Maggiori informazioni - Eurosportello Veneto

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TITOLO
Innovative Strategies for Sustainable
Coastal and Island Tourism
LUOGO E DATA
16 Giugno 2015
Hotel Bloom!
Rue Royale 250, B-1210 Brussels
ORGANIZZATORE
ECORYS Brussels
RELAZIONE
In data 16 giugno 2015 si è svolto il workshop in merito a “Innovative Strategies for
Sustainable Coastal and Island Tourism”, organizzato dall’ECORYS di Bruxelles.
Il rappresentante della Commissione Europea ha introdotto la giornata come possibile
momento di scambio di esperienze e punti di vista, al fine di poter discutere tra le varie parti e
migliorare le prassi e i progetti in atto per il turismo costiero e marittimo. Gli spunti di
riflessione previsti si concentrano sulla sostenibilità ambientale, sull’impatto sociale e sulla
connettività di tali aree, spesso costituite da zone remote che riescono ad usufruire di un certo
sviluppo economico esclusivamente tramite l’attività turistica. Attualmente varie azioni
europee sono in fase di finanziamento per il settore del turismo costiero e marittimo, ma
bisogna cercare di comunicare maggiormente al fine di incentivare e migliorarne gli effetti. Vi
sono zone infatti, come il sud d’Europa, che attraggono ogni anno milioni di turisti per le
proprie bellezze e particolarità ma che non dispongono di adeguate risorse ed infrastrutture
per sfruttare a pieno tale potenziale. Al fine di trovare nuovi modelli di business per un
turismo più sostenibile bisogna indagare ed analizzare a priori le specificità turistiche dei vari
e differenti paesi e studiarne come e attraverso quali politiche agire. L’attuale Business Model
si fonda sui principi classici quali la generazione di valore per il cliente, le formule di mercato
(branding, portafoglio di mercato, etc.), risorse chiave come le infrastrutture e i processi di
sviluppo e diffusione. Un celebre esempio di Business Model è costituito da Jan Bruisma,
fondatore di Booking.com il quale, avvisando delle lacune nel mercato dei viaggi online, decise
di creare tale piattaforma digitale divenuta ormai di fama internazionale. Attualmente
l’azienda ha un fatturato incredibile (circa 2 miliardi di utili nel 2014) e costituisce un esempio
di Business Model di successo. Bisogna valutare se e come modificare tale modello di base per
poter usufruire di maggiori e nuovi vantaggi.
Dopo i saluti e l’introduzione del rappresentante della Commissione Europea, tre esperti
hanno esposto i loro punti di vista in tre diversi panel di discussione.
1) Innovative Strategies in coastal tourism to strengthen sustainable coastal
economies
Johan Gille, consulente presso Ecorys e referente per il progetto Blue Growth con la DG
Mare, ha ricordato che il turismo costiero e marittimo, oltre ad essere il più vasto sottosettore
turistico, rappresenta un terzo delle economie blu. Si tratta di un’industria matura, esistente
da diversi decenni, e sempre più importante e fruttuosa nel tempo riuscendo al contempo a
rafforzare le economie interne dei vari paesi. Uno dei problemi più gravi di tale settore è
costituito dalla stagionalità poiché il turismo marittimo e costiero vede la prevalenza di afflussi
specialmente (e a volte esclusivamente) nelle stagioni estive. Inoltre vi è anche da
considerare il fattore della popolarità delle mete turistiche, che cambiano negli anni a seconda
dei gusti e delle tendenze dei clienti. Tali sfide sono visibili e comuni, e le autorità stanno
cercando un confronto per poter trovare il miglior modo di contrastarle, tentando di elaborare
una strategia europea che miri a stimolare la performance del settore e a raggiungere
maggiore sostenibilità ambientale e sociale. L’obiettivo proposto è quello di ottenere un
turismo sostenibile, nel medio lungo periodo, dal punto di vista economico, sociale e
ambientale. Infatti i turisti scelgono una determinata destinazione per tre fattori principali
ovvero i soldi, il cibo e il sole mentre non riescono ancora a tener conto della sostenibilità
come fattore fondamentale.
Nonostante il turismo sia stato uno dei settori meno colpiti dalla crisi economica, le persone
spendono e soggiornano sempre di meno, per riuscire a non rinunciare alle vacanze
nonostante le ristrettezze. Questa mancanza è visibile soprattutto nel Mediterraneo, invece
meno nel Mar Baltico. L’offerta turistica dovrebbe cercare di rispondere attivamente alla
domanda presentata, che cambia in continuazione e con grande velocità (per esempio
attualmente le persone preferiscono vacanze brevi ma più frequenti e ricercando soluzioni
alternative meno costose) ma purtroppo spesso non si riesce ad intervenire o non al momento
giusto. Inoltre questo settore è dominato da piccole e medie imprese per le quali è molto più
rischioso e faticoso riuscire ad investire. Le isole poi sono caratterizzate da un’altro handicap
che è composto dalla presenza del mare. Il mare rende più difficili i trasporti verso tali
territori, che non possono quindi essere raggiunti via auto e che necessitano di più
intensificate rotte aree e navali. Questa disponibilità di mezzi non è sempre così frequente e di
facile accesso, specialmente non in tutti i mesi dell’anno. Bisognerebbe di conseguenza
intensificare il ruolo delle politiche nell’aumento della connettività tra le isole. Anche le
possibilità in ambito lavorativo sono scarse, poiché le remunerazioni annuali medie sono molto
basse. Infine vi è il problema della congestione in alcune mete turistiche, come ad esempio
l’isola di Santorini che ogni estate viene letteralmente invasa di turisti, rendendola quasi
invivibile e facendo aumentare i prezzi in maniera esponenziale. Questo dimostra che l’Europa
non è ancora pronta ad affrontare l’arrivo di grandi masse turistiche, di cui potrebbe disporre
ad esempio dalle popolazioni asiatiche. Nonostante questi fattori negativi bisogna ricordare
che il turismo rimane un settore in crescita e sviluppo anche grazie alle invenzioni digitali e
alla sempre più frequente attenzione alla sostenibilità come fattore di scelta per la clientela. In
sintesi secondo Gille i problemi da intraprendere sono: aumentare l’offerta turistica e
diversificarla (anche attraverso il lancio di nuovi prodotti turistici), contrastare la stagionalità,
cercare di aiutare le autorità locali a trarne beneficio, migliorare le condizioni di lavoro e
tentare di sviluppare approcci più ecologici. In conclusione il relatore ha ricordato che le
strategie regionali possono essere più efficaci se attivate in cooperazione (con le industrie
private e il settore pubblico) e che sarebbe utile affrontare un approccio di integrazione,
valutando aspetti culturali, storici, ambientali, etc., non dimenticandosi di concentrarsi su una
visione a lungo termine e di attuare azioni coerenti con gli obiettivi posti.
2) Connectivity and Innovative Tourism strategies for islands and coastal regions
Tom Baum, professore di turismo internazionale presso la Strathclyde Business School of
Glasgow, ha sottolineato che non bisogna dimenticare che l’Europa è un continente con
moltissime differenze e specificità. Tra gli aspetti negativi da affrontare, il relatore ha
ricordato l’impatto delle crociere sulle PMI, gli spopolamenti invernali delle mete turistiche che
si tramutano in città fantasma senza alcuna attività e quindi il ricorrente problema della
stagionalità, i problemi di congestione, il rapporto negativo tra crociere e autorità locali, i
fattori politici e la necessità di valorizzare l’interland – entroterra delle isole e delle zone
costiere (magari attraverso l’organizzazione di attività sportive, visite turistiche alle città e
centri urbani in modo da rendere il viaggio più completo, i turisti e gli abitanti più soddisfatti).
Gli effetti della crisi stanno scemando anche se ancora presenti, e per contrastare questo
fenomeno si sono sviluppate forme di business differenti per cercare di incentivare il turismo
costiero, come la costituzione di Hotel d’elitè o l’organizzazione di eventi e festival al fine di
richiamare i turisti anche in diversi periodi dell’anno, l’attenzione e il rispetto verso la
sostenibilità, l’eco-turismo e altre nuove mode verdi.
Baum ha poi spiegato che nella psiche umana ognuno di noi associa il concetto di vacanza con
la visione del mare in quanto parte intrinseca della nostra cultura, eppure non è così in tutte
le parti del mondo e nelle diverse mentalità. Vi è quindi la necessità di studiare e comprendere
le esigenze a livello globale per poter accogliere un maggiore e più internazionale bacino
turistico. Secondo il relatore infine le isole sono territori confinati e per questo molto spesso
hanno minor impatto politico, oltre al fatto che la gente del posto può soffrire di tale
minoranza in senso psicologico poiché il mare, fonte di vita e alimentazione, è anche un
elemento di allontanamento e isolamento dalla terra ferma. D’altro canto però le isole
riescono a donare ai turisti un senso di tradizione, cultura, sicurezza, pace e tranquillità.
3) Highlights of the findings on innovative island and strategies in coastal tourism
Lars Olsen, former CEO al Knowledge Center for Coastal Tourism, ha introdotto il “Green
Destinations”, partenariato globale di 32 aziende che si occupa di indagare, studiare e
promuovere la sostenibilità e gli impatti ambientali nelle destinazioni costiere e marittime. La
metà delle destinazioni aiutate sono europee. Il partenariato si basa sui programmi e sugli
indicatori europei come l’ETIS e l’EGCS, cercando di fornire i mezzi e le informazioni alle
destinazioni turistiche per poter migliorare la propria offerta e aumentare gli introiti
economici. Si tratta della prima organizzazione al mondo nel settore, che continua a cercare di
coinvolgere un numero sempre più grande di attori nel mercato turistico. La Green
Destinations si occupa di analizzare varie categorie come la green economy, la natura, la
cultura, l’ospitalità, etc., studiando anche le opinioni degli utenti attraverso i commenti e i
tweet nei principali portali sociali e social network. Le tendenze principali evidenziate dagli
studi del partenariato, per quanto riguarda in special modo il Mediterraneo, sono, in ordine di
importanza:
- la ricerca dell’all-inclusive;
- la preferenza per il turismo di crociera;
- l’utilizzo della sharing economy;
- il forte impatto della stagionalità;
- la preferenza per le eco-label o etichette ecologiche;
- l’attenzione verso commenti degli altri visitatori.
Il relatore ha infine cercato di fornire alcuni esempi di possibili strategie utili ai manager delle
varie destinazioni quali la necessità di coinvolgere le autorità locali e gli abitanti nell’attività
turistica e ascoltare le esigenze dei clienti (anche attraverso i commenti su internet) per poter
accogliere le sempre più precise e particolari esigenze dei turisti. Bisogna infine cercare di
migliorare i mezzi di trasporto e l’accessibilità agli stessi.
Eseguito da
Arianna Bison
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Bruxelles
Av. de Tervueren 67 - B-1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510491
Fax +32 2 5510499
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