Rapporto in PDF - infoMercatiEsteri
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ISLANDA A cura di: Ambasciata d'Italia - ISLANDA Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese [email protected] Con la collaborazione di: Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE Camere di Commercio italiane all'estero www.infomercatiesteri.it INDICE PERCHE' Perchè ISLANDA Dati generali Dove investire Cosa vendere OUTLOOK POLITICO Politica interna Relazioni internazionali OUTLOOK ECONOMICO Quadro macroeconomico Politica economica Indicatori macroeconomici Tasso di cambio Bilancia commerciale Saldi e riserve internazionali Investimenti - Stock Investimenti - Flussi Barriere tariffarie e non tariffarie COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica Indici di Apertura al commercio internazionale Fattori maggiormente problematici per fare business Business Cost Indice Doing Business ACCESSO AL CREDITO Accesso al credito RISCHI Rischi politici Rischi economici Rischi operativi RAPPORTI CON L'ITALIA Overview Scambi commerciali Investimenti con l'Italia - Stock Investimenti con l'Italia - Flussi Flussi turistici ISLANDA PERCHE' PERCHÈ ISLANDA Energia "verde" a basso costo e ridotta tassazione alle imprese. Ambiente ideale per lo sviluppo di Centri di raccolta e gestione dei dati. Significativa crescita del turismo inbound. Incentivi agli investimenti esteri nel Paese. Settore media-cinematografia. Cofinanziamento di documentari naturalistici e storici sul Paese. Oltre l'85% dei consumi energetici del Paese è coperto da fonti rinnovabili. La capacità di produzione implementata è pari soltanto ad un terzo dell'effettivo potenziale energetico dell'Islanda. Tuttavia, le centrali - idroelettriche e geotermiche - oggi attive sono già in grado di soddisfare a prezzi estremamente competitivi il fabbisogno di industrie con processi produttivi ad elevato consumo energetico. La tassa sui redditi delle imprese (al 20%) è tra le più basse d'Europa. Energia "verde" a basso costo e ridotta tassazione alle imprese. Ambiente ideale per lo sviluppo di Centri di raccolta e gestione dei dati. Oltre il 90% del Paese è connesso in fibra ottica e collegato con l'Europa e gli Stati Uniti attraverso cavi sottomarini. I bassi costi energetici, l'elevata affidabilità delle forniture di energia e l'ampia disponibilità di spazi da destinare ad uso industriale fanno dell'Islanda una meta ideale per l'ubicazione di Data Center per la gestione informatica dei dati. L'Islanda ha registrato negli ultimi anni una forte crescita dei flussi turistici internazionali in entrata. 714 mila turisti stranieri hanno visitato il Paese nel 2012 (+ 45,5% rispetto al 2007). Il Parlamento ha approvato un piano di sviluppo del settore turistico al fine di aumentare le presenze straniere in Islanda (obiettivo di 1 milione di turisti all'anno entro il 2020) e di destagionalizzare i flussi turistici, oggi prevalentemente concentrate nel periodo estivo. I nostri operatori turistici potrebbe cogliere le opportunità offerte da questo mercato in forte espansione. Significativa crescita del turismo inbound. L’Act. No. 99/2010 “Incentives for Initial Investment in Islands” prevede l’erogazione di aiuti alle imprese per progetti di investimento nel Paese (escluso il settore finanziarioassicurativo). Nel corso del 2013 una commissione di esperti nominati dal Ministero dell’Industria e dell’Innovazione procedera’ alla riforma (parziale o totale) dei provvedimenti, che assicurano oggi un cofinanziamento del 20% dei progetti di investimento. Incentivi agli investimenti esteri nel Paese. Settore media-cinematografia. Cofinanziamento di documentari naturalistici e storici sul Paese. Le societa' di produzione e le reti televisive interessate a realizzare un documentario o un programma sulla storia e la natura del Paese possono richiedere un rimborso di parte (20%) delle spese sostenute nel Paese (vd, per magggiori dettagli www.filminiceland.com). Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ DATI GENERALI Forma di stato Repubblica parlamentare Superficie 103125 mq Lingua Islandese Religione Luterana (Chiesa Nazionale d'Islanda) per l'82% Moneta Corona islandese (ISK) Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 1 DOVE INVESTIRE Servizi di informazione e comunicazione Flussi turistici Prodotti della metallurgia Macchinari e apparecchiature Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi Servizi di informazione e comunicazione Il settore ICT si e' fortemente sviluppato in Islanda nell'ultimo decennio, in particolare per quanto concerne il segmento progettazione software. La presenza di forza lavoro qualificata ed orientata all'innovazione, di un sistema di telecomunicazioni avanzato ed affidabile (in fibra ottica), oltre che una tassazione sulle imprese tra le piu' basse d'Europa, hanno favorito l'entrata nel Paese di investimenti esteri in questo settore. Questi a loro volta hanno stimolato la creazione di un tessuto di imprese locali molto dinamiche e competitive. N.B.: dal 2008 sono in vigore nel Paese restrizioni ai movimenti di capitale. Esse non si applicano agli investimenti diretti esteri in entrata. Tuttavia, si consiglia di acquisire maggiori informazioni circa l’effettivo funzionamento di tali vincoli. A questo proposito, si segnalano i seguenti siti internet: www.althingi.is; www.government.is; www.invest.is;www.cb.is. Per un quadro orientativo sull’argomento, vd. l’approfondimento “La crisi del 2008 e le restrizioni ai movimenti di capitale”. Flussi turistici Il turismo internazionale nel Paese e' in costante crescita. Il deprezzamento del tasso di cambio ha consentito a partire dal 2008 un abbassamento dei prezzi di viaggio e alloggio in Islanda incrementandone la competitivita' turistica. Il Parlamento islandese ritiene che il settore turismo sia un asset fondamentale per lo sviluppo futuro dell'economia. Investimenti nel settore, in particolare nelle Regioni meno visitate dal turismo internazionale ma dotate di un elevato potenziale, potrebbero beneficiare di un importante sostegno politico. La presenza delle piu' importanti catene internazionali di hotel e' infatti limitata e circoscritta alla sola capitale. N.B.: dal 2008 sono in vigore nel Paese restrizioni ai movimenti di capitale. Esse non si applicano agli investimenti diretti esteri in entrata. Tuttavia, si consiglia di acquisire maggiori informazioni circa l’effettivo funzionamento di tali vincoli. A questo proposito, si segnalano i seguenti siti internet: www.althingi.is; www.government.is; www.invest.is;www.cb.is. Per un quadro orientativo sull’argomento, vd. l’approfondimento “La crisi del 2008 e le restrizioni ai movimenti di capitale”. Prodotti della metallurgia L'Islanda rappresenta un'ottimale ubicazione per le industrie con processi produttivi ad elevato consumo energetico. La produzione di energia da fonte rinnovabile a costi tra i piu' bassi d'Europa, in aggiunta alla disponibilità di terra destinabile a fini industriali, hanno favorito importanti investimenti in entrata nel Paese da parte di alcuni dei principali gruppi internazionali del settore metallifero e della lavorazione della plastica. N.B.: dal 2008 sono in vigore nel Paese restrizioni ai movimenti di capitale. Esse non si applicano agli investimenti diretti esteri in entrata. Tuttavia, si consiglia di acquisire maggiori informazioni circa l’effettivo funzionamento di tali vincoli. A questo proposito, si segnalano i seguenti siti internet: www.althingi.is; www.government.is; www.invest.is;www.cb.is. Per un quadro orientativo sull’argomento, vd. l’approfondimento “La crisi del 2008 e le restrizioni ai movimenti di capitale”. Macchinari e apparecchiature Il comparto ittico islandese rappresenta il 10% del PIL nazionale ed oltre il 40% delle esportazioni. Nel 2012 si e' registrato un incremento dell'export di prodotti processati rispetto alla vendita di pesce fresco o congelato. Se tale trend dovesse confermarsi anche nel 2013, le aziende esportatrici islandesi necessiteranno di nuovi e moderni macchinari per la lavorazione del pesce. N.B.: dal 2008 sono in vigore nel Paese restrizioni ai movimenti di capitale. Esse non si applicano agli investimenti diretti esteri in entrata. Tuttavia, si consiglia di acquisire maggiori informazioni circa l’effettivo funzionamento di tali vincoli. A questo proposito, si segnalano i seguenti siti internet: www.althingi.is; www.government.is; www.invest.is;www.cb.is. Per un quadro orientativo sull’argomento, vd. l’approfondimento “La crisi del 2008 e le restrizioni ai movimenti di capitale”. Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi Un ambiente operativo competitivo e l'abbondanza di energia verde a basso costo rende l’Islanda un luogo ideale per l'installazione di "data center". Questi possono beneficiare di infrastrutture energetiche e di telecomunicazioni tra le piu' affidabili al mondo. Un ulteriore abbattimento dei costi di gestione dei "data center" e' possibile grazie allo sfruttamento del clima naturale dell'Islanda a vantaggio dei sistemi di raffreddamento delle strutture (free-cooling). Nel complesso, la ISLANDA 2 scelta di un investimento produttivo in Islanda in tale settore è in grado di assicurare alle aziende importanti vantaggi competitivi. N.B.: dal 2008 sono in vigore nel Paese restrizioni ai movimenti di capitale. Esse non si applicano agli investimenti diretti esteri in entrata. Tuttavia, si consiglia di acquisire maggiori informazioni circa l’effettivo funzionamento di tali vincoli. A questo proposito, si segnalano i seguenti siti internet: www.althingi.is; www.government.is; www.invest.is;www.cb.is. Per un quadro orientativo sull’argomento, vd. l’approfondimento “La crisi del 2008 e le restrizioni ai movimenti di capitale”. Ultimo aggiornamento: 10/05/2013 ^Top^ ISLANDA 3 COSA VENDERE Prodotti della metallurgia Prodotti alimentari Macchinari e apparecchiature Flussi turistici Servizi di informazione e comunicazione Prodotti della metallurgia Se realizzati, gli investimenti segnalati nella sezione "dove investire" potrebbero dischiudere opportunità di vendita per le aziende italiane in questo settore. Prodotti alimentari Nel 2011 le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari in Islanda sono aumentate del 22,2% rispetto al 2010. Esse tuttavia permangono ben al di sotto dei valori raggiunti prima della crisi del 2008. La crescita del reddito disponibile anche nel 2013 dovrebbe favorire un ulteriore incremento delle importazioni di prodotti alimentari dall'estero. Esistono pertanto margini di miglioramento per quanto concerne le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Islanda nel prossimo futuro. Macchinari e apparecchiature Se realizzati, gli investimenti segnalati nella sezione "dove investire" potrebbero dischiudere opportunità di vendita per le aziende italiane in questo settore. Flussi turistici Se realizzati, gli investimenti segnalati nella sezione "dove investire" potrebbero dischiudere opportunità di vendita per le aziende italiane in questo settore. Servizi di informazione e comunicazione Se realizzati gli investimenti segnalati nella voce "dove investire" potrebbero dischiudere interessanti opportunità di vendita per le nostre aziende in questo settore. Ultimo aggiornamento: 10/05/2013 ^Top^ ISLANDA 4 OUTLOOK POLITICO POLITICA INTERNA Le elezioni politiche del 27 aprile 2013 hanno visto il successo delle forze di centro-destra, fino ad allora all’opposizione. Il Partito dell’Indipendenza (di orientamento conservatore) e il Partito Progressista (centrista, vicino alle istanze del mondo agricolo e della pesca) hanno ottenuto 19 seggi ciascuno (il Parlamento unicamerale islandese, Althingi, conta in tutto 63 membri), sebbene il primo abbia avuto un maggiore numero di voti. Netta sconfitta della coalizione di centro-sinistra, finora al Governo. Essa ha pagato l’insoddisfazione della maggioranza dell’elettorato verso un programma di riforme e consolidamento economico che, pur avendo posto le basi per una solida ripresa dell’economia islandese, non è riuscito a soddisfare del tutto le attese. I due partiti vincitori, sebbene fossero stati identificati come “responsabili” della crisi economica e finanziaria del 2008, sono riusciti, con un programma economico incentrato soprattutto sul sostegno alle famiglie tuttora gravate di un livello di esposizione debitoria considerevole, a riguadagnare la fiducia della maggioranza degli islandesi. Il Governo islandese è stato costituito il 22 maggio 2013. Si tratta di una coalizione dei due partiti vincitori delle elezioni, il Partito dell'Indipendenza ed il Partito Progressista. Primo Ministro è il leader di quest'ultimo Partito, Simungdur Davið Gunnlaugsson, mentre il leader del Partito dell'Indipendenza Benediktsson è Ministro delle Finanze. I due partiti hanno concordato un dettagliato manifesto programmatico, che affronta le principali questioni cercando di rispettare il mandato ricevuto dagli elettori. Il tema dei rapporti con l'UE costituisce la questione politicamente più delicata per il Governo. Sebbene il negoziato sia stato sospeso all'indomani delle elezioni, il Governo ha cercato nel 2014, senza successo, di fare approvare dal Parlamento una mozione per il ritiro formale della candidatura. La proposta del Governo ha provocato vivaci reazioni sia presso le forze di opposizione che da parte dell'opinione pubblica. Una petizione online contro la proposta del Governo è stata sottoscritta da più del 20% del corpo elettorale islandese. Il 13 marzo 2015, il Ministro degli Esteri Sveinsson ha inviato una lettera all'omologo lettone, in rappresentanza della Presidenza di turno del Consigio UE, con la quale chiede all'UE di considerare l'Islanda non più un Paese candidato all'adesione. Anche questa missiva ha provoato forti reazioni nel Paese. Sebbene il Governo non ritenga l'adesione all'UE nell'interesse del Paese, esso conferma la volontà di Reykjavik di mantenere una proficua relazione con l’UE, sulla base dell’Accordo SEE e della Cooperazione Schengen. I sondaggi di opinione indicano l'esistenza di una maggioranza di contrari all’adesione dell’Islanda all’Unione Europea. Tra i motivi di questo atteggiamento euroscettico, oltre alla tradizionale diffidenza islandese verso l’UE a tutela degli interessi del Paese soprattutto nel settore della pesca, ha contribuito anche la questione Icesave ((banca online islandese operante nel Regno Unito e nei Paesi Bassi) e l’ importanza che questa ha avuto per l’opinione pubblica islandese. Il suo fallimento nel 2008 assieme alla banca madre, la Landsbanki, aveva aperto una controversia con Londra, L'Aja e la Commissione Europea, decisa in favore dell’Islanda dalla Corte di Giustizia dell'EFTA nel gennaio 2013. Ultimo aggiornamento: 14/04/2015 ^Top^ RELAZIONI INTERNAZIONALI La politica estera islandese ha conosciuto in anni recenti una fase di attivismo, che ha visto ad esempio l’Islanda concorrere (con esito negativo) per un seggio non permanente del CdS nel biennio 2009-2010. Il rapporto con l’Unione Europea ha costituito il tema centrale negli ultimi anni della politica estera islandese, soprattutto dopo la crisi economica e finanziaria del 2008. Il nuovo Governo islandese ha deciso di sospendere sine die i negoziati, avviati nel 2010. Sebbene il negoziato sia stato sospeso all'indomani delle elezioni, il Governo ha cercato nel 2014, senza successo, di fare approvare dal Parlamento una mozione per il ritiro formale della candidatura. La proposta del Governo ha provocato vivaci reazioni sia presso le forze di opposizione che da parte dell'opinione pubblica. Una petizione online contro la proposta del Governo è stata sottoscritta da più del 20% del corpo elettorale islandese. Il 12 marzo 2015, il Ministro degli Esteri Sveinsson ha inviato una lettera all'omologo lettone, in rappresentanza della Presidenza di turno del Consigio UE, con la quale chiede all'UE di considerare l'Islanda non più un Paese candidato all'adesione. Anche questa missiva ha provoato forti reazioni nel Paese. Sebbene il Governo non ritenga l'adesione all'UE nell'interesse del Paese, esso conferma la volontà di Reykjavik di mantenere una proficua relazione con l’UE, sulla base dell’Accordo SEE e della Cooperazione Schengen. L’Islanda è parte dello Spazio Economico Europeo dall'entrata in vigore dell'Accordo, nel 1994, e intrattiene strette relazioni con i Paesi UE. L'Islanda partecipa dal 2001 alla Cooperazione Schengen. Punti di riferimento della politica estera islandese sono l’appartenenza alla NATO e la sua partecipazione alla collaborazione nordica ed artica, perlopiù in materia di protezione ambientale, date le ricadute negative che i mutamenti climatici potrebbero avere sul delicato ecosistema della regione. Di particolare importanza sono i rapporti con l’Europa, quelli transatlantici e quelli con la Russia, oltre che quelli, consolidati, con il Canada, e in misura minore, con il Giappone. In sviluppo una più stretta relazione con la Cina. ISLANDA 5 L’Islanda mantiene altresì stretti contatti con i Paesi baltici (è stato il primo Paese a riconoscere la loro indipendenza dall’Unione Sovietica) e sostiene il loro sviluppo in vari settori, incluso quello della sicurezza. L’appartenenza alla NATO è per Reykjavík di primaria importanza, dipendendo interamente da essa per il mantenimento della sua sicurezza (l’Islanda non dispone di forze armate vere e proprie, ma soltanto di un servizio di guardacoste). Reykjavík ha ospitato nel maggio 2002 il Consiglio Ministeriale NATO a livello di Ministri degli Esteri. La NATO gestisce il pattugliamento dei cieli islandesi, in assenza di un'aeronautica militare locale. Anche aerei italiani (nel 2011 e nel 2013, con l’Operazione “Cieli Ghiacciati”) sono stati impegnati in tale operazione. Sullo sviluppo della PSDC, l’Islanda aspira ad un collegamento il più stretto possibile dei Paesi NATO non membri dell’UE a tale collaborazione. Nel settore della pesca, di vitale importanza per la vita economica e sociale del Paese, l’Islanda è fortemente impegnata in trattative con altri paesi (soprattutto Norvegia, Russia e, tra i Paesi UE, Danimarca - con Groenlandia ed isole Fær Øer- e Regno Unito) per la definizione di quote e si è fatta portavoce delle prime intese multilaterali per una gestione sostenibile delle risorse ittiche in zone di disputa. Ultimo aggiornamento: 14/04/2015 ^Top^ ISLANDA 6 OUTLOOK ECONOMICO QUADRO MACROECONOMICO ~~A quasi sette anni di distanza dalla crisi del sistema finanziario islandese che porto’ al collasso delle 3 principali banche del Paese e ad una grave recessione economica (riduzione del PIL reale nel 2009 e 2010 rispettivamente del 6,7% e del 4,0%), l’Islanda ha compiuto importanti progressi nel suo difficile percorso di risanamento economico-finanziario. Tale miglioramento ha accentuato la pressione sull’Esecutivo affinché si proceda in tempi brevi alla rimozione dei vincoli ai movimenti in uscita di capitali, decisa dalle Autorità islandesi nel 2008 nel pieno della crisi. Nonostante il successo delle misure volte a ridurre gli squilibri valutari generati dal default delle banche Landsbaki, Glitnir e Kaupthing, una rimozione prematura delle restrizioni potrebbe nuovamente porre a serio rischio la ritrovata stabilità del Paese, sia sul piano dei fondamentali economici, sia con riferimento alla tenuta del sistema finanziario. L’ammontare di capitali che potrebbero fuoriuscire una volta rimossi i vincoli è infatti ancora considerevole. Anche per tale ragione, l’Esecutivo per il momento non ha preso una decisione definitiva in merito. Il Comitato Esecutivo di sei esperti incaricato dal Ministro delle Finanze di studiare le misure necessarie alla liberalizzazione completa dei flussi finanziari non ha fissato una data entro la quale tale processo dovrà essere completato. Il 2015 sarà un anno fondamentale per futuri sviluppi su questo fronte. Nell’ultimo quadriennio il PIL islandese è cresciuto in termini reali mediamente del +2,2% all’anno. Molto positive le previsioni sull’andamento dell’economia nel prossimo futuro: crescita reale del Prodotto Interno Lordo del +3,5% nel 2015, con connesso ritorno del PIL ai valori pre-crisi, e del +3% nel biennio 2016-2017. Le esportazioni, soprattutto di prodotti ittici e metallurgici, sono state alla base della ripresa economica del Paese che ha avuto inizio nel secondo semestre del 2010. Il forte deprezzamento del tasso di cambio della corona islandese rispetto all’euro e al dollaro è infatti coinciso con un miglioramento delle ragioni di scambio dell’Islanda, determinato dal favorevole andamento dei prezzi internazionali di suddetti prodotti. Entrambi fattori hanno rafforzato la competitività delle aziende locali operanti in questi settori tradizionali, e rilanciato il turismo, che è diventato oggi la terza componente dell’export islandese (favorito anche dall’ampliamento di rotte da e per l’Islanda deciso negli anni dal vettore aereo Icelandair). Nel triennio 2015-2017 consumi e turismo guideranno la crescita, sulla quale peserà meno rispetto al passato l’esportazione di prodotti tradizionali (settore ittico e metallurgico). Secondo gli esperti del Fondo Monetario Internazinoale, è necessario che l’Esecutivo islandese proceda ad una rimodulazione della spesa riducendo il welfare state a favore di investimenti nel campo delle infrastrutture (in particolare nel settore trasporti), in modo da riequilibrare il rapporto tra consumi (aumentati a seguito della crisi) ed investimenti nel comparto pubblico. Un ulteriore ambito di manovra dell’Esecutivo è rappresentato da quelle politiche tese ad incentivare l’ammodernamento delle strutture ricettive, e più in generale l’incremento della produttività dell’industria non tradizionale. Il tema della competitività assume un’importanza cruciale per le prospettive di crescita del Paese. La ripresa dell’attività economica ha ridotto il tasso di disoccupazione (dal 7% del 2011 al 5% del 2014), stimolando l’innalzamento del livello generale dei salari (+3,5% in termini reali nel 2014). Nel 2015 il rapporto disoccupati/popolazione attiva dovrebbe scendere al 4%. In presenza di un tasso di inflazione molto basso (1%), la Banca Centrale islandese ha in più occasioni espresso forte preoccupazione per ulteriori incrementi dei salari (oggi stimati intorno al +5,8%) non proporzionali all’effettivo aumento di produttività della forza lavoro. Ultimo aggiornamento: 31/03/2015 ^Top^ POLITICA ECONOMICA Nel 2014 il Governo ha ottenuto per la prima volta dal 2007 un avanzo di bilancio pari all’1,8% del PIL. Ciò ha consentito una riduzione del debito pubblico dall’86,7% del PIL (valore 2013) all’82,1%. Importanti le prospettive che potrebbero aprirsi per il Paese in caso di rispetto degli obiettivi di finanza pubblica fissati nel 2015. Qualora l’anno dovesse concludersi come previsto dal Governo in leggero surplus (0,1% del PIL), il debito pubblico scenderebbe al 73,8% del PIL. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, il budget dell’Esecutivo è da ritenersi realistico, sebbene su di esso gravi l’eventuale necessità - non prevista nel bilancio - di nuovi esborsi a copertura delle perdite generate dall’Housing Financing Fund (HFF), istituzione governativa indipendente creata dal Governo nel 1999 con l’obiettivo di favorire l’acquisto di abitazioni e lo sviluppo di progetti di edilizia popolare attraverso la concessione di mutui ipotecari a tasso agevolato. A causa del crescente numero di sofferenze l’HFF si trova in una situazione particolarmente delicata e - concordano sia le Autorità locali, sia gli esperti del FMI - andrebbe liquidato quanto prima e sostituito da programmi di sostegno dell’Housing più mirati e sostenibili dal punto di vista finanziario. Al momento, l’Esecutivo islandese non è tuttavia ancora in grado di indicare una tempistica precisa per la chiusura dell’HFF e la sua sostituzione con altre misure. Ultimo aggiornamento: 31/03/2015 ^Top^ ISLANDA 7 INDICATORI MACROECONOMICI 2010 2011 2012 2013 PIL Nominale (mln €) 9.477 10.098 10.555 10.645 Variazione del PIL reale (%) -4,02 2,5 2,5 2,9 0,32 0,32 0,32 36.535,47 38.060,24 39.380,42 8,13 7,42 6,1 5,66 92,83 99,21 94,6 90,48 7,5 4,2 5,6 4,4 0,41 3,19 3,3 3,27 Popolazione (mln) PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $) Disoccupazione (%) Debito pubblico (% PIL) Inflazione (%) Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%) 40.523,27 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati/previsioni IMF e Statistics Iceland (crescita reale PIL e popolazione al 1 gennaio degli anni di riferimento della tabella). Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ TASSO DI CAMBIO Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia ISLANDA 8 BILANCIA COMMERCIALE ISLANDA 9 OSSERVAZIONI ISLANDA 10 SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI 2011 2012 601,8 469,95 Saldo dei Servizi (mln. €) 257,7 240,79 Saldo dei Redditi (mln. €) -1.542,4 -778,3 -762 Saldo delle partite correnti (mln. €) -629,35 -287,98 -217,24 6.466 4.670 Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €) Riserve internazionali (mln. €) 2013 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU, Statistics Iceland e IMF. N.B. Saldo dei Redditi anni 2012-2013: previsioni IMF. Saldo delle partite correnti e Riserve internazionali: dati IMF. Note: A causa degli elevati debiti contratti all'estero dalle banche islandesi, nel 2008 il Paese ha subito un deterioramento drammatico del saldo delle partite correnti (saldo negativo pari al 28,35% del PIL) e la conseguente fuoriuscita di valuta estera. A partire dal 2009 la generazione di surplus nel commercio con l'estero (sia di beni che di servizi), ma soprattutto l'arresto del pagamento degli interessi sui debiti contratti dalle banche, hanno permesso di ridurre lo squilibrio (secondo le stime FMI, nel 2012 il deficit corrente dell'Islanda è sceso al 2,7% del PIL ). Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 11 INVESTIMENTI - STOCK ISLANDA 12 OSSERVAZIONI ISLANDA 13 INVESTIMENTI - FLUSSI ISLANDA 14 OSSERVAZIONI ISLANDA 15 BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE Market Access Database della Commissione Europea ISLANDA 16 COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA 2013 Val (0 - 100) GCI Pos. 148 paesi 2014 Val (0 - 100) Pos. 144 paesi 2015 Val (0 - 100) Pos. 140 paesi 4,7 31 4,7 30 4,8 29 Requisiti di base (20 %) 5,3 29 5,4 27 5,7 19 Istituzioni (25%) 5,1 22 5,1 21 5,3 18 Infrastrutture (25%) 5,6 17 5,5 23 5,6 19 Ambiente macroeconomico (25%) 3,9 118 4,4 92 5,2 42 Salute e Istruzione Primaria (25%) 6,5 9 6,5 10 6,5 8 Fattori stimolatori dell'efficienza (50 %) 4,5 35 4,6 35 4,7 33 Alta Istruzione e Formazione professionale (17%) 5,6 12 5,6 13 5,7 11 Efficienza del mercato dei beni (17%) 4,4 46 4,5 49 4,7 31 Efficienza del mercato del lavoro (17%) 4,9 17 4,9 14 5,1 12 Sviluppo del mercato finanziario (17%) 3,9 80 4 68 3,9 67 Diffusione delle tecnologie (17%) 5,9 10 6 8 6,2 6 Dimensione del mercato (17%) 2,4 130 2,4 128 2,4 129 Fattori di innovazione e sofisticazione (30 %) 4,5 28 4,4 28 4,6 27 Sviluppo del tessuto produttivo (50%) 4,7 29 4,7 29 4,7 28 Innovazione (50%) 4,3 27 4,2 27 4,5 25 Sub indici Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ 2013 Val (0 - 100) Indice di Liberta Economica Pos. 184 paesi 72,1 23 2014 Val (0 - 100) 72,4 Pos. 186 paesi 23 2015 Val (0 - 100) 72 Pos. 186 paesi 26 Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ ISLANDA 17 INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE 2010 Val (0 - 7) ETI Pos. 132 paesi 2012 Val (0 - 7) Pos. 132 paesi 5,3 11 5,1 16 Accesso al mercato (25%) 5,1 14 4,8 24 Accesso al mercato interno ed esterno (100%) 5,1 14 4,8 24 Amministrazione doganale (25%) 5,4 22 5,3 24 5 29 4,9 31 Efficienza delle procedure di import e export (33%) 4,8 57 4,8 62 Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%) 6,4 6 6,1 9 Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%) 4,9 27 4,9 27 Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%) 4,8 43 4,9 38 Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%) 4,1 43 4,2 36 Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%) 5,7 8 5,7 14 Contesto business (25%) 5,7 12 5,3 20 Regolamentazione (50%) 4,8 21 4,3 40 Sicurezza (50%) 6,5 2 6,4 2 Sub indici Efficienza dell'amministrazione doganale (33%) Fonte: Elaborazioni Agenzia ICE su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index. Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ 2010 Valore (%) Peso % del commercio sul PIL 2012 Valore (%) 65,3 70,12 Fonte: Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati Statistics Iceland. Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ OSSERVAZIONI Il commercio con l'estero ha fornito un importante stimolo alla ripresa economica dell'Islanda dopo il collasso del sistema bancario nazionale dell'ottobre 2008. Nel quinquennio 2007-2012 l'apertura agli scambi internazionali del Paese è sensibilmente cresciuta. L'indice "Peso % del commercio sul PIL" si è stabilizzato nel 2012 intorno al 67,7%, in netta crescita rispetto al valore registrato nel 2007 (53,7%). Stimolate dal deprezzamento del tasso di cambio (passato da 87,63 corone islandesi per un euro nel 2007 a 160,73 corone nel 2012), le esportazioni sono cresciute considerevolmente e nel 2012 hanno superato i livelli (in euro) raggiunti prima della crisi. Più lento il recupero delle importazioni, oggi ancora al di sotto del valore pre-crisi. Il positivo apporto alla crescita del PIL nel biennio 2009-2010 è stato pari rispettivamente al 6% e al 7,84% del PIL. Tale spinta si è oggi attenuata (nel 2012 il surplus di bilancia commerciale ha raggiunto il 4,30% del PIL). La sostenuta crescita del PIL (+2,5% rispetto al 2011) ha infatti aumentato la domanda di importazioni, mentre le esportazioni hanno risentito della performance economica negativa dell'Unione Europea (principale area di destinazione delle merci islandesi). Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 18 FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS 2014 / 2015 2015 / 2016 Accesso al finanziamento 2013 / 2014 16 12 Aliquote fiscali 9,4 12 Burocrazia statale inefficiente 6,9 9,2 Corruzione 0,8 1,8 Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale 0,9 1 2 1,3 Forza lavoro non adeguatamente istruita Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture 1,8 2,4 14,9 9,9 Instabilita delle politiche 5,2 6,4 Instabilita del governo/colpi di stato 4,4 5,5 Normative del lavoro restrittive 1,8 1,6 Normative fiscali 4,6 5 Regolamenti sulla valuta estera 27 28,7 Insufficiente capacita di innovare 4,2 3,2 Inflazione Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ ISLANDA 19 BUSINESS COST 2010 2011 Aliquota fiscale corporate media. Unita % 18 20 IVA o equivalente. Media o tasso prevalente applicato su beni e servizi. % 25,5 Aliquota fiscale massima su persona fisica. % 25,5 2012 25,5 46,24 Fonte: Dati EIU su Business Costs in Islanda non disponibili. Informazioni su tassazione tratte da Iceland Trade Policy Review - Iceland Report, ottobre 2012. Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 20 INDICE DOING BUSINESS 2015 Val (0 - 7) Pos. 189 paesi Posizione nel ranking complessivo 18 Avvio Attivita (Posizione nel ranking) 31 Procedure - numero (25%) 5 Tempo - giorni (25%) 2016 Val (0 - 7) Pos. 189 paesi 19 40 5 4 4 Costo - % reddito procapite (25%) 2,4 2,2 Capitale minimo da versare per richiedere la registrazione di una attivita - % reddito procapite (25%) 9,3 8,4 Permessi di costruzione (Posizione nel ranking) Procedure - numero (33,3%) 42 17 45 17 Tempo - giorni (33,3%) 84 84 Costo - % reddito procapite (33,3%) 0,5 0,4 Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking) 8 Procedure - numero (33,3%) 4 8 4 Tempo - giorni (33,3%) 22 22 Costo - % reddito procapite (33,3%) 13 11,7 Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking) 15 Procedure - numero (33,3%) 15 3 3 Tempo - giorni (33,3%) 3,5 3,5 Costo - % valore della proprieta (33,3%) 3,6 Accesso al credito (Posizione nel ranking) 3,6 52 Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8 max) (37,5%) 5 Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%) 7 Protezione degli investitori (Posizione nel ranking) 59 5 7 20 20 Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%) 7 7 Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max) (33,3%) 5 5 Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria (0 min - 10 max) (33,3%) 8 8 Tasse (Posizione nel ranking) Pagamenti annuali - numero (33,3%) Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai pagamenti (33,3%) 35 36 21 21 140 140 Tassazione dei profitti (33,3%) 9 Procedure di commercio (Posizione nel ranking) 9,1 64 64 Adempimenti doganali per esportare - tempo (ore) 36 36 Adempimenti doganali per esportare - costo (USD) 655 655 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo (ore) 2 2 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - costo (USD) 40 40 Adempimenti doganali per importare - tempo (ore) 24 24 Adempimenti doganali per importare - costo (USD) 655 655 3 3 Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo (ore) Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking) Risolvere una controversia - giorni (33,3%) 34 417 Costi - % del risarcimento (33,3%) Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%) 35 417 9 9 7,5 7,5 Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking) 14 15 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business. Note: I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology. Ultimo aggiornamento: 24/01/2016 ^Top^ ISLANDA 21 ISLANDA 22 ACCESSO AL CREDITO ACCESSO AL CREDITO A seguito della crisi del 2008 (per un maggior dettaglio vd. approfondimento n. 1) il settore bancario islandese ha subito un forte ridimensionamento. Gli istituti di credito operanti nel Paese (banche commerciale e casse di risparmio) sono oggi 14 (nel 2008 erano 22) e sviluppano un’attività complessiva pari ad appena il 162 % PIL (prima della crisi l’attivita’ finanziaria era pari ad almeno 10 volte il PIL dell’Islanda). Le tre principali banche commerciali (Landsbankinn, Arion Bank e Islandsbanki), nate dalle ceneri delle tre aziende (Landsbanki, Kaupthing, Glitnir) sottoposte a procedura di liquidazione (ancora in corso), hanno un’operatività solo nazionale. Importante la razionalizzazione avvenuta anche nel segmento degli istituti di risparmio, il cui numero si è quasi dimezzato in cinque anni (da 20 a 11). Nel complesso il settore è tornato nel 2011 a generare profitti - grazie anche all’importante opera di ristrutturazione del debito privato avviata dal Governo in questi ultimi anni. La ripresa di questi istituti poggia oggi su basi senz’altro più solide, come dimostra l’incremento dal 12% (dato 2007) al 24% (2012) del livello di riserve depositate a copertura degli impegni a breve scadenza. Tuttavia, permangono ancora alcune criticità, il cui superamento è peraltro fondamentale per il riaccesso delle principali banche islandesi nei mercati finanziari internazionali. In primo luogo, il tasso dei “non-perfoming loans” delle tre più importanti banche commerciali, pari al 21%, permane molto elevato rispetto alla media OCSE (9%). Più della metà degli impieghi delle nuove banche è finanziato da depositi a vista e da fondi a breve termine, particolarmente volatili. Sempre per quanto concerne la raccolta, si segnala inoltre che l’8% dei depositi a vista sono di proprietà di operatori stranieri. Questi ultimi molto probabilmente procederanno a rimpatriare i propri risparmi appena sara’ possibile. La recente risoluzione della questione ICESAVE (vd. appr. n. 2) è senz’altro un fatto molto positivo per la stabilità futura di Landsbankinn, tuttavia essa non rappresentava l’unica incognita del processo di risanamento di questo istituto. A partire dal 2015 Landsbankinn dovrà procedere ad importanti esborsi (nell’ordine del 4% del PIL) per il pagamento di obbligazioni in scadenza. Allo stato attuale, tali impegni non sono commisurati alle effettive possibilità finanziarie dell’azienda. Per questa ragione, Banca Centrale e FMI hanno recentemente sottolineato la necessità di negoziare con i creditori una proroga dei titoli. Entrambi gli istituti hanno poi esortato le banche islandesi a diversificare le fonti di approvvigionamento e a provvedere quanto prima alla completa “pulizia” del portafoglio impieghi. Solo in questo in modo esse potranno guadagnarsi la fiducia degli operatori internazionali ed accedere nuovamente al mercato del credito. Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 23 RISCHI RISCHI POLITICI nd nd nd nd nd nd L'Islanda non è tra i Paesi oggetto di analisi da parte dell'Economist Intelligence Unit per questa tipologia di rischi. nd L'Islanda non è tra i Paesi oggetto di analisi da parte dell'Economist Intelligence Unit per questa tipologia di rischi. nd L'Islanda non è tra i Paesi oggetto di analisi da parte dell'Economist Intelligence Unit per questa tipologia di rischi. nd L'Islanda non è tra i Paesi oggetto di analisi da parte dell'Economist Intelligence Unit per questa tipologia di rischi. nd L'Islanda non è tra i Paesi oggetto di analisi da parte dell'Economist Intelligence Unit per questa tipologia di rischi. Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ ISLANDA 24 RISCHI ECONOMICI Rimozione affrettata dei vincoli ai movimenti di capitali. nd nd nd nd Rimozione affrettata dei vincoli ai movimenti di capitali. Nonostante i notevoli progressi compiuti a seguito della crisi - economico finanziaria del 2008, come rilevato da FMI, WTO e Unione Europea, una rimozione anticipata dei vincoli di capitale potrebbe generare significativi e minare la stabilita' del sistema finanziario nazionale in corso di ristrutturazione. nd nd nd nd Ultimo aggiornamento: 10/05/2013 ^Top^ RISCHI OPERATIVI Rischi commerciali. nd nd nd nd Per quanto consta a questa Ambasciata, non risultano casi di gravi e ripetute inadempienze contrattuali (mancato o ritardato pagamento e/o mancata o tardiva consegna di beni) da parte di imprese e/o soggetti locali. N.B.: a seguito della crisi economico-finanziaria del 2008, il Paese e' soggetto a rilevanti vincoli per quanto concerne il movimento di capitali. Si suggerisce di visionare gli approfondimenti per un maggiore dettaglio delle restrizioni tuttora in vigore. Rischi commerciali. nd nd nd nd Ultimo aggiornamento: 10/05/2013 ^Top^ ISLANDA 25 RAPPORTI CON L'ITALIA OVERVIEW I rapporti tra Italia ed Islanda sono eccellenti, anche se, tradizionalmente, i contatti bilaterali a livello politico e governativo sono stati poco frequenti. Il Presidente Grimsson ha partecipato alle celebrazioni a Roma del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia nel 2011. L'ultima visita di un Primo Ministro islandese in Italia risale al 2007 (visita dell'allora Primo Ministro Haarde), mentre da parte italiana le ultime visite ad alto livello (Presidente del Consiglio Berlusconi e Presidente della Camera dei Deputati Casini) risalgono al 2002. Più frequenti i contatti a livello Ministro degli Esteri. Il Ministro degli Esteri islandese si è recato in visita a Roma nel 2011 e, da ultimo, ha partecipato al Transatlantic Dinner offerto dal Ministro degli Esteri Terzi agli omologhi dei Paesi NATO e UE il 27 febbraio 2013 a Roma. Per l’Italia, l’Islanda rappresenta un partner di interesse, per il rispetto e l’influenza, superiori alla sua taglia geografica e demografica, di cui essa gode nell’ambito di varie organizzazioni internazionali. Questo piccolo Paese, che ha dato prova di notevoli capacità nel mantenere una sua spiccata individualità nel campo delle relazioni internazionali, transatlantiche ed europee, ha inoltre in anni recenti investito all’estero rilevanti risorse finanziarie (tale ultimo aspetto ha peraltro avuto un ruolo determinante in relazione all’ampiezza della crisi economico-finanziaria del Paese). Dal punto di vista economico, le previsioni di crescita del PIL islandese nel prossimo biennio aprono interessanti prospettive per i tradizionali prodotti dell'eccellenza italiana. In aggiunta, l'Islanda e' in grado di offrire all'Italia ed alle aziende italiane concrete opportunita' di investimento (tutelate anche dall'appartenenza del Paese allo Spazio Economico Europeo) nei settori ad elevato consumo energetico, nel comparto turistico e nel campo dell'Information and Communication Technology. Si possono aprire anche interessanti collaborazioni nel settore dell'energia geotermica, di cui Italia e Islanda sono i primi produttori a livello europeo. Ultimo aggiornamento: 14/04/2015 ^Top^ ISLANDA 26 SCAMBI COMMERCIALI EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE: ISLANDA Export italiano verso il paese: ISLANDA Totale 2013 2014 97,11 mln. € 99,92 mln. € 2015 mln. € Merci (mln. €) nd nd nd mln. € nd mln. € 2013 2014 Prodotti alimentari 5,51 5,7 Bevande 3,36 3,9 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 2,22 2,49 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 2,54 2,96 Carta e prodotti in carta 1,28 1,4 Prodotti chimici 4,19 1,34 Articoli in gomma e materie plastiche 1,87 2,61 Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 2,13 2,22 45,33 42,83 2,13 2,51 1,1 1,46 Prodotti della metallurgia Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 5,78 6,26 Macchinari e apparecchiature 10,2 13,41 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 1,54 2,48 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) 3,78 3,99 Mobili 1,21 1,53 Prodotti delle altre industrie manufatturiere 1,41 1,42 Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. ISLANDA 27 2015 IMPORT ITALIANO DAL PAESE: ISLANDA Import italiano dal paese: ISLANDA 2013 Totale 2014 62,15 mln. € 36,91 mln. € 2015 nd mln. € Merci (mln. €) nd mln. € 2013 Prodotti alimentari 1,97 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici Prodotti della metallurgia nd nd mln. € 2014 2015 1,66 2,95 1,73 56,02 31,98 Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. OSSERVAZIONI Nel 2014 il commercio bilaterale complessivo (esportazioni piu’ importazioni) con l’Islanda ha registrato una sensibile riduzione rispetto al 2013, riconducibile completamente al forte calo (-41,23%) delle nostre importazioni da questo Paese. Queste ultime sono come noto fortemente concentrate sul settore metallurgico (che rappresenta il 90,40% del nostro import), ed in particolare sul commercio intra-industriale nel comparto alluminifero (in passato nostre aziende, come ad esempio la Becromal, hanno effettuato importanti investimenti produttivi in Islanda). Quest’ultimo ha subito nel periodo in esame una marcata contrazione (circa -25 milioni di euro importati, -2,5 milioni esportati) rispetto ai valori dell’anno precedente. In crescita moderata le nostre esportazioni (+2,9%). Il dato complessivo, fortemente influenzato dalla sopra menzionata riduzione nel comparto metallurgico (-5,53%), che assorbe il 42,9% del nostro import, non pone in sufficiente evidenza la dinamicita’ di altri settori. Cio’ in linea con il trend generale in atto nel Paese di ripresa delle importazioni di beni strumentali e di consumo. Infatti, l’incremento delle esportazioni conseguito nell’anno in esame e’ attribuibile pressoche’ interamente a tre macroaree: Macchinari e Apparecchiature non classificati (+31,46% rispetto al 2013, il settore rappresenta il 13,4% delle nostre esportazioni in Islanda); Alimentari e Bevande (rispettivamente +3,10% e + 16% nel 2014), che cumulativamente sfiorano il 10% degli acquisti islandesi di nostre merci; Apparecchiature Elettriche e Apparecchiature per uso domestico non elettriche (+8,37%, 6,3% del nostro export). La riduzione delle importazioni ed il contestuale aumento delle esportazioni ha accresciuto in misura considerevole il saldo commerciale bilaterale a nostro favore. Nel 2014 esso e’ stato pari a +63 milioni di euro, in forte aumento rispetto al dato 2013 (+35 milioni di euro). L’Islanda permane un mercato limitato nelle dimensioni, tuttavia le ottime previsioni di crescita del Paese nel prossimo triennio (aumento reale medio del PIL nell’ordine del +3% all’anno) determineranno un sensibile incremento della domanda domestica, che in parte si tradurra’ in nuove importazioni. In questa prospettiva, appare senz’altro positiva la diversificazione delle nostre esportazioni avviata dal 2012. Essa si e’ per ora limitata ad una riduzione del peso del settore metallurgico (la cui quota e’ scesa dal 45,2% del 2012 al 42,9%) e ad un incremento del peso del comparto macchinari ed attrezzature (saliti dal 9,7% al 13,42% nel periodo 2012-2014). Tuttavia, gli ottimi risultati ottenuti nel 2014 per quanto concerne le vendite di prodotti eno-agroalimentari e le apparecchiature elettriche potrebbero costituire degli importanti segnali di un fenomeno piu’ ampio di ribilanciamento del nostro export in questo Paese. ISLANDA 28 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK ISLANDA 29 OSSERVAZIONI ISLANDA 30 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI ISLANDA 31 OSSERVAZIONI ISLANDA 32 FLUSSI TURISTICI Turismo islandese in Italia Sul piano generale, l’Italia continua ad essere identificata dagli islandesi quale destinazione con uno stile di vita altamente qualitativo, un clima mite ed una indubbia ricchezza storica, artistica e culturale.In generale gli islandesi apprezzano tutto ciò che è italiano in ogni settore. L’eccellente enogastronomia e le produzioni del Made in Italy costituiscono uno stimolo per gli islandesi ad effettuare viaggi nel nostro Paese. L’Islanda ha registrato negli ultimi due anni e mezzo una crescita sostenuta del PIL e dei consumi delle famiglie. Tuttavia, la domanda interna non ha ancora espresso una chiara preferenza verso il nostro prodotto turistico. L’offerta dei cataloghi viaggi pername cosi’ limitata e focalizzata sul “mix” vacanza balneare e grandi città d’arte. Nel 2011 ISTAT ha registrato un totale di arrivi dall´Islanda pari a n. 22.552 per 84.211 presenze che mostrano una leggera flessione rispetto all’anno precedente (arrivi 23.868 e presenze 89.837), probabilmente legato anche al generale clima di incertezza economica particolarmente forte nel periodo considerato. La Regione Lazio, con Roma, ha confermato la sua posizione dominante con il più alto numero di arrivi, seguita dalla Lombardia, Trentino, Veneto e Toscana. Per quanto concerne il 2012, i principali operatori turistici islandesi confermano un trend positivo delle vendite di pacchetti turistici per l’Italia. Turismo internazionale in Islanda Negli ultimi cinque anni l’Islanda ha registrato un consistente incremento dei flussi turistici internazionali in entrata. Il forte deprezzamento del tasso di cambio della corona islandese ha favorito la crescita del settore turistico, rendendo questo Paese una meta più accessibile per il turismo internazionale. I dati recentemente diffusi da Statistics Iceland relativi al 2012 fanno stato di una crescita rispetto all’anno precedente sia del numero di presenze (+19,54%) che dei pernottamenti (+ 21,60%) di turisti stranieri nel Paese. Nel periodo in esame il Paese ha accolto oltre 714 mila persone (127 mila in più del 2011), la metà delle quali concentrate nella stagione estiva. Il Governo Sigurdardottir ha inserito il turismo tra i settori di punta dello sviluppo di lungo periodo dell’Islanda. La nuova strategia pubblica di sostegno del comparto intende incrementare ulteriormente il turismo internazionale in entrata nell’isola (obiettivo di 1 milione di turisti all’anno entro il 2020) attraverso politiche di marketing nei principali mercati di riferimento. Particolare attenzione è stata riservata anche alla necessità di ampliare l’offerta turistica nazionale con l’obiettivo di destagionalizzare i flussi inbound e di distribuire maggiormente le presenze sull’isola. Fonti: ISTAT – EUROSTAT – studi e analisi mercato Ambasciata d’Italia in Norvegia e ENIT Ultimo aggiornamento: 16/04/2013 ^Top^ ISLANDA 33