la storia di polignano. de donato, presto un

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LA STORIA DI POLIGNANO. DE DONATO, PRESTO UN ARCHIVIO
Scritto da La Redazione
Sabato 30 Gennaio 2010 09:56
FONSECA, L'ATTACCO ALLA LEGA, E QUELLA CITTADINANZA ONORARIA DI
PONTIDA
"MI GUARDANO ANCORA CON SOSPETTO" Beatrice De Donato promette
un archivio storico di Polignano
Un’opera storiografica ponderosa: 10 anni di ricerche ossessive e minuziose, oltre 800 pagine
di storia locale, dal XV° al XVIII° secolo. Gianni Talenti ha portato a conclusione la sua
grandiosa fatica letteraria: “La città di Polignano, benché per sua disgrazia nata vassalla. Una
comunità meridionale nei secoli XV-XVIII, Aliante Edizioni”.
Un esercizio storiografico che ha accompagnato una generazione di giornalisti e amici curiosi.
Tempo fa, a un giornalista ansioso di poter annunciare l’uscita del libro, Gianni rispose così:
“Non è pronto, non ci vorrà ancora molto”. Da allora, pensate, sono passati sei anni.
Nel corso della serata di presentazione coordinata da Alfredo Maiullari, sono intervenuti il prof.
Cosimo Damiano
Fonseca
, accademico
dei Lincei,
Nin
a Centrone
,
Beatrice De Donato
, il sindaco
Bovino
, don
Vito Benedetti
e don
Vito Castiglione
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.
“Questo libro è la certezza che una parte di storia della nostra città rimarrà impressa”. Così,
Bovino, ha ringraziato Gianni Talenti e invitato a una maggiore attenzione verso il nostro
passato: “la nostra storia - ha aggiunto - in alcuni momenti sembra non esistere. Questo
scorrere della nostra vita quotidiana ci porta a distrazioni e ad apparire un po’ superficiali”.
CITTADINO ONORARIO A PONTIDA - Cosimo Damiano Fonseca ha curato la prefazione. “Si
diventa complici della fatica dell’autore. Essere complici in un’impresa culturale come questa mi
sembra
un’operazione culturale e intellettuale e d’impegno civile”. Il professore ha tracciato il percorso
storico e socio-culturale che avrebbe riacceso anche in Italia l’interesse per la storia locale. “Gli
anni ‘70 del secolo scorso segnano una forte ripresa della storiografia locale, sia sul versante
civile che su quello ecclesiastico. Con l’attuazione del dettato costituzionale relativo allo stato
delle autonomie
, i comuni si riappropriano di alcune funzioni proprie all’interno del territorio e della comunità.
Tuttavia, il dettato dello stato delle autonomie venne adempiuto assai tardi rispetto alla volontà
dei nostri padri costituenti, in uno stato fortemente nazionalista che doveva ancora cementare
l’unità nazionale”.
Fonseca punta il dito contro le spinte rivendicative di chi, falsando la storia, “tenta di operare un
particolarismo regionalistico che non è nel gene della nostra storia nazionale”. Nel mirino del
professore c’è il movimento leghista. A 78 anni, vissuti con la testa a capofitto sui libri, non gli
manca la voglia di scherzare: “Quando elencano le mie cittadinanze onorarie vedono che la
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prima è
Pontida (raduno e luogo simbolo dei leghisti) e
mi guardano con un certo sospetto, dopodiché io dico subito che era il 1967, correva
l’anniversario centenario della prima Lega Lombarda - racconta Fonseca - e quindi il comune di
Bergamo e Milano si fecero ambedue interpreti di costruire la storia della vita lombarda, della
lega storica lombarda. Sono amareggiato, perché a distanza di molti anni, rispetto alla
consapevolezza di quelle popolazioni che, celebrando il centenario della prima lega lombarda,
cedettero a inserirsi nella storia nazionale del nostro paese”.
IL CONCILIO VATICANO II - “Sul versante ecclesiastico accade l’evento di straordinaria
portata, il Concilio ecumenico Vaticano II”. Quel concilio, secondo Fonseca, avrebbe riscoperto
l’intima e
profonda vitalità che della comunità e dei credenti all’interno del tessuto ecclesiale: “di qui spiega Fonseca - la riappropriazione della propria origine storica e del proprio ruolo all’interno
della chiesa e delle comunità locali”.
A questo punto, sulla scia di quanto stava accadendo in Inghilterra, si riscopre in Italia lo studio,
anche universitario, di storia locale. “Oggi si insegna storia locale in un contesto dia storia
generale”. Fonseca cita alcune opere sulla storia di Polignano, si pensi a Favale o a Pascali,
pubblicate già a partire dagli anni ’80.
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UN ARCHIVIO A POLIGNANO - E’ l’ultima promessa dell’assessora alla cultura, Beatrice De
Donato che, a fine presentazione, si è assunta pubblicamente l’impegno politico: “l’impegno
politico che stasera sento di poter prendere a nome dell’intera amministrazione comunale è di
dare a questo paese l’unità alle carte del nostro passato e realizzare al più presto un bellissimo
archivio a Polignano a Mare”.
Quella di Gianni Talenti è un’opera aperta; del resto è impossibile chiudere i conti con la storia.
Si è sempre in debito con il passato, direbbe Ricoeur a proposito delle inquietudini che
angosciano gli storici. Forse ha ragione Machiavelli: si diventa cittadini virtuosi se si conoscono
le proprie storie.
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