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Cultura e sviluppo locale:
il distretto culturale evoluto
PIERLUIGI SACCO*
Abstract
Oggi in Europa si assiste ad un dibattito acceso intorno al ruolo delle politiche culturali e
al rapporto tra cultura e sviluppo. Al contrario di quanto accade in Italia, dove la discussione
soffre spesso dell’assunzione di prospettive parziali, in tale confronto la cultura sta
diventando sempre di più una componente costitutiva della generazione del valore,
slegandosi dalla dimensione del tempo libero ed entrando in quella dei processi produttivi.
Il rapporto tra cultura e innovazione è, dunque, protagonista nella ricerca di quei
meccanismi di sviluppo locale che permettono la valorizzazione economica della cultura
stessa.
Per questo, nel contesto post-industriale, le politiche culturali si trasformano in politiche
per l’innovazione, contribuendo ad orientare le strategie di sviluppo dei territori secondo il
modello del distretto culturale evoluto, trasformazione innovativa dei distretti industriali. In
conclusione, non è importante investire tanto, bensì selettivamente, sulla base di dinamiche
connesse alle reali potenzialità dei territori e in un’ottica di responsabilizzazione dell’uso
delle risorse.
Parole chiave: valore economico della cultura, strategie di sviluppo sostenibile dei territori,
distretto culturale evoluto, politiche culturali, politiche per l’innovazione, industrie creative
Nowadays, in Europe there is an intense debate about cultural policies and the
relationship between culture and local development. In contrast to the Italian context, where
the debate is often weakened by incomplete perspectives, in this discussion culture is
increasingly becoming a fundamental component of value production, including productive
processes and without considering the prospective of leisure time.
As a consequence, the link between culture and innovation is fundamental in the study of
those local development processes, enabling the determination of the value of culture itself.
In the post-industrial context, cultural policies become innovation policies and contribute
to the local development strategies based on the system-wide cultural district model, which
represents the new evolution of the industrial district. On this premise, it is not important to
invest a lot, but in a selective way, considering the local strengths and the responsible use of
resources.
Key words: economic value of culture, strategies for sustainable local development, systemwide cultural district, cultural policies, innovation policies, creative industries
*
Ordinario di Politica Economica - Università IUAV di Venezia
e-mail: [email protected]
sinergie n. 82/10
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CULTURA E SVILUPPO INDUSTRIALE: IL DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO
1. Considerazioni introduttive
Il presente lavoro intende analizzare i modelli di sviluppo basati sulla
valorizzazione delle risorse culturali e le loro implicazioni dal punto di vista del
management.
In Europa oggi si assiste ad un dibattito acceso intorno al ruolo delle politiche
culturali e al rapporto tra cultura e sviluppo. Tale confronto, tuttavia, considera solo
marginalmente il ruolo del turismo culturale nello sviluppo economico di un
territorio, in quanto è ritenuto un argomento minoritario dal punto di vista strategico
rispetto al rapporto tra cultura e innovazione e sviluppo dell’industria culturale. Ciò
implica che viene percepita come una dicotomia la relazione tra l’investimento nel
valore intangibile del capitale culturale di una città e il suo sfruttamento turistico. Il
rapporto tra turismo culturale e produzione culturale viene considerato non
equilibrato, in quanto quest’ultima è prevalentemente intesa come capacità di
mantenere la città all’interno di quei meccanismi di attrazione e valorizzazione del
talento, prima che componente di un’offerta turistica che può portate a meccanismi
degenerativi.
Da questo punto di vista in Italia il dibattito soffre spesso dell’assunzione di
prospettive parziali. L’enfasi, infatti, si rovescia e si sottovalutano le implicazioni
economiche, sia positive che negative, di modelli di sviluppo incentrati sul tema del
turismo culturale.
2. La valorizzazione economica della cultura
Ragionando sullo sviluppo e sul rapporto tra cultura e innovazione viene
spontaneo chiedersi quale sia il ruolo della cultura nei modelli di sviluppo
territoriale. Dal dibattito nazionale sta emergendo l’idea che attraverso la cultura si
possa generare un canale importante di profittabilità legato, per esempio, alla
gestione dei musei. In realtà, osservando il Conto Economico delle strutture museali,
si nota come nella maggior parte dei casi si arrivi a coprire solo il 50% dei costi.
Ragionando sul ruolo economico della cultura, quindi, è necessario tenere in
considerazione che si ha a che fare con meccanismi più complessi rispetto a quelli
relativi alla messa a reddito del patrimonio culturale italiano.
Da questo punto di vista l’idea che l’Italia abbia un’alta concentrazione di beni
culturali è oggetto di discussione. In primo luogo perché non è possibile
tecnicamente misurare la percentuale di beni culturali presenti in un paese. In
secondo luogo perché il patrimonio in sé deve essere inserito in un processo di
valorizzazione economica, altrimenti risulta essere più un centro di costo che un
centro di profitto.
Esistono diversi meccanismi di generazione di valore legati all’esperienza
culturale. Se ragioniamo su modelli di valorizzazione, in base ai quali questa
dovrebbe essere legata all’esperienza culturale, ci si trova di fronte ad una situazione
piuttosto diversa da quella che ci si può aspettare. Alcuni dati relativi ad un’indagine
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effettuata dall’Istituto di psicologia del CNR sulle attitudini percettive e cognitive
dei visitatori di due sale dei Musei Vaticani sono una dimostrazione concreta di
questo.
Tra i visitatori dei musei1, intervistati a pochi minuti dal termine della visita, un
terzo non ricorda neppure di essere stato nelle sale, la metà ricorda solo uno degli
artisti visti (Raffaello), la maggior parte, messa di fronte ad un’opera presente nel
museo non la ricorda, mentre un terzo dei soggetti ricorda opere che non erano
presenti nel museo. Inoltre, il tempo di permanenza davanti ad un’opera non supera
un secondo e soltanto nel caso si tratti di una grande opera. In ogni caso, la
rilevazione evidenzia che nessuno si ferma ad osservare un’opera per più di tre
secondi.
Risulta, quindi, evidente che il valore economico non si genera attraverso
l’esperienza culturale. Si pone in questo modo il problema di stabilire su quali
meccanismi deve fare leva la valorizzazione economica della cultura. Prima di tutto,
per arrivare a modalità diverse di fruizione, bisogna incoraggiare un clima e un
atteggiamento sociale orientato alla produzione e alla diffusione della conoscenza
diverso da quello che considera soltanto il valore economico come effetto di
trasformazione sugli asset individuali dell’esperienza culturale.
Uno dei canali di generazione del valore economico è il canale diretto, relativo
allo sviluppo del meta-settore delle industrie creative, che, secondo l’Unione
Europea, è uno dei settori più in crescita e in grado di generare occupazione e
possibilità imprenditoriali, soprattutto nelle fasce giovanili, del sistema economico
europeo.
Tale settore è in grado di creare effetti sistemici di un orientamento collettivo
verso lo sviluppo locale su base culturale. La cultura, cioè, gioca un ruolo
fondamentale come meccanismo di pre-innovazione. In tutti i meccanismi di
innovazione, infatti, il problema è quello di riuscire a far sì che attorno ad una buona
idea si produca quella filiera di valorizzazione che, in ultima analisi, genera uno
sviluppo sostenibile. Affinché questo possa avvenire, è necessario che la società sia
collettivamente orientata verso la produzione e la diffusione di conoscenza.
Se si considera il ranking della frequenza delle attività culturali nei principali
Paesi Europei, risulta che esso coincide con il ranking dell’innovatività, in quanto la
cultura, all’interno di questi meccanismi, mette in discussione i modelli mentali
delle persone, creando le condizioni affinché esse siano preparate di fronte a
problematiche che richiedono risposte innovative.
L’effetto economico in termini di punti di PIL, generato da questa attitudine
sistematica all’innovazione, non è paragonabile al miglior scenario di sviluppo del
turismo culturale. Il settore del turismo culturale, quindi, non è paragonabile a quello
dell’innovazione su cui punta la società moderna, valorizzando la risorsa culturale
all’interno di tutta la filiera.
È importante, quindi, comprendere quali sono i meccanismi di sviluppo locale
che permettono la valorizzazione economica della cultura.
1
Il campione era composto per il 53% da laureati e per il 43% da diplomati
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3. Il distretto culturale evoluto
Il modello di sviluppo delle industrie culturali è legato allo sviluppo
dell’economia industriale, che sta raggiungendo oggi un grado di maturità notevole,
andando a costituire l’onda lunga di un processo che si è via via spostato su
meccanismi di produzione e fruizione che confinano la cultura all’interno di un’idea
di tempo libero e di intrattenimento.
In un contesto post-industriale, però, la cultura sta diventando sempre di più un
meccanismo costitutivo della generazione del valore, slegandosi dalla dimensione
del tempo libero ed entrando in quella dei processi produttivi. L’implicazione
evidente di questo è che, se la cultura diventa un dato produttivo della vita
quotidiana, scompare la distinzione tra produttori e fruitori, tra artisti e pubblico
culturali. In un qualsiasi ambito organizzato attorno ad una progettualità culturale di
persone che sono nate all’interno di un contesto postindustriale, si ha a che fare con
comunità di pratica, delle quali i mercati sono delle appendici e nei quali i
meccanismi della valorizzazione economica passano attraverso canali diversissimi.
Ad esempio, le comunità di pratica mettono in discussione la proprietà intellettuale, i
sistemi di attribuzione del valore, facendo emergere nuove problematiche che vanno
affrontate con strumenti concettuali nuovi, tra i quali il modello di distretto culturale
evoluto.
Si passa, così, da una concezione di distretto culturale che riprende il vecchio
modello del distretto industriale con integrazione verticale, verso modelli nei quali è
l’integrazione orizzontale2 a fare da protagonista. La cultura da questo punto di vista
funziona da meccanismo aggregatore. Questi nuovi modelli di distretto
rappresentano una importante modalità di trasformazione innovativa dei distretti
industriali tradizionali.
4. Il caso del Veneto
Il Veneto è la regione italiana che più di ogni altra sta vivendo questi
meccanismi di trasformazione post-industriale legati all’innovazione dei distretti
tradizionali. In questo senso la cultura può giocare il ruolo di piattaforma sociale di
creazione di innovazione attraverso l’apertura alle esperienze culturali, e la geografia
delle attività e dei contenitori culturali del territorio dovrebbero fornire indicazioni
sui meccanismi di generazione dell’innovazione tout court.
Per lo studio del caso è stata adottata la classificazione delle industrie culturali
proposta dalla Comunità Europea e si è provato a mappare tutte le attività e i
contenitori culturali della Regione che raggiungessero un minimo livello di
professionalità e di strutturazione. Da questa mappatura è emersa una
2
Con integrazione orizzontale in tal caso si intende la capacità di far lavorare assieme
filiere produttive tra loro diverse, nelle quali la cultura funziona come meccanismo di
traduzione, permettendo, cioè, di far stare assieme soggetti operanti in settori differenti,
ma con obiettivi comuni.
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clusterizzazione precisa, sulla base della quale si è iniziato un percorso di politica
territoriale con l’obiettivo di far riflettere i territori su alcune caratteristiche dei
cluster stessi (confini, modalità di specializzazione culturale, etc.). Un’analisi più
sofisticata ha poi fatto emergere un’altra distribuzione, alla luce della quale è stato
possibile calcolare dove è più probabile che si concentrino i processi culturali di
innovazione.
I risultati possono apparire, per certi versi, inattesi, in quanto non sono città
come Venezia o Padova ad emergere, bensì Pedemontana Veneta, dove si trova la
più grande concentrazione di industrie innovative venete, in particolare quelle legate
ai meccanismi di trasformazione innovativa connessi alla sperimentazione culturale.
Il modello del distretto culturale applicato alla Regione Veneto ha consentito di
evidenziare come i processi culturali stanno funzionando da tracciante
dell’innovazione dal punto di vista dello sviluppo territoriale.
5. Considerazioni conclusive
Quanto finora detto assume particolare rilievo in relazione alle politiche
culturali, trasformando queste in politiche per l’innovazione e aiutando ad orientare
le strategie di sviluppo dei territori. Si ragiona, così, su una logica molto mirata,
secondo la quale non è importante investire tanto, bensì selettivamente, sulla base di
dinamiche connesse alle reali potenzialità dei territori, in un’ottica di
responsabilizzazione dell’uso delle risorse per percorsi di sviluppo culturale.
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