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Pubblicazione
L’immagine inserita all’interno della copertina è stata realizzata grazie a un’idea di Picilli con il contributo di Menna
Finito di stampare nel mese di settembre 2008
Grafiche ZACCARA - Lagonegro – 0973 41300
Coordinamento scientifico - Emilio Becheri – Mercury S.r.l.
Ambiti tematici - Gianpiero de la Feld – ENCO S.r.l.
Linea grafica - Ugo Picarelli – Leader S.a.s.
Responsabile di progetto – Pierluigi Picilli
Testi a cura di Sergio Stumpo
Supervisione Pierluigi Picilli
Responsabile PI G.A.C. “Certosa di Padula“ – Vincenzo Russo
Responsabile Misura 2.3 – Nadia Murolo
Direzione attività e Resp. del Procedimento – Michele Rienzo
Coordinamento – Tiziana Medici
Best practices
3
Introduzione
Motivazioni della scelta nell’individuazione delle best practices,
metodologia di ricerca e di acquisizione dei dati
I
8
Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui
sono ubicate le strutture
1.1
Il turismo in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Udine 13
1.1.1
1.2
1.3
II
Il turismo nel comune di Codroipo (UD)
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
Le vie di accesso a Villa Manin
17
18
20
Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena
2.1
2.2
III
Il turismo nel comune di Siena
Le vie di accesso alla Certosa di Pontignano
24
26
Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno
3.1
3.2
3.3
IV
Il turismo nel comune di Salerno
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
Le vie di accesso al Complesso di Santa Sofia
31
32
33
Il turismo in Calabria e in provincia di Cosenza
4.1
4.2
4.3
V
Il turismo nel comune di Noiorigliano
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
Le vie di accesso al Castello di Corigliano Calabro
38
39
41
Descrizione delle strutture
5.1
Scheda storica ed architettonica delle strutture
5.1.1
5.1.2
5.1.3
5.1.4
VI
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso Monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale
43
43
44
46
47
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
6.1
6.1.1
6.1.2
6.1.3
6.1.4
6.2
6.2.1
Spazi, destinazioni d’uso attuali ed accessibilità strutture
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale di Corigliano
Modello di gestione degli spazi, delle attività e dei servizi
Villa Manin
53
53
55
55
55
57
57
4
Indice
6.2.2
6.2.3
6.2.4
6.3
6.3.1
6.3.2
6.3.3
6.3.4
6.4
6.4.1
6.4.2
6.4.3
6.4.4
6.5
6.5.1
6.5.2
6.5.3
6.5.4
6.6
6.6.1
6.6.2
6.6.3
6.6.4
Certosa di Pontignano
Complesso Monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale
Organigrammi delle strutture
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale di Corigliano
Fonti di finanziamento
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale di Corigliano
Attività culturali
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso Monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale di Corigliano
Calendario
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale di Corigliano
59
60
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64
64
65
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66
66
67
67
69
69
71
72
72
72
72
73
6.7
Promozione Marketing e Merchandising delle strutture e della
attività che vi si svolgono
73
6.7.1
6.7.2
6.7.3
6.8
6.8.1
6.8.2
6.8.3
6.8.4
6.8.5
Strategie e Canali promozionali
Uffici Stampa
Merchandising
Percezione e coinvolgimento sul territorio
Villa Manin
Certosa di Pontignano
Complesso Monumentale di Santa Sofia
Castello Ducale
Dalle best practices alla Certosa di Padula
74
75
75
76
76
79
80
81
84
Conclusioni
Il concetto di Consumo Culturale
85
Il Consumo Culturale individuale e collettivo. Cos’è e quali sono i processi che lo
determinano
86
Best practices
5
Introduzione
Nel presente volume sono presentati e descritti, in breve, quattro casi di
best practices nella gestione di strutture facenti parte del patrimonio
nazionale; le strutture sono quelle di Villa Manin, nel comune di
Codroipo, in provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia; Certosa di
Pontignano, nel comune di Castelnuovo Berardengo, in provincia di
Siena, Toscana; Complesso Monumentale di Santa Sofia, nel centro
storico di Salerno, Campania; Castello Ducale, nel centro storico del
comune di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, Calabria. Le
strutture, grosso modo simboleggianti i diversi distretti macro-regionali
(nord, centro e sud) dell’Italia, offrono un termine di paragone, pur nelle
loro differenze architettoniche, strutturali e funzionali, con la Certosa di
San Lorenzo, a Padula, perché per tutte le strutture possono valere alcune
considerazioni generali, che saranno esaminate nel paragrafo successivo.
Le strutture sono presentate attraverso una breve nota storica ed
architettonica; ne sono illustrate le nuove destinazioni d’uso dopo gli
interventi di restauro, i modelli di gestione degli spazi, delle attività e dei
servizi, gli organigrammi delle società di gestione, le fonti di
finanziamento e le attività culturali che vi si svolgono, insieme al
calendario delle attività svolte. Per meglio comprendere gli esempi, nella
loro specificità e, al tempo stesso, nella loro complessità, si illustra, in
sintesi, un panorama generale del territorio in cui queste strutture sono
ubicate, con particolare riferimento alle risorse turistiche, in modo tale da
fornire un quadro complessivo che tenga conto delle caratteristiche
generali delle varie regioni. Sono illustrate anche le modalità di ricerca e
di acquisizione dei dati e, nel prosieguo, un’altra parte del lavoro è
dedicata alle attività di promozione, di marketing e di merchandising
messe in atto dalle società di gestione per promuovere e valorizzare le
strutture e le attività che vi sono svolte; è consequenziale, dunque, che
esse producano dei riflessi sul territorio circostante e vengano percepite
con determinate modalità anche dalla collettività del territorio che le
circonda. Un cenno a parte, in questo segmento di ricerca, merita
l’attenzione posta sull’utilità della comunicazione nel settore che
definiamo culturale in senso lato, (dove per Cultura, è bene sottolinearlo,
si intende la miscela di Arte, Architettura, Letteratura, Spettacolo,
Tradizione, Ambiente, Paesaggio e quant’altro) ma mai come in questo
caso, le tre fasi che contraddistinguono la best practices dell’azione, in
6
Introduzione
sequenza strettamente susseguente - Fare (compiere un’azione,
intraprendere un’attività, prendere un’iniziativa); Saper Fare (agire,
operando al meglio nell’esecuzione dell’azione per il raggiungimento
dello scopo) e Far Sapere (rendere nota la propria azione per coinvolgere
altri soggetti e rendere partecipe la collettività) – sono necessarie per la
diffusione di un prodotto culturale. Prodotto culturale, dunque, come
parola chiave. Per tantissimo tempo, ed in determinati periodi storici e
determinati luoghi più di sempre e più che altrove, la cultura è stata,
sarebbe meglio dire è rimasta, un privilegio per le classi sociali ed
economiche rappresentati l’aristocrazia o la borghesia benestante. Cultura
intesa anche nell’accezione di istruzione scolastica, approccio primigenio
alle informazioni a cui faceva seguito la fruizione più o meno materiale
(lettura, viaggi di studio, visite a biblioteche, musei, monumenti) della
Cultura vera e propria. La diffusione della scolarizzazione e dei mezzi di
comunicazione, in seguito giustamente definiti di massa, hanno esteso
questo privilegio, via via a classi sociali e professionali sempre più ampie,
tanto che oggi, anche in riferimento alla Cultura, si adoperano termini
come Mercato, Prodotto, Consumo, Marketing e Merchandising, come si
fa con le altre tipologie merceologiche. E’ necessario puntualizzare, però,
che la Cultura è un prodotto particolare, che dà vita ad un mercato e ad
azioni di mercato particolari, non tanto e non solo per la sua frequente
immaterialità, ma soprattutto perché il prodotto culturale non ha prima,
seconda o terza scelta come può accadere per generi alimentari,
abbigliamento o altro; il prodotto culturale è sempre, e solo, di qualità e
come tale presenta dei costi. Da qui, ma non solo per questo motivo,
nasce l’esigenza, molto attuale, di fare impresa intorno alla Cultura e per
quanto i termini possano sembrare contraddittori e le domande susseguirsi
in un probabile, continuo flusso senza risposte certe ed esaustive (si può
comprare o vendere la Cultura? Chi stabilisce il prezzo? Quanto è giusto e
corretto mercificarla, stabilire cioè dei costi e dei prezzi per la sua
fruizione o il suo eventuale acquisto?) pure si avverte la necessità di
organizzare l’offerta culturale, nella duplice ottica di soddisfare il
pubblico e realizzare per il “venditore” o “proprietario” un giusto
guadagno. Da qui la necessità di individuare dei prodotti o di crearli ad
hoc, di immetterli sul mercato, tenendo conto anche delle richieste di
consumo del pubblico, della presenza e delle azioni della concorrenza,
dell’andamento generale della domanda e dell’offerta, come accade per
qualsiasi altro prodotto. E dal momento che l’anima del commercio
risiede nella pubblicità, come recita un adagio ormai datato ma ancora
estremamente efficace, ecco dunque la necessità di far conoscere un
Best practices
7
prodotto - attraverso la promozione e la comunicazione – dopo averlo
realizzato e prima di farlo acquistare. Per quanto riguarda un prodotto
culturale, però, sia esso una struttura o un’attività com’è nello specifico
dei casi che si andranno ad esaminare da qui a poco, la comunicazione
assolve anche altri compiti, oltre quelli più prettamente utilitaristici. In
quasi tutti i casi, la comunicazione si rende necessaria per attrarre
l’attenzione del pubblico su qualcosa che riguarda il suo passato, il suo
presente e forse anche il suo futuro; qualcosa che riguarda la sua storia e
la sua identità, la sua conoscenza e la sua consapevolezza, più o meno
direttamente. Se si prendono come esempi le strutture suddette - Villa
Manin, Certosa di Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia e
Castello Ducale – e ci si sofferma alle sole strutture materiali, è subito
evidente che esse, nessuna esclusa, con il loro carico di storia e di
accadimenti di cui sono state protagoniste e spettatrici insieme, nel corso
dei secoli, rappresentano una porzione di vissuto di un territorio, in un
determinato momento storico e per una specifica collettività, che di quel
territorio - e per il tempo e la collettività del presente - rappresentato una
sorta di patrimonio, che per essere fruttifero deve esser conosciuto, fruito
ed utilizzato. Se la disamina si sposta sulle attività che all’interno di tali
strutture vengono svolte, sugli eventi e le manifestazioni che queste
strutture ospitano, il discorso è pressoché identico, con l’aggiunta che la
materialità della struttura, nella sua specificità spaziale si fa tramite di un
contatto col mondo (si pensi, ad esempio, agli eventi che coinvolgono
grandi artisti internazionali, che danno la possibilità di conoscere
rappresentanti dell’arte, della cultura e dello spettacolo di ogni parte del
globo) e, nella sua specificità temporale, (il riutilizzo attuale di strutture
antiche di secoli) si fa ricettacolo e concentrato del Tempo (si pensi ad
un’esposizione museale di oggetti o di arte antichi). Alla luce di quanto
esposto finora, dunque, concludere accennando al Merchandising
culturale, diventa quasi una conseguenza, anche se l’argomento, per
essere inquadrato in un’ottica tecnico- scientifica quanto più corretta
possibile, deve essere ripulito da eventuali pregiudizi che lo vorrebbero
relegato al rango di business tout court. E’ vero che, ormai fa parte
dell’esperienza comune, la frequente e poco gradevole sensazione che di
ogni manifestazione, luogo o accadimento si vorrebbe fare mercato. Non
c’è sagra rionale, fiera, rievocazione storica, o piccolo museo di paese che
non abbia, all’occorrenza, un contorno di prodotti tipici artigianali, spesso
solo spacciati come tali. Va da sé che il merchandising culturale è ben
altra cosa, non solo e non tanto per la funzione che svolge quanto per la
qualità che lo distingue e per il pubblico verso cui è rivolto. In merito alla
8
Introduzione
funzione, è fondamentale rimarcare come un souvenir, un catalogo, una
cartolina o qualunque altro oggetto che facciano immediato riferimento
alla struttura dove sono stati acquistati o all’evento in seguito al quale
sono stati effettuati degli acquisti, si fanno tramite di una memoria
duratura, che serve a tenere ben presente il preciso momento storico in cui
noi stessi siamo stati protagonisti della visita a quel museo, a quella
chiesa, a quella dimora storica o co-protagonisti di quella mostra, di
quello spettacolo. In altri termini, l’oggetto è il veicolo che racconta, in
maniera durevole nel tempo, di un’esperienza che può anche rimanere
unica nel nostro vissuto, ma che proprio grazie a quell’oggetto e ai ricordi
che evoca, può essere ripercorsa e ripresentata attraverso la memoria.
Perché ciò accada, però, è necessario che l’oggetto risponda, in termini di
qualità, a determinati criteri quali la genuinità, la fedeltà ad un modello
originale, la buona fattura, l’utilizzo di buoni materiali. Ancora un cenno
a parte merita un altro genere di prodotti, quelli cosiddetti tipici di un
territorio, e qui si fa specifico riferimento all’attività di merchandising
intrapresa presso il Castello Ducale di Corigliano, dove l’ente gestore ha
pensato bene - in una meritoria opera di promozione non solo della
struttura ma di tutto il territorio circostante – di includere, oltre ai
souvenir e ai book del castello, anche i prodotti locali, di cui fanno parte
una serie di oggetti che derivano da produzioni di eccellenza, come
conserve alimentari, prodotti da forno, liquori i quali, in tal caso, si fanno
testimoni, nella loro essenza squisitamente gastronomica, della cultura
storico-geografica e materiale del territorio sibarita, che già nel nome
evoca i fasti, i lussi e le sontuosità dell’universo magno-greco.
Motivazioni della scelta nell’individuazione delle best
practices, metodologia di ricerca e di acquisizione dei dati
riguardanti le strutture
Le motivazioni che hanno portato ad individuare delle strutture ubicate in
diverse regioni d’Italia, considerale best practices ed accostarle al
territorio del Vallo del Diano, in particolare di Padula - sede della Certosa
di San Lorenzo, che è l’oggetto di studio privilegiato del lavoro
complessivo di cui questo volume fa parte - sono state varie e di diverso
carattere. Si è partiti anzitutto dalla considerazione che era necessario
individuare delle strutture che:
a) facessero parte del patrimonio architettonico ed artistico del
Paese;
Best practices
9
b) si identificassero o si potessero identificare con gli avvenimenti
storici, culturali, religiosi, talvolta politici di un territorio, spesso
di ampie dimensioni;
c) che avessero svolto in passato funzioni ricettive diverse da quelle
attuali;
d) costituissero, in qualche modo e a diversi livelli, il simbolo di
un’identità territoriale che da esse si sente, o può essere,
rappresentata;
e) avessero ospitato, e continuino ad ospitare, con la nuova
destinazione d’uso e la ritrovata fruibilità, importanti eventi che ne
fanno luoghi eletti di manifestazioni culturali di grande respiro
nazionale ed internazionale.
Quest’ultima caratteristica, a ragion veduta, ha costituito la ragione
soggettiva che ha guidato nella scelta delle altre strutture. Il motivo
oggettivo, invece, per cui la scelta è ricaduta su Villa Manin, Certosa di
Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia e Castello Ducale è
l’aver verificato direttamente la disponibilità alla collaborazione per
l’acquisizione dei dati necessari, attraverso la compilazione di un
dettagliato questionario. L’accostamento con il territorio del Vallo di
Diano, invece, è stato validato dalla considerazione che, in tre casi su
quattro e cioè Villa Manin, Certosa di Pontignano e Castello Ducale, gli
altri territori in cui sono presenti le strutture – Codroipo nell’Udinese,
Castelnuovo Berardenga nel Senese, Salerno, e Corigliano nel Cosentino rappresentano ambiti territoriali contraddistinti da: a) una lunga e
complessa serie di eventi storici e culturali che hanno influito
direttamente anche sulla storia delle strutture; c) un intreccio significativo
con l’ambiente naturale circostante che costituisce motivo di attrazione
turistica ulteriore; c) una certa marginalità geografica rispetto ai grandi
centri regionali, eccezion fatta per Salerno, e la pur forte capacità di
costituire significativi poli di attrazione turistica per il territorio
circostante. La metodologia utilizzata per accedere ai dati riguardanti le
strutture prese in esame, è stata duplice ed è stata condotta con due
diverse modalità per differenti ragioni. Per quanto riguarda le notizie che
avrebbero consentito di compilare una scheda della struttura, attraverso un
regesto della sua storia e di una descrizione della sua architettura, è stato
privilegiato l’utilizzo dell’informazione diffusa per via telematica.
Ricerche archivistiche e bibliografiche approfondite, quindi da condurre
essenzialmente in loco o nei grandi centri della conservazione del sapere e
delle notizie (Archivi di Stato, Archivi Vescovili o Parrocchiali,
Biblioteche Nazionali, Biblioteche Civiche) avrebbero certo dato risultati
10
Introduzione
più dettagliati, ma senz’altro di diffusione più circoscritta, da un punto di
vista meramente geografico e della comunicazione/informazione. L’aver
privilegiato, in questa fase, la sitografia come fonte di ricerca ha
consentito, invece, di tastare il polso, in contemporanea, alla circolazione
delle informazioni riguardanti le specifiche strutture ed alla volontà reale,
certo suscettibile di cambiamenti nel corso del tempo, di valorizzazione
materiale e culturale del patrimonio architettonico, di cui si fanno o
dovrebbero farsi portatori enti proprietari e/o gestori delle strutture,
attraverso l’immissione delle notizie in rete. Tale tipo di ricerca ha dato
risultati talvolta davvero interessanti, che peraltro sono esaminati nella
parte riguardante le attività di Comunicazione, Marketing e
Merchandising mese in atto per la promozione delle strutture. Per quanto
riguarda, invece, l’acquisizione delle notizie in merito agli spazi e alle
destinazioni d’uso attuali, alle relazioni col territorio circostante, al
modello di gestione degli spazi e delle attività, all’organigramma, alle
fonti di finanziamento, alle attività culturali ed al calendario delle
manifestazioni, è stato formulato un questionario, che è stato poi
somministrato all’ente gestore della struttura, in maniera tale da poter
acquisire informazioni di prima mano. E’ interessante sottolineare come,
sia nel caso della sitografia, sia nel caso dell’utilizzo del questionario, non
per tutte le strutture siano state acquisite informazioni complete e
soddisfacenti. Sono da citare come esempio di eccellenza, per ricchezza di
informazioni del sito in ogni sua parte e per esaustività delle risposte al
questionario, i casi di Villa Manin e del Castello Ducale di Corigliano. In
ogni caso, questa scarsa attenzione alla forma, che è da ascrivere più alla
sfera della comunicazione che non a quella dell’efficienza nella gestione
della struttura, non inficia assolutamente l’effettiva eccellenza delle
attività che nelle strutture sono svolte e che collocano le stesse nel novero
dei luoghi dove si intraprendono best practices di management culturale.
Sempre nell’ambito della raccolta dei dati riguardanti Comunicazione,
Marketing e Merchandising delle strutture e delle attività, sono state
acquisite notizie riguardanti l’utilizzo del materiale promozionale e
pubblicitario, l’uso di strategie e canali promozionali, l’esistenza di un
ufficio stampa e la percezione che la collettività ha della struttura e delle
attività che svolge, unitamente alle modalità di relazioni che la struttura, il
gestore, le manifestazioni hanno con il territorio circostante. Quest’ultimo
aspetto, in particolare, ha rivelato quanto le attività di programmazione
culturale debbano essere connesse alle attività di programmazione
turistica di un territorio o di un luogo, dal momento che una buona
organizzazione del sistema turistico (infrastrutture, strutture ristorative e
Best practices
11
ricettive, offerta diversificata e qualitativamente soddisfacente dei servizi,
buon rapporto qualità-prezzo) possano giovare all’impresa culturale e
viceversa. Per quanto riguarda la percezione che la collettività ha della
struttura e delle attività che vi svolgono, c’è da sottolineare che i livelli,
per tutti i luoghi esaminati è molto alto, ma resta medio-bassa la fruizione
della popolazione locale. Il dato può essere interpretato in vario modo; le
attività di comunicazione mirano poco o con scarso successo alla
collettività locale; questa si identifica ancora poco con la struttura stessa;
le manifestazioni che vi svolgono sono mirate a target di pubblico molto
differenti da quello presente sul luogo. Altro aspetto è quello riguardante i
flussi turistici, come diretta conseguenza del “successo” delle strategie di
comunicazione e di marketing, mentre si conclude con un paragrafo
dedicato alle attività di merchandising, in genere ancora poco sviluppato,
se si esclude il caso, eccellente in quest’ambito, del Castello Ducale. Per
quanto riguarda l’organizzazione delle attività di comunicazione e
marketing, ci sono da registrare esempi di eccellenza assoluta, come nel
caso di Villa Manin e del Castello Ducale, soprattutto per quanto riguarda
la diffusione delle informazioni in via telematica, di cui si riferisce
nell’apposito paragrafo, ed esempi di clamorosi, e si spera solo
momentanei, deficit come nel caso del Complesso Monumentale di Santa
Sofia, dove l’antichità ed il valore della struttura, insieme all’importanza
delle manifestazioni che vi si svolgono, non sono assolutamente
commisurate alla relativamente scarsa circolazione in rete delle notizie
che non si bilancia assolutamente con la pur tempestiva ed importante
creazione di un sito appositamente creato in occasione di un’esposizione
su Pablo Picasso; a tal proposito, si consulti il sito
www.comune.salerno.it/picasso/home.asp. Per ciò che concerne l’utilizzo
della Innovation Technology, incluso nel paragrafo delle Strategie e dei
Canali di Promozione, sono da registrare con soddisfazione gli ancora
ottimi esempi di Villa Manin e del Castello Ducale di Corigliano, i cui due
siti ufficiali, www.villamanincontemporanea.it e www.castelloducale.it
offrono una serie di informazioni esaustive su tutta la struttura e
l’organizzazione, in aggiunta ad alcuni servizi davvero innovativi di eculture, che consentono di prendere visione degli spazi e di poter
effettuare eventuali prenotazioni di visite guidate, di utilizzo degli spazi
con moduli informatici appositamente costruiti, a differenza della Certosa
di Pontignano che trova “ospitalità” nel sito ufficiale dell’Università di
Siena - www.unisi.it/servizi/certosa - e del Complesso Monumentale di
Santa Sofia, le cui davvero scarne informazioni sono incluse nel sito
ufficiale
del
comune
di
Salerno
–
12
Introduzione
www.comune.salerno.it/client/scheda.asp - o in alcuni siti, sempre di
pertinenza del comune, che fanno riferimento ad alcuni eventi che vi si
sono svolti – www.comune.salerno.it/conflitti/home.htm. In conclusione,
dunque, il patrimonio culturale in Italia, oltre che di maggiori attenzioni
istituzionali, di maggiori investimenti che possano portare a maggiori e
migliori conservazione, valorizzazione ed utilizzo sembrano necessitare,
nel complesso, anche di una maggiore, più efficace e più mirata azione
nelle attività di Comunicazione e di Marketing. Le parole d’ordine sempre
valide restano Fare, Saper Fare e, in questo caso come non mai, Far
Sapere.
Best practices
I
13
Territorio,
risorse
turistiche
e
raggiungibilità dei luoghi in cui sono
ubicate le strutture
Per meglio inquadrare la rappresentatività e l’attività delle strutture prese
in esame, si forniscono alcune notizie riguardanti il territorio regionale e
provinciale in cui esse sono inserite, con particolare riferimento alle
risorse ed alle caratteristiche del settore turistico; inoltre, si presentano dei
dati riguardanti la vocazione turistica dei comuni compresi in ciascuna
circoscrizione turistica in cui sono ubicate le strutture. Questa ulteriore
raccolta di dati consente di capire in quale classificazione per tipo di
località turistica, tra quelle proposte ed utilizzate dall’ISTAT, rientrano i
comuni interessati: città d’interesse storico e artistico, località collinari,
località lacuali, località marine, località montane, località religiose,
località termali, comuni non altrimenti classificati (comuni n.a.c), i siti di
interesse turistico menzionati, e i 20 comuni ubicati nelle immediate
vicinanze (entro 30 chilometri). Per completezza di informazioni, infine,
sono date alcune indicazioni sui mezzi e i collegamenti alle strutture.
Appare evidente come la mole delle notizie non sia uguale per tutte le
regioni, le province e le località. In questo caso, Friuli Venezia Giulia e
Toscana primeggiano per dovizia di informazioni, dettagli, studi e loro
diffusione. Non si può dire altrettanto per la Campania, i cui dati
regionali, riferiti al turismo, sul sito ufficiale della Regione sono fermi al
2004 mentre è soddisfacente anche l’attività informativa della Camera di
Commercio di Salerno, che traccia un esauriente stato dell’arte del
turismo nella provincia riferito al 2006. Per la Calabria, l’Osservatorio
Regionale del Turismo compila il rapporto del 2007 mentre la Provincia e
la Camera di Commercio non forniscono dati sufficientemente aggiornati.
Laddove non ci sono dati numerici significativi, ci si attiene a notizie di
carattere generale sul settore turistico nel suo complesso.
1.1
Il turismo in Friuli Venezia Giulia e nella provincia di
Udine
I dati sul turismo risalgono al 2006. La tabella seguente mostra i
principali indicatori turistici del Friuli:
14
Tab. 1
Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture
Principali indicatori turistici del Friuli
Indicatore
Capacità ricettiva (posti letto)
Presenze (migliaia)
Presenze Straniere
Tipologia
Stagionalità
Agenzie viaggi e turismo
Ristoranti
Valore
153 mila
8.393
39,8%
Marino (60%)
Luglio/Agosto (38%)
194
2.586
% su ITA
3,7
2,5%
1,6%
2,9%
Fonte: Sistema Statistico Nazionale (Sistan), anno2006
A riguardo dell’andamento turistico degli ultimi anni, nella regione,
rispetto agli arrivi italiani, dal 2000 al 2005, si è registrata una decrescita
fino al 2002 ed una ripresa dal 2002 al 2005; secondo i dati della CCIIA
di Udine, dall’anno 2000 al 2005 si è avuto un ribasso dell’1%. Riguardo
alle presenze italiane sul territorio, il dato vede una forte crescita nel 2001
ed un brusco abbassamento negli anni successivi che, complessivamente
dimostra una decrescita di circa 2 punti percentuali dal 2000 al 2005.
Anche gli arrivi stranieri sono molto alti nel 2000 e nel 2001 e hanno
subito un forte calo negli anni successivi. In generale, si può affermare
che dal 2000 al 2005 c’è stato un abbassamento degli arrivi del 6%. La
presenza di stranieri sul territorio friulano è cresciuta nel 2001, per tornare
a valori negativi dopo il 2002. Tra il 2000 ed il 2005 si è avuta una
decrescita del 3% circa. I dati disponibili dimostrano un trend negativo
rispetto a tutte le voci prese in considerazione, soprattutto a partire
dall’anno 2002. Le ipotesi esplicative potrebbero essere diverse;
probabilmente, ha avuto un forte peso l’entrata in circolazione della
nuova moneta, l’euro che, complice uno scarso controllo dei prezzi, ha
provocato il lievitare dei costi. Tale dato ha sicuramente scoraggiato gli
arrivi e le presenze dei turisti italiani e stranieri. Altro motivo è da
attribuirsi ai cambiamenti planetari avvenuti in seguito al famigerato 11
settembre, che ha rappresentato uno spartiacque nella vita internazionale,
inducendo dei cambiamenti comportamentali a tutti livelli, turismo
compreso, anche a livello locale. Un’ulteriore statistica può essere
specificata mediante l’analisi della domanda così da costruire il rating
sulle provenienze dei clienti italiani a stranieri. Nel caso dell’Italia e del
Friuli Venezia Giulia otteniamo i seguenti risultati:
Best practices
Prospetto 1
Rating Presenze Stranieri
Grad
1
2
3
TOTALE
Prime tre
Prospetto 2
15
Regione FVG
Austria (41%)
Germania (26%)
Ungheria (6%)
72%
Italia
Germania (35%)
Gran Bretagna (7%)
Stati Uniti (6%)
48%
Regione FVG
Friuli VG (35%)
Italia
Lombardia
(21%)
Veneto (11%)
Lazio (10%)
Rating Presenze Italiani
Grad
1
2
3
Veneto (20%)
Lombardia
(17%)
72%
TOTALE
Prime tre
42%
Scendendo in maggiori dettagli e prendendo in esame i dati riguardanti la
provincia di Udine, le seguenti tabelle danno un’idea degli indicatori
turistici e di presenze ed arrivi di italiani e stranieri:
Prospetto 3
Rating Presenze Stranieri e Italiani
Indicatore
Capacità ricettiva (posti letto)
Presenze (migliaia)
Presenza Straniera
Tipologia
Stagionalità
Agenzie viaggi e turismo
Ristoranti
Valore
110mila
5.342
40%
Marino (66%)
Luglio/agosto
(52%)
70
1.212
% su regione
72%
62,3%
36,1%
46,9%
Nella provincia udinese, dal 2000 al 2005 si sono registrate le seguenti
tendenze rispetto agli arrivi ed alle presenze italiane e straniere: gli arrivi
italiani hanno subito una decrescita, fino ad un crollo nel 2002, poi sono
di nuovo aumentati, facendo registrare - tra il 2000 ed il 2005 - una
crescita dell’1% circa. Le presenze di turisti italiani hanno avuto un
andamento oscillante: dal 2000 al 2001, la crescita è stata significativa,
ma si è bruscamente interrotta nell’anno 2002; nel 2003 il dato è tornato
ad essere positivo; nel 2004 è diminuito di nuovo, per stabilizzarsi nel
2005, con un aumento percentuale, rispetto al 2000, dell’1% circa. Gli
arrivi stranieri, aumentati nel 2001, sono bruscamente diminuiti nel 2002
e nel 2003; hanno fatto registrare una crescita negli anni successivi; dal
2000 al 2005 si è comunque avuta una perdita. La presenza di turisti non
16
Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture
italiani ha fatto registrare un dato positivo solo nel 2001, diminuendo
progressivamente fino al 2005. Confrontando i dati regionali con quelli
provinciali, si evince una sostanziale omogeneità, nel senso che i secondi
si rispecchiano nei primi. Questo dato comprova l’importanza della
provincia friulana all’interno dell’economia del turismo e
dell’organizzazione del settore nella regione. In realtà, dei dati così
incoraggianti sono legati alla presenza di mete turistiche molto famose sia
in Italia, sia all’estero. Ci si riferisce soprattutto alle località marine che,
per l’offerta turistica che le caratterizza, si impongono all’attenzione per
l’organizzazione delle strutture e per l’alto numero di divertimenti che
offrono. Si tratta, infatti, di un turismo “giovane”, legato alle vacanze
estive. Le località più significative da questo punto di vista sono Lignano
Sabbia d’Oro e Marano Lagunare, che raccolgono il 64% dei turisti della
provincia. E’ da precisare, comunque, che esiste anche una vocazione
“montana” del turismo friulano, grazie alle località del comprensorio della
Carnia che raccolgono il 17% del movimento turistico. Rispetto al
turismo alpino, anche il comprensorio di Tarvisio, Sella Nevea e Passo
Pramollo fanno registrare una buona presenza (6%). Un elemento di
orgoglio per il turismo friulano è l’affluenza nella città di Udine, che
registra il 5% delle presenze. Tale dato è giustificato, soprattutto negli
ultimi anni, da un’apertura che la città ha effettuato su una serie di attività
culturali vive ed interessanti, puntando molto su un’offerta variegata e di
qualità. Sono diverse le manifestazioni musicali e letterarie che hanno
attirato, negli anni, un numero crescente di turisti culturali. Il resto della
provincia registra un 8%, legato alla gastronomia, per la presenza di
ottimi prodotti (un esempio su tutti, i vini). Analizzando altre voci
dell’offerta turistica, non si può fare a meno di soffermarsi almeno
sull’elenco di parchi e riserve naturali: Dolomiti Friulane (37.283 ha);
Prealpi Giulie (9.339 ha); Lago del Cornino (487,3 ha), Valle Canal Novo
(116,7 ha), Foci dello Stella (1.383,40 ha), Valle Cavanata (329,3 ha),
Foce dell’Isonzo (2.393,0 ha), Laghi di Doberdò e Pietrarossa (726,0 ha),
Falesie di Duino (105,8 ha), Monte Lanaro (285,4 ha), Monte Orsario
(157,6 ha), Val Rosandra (752,0 ha), Forra del Torrente Cellina (301,0
ha); Cucco (25,8 ha), Rio Bianco (339,7 ha) Marina Miramare (24,1 ha) o
anche dei numerosi siti e musei presenti in tutta la regione: Aquileia (sito
Unisco ed archeologico); Cividale del Friuli, Trieste (siti archeologici);
Museo Archeologico Nazionale e Cripta di Aquileia, Museo
Archeologico Nazionale di Cividale, Museo Storico del Castello di
Miramare. Anche in ordine agli eventi culturali, alle manifestazioni ed
alla gastronomia, l’elenco è significativo. Per quanto riguarda agli eventi
Best practices
17
culturali sono da ricordare il Mittelfest di Cividale del Friuli; il Folkfest;
il Puppet festival, il Concorso internazionale di canto corale Seghizzi ed il
Concorso internazionale di violino "Marcosig", che si svolgono a Gorizia.
Le manifestazioni più importanti sono il Perdon di Barbana, a Grado; la
Festa dei popoli, a Giassico-Cormon; la Messa dello spadone
dell’Epifania, a Cividale del Friuli; la Messa del Tallero, dell’Epifania, a
Gemona del Friuli; l’Agosto medioevale, a Gemona del Friuli; il Festival
dei cuori, a Tarcento. Per quanto riguarda i principali eventi gastronomici,
sono da menzionare il Vino della pace, a Cormòns; le Cantine aperte, in
tutto il territorio regionale; la Festa dell'uva, a Cormòns; l’Aria di Festa, a
S. Daniele del Friuli; Friuli DOC, a Udine; la Fiera dei vini, a Buttrio; la
Festa del Prosciutto, a Sauris. Dati da menzionare, perché caratterizzati
dalla loro singolarità, riguardano le professioni più richieste nel turismo e
le professioni stagionali (fonte: Progetto Excelsior). In genere, le imprese
che operano nel turismo presentano buone previsioni di crescita
occupazionale. I tassi di entrata sono sensibilmente più elevati per le
imprese di ristorazione (14,4%), ma si riducono al 7,1% nei campeggi e
villaggi turistici (dove peraltro è più diffusa, in termini relativi,
l’occupazione stagionale). La composizione delle assunzioni previste
presenta una netta prevalenza di professioni di vendita e nei servizi per le
famiglie (78% del totale); poco rilevante la quota delle figure
professionali esecutive nell’amministrazione e nella gestione, di dirigenti
e impiegati; forte anche la richiesta di personale non qualificato. Nelle
agenzie di viaggio e turismo c’è una netta prevalenza di figure intermedie
e di figure con funzioni amministrative e gestionali. Per quanto riguarda
le professioni stagionali, è nota, nel settore turistico, la loro importanza; le
assunzioni stagionali sono 2,3 volte superiori a quelle delle assunzioni
stabili e sono pari ad un quarto dei dipendenti in forza alle imprese del
settore. La richiesta di lavoratori stagionali assume particolare rilevanza
nelle imprese alberghiere e nei villaggi turistici, mentre si presenta più
contenuta, rispetto allo stock di occupazione stabile, nel comparto della
ristorazione. Il 22,5% delle richieste di assunzioni avviene con contratti di
lavoro part time, la cui diffusione in molte aree rappresenta un importante
fattore di regolazione del mercato del lavoro. Il comparto più propenso
all’assunzione di personale part time è la ristorazione.
1.1.1 Il turismo nel comune di Codroipo (UD)
Il comune di Codroipo ha una popolazione residente di 14.421 abitanti
che, sommata a quella dei comuni limitrofi, fa sì che nel raggio di 30
chilometri graviti una popolazione complessiva pari a 69.732 abitanti.
18
Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture
Dalla classificazione ISTAT emerge che tutti i 20 comuni interessati non
presentano una vocazione prevalente (sono tutti comuni “non altrimenti
classificati”).
Tab. 2
I Comuni ubicati nel raggio di 30 Km al Comune di Codroipo e relativa popolazione
residente al 2006.
N.progressivo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Comune Distanza KM
Camino al Tagliamento (UD)
5,6
Sedegliano (UD)
6,3
Varmo (UD)
7,7
Bertiolo (UD)
7,8
Rivignano (UD)
10,6
Flaibano (UD)
10,9
Mereto di Tomba (UD)
11,9
Morsano al Tagliamento (PN)
12,1
Valvasone (PN)
13,6
Teor (UD)
13,6
San Martino al Tagliamento (PN)
14,2
Dignano (UD)
14,5
San Vito al Tagliamento (PN)
14,8
Basiliano (UD)
14,9
Talmassons (UD)
14,9
Coseano (UD)
15,5
San Giorgio della Richinvelda (PN)
15,8
Casarsa della Delizia (PN)
15,9
Arzene (PN)
16,1
Ronchis (UD)
16,5
Totale Residenti
Pop. Residente
1.632
3.852
2.892
2.542
4.015
1.183
2.697
2.762
1.936
1.996
1.336
2.326
13.316
4.894
4.114
2.214
4.316
8.135
1.608
1.966
69.732
Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT
1.2
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
Nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi riportati nella tabella 2,
nel 2006, sono stati censiti 16 esercizi alberghieri di cui il 56,3%
appartenente alla categoria “3 stelle”. Non sono presenti strutture a 4 e 5
stelle e ciò comporta l’assenza di un’offerta alberghiera per una clientela
qualificata. Riguardo l’offerta extra-alberghiera, operano 23 esercizi
complementari. La ricettività extra-alberghiera, è composta
prevalentemente da “Alloggi agro-turistici e Country-Houses” (43,5%).
Tab. 3
Offerta alberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distrib.
%, anno 2006.
1
stella
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
Ass.
3
55
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
2
stelle
%
18,75
9,8
Ass.
4
135
3
stelle
%
25,0
24,0
Ass.
9
372
%
56,3
66,2
Tot
Alberghi
Ass.
%
16
100,0
562
100,0
Best practices
Graf. 1
19
Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Anno
2006
66,2
3 STELLA
56,3
24,0
2 STELLA
25,0
9,8
1 STELLA
18,8
Numero Esercizi
Numero Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Tab. 4
Offerta extraalberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Val assoluti e
distr. %, anno 2006.
Alloggi in affitto
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
Ass.
7
61
%
30,4
23,4
Alloggi agroturistici e CountryHouses
Ass.
%
10
43,5
174
66,7
Bed & Breakfast
(B&B)
Ass.
6
26
%
26,1
10,0
Totale esercizi
complem. e B&B
Ass.
23
261
%
100,0
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Il comune di Codroipo e i comuni limitrofi, hanno una dotazione di
strutture extralberghiere pari a 23 esercizi e 261 posti letto fra le quali
prevalgono quelle appartenenti agli alloggi agri-turistici e country houses.
20
Territorio, risorse turistiche e raggiungibilità dei luoghi in cui sono ubicate le strutture
Graf. 2
Distr. % dell’offerta extraalberghiera nel comune di Codroipo e nei comuni limitrofi. Anno
2006
10,0
Bed & Breakfast
26,1
66,7
Alloggi agro-turistici e
Country-Houses
43,5
23,4
Alloggi in affitto
30,4
Esercizi
Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
1.3
Le vie di accesso a Villa Manin 1
Villa Manin è facilmente raggiungibile con ogni mezzo di trasporto; auto,
treno, autobus e aereo. La struttura risulta essere ben collegata sia alla rete
autostradale sia a quella ferroviaria, che, in pochi minuti permettono
all’ospite di raggiungere il sito. Ben collegata anche con gli aeroporti e il
porto, per i quali si impiega meno di un’ora. Di seguito sono descritti in
dettaglio le modalità di accesso al complesso monumentale.
- In auto. Dal casello Udine Nord dell’autostrada A23 (PalmanovaUdine-Tarvisio) al comune di Codroipo si impiegano mediamente 20
minuti per una distanza di 27 km.
- In treno. Dalla stazione di Codroipo, posta lungo la tratta ferroviaria
Udine-Pordenone-Treviso-Venezia, si impiegano mediamente 3
minuti e per una distanza di 3,8 Km. La Stazione è dotata di
collegamenti in autobus o in taxi per raggiungere Villa Manin.
1 Le informazione relative alle modalità di accesso e ai tempi di percorrenza sono tratte dal sito
http://www.museifriuliveneziagiulia.it/come_arrivare.
Best practices
-
-
-
21
In autobus. La fermata di Codroipo-Passariano consente
collegamenti con Villa Manin (km: 0,2) nonché collegamenti
extraurbani con Udine, Trieste, Aeroporto Friuli Venezia Giulia.
In aereo. Dall’aeroporto Friuli Venezia Giulia (via Aquileia, Ronchi
dei Legionari - GO) collegamenti per Codroipo in autobus
extraurbano, in treno (staz. FS Monfalcone), in taxi, in auto.
Dall’aeroporto Marco Polo di Venezia (v.le Galilei, Tessera - VE)
collegamenti per Codroipo in autobus extraurbano, in treno (staz. FS
Venezia - Mestre), in taxi, in auto. Distanza in km: 45,8 (da Ronchi
dei Legionari) – 90,1 (da Tessera) - Tempo medio di percorrenza: 30
min (da Ronchi dei Legionari) – 52 min (da Tessera).
In nave. Dal porto di Trieste (Punto Franco Vecchio) collegamenti in
treno (stazione FS Trieste Centrale), autobus extraurbano e taxi (p.za
della Libertà) oppure in auto. La distanza è di 79 km e il tempo medio
di percorrenza è di 51 minuti
Best practices
II
23
Il turismo in Toscana e nella provincia di
Siena
La Toscana è la regione centroitaliana più a nord della penisola. La sua
posizione baricentrica tra il mar Tirreno, la Pianura Padana e
l’Appennino, ne fa una meta turistica ricca ed interessante per tutte le
esigenze di viaggio e di vacanza, anche perché sul suo territorio vi sono
alcune tra le città d’arte più famose del mondo. I dati turistici disponibili
riguardano il 2006. La maggior parte di essi è tratta dalle statistiche del
Sistema Statistico della Regione Toscana. Di seguito, sono riportati dei
dati riguardanti alcuni indicatori turistici, che mostrano le analisi rispetto
alla struttura dell’offerta ricettiva per tipologia di esercizio ricettivo. Le
variabili prese in considerazione riguardano il numero di esercizi, il
numero delle camere, i posti letto, i bagni, la percentuale di posti letto, la
dimensione media ed il numero di bagni su 100 camere. La tabella mostra
tali dati, in considerazione dei diversi tipi di turismo presenti nella
regione; in particolare il turismo d’arte e d’affari, il turismo di montagna,
il turismo lacuale, balneare, termale, di campagna e collina, il turismo
religioso e la categoria “altro interesse”. Gli esercizi sono suddivisi in due
macro-categorie: esercizi alberghieri ed esercizi extralberghieri. Della
prima categoria fanno parte i dati relativi ai diversi livelli alberghieri, cioè
la suddivisione per numero di stelle; nella seconda rientrano Campeggi e
V.T. Affittacamere e C.A.V. Alloggi agrituristici, Altri Esercizi.
Analizzando i dati, si può rilevare che, rispetto al turismo d’arte e d’affari,
il numero di esercizi extralberghieri preposti all’ospitalità è nettamente
superiore a quello degli alberghi. Tale superiorità si riscontra anche nelle
altre variabili, ad esclusione della dimensione media della struttura e del
numero di bagni in rapporto alle camere. Questo primo dato dimostra che,
per quanto riguarda i viaggi d’affari o la visita a città d’arte, ad esempio,
si tiene in considerazione l’atteggiamento del turista che sembra essere
maggiormente orientato verso strutture non alberghiere, come le camere
in fitto presso privati. Inoltre, il dato può essere giustificato da diversi
motivi; anzitutto il prezzo che, in tali strutture è decisamente più
contenuto rispetto agli alberghi, anche perché la Toscana è una regione
altamente presa di mira dai turisti per la ricchezza del suo territorio e la
sua fama internazionale. Una seconda ragione potrebbe essere legata alla
consuetudine in base alla quale, soprattutto le persone che viaggiano per
24
Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena
affari tendono a ritornare più volte nello stesso posto, avendo l’occasione
di crearsi una rete di relazioni informali che permettono loro di trovare
soluzioni d’alloggio alternative all’hotel. Un terzo motivo potrebbe essere
legato al mezzo telematico, per cui crescono le offerte di posti letto presso
privati, consultabili via internet anche da turisti stranieri interessati a
visitare soprattutto il patrimonio artistico. Un ultimo elemento, da non
sottovalutare, è la crisi in cui versa il nostro Paese negli ultimi anni. Tale
situazione ha, infatti, portato alla crescita del numero di persone che
affittano stanze all’interno delle loro stesse abitazioni per poter usufruire
di una fonte di guadagno ulteriore. Per quanto riguarda il turismo di
montagna, si confermano i dati del turismo d’arte, eccetto per la variabile
del numero di bagni ogni 100 camere, che è superiore negli alloggi non
alberghieri. Ciò può essere giustificato dal fatto che tali strutture sono
messe a disposizione per turisti “di passaggio” che non necessariamente si
fermano a dormire, sostando nelle baite o nei rifugi solo durante le ore
diurne. I dati sul turismo lacuale dimostrano che ci sono meno strutture
preposte all’accoglienza di turisti con questo tipo di esigenze. Il maggior
numero di strutture, sia alberghiere sia extralberghiere si riferisce al
turismo balneare. Per quanto riguarda il turismo termale, l’offerta di
strutture ricettive è maggiore nel caso degli alberghi, essendo una
tipologia di attività spesso legata agli hotels. Molto diversa è la situazione
se si considera il turismo collinare e di campagna, in cui il numero degli
alberghi è basso e prevale la presenza di strutture extralberghiere,
preposte ad un’accoglienza più informale. Il turismo religioso è anche
molto diffuso in Toscana, a causa dei numerosi edifici di culto e/o
religiosi presenti sul territorio. Le strutture preposte all’accoglienza del
turismo religioso sono prevalentemente extralberghiere, perché
comprendono l’ospitalità di strutture religiose che non possono includersi
nella categoria degli alberghi.
2.1
Il turismo nel comune di Siena
La Certosa di Pontignano ricade in un’area a forte richiamo storico e
artistico. Anche per la Certosa di Siena, analogamente a quanto visto per
il Complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno, l’analisi dell’offerta
turistica è stata focalizzata sul comune di Siena avendo una vocazione
turistica prevalente.
Best practices
Tab. 5
Offerta alberghiera nel Comune di Siena. Val. assoluti e distr. %, anno 2006.
1 Stella
Valori e
Distrib.
Eserciz
Letti
25
2 Stelle
3 Stelle
4 Stelle
Ass.
%
Ass.
%
Ass.
%
Ass.
%
4
175
6,9
4,3
10
297
17,2
7,3
30
1.521
51,7
37,2
13
1.946
22,4
47,6
5 Stelle e
5 Stelle
Lusso
Ass.
%
1
148
1,7
3,6
Totale
Alberghi
Ass.
%
58
4.087
100,0
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
L’offerta alberghiera pur essendo diversificata, è concentrata nella fascia
che comprende le strutture a tre e quattro stelle.
Graf. 3
Offerta alberghiera nel Comune di Siena. Distr. % Anno 2006.
5 Stelle e 5 Stelle Lusso
3,6
1,7
47,6
4 Stelle
22,4
37,2
3 Stelle + RTA
51,7
7,3
2 Stelle
17,2
4,3
1 Stella
6,9
Esercizi
Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Tab. 6
Offerta extralberghiera nel Comune di Siena. Val. assoluti e distr. %, anno 2006.
Campeggi e
Villaggi turistici
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
Ass.
1
800
%
0,5
23,9
Alloggi
in affitto
Ass.
173
1.842
%
78,3
55,1
Alloggi
agro-turistici e
Country-Houses
Ass.
%
38
17,2
373
11,2
Totale esercizi complem.
Ass:
212
3.015
%
100
100
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
L’offerta extralberghiera è variegata. Gli alloggi in affitto prevalgono su
tutte le altre tipologie, sia come numero degli esercizi che come totali
posti letto offerti seguiti dagli alloggi agrituristici e le country-houses.
26
Il turismo in Toscana e nella provincia di Siena
Graf. 4
Offerta extralberghiera nel comune di Siena. Distr. % Anno 2006.
Case per ferie
Ostelli per la Gioventù
6,8
3,6
3,0
0,5
11,2
Alloggi agro-turistici e
Country-Houses
17,2
55,1
Alloggi in affitto
Campeggi e Villaggi
turistici
78,3
23,9
0,5
Esercizi
Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
2.2
Le vie di accesso alla Certosa di Pontignano
La Certosa di Pontignano è collegata sia alla rete stradale sia a quella
ferroviaria. Tutte le vie d’accesso rendono il viaggio gradevole poiché
attraversano la campagna senese.
In Treno/Bus/Taxi. La Certosa di Pontignano dista circa 12 km. dalla
stazione ferroviaria di Siena. Un servizio di autobus collega la stazione
alla Certosa, ogni domenica ma solo alle 14,30 ed alle 19,30. Oltre
all'autobus, è possibile arrivare a Pontignano in taxi: grazie ad una
convenzione tra Università e taxisti, se si è almeno in 4 persone, è
previsto uno sconto.
In Auto. Provenendo da sud, la Certosa si raggiunge uscendo
dall'autostrada A1 Roma-Firenze al casello Valdichiana e proseguendo
verso Siena, quindi in direzione Siena-stazione ferroviaria. Si raggiunge
una rotatoria e si volta a destra seguendo la direzione Montevarchi;
percorsi circa 8 chilometri, in località Ponte a Bozzone, si gira a sinistra
seguendo l'indicazione Certosa di Pontignano (la Certosa dista da Roma
220 km.). Provenendo da nord, sull'autostrada A1 (Milano-Roma), uscire
a Firenze Certosa e prendere la superstrada Firenze-Siena. Uscire a Siena
nord e dirigersi verso Siena-stazione ferroviaria; superata la stazione si
raggiunge una rotatoria e si volta a sinistra seguendo la direzione
Best practices
27
Montevarchi. Percorsi circa 8 chilometri, in località Ponte a Bozzone, si
gira a sinistra seguendo l'indicazione Certosa di Pontignano (da Firenze la
Certosa dista 62 km).
In Aereo. L’aeroporto sorge nel mezzo della pittoresca campagna senese.
All’arrivo è disponibile un servizio taxi 24h/24h che consente spostamenti
su tutto il territorio senese.
Best practices
III
29
Il turismo in Campania e nella provincia di
Salerno
La Campania si presenta come una regione dalle infinite attrattive, in tutti
i comparti turistici. Il paesaggio è ricco di risorse e bellezze naturali,
archeologiche, storiche e monumentali, conosciute e fruite già in epoca
dell’epoca classica, come Capri, Ercolano, Pompei, Napoli, ma esse
costituiscono altresì solo un anticipo della varietà che offrono le coste,
con la penisola sorrentina e lo splendido scenario dell’arcipelago
campano, i primitivi borghi marinari di Camerota ed Ascea,
l’effervescenza delle località marine famose nella storia come Positano e
la splendida Ischia, l’isola per eccellenza della bellezza e della salute, con
i suoi rinomati centri termali. A proposito del turismo termale, se Ischia,
con i suoi 29 bacini termali, 67 fumarole e 103 sorgenti si candida a
capitale europea delle vacanze della salute, non sono da meno altre
località quali Agnano e Baia, in provincia di Napoli; Castellammare di
Stabia e Scrajo in prossimità di Sorrento; le antiche terme di San Teodoro,
nell’Avellinese e quelle di Roccamonfina, nel Casertano. E se il litorale
offre scenari fiabeschi, non è da meno l’interno dove lo spettacolo
terrifico del cono vesuviano fa da contrappunto alle zone pianeggianti
della valle del Sele e del Nocerino-Sarnese, dove estesi frutteti, orti e
masserie forniscono prodotti di assoluta eccellenza (pomodori San
Marzano, i fichi di Caserta, mele annurche, nocciole di Benevento,
mozzarella di bufala del Volturno, diverse etichette di ottimi vini
contraddistinti da marchi di qualità) nel vastissimo panorama della
produzione agro-alimentare. Senza tralasciare la pizza, piatto simbolo
della napoletanità tanto da meritare il marchio STG (specialità
tradizionale garantita) insieme al “letterario e teatrale” ragù di eduardiana
memoria; la ricca messe dei prodotti di alta pasticceria, patrimonio storico
del fastoso regno delle Due Sicilie, dove spiccano pastiera, struffoli,
roccocò, delizie al limone – queste di pertinenza della tradizione
amalfitana – che ben si accompagnano al delizioso infuso dello Strega,
orgoglio dell’azienda Alberti e della produzione liquoristica beneventana.
Dalle bellezze e dalle bontà della tavola alle bellezze artistiche ed
architettoniche, il passo può essere breve, ed anche qui la Campania
sorprende per la sua ricchezza. Sono senz’altro da ricordare il suggestivo
Castel dell’Ovo, i vicoli struggenti dei Quartieri Spagnoli e del borgo
30
Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno
luciano, l’elegante panorama di Chiaia e Posillipo, la preziosità del
Museo di San Martino, custode geloso di raffinate ceramiche, per
limitarci al capoluogo. E come non parlare della sontuosa reggia di
Caserta, dell’imponente anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere,
delle vestigia impareggiabili di Ercolano, Pompei, Paestum giusto per
citare tre dei tanti luoghi che i turisti di ogni parte del mondo invidiano
alla regione ed all’Italia intera. Nella terra del sole per antonomasia,
anche la religiosità traccia percorsi coinvolgenti, assolutamente degni di
essere conosciuti; basti pensare al culto di San Gennaro e alla vastità ed
alla ricchezza del suo favoloso tesoro, all’altrettanto fastosa devozione
tributata alla Madonna di Pompei e a quella di Montevergine; Verso
l’interno, in territorio sannita, spicca umile e affascinante, nella sua
semplicità, la cittadella di Pietrelcina, che ha visto nascere San Pio,
mentre di incroci di culture e di arti parlano le straordinarie basiliche di
Ravello e di Sorrento. Nella sua vastità territoriale, la provincia di Salerno
riassume e racchiude in sé la varietà di tutta la regione. Con la sua
morfologia, la natura, l’ambiente e la cultura caratteristici, quello
salernitano si offre ai turisti come un territorio variegato, denso di
attrattive che spaziano dall’archeologia all’architettura, dalla storia alle
risorse naturalistiche, dall’enogastronomia di eccellenza, ai siti termali,
all’artigianato ricco di tradizioni ultracentenarie. Basti pensare alla
straordinaria identità che racchiudono le vestigia di Paestum, Fratte e
Velia, per il settore archeologico; all’antichissimo presidio culturale della
Scuola Medica Salernitana, il più antico del Paese da cui hanno preso le
mosse, successivamente, tutte le altre istituzioni universitarie; alle Terme
di Montesano sulla Marcellana e di Contursi, ubicate nella Valle del Sele,
poli d’attrazione del turismo termale; alla straordinaria ricchezza dei
prodotti agroalimentari che hanno come vessilli i pomodori San Marzano
la mozzarela di bufala, a cui fanno da degno contorno il fragrante limone
d’Amalfi, i gustosi fagioli bianchi di Controne e le sapidi alici di Cetara o
le eccezionali alici menaiche, pescate con la rete tradizionale locale da cui
prendono nome e che rientrano tra le specialità del Parco del Cilento e del
Vallo di Diano. A tal proposito, vale la pena di ricordare che il Parco con
la sua estensione che oltrepassa i 178 mila ettari, è il parco più grande
della regione, è inserito nella rete delle Riserve della Biosfera dell’Unesco
ed è candidato ad essere immesso nell’elenco del patrimonio mondiale
Unesco insieme alle sopravvivenze archeologie di Paestum e Velia, come
raro esemplare di parco in cui significativo è l’intreccio del patrimonio
naturalistico e di quello creato dall’uomo. Sempre nella provincia di
Salerno, il monte Cervati (1898 m.), svetta come la cima più alta della
Best practices
31
Campania. In definitiva, le risorse turistiche, molte delle quali davvero
eccellenti ci sono tutte per fare del turismo la principale attività
dell’economia del luogo. Ed è proprio in questa direzione che stanno
decisamente puntando le istituzioni locali e gli amministratori. La Camera
di Commercio di Salerno, nella relazione della 5a Giornata dell’economia
del 2007 – e con i dati dello studio effettuato da UnionCamere ed Isnart:
Osservatorio Nazionale sul Turismo Italiano: ”L’impatto economico del
turismo in Italia” del 2006 - afferma che il turismo “sta rivelandosi
sempre più un motore potente dell’economia provinciale”. Gli ultimi dati
dell’Isnart riferiscono di percentuali di crescita interessanti e superiori alla
media regionale. Per un esempio valga il numero delle presenze negli
esercizi ricettivi che per gli italiani si attesta a 5.140.758 unità e per gli
stranieri a 2.471.731 per un totale di 9.559.209 unità. Il numero
rispettabile di turisti è motivato, al primo posto, dalla bellezza dei luoghi,
anche se non mancano altre ragioni, tra cui il luogo ideale per riposarsi, la
possibilità di essere ospite da parenti e amici, la ricchezza del patrimonio
artistico e monumentale, la varietà dei prodotti eno-gastronomici, la
conoscenza di usi e costumi locali. Lo studio, inoltre, traccia un profilo
dei turisti che, nella maggior parte dei casi, sono famiglie e coppie. La
provenienza dei clienti è per la maggior parte italiana, dato che rispecchia
anche l’andamento regionale. Un altro elemento interessante è dato dalle
prenotazioni on line sempre più frequenti; elemento che induce a tenere
conto anche di eventuali promozioni che privilegino i mezzi informatici.
3.1
Il turismo nel comune di Salerno
Il complesso di Santa Sofia gravita sulla città di Salerno che conta
2
138.188 residenti. La classificazione proposta dall’Istat evidenzia una
vocazione turistica prevalentemente balneare. La città di Salerno, per
attrattività e numero di residenti, ha un richiamo turistico indipendente da
quello dei comuni limitrofi per cui, nell’analisi proposta non è stata
considerata l’offerta alberghiera ed extralberghiera delle località
circostanti.
2 Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
32
Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno
3.2
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
Tab. 7
Offerta alberghiera nel comune di Salerno. Val assoluti e distrib. %, anno 2006.
1 Stella
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
.Ass.
4
86
2 Stella
%
26,7
8,8
Ass.
1
26
%
6,7
2,7
3 Stella
Ass.
7
388
4 Stella
%
46,7
39,7
.Ass.
3
478
%
20,0
48,9
Tot. Eser
Alberghieri
Ass.
%
15
100,0
978
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
L’offerta alberghiera nel comune di Salerno è concentrata fra le strutture a
tre e quattro stelle. Sono assenti esercizi a 5 stelle.
Graf. 5
Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Salerno. Anno 2006.
48,9
4 Stella
20,0
39,7
3 Stella
2 Stella
1 Stella
46,7
2,7
6,7
8,8
26,7
Nunero Esercizi
Numero Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Tab. 8
Offerta extralberghiera nel comune di Salerno. Val assoluti e distr. %, anno 2006.
Alloggi in affitto
(b)
Valori e
Distrib.
Esercizi
Letti
Ostelli per la
Gioventù
Ass.
%
Ass.
%
1
11
9,1
5,3
2
160
18,2
77,7
Bed &
Breakfast
(B&B)
Ass.
%
8
35
72,7
17,0
Tot. esercizi
complementari e
B&B
Ass.
%
11
206
100,0
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Dalla Tabella 8 e dal grafico che segue è evidente che l’offerta
extralberghiera nel comune di Salerno conta una buona percentuale di
Best practices
33
B&B mentre i posti letto sono concentrati nei due ostelli per la gioventù
di cui è dotato il territorio cittadino.
Graf. 6
Distr. % dell’offerta extaralberghiera nel comune di Salerno. Anno 2006
17,0
Bed & Breakfast
72,7
77,7
Ostelli per la Gioventù
18,2
5,3
Alloggi in affitto (b)
9,1
Nunero Esercizi
Numero Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
3
3.3
Le vie di accesso al Complesso di Santa Sofia
Il Complesso di Santa Sofia può essere agevolmente raggiunto sia dalla
rete autostradale, sia da quella ferroviaria che marittima. L’imminente
apertura dell’aeroporto di Pontecagnano rappresenterà un ulteriore
importante strumento di collegamento nazionale ed internazionale che,
insieme all’aeroporto di Napoli, consentirà di ampliare l’accessibilità al
sito.
- In auto. da Nord A1 Napoli – Salerno: uscita Vietri sul Mare o
Salerno A30 Caserta – Roma: uscita Fratte/Salerno centro. Da Sud :
A3 Salerno-Reggio Calabria: uscita Fratte/Salerno centro. A3 Salerno
Reggio Calabria: uscita Pontecagnano direzione Fratte/Tangenziale:
uscite da Zona Industriale fino a Fratte
- In Autobus da Napoli Capodichino a Salerno: quattro corse
giornaliere (due antimeridiane, due pomeridiane); da Salerno a Napoli
3 Le informazione relative alle modalità di accesso e ai tempi di percorrenza sono tratte dal sito
http://www.comune.salerno.it.
34
Il turismo in Campania e nella provincia di Salerno
Capodichino: quattro corse giornaliere (due antimeridiane, due
pomeridiane);
- In treno. Stazione Ferroviaria di Salerno.
- In aereo. Aeroporto Internazionale di Napoli - distanza da Salerno km
56.
- In nave. Collegamenti giornalieri dal Porto di Salerno con Messina,
Catania, Palermo, Olbia, Tunisi, Malta e Valencia.
La città di Salerno ha sviluppato negli anni un imponente traffico
crocieristico che la collegano con i maggiori porti internazionali.
Best practices
IV
35
Il turismo in Calabria e in provincia di
Cosenza
La Calabria, a somiglianza della Campania, è terra di infinite risorse ed
attrattive. La natura e l’ambiente (oltre settecento chilometri di coste
variegate, cui si contrappongono montagne diverse tra loro – il massiccio
verdissimo della Sila, le rocce dolomitiche del Pollino, l’Aspromonte
brullo e secco) formano talvolta un unicum con la Catena costiera
appenninica. Nelle province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia, i
monti si alternano ai colli coltivati fino ad alte quote, dove vigne ed
uliveti disegnano antiche e preziose geometrie agricole. Parchi e riserve
naturali conservano decine di specie endemiche faunistiche e floreali. Il
Parco della Sila, (CS-CZ); quello del Pollino diviso tra Calabria e
Lucania; quello dell’Aspromonte di esclusiva pertinenza reggina; la
riserva marina di Isola Capo Rizzuto, (KR); il Parco delle Serre (VV); la
riserva della foce del Crati e del bacino di Tarsia (CS), testimoniano
un’attenzione ritrovata nei confronti della natura e dell’ambiente ed anche
di un potenziale turismo naturalistico che aspetta di decollare degnamente
e rappresentare un comparto di rispetto nell’economia regionale. Così
accade ad altri settori, come l’agroalimentare e l’artigianato, i cui prodotti
sono impreziositi da una tradizione centenaria. Basta citare tutte le varietà
del pane, i salumi suini che sono tutelati da quattro dop, i vini pregiati tra
cui spiccano il Cirò e il Melissa, che la tradizione mitologica vuole essere
offerti in dono agli atleti olimpionici della Magna Grecia e poi una serie
di eccellenze autoctone come il cedro e i suoi derivati, i clementine
(mandarini senza semi) e la liquirizia, il bergamotto ancora utilizzato
nell’industria profumiera, il famigerato peperoncino, vessillo dell’identità
calabrese, le sapide patate silane e i dolcissimi fichi dottati del Cosentino
per avere un’idea dell’ingente patrimonio eno-gastronomico che aspetta di
essere completamente e sapientemente utilizzato per le analoghe forme di
turismo. Non è da meno l’artigianato con i suoi preziosi manufatti della
lavorazione lignea e ceramistica, i magnifici tessuti della tradizione silana
e grecanica (nella zona aspromontana) la ritrovata tradizione della
lavorazione delle fibre naturali, soprattutto ginestra, o l’antica arte ferrara
che confeziona “gioielli” di ferro battuto. E non mancano località termali,
ricche di acque dalle esclusive proprietà terapeutiche come le Terme
Sibarite a Cassano allo Jonio, le Terme Luigiane a Guardia Piemontese, le
36
Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza
stazioni termali di Spezzano Albanese e Cerchiara di Calabria (CS);
quelle di Caronte, a Lamezia (CZ); le Terme di Galatro ed Antonimia
(RC). Sono presenti anche stazioni sciistiche nelle località montane di
tutte le province, centri di diving nelle località marine che coltivano una
fetta ancora piccola del turismo sportivo-naturalistico.Per non parlare del
ricchissimo e spesso negletto patrimonio archeologico, storico-artistico,
architettonico e museale. Risorse in abbondanza, dunque, che aspettano
però di essere trasformate in prodotti, capaci cioè di creare economia e
produrre reddito. Nel 2007, secondo il settimo rapporto redatto
dall’Osservatorio turistico della Regione Calabria, gli esperti segnalano
che “secondo i TO italiani, negli ultimi due anni (la Calabria) è stata una
destinazione relativamente stabile e presenta buone prospettive per il
futuro”. Malgrado ciò, “il turismo in Calabria non viene vissuto come
un’industria nè come sistema, ma come un’iniziativa <<straniera>> nel
territorio che opera a comparti stagni”. Nel 2006, in Calabra si è registrata
la presenza di circa 8 milioni di persone, di cui solo il 16% proveniente
dall’estero. La forma di turismo più diffusa, nonostante le risorse prima
elencate, è stata e continua ad essere quella balneare e tale dato viene
confermato dalla richiesta e dall’organizzazione di viaggi che riguardano
principalmente le località marine; sono considerate, ancora, forme di
turismo secondarie la cultura, i luoghi e i percorsi religiosi, l’enogastronomia, malgrado quest’ultima sia additata come uno degli aspetti
migliori della regione. Sempre secondo tale rapporto, “la concentrazione
delle vacanze del turismo regionale, con riferimento ai due mesi centrali
del periodo estivo, è la più elevata d’Italia…”. Da molto tempo, con un
termine tecnicamente poco appropriato ma alquanto efficace si parla di
destagionalizzazione ed alcuni esperimenti condotti soprattutto nella
provincia di Vibo Valentia e Reggio Calabria sono stati salutati da un
discreto successo. Negli ultimi tre anni, riferisce l’Osservatorio, 70 mila
stranieri sono stati ospitati durante il periodo invernale nelle strutture
vibonesi, a dimostrazione che “allungare” la stagione si può e che solo
nell’immaginario collettivo degli stessi calabresi, la regione può offrire il
turismo balneare, mentre gli ospiti stranieri sanno apprezzare anche altri
tipi di offerte turistiche. Per quanto riguarda i trasporti, un dato
incoraggiante, riferito al decennio 1996-2006, viene dall’incremento dei
voli e dei passeggeri. Nel complesso, è stato registrato un aumento del
137% per i passeggeri e del 101 % per i voli mentre l’aeroporto di
Crotone è stato quello che ha avuto le maggiori variazioni percentuali. Per
valutare l’importanza economica del settore turistico nella regione, è utile
sapere che la spesa turistica degli stranieri in Calabria, nell’anno 2005 è
Best practices
37
stata di 213 milioni, a fronte dei 1.872 milioni spesi dagli italiani, per un
totale di 2.085 milioni (elaborazione dell’Osservatorio su dati Irpet). In un
raffronto su base nazionale, tale cifra rappresenta il 3,5% dei quasi 60
mila milioni di euro spesi in Italia. Le presenze straniere, al primo posto i
tedeschi, secondo i TO nazionali, sono destinati a diminuire (tedeschi ed
inglesi) mentre potrebbero subire degli aumenti quelli francesi, molto più
attratti dal turismo culturale che da quello balneare. Nel complesso,
comunque, la Calabria viene percepita come una regione bella ed
interessante da un punto di vista naturalistico ed ambientale; accogliente
ed ospitale, da un punto di vista umano; dalle numerose potenzialità, a cui
fanno ancora difetto, l’alta professionalità nelle strutture ricettive,
soprattutto in ordine alla conoscenza delle lingue straniere, la continuità
del servizio e dell’alta qualità in ogni periodo dell’anno. Per quanto
riguarda la provincia di Cosenza, nel cui territorio insiste la struttura del
Castello Ducale, c’è da rilevare che essa è la più estesa della Calabria,
presenta delle varietà paesaggistiche, naturali, storiche ed economiche
notevoli rispetto alle altre province e la sua collocazione geografica, la
pone come territorio privilegiato di sosta e di transito per i viaggiatori che
vogliono raggiungere le altre province o la Sicilia. Sempre secondo il
rapporto 2007 dell’Osservatorio turistico regionale, essa “resta al primo
posto per numero di strutture ricettive (41%) e di posti letto (38%)” ed è
stata la prima ad adottare e mettere in atto un Sistema Turistico Locale,
attraverso il PIT dell’Alto Tirreno Cosentino. Per quanto riguarda le
attività produttive correlate al turismo, c’è da sottolineare che il settore
dell’agro-alimentare – oltre quello ittico e conserviero - costituisce un
punto di forza nell’economia locale. La Sibaritide, macrozona entro cui
gravita anche Corigliano, sede del Castello ducale, è uno dei poli di
eccellenza nel settore. Aziende agricole produttrici di agrumi, soprattutto i
famosi mandarini clementine, insieme ad aranci ed una discreta
produzione di pompelmi; vasti terreni olivetati ed altri adibiti, dopo
decenni di abbandono, nuovamente a risaie, che alimentano una fiorente
industria di trasformazione, aziende di allevamento, tra cui una di
mozzarelle di bufala, una modernissima impresa che si occupa di colture
idroponiche, costituiscono un tessuto produttivo di tutto rispetto che paga
lo scotto di trovarsi in una regione dall’economia che si sviluppa a
macchia di leopardo. Nel territorio sono presenti strutture ricettive –
hotel, residence, B&B, agriturismo, per un totale di 20 esercizi e di 4243
posti letto – a cui si aggiungono alcuni lidi balneari, moltissime attività di
ristorazione, mercati rionali, sagre e fiere in ogni stagione che vivacizzano
l’economia locale. In particolare, Corigliano Calabro è uno dei comuni
38
Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza
che ha aderito al percorso eno-gastronomico denominato “La Strada dei
Sapori della Sibaritide” imperniato prevalentemente sulla produzione
della liquirizia e dei clementini. Degna di nota è l’attività del porto di
Marina di Schiavonea, frazione di Corigliano, unico nella zona a svolgere
attività di pesca e di commercio e che, per le sue dimensioni e la sua
posizione, si candida a diventare anche un porto turistico. La flotta è
costituita da 45 pescherecci e altre 90 imbarcazioni che si dedicano alla
pesca artigianale; nel periodo invernale sono loro a pescare il novellame
che un’antica tradizione conserviera calabrese trasforma nel famoso
“caviale dei poveri” e che rappresenta per l’economia locale un mezzo
importante di sostentamento. Il porto è anche sede di un mercato ittico,
senz’altro il più importante della provincia cosentina. Corigliano Calabro
ha aderito al Consorzio Calabria Giubileo 2000, organizzatore
dell’itinerario dei santuari mariani, che dovrebbe essere valorizzato e
sostenuto nella futura programmazione turistica regionale e ha in progetto
di costituire uno degli itinerari privilegiati del settore turistico religioso; il
Comune è anche interessato dal progetto interregionale “I sentieri della
fede”, progetto che coinvolge Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo e Calabria
e il cui obiettivo è quello di “promuovere e potenziare l’offerta
dell’itinerario turistico-religiosi e naturalistico delle regioni interessate.
4.1
Il turismo nel comune di Noiorigliano
Il comune di Corigliano Calabro, in cui è ubicato il Castello Ducale, ha
una popolazione residente di 38.241 abitanti che, sommata a quella dei
4
comuni limitrofi, ha una popolazione complessiva pari a 132.034 ; unità
che, secondo la classificazione Istat per tipo di località turistica, ne fanno
5
prevalentemente “comuni n.a.c” (61,9% ) mentre il 28,6% di essi sono
località marine e il 9,5% sono località montane. Anche per l’analisi del
Castello Ducale sono stati considerati i 20 comuni ubicati nelle immediate
vicinanze (entro 30 chilometri).
4 Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT
5 Comuni non altrimenti classificati.
Best practices
Tab. 9
39
I Comuni ubicati nel raggio di 30 Km al Comune di Corigliano Calabro e relativa
popolazione residente al 2006
N.progressivo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Comune
San Giorgio Albanese (CS)
Vaccarizzo Albanese (CS)
San Cosmo Albanese (CS)
Rossano (CS)
San Demetrio Corone (CS)
Acri (CS)
Longobucco (CS)
Paludi (CS)
Terranova da Sibari (CS)
Santa Sofia D'Epiro (CS)
Spezzano Albanese (CS)
Cropalati (CS)
San Lorenzo del Vallo (CS)
Francavilla Marittima (CS)
Tarsia (CS)
Villapiana (CS)
Bisignano (CS)
Crosia (CS)
Caloveto (CS)
Trebisacce (CS)
Distanza KM
7,3
9,5
10,9
13,2
17,6
18,4
18,7
19,6
20,9
21,6
24,3
24,7
25,7
27,2
27,5
27,7
28,4
28,5
28,6
29,4
Tot. Popolazione Residente
Pop. Residente
1.709
1.326
702
35.835
3.944
21.891
4.351
1.929
5.216
3.131
7.036
1.263
3.428
3.088
2.383
4.752
10.924
8.671
1.432
9.023
132.034
Fonte: Ns elaborazione su dati ISTAT
Graf. 7
Classificazione del comune di Corigliano Calabro e dei comuni limitrofi per tipo di località
turistica – Valori %, Anno 2006
Località montane
9,5%
Località marine
28,6%
Comuni n. a. c.
61,9%
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
4.2
La ricettività alberghiera ed extra-alberghiera
L’offerta alberghiera è qualificata essendo concentrata fra le strutture a tre
e quattro stelle. È in questi esercizi che si trovano più del 90% dei postiletto del territorio che gravitano attorno al Castello Ducale.
40
Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza
Tab. 10 Offerta alberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Val assoluti e distrib.
%, anno 2006.
1 Stella
Valore e Distr.
Esercizi
Letti
Ass.
11
277
%
25,6
5,5
3 Stelle
2 Stelle
Ass.
8
193
%
18,6
3,8
Ass.
18
2.197
Totale
Alberghi
4 Stelle
%
41,9
43,4
Ass.
6
2.395
%
14,0
47,3
Ass.
43
5.062
%
100,0
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Graf. 8
Distr. % dell’offerta alberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Anno
2006.
47,3
4 Stelle
14,0
43,4
3 Stelle +RTA
2 Stelle
1 Stella
41,9
3,8
18,6
5,5
25,6
Esercizi
Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
L’offerta extralberghiera è varia, ma fra tutte le tipologie spiccano i
campeggi e villaggi turistici (con oltre il 90% dei posti-letto censiti).
Tab. 11 Offerta extralberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Val assoluti e
distr. %, anno 2006. Anno 2006.
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
Campeggi e
Villaggi turistici
Ass.
%
12
18,8
8.550
91,7
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Alloggi in affitto
Ass.
5
54
%
7,8
0,6
Alloggi agro-turistici
e Country-Houses
Ass.
%
28
43,8
403
4,3
Ostelli
per la Gioventù
Ass.
%
1
1,6
20
0,2
Best practices
41
Tab. 11 (segue) Offerta extralberghiera nel comune di nel comune di Corigliano e nei comuni
limitrofi. Val assoluti e distr. %, anno 2006. Anno 2006.
Case
per ferie
Valori e Distrib.
Esercizi
Letti
Ass.
1
14
Altri
esercizi ricettivi
%
1,6
0,2
Ass.
3
203
B&B
%
4,7
2,2
Ass.
14
80
%
21,9
0,9
Totale esercizi
complementari
e (B&B)
Ass.
%
64
100,0
9.324
100,0
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
Graf. 9
Distr. % dell’offerta extralberghiera nel comune di Corigliano e nei comuni limitrofi. Anno
2006.
Bed & Breakfast
Altri esercizi ricettivi
0,9
21,9
2,2
4,7
Case per ferie
0,2
1,6
Ostelli per la Gioventù
0,2
1,6
Alloggi agro-turistici e
Country-Houses
Alloggi in affitto
4,3
43,8
0,6
Campeggi e Villaggi
turistici
7,8
91,7
18,8
Esercizi
Letti
Fonte: Ns Elaborazioni su dati ISTAT
4.3
Le vie di accesso al Castello di Corigliano Calabro
Il Castello di Corigliano risulta essere ben collegato e facilmente
accessibile come si vede dalle indicazioni di seguito riportate.
- In Auto. Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria: da Nord uscita
Spezzano-Sibari e da Sud uscita Tarsia. Strada Statale SS 106 bis: da
Taranto e da Reggio Calabria direzione Sibari.
- In Autobus. I mezzi della ditta IAS Scura e della Simet collegano
Corigliano con molte città italiane e con il resto d’Europa.
- In Treno. Le Ferrovie dello Stato offrono collegamenti da tutta Italia
per la stazione di Corigliano Calabro Scalo.
42
-
-
Il turismo in Calabria e nella provincia di Cosenza
In Aereo. Le principali città italiane ed europee sono collegate a
Corigliano Calabro con voli diretti per l’aeroporto di Crotone (90 km),
Lametia Terme (160 km) e Reggio Calabria (320 km); da qui si può
proseguire per Corigliano in auto, bus o treno. I voli intercontinentali
atterrano a Roma Fiumicino.
In nave. Si sbarca al molo del Porto di Corigliano, oggi meta di
crociere italiane e internazionali.
Best practices
V
Descrizione delle strutture
5.1
Scheda storica ed architettonica delle strutture
43
5.1.1 Villa Manin
Villa Manin è una delle quattromila ville venete distribuite sul territorio
del Nordest italiano. Fu costruita nel 1500 per volontà del nobile friulano
Antonio Manin, rispondendo alla nuova politica della Repubblica di
Venezia che, in quel periodo, mirava all’espansione anche sulla
terraferma. Il complesso venne edificato inizialmente come centro
produttivo di attività agricole, rappresentando una vera e propria casa
padronale, motore trainante di un’azienda agricola. Successivamente, il
nipote Ludovico trasformò la villa in un complesso monumentale che
acquisì sempre di più le sembianze di una vera e propria reggia. Lo scopo
dei Manin, infatti, era quello di creare un centro che, oltre alle necessità
dell’azienda agricola, rispondesse ad una logica di rappresentanza
politica, basata sull’ostentazione del lusso e della ricchezza, simboli di
potere nei confronti di Venezia e del territorio circostante. La figura di
Ludovico Manin rappresenta, in effetti, quella di una sorta di mecenate
per lo sviluppo architettonico e stilistico del complesso, progettato
personalmente insieme a Baldassarre Longhena, dopo aver attinto
all’insegnamento di molti artisti del tempo. In particolare, si nota
l’influenza del Palladio nello stile classico-romano della struttura e degli
interni, caratterizzati dalla ripresa dell'architettura e dai motivi del teatro
classico romano, storicamente all'aperto, che vengono portati all'interno di
uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle profonde prospettive al di
là dei grandi portali, in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale.
Il dinamismo è reso soprattutto dai dipinti presenti all’interno della villa.
Essi rappresentano delle “finestre” su dei giardini ideali che danno
profondità alle pareti delle ampie stanze e si aprono su paesaggi campestri
che conferiscono colore agli interni. A dare il tocco finale alla Villa, nella
prima decade del XVIII secolo, fu anche Domenico Rossi, uno dei
maggiori architetti veneziani, impegnato dalla nobile famiglia Manin
anche a Venezia e Udine. La Villa conobbe decenni di splendore sotto la
Repubblica veneziana, fino al suo crollo, insieme a quello dell’ultimo
doge Ludovico Manin. In seguito, la sorte della villa fu legata agli eventi
storici del Triveneto, sotto la dominazione austriaca e napoleonica.
44
Descrizione delle strutture
Napoleone Bonaparte fece di Villa Manin il suo quartier generale, oltre
che la sua residenza privata. Da lì furono dirette le attività diplomatiche e
militari con gli Austriaci ed i Veneziani e fu proprio a Villa Manin che, il
17 ottobre del 1797, venne firmato il Trattato di Campoformido, col quale
fu sancita la fine della secolare potenza di Venezia. La Villa rappresenta
un insieme di stili che si sono sovrapposti nel tempo, a seconda delle
necessità di utilizzo e delle vicende storiche che ne accompagnarono lo
sviluppo. Sono caratteristici del periodo barocco i laghetti e le numerose
fontane, mentre richiamano lo stile ottocentesco gli spazi più riservati ed
appartati, di chiara ispirazione romantica, a sottolineare il ritrovato
rapporto tra l’uomo e la natura.
5.1.2 Certosa di Pontignano
Intorno alla metà del 1300, i monaci certosini, seguaci di San Brunone da
Colonia, fondatore dell’ordine, cominciarono ad insediarsi in Italia,
eleggendo a regione prediletta la Toscana.. Qui, dunque, sorsero molte
certose, di cui quella di Maggiano costituisce il primo esempio, eretta per
volontà del cardinale Riccardo Petroni. Seguì la Certosa di Belriguardo,
costruita anche grazie alle generose donazioni del banchiere Niccolò
Cinughi e fu, quindi, la volta di quella di Pontignano, fatta erigere, nel
1341, da Bindo di Falcone, ricco commerciante senese che intratteneva
relazioni d’affari col Papato. Egli, grazie ai proventi del suo commercio,
avendo acquistato beni di diversa natura e terreni nel piccolo comune di
Pontignano, ne fece dono al frate certosino Amerigo d’Aquitania e lo
incaricò di far costruire un monastero in onore di San Pietro. Bindo da
Monfalcone, in qualità di esecutore testamentale del cugino (alcune fonti
affermano essere lo zio) cardinale Petroni, seguì i lavori della certosa di
Maggiano, per cui, trascorsi due anni dalla richiesta, nel 1343, ottenne
l’assenso vescovile di Donusdeo Malavolti affinché iniziasse la
costruzione della Certosa di Pontignano. Il progetto originario prevedeva
la presenza di chiesa, chiostri, celle ed edifici di servizio che potessero
costituire la dimora degli ecclesiastici, dei conversi e della servitù. Il
progetto grandioso e solenne, comunque, non rese, almeno in un primo
momento, attraente la prospettiva di andare a vivere in quel “comunello”,
considerata forse la perifericità del luogo all’epoca, per i monaci. Bindo
da Monfalcone, allora, con una tattica da astuto mercante qual era, ricorse
alla preziosa “mercanzia” delle indulgenze, “comprate” da Papa Clemente
VI in favore dei dieci monaci che avessero scelto di recarsi, vita natural
durante, ma anche post mortem a Pontignano. Prese così corpo, in
campagna, ai confini degli allora stati fiorentino e senese, la Certosa di
Best practices
45
Pontignano, delimitata, sul finire del secolo, da una solida cinta di mura
esterne, voluta e sovvenzionata dallo Stato di Siena, a difesa delle
incursioni dei soldati mercenari che, all’epoca, infestavano quei territori.
Sempre nello stesso periodo, diventò priore un discepolo prediletto della
Santa senese Caterina, tale Stefano Maconi. Con buona probabilità, in
virtù di tale predilezione, fu proprio il priore Maconi ad ottenere, come
preziosa reliquia per la Certosa, un dito della Santa che, una volta
acquisito, venne conservato nella Cappella, dove il Nasini eseguì i suoi
affreschi. Di gran rango, per la costruenda certosa, fu anche la protezione
del potentissimo Gian Galeazzo Visconti, grazie ai meriti e ai buoni uffici
di un monaco di Pontignano che aveva diretto gran parte dei lavori di
costruzione della Certosa di Pavia. Malgrado le difese e le potenti
protezioni, durante il conflitto che vide contrapposti gli stati di Firenze e
di Siena, il sacro territorio pontignanese fu violato e la Certosa subì il
saccheggio. Nel 1478, durante la congiura ordita dalla famiglia dei
banchieri Pazzi ai danni dei Medici – che si concluse con la morte di
Giuliano ed il destro ed avventuroso salvataggio di Lorenzo – la Certosa
di Pontignano fu addirittura messa a fuoco. La ricostruzione fu
immediata, ma non duratura; qualche decennio più tardi, le truppe
miliziane prima tedesche e poi spagnole arrecarono nuove, devastanti
rovine che, secondo la documentazione storica, causarono la distruzione
totale dell’impianto originario, a seguito della quale la Certosa venne
completamente ricostruita. Durante l’epoca rinascimentale, precisamente
sul finire del XV secolo, la costruzione subì un positivo impulso; il
chiostro si sviluppò lungo il lato maggiore della chiesa e la pianta
quadrata di essa “che si presenta con cinque campate per lato e volte a
vela sorrette da colonnette con capitelli ionici mostra chiari caratteri di
equilibrio e sobrietà”. Altri modesti interventi furono eseguiti intorno alla
fine del 1600 e, agli inizi del secolo successivo, fu eretta la Cappella di
Sant’Agnese. Intorno alla fine del 1700, dopo che i monaci certosini
avevano lavorato alacremente per costruire un luogo di pace, di preghiera
e di bellezza, la Certosa di Pontignano fu soppressa e il luogo di culto
passò sotto la giurisdizione dei monaci camaldolesi, i seguaci di San
Romualdo, monaco dell’abbazia di Sant’Apollinare in Classe, di
Ravenna. Ma anche questo cambio era destinato ad essere di breve durata,
per effetto degli editti napoleonici che prevedevano ed attuarono la
soppressione di tutti gli ordini monastici. Lo spazio religioso di
Pontignano, allora, accolse la parrocchia di San Martino a Cellole; tranne
la chiesa e il fabbricato destinato ad alloggio per il curato, tutte le altre
costruzioni furono acquistate dalla famiglia Masotti. Da qui in poi, si
46
Descrizione delle strutture
succedettero diverse proprietà; alla fine del 1800 i Masotti vendettero ai
Cecchini i quali, a loro volta, passarono la proprietà ai Segardi, nel 1919.
Durante i periodi bellici del primo e del secondo conflitto mondiale,
Pontignano è stato un sacro rifugio per i perseguitati politici e gli ebrei.
Data al 1959 l’acquisto da parte dell’Università degli Studi di Siena, che
ha trasformato l’antica Certosa in residenza universitaria e ha destinato
diversi ambienti alla convegnistica ed al turismo congressuale,
attrezzando alcuni spazi a sale riunioni e sala da pranzo. Gli interventi di
restauro, di manutenzione o addirittura di rifacimento della struttura,
talvolta molto incisivi, hanno comunque mantenuto inalterata, in sostanza,
l’armonica bellezza delle architetture, proiezioni materiali della fede,
della castità e dell’intimo legame col sacro che accompagna la vita
religiosa in genere e dei Certosini in particolare.
Nel caso di Pontignano, anche la serena bellezza della campagna
circostante - affrescata con i colori della macchia mediterranea, viti e olivi
in particolare e che fa da specchio ad un lavoro umano continuo e
rispettoso nei confronti della Natura - ha avuto un continuum all’interno
della Certosa, con la realizzazione di magnifici giardini e spazi verdi,
presenti e curati ancora oggi. Alle bellezze naturali, inoltre, fanno da
specchio artistico le preziose ed importanti opere d’arte, che portano
l’impronta degli artisti della scuola senese. Si devono al fiorentino
Bernardino Barbatelli, più conosciuto come il Poccetti, varie opere tra cui
due affreschi sulla vita di San Brunone e di San Pietro, le decorazioni
dell’altare maggiore della chiesa, l’affresco del refettorio che illustra
“l’Ultima Cena”, un altro affresco che decora una cella monacale,
intitolato “Samaritano al pozzo” e la decorazione di una lunetta di porta
che ritrae la morte di San Brunone. Nel Cappellone, risultante dalla
ricostruzione e dall’unione di sei cappelle precedentemente divise, si
attribuisce a Francesco Vanni la tela dell’altare maggiore, mentre
d’impronta nasiniana (Nicola Nasini) sono le decorazioni e gli affreschi
delle pareti.
5.1.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia
Pressappoco alla fine dell’anno Novecento, a Salerno venne fondato il
primo convento benedettino, dedicato a Santa Sofia. I confratelli seguaci
di San Benedetto da Norcia, in ossequio alla regola monastica che li vuole
dediti al lavoro, alla preghiera ma anche alle fatiche dell’intelletto e dello
studio, dedicarono probabilmente il loro primo spazio comunitario in terra
salernitana alla figura femminile che, secondo la tradizione greca, porta il
nome della Sapienza e le cui figlie Pistis, Elpis e Agape, portano il nome
Best practices
47
di Fede, Speranza e Carità. Per circa due secoli, l’edificio religioso ospitò
i membri dell’ordine maschile; trascorso questo tempo, l’edificio passò
alle monache benedettine, seguaci della regola benedettina di Santa
Scolastica, sorella di San Benedetto. Qualche secolo più tardi, intorno alla
fine del 1500, il monastero cambiò ancora una volta giurisdizione
ecclesiastica e venne affidato ai Padri Gesuiti - i seguaci di Sant’Ignazio
di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù - affinché essi
accogliessero i giovani da educare e crescere secondo i precetti ignaziani.
Con l’editto papale di Clemente XIV che, nel 1778, ordinò la
soppressione dell’ordine gesuita, l’antico monastero di Santa Sofia passò
ancora una volta di mano e venne affidato ai Carmelitani, i religiosi che si
rifanno all’Ordine di San Simone Stock - il religioso britannico che
tradizione vuole folgorato da un’apparizione in Terra Santa, proprio sul
quel Monte Carmelo dimora del profeta Elia, della Madonna del Carmelo
che gli fece dono dello scapolare, indumento distintivo dell’Ordine.
L’invasione ed il dominio napoleonico scrissero, per un periodo alquanto
lungo, la parola fine nella storia e nella vita degli ordini religiosi e dei
luoghi da essi occupati, ma per quanto riguarda Santa Sofia, la fine fu
permanente, poiché sotto l’amministrazione napoleonica, l’edificio venne
adibito a tribunale civile e questa destinazione durò fino al 1938, quando,
con la costruzione del nuovo tribunale, la struttura finì con l’ospitare una
scuola statale.
Terminata la funzione didattica, il complesso di Santa Sofia - che
attualmente è ubicato nel centro storico di Salerno, nella strada che porta
il nome di Trotula de Ruggiero, fondatrice, come tradizione vuole, della
Scuola Medica Salernitana – è stato completamente abbandonato a se
stesso, per diversi decenni. E’ stata l’amministrazione comunale di
Salerno che ha deciso di ridare nuova vita ed antico splendore al
monumentale complesso, attingendo ai fondi Urban, grazie ai quali
l’antico monastero benedettino è stato trasformato in una sede
prestigiosissima di esposizioni a carattere internazionale.
5.1.4 Castello Ducale
Il Castello Ducale di Corigliano Calabro – oggi popoloso centro dell’Alto
Ionio cosentino, in Calabria - data come costruzione originaria alla
seconda metà dell’anno Mille. Da sempre, esso domina la piana che fu
scenario degli splendori della magnogreca Sybaris, porta d’ingresso dello
Ionio, luogo strategico e perciò sempre ambito come territorio di
conquista. Quasi certamente, l’imponente struttura si può annoverare
come parte di una serie di avamposti militari e di fortificazioni, fatti
48
Descrizione delle strutture
erigere dal normanno Roberto il Guiscardo per tenere sotto controllo
l’estesa vallata del Crati e i territori circostanti. Costruita in origine come
fortezza per l’alloggio delle truppe, nel corso dei secoli fu trasformata e
ricostruita con numerosi interventi che modificarono ed estesero la
struttura primitiva. Si ha notizia che il primo castellano fu Framundo,
vassallo del re-condottiero normanno, sotto il cui possesso la fortezza,
rispondeva essenzialmente all’esigenza di disporre di un luogo di difesa
fortificato, adatto alle manovre militari e in grado di offrire riparo alle
azioni belliche ed al fuoco nemico. Per tali motivi, è ragionevole supporre
che il torrione principale o Mastio, esistente ancora oggi, dati a
quell’epoca. I primi interventi che trasformarono la fortezza in residenza
aristocratica si devono all’angioino Roberto Sanseverino, IV conte di
Corigliano nel ventennio compreso tra il 1339 e il 1361. La tradizione
tramanda come proprio in quest’epoca, il castello fu il luogo di nascita di
Carlo d’Angiò, il futuro Carlo III di Napoli. Un altro Sanseverino,
Girolamo, alla fine del 1400, perse il possedimento, tolto dal sovrano
Ferrante di Aragona come provvedimento per l’implicazione del suo
vassallo nella “congiura dei baroni”. In questo periodo, il castello fu
amministrato e restaurato dal sovrano che, grazie al progetto di
ricostruzione della primitiva struttura fortilizia, lo trasformò in
guarnigione. I lavori furono affidati ad Antonio Marchesi da Settignano,
discepolo di Francesco di Giorgio Martini, architetto militare del re
aragonese. Nella prima metà del 1500, sotto il possesso dei conti
Sanseverino, Bernardino prima e il figlio Pietro dopo, il castello venne
ancor più trasformato e sistemato; furono consolidati l’abitazione, il
fossato, le mura esterne, le torri e le prigioni. Nel secolo successivo, la
proprietà passò dai Sanseverino alla ricca stirpe imprenditoriale dei
genovesi Saluzzo. Uno di essi, Agostino II, nel 1649 fu nominato duca di
Corigliano da Filippo IV, come premio per aver valorosamente
combattuto a favore del re nella rivolta napoletana capeggiata da
Masaniello. Tra la metà del 1600 e i primi decenni del 1700, i Saluzzo
Agostino II e Agostino III intervennero sulla struttura con nuovi restauri
che diedero al castello l’aspetto con cui, sostanzialmente, si presenta oggi.
Il duca Agostino II fece costruire la torre ottagonale, la Cappella dedicata
a Sant’Agostino, due scalinate d’accesso e il piano nobile; Agostino III
procedette al rinnovo degli interni, alla decorazione di diverse stanze,
all’aggiunta di una balconata esterna nella Sala del Trono, oltre al restauro
di sovrastrutture e coperture. La splendida dimora, così abbellita ed
efficiente in ogni sua parte, fu un degno albergo per Carlo III di Borbone
che vi alloggiò nel 1735, di passaggio per raggiungere Palermo. Durante
Best practices
49
il dominio napoleonico, il castello ducale fu assediato per l’ultima volta
nella sua storia; il generale Reyner, dopo aver ordinato l’incendio e la
messa a sacco della città, decise di cannoneggiare anche il maniero dove i
coriglianesi avevano pensato di trovare scampo; vistisi perduti, essi si
arresero. Nei primi decenni del 1800, la proprietà del castello passò dai
Saluzzo ai baroni Compagna. Il primo proprietario fu Giuseppe, che ne
prese possesso nel 1828; Luigi, suo secondo figlio, dette il via ad una
serie di lavori che diversificarono e riportarono a nuovo splendore sia gli
ambienti esterni sia gli interni del maniero. Una delle modifiche più
evidenti si tradusse nell’impianto dell’orto botanico - che prese il posto
del fossato – dove piante rare ed animali esotici facevano bella mostra di
sé. Il valente pittore ed affrescatore Girolamo Varni, intanto, decorava la
volta della cupola di Sant’Agostino e le volte del Mastio. Gli interni si
arricchirono di diverse sale, mentre prese vita il capolavoro del Salone
degli Specchi, opera di Ignazio Perricci da Monopoli, lo stesso maestro
che più tardi avrebbe realizzato, a somiglianza di quello di Corigliano,
l’omonimo salone al Quirinale. Il maestro del barocco napoletano decorò
il soffitto con la tecnica del trompe l’oeil, creando una prospettiva –
denominata “il palcoscenico della vita”- in cui vari personaggi, sovrastati
da un cielo pieno di stelle, si affacciano curiosi ed ossequianti ad
osservare scene di vita dei castellani. Ai preziosi e curatissimi arredi di
legni pregiati e ricchi broccati, egli conferì un regale ultimo tocco, con
l’aggiunta di alcuni splendidi lampadari in cristallo di Boemia. Ancora
Luigi Compagna impreziosì con tele ed affreschi gli interni, facendo
eseguire al maestro Domenico Morelli – uno tra i più apprezzati e raffinati
autori dell’Ottocento napoletano - il magnifico trittico “La Madonna delle
Rose con Sant’Agostino e Sant’Antonio Abate”. Altre pregevoli tele,
realizzate il quel periodo sono il “San Gerolamo Penitente”, che lo stile fa
risalire alla scuola napoletana di Luca Giordano e “l’Ascensione”del
Bacicco, il maestro genovese Giovan Battista Gaulli. Alla fine del XIX
secolo, il castello ospitò Vittorio Emanuele III di Savoia, ancora principe
di Napoli; in occasione della regale visita, venne aggiunto il bagno, che in
seguito sarà denominato “del Barone”. Nei primi decenni del 1900, vi
fecero sosta anche i reali Umberto di Savoia e Maria Josè. Agli inizi degli
anni Settanta e per un breve periodo di tempo, da proprietà nobiliare il
castello diventa possedimento del clero; Francesco Compagna, infatti,
vende la struttura alla Mensa Arcivescovile di Rossano che, qualche anno
più tardi e dopo lungo mercanteggiare, lo cede nel 1979, al Comune di
Corigliano. L’amministrazione comunale decide di destinare a nuovo uso
tutta la struttura. Inizia così, dagli anni Ottanta, l’ultimo ciclo di restauri;
50
Descrizione delle strutture
nella tappa che va da 1998 al 2002, anno dell’inaugurazione, sono
utilizzati ingenti finanziamenti della Comunità Europea, allo scopo di
operare un completo recupero di tutti gli spazi. La sapiente opera di
restauro, rivalutazione e rivitalizzazione di ogni ambiente, eleva così il
maniero a simbolo dell’identità storica e territoriale di Corigliano e di
tutta la Sibaritide - visti gli stretti intrecci che il castello ha con il
territorio circostante – e ne fa lo spazio eletto per momenti ed eventi
culturali e socializzanti di tutto il circondario, che si estrinsecano nella
realizzazione di percorsi per visite pubbliche guidate, organizzazioni di
convegni, mostre, eventi culturali, concerti e spettacoli. I sotterranei, le
cucine dell’Ottocento con i ricchissimi attrezzi dell’epoca, la Sala da
Pranzo e il Salone degli Specchi, con i loro sontuosi arredi e
soprammobili, la Cappella di Sant’Agostino, tutti gli appartamenti del
Piano Nobile, riportati alla loro antica e splendida vitalità, offrono uno
spaccato reale del tempo, in cui l’architettura e gli arredi si fanno tramite
di una memoria che oggi può essere ripercorsa, nel suo fluire, dalla
collettività. Nel 2003, l’associazione temporanea d’impresa “Framundo” dal nome del primo proprietario del castello - per conto del Comune di
Corigliano, inizia la gestione dell’organizzazione e il coordinamento del
Museo del Castello, delle attività extramuseali e congressuali che vi si
svolgono; essa, inoltre, amplia gli spazi fruibili con l’allestimento della
Camera da letto della Baronessa, lo Studio del Barone e la Sala della
Musica.
Best practices
VI
51
Modelli di gestione degli spazi all’interno
delle strutture
Il patrimonio architettonico oggetto d’indagine - Villa Manin, Certosa di
Pontignano, Complesso Monumentale di Santa Sofia, Castello Ducale
Corigliano Calabro - già dalla sua denominazione lascia evincere una
specificità di tipologie architettoniche, una serie di differenti strutture –
villa padronale, certosa, monastero e castello – che, a cominciare
dall’impianto costruttivo, hanno origini, modalità ed evoluzioni
architettoniche differenti e, nel corso dei secoli, hanno svolto funzioni
abitative assai diverse. Dall’ambiente tutto sommato domestico, seppure
di un’aristocrazia stabilitasi in un contesto rurale, qual è quello di Villa
Manin, si passa al primitivo e sobrio rigore architettonico della Certosa di
Pontignano che trova solo qualche similitudine nell’origine monastica
benedettina che dà vita al Complesso Monumentale di Santa Sofia e che
si discosta completamente dalla costruzione difensiva del Castello Ducale
di Corigliano, nato come fortezza militare. I differenti impianti costruttivi
d’origine, che rispondono, ovviamente, ad esigenze abitative e funzionali
completamente diverse; le differenti vicende storiche delle strutture, cui
non è estranea neanche la dislocazione geografica e la storia ambientale,
civile ed economica del territorio circostante, narrano vicende umane,
sociali e storiche diverse anche se sono accomunate, soprattutto nel
presente, da una funzione di elevata rappresentatività sia del luogo fisico
in cui sono collocate, sia delle vicende storiche di cui sono state
protagoniste. In altre parole, ogni struttura - col suo carico di storia e di
vicissitudini spesso rintracciabile anche nelle architetture che fluiscono e
si differenziano col tempo, via via modificando l’impianto architettonico
originario - diventa un concentrato di storia e di vissuto che rappresenta
un intero territorio. E’ il caso di Villa Manin che, come dimora nobiliare
di campagna, racconta anche le vicende dell’ambiente rurale friulano, fino
a diventare, nel presente, il luogo eletto dell’arte contemporanea
internazionale e della storia locale. E’il caso della Certosa di Pontignano
che, con le sue vicende, affonda le radici nella storia delle Città-Stato,
delle rivalità tra i diversi Comuni, delle guerre tra le varie Signorie che, a
volte, si sono trasformate in conflitti tra le famiglie e nelle famiglie. E’ il
caso, ancora, del complesso monumentale di Santa Sofia, che dalla
primitiva sobrietà religiosa della vita benedettina passa alle attuali,
52
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
dirompenti manifestazioni artistiche di caratura internazionale. E’ il caso,
infine, del Castello Ducale di Corigliano Calabro, originaria costruzione
difensiva che oggi esprime l’identità storica, sociale, economica, in una
sola parola l’identità culturale, del territorio sibarita, che affonda le sue
origini in una storia che ha i contorni sontuosi della leggenda magnogreca. Un cenno a parte, apparentemente marginale, ma in sostanza molto
determinante, come appare evidente nella sezione riguardante la storia
delle strutture, merita anche la loro ubicazione geografica, che,
imporrebbe di ragionare anche in ordine ad una differente sensibilità nei
riguardi del patrimonio storico, archeologico, architettonico e culturale in
genere, da parte delle istituzioni e dei privati, e che ha come diretta
conseguenza un livello diverso di programmazione delle politiche
culturali anche a seconda delle latitudini e della temperie culturale
generale che caratterizzano i luoghi in cui le strutture sono ubicate. Nel
caso specifico qui preso in esame, è confortante, invece, notare come le
numerose punte di eccellenza e i relativamente scarsi deficit
(nell’organizzazione, nella comunicazione, nella gestione delle attività)
che caratterizzano, nel presente, lo stato e la gestione delle strutture, sono
equamente distribuiti, per cui nella storicamente civilissima Toscana, la
certosa di Pontignano potrebbe reggere un surplus di attività private, non
ancora adeguatamente programmate dall’Università di Siena, che pure
deve svolgere altri compiti in altre sedi. Oppure che Codroipo, dove ha
sede Villa Manin, pur non dimenticando le origini ed il substrato socioeconomico essenzialmente contadino, è riuscita a trasformare la stessa in
un centro culturale ed artistico di estrema eleganza e raffinatezza, con gli
sforzi congiunti di enti pubblici e soggetti privati. Sorprendenti i casi
meridionali di Salerno e Corigliano, dove, rispettivamente, il Complesso
Monumentale di Santa Sofia ed il Castello Ducale, pur tra una generica,
storica e notoria scarsa attenzione istituzionale e degli enti pubblici, si
offrono come modelli di efficienza e di poli di attrazione turistica,
culturale ed artistica in grado di coinvolgere anche il territorio circostante.
Il filo rosso che lega questi quattro esempi del notevole e notevolmente
prezioso patrimonio architettonico italiano, è rappresentato da un
riutilizzo contemporaneo, talvolta davvero recente, che ha ridato
autenticamente nuova vita e rinnovato splendore a spazi abbandonati per
lunghissimo tempo che, per lunghissimo tempo, hanno tenuto celata una
preziosa porzione di storia e di memoria. Il loro rinnovato utilizzo,
dunque, s’inquadra in una più vasta e complessa operazione di recupero
materiale, storico, culturale e mnemonico, dunque dell’identità locale (di
una collettività, di una città, di un territorio) che, solo dopo essere stata
Best practices
53
conosciuta e magari assimilata, consente di guardare al futuro ed alla
globalità, sia da un punto di vista materiale, anzi economico, sia da un
punto di vista immateriale, cioè dal versante più squisitamente contiguo
alla cultura. Materialmente, il recupero ed il riutilizzo di queste strutture
si traduce, per il territorio, in una fonte di reddito, derivante dal
commercio di un prodotto particolarissimo e sempre unico nei suoi vari
generi qual è la cultura, nelle sue accezioni più disparate (storia,
tradizione, arte, musica, spettacolo ect). Da un punto di vista immateriale,
sono da mettere sul conto, la creazione di nuovi spazi di socialità,
l’accresciuto livello culturale della collettività, la diffusione della
conoscenza, da cui scaturiscono nuove forme di consapevolezza
identitaria, di armonica bellezza e di ricchezza materiale e, soprattutto,
interiore.
6.1
Spazi, destinazioni d’uso attuali ed accessibilità delle
strutture
Nel paragrafo che segue, sono descritti gli spazi che, a seguito degli
interventi di restauro, sono stati rivitalizzati o ricreati e che attualmente,
sono utilizzati nelle strutture, unitamente alle destinazioni d’uso di essi ed
alla loro accessibilità, in ossequio alle normative che prevedono
l’abbattimento delle barriere architettoniche. In generale si può affermare
che, nel rispetto della conformazione strutturale ed architettonica antica,
si è cercato di rispettare quanto più possibile il mantenimento degli spazi
originari, anche se, nei casi della Certosa di Pontignano, a Siena e del
complesso monumentale di Santa Sofia, a Salerno, l’originaria
utilizzazione è stata totalmente modificata e questo ha comportato anche
uno cambiamento abbastanza deciso della conformazione spaziale. Per
quanto riguarda l’accessibilità, solo la Certosa di Pontignano si rivela
parzialmente inadeguata, da un punto di vista strutturale, all’accoglienza
di soggetti portatori di handicap, motivando il deficit con l’antichità della
struttura ma facendo rilevare che, previa richiesta anticipata, è in grado di
attrezzarsi.
6.1.1 Villa Manin
Nel suo complesso, la Villa ha un’estensione vastissima. La costruzione si
presenta come una vera e propria reggia e rappresenta, di fatto, il parco
storico più importante del Friuli Venezia Giulia. Il complesso è
circondato dal verde con un ampio giardino che si estende davanti
all’entrata principale. Il parco antistante la villa ha una forma circolare
incorniciato da due lunghi colonnati che portano al corpo centrale. Da lì si
54
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
sviluppano due ali verso la parte posteriore, in direzione dell’immenso
parco che si trova dietro il corpo centrale e si estende per molti ettari
L’ultimo grande restauro è stato quello relativo al tetto del corpo centrale,
ma la struttura è sottoposta ad una continua manutenzione ordinaria e
straordinaria. La superficie totale del Parco è di circa 215.000
(duecentoquindicimila) metri quadri e comprende i seguenti spazi:
Peschiera cortile Onore, Peschiera Sud, Aranciera, Area retro Barchessa
ponente, Area fronte strada per Codroipo, Chiesa, Accademia, Ala Postica
ponente, Nucleo gentilizio ponente, Barchessa ponente, Torre Esedra
ponente, Esedra ponente, Nucleo gentilizio levante, Barchessa levante,
Ala Postica levante, Torre Esedra levante, Portico Esedra levante, Scuola.
Per quanto riguarda la destinazione d’uso degli spazi, quelli prima
elencati sono adibiti a diverse attività, legate soprattutto alla presenza di
un Centro d’Arte Contemporanea. Il corpo centrale ed una delle due
Esedre sono destinate all’attività espositiva temporanea. Vi sono anche
delle mostre permanenti di discrete dimensioni riguardanti armi di
interesse storico e carrozze dell’800, antica proprietà delle famiglie nobili
veneziane e friulane. L’esposizione non è curata come una mostra
temporanea e si tratta essenzialmente di un deposito che serve ad
introdurre il visitatore nell’atmosfera neo-classica che si respira negli
spazi seguenti. L’interno della Villa ospita una sala convegni di 170
(centosettanta) posti, una sala riunioni da 100 (cento) posti ed una sala
riunioni da 30 (trenta) posti. La biblioteca è quella del Centro di
Catalogazione; non ci sono biblioteche specifiche della Villa, in quanto la
parte storica legata alle vicende della famiglia Manin è curata e
conservata dalla Biblioteca Comunale di Udine, dove si trova il Fondo
Manin. All’interno del Centro di Catalogazione è presente anche la
Biblioteca d’Arte Contemporanea, ubicata in una delle due esedre.
All’esterno della Villa vi sono dei Laboratori sistemati nella parte sinistra,
prima di arrivare al Complesso Centrale, in cui ha sede il Centro Culturale
Re Mida, che svolge attività di didattica per i minori delle scuole
elementari, ma ha anche un ruolo di guida ed animazione per le attività
nel Parco ed è legato al Dipartimento Didattico dell’Arte Contemporanea.
Nel complesso è presente anche un piccolo spazio per il merchandising,
facilmente raggiungibile e strategicamente posto in un ambiente attiguo a
quello usato per le esposizioni. Si tratta di una piccola libreria a gestione
privata data in concessione dalla Regione. Per ciò che concerne
l’accessibilità ai visitatori diversamente abili, il livello è molto buono, sia
nella villa che nel parco, anche se, in quest’ultimo caso, diventa più
Best practices
55
problematico, per via dell’erba. Non esistono percorsi ad hoc per questa
tipologia di fruitori, che fanno uso del percorso ordinario.
6.1.2 Certosa di Pontignano
Attualmente, la Certosa rappresenta una vera e propria foresteria
universitaria di 44 (quarantaquattro) stanze, tutte dotate di bagno; per
l’esattezza 20 (venti) stanze singole; 18 (diciotto) doppie, 4 (quattro)
matrimoniali e 1 (una) doppia dove si trova anche un letto alla francese
(da una piazza e mezza) con bagno in comune. Essa comprende inoltre 7
(sette) appartamenti di diverse dimensioni che sono concessi in fitto per
lunghi periodi. Nel suo complesso la struttura dispone di sale convegni,
capaci di ospitare dalle 60 (sessanta) alle 80 (ottanta) persone; sale
proiezioni per 80 (ottanta) persone; spazi ricreativi, spazi adibiti a punto
ristoro e caffetteria, sala da pranzo in grado di ricevere anche 100 (cento)
persone. Durante la bella stagione sono disponibili anche spazi esterni,
sotto i loggiati che si affacciano su un magnifico giardino all’italiana.
Nella Certosa di Pontignano vi è possibilità di soggiornare anche in
regime di pensione completa. Il livello di accessibilità per i portatori di
handicap è medio-basso, come sottolinea lo stesso gestore, considerate le
difficoltà di realizzazione di interventi per il superamento delle barriere
architettoniche, in quanto la costruzione della struttura data al 1500
(epoca di una seconda ricostruzione pressoché totale). Previa
comunicazione anticipata, comunque, il gestore è in grado di organizzare
l’accoglienza di soggetti portatori di handicap.
6.1.3 Complesso monumentale di Santa Sofia
In seguito all’opera di restauro e di riqualificazione, il Complesso
monumentale si presenta munito di sale convegni, 3 (tre) sale (una per
piano) per esposizioni temporanee, sala proiezioni, spazi ricreativi, 1
(una) sala adibita a laboratorio, 1 (uno) spazio dedicato al merchandising,
1 (uno) punto di ristoro e 1 (una) caffetteria, oltre ad un grande terrazzo
utilizzabile per eventi all’aperto. Le sale convegni hanno una capienza di
150 (centocinquanta) posti, così come la sala proiezioni. La fruibilità del
complesso monumentale di Santa Sofia, a Salerno è totale, anche da parte
dell’utenza diversamente abile.
6.1.4 Castello Ducale di Corigliano
con i lavori di restauro, il Castello ha riacquistato l’utilizzo degli spazi sia
all’esterno, sia all’interno della struttura, cosicché, oggi, l’imponente
architettura può essere fruita e visitata nella sua interezza. S’inizia dal
56
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
Piazzale delle Armi - in grado di ospitare 150 (centocinquanta) persone
sedute - dai cui spalti si ammira la splendida vista del Golfo e della Piana
coriglianesi e che si presta a fare da scenario ideale per spettacoli teatrali,
concerti, proiezioni cinematografiche all’aperto e defileés di moda o come
luogo di rappresentanza in occasione di grandi eventi. Contiguo al
piazzale è l’antico Fossato, oggi Giardino Botanico, che può anch’esso
essere visitato e dove si trovano magnifici esemplari di vegetazione
mediterranea. Appena oltrepassato il ponte levatoio, si accede al Piano
Ammezzato – la cui capienza è di 100 (cento) persone sedute - dove i
corridoi seguono il perimetro del castello; qui si può ammirare, in tutto lo
splendore del suo tempo, l’immensa cucina ottocentesca, autentico
esempio di “museo domestico, ” dotato di mobili, arredi, attrezzi e
suppellettili d’epoca; accanto ad essa la Santabarbara, l’antico deposito
delle armi. Quello superiore è il cosiddetto Piano Nobile o Piano di
Rappresentanza, dove insistono la Sala da Pranzo, il Salone degli
Specchi, il Corridoio delle Armi, le Sale di Rappresentanza o Sale Rosse,
la Sala della Musica ovvero l’antica Stanza Cinese, lo Studio del Barone,
la Camera da letto della Baronessa, il Salotto, la Camera da Letto del
Barone o antica Sala degli Stemmi - che oggi è spesso destinata a spazio
per la celebrazione dei matrimoni civili - la Cappella di S. Agostino. Le
diverse Sale di Rappresentanza, essendo comunicanti tra loro danno vita
ad uno spazio multifunzione, gestibile nella sua interezza o a porzioni a
seconda delle necessità del momento e che, in ogni caso, si presta ad
ospitare, al chiuso, serate di gala, concerti, convegni, sfilate ed anche
ricevimenti nuziali. Il cuore, reale e simbolico di tutta l’architettura, è
rappresentato dallo sfarzoso Salone degli Specchi, il quale, a seconda
della manifestazione che ospita, è arredato - e può essere quindi utilizzato
- come sala per convegni, concerti o anche come spazio esclusivo per
banchetti, ricevimenti, matrimoni, pranzi e cene di gala, per una capienza
di 120 (centoventi) posti a sedere. La Sala Tonda è la location più adatta
per riunioni, incontri di studi o eventi che prevedano un ristretto gruppo di
persone (una novantina circa) arredata con poltroncine, tavolo di
presidenza, sistema di amplificazione audio e impianto di proiezione
cinematografico. L’antico piano di servizio, detto appunto Piano della
Servitù, è oggi un insieme di sale, sede dei Musei Informatizzati dove,
dietro prenotazione, si possono visionare diversi documenti relativi alla
storia locale e regionale. La Sala Capriata Sottotetto è attrezzata a
workspace, dunque utilizzabile in occasione di incontri e riunioni di
lavoro essendo attrezzata con sedie a platea, tavolo di presidenza,
schermo ed impianto di proiezione. La visita al castello può prevedere
Best practices
57
anche una sosta alla Torre Mastio e al Rivellino. Il Mastio, composto da 5
(cinque) livelli, custodisce gli affreschi di Girolamo Varna mentre il
Rivellino dà accesso a piccoli ambienti che conducono, a loro volta, alla
Stalla, anticamente Sala della Gendarmeria. Infine, l’antica dimora del
custode, dove oggi sono allocati la reception, la biglietteria, e il book e
artshop del gestore Framundo, che offrono una variegata serie di prodotti
editoriali riguardanti il museo, il castello, il territorio circostante e la
Calabria, oltre a gadget ed oggetti ricordo e prodotti tipici del luogo. Nel
complesso, dunque, la struttura dispone di sale convegni, sale per
esposizioni e mostre temporanee, sale per esposizioni e mostre
permanenti, sala proiezioni, spazi ricreativi e spazi in cui realizzare dei
laboratori didattici, oltre allo spazio esterno alla struttura - la Casa del
custode – di cui una parte dedicata anche all’attività di merchandising. Per
quanto riguarda l’accessibilità ai portatori di handicap, la struttura è
completamente fruibile all’interno.
6.2
Modello di gestione degli spazi, delle attività e dei
servizi
In questo paragrafo, le cui informazioni sono state elaborate in seguito
alla somministrazione di un questionario, sono elencati i soggetti
proprietari e i gestori delle strutture che, in alcuni casi possono
coincidere, come accade per la Certosa di Pontignano sotto l’egida
dell’Università degli Studi di Siena, in altri casi hanno proprietà e
gestione di enti differenti e spesso, tramite contratti di affitto, possono
cedere a terzi determinati spazi per lo svolgimento di alcune
manifestazioni. Sono quindi descritti le attività e i servizi svolti dai
gestori all’interno delle strutture e, laddove l’ente gestore ha ritenuto
opportuno, ha segnalato punti di forza e di criticità sia per quanto riguarda
gli spazi, sia per le attività, sia per i servizi, in maniera tale da avere, in
conclusione, una visione d’insieme del modello gestionale che possa far
emergere le punte di eccellenze e, nello stesso tempo, anche i deficit o gli
eventuali settori suscettibili di miglioramento.
6.2.1 Villa Manin
L’immobile della Villa è di proprietà della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia ed è gestito dall’Azienda Speciale Villa Manin, istituita
con Legge Regionale 09/12/2002, n. 032. L’Azienda è un ente pubblico
con gestione autonoma a tutti gli effetti. Attraverso l’istituzione di questo
Ente, la Regione promuove la tutela e la valorizzazione del patrimonio
architettonico e ambientale del Compendio di Villa Manin e del suo
58
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
parco. L’Azienda Speciale Villa Manin è un ente pubblico e rappresenta,
nella gestione della struttura, un’emanazione della Regione. In
particolare, la Villa ospita il Centro d’Arte Contemporanea Villa Manin,
nato nel 2004 in seguito alla costituzione dell’Azienda. La Regione ha
acquistato la Villa dall’Ente Ville Venete alla fine degli anni ’60, l’ha
restaurata ed adibita a sede di eventi espositivi ed attività culturali aperte
al pubblico, rendendovi stabile il Parco e la Villa ed inserendovi altri
soggetti che attualmente sono il Centro Regionale di Catalogazione e
Restauro, dipendente dalla Direzione Centrale dell’Istruzione della
Regione Friuli Venezia Giulia; la sezione staccata del triennio
dell’Accademia di Belle Arti di Venezia; l’Agenzia del Turismo
regionale, emanazione dell’Assessorato alle Attività Produttive; un
ristorante dato in concessione ad operatori privati; la sede
dell’Associazione fra le Proloco della Regione; la Proloco Villa Manin.
La gestione delle attività è affidata all’Azienda Speciale Villa Manin che
le coordina insieme alla direzione regionale. In particolare, all’Azienda
sono attribuiti i seguenti compiti: amministrazione, tutela e valorizzazione
del patrimonio architettonico e ambientale della Villa, e del compendio
architettonico e naturalistico pertinente; la promozione e la gestione,
diretta e/o in convenzione, delle attività che si svolgono nella Villa, nel
parco e nel compendio circostante e la gestione del patrimonio; la
partecipazione a società ed associazioni, consorzi e fondazioni che
perseguono le finalità della Regione, anche con l’assunzione di
amministrazione di lasciti e fondazioni che abbiano come scopo
prevalente la valorizzazione e la promozione della Villa e del suo parco.
Sono organi dell’Azienda il Consiglio di Amministrazione, il Presidente,il
Collegio dei Revisori dei conti. Le attività sono programmate con cadenza
più o meno triennale dagli organi dell’Azienda, d’intesa con la Direzione
dell’Istruzione regionale. Il Consiglio d’Amministrazione è composto da
tre specialisti nominati dalla Regione, rappresentanti i settori Cultura,
Turismo e Patrimonio. Essi sono l’interfaccia tra il governo regionale e
l’Azienda. La gestione degli spazi è organizzata, in genere, direttamente
dal gestore; per attività quali convegni o per l’utilizzo della cappella, gli
spazi sono dati in affitto. Anche lo spazio esterno può essere affittato,
come capita, per esempio, in occasione della presentazione delle
automobili. Di frequente, hanno luogo anche attività didattiche,
organizzate e gestite dall’Associazione Re Mida. Tali attività hanno
carattere pratico e si svolgono soprattutto nel parco, in modo da
avvicinare i ragazzi all’arte contemporanea senza far risultare l’esperienza
troppo impegnativa. In particolare, i bambini lavorano materiali riciclati
Best practices
59
che servono per la creazione di piccoli oggetti. L’attività si configura così
come una miscela di educazione artistica ed educazione ambientale. Per
quanto riguarda la gestione dei servizi, questi sono tutti esterni, in quanto
non esistono i fondi necessari per la manutenzione ordinaria e
straordinaria che è regolata da contratti di diritto privato tra l’Azienda ed i
collaboratori occasionali. In particolare, le collaborazioni esterne
riguardano gli allestimenti, per i disallestimenti, la manutenzione dei 18
(diciotto) ettari di giardino e le pulizie della villa. Per quanto riguarda la
gestione futura delle attività, l’Azienda Speciale Villa Manin sta
ipotizzando di ampliare la gamma delle attività da svolgere andando verso
la sperimentazione di mostre fatte con la tecnica della video-costruzione.
A parere del Direttore, sarebbe interessante creare una commistione tra le
arti visive e la musica, dando vita a percorsi multidisciplinari,
sull’esempio statunitense. Ciò comporta non poche sfide, in quanto si
tratta di allestimenti molto costosi e tecnicamente complessi che
richiederebbero finanziamenti consistenti. Per ciò che concerne punti
critici e di forza, le criticità sono individuate nelle infrastrutture, cioè
nella mancanza di strutture alberghiere a ragionevole distanza, che
rendono più problematica la gestione della concorrenza con altri poli
d’attrazione turistica (Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Lubiana,
Venezia). Il maggiore punto di forza della struttura è la qualità dell’offerta
all’interno di uno spazio di alto valore storico-artistico. In conclusione, le
proposte riguardano, pertanto, un’ottimizzazione della gestione basata
sulla specializzazione del personale impiegato nel turismo ed di quello
tecnico da impegnare nelle attività dei centri d’arte, rispetto soprattutto
alle attività operaie. Una considerazione conclusiva e generale riguarda
l’attrattività dei luoghi d’arte e cultura italiani, che risultano
assolutamente svantaggiati dalle politiche degli operatori turistici che
propongono prezzi alti, con un’offerta inadeguata.
6.2.2 Certosa di Pontignano
Attualmente, la Certosa è proprietà dell’Università degli Studi di Siena
che gestisce il patrimonio immobiliare e le attività che vi svolgono.
L’ente gestore è, dunque, pubblico, ma, in alcune occasioni, condivide
con altri soggetti, anche privati, la gestione degli spazi quando questi sono
concessi in fitto per lo svolgimento di determinate manifestazioni.
L’accesso al pubblico è libero e gratuito e la struttura è visitabile per una
metà dello spazio complessivo. Per quanto riguarda le attività, esse si
indirizzano prevalentemente allo svolgimento di convegni e congressi ed
alla foresteria, inclusi i servizi connessi. I servizi gestiti internamente
60
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
riguardano l’amministrazione della proprietà, la cura del patrimonio, le
prenotazioni degli spazi, la ristorazione e la manutenzione; sono invece
esternalizzati i servizi per la pulizia. Secondo il gestore, vi sono da
rilevare dei punti di forza e di debolezza, sia nell’utilizzo degli spazi, sia
nella gestione. Per quanto riguarda la gestione dello spazio, secondo il
gestore vi sono altre possibilità che potrebbero essere adeguatamente
utilizzate, ad esempio con la fruizione dei servizi da parte di soggetti
esterni all’Università di Siena. Per quanto riguarda la gestione, un aspetto
di positività è rappresentato dalla buona qualità del servizio a basso
prezzo, mentre le criticità sono rappresentate dall’eccessiva quantità di
personale, dall’eccessiva dipendenza dall’Università e dalla complessa
gestione dei contratti di diritto pubblico. Un’opportunità ancora poco
sfruttata e dunque suscettibile di essere utilizzata al meglio è quella di
poter rendere utilizzabili i servizi offerti dalla struttura anche a soggetti
esterni all’Università di Siena.
6.2.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia
Oggi, il Complesso monumentale è proprietà del comune di Salerno che
ha affidato agli Assessorati agli Affari Generali ed alle Attività Produttive
le competenze per la gestione della struttura mentre la gestione delle
attività è affidata a “Salerno Solidale”, una società mista pubblico-privata,
designata dal Comune stesso che si avvale, per la parte pubblica, del
supporto dell’Assessorato al Turismo ed allo Spettacolo. Gli spazi del
Complesso Monumentale sono diversi e destinati a vari usi. Essi sono
gestiti sia direttamente dalla società incaricata dal Comune, sia in conto
terzi quando sono dati in affitto. Per quanto riguarda la gestione degli
spazi, previa richiesta ed autorizzazione al Comune di Salerno ed il
pagamento del fitto, possono essere utilizzati per qualunque tipo di
evento. I servizi gestiti direttamente dalla società Salerno Solidale
riguardano l’organizzazione, mentre sono esternalizzati i servizi di guida
all’interno della struttura, la biglietteria, la guardianìa e i servizi di
manutenzione ordinaria. Il programma generale delle attività viene
stabilito direttamente dal gestore. Anche in questo caso, secondo il
gestore, sono individuabili dei punti di forza e di debolezza insiti nella
struttura stessa e nella gestione delle attività. Gli aspetti eccellenti del
Complesso Monumentale di Santa Sofia riguardano sua bellezza
architettonica e la riorganizzazione degli spazi che possono essere
destinati a disparati usi; inoltre, la sua ubicazione, vicinissima al Duomo,
ne fa un luogo privilegiato di riscoperte - dove ogni visitatore si sente
immerso in un’atmosfera storica e contemporanea affascinante - e
Best practices
61
un’attrazione architettonica facilmente fruibile, grazie anche ai servizi di
bus navetta, che lo collegano con facilità ed immediatezza ai parcheggi
comunali. Le negatività riguardano la gestione che è affidata, in buona
parte, all’amministrazione comunale con tutte le criticità che da ciò ne
conseguono: lentezza burocratica, impossibilità a seguire direttamente la
realizzazione degli eventi e la programmazione dei calendari, difficoltà
insomma, nell’intrapresa di una gestione snella e veloce. E’ per questo
motivo che l’ottimizzazione della gestione viene individuata nella
creazione di uno staff che si possa occupare esclusivamente della gestione
del complesso, a tempo pieno e a pieno regime. Un sito di grande
interesse storico, di amplia fruibilità e di enorme potenzialità come quello
di Santa Sofia, ha tutte le carte in regola per essere utilizzato senza
soluzione di continuità. In una prospettiva di futuro a medio termine, si
sta pensando di ampliare la gamma delle attività da intraprendere ed è già
in corso lo svolgimento del Festival della Creatività, a cura
dell’Assessorato alle Politiche Giovanili.
6.2.4 Castello Ducale
Il proprietario del Castello è il Comune di Corigliano Calabro mentre la
società che gestisce la struttura, alcuni servizi e l’organizzazione della
maggior parte degli eventi è la Framundo - associazione temporanea
d’impresa, capofila della cooperativa Sinergie con partner la RTS Roma
ed Achei Communications - che si è aggiudicata l’appalto già due volte e
rimarrà in carica fino a fine maggio 2008 con possibilità di proroga diretta
per un altro anno; successivamente sarà indetto nuovo bando. Questo
soggetto gestisce l’organizzazione e il coordinamento del Museo del
Castello, delle attività extramuseali e congressuali; in diverse occasioni,
con il Comune, dietro valutazione ed autorizzazione concorde, affida a
terzi l’utilizzo di determinati spazi per la realizzazione di diversi eventi.
La Framundo, inoltre, dispone di personale qualificato anche per servizi
accessori quali il catering, gli allestimenti scenografici floreali, i servizi
fotografici, i sistemi audio e video, il noleggio di auto, i servizi navetta
con bus e minibus, la segreteria organizzativa, la promozione dell’evento.
A parte i servizi di catering e musica tutti gli altri servizi sono gestiti
direttamente all’interno. Due servizi, in particolare, risultano significativi
per la fruizione della struttura, l’attività di guida nel castello e la
biglietteria per l’accesso, entrambi gestiti dalla Framundo con gli orari e
le tariffe seguenti. L’ingresso al castello segue un orario invernale (aperto
tutti i giorni tranne il lunedì non festivo dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18)
ed uno estivo (dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19, con possibilità di visite
62
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
guidate notturne nei mesi di luglio e agosto) e si effettua con l’acquisto di
un biglietto il cui importo varia secondo le categorie sociali e
professionali. Il gestore coinvolge nella programmazione gli enti locali,
ma le risposte e le collaborazioni con l’esterno, al momento, sono solo
occasionali. Esso si sta attrezzando affinché l’organizzazione sia in grado
di ampliare ancor di più, rispetto, all’esistente, la gamma delle attività da
svolgere attraverso una revisione della programmazione di lungo periodo.
Sempre secondo il gestore, possono essere individuati dei punti di forza e
di criticità nella gestione e nell’organizzazione della struttura e degli
eventi. Gli aspetti sicuramente positivi sono le possibilità di: a) visitare e
vivere materialmente l’atmosfera del castello, attraverso la fruizione
dell’opera di restauro che, nelle soluzioni logistiche moderne, ha
rispettato e riportato a nuovo splendore le architetture, gli spazi, gli arredi
e l’atmosfera dell’antichità; b) ammirare tante opere d’arte di raffinati ed
illustri maestri; c) calarsi negli ambienti d’epoca con gli arredi del tempo
e conoscere, attraverso oggetti materiali e documenti storici e d’archivio,
la storia locale e generale. Per quanto riguarda gli aspetti più critici, la
Framundo fa rilevare che l’handicap maggiore è la scarsa visibilità
turistica che investe tutta la città di Corigliano, la quale non è
adeguatamente presente sui mezzi di promozione turistica; subito dopo la
penalità è rappresentata dalla situazione infrastrutturale e delle
comunicazioni; Corigliano è distante dall’autostrada, dall’aeroporto, le
strade che portano al castello versano in condizioni decisamente
migliorabili e, nei dintorni del castello, le aree destinate ai parcheggi sono
insufficienti. La soluzione proposta dai gestori è una più stretta
collaborazione con gli enti pubblici che - con mezzi economici adeguati,
sinergie di intenti, di mezzi e di programmi - potrebbe puntare
maggiormente a valorizzare e rendere interessante la struttura del castello
e le attività che vi si svolgono, sia da un punto di vista economico sia da
quello dell’immagine.
6.3
Organigrammi delle strutture
Nel paragrafo che segue, vengono elencate le varie funzioni dei
componenti l’organigramma delle società che gestiscono le strutture. E’
interessante notare, in alcuni casi, la varietà professionale di alcune di
esse come accade, ad esempio, per Villa Manin e il Castello Ducale,
considerati le differenti destinazioni d’uso degli spazi e dei servizi offerti.
Best practices
63
6.3.1 Villa Manin
I due soggetti principali operanti nella Villa - il Centro d’Arte
Contemporanea Villa Manin e l’Azienda Speciale Villa Manin – sono
strutturati con i seguenti organigrammi. Il Centro d’Arte Contemporanea
prevede la presenza di un Direttore Artistico (al momento Francesco
Bonami), vincolato alla struttura da contratti di tipo privatistico, una
curatrice (Sarah Cosulich Canarutto), un Assistente Curatore, un
Responsabile Interno Comunicazione e Coordinamento, una Segreteria
Organizzativa ed Eventi Speciali molto attiva, regolata da contratti a
progetto. Il Direttore Artistico viene nominato ogni tre anni, alla scadenza
dei quali può essere confermato nel suo incarico oppure no; a lui sono di
solito legati i collaboratori artistici e lo staff. Per quanto riguarda
l’Azienda Speciale Villa Manin, l’organigramma prevede oltre al
Presidente, ai Consiglieri ed alla Corte dei Conti, uno staff formato dal
Direttore con contratto di lavoro di diritto privato (attualmente è Giorgio
De Rosa), un Responsabile Amministrativo (al momento Antonio
Pulvirenti), e dei Responsabili per i settori dell’Amministrazione, della
Contabilità (uffici formati da personale regionale in distacco e da precari)
ed un Responsabile Tecnico. Esiste anche uno staff che si occupa della
parte relativa alla Grafica ed alla Comunicazione, un Dipartimento di
Educazione ed un Addetto al Bookshop.
6.3.2 Certosa di Pontignano
L’organigramma della struttura, funzionante come foresteria, prevede secondo quanto riporta il sito ufficiale dell’Università di Siena
www.unisi.it/servizi/certosa/ita_chisiamo.htm - un responsabile generale,
Andrea Machetti, e diversi altri addetti, ai vari uffici. Ricevimento ed
Amministrazione: Maria Rosa Carli, Maria Mazzeschi, Anna Pratesi
Giancarlo De Carolis, Enrica Ida Martelli, Massimo Viani, Marco
Niccolucci, Mauro Figus; Ristorante: Giuseppina Provvedi, Olga
Fabrizzi, Serena Verdelli, Luana Deligios, Giuliana Cucini, Nadia
Martelli, Sabrina Chiantini, Duccio Cavallini, Roberta Di Liso, Antonio
Giudilli, Claudia Viani, Carlo Petrucci; Cucina: Stefano Dotti, Luca
Cerretani, Roberto Capperucci, Ivan D’Ignazio, Samuele Mazzeschi,
Grazia Franchini, Cecilia Bonomo; Patrimonio: Serena Bianciardi;
Magazzino e Catering esterni: Enrico Ninci, Leonardo Di Cecca;
Guardaroba: Elena Bernabei; Manutenzione e Giardino: Rino Betti;
Giardino, Carlo Semboloni, Fiorella Toniaccini, Federico Casini, Michele
Bezzini, Marta Benedettini; Manutenzione: Massimo Cavallini.
64
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
6.3.3 Complesso monumentale di Santa Sofia
L’organigramma della struttura prevede un Curatore Scientifico e
Direttore Artistico più staff interni ed un Curatore individuato e designato
volta per volta in base all’evento da realizzare; non si hanno altre notizie
riguardanti una strutturazione più dettagliata.
6.3.4 Castello Ducale di Corigliano
A seconda delle manifestazioni che si organizzano, presso il Castello
Ducale vi è, in genere, un Curatore Scientifico e Direttore Artistico più
staff interni; un Curatore e Direttore Artistico più staff esterni per alcune
manifestazioni; un Curatore Scientifico e Direttore artistico più staff
esterni. L’organigramma degli uffici è strutturato con le seguenti figure:
Responsabile Amministrativo, Responsabile Legale, Responsabile Cassa
e Biglietteria, Responsabile Ricevimenti Nuziali e Grandi Eventi,
Responsabile Manifestazioni e Convegni, Responsabile Laboratori
Didattici e Corsi di Formazione, Responsabile Guide Turistiche,
Responsabile Guide in Lingue e Traduzioni, Addetti alle Attività di
Custodia e Pulizia Esterne, Addetti alla Pulizia Aree Interne.
6.4
Fonti di finanziamento
Un aspetto decisamente interessante, nello specifico della gestione delle
strutture architettoniche qui esaminate ed elencate, e più in generale, nella
gestione del patrimonio culturale, inteso nel senso più ampio del termine,
è quello che riguarda i finanziamenti. Parlare di finanziamenti, infatti,
significa anche pensare ad un “mercato”, ad una “mercificazione”, di un
prodotto particolarissimo qual è la cultura; parlare di mercati, poi,
significa, in qualche modo ubbidire alla regola fondamentale
dell’economia che riguarda il rapporto tra domanda ed offerta dei beni o
dei servizi. C’è da eccepire, però, che la cultura non è un bene o un
servizio qualunque, visto che la sua presenza o la sua assenza in un
contesto sociale ed ambientale sono in grado di determinare livelli di
sviluppo, economico ed immateriale, non facilmente ed immediatamente
quantificabili. D’altro canto l’accoppiata Turismo-Spettacolo che si
ritrova un po’ dappertutto, a cominciare dalle deleghe amministrative
degli enti locali fino a quelle ministeriali, la dice lunga anche sul legame,
gli interscambi funzionali e strutturali e le conseguenze che i due settori
hanno per l’economia di una nazione, di un territorio, di una città. Il
mercato culturale, dunque, è o dovrebbe essere strettamente legato a
quello turistico in una visione d’insieme, una programmazione condivisa
che porti ad uno sviluppo quantificabile non solo monetariamente ma
Best practices
65
anche dal punto di vista della crescita delle conoscenze, dell’etica, della
consapevolezza collettive. Un’iniziativa interessante ed innovativa per
l’epoca in cui è stata pensata (Legge 163 del 1985 “Nuove discipline
degli interventi dello Stato a favore dello spettacolo) ha riguardato
l’istituzione dell’Osservatorio dello Spettacolo, finalizzato alla
realizzazione di studi, analisi, statistiche, riflessioni e monitoraggio nel
settore che, però, da un punto di vista pratico, non ha avuto grandissimi
effetti nella realtà, per gli annosi problemi che il settore risente da sempre,
soprattutto in Italia, notoriamente luogo tra i più ricchi al mondo di
patrimoni materiali culturali di varia natura, dove però l’attenzione
istituzionale, le politiche di programmazione, la ricerca, la tutela e gli
investimenti non sono assolutamente commisurati alla rilevanza ed alla
preziosità del patrimonio posseduto. Da questo punto di vista, e per gli
esempi di seguito elencati, si dimostrano molto più efficienti, facendo i
dovuti confronti, gli interventi e le iniziative dei privati che,
compatibilmente con il grado di sensibilità e le possibilità derivanti dalle
contingenze economiche, si fanno carico della realizzazione di diverse
manifestazioni. Costituisce un’eccezione, nello specifico il caso di Villa
Manin che riceve finanziamenti pubblici quasi in esclusiva.
6.4.1 Villa Manin
La struttura gode esclusivamente di finanziamenti pubblici, ottenendo una
piccola parte di aiuto privato in occasione di alcune mostre. Per gli eventi
della stagione primavera-estate sono stati stanziati circa 573.900
(cinquecentosettantatremila novecento) euro; per gli eventi della stagione
autunno-inverno 158.700 (centocinquantottomila settecento) euro. Per la
stagione musicale vengono stanziati circa 110.000 (centodiecimila) euro,
mentre per gli eventi dello Spazio FVG circa 40.000 (quarantamila) euro.
I piccoli eventi culturali comportano un impegno di spesa pari circa a
35.000 (trentacinquemila) euro. Per la manutenzione degli impianti si
spendono circa 120.000 (centoventimila) euro all’anno, per gli interventi
di manutenzione 200.000 (duecentomila) euro.
La tabella di seguito illustra le altre spese:
Acquisto attrezzature
Acquisto arredi
Acquisto opere d’arte
112.420 euro
28.660 euro
30.000 euro
Il finanziamento ordinario si aggira intorno a 2.350.000 (duemilioni
trecentocinquantamila) euro; il contributo del turismo intorno a 60.000
66
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
(sessantamila) euro. I proventi derivanti dalla concessione degli spazi
sono di circa 40.000 (quarantamila) euro, mentre quelli delle
sponsorizzazioni sono di 62.000 (sessantaduemila) euro. Si sta tentando di
aumentare i fondi privati che per il momento rimangono modestissimi. I
principali sponsor sono le Assicurazioni Generali e due istituti di credito.
Una piccola percentuale delle entrate deriva dalla vendita dei biglietti e si
aggira intorno ai 100.000 (centomila) euro all’anno. La caffetteria
ristorante è autonoma e contribuisce con il fitto dei locali. La maggiore
criticità nel reperimento di sponsorizzazioni è individuata nelle difficoltà
derivanti dalla normativa sul finanziamento privato delle attività culturali
e produttive, che risulta punitiva in quanto prevede una tassazione
altissima. Il problema dei soggetti privati che intendono investire in
cultura e che hanno uno sgravio fiscale minimo rispetto a quello di altri
Paesi e, demotiva gli investimenti. I punti di forza nel reperimento delle
sponsorizzazioni sono rappresentati dal lavoro per la diffusione di una
cultura che faccia comprendere ai privati quanto è importante investire in
attività culturali. In questo senso, hanno un ruolo centrale le banche, che
dovrebbero essere maggiormente sensibilizzate su questo tema. L’attività
di fund raising è gestita dal Centro d’Arte Contemporanea.
6.4.2 Certosa di Pontignano
Le infrastrutture della Certosa usufruiscono di fonti di finanziamento
pubblico pari al 40% (quaranta) della spesa, mentre le fonti per le attività
sono al 50% (cinquanta) ripartite tra pubblico e privato.
6.4.3 Complesso monumentale di Santa Sofia
Le fonti di finanziamento per quanto riguarda le strutture e la
manutenzione competono al Comune, mentre, per quel che concerne le
attività, le fonti di finanziamento sono al 50% (cinquanta) di provenienza
pubblica, al 40% (quaranta) di natura privata e al 10% (dieci) provenienti
dalle entrate della biglietteria. L’amministrazione si occupa spesso della
ricerca di fondi, frequentemente su suggerimento del curatore scientifico
che indirizza i responsabili verso potenziali sponsor.
6.4.4 Castello Ducale di Corigliano
Al momento, a parte il Comune proprietario, non ci sono altre fonti
pubbliche o private di finanziamento per la manutenzione della struttura
mentre, per le attività, si ha la seguente ripartizione: 5% (cinque) di
sovvenzioni pubbliche; 20% (venti) di sovvenzioni private; 25%
(venticinque) proveniente dalla vendita di biglietti e un 5% (cinque)
Best practices
67
proveniente da fonti diverse probabilmente imputabili al merchandising
ma non contabilizzate come tali. Si svolge direttamente l’attività di
ricerca di altri fondi e i gestori evidenziano come, per la realizzazione di
alcuni eventi, bisognerebbe disporre di tempo con molto anticipo per la
ricerca di sponsor privati, anche se gli stessi rispondono sempre con
puntualità ed adeguati sostegni ad alcune manifestazioni di punta come la
“Notte Bianca” e “Expo degli Sposi” e hanno offerto un valido sostegno
per la mostra in occasione del Cinquecentenario della morte di San
Francesco di Paola e l’esposizione delle reliquie, nel 2007.
6.5
Attività culturali
Non si sottolinea mai abbastanza l’importanza dell’intrapresa delle
attività culturali - non solo come fonte di reddito ma soprattutto come
motore di sviluppo della conoscenza, dell’identità territoriale, come
momento di crescita intellettiva e di arricchimento interiore - che spesso
connotano il luogo fisico che le ospita come polo di attrazione, come
accade per esempio nei casi di Villa Manin e del Complesso
Monumentale di Santa Sofia, ed in misura leggermente minore, per il
Castello Ducale. Nella disamina che segue, è importante notare come lo
svolgimento delle attività culturali investe davvero una complessità di
settori. Si va dalla “semplice” ricezione ed attività convegnistica della
Certosa di Pontignano, alle attività artistiche ed espositive di respiro
internazionale del Complesso Monumentale di Santa Sofia e di Villa
Manin, per arrivare alle attività museali ed espositive del Castello Ducale
dove i gestori affidano gli spazi anche per ricevimenti di rappresentanza o
ricevimenti privati.
6.5.1 Villa Manin
Le attività della Villa si dividono in tre grandi categorie, attività legate al
Centro d’Arte Contemporanea, attività musicali, sagre e concorsi. La
programmazione avviene all’inizio dell’anno con delle prenotazioni che
tengano conto anche degli anni a venire. Di solito, si conosce l’attività da
svolgere circa un anno prima, perché i tempi di organizzazione delle
mostre sono necessariamente lunghi. Per quanto riguarda le
rappresentazioni, nello stabilire il calendario, molto dipende dalle agenzie
che propongono gli eventi, che conoscono già il territorio e fanno in modo
da non organizzare contemporaneamente e nel raggio di pochi chilometri
spettacoli che possano coinvolgere uno stesso target di pubblico.
Naturalmente, il numero degli eventi aumenta nella stagione estiva. Ciò
risponde ad una logica di marketing legata al turismo che si verifica nei
68
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
centri urbani circostanti. Di per sé, Passariano non attira flussi consistenti
di persone, per cui la Villa gioca su una comunicazione efficace nei
capoluoghi di provincia della Regione, in cui si pubblicizza la struttura
per invogliare i turisti a spostarsi verso l’interno, allo scopo di visitare
delle grandi mostre o partecipare ad eventi significativi. Un aspetto
importante della programmazione é legato al clima, per cui in prossimità
di luoghi di villeggiatura balneare come Lignano, quando le condizioni
climatiche sono meno favorevoli, la gente si sposta verso la campagna
attratta dalle attività culturali che si svolgono sul territorio; in questo Villa
Manin è al primo posto, per il suo forte radicamento nel contesto
regionale; legato a questo aspetto, è l’obiettivo di far diventare visitatori
abituali dei turisti che capitano a Villa Manin “per caso”, cioè in base alle
logiche prima citate. Una serie di appuntamenti fissi durante l’anno é
rappresentata dagli eventi più tradizionali legati al folklore. Entrando
nello specifico, Il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin ha una
programmazione annuale. Si sviluppano eventi durante tutto il corso
dell’anno, coinvolgendo artisti provenienti da tutto il mondo. Il Centro
cura non soltanto delle mostre di fotografia e di pittura all’interno della
villa, ma anche esposizioni scultoree ed istallazioni nell’area del parco,
attraverso progetti di cooperazione internazionale, che prevedono degli
spazi anche per gli artisti del territorio e per le nuove generazioni. Il
Centro si è dato una filosofia d’azione ben precisa, in cui le parole chiave
sono eterogeneità e concentricità. L’eterogeneità risiede nell’intento di
portare a Villa Manin collezioni museali provenienti da tutto il mondo,
espressione di stili e culture differenti. Un aspetto importante preso in
considerazione dal Centro è la posizione geografica in cui esso si trova.
La vicinanza al confine permette un’apertura ed un’attenzione privilegiate
verso le nuove tendenze dell’Est Europa. L’impostazione data alle
esposizioni è prettamente storica, proprio per offrire una panoramica
dell’evoluzione di determinate tendenze, ricca di spunti che aiutino a
contestualizzare l’autore e lo stile di volta in volta trattati. L’aspetto
concentrico si riferisce allo spazio privilegiato dato agli artisti locali
tramite il Progetto dello Spazio FVG, una sorta di “vetrina-laboratorio”
per i giovani artisti friulani. Lo scopo di questa iniziativa è di far crescere
la conoscenza e la percezione locale dell’arte contemporanea per
avvicinarla ad un pubblico più vasto, meno elitario. Attraverso lo Spazio
FVG si portano avanti eventi di pittura, scultura, fotografia, video e
installazione. Per quanto riguarda gli eventi musicali, la Villa propone
un’offerta di altissimo livello, riuscendo ad attrarre anche target diversi.
In generale, si può dire che le manifestazioni musicali si dividono in due
Best practices
69
categorie, una di concerti di artisti maggiormente conosciuti dal grande
pubblico che raccolgono masse giovanili provenienti dal territorio
circostante; un’altra legata a generi più particolari come il jazz, che
attraggono un minor numero di persone, più esigenti e preparate a livello
tecnico. La Villa ospita anche eventi di carattere folkloristico, legati
soprattutto all’Associazione fra le Pro Loco della Regione. Questi eventi
raccolgono un grande numero di persone e rappresentano il mezzo per
coinvolgere più efficacemente la popolazione locale nelle attività della
Villa. In particolare, è da segnalare il Concorso Ippico Internazionale che
quest’anno si è svolto dal 5 all'8 luglio 2007 ed è arrivato alla sua terza
edizione. Il caso del Concorso Ippico è interessante, perché vi è una parte
di finanziamento privato significativa, per cui si realizza un evento di
rilievo internazionale, con una buona affluenza di pubblico, ma con una
spesa da parte della Villa che non è altissima. Un’altra iniziativa è
“Folklore in Villa”, arrivata alla nona edizione. La manifestazione
consiste nell’allestimento di stand di prodotti tipici nel parco, venduti
dagli abitanti di Codroipo. Infine, ogni anno, si svolge anche
un’esposizione floro-vivaistica nello spazio del giardino.
6.5.2 Certosa di Pontignano
La Certosa è una struttura che gravita intorno all’istituzione universitaria;
pertanto il suo calendario presenta eventi essenzialmente a carattere
accademico e didattico, anche se esso talvolta può variare, in funzione
delle manifestazioni organizzate da terzi negli spazi presi in fitto.
6.5.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia
Le attività che si svolgono più frequentemente nel Complesso
Monumentale sono quelle a carattere artistico, ma non mancano numerose
altre manifestazioni di genere diverso. L’ubicazione nel centro storico
della città, gli spazi ampi e l’ottimale suddivisione degli ambienti fanno
del Santa Sofia il luogo ideale in cui organizzare incontri di levatura
internazionale e nazionale, che calamitano l’attenzione di un pubblico
numeroso. Per quanto riguarda le attività svolte in passato, è da
annoverare tra gli eventi “Mediterraneo Mirò”, la mostra dedicata al
maestro catalano del surrealismo, la cui durata si è protratta dal 16
Novembre 2002 al 16 Gennaio 2003 e che, secondo le affermazioni
dell’Ufficio del Turismo del comune salernitano e “Salerno Solidale”,
concessionaria della biglietteria, ha riscosso un grandissimo successo in
termini di affluenza di pubblico. Sempre nel 2003, esattamente dal 21
Giugno al 20 Luglio, un altrettanto numeroso pubblico di appassionati ed
70
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
estimatori ha affollato le sale del complesso in occasione di “Caravaggio
a Salerno”, l’esposizione dedicata al magnifico virtuoso del chiaro-scuro.
Immediatamente a seguire, dal 20 Luglio al 7 Settembre 2003, un altro
grande maestro, Chagall di cui sono state esposte le opere grafiche nella
mostra che si intitolava appunto “Chagall. Opere Grafiche 1926/1939”.
Alla fine dell’anno e per una durata che ha coperto anche diverse
settimane del 2004 (29 Novembre 2003-24 febbraio 2004) ha avuto luogo
la retrospettiva “Global Warhol”, imperniata su alcuni ritratti di
personaggi famosi eseguiti dal geniale scultore e pittore della pop art
americana. Quasi contestualmente alla mostra di Warhol, ha avuto inizio
“Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito”, una sorta di chiave di volta
nell’attività espositiva del complesso monumentale di Santa Sofia che,
con questo evento, ha vissuto un momento molto alto e significativo di
crescita artistica e di esperienza didattico-espositiva. L’apposita creazione
di un sito, www.comune.salerno.it/picasso/home.asp, in occasione
dell’evento, e una serie di attività collaterali legate alla mostra, tra cui
visite guidate alla città ed alla mostra ed alle aree archeologiche di
Paestum e Pompei, hanno rappresentato un momento culturale ed
un’occasione di coinvolgimento e di valorizzazione davvero eccelsi per il
territorio circostante, la collettività ed i visitatori tutti. Dal 17 Dicembre
2005 al 19 Marzo 2006, invece, ha avuto luogo “Conflitti. Architettura
contemporanea in Italia” manifestazione dai risultati sottotono rispetto ai
grandissimi numeri registrati negli eventi precedenti che, forse anche per
una malintesa interpretazione di manifestazione per addetti ai lavori ha
visto registrare una notevole diminuzione nel numero di visitatori del
Santa Sofia. E’ recentissimo, infine lo svolgimento del “Meeting
Nazionale della Creatività Giovanile” che ha avuto luogo dal 24 al 30
settembre scorsi. La manifestazione ha previsto l’incontro a Salerno di
numerosi giovani artisti italiani che, ritrovandosi insieme in un unico
luogo, hanno rappresentato, seppure per un tempo limitato, un modello
esperienziale e artistico per i giovani aspiranti talenti salernitani. La
manifestazione ha previsto anche momenti di spettacolo, musica,
escursioni a Paestum e Ravello, nell’intento di coinvolgere i territori
circostanti che da un punto di vista turistico godono già di ottima fama
per le attrattive naturali, ambientali, archeologiche ed eno-gastronomiche.
E’ da evidenziare, a riguardo di quest’ultima manifestazione, lo spirito
innovativo della programmazione culturale che ha intrapreso la direzione
del coinvolgimento giovanile, al fine di rendere anche l’utenza più
giovane sensibile al patrimonio più antico della città ma partecipe nelle
manifestazioni più congeniali ad essa.
Best practices
71
6.5.4 Castello Ducale di Corigliano
Come si può evincere dal calendario riportato nell’apposita sezione, il
Castello Ducale di Corigliano, dal 2003, ha ospitato una nutrita serie di
manifestazioni che hanno interessato i più svariati settori dell’arte, della
cultura e dell’informazione. Tra le attività artistico-culturali sono da
segnalare concorsi letterari, presentazioni di libri, mostre fotografiche e di
cartelloni cinematografici, mostre di giornalismo scolastico e relativo
concorso, mostre pittoriche e d’arte sacra, spettacoli teatrali, musicali,
concerti. Per quanto riguarda le manifestazioni esterne, dal 2003 al 2006,
spiccano le quattro edizioni di Corigliano Calabro Foto, una mostra
fotografica di rilievo internazionale che si può annoverare tra gli
appuntamenti fissi insieme al premio letterario “Maria Gaetana
Gerace” che si è svolto nelle due edizioni del 2005 e 2006. Nell’ambito
delle manifestazioni organizzate dalla Framundo, società che gestisce
l’organizzazione e le attività museali e congressuali del castello, vanno
messe in evidenza le tre edizioni, dal 2004 al 2006, di Alba Jazz al
Castello; le due edizioni di Castellaria, manifestazione artistico-culturale
nell’ambito del progetto regionale di rivalutazione dei castelli del
territorio calabrese e le due edizioni, nel 2005 e 2006, di Cinemadamare,
una rassegna cinematografica internazionale itinerante con seminari di
formazione. Per quanto riguarda le attività di convegnistica e congressi,
vanno messi in evidenza convegni medici, congressi sulla sicurezza
alimentare ed i prodotti di eccellenza della Sibaritide, congressi
sull’ambiente, convegni e premi promossi da associazioni come Rotary e
Kiwanis. Per l’anno 2007, in corso, le manifestazioni sono state le
seguenti: dal 31 marzo all’1 aprile, Sposi al castello, I rassegna espositiva
di moda. Dal 10 marzo al 20 maggio la mostra d’arte sacra San
Francesco di Paola… tra fede, storia e devozione popolare, che si è
snodata sui percorsi spirituale iconografico, di devozione popolare ed
architettonico con mostre di santini, libri, mobili, sculture, pitture e foto di
luoghi di culto dedicati al Santo in Corigliano. Dal 21 luglio al 30
settembre, Le note dell’anima, la mostra di dipinti del maestro Daniele
D’amico e dal 17 al 18 agosto, Coriglianonottebianca, un appuntamento
variegato di arte, musica, teatro, spettacolo, moda, cinema, gastronomia,
cultura, divertimento, danza.
72
6.6
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
Calendario
6.6.1 Villa Manin
Le manifestazioni realizzate a Villa Manin riguardano sostanzialmente
l’Arte, la Musica e lo Spettacolo; di seguito vengono proposti alcuni
eventi, anche a richiamo internazionale, svolti nella struttura che hanno
contribuito ad ampliare il numero degli arrivi nel territorio in cui gravita
Villa Manin.
Manifestazioni Artistiche:
- Hiroshi Sugimoto
- Eurhope 1153 – Arte Contemporanea dal Bosforo
- Il Teatro dell’Arte
Manifestazioni Musicali e spettacoli:
- Giovanni Allevi
- Patty Smith
- Paolo Conte
6.6.2 Certosa di Pontignano
Dal momento che sul sito non è presente un archivio delle manifestazioni
passate, si può evidenziare solo che il calendario delle attività per l’anno
in corso, iniziate nel mese di settembre, riguarda incontri scientifici,
masters, convegni, seminari, studi, meetings, tutti di pertinenza
dell’Università di Siena.
6.6.3 Complesso monumentale di Santa Sofia
Anche per il complesso monumentale di Santa Sofia vengono riportate
alcune manifestazioni svolte nell’ambito di uno degli eventi che
periodicamente vengono organizzati nella struttura: il Meeting Nazionale
6
della Creatività Giovanile .
- Inaugurazione della mostra degli artisti GAI
- Teatro “I sogni dietro la finestra”, liberamente ispirato a
“In riva al mare” di Véronique Olmi, “Otto ovvero per il
diritto alla rabbia”, di e con Carla Vitantonio; musiche di
Paolo Tizianel
- Teatro “Mi manca l’aria” di Angela Giassi,
“Motoperpetuo”: “Femmene stracciate”, di Peppe
Lanzetta; “North b – East”, di e con Marco Tizianel e
Silvio Barbiero
6 Le informazioni sono tratte dal sito: www.teknemedia.net/fiere/dettaglio_news.html
Best practices
-
73
Musica Araba Fenice (Forlì) Junkie (Ancona) Kien
(Ancona)
Estemporanee di vari artisti
6.6.4 Castello Ducale di Corigliano
7
Alcune delle manifestazioni riguardanti il Castello Ducale di Corigliano
e che sono state svolte negli anni esercitando un richiamo turistico sono le
seguenti:
- Corigliano Calabro Fotografia
Accademia di Belle Arti di Brera; “Eye” Collettiva dei
fotografi dell’Agenzia Contrasto, a cura di Cosmo Laera
- Mostra Fotografica UNESCO: “Il Patrimonio Mondiale
dell’Umanità in Giappone” Fotografie di Kazuyoshi
Miyoshi, a cura di A.I.STU.GIA.- Associazione Italiana
Studiosi del Giappone
- Mostra d’Arte Sensi Contemporanei in Calabria EcoEvento “Spiritual Brittius”- Esposizioni Collegate alla
Mostra Movimento - Movimenti dalla 50esima
Esposizione Internazionale D’Arte della Biennale di
Venezia - Unione Europea;
- Congresso A.I.STU.GIA.- Associazione Italiana Studiosi
del Giappone con Mostra Fotografica UNESCO: “Il
Patrimonio Mondiale dell’Umanità in Giappone”
- Convegno I Forum EuroMediterraneo “Dialoghi tra le
Civiltà del Mediterraneo sulla Sicurezza Alimentare” – Il
Ruolo della Cultura Alimentare per uno sviluppo Rurale
Sostenibile
- “ Alba Jazz al Castello” con Salis Quartetto
6.7
Promozione Marketing e Merchandising delle strutture e
della attività che vi si svolgono
Nel seguente paragrafo sono esaminate, struttura per struttura, le attività
di promozione, marketing e merchandising sia delle strutture che degli
eventi e delle manifestazioni che vi trovano svolgimento; notizie sui flussi
turistici, laddove i gestori hanno potuto fornire i dati e, aspetto molto
importante, quella che è la percezione ed il coinvolgimento della
comunità del territorio in cui la struttura è ubicata. Per completezza
7 Le informazioni sono tratte dal sito: www.castelloducale.it. Si ringrazia per la cortese collaborazione la
dottoressa Valeria Capalbo, responsabile Grandi Eventi e Ricevimenti Nuziali
74
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
d’informazione, si è voluto fare cenno, desumendo i dati dalle risposte del
questionario, alle attività di promozione che si effettuano tramite
l’utilizzo di strategie e canali promozionali ed il lavoro degli uffici
stampa, laddove l’ente gestore ne ha ravvisato la necessità della presenza
interna. E’ quasi ovvio sottolineare che la presenza di un ufficio stampa,
che tiene i contatti con i media locali e con il territorio nel suo complesso,
risulta particolarmente efficace nel lavoro di promozione e di
informazione, a pari merito con l’istituzione di un sito web, che calamita
l’attenzione della sempre più numerosa collettività telematica. Per un
discorso più generale, da ricondurre allo specifico delle strutture e delle
attività di cui si sta trattando, è utile precisare quanto segue. Quello che,
tradizionalmente, oggi viene definito materiale promozionale rappresenta
il mezzo più classico della comunicazione e della promozione. Manifesti,
Brochures, Volantini, Cataloghi sono in uso ormai da tanto tempo anche
se grafica e contenuti comunicativi oggi sono diversi dal passato; le
forme, ma anche i contenuti, della comunicazione si sono evoluti, facendo
sempre più leva sul messaggio im-mediato, sull’evocazione delle
sensazioni, sull’impatto emotivo che un’immagine, un colore, un suono,
una melodia sono in grado di produrre in chi vede o ascolta.
Probabilmente anche per questi motivi, essi sono i mezzi mediamente
ancora più usati da tutte le strutture, soprattutto manifesti e brochures che,
spesso, assolvono anche al compito di souvenirs di un evento. I mezzi di
cui si diceva prima riescono ad attrarre l’attenzione soprattutto attraverso
alcuni elementi chiave come l’impostazione grafica, l’utilizzo di colori
adatti, e messaggi brevi che stuzzicano la curiosità, le emozioni, i ricordi,
soprattutto i desideri del pubblico. Possono sembrare più “antiquati”
rispetto ad uno spot pubblicitario radiotelevisivo o una pubblicità o una
pubblicazione telematica ma offrono il vantaggio di essere
immediatamente e, in molti casi, gratuitamente, visibili, senza cioè che il
pubblico debba andare a cercarli. In ogni caso, per una comunicazione
programmata con mezzi integrati, la loro presenza risulta necessaria a
colpire, di solito, un target generico di utenza.
6.7.1 Strategie e Canali promozionali
Le strategie e i canali promozionali di cui oggi si può disporre per la
comunicazione ed il marketing sono davvero innumerevoli così come
sono varie anche le figure professionali del settore. Le strategie
promozionali, nel caso delle strutture in esame, sono messe in atto da chi
generalmente ha una buona conoscenza del “prodotto” che vuole vendere
e sa in che modo e con quali mezzi attrarre un pubblico variegato. Spot
Best practices
75
radiofonici e televisivi, pubblicità gabellare su giornali e riviste di settore,
banner pubblicitari sui siti internet attraggono anch’essi utenze differenti
per età, professione, abitudini e stili di vita, quindi si rende necessario, in
un’azione di comunicazione e di marketing che possa risultare davvero
efficace, un loro utilizzo congiunto per attirare l’attenzione di un pubblico
composito.
6.7.2 Uffici Stampa
Agli Uffici Stampa è affidato il compito della comunicazione ufficiale,
d’ordinanza oseremmo dire, anche se spesso sono proprio loro a svolgere
un’importante attività di raccordo con il territorio, tramite i continui
aggiornamenti con la stampa locale e nazionale. Nel caso delle strutture
esaminate, c’è da constatare che non tutte ne sono provviste e, di sicuro,
quest’assenza e da registrare come un handicap, poiché non sempre i
servizi affidati alla gestione esterna sanno essere precisi, dettagliati e
tempestivi nella comunicazione delle notizie. Flussi turistici: Di
particolare importanza, per l’analisi e la valutazione dell’efficacia delle
strategie comunicative e di marketing, risulta lo studio dei flussi turistici,
in base ai quali esse si possono diversificare o rafforzare o cambiare
radicalmente. I gestori delle strutture esaminate, in generale, al momento
della presente ricerca, non sembrano preoccuparsi molto di tale aspetto,
fornendo dati non proprio dettagliati e precisi, forse a causa della relativa
giovane attività che caratterizza un po’ tutte le gestioni. Da una
panoramica generale, comunque, si può affermare che presso tutte le
strutture l’affluenza di pubblico è alquanto soddisfacente e che la
provenienza più consistente è rappresentata da un’utenza essenzialmente
regionale, anche se non mancano discrete percentuali di visitatori
stranieri. In ogni struttura, una parte considerevole di pubblico è di
provenienza scolastica e per lo più giovanile. Decisamente in tono minore
il pubblico adulto e straniero.
6.7.3 Merchandising
Anche la voce Merchandising, come tante altre del linguaggio
economico-pubblicitario più attuale, designa una risorsa ancora di scarso
utilizzo nello studio in oggetto. In alcune strutture, tale attività viene
svolta seppure in maniera poco significativa; in altre, come nel caso del
Castello Ducale, ci si è già attrezzati affinché essa diventi una voce
rilevante degli introiti gestionali. E’ interessante notare, inoltre, come
delle strutture significative quali il Complesso Monumentale di Santa
Sofia e Villa Manin non si siano ancora dotate di un proprio brand che
76
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
possa farle identificare all’esterno e possa caratterizzare l’eventuale
creazione di una propria linea di prodotti.
6.8
Percezione e coinvolgimento sul territorio
A proposito della gestione delle imprese culturali, si è fatto cenno di
quanto sia importante che strutture ed attività, per un funzionamento
ottimale, siano correlate al territorio circostante e possano essere fruite
soprattutto dalla popolazione locale che in esse dovrebbe identificarsi.
Tutto ciò non sempre accade e per vari motivi, primo fra tutti un
malinteso senso del termine “culturale” che ancora per molta utenza ha il
significato di incomprensibile, raffinato, inadeguato, non alla portata di
tutte le classi sociali, di tutte le età e di tutte le professioni. Da questo
punto di vista, tutte le strutture hanno ancora la propria missione da
svolgere, nel senso che il coinvolgimento con enti o attori locali dello
sviluppo e la diffusione di una percezione positiva ed altamente condivisa
da parte della popolazione locale sono dei traguardi da raggiungere.
6.8.1 Villa Manin
La Villa riveste una notevole importanza storica e dagli anni ’70 ospita il
Centro d’Arte Contemporanea omonimo che si occupa di eventi culturali
di vario tipo, incentrati fondamentalmente su mostre di arte
contemporanea, appunto, e su concerti di musica leggera o jazz.
L’imponente struttura consente sia la presenza di più esposizioni allo
stesso tempo che l’ospitalità di artisti per l’allestimento di grandi palchi
nei grandi spazi all’aperto. Per la promozione della propria immagine la
Villa utilizza soprattutto manifesti, volantini, brochures posizionati in
luoghi strategici, come gli aeroporti locali. Tutto il materiale
promozionale è sia in inglese che in italiano ed ha la costante del colore;
ad esempio, i cataloghi delle mostre risultano accattivanti per l’utente, che
viene attratto da copertine dai colori vivi e sempre diversi; lo stile è
essenziale, ma efficace perché rappresenta una buona sintesi tra classico e
contemporaneo. Classico, nel senso di lineare; contemporaneo nel senso
di vivo, legato alla dinamicità che solo colori accesi possono rendere. Il
messaggio che si trasmette è quello di un centro contemporaneo che non
dimentica il valore storico della struttura che lo ospita, raggiungendo un
effetto comunicativo equilibrato. La Villa adotta delle strategie
promozionali legate alle entrate, come i biglietti ridotti per alcune
categorie di persone (minori ed anziani) o riduzioni in occasione di
giornate particolari. Inoltre, vengono effettuate delle facilitazioni per
incentivare la partecipazione ad attività diverse: per esempio, si offre
Best practices
77
l’ingresso alle mostre se si è acquistato il biglietto per uno spettacolo.
Essa utilizza anche i canali radiofonico e televisivo per la messa in onda
di spot pubblicitari Un cenno a parte merita il sito internet, molto ricco di
informazioni e costantemente aggiornato, visitato da un gran numero di
utenti. Esso è disponibile in inglese ed in italiano. La sua struttura è sobria
ma chiara, ricca di fotografie suggestive sia della struttura, sia del parco,
sia delle opere. Attraverso il sito si possono avere informazioni circa la
storia della Villa; l’Azienda Speciale Villa Manin, il Centro d’Arte
Contemporanea, le attività, le mostre in corso, quelle passate e quelle
future, lo Spazio FVG, i Concorsi, le varie iniziative, le informazioni su
come raggiungere il posto, le informazioni sull’organigramma del Centro
e dell’Azienda. la possibilità, per gli operatori dell’informazione, di
ricevere materiale sulla Villa, attraverso l’invio di una richiesta, in uno
spazio apposito. Nel complesso, la struttura gode di una buona presenza
sia sulla stampa nazionale, sia su quella specializzata. L’ufficio stampa di
Villa Manin è gestito in parte esternamente ed in parte internamente alla
struttura: i mezzi che esso raggiunge sono regionali, ma la comunicazione
è affidata ad enti esterni. Riguardo alla percezione che i residenti hanno
della struttura, non si effettuano degli studi o delle ricerche. In generale si
può affermare che la struttura sia stata percepita in modi differenti negli
ultimi decenni. All’inizio (Anni ’60) era considerato come il luogo di
prestigio abbandonato a se stesso, poi con l’incremento delle attività è
diventato uno spazio sempre più prestigioso che ha visto una sorta di
curva ascendente, fino ad essere attualmente considerato un luogo di alta
cultura. L’elemento vincente è stato sicuramente quello di non aver
comunque creato uno spazio d’élite e ciò è stato strutturalmente possibile
grazie alla presenza del giardino, che rappresenta il punto di raccordo tra
le attività più colte e le attività legate alla vita popolare che hanno
permesso l’avvicinamento del pubblico meno prossimo alle iniziative
considerate “culturali” in senso stretto. Ciò è servito a radicare la struttura
nel territorio e ad aumentarne la percezione da parte dei residenti, per cui
non si è più considerato solo come un luogo prestigioso, ma come cornice
viva di attività comprensibili e fruibili per tutti. Per quanto riguarda il
coinvolgimento del territorio, va premesso, in generale che quello di
Codroipo risente ancora delle sue origini agresti (essendo la geograficità
dei luoghi caratterizzata da attività agricole che trovano significativa
espressione nelle coltivazioni del mais e dei vigneti per la produzione
degli ottimi vini friulani). A questo si aggiunge una posizione che, per
certi versi, è strategica, perché vicina a tre grandi poli urbani d’attrazione
che sono Udine, Venezia e Trieste, ma nello stesso tempo problematica
78
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
per i collegamenti mal organizzati per Passariano ed a causa della
vicinanza di luoghi d’attrazione balneare (come Lignano e Pordenone)
che portano i flussi turistici (stranieri e locali) lontano dalla campagna. Da
ciò consegue che Villa Manin incontra delle difficoltà rispetto
all’attrazione dei residenti, che percepiscono la struttura come un
elemento di prestigio territoriale, ma non se ne sentono attratti in termini
di partecipazione attiva. L’attività del Centro d’Arte Contemporanea è la
meno percepita dai locali. La Villa sta cercando di risolvere questo
problema mettendo a disposizione i propri spazi per iniziative di diverso
tipo: in particolare si offre la Villa come sede di mostre ed iniziative
legate soprattutto all’associazionismo locale, ma trattandosi di un centro
d’arte contemporanea, è difficile far arrivare in maniera efficace il
significato di questa “disciplina” al pubblico. Non vengono realizzate
indagini sui flussi di visitatori da parte dell’Azienda. Tempo fa è stato
approntato uno studio dall’Università di Udine, ma non sono pervenuti
dati ufficiali. In generale, la Villa raccoglie un pubblico prettamente
regionale, con una buona affluenza da parte del Veneto, ma anche
dall’Austria e dalla Slovenia. La massima affluenza si registra, di solito,
in occasione di concerti, spettacoli ed iniziative legate al folklore. Tra gli
eventi che quest’anno hanno registrato una maggiore affluenza,
ricordiamo lo spettacolo di Beppe Grillo (con circa 5.000 presenze) ed il
concerto di Elisa (con 8.000 spettatori). Non si hanno dati sull’affluenza
dell’anno 2004, ma si è in possesso di quelli riguardanti il 2005, 2006 e
2007 fino ad oggi. Per quanto riguarda le esposizioni sono stati rilevati i
seguenti flussi di visitatori: 2005- 65.000 presenze; 2006-60.000
presenze; 2007-50.000 presenze, fra l’interno ed il giardino, da Gennaio a
Settembre; Per quanto riguarda gli spettacoli ed i concerti: 2005- 30.000
presenze; 2006- 40.000 presenze; 2007- 60.000 da Gennaio a Settembre.
L’80% dei visitatori è italiano, mentre il 20% è rappresentato da stranieri;
quest’ultima percentuale scende al 10% nel caso degli spettacoli. Le classi
di visitatori appartengono alle categorie più disparate. I turisti singoli
sono rari e la maggior parte del pubblico è formato da gruppi di età
diverse. In generale, si può affermare che il parco è lo spazio visitato
maggiormente dalle scolaresche. La Villa svolge attività di merchandising
affidata ad operatori esterni. Non esiste un prodotto con il logo della
Villa, soprattutto per la mancanza di un soggetto privato, inteso come
referente simbolo della struttura che possa far identificare la villa con un
personaggio chiave. Le entrate del merchandising per la Villa
corrispondono a circa 10.000 (diecimila) euro all’anno e rappresentano
Best practices
79
una percentuale delle entrate del bookshop, gestito da privati. I prodotti
maggiormente venduti sono i cataloghi.
6.8.2 Certosa di Pontignano
La Certosa è un’antica struttura che ospita il Centro Congressi e la
foresteria dell’Università di Siena. La sua attività principale è legata
all’organizzazione di convegni e conferenze del mondo della ricerca
nazionale ed internazionale. La strategia comunicativa è, pertanto,
circoscritta al mondo accademico ed ha un carattere sobrio ed elegante
adatto ad un’istituzione prestigiosa come l’Università di Siena. Per quanto
riguarda il materiale promozionale utilizzato dalla Certosa, l’Università
ha previsto l’uso di brochures, volantini e manifesti. Non si registra l’uso
di altro materiale né la presenza su stampa specializzata, italiana o
straniera. Le strategie di comunicazione del gestore della Certosa sono
rivolte, nello specifico, verso la popolazione studentesca. Per quanto
riguarda i canali di comunicazione, non si ha notizia che il gestore utilizzi
i mezzi radiofonico e televisivo. Esiste il sito internet,
www.unisi.it/servizi/certosa, seppure linkato a quello dell’Università, che
viene aggiornato costantemente. Il sito si presenta sobrio e funzionale,
con una versione anche in lingua inglese; esso è strutturato in diverse
sezioni che illustrano la storia della Certosa, le attività che vi si svolgono,
una galleria fotografica che documenta con dovizia di particolari i diversi
ambienti, gli arredi dei vari spazi e i possibili allestimenti e le modalità e i
mezzi per raggiungere il luogo. Mancano, però, una sezione dedicata
all’archivio delle attività e delle manifestazioni svolte in passato, le
planimetrie degli ambienti e le notizie generali riguardanti il territorio
circostante La Certosa non ha un ufficio stampa al suo interno; non si
hanno altre notizie in merito, per cui si può supporre che, all’occorrenza,
venga utilizzato quello dell’Università di Siena. La percezione della
validità della struttura è molto alta presso tutta la collettività, anche se
permane un utilizzo decisamente scarso da parte della popolazione locale,
considerato anche l’uso prettamente didattico ed accademico. Le
interrelazioni con il territorio circostante, al momento, sono alquanto
scarse ed avvengono solo occasionalmente. Tramite accordi con la
direzione della struttura, la clientela può richiedere l’organizzazione di
escursioni nei territori circostanti, disporre della possibilità di soggiornare
in altre strutture ricettive e di ristoro del circondario, richiedere
attrezzature particolari. Per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi e le
presenze nella Certosa, il maggior flusso di persone si registra nel periodo
estivo, compreso tra i mesi di Giugno ed Ottobre, con una suddivisione
80
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
che vede una presenza di italiani che si attesta al 60% (sessanta) ed il
restante 40% (quaranta) di flusso di stranieri. La struttura svolge attività
di merchandising attraverso la vendita di gadget di diverso tipo in
occasione delle varie manifestazioni; l’articolo più richiesto sono le
cartelle congressuali. Non ci sono articoli o prodotti che rechino il logo
della struttura e, giuste le affermazioni dello stesso gestore, non si
riescono a quantificare le entrate derivanti dal merchandising. All’interno
della struttura, nella reception, è presente una vetrina che illustra i
prodotti locali.
6.8.3 Complesso Monumentale di Santa Sofia
Non si è a conoscenza dell’utilizzo di materiale promozionale specifico da
parte del gestore del Complesso Monumentale di Santa Sofia. Il maggior
numero di strategie promozionali messe in atto dal gestore sono dirette
verso la popolazione studentesca a cui sono rivolte il 50% (cinquanta)
delle iniziative, tra cui anche la possibilità di usufruire di percorsi
didattici; il restante 50% (cinquanta) è rivolto ad utenze di altro tipo,
anche se non sono specificate le modalità e la tipologia delle iniziative.
Pur essendo una struttura prestigiosa che ha accolto nella sua breve vita
manifestazioni ed eventi d’importanza internazionale, il Complesso
Monumentale di Santa Sofia non ha un sito dedicato; le poche notizie che
la riguardano sono inglobate nel sito ufficiale del comune di Salerno
www.comune.salerno.it per cui, tutta una serie di informazioni che pure
potrebbero interessare la potenziale utenza ed essere necessarie alla
funzionalità della struttura stessa (orari di apertura e chiusura,
accessibilità, planimetrie, prenotazioni on line) è preclusa e bisogna
bypassare dai competenti uffici comunali, per potervi accedere. Il
Complesso Monumentale di Santa Sofia non ha un ufficio stampa al suo
interno; non si hanno altre notizie in merito, per cui, come nel caso
precedente, si può supporre che, all’occorrenza, venga utilizzato quello
del Comune. Nell’insieme, la collettività salernitana riesce a percepire
l’importanza della presenza di un luogo altamente significativo come il
Complesso Monumentale di Santa Sofia, spazio della cultura aperta e
senza confini per eccellenza, tanto che nella classifica cittadina dei siti più
visitati si attesta al secondo posto, subito dopo il Duomo e molto prima di
altri luoghi storici e cari alla comunità salernitana, quali il Castello Arechi
e il Giardino della Minerva. Le relazioni con il territorio e le istituzioni
circostanti si traducono in particolari convenzioni e pacchetti stipulati con
gli operatori turistici e in una collaborazione giudicata buona con
l’Azienda di promozione turistica. Nonostante l’assenza di qualunque
Best practices
81
indagine sulla customer satisfaction, la società di gestione del Complesso
Monumentale di Santa Sofia dichiara che negli ultimi tre anni, la struttura
è stata interessata ad un flusso di presenze che si attestano mediamente
sulle 50.000 (cinquantamila) unità annue con punte anche maggiori di
visitatori, com’è accaduto per esempio in occasione delle mostre su Mirò,
Caravaggio e Picasso. Le punte massime di affluenza si registrano in
occasione di eventi d’importanza internazionale, a prescindere dal
periodo. In ogni caso, una certa, significativa inversione di tendenza si
registra, per il Santa Sofia, nel periodo natalizio, momento in cui è
concentrata la realizzazione del maggior numero di manifestazioni. Pur
senza dati certi ed in riferimento alla situazione generale della città di
Salerno, afferma ancora il gestore, la presenza di visitatori italiani è
stimata ad un 80% (ottanta) del flusso ed il restante 20% (venti) è
composto da stranieri. La struttura non ha ancora un suo logo, anche se
pensa di dotarsene in un futuro prossimo. Non possiede una sua linea di
prodotti, per cui l’attività di merchandising, peraltro svolta da società
esterne, si risolve nella commercializzazione dei cataloghi che, volta per
volta, accompagnano le mostre e dei poster.
6.8.4 Castello Ducale
L’A.T.I Framundo, che gestisce, la struttura, l’organizzazione e le visite
guidate al castello, utilizza vario materiale per promuovere la struttura e le
attività che vi si svolgono; brochures, foto, guide, libri, volantini,
manifesti. Diverse sono le strategie promozionali messe in atto dall’Ati
Framundo e rivolte a particolari categorie di visitatori; nello specifico
sono privilegiate le scolaresche, che possono usufruire dei laboratori
didattici organizzati appositamente; i gruppi di visitatori precostituiti che
godono di tariffa ridotta nel pagamento del biglietto d’ingresso, così come
i cittadini residenti a Corigliano Per quanti riguarda i canali promozionali,
nel Castello sono state effettuate riprese televisive per trasmissioni del
servizio pubblico a carattere nazionale (Linea verde, Linea blu) e locale
(trasmissioni su Metrosat e tele A1); sono stati realizzati spot con
passaggi in diretta radiofonica su Radio Cometa e per la trasmissione di
un’emittente locale che ha previsto una visita guidata approfondita
all’interno del maniero. Di particolare efficienza ed efficacia risulta la
comunicazione telematica, tramite un sito ben curato, aggiornato
periodicamente, che si presenta con una suggestiva home page, una foto
panoramica del Castello, dove al link Informazioni si possono visionare i
giorni o i periodi in cui gli spazi del Castello sono impegnati per lo
svolgimenti di qualche manifestazione. L’unico neo è la lingua italiana,
82
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
solo idioma in cui si presenta il sito anche se, sempre nella home page, vi
sono delle schede informative sul castello in spagnolo, portoghese,
francese, inglese e tedesco. Il sito è strutturato in maniera tale da rendere
consultabile e “commerciabile” in ogni parte la struttura; tale formula
trova pochi altri… tentativi di imitazione, per cui risulta insolita ma
altamente soddisfacente. Inoltre, della struttura il sito ne racconta la storia
della costruzione e i vari feudatari; ne traccia la storia dei lavori di
restauro, con una galleria fotografica che documenta alcune fasi prima e
dopo; nelle sezioni Location e ricevimenti e Cosa vedere si può
prendere visione di immagini che documentano gli allestimenti in
occasioni di precedenti manifestazioni; nelle sezioni Mostre e Rassegne
e Congressi, oltre alla descrizione degli spazi, si può visionare la
planimetria e la disposizione dei vari arredi e degli strumenti di lavoro,
come sedie, tavolo presidenziale, sistemi audio e video. Inoltre si può
procedere ad una visita virtuale del castello che mostra alcuni degli
ambienti più belli, significativi e di rappresentanza. Analogamente, la
sezione La città oggi consente di prendere visione della planimetria del
centro storico, dei parcheggi e dei percorsi a piedi, nell’ottica di una
maggiore completezza di informazioni che riguardano anche il territorio
circostante il castello. Presso il Castello Ducale é presente un ufficio
stampa che fa capo al gestore Framundo, e che lavora, per lo più alla
promozione ed alla comunicazione delle manifestazioni organizzate dalla
società stessa. La percezione che il Castello Ducale rimanda alla comunità
coriglianese non è sempre positiva; l’ente gestore, in particolare, avverte
l’esigenza che il cittadino comprenda che questo bene è una ricchezza
collettiva, che appartiene alla comunità tutta e che è portatore di benessere
verso di essa, e non ad una sola gestione; in sostanza manca una cultura
civica profonda e sentita nella cittadinanza. La comunità locale lamenta la
presenza di alcuni problemi (in particolare la scarsità di parcheggi durante
le attività di punta nel Castello) nonostante sia stato predisposto un
servizio navetta col centro cittadino. Malgrado i problemi, il gestore, per
raccordarsi ancor meglio al territorio e creare un unicum di conoscenza
con la storia del castello, organizza, a richiesta, anche visite guidate nei
centri storici circostanti (Corigliano Calabro, Rossano, Cassano allo
Jonio) e nelle aree archeologiche e naturalistiche che insistono nella piana
sibarita; sempre su richiesta, si possono creare anche itinerari
personalizzati. Nel complesso, i risultati che provengono dal flusso delle
presenze nel Castello Ducale possono essere considerati soddisfacenti,
pur tenendo conto di alcuni fattori che inficiano le condizioni generali del
turismo calabrese quali la carenza e le difficoltà del sistema di
Best practices
83
comunicazione in cui versa la regione (strade, autostrade, ferrovie,
collegamenti interni e via mare); la carenza di strutture turistiche aperte
ed efficienti in tute le stagioni, che consentano la presenza di flussi
significativi anche in autunno ed inverno; la relativa marginalità
geografica della Calabria. Alcune manifestazioni come “La Notte
Bianca”, nelle edizioni del 2006 e 2007 hanno fatto registrare
rispettivamente 5000 (cinquemila) e 7000 (settemila) presenze mentre i
dati relativi all’intero anno sono di 15.000 (quindicimila) e 20.000
(ventimila) visitatori. In ogni caso, il flusso di maggior riguardo è quello
costituito dalle scolaresche, che si attesta al primo posto con un 40%
(quaranta), seguito poi da gruppi di persone di terza età pari a 32%
(trentadue); le famiglie rappresentano solo un 5% (cinque) mentre i
singoli sono solo il 3% (tre). Significativa la presenza di visitatori italiani
che si attesta ad un sostanzioso 77% (settantasette) con il restante 23%
(ventitrè) costituito da turisti stranieri. Per quanto riguarda le attività di
merchandising, la Framundo ha pensato di realizzare diversi gadget con il
proprio logo e pur non sapendo quantificare con esattezza l’ammontare
delle entrate provenienti da tale attività afferma di avere dei prodotti di
punta quali il castello in miniatura e le guide illustrate sul castello ed il
territorio. Per il futuro, inoltre, sono previste nuove strategie per
ottimizzare l’attività di merchandising. Un cenno a parte merita la vendita
di prodotti di eccellenza locali in un’ottica di valorizzazione del territorio
circostante – dove si producono gli esclusivi mandarini di varietà
clementine, arance, pompelmi, eccellente olio d’oliva e la famosa
liquirizia - che trova nel castello l’espressione massima di rappresentanza.
Di seguito è riportato un elenco dei vari prodotti commercializzati che
sono distinti per settore editoriale, del merchandising museale e delle
produzioni tipiche. I prodotti editoriali commercializzati sono cataloghi
scientifici del Castello; cataloghi delle collezioni museali; guide brevi
appositamente redatte per il Castello e la Città di Corigliano; monografie
tematiche di carattere storico e artistico; editoria turistica sulla città, la
Piana di Sibari, la Provincia di Cosenza e la Regione Calabria; testi di
storia, tradizioni e cultura locale; pubblicazioni per bambini e per il
mondo della scuola; traduzioni e testi in lingua straniera. Il
Merchandising museale riguarda cartoline e poster; oggettistica;
cartotecnica; prodotti di alto artigianato artistico; riproduzioni artistiche;
gadget e oggetti ricordo dedicati; giochi educativi. Infine, le produzioni
tipiche riguardano prodotti di stagione: terra e mare; conserve, miele e
marmellate; bevande, sciroppi, vini, liquori, oli e aromi: pasta, dolci,
biscotti.
84
Modelli di gestione degli spazi all’interno delle strutture
6.8.5 Dalle best practices alla Certosa di Padula
È possibile trasferire queste buone pratiche al Vallo di Diano ed in
particolare alla Certosa di San Lorenzo in Padula? La risposta a questo
interrogativo è stata il filo conduttore di questa ricerca. La Certosa di San
Lorenzo è aperta al pubblico (a pagamento con biglietto intero da € 4,00,
ridotto per i giovani tra i 18 e i 25 anni da € 2,00 e gratuitamente per i
giovani sotto i 18 anni e gli over 65), ed è visitabile per circa l’80%
dell’intera superficie; dispone esclusivamente di sovvenzioni pubbliche
per quanto riguarda la manutenzione delle infrastrutture e il
finanziamento delle attività che in essa si svolgono: mostre, premiazioni e
convegni.
Gli spazi vengono anche concessi in fitto per alcune manifestazioni.
La struttura dispone di una sala convegni con 200 posti; di 30 celle
utilizzate per esposizioni temporanee e permanenti; di una sala proiezioni
con 100 posti; di spazi ricreativi costituiti dal parco della Certosa e dalla
corte esterna; di un laboratorio di restauro e di una caffetteria che, però, al
momento non viene utilizzata.
Per l’accessibilità dei visitatori diversamente abili esiste un’entrata
secondaria ma mancano le rampe e gli ascensori.
Le attività gestite direttamente dalla Certosa sono coordinate da un
curatore scientifico/direttore artistico più staff interni; le manifestazioni
che si svolgono mediante la concessione in fitto degli spazi prevedono
invece curatore e staff esterni.
Negli ultimo tre anni è stata visitata in media da 126.000 visitatori annui.
Di questi il 90% è costituito da italiani.
Nonostante il discreto numero dei visitatori, La Certosa non dispone di un
sito internet e la promozione delle attività avviene tramite brochures,
volantini e mediante l’utilizzo di inserti pubblicitari.
La Certosa non svolge attività di merchandising.
I suggerimenti che si possono trasferire per questa struttura riguardano
un’auspicabile maggiore collaborazione con i privati e, più in generale, un
miglioramento di tutta la filiera turistico-culturale poiché le maggiori
criticità ravvisate riguardano la mancanza di sponsorizzazioni e la
necessità di una migliore manutenzione del monumento e degli impianti
per ottimizzare la gestione delle Certosa.
Best practices
85
Conclusioni
Il concetto di Consumo Culturale
Nel contesto del presente lavoro, si è fatto cenno ai termini di Prodotto,
Mercato, Merchandising, in riferimento al settore della Cultura; è
consequenziale, dunque, che nel novero dei termini entri anche quello di
Consumo Culturale, ovvero della fruizione (i bisogni, le richieste, le
tendenze) della Cultura anche se, per una serie di motivi, non è proprio
semplice analizzare i comportamenti della collettività e stilare delle
statistiche, come invece accade, e con maggior facilità, per altri tipi di
beni. Anzitutto, vi è una certa difficoltà a stabilire, per alcuni tipi di
“prodotto”, a quale genere appartengano. Se è relativamente semplice
“mandare” un bene materiale di consumo nella casella dello snack dolce,
del veicolo di lusso o dell’abbigliamento sportivo, non lo è altrettanto per
il prodotto culturale se solo si fa riferimento, per esempio, al caso di
un’installazione o di un balletto inseriti in uno spettacolo teatrale oppure
di un concerto classico eseguito all’interno di un sito archeologico. Quale
connotazione artistica prevalente dare nell’uno o nell’altro caso? E qui si
accenna solo alla varietà da un punto di vista produttivo. Il discorso si fa
ulteriormente complesso se si prendono in esame anche metodi e risultati
da un punto di vista organizzativo e distributivo. Come catalogare un
evento spettacolare a cui assistono migliaia o milioni di persone in via
telematica e nessuno dal vivo? Si possono annoverare tra i fruitori le
persone (anche qui si può parlare di grandi numeri) che compiono una
visita virtuale in un museo o in una galleria d’arte? I tempi, le modalità di
produzione e le dinamiche organizzative e distributive dell’attuale
produzione culturale hanno reso, oggi, molto diversi anche la richiesta, il
bisogno ed il consumo culturali determinati peraltro anche da una serie i
fattori di partenza quali il budget economico disponibile dal produttore,
dall’impresario o dal gallerista; il tipo di pubblico a cui il prodotto si
rivolge; le finalità artistiche o comunicative che lo spettacolo o l’evento si
propongono di raggiungere e, in alcuni casi, anche la dislocazione
geografica e la temperie culturale del luogo in cui l’evento o lo spettacolo
vengono prodotti (si pensi ad esempio, alla diversa diffusione nel mondo,
anche in termini di numeri, della cinematografia statunitense e di quella
indiana).
86
Conclusioni
Il Consumo Culturale individuale e collettivo. Cos’è e quali sono i
processi che lo determinano
Per meglio comprendere i meccanismi che sovrintendono alle sue svariate
richieste, è bene definire cosa si intende per Consumo Culturale, riferito
sia al singolo individuo sia alla collettività. Nel processo di crescita fisica,
intellettiva, esperienziale, cognitiva, l’individuo si modella continuamente
con un flusso incessante di acquisizione ed elaborazione di dati che lo
indirizza, in età adulta, verso stili di vita, gusti, orientamenti, preferenze
assolutamente differenti e variabili da soggetto a soggetto. Anche per
quanto riguarda il consumo culturale, il tipo di istruzione scolastica,
l’ambiente originario di provenienza (per emulazione o differenziazione),
le esperienze, le conoscenze, gli incontri segnano un percorso originale
che va a sommarsi in un patrimonio di conoscenze, il quale a sua volta, è
determinante nel delineare le frontiere dei nuovi bisogni da soddisfare. Da
un punto di vista del fenomeno collettivo, invece, il consumo culturale si
riferisce al consumo di un bene pubblico che tutti possono fruire. I mezzi
e i luoghi di produzione culturale differenziano la domanda che, in ordine
al tempo della richiesta va dall’immediato al differito, ed a riguardo della
fenomenologia spazia dall’unico al ripetibile. Pensiamo, ad esempio,
all’immediatezza dello scambio tra domanda ed offerta culturali, nel caso
di un’opera teatrale, un concerto o uno spettacolo o alla differenza di
offerta culturale di una galleria d’arte che vede avvicendare numerosi
artisti con le loro opere, o ad un museo col suo pressoché costante
patrimonio artistico esposto. La scelta di un consumo immediato o
differito nel tempo vincola, a volte marcatamente, anche i meccanismi di
produzione, organizzazione, distribuzione e conservazione del prodotto
culturale e, nel caso, di beni pubblici, tale scelta è complicata da
un’ulteriore percezione dicotomica che fa assimilare il prodotto culturale
da una parte come “servizio” e dall’altra come un “diritto”. Il servizio,
nella percezione collettiva, in quanto tale necessita e merita di avere un
prezzo per essere non solo fruito, ma anche realizzato e diffuso; ma come
diritto dovrebbe presentare la caratteristica della gratuità o di un accesso
estremamente facilitato, da un punto di vista economico. Ritorna, a questo
punto, la non facile questione del prezzo da stabilire riguardo al prodotto
culturale, alla luce di un’altra considerazione; per quanto riguarda la
cultura, spesso il prezzo non è assolutamente commisurato al valore del
bene, per cui anche la percezione del valore stesso risulta di difficile
attribuzione. Se a ciò si aggiunge che la persona che consuma il prodotto
o il servizio culturale, in base alle sue esperienze, al suo percorso
cognitivo, alla sua personale percezione del valore del bene, può
Best practices
87
assegnare un valore diverso da qualunque altra persona, si ottiene un
quadro sufficientemente complesso riguardo anche al problema della
scelta di fruire un bene o un prodotto anziché un altro. “In un momento
storico nel quale vengono messi in discussione i valori che pochi anni fa
sembravano consolidati (la pace, le religioni, la convivenza civile,
l’immigrazione), il carattere identitario e la possibilità di confrontarsi
liberamente con novità intellettuali che solo il settore culturale può
offrire, fa diventare l’esperienza culturale un’opportunità irrinunciabile.
Ampliare la libertà di scelta e le opzioni del consumatore è utile alla
stessa crescita democratica. Lo sviluppo non è più solo il frutto del lavoro
delle grandi industrie; i prodotti immateriali hanno assunto sempre più
un peso maggiore nel determinare la crescita economica. L’esercizio
delle proprie libertà individuali, reso più consapevole dalla fruizione di
cultura, non deve perciò essere considerato un corollario allo sviluppo
economico ma la causa di esso. L’amministrazione della cosa pubblica
può e deve fare la sua parte con gli strumenti a sua disposizione e con la
lungimiranza di chi affronta un investimento per il quale non avrà il
tempo di apprezzarne a pieno i frutti”. (G. Stumpo).
Gruppo di lavoro
Area sviluppo progetti:
Azzato Antonello
Barbone Silvia
Becheri Emilio
Becheri Giacomo
Billi Sandro
Ciccolini Massimo
Cocilova Maurizio
De la Feld Gianpiero
Gambassi Roberto
Iannario Maria
Iannibelli Antonietta
Picilli Pierluigi
Russo Michela
Sommese Antonio
Stumpo Sergio
Ventisette Elisabetta
Vitale Carmine
Comunicazione:
Breglia Carmela
Medici Salvatore
Picarelli Ugo
Segreteria organizzativa e monitoraggio:
Menna Pamela