"L`ultimo caldo volo" di Alessandro Piragino
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"L`ultimo caldo volo" di Alessandro Piragino
L’ultimo caldo volo Cinquanta sfumature di concime per far crescere una sana depressione al sesto piano di questo siluro a piazza San Giovanni Bosco, a Roma. La campana della chiesa mi spacca i timpani tutte le domeniche mattine. Anno dopo anno, le stagioni si alternano, si rincorrono. Mi sento sempre più inadeguato. Gabbiani svolazzano, cacciano via i piccioni. Fanno bellissime piroette nell’aria. Li seguo con lo sguardo per non morire. O forse li seguo con lo sguardo invidioso di chi non potendo volare preferirebbe morire. Niente è impossibile? Allora… Sesto. Marketing, corsi aziendali per acquisire la capacità di camminare sui carboni ardenti. Quinto. Conoscere il teatro di Giorgio Gaber, Dario Fo, Ascanio Celestini. Quarto. Un corso sul fare politica né di destra né di sinistra. Terzo. Imparare a memoria le canzoni di Raf, Laura Pausini, e consimili solo per poter stare in gruppo con altri soli che fingono di essere felici e sorridenti in compagnia. Grigiore insostenibile. Secondo. Un corso avanzato sulla complessa cultura Avantpop, genere Foster Wallace, per persone che non leggono e dicono mi piace perché va di moda o leggono e dicono mi piace perché va di moda. Primo. Ti lascio perché ho bisogno di capire e tu mi ostacoli nel mio percorso di crescita. Cazzo vuol dire? Terra. Non avevo le ali. Perché l’ho fatto? Non lo so. Forse volevo stare da solo. Mi avevano stufato l’allegria da scroti scartavetrati. La solitudine in compagnia. Tutte le mode. Il fare o non fare su richiesta. L’ipocrisia dei sentimenti controllati. Lei è la donna giusta per me, presentabile, elegante, acculturata, un amore di cagnetta. Parla a richiesta e sta zitta quando vuoi che sia muta. Le donne sono tutte mignotte. Gli uomini sono tutti stronzi. Portami al mare. Dai facciamo una foto che la posto su facebook e facciamo morire tutti d’invidia. L’uomo forte del fare. Le donne con le palle. Fottuta estate. E ora… Spirito, per quanto ancora?