buttatevi in terra,
mettetevi cosI. .. Aaah! Eccolo qua! È da distesi che si vede il cielo. Guarda che bellezza! Perché non mi
ci sono messo prima? .. Rimpicciolitevi, e tutto vi sembrerà grande. Volate altissimi, e tutto vi sembrerà
piccolo. Cosa guardate? I poeti non guardano. Vedono, i poeti. Non ascoltano, sentono!
Si avvicina a un muro e lo guarda con ostilità.
ATTILIO Fatevi obbedire dalle parole. Se la parola «muro» non vi dà retta, non usatela piu per otto anni,
cosi impara! Che è questo? Bah, non lo so ... Questa è la bellezza!
Un ragazzo si distrae. '
ATTILIO 'Mbuma, ma dove guardi ... sta' attento! (A tutti) Seguite le mie parole e non state a sentire quello
che dico. Dimenticate tutto, ricordatelo sempre.
Si gira verso la ragazza che sta alla lavagna.
ATTILIO Kathleen, fa' vedere quella traduzione. (Legge) «Nulla io so del mare, della luna; ma so del vivere,
del vivere san certo; e salvare una vita, solo una, val più che popolar tutto un deserto». Brava! Non è più
Khayyam, chissà che roba è però è bellissima. È talmente bella che l'originale è infedele alla traduzione.
Questo deve rimanere scritto qui per sempre, forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare. La lezione
è finita, arrivederci. Mario, aiuta Kathleen a cancellare, ciao.
I ragazzi escono, due di loro stanno cancellando i versi alla lavagna. Attilio sta riprendendo i suoi appunti
dalla cattedra.
ATTILIO (Ha visto Nancy) Le libero subito l'aula, professoressa Browning ...
NANCY La ringrazio, signor De Giovanni.
I due ragazzi escono e la salutano.