Economia del benessere

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Economia del benessere
Anno Accademico 2009-10
SCIENZA
DELLE
FINANZE
Prima lezione:
PRESENTAZIONE DEL CORSO
RIPASSO DI ALCUNI UTILI CONCETTI DI BASE
ECONOMIA DEL BENESSERE
Argomenti di finanza pubblica
affrontati in altri corsi
SES
VPPT
E
•Sistemi di Welfare (P.Silvestri)
•Federalismo fiscale (P.Bosi)
• Offerta, finanziamento e regolamentazione
dei servizi pubblici (M.C.Guerra – P.Bosi)
• Effetti redistributivi delle politiche pubbliche
(M.Baldini)
•Economia Pubblica corso avanzato (P. Bosi)
•Analisi costi-benefici (Baldini)
1
I TESTI DI RIFERIMENTO
P. Bosi (a cura),
Corso di scienza delle finanze
Il Mulino, Bologna, terza edizione 2006
(selezioni da alcuni Capitoli)
P.Bosi, M.C.Guerra
I tributi nell’economia italiana
Il Mulino, Bologna,decima edizione 2009
(selezioni indicate nel programma)
Conoscenze necessarie per
seguire il corso
• Elementi di Economia politica
• Con particolare riguardo alla
Microeconomia (scelta del consumatore e
teoria dell’impresa)
• Elementi di economia del benessere
RICEVIMENTO
- in ufficio n. 73 Ala Ovest: martedì
martedì e mercoledì
mercoledì 9-10
-email:
email: [email protected]
[email protected]
INFORMAZIONI
- programma del corso (che include le indicazioni
dei testi consigliati) e materiali didattici
sul sito della facoltà
facoltà : www.economia.unimo.it
pagina web del docente
2
L’esame:
Prova scritta, divisa in tre parti di uguale
importanza:
4 domande (vero/falso (da motivare) oppure
concetti da spiegare)
Domanda sulla parte teorica
Domanda sul sistema tributario italiano
• No esame orale
• Tutte le prove degli studenti P-Z saranno
corrette solo da Baldini
• Più della quantità, conta la qualità
• Sarà molto difficile copiare
Struttura del corso
1) Motivazioni dell’intervento pubblico: EEG, teoremi
fondamentali dell’Economia del benessere,
fallimenti del mercato
2) Teoria della distribuzione del carico fiscale ed effetti
economici delle imposte: effetti distorsivi
(variazioni prezzi relativi) sull’offerta di lavoro e di
risparmio, incidenza
3) Un quadro della finanza pubblica italiana:
evoluzione dei conti pubblici negli ultimi 30 anni,
bilancio dello Stato, legge Finanziaria
4) Le principali imposte in Italia: Irpef, Ires, Iva, Irap, Ici
Da ripassare: alcuni concetti di base della
microeconomia
Teoria del consumatore: curva di indifferenza, funzione di
utilità, saggio marginale di sostituzione, vincolo di bilancio,
effetti di variazioni di reddito e prezzi sul vincolo, effetto
reddito ed effetto sostituzione, elasticità della domanda.
Teoria dell’impresa: funzione di produzione, produttività
media e marginale, funzione di costo, costo medio e
marginale, funzione di profitto e suo grafico
Equilibrio di mercato
Surplus del consumatore e surplus del produttore
3
CHE COS’E’ LA SCIENZA DELLE
FINANZE
• La Scienza delle finanze o Economia
pubblica è la disciplina economica che studia il
ruolo dello stato in una economia di mercato
Le 3 domande chiave dell’Economia Pubblica
Perché lo Stato interviene nell’economia?
Come interviene?
Quali sono gli effetti economici del suo intervento?
Come vedremo, generalmente i mercati concorrenziali
producono esiti efficienti
Non è quindi facile giustificare l’intervento pubblico
Le 2 giustificazioni principali sono:
1) Fallimenti del mercato (efficienza)
2) Redistribuzione (equità)
4
Cosa fa lo Stato:
Richard Musgrave
The Theory of Public Finance
Mc Graw Hill, New York 1959
Ha schematizzato le 3 funzioni fondamentali dello Stato:
Allocazione (efficienza)
Redistribuzione (equità)
Stabilizzazione
ALLOCAZIONE
Lo Stato dovrebbe garantire l’efficienza del
sistema economico, superando i fallimenti del
mercato
REDISTRIBUZIONE
Obiettivo: realizzare una equa distribuzione
delle risorse
Î Lo Stato corregge la distribuzione delle
risorse realizzata dal mercato
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STABILIZZAZIONE
Lo Stato regola il livello dell’attività economica,
con gli obiettivi del pieno impiego e di una
inflazione sotto controllo
attraverso:
•La manovra delle spese e delle imposte
•Misure che incentivano l’attività produttiva
Visioni dello stato
Visione “weberiana” di Musgrave
• Lo stato benevolente – Il bene comune – la democrazia
rappresentativa
Le visioni sociologiche e la Public Choice
• Il conflitto – Le motivazioni politiche
Economia del benessere
Obiettivo: definire le
motivazioni teoriche
dell’intervento pubblico
6
TEORIA POSITIVA
E
TEORIA NORMATIVA
TEORIA POSITIVA
spiega le cause di un fenomeno
economico
Esempi:
Perché..
• un chilo di mele costa meno di
un’automobile?
• esiste la disoccupazione?
Lo scopo è capire perché si verificano certi
fenomeni
TEORIA NORMATIVA
Individua gli obiettivi di politica
economica e gli strumenti idonei
per il loro raggiungimento
Esempi:
Quali sono le politiche migliori…
• per ridurre la disoccupazione o l’inflazione?
• per distribuire tra i cittadini il carico tributario?
• per gestire il servizio di trasporto ferroviario?
Si basa su giudizi di valore
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L’ Economia pubblica si occupa sia dell’aspetto
positivo sia di quello normativo
Il contesto teorico più appropriato per discutere gli
aspetti normativi è la
ECONOMIA DEL BENESSERE:
studia quali condizioni devono essere rispettate
affichè la società raggiunga il massimo benesere
collettivo
assumono un rilievo particolare i concetti di:
EFFICIENZA e di EQUITA’
ECONOMIA DEL BENESSERE
Presupposti “filosofici”
• Individualismo metodologico
• Visione non organicistica della società
• Principio di Ottimo Paretiano
OTTIMO PARETIANO
una definizione formale
E’ una situazione in cui
non è possibile,
attraverso modificazioni delle condizioni di
produzione e scambio,
migliorare il benessere di un individuo senza
diminuire quello di qualche altro
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Poiché le possibili allocazioni iniziali delle risorse
tra gli individui sono infinite,
esistono infiniti punti ottimo-paretiani, uno per
ogni allocazione iniziale
Essi possono essere rappresentati, nel caso di
due individui, dalla frontiera delle utilità
La frontiera delle utilità è l’insieme delle allocazioni P-E
U2
.
A e C sono ottimi Paretiani
B non è un ottimo Paretiano
A
B
0
.
C
U1
Primo teorema dell’economia del
benessere
Un equilibrio di concorrenza perfetta
è Pareto-ottimale
9
Primo teorema dell’economia del
benessere
In un contesto di equilibrio parziale
l’ottimo paretiano concorrenziale è
caratterizzato da:
Prezzo = Costo marginale
ovvero:
Beneficio marginale = Costo marginale
P
Offerta
aggregata
Domanda
aggregata
Q
Ma Le condizioni di concorrenza perfetta,
presupposto per l’applicazione del Primo
Teorema dell’Economia del benessere,
si realizzano molto difficilmente
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ÎDal I teorema discende una prima motivazione
dell’intervento pubblico:
Se il mercato non è perfettamente concorrenziale,
l’intervento dello stato è giustificato per
correggere l’esito del mercato e avvicinarlo alla
condizione di concorrenza perfetta
Fallimenti del mercato (monopolio, beni pubblici,
esternalità, ecc.)
Giustificazione di efficienza dell’intervento pubblico
Anche se l’equilibrio concorrenziale è efficiente, non è
detto che sia anche equo, cioè che corrisponda ai
giudizi di valore distributivi che la società esprime.
Per trovare l’ ottimo sociale, è
necessario disporre di un criterio
di scelta tra i punti della frontiera
dell’utilità
Bisogna usare la
funzione del benessere sociale
Funzione del benessere sociale
W = W(U1, U2)
è il criterio in base al quale è possibile
ordinare tutti i possibili stati sociali
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FBS Benthamiana (Utilitarista)
W= U1+U2
U2= W - U1 è
l’equazione della curva di indifferenza
Ugualitaria:
U1 = U2
Rawlsiana (da John Rawls)
Rawls)
W = Min (U1, U2)
Per ogni FBS, è possibile definire una mappa di
curve di indifferenza sociali, cioè di insiemi di
allocazioni che producono lo stesso livello di
benessere sociale
FBS Benthamiana
U2
W = U1 + U2Î U2=W=W-U1
W1
W0
C
A
W1 > W0
A=B<C
B
45°
45°
0
U1
12
U2
Ugualitaria
.
. .
B
U1 = U2
D
A
B>A>D
45°
45°
0
U1
W1
U2
W0
Rawlsiana
.. .
.
C
W = Min (Ui)
D
B
A
45°
45°
0
C=A < B =D
U1
U2
Ottimo paretiano vs ottimo sociale
(FBS Benthamiana)
W0
Area dei miglioramenti
paretiani
B
C
A
0
U1
13
U2
W0 W
1
W2
A
C
B
0
U1
L’ottimo sociale soddisfa 2 criteri:
a) Un criterio di efficienza economica: si trova
sulla frontiera delle utilità, quindi rappresenta
il max benessere ottenibile da ciascun
individuo dato il benessere dell’altro
b) Un criterio di equità, incorporato nella FBS
U2
Data la frontiera delle U, la scelta di una certa FBS
condiziona l’
l’identificazione dell’
dell’ottimo sociale
45°
45°
Ugualitaria
U1= U2
Rawlsiana
B
.
C
W = Min (Ui)
Benthamiana
W= U1+ U2
45°
45°
0
U1
Al variare della FBS, cambia l’ottimo sociale
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Ma come si può arrivare all’ottimo sociale?
Secondo teorema dell’economia del benessere:
Ogni allocazione Pareto-ottimale può
essere raggiunta con un equilibrio
concorrenziale mediante l’uso di
imposte o trasferimenti in somma
fissa (lump sum taxes)
Il I teorema ci dice solo che il processo di scambio
concorrenziale ci porta su un punto che si trova sulla
frontiera delle utilità, ma può darsi che esso non
corrisponda alla tangenza tra la curva di indifferenza
della FBS e la frontiera delle utilità, cioè che non sia
l’ottimo sociale.
Con le imposte o trasferimenti lump sum, lo Stato può
cambiare le dotazioni iniziali, e quindi il processo di
scambio porterà l’economia al punto desiderato sulla FU.
Secondo teorema dell’economia
del benessere
U2
.
A
Lump
sum
tax
.
C
W2
W0
0
U1
15
Lump sum tax
• imposta (o trasferimento)
sul cui ammontare
il contribuente (o beneficiario) non può influire modificando i
propri comportamenti
E’ una imposta non distorsiva, che quindi non fa perdere
efficienza
Non altera i comportamenti individuali, perché è
commisurata a fattori esogeni, al di fuori dei
comportamenti individuali
Non ha effetti di sostituzione, ma solo effetti di reddito
Non modifica i prezzi relativi
Esempi di Lump sum tax
Se valgono entrambi i teoremi dell’Economia
del Benessere
esiste separazione logica
tra efficienza ed equità
• La concorrenza genera una situazione di
First Best (ottimo paretiano)
• Utilizzando lump-sum taxes si realizza la
distribuzione desiderata del benessere tra
gli individui (ottimo sociale)
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Nella realtà
non esiste un sistema di imposte in somma fissa in
grado di svolgere i compiti redistributivi richiesti
dal Secondo teorema
perché
richiede informazioni troppo elevate:
Una imposta fissa uguale per tutti sarebbe troppo
iniqua
Î Bisogna commisurare le imposte al reddito o ad
altri comportamenti osservabili (consumo, ecc.),
ma allora lo stato introduce distorsioni sui
comportamenti individuali, provocando perdite di
benessere
Se l’esito del mercato concorrenziale,
pur essendo un ottimo Paretiano,
definito per una data distribuzione iniziale
delle risorse,
è socialmente inaccettabile dal punto di vista
dell’equità,
tentativi di correggere la distribuzione
producono inefficienze,
Soluzioni di Second best
C’è TRADE – OFF tra efficienza ed equità
equità
U2
.
A
..
C
W2
B
W1
W0
0
U1
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Il trade-off Efficienza-equità
• La riforma X aumenta l’efficienza del
sistema
• Ma riduce il benessere di qualche gruppo
sociale
• Conflitto
Il trade-off Efficienza-equità
Se vivessimo in un mondo di First Best il
trade-off efficienza-equità non esisterebbe
Il trade-off efficienza-equità
Il conflitto esiste perché siamo in Second
Best e può nascere perché:
• abbiamo visioni alternative dell’equità
sociale
• nel tentativo di migliorare la situazione
iniziale si usano strumenti distorsivi
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Dimostriamo il primo teorema dell’economia del
benessere in equilibrio parziale
Strumenti: surplus del consumatore e del produttore
Un solo mercato, per il bene Q
Concorrenza perfetta
I consumatori massimizzano l’utilità, le imprese max il profitto
Domanda = somma orizzontale delle curve di domanda individuali
La curva di domanda esprime la valutazione marginale attribuita al bene (il prezzo
massimo che sono disposto a pagare)
(P’,Q’) è l’allocazione di equilibrio
γ
0Q’βγ= surplus lordo del consumatore =
utilità totale dei consumatori (la curva di
domanda è l’utilità marginale)
0Q’βP’ = costo del bene per i
consumatori = ricavo delle imprese
Î0Q’βγ - 0Q’βP’ = γβP’ = surplus netto
dei consumatori
P’
β
α
0Q’βP’ = surplus lordo delle imprese =
ricavo
0
Q’
0Q’βα = costo di produzione
Î 0Q’βP’ - 0Q’βα = αβP’ = surplus netto
dei produttori
Il benessere complessivo dell’economia è la somma dei SN dei consumatori e
dei produttori, cioè γβP’ + αβP’ =αβγ
Si può mostrare che vale il primo teorema dell’EB mostrando che qualsiasi
prezzo diverso da quello di equilibrio concorrenziale provoca una riduzione di
benessere sociale rispetto all’equilibrio concorrenziale.
Se il prezzo sale da P’ a P1,
γ
La domanda passa da Q’ a Q1
SN dei consumatori: da A+B+C ad A
SN dei produttori: da D+E a B+D
P1
P’
ÎNuovo SN totale: A+B+D
Î perdita : C+E
α
0
A
B
C
D
E
β
G
F
Q1
Q’
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Il benessere economico totale si
riduce anche se P si abbassa
rispetto al livello di equilibrio
concorrenziale
A
P’
P2<P’
B
P2
SN dei consumatori: da A ad
A+B+D
α
F
SN dei produttori: da B+C a C-D-E
0
(ricavi: C+F+G; costi: F+G+D+E
E
D
C
G
Q’ Q2
differenza: C-D-E)
Nuovo SN totale = A+B+D
+ C-D-E
=
A+B+C-E
Î Perdita = E
Il prezzo di equilibrio concorrenziale massimizza il
benessere sociale, dato dalla somma di SC e SP
Se lo Stato fissa il prezzo al di sotto
del livello di equilibrio, ad esempio
P2<P’, e non obbliga le imprese a
servire tutta la domanda:
A
P’
Le imprese offrono solo Q2
B
D
P2
C
E
SN dei consumatori: da A+C ad A+B
SN delle imprese: da B+E+D a D
0
Q2
Q’
SN totale: da A+B+C+D+E ad A+B+D
ÎPerdita secca: C+E = deadweight loss = riduzione del benessere
sociale derivante dalla impossibilità di effettuare scambi per cui il beneficio
eccede il costo
Esempio: equo canone nel mercato degli affitti
La quantità Q2-Q’ non può essere scambiata, anche se per essa B’>C’
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