bisogna vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in
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‘‘ bisogna vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva... bisogna ritornare sui passi già dati per tracciarvi a fianco nuovi cammini” [josé saramago] a giancarlo alisio napoli per quartiere chiaja / posillipo, fuorigrotta, bagnoli / san ferdinando / san giuseppe / san lorenzo / porto, pendino, mercato / vicaria, poggioreale / stella, san carlo all’arena / avvocata, montecalvario / vomero, arenella mnemosyne/luoghi e muse napoli per quartiere redazione maria sapio con angela catello andreina auricchio francesca de robertis francesca nizzolino indici a cura di maria teresa giannotti fotografie mario milo art director enrica d’aguanno grafica attilio sommella impaginazione chiara del luongo napoli per quartiere: istruzioni per l’uso la delimitazione dei dieci quartieri – da occidente, chiaja e posillipo, all’area orientale e collinare, vicaria, poggioreale, vomero e arenella– rielabora l’accorpamento comunale ufficiale, relativamente recente, in municipalità, mantenendo viva, per quanto possibile, la memoria dei territori in cui ha preso forma, negli ultimi due secoli, l’identità civile delle comunità sociali. nelle informazioni di apertura, capitolo per capitolo, oltre al rinvio preciso alla “municipalità”, vengono sintetizzati i dati e le informazioni essenziali per la vita quotidiana: estensione territoriale, abitanti, sicurezza e salute, trasporti. una mappa aggiornata, ad apertura di ogni sezione, mette in risalto il perimetro selezionato, i percorsi suggeriti, “i colori della storia”: evidenziazioni cromatiche di immediata percezione mostrano le epoche diverse della città, dagli edifici e le strutture urbane preesistenti all’età moderna – “intorno al mille” – alle trasformazioni ancora in corso – “oggi e domani”. le informazioni di corredo, nelle colonne laterali, riportano puntualmente i dati essenziali ‘per l’uso’: recapiti, orari di visita, didascalie delle illustrazioni [in azzurro], con rinvio alle pagine di riferimento nel volume; la legenda in colore raggruppa, per comodità di lettura, le ‘macrocategorie’ di appartenenza: “arti e monumenti”, “parchi e giardini”, “tempo libero/shopping”. stampato in italia © copyright 2009 by arte’m srl www.arte-m.net tutti i diritti riservati in appendice, quartiere per quartiere, “vivere a...” suggerisce con sobrietà, “senza concessioni commerciali e istigazione a consumi superflui”, i luoghi, le realtà culturali, le botteghe per affrontare e rendere più gradevole la vita quotidiana. sommario 5 istruzioni per l’uso 9 10 12 14 chiaja il quartiere i colori della storia storie itinerari 18 da santa lucia a mergellina 29 da via chiaja a parco margherita 35 posillipo fuorigrotta bagnoli 36 il quartiere 38 i colori della storia 40 storie itinerari 44 da via posillipo ai casali 53 da viale augusto alle terme di agnano 59 san ferdinando 60 il quartiere a porta capuana 133 da piazza bellini a san giovanni a carbonara 62 i colori della storia 64 storie itinerari 69 da via toledo al monte echia 76 dal molosiglio a piazza del plebiscito 83 84 87 88 san giuseppe il quartiere i colori della storia storie itinerari 93 da piazza dante a piazza del gesù nuovo 103 da via mezzocannone a via medina 111 112 114 116 san lorenzo il quartiere i colori della storia storie itinerari 121 da via san biagio dei librai 139 porto pendino mercato 140 i quartieri 142 i colori della storia 144 storie itinerari 150 da piazza bovio a porta nolana 158 da piazza mercato all’immacolatella 165 166 168 170 vicaria poggioreale i quartieri i colori della storia storie itinerari 176 da piazza garibaldi al centro direzionale 185 da poggioreale a santa maria del pianto 193 stella san carlo all’arena 194 i quartieri 196 i colori della storia 198 storie itinerari 204 dal museo archeologico a piazza carlo III 211 da via santa teresa a capodimonte 221 avvocata montecalvario 222 i quartieri 225 i colori della storia 226 storie itinerari 232 dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele 240 dalla pignasecca a via salvator rosa 249 vomero arenella 250 i quartieri 252 i colori della storia 254 storie itinerari 260 da piazza antignano a san martino 269 da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli vivere [a] 275 chiaja 279 posillipo fuorigrotta bagnoli 283 san ferdinando 286 san giuseppe 289 san lorenzo 291 porto pendino mercato 293 vicaria poggioreale 294 stella san carlo all’arena 296 avvocata montecalvario 298 vomero arenella 302 bibliografia dei testi citati 303 indice dei nomi 308 indice dei luoghi chiaja 10 chiaja a pagina 10 villa comunale fontana di santa lucia, particolare taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 - 0815564444 sito web: www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 aliscafi (capri, ischia portocasamicciola-forio, procida, ventotene, eolie): snav imbarco da e per mergellina tel 0814285111 www.snav.it ferrovie dello stato stazione mergellina call center trenitalia (orari, prenotazioni, acquisto biglietti, informazioni) 892021 www.trenitalia.com www.ferroviedellostato.it funicolari centrale via toledo - corso vittorio emanuele - petraio - piazza fuga (vomero) chiaja parco margherita - corso vittorio emanuele - via palizzi via domenico cimarosa (vomero) mergellina via mergellina - san gioacchino - via manzoni metropolitana linea 2 gianturco - piazza garibaldi piazza cavour - montesanto piazza amedeo - mergellina via leopardi - campi flegrei cavalleggeri aosta - bagnoli pozzuoli autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde: 800 639525 www.anm.it 140 capo posillipo mergellina - riviera di chiaja piazza vittoria - via santa lucia chiatamone - piazza vittoria mergellina - via posillipo capo posillipo r3 mergellina (funicolare) - via giordano bruno - riviera di chiaja - via acton - piazza municipio - piazza vittoria riviera di chiaja - mergellina c4 mergellina (stazione f.s.) corso vittorio emanuele - via crispi - piazza amedeo piazza vittoria - santa lucia piazza municipio - santa lucia piazza dei martiri - piazza amedeo - via crispi mergellina c16 mergellina (funicolare) via piedigrotta - corso vittorio emanuele - via salvator rosa - via giacinto gigante - corso vittorio emanuele - mergellina c24 mergellina (funicolare) via piedigrotta - piazza amedeo - via carducci - piazza vittoria - riviera di chiaja mergellina c27 capo posillipo - via manzoni (funicolare) - via tasso - via del parco margherita - piazza amedeo corso vittorio emanuele - via tasso - corso europa - via manzoni - capo posillipo c28 piazza vittoria - via carducci - piazza amedeo - via del parco margherita - via aniello falcone - via cimarosa (funicolare) - via luca giordano via del parco margherita piazza san pasquale - piazza vittoria e6 ‘pollicino’ - piazza trieste e trento - via monte di dio - via solitaria - via santa lucia piazza dei martiri - via filangieri - rampe brancaccio piazzetta santa maria degli angeli - piazza trieste e trento trasporti alle pagine 4/5 posillipo la gaiola alle pagine 8/9 via partenope veduta di castel dell’ovo noleggio biciclette napoli bike riviera di chiaja 201 (villa pignatelli) tel 081411934 www.napolibike.com [email protected] / trasporti a pagina 2 posillipo palazzo donn’anna carabinieri pronto intervento 112 stazioni carabinieri via orazio 73 tel 081681122 largo ferrantina a chiaja 1 tel 081417486 polizia 113 commissariato posillipo via manzoni 249 tel 0815983211 commissariato san ferdinando riviera di chiaja 185 tel 0815980311 poliziotti di quartiere chiaja, tel. 3355292755 santa lucia, tel 3470752926 polizia stradale tel 0815954111 / 2208311 soccorso stradale tel 081803116 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa riviera di chiaja 105 tel 0817619001 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 metrò del mare (stagionale: 31/05-07/09) [email protected] call center 199600700 (ore 9-19) linea 1 bacoli - pozzuoli - napoli mergellina - napoli beverello portici - ercolano - torre del greco - torre annunziata/pompei castellammare di stabia - vico equense - sorrento montesanto montesanto - corso vittorio emanuele - via morghen (vomero) trasporti www.comune.napoli/municipalita1 alilauro tel 081 4972238 www.alilauro.it trasporti / emergenze e sicurezza municipalità 1 (chiaja - posillipo - san ferdinando) piazza santa maria degli angeli a pizzofalcone 1 tel 0817951721 sede consiglio tel 0817644876 sezioni comunali piazza santa caterina a chiaja pronto soccorso loreto crispi tel 081 2547256 guardia medica tel 081 7613466 distretto sanitario 44 (chiaia - posillipo - san ferdinando) assistenza anziani tel 0812547715 assistenza diabetologia tel 08 2542928 assistenza veterinaria tel 08 2547074 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i “suggerimenti geografici” per i rimandi al quartiere / cure mediche / il quartiere estensione kmq 2,71 abitanti [2001] 41.779 (19.290 maschi; 22.489 femmine) l’itinerario ‘da santa lucia a mergellina’, per omogeneità di esposizione topografica e storica, non segue rigidamente i confini amministrativi dei quartieri: anticipa in parte argomenti che si riferirebbero al quartiere San Ferdinando. 6IA -ERGELLINA 6IA /RAZIO 3 0IAZZA 6ICO DEL 6ASTO 6 4 12 DEI-ARTIRI 0IAZZA 6ITTORIA O 0IAZZA DEL0LEBISCITO #HIESA DI3AN&RANCESCO DI0AOLA #ALASCIONE 0ALAZZO 3ALERNO RIA OLITA 6IA3 0ALAZZO 3ERRADI#ASSANO 6IA !RCOLEO 0ALAZZO 0IGNATELLI 3TRONGOLI 6IA 3ANTA ,UCIA 6IA "ISIGNANO 6IA !LA BARDIE RI 0IAZZA IAJ #H 10 #AROLINA 6IA PIRIT 33 6ICO 6IA#HIATAMONE SCI RAM ' ! LE 6IA 6IA0ARTENOPE 0ORTO 3ANTA,UCIA "ORGO -ARINARI 8 0ORTO3ANNAZARO 9 6IA &IORELLI 6IA 3AN 0ASQUALE 6IA ' #ARDUCCI 6IA ' "AUSAN 6IA#ARACCIOLO #ASTELDELL´/VO -ERGELLINA ,ARGO 3ERMONETA 0IAZZA 3ANTA#ATERINA 2IVIERADI#HIA JA 6IALE ! $OHRN 6 6IA ' &ERRIGNI 6IA !RCO -IREL LI LE AN UE #ORSO 6 % M stazione di mergellina IOLO ARACC 6IA # 6IA # 0OERIO 0ALAZZO GIE#ELLAMARE RI 11 6IA#HIAJA E LCON ZOFA stazioni funicolare I LES RGO 0E stazioni cumana " ' stazioni metro I AN AL I funicolare 6IA metropolitana & ' 6IA cumana 6IA ' $E 0ETRA 6ILLA#OMUNALE 0IAZZA DELLA2EPUBBLICA 6IA #AVALLERIZZA 6IA 6 #UOCO 0IAZZA 3AN0ASQUALE &I LAN LLA tempo libero / shopping 2IVIERADI#HIAJA 13 E AN MP A 4 # 6IA 0IAZZETTA ,EONEA-ERGELLINA parchi e giardini 6ILLA2UFFO 6IA DEI -ILLE 6 IA ' IA 3ANTA,UC 0ALLONETTO FA CH 0IAZZA 3ANNAZARO O UN "R ' TA RRET O 4O ,ARG 5 14 13 0IZ CAA GIZIA 6IA% IA #A A 0AL legenda LIPP O IAFA TT A GRO E DI 6IA AN oggi e domani A #A #UP A LIT 7 0I 6IA * 6IA 0IAZZA 0IEDIGROTTA N &I D 6IA , 6ILLA 0IGNATELLI 6IA 6 #OLONNA LI REL 3A tra fine ottocento e inizi novecento arti e monumenti 3ALI TA 3 A RNIA LLAC I -ARI 15 -O $ 6IA seconda metà del settecento 6IA ! $´)SE 0IAZZA "ENEVENTANO CCI $IO EDI ONT NI DA OR 'I & seicento A 3CHIP A 6I ...fine cinquecento 6IA - 3CHIPA U ART A' 0ALAZZO 2OCCELLA DA3TRA 6IA - 6I I ISP 0IAZZA !MEDEO titolo 0IAZZA -ONDRAGONE 6IA LE NUE %MA 6 SO #OR inizio cinquecento... R & # 6IA 6IA 0ONTANO 6IA DEL 2IONE 3IRIGNANO # 6IA 3 - IN 0ORTICO - 6IA & -AGNONI LE 6IA 0ALASCIANO 6ICO 3AN 'UIDO A 6I 6IA 4ASSO 6IA 0ARCO -ARGHERITA 'ALLERIA NIO DRO 5MBERTO) #E 6IA SA 6IA2DI0ALAZZO AGNOLI E R P 4E EGLI3 NTA LLAD ZZO #HIESA 3A RESE 0ALA 34E 6IA ADI DI3AN&ERDINANDO 6ICO !NN TA N 3A 6ICO ES 0IAZZA ARDON 6IA. 4RIESTE E4RENTO A HIAJA ATE# intorno al mille LE NUE %MA O 6 S R O # 0IAZZA 3-ERCADANTE 16 L 3A 6IA&2EGA DIN RA 'RA OTE .IC 6IA' 0IAZZETTA 3ANTO3TEFANO A OI AV I3 D 6ILLA-ARIA 3ALITA6ETRIERA 6IA 4ASSO chiaja i colori della storia intorno al 1936 #ASTELLO !SELMEYER da santa lucia a mergellina 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. castel dell’ovo [pp. 14-15/18] borgo marinari [pp. 15/18] piazza dei martiri [pp. 19-20] villa comunale [pp. 16-17/20-22] villa pignatelli [pp. 23-24] via caracciolo [pp. 17/25] santa maria di piedigrotta [p. 25] mergellina [p. 26] fontana del sebeto [p. 26] da via chiaja a parco margherita 10. ponte di chiaja [pp. 15/29] 11. palazzo cellamare [p. 30] 12. santa caterina a chiaja [p. 30] 13. via dei mille [pp. 30-31] 14. pan [pp. 30-31] 15. piazza amedeo [p. 32] 16. parco margherita [p. 32] 1 2 ‘‘ 14 chiaja la popolazione del borgo era costituita soprattutto da pescatori, e le poche abitazioni dei nobili servivano solo per la villeggiatura [giancarlo alisio, 1986] storie Il quartiere corrisponde all’antico borgo di Chiaja, compreso tra la zona collinare, che raggiunge il corso Vittorio Emanuele, e la linea costiera. Il mare è il suo destino. La tradizione vuole che la sirena Partenope, che regalerà il suo nome alla città antica, abbia scelto il tufo caldo dell’isolotto di Megaride per riposare in eterno. Questo angolo di paradiso, al centro del Mediterraneo temperato, è l’approdo fortunato dei coloni greci che, nel settimo secolo prima di Cristo, cercano nuova dimora. Qui si trasferirà nel primo secolo avanti Cristo il patrizio romano Lucullo con la sua villa di delizie. Qui prende corpo quel Castel dell’Ovo che rappresenterà a lungo la sede e l’emblema del potere. Nelle grotte di tufo scavate dal vento, platamonie (da cui il nome di Chiatamone), trovano ospitalità i naviganti in pericolo, i pescatori operosi. In questa roccaforte leggendaria, al ritmo alterno dei secoli, sovrani, imperatori, santi, monaci eremiti, imperatori deposti (Romolo Augustolo, nel 476, alla caduta dell’impero romano d’Occidente), prigionieri illustri del Castello divenuto carcere, lasceranno impresse pagine di storia che il mare non smette di tramandare. Il mare, al centro del golfo: una impronta ‘liquida’ destinata a lasciare segni indelebili sulla struttura urbana che si estenderà, dominazione dopo dominazione, in tutte le direzioni. Dove sono finite le grotte dei pescatori, la spiaggia pullulante di vita marinara? La fortezza si è dotata mano a mano di bastioni a prova di scorrerie, costruita e ricostruita, impreziosita, dalle dinastie, come gli aragonesi, che l’hanno prescelta come dimora reale. Gli Angiò l’hanno messa a guardia di quel ‘porto dei Provenzali’ che ha contribuito a celebrarne la fama in tutto l’Occidente. Finché le roccaforti del potere si trasferiscono nell’entroterra più sicuro: ha inizio un processo di evoluzione urbanistica della linea costiera che si arresterà solo, come diremo più avanti, con la fine dell’Ottocento. Un processo di lunga durata trasforma il Castello in declino e l’intera area in teatro quotidiano di vita prorompente, imperniata intorno ai mestieri del mare e allo svago interclassista, banchi di pesce trionfali, acqua sulfurea, ‘ostricari’, fontane, mercanzie prototuristiche, gite nel golfo... La spiaggia, la ‘chiaja’, bisogna dirlo, non era il meglio che la costa del golfo proponesse: sul bagnasciuga, panni stesi, rifiuti urbani, reti e scafi in disuso, contrastano sempre più frequentemente il mito del paradiso di delizie. È il punto di avvio, insieme alle epidemie di colera, della vasta operazione di bonifica che va sotto il nome di Risanamento, tra la fine degli anni Ottanta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento; bonifica discussa, sofferta, e, tuttavia, destinata a dar vita, sul fronte del mare, ad una ‘passeggiata moderna’ che ancora commuove, nelle giornate più terse, lo sguardo e l’immaginazione. Al posto del borgo dei “luciani”, tutto storie intorno al castello, il ‘Borgo Marinari’ restituisce una trama fitta di dimore ‘imbalsamate’ ai pescatori e ai popolani espropriati, mentre, a ridosso della linea costiera, i circoli nautici e i grandi alberghi del lungomare, in una cortina ininterrotta di nuovi palazzi aristocratici, fanno da fondale alle passeggiate in carrozza e alle escursioni marine dei nuovi ricchi e dei nobili sopravvissuti all’Unità d’Italia, e… risarciscono, a buon mercato, le angustie dei ceti meno fortunati. A monte, alle spalle della chiesa ricostruita intitolata a Santa Lucia, una rete fitta di vicoli (il ‘pallonetto’) sopravvive alla bonifica per accogliere i diseredati, terreno di coltura di quell’arte di arrangiarsi che mina da sempre i grandi agglomerati urbani. Una trama articolata di nuove arterie collega progressivamente in forme sempre più razionali le diverse aree del quartiere. Nel 1636 il viceré Emanuele Zuniga y Fonseca, conte di Monterey, fa realizzare a spese degli abitanti il Ponte di Chiaja (poi ricostruito e trasformato nel corso dell’Ottocento), per raccordare i due versanti della collina, in prossimità dell’antica Porta di Chiaja, demolita per ordine di Ferdinando IV nel 1782. Non deve essere un caso se l’ambasciatore britannico di sua mae- 15 16 chiaja stà, sir William Hamilton, collezionista raffinato di antichità e uomo di mondo, stabilisce in questo perimetro la sua dimora in palazzo Sessa. Tra gli ospiti illustri del gentiluomo e di lady Emma, Wolfgang Goethe, nel 1787, non sa trattenere l’ammirazione: “il cavaliere Hamilton si è costruito qui il suo bel nido, e se lo gode, ora che la sua vita è giunta a sera. L’appartamento che egli ha messo su, al gusto inglese, è quanto mai delizioso, e la vista che si gode da una stanza ad angolo, forse unica. Ai suoi piedi il mare, in faccia Capri, a destra Posillipo, a fianco la passeggiata della Villa Reale, a sinistra un vecchio edificio di gesuiti, più in là la costiera di Sorrento fino al capo di Minerva. È ben difficile, almeno in Europa, che si possa trovare un punto simile; molto più nel centro di una città grande e popolosa”. I residenti dei nostri giorni, malauguratamente, non hanno la stessa visione: la realizzazione di via Domenico Morelli, nell’Ottocento, e degli edifici che la costeggiano, ha oscurato il panorama verso Capri e Posillipo. Il tracciato del quartiere proseguiva tra la linea costiera e la strada più interna diretta a Piedigrotta, attraverso via Cavallerizza e via Santa Maria in Portico, prima di ridiscendere alla Torretta, fiancheggiato da un’area semipaludosa, verso la spiaggia, e da boschi, verso la collina. L’urbanizzazione rimane ridotta, almeno fino al XV secolo. In seguito, l’area comincia ad animarsi: è la stagione delle ville – Alfonso II d’Aragona fa costruire una residenza sontuosa all’altezza di largo Ferrandina – mentre, nel corso del Cinquecento, il tessuto edilizio si fa più fitto, in particolare nei paraggi della porta vicereale di Chiaja; dal Seicento in avanti si moltiplicano i palazzi nobiliari; a difesa del litorale, ormai al sicuro dalle incursioni dei pirati, restano solo due torri, probabilmente del XVI secolo, in prossimità della Torretta e dell’attuale rione Sirignano. Solo nel 1697, per dare corpo ad una cornice degna della ‘costa delle sirene’, il viceré duca di Medinaceli fa pavimentare la strada e ordina l’impianto di un doppio filare di salici e tredici fontane. Ma la Riviera rimane poco frequentata fino al progetto settecentesco di Ferdinando IV: Carlo Vanvitelli, figlio del più celebre Luigi, con la consulenza botanica di Felice Abbate, viene investito della responsabilità di consegnare alla storia la ‘Villa Reale’. Tra il 1778 e il 1780, sull’esempio dei grandi giardini francesi imperniati su viali paralleli ornati di statue e fontane, l’architetto non spreca l’occasione: l’11 luglio del 1781 apre i cancelli la ‘Tuglieria’ (a ricordo dei giardini parigini delle Tuileries) napoletana, il più suggestivo parco urbano in riva al mare d’Europa. All’ingresso principale, sul lato della odierna piazza Vittoria, due casini simmetrici ospitano caffè alla moda; la sorveglianza dei gendarmi consente al ‘popolo’ di mescolarsi ai sovrani e alla corte solo se in abbigliamento e atteggiamenti decorosi. “La Villa Reale – sentenzierà Alexandre Dumas nel 1835 – è senza dubbio la più bella e soprattutto la più aristocratica passeggiata del mondo”. Nuovi lavori, tra 1807 e 1815, modificano il tracciato delle aiuole, seguendo il gusto romantico del giardino all’inglese, finché, nel 1834, il prolungamento fino alla Torretta completa l’impianto della Villa. Un capitolo straordinario, a partire dal 1872, è la concezione pionieristica e la realizzazione geniale di Anton Dohrn, nel cuore della vegetazione, in riva al mare: la Stazione Zoologica, con l’invenzione parallela dell’Acquario più antico del Vecchio Continente, conquista immediatamente il prestigio scientifico e la forza evocativa che ancora la distinguono nel panorama internazionale. Finalmente, come abbiamo già accennato, la ‘colmata del mare’ progettata, nell’ambito del Risanamento, da Errico Alvino dà corpo a via Caracciolo, tra 1875 e 1883, modificando irreversibilmente il contatto diretto tra Villa e litorale. La spiaggia cede il passo alla strada ‘moderna’, il rimpianto alla consolazione di un lungomare, malgrado tutto, senza eguali nel panorama dei grandi agglomerati metropolitani d’Occidente. Oggi, l’occasione dei restauri urbani in corso d’opera e la rivoluzione dei trasporti su ferro in pieno fermento, potrebbero innescare un processo di riappropriazione dei valori ambientali originari, riconquistando per intero la ricchezza impagabile del mare di Partenope. villa comunale monumento a gianbattista vico, 1862, di leopoldo di borbone conte di siracusa fratello di re ferdinando II di borbone [p. 22] ‘‘ 18 chiaja la sua poesia era un perpetuo spettacolo di campagna e di mare; e mergellina, dove il verde della collina si sposava all’azzurro del golfo, ne pareva il simbolo festoso... [benedetto croce, 1919] da santa lucia a mergellina santa lucia a mare via santa lucia 3 orario: 7-12 festivi 7-14; 17-19 [pp. 15/18] castel dell’ovo borgo marinari orario: 9-19; domenica e festivi 9-14 orario invernale: 9-17; domenica e festivi 9-14 tel 0812400055 www.comune.napoli.it casteldellovo@ comune.napoli.it [pp. 14-15/18] santa maria della vittoria piazza vittoria orario: 7-11; festivi 7-13.30 [p. 19] La spiaggia popolata dai pescatori di Santa Lucia, l’universo variegato di mestieri (i venditori d’acqua sulfurea nelle anfore di creta, le “mummare”, “l’ostricaro fisico”…), le dimore umili incuneate tra palazzi aristocratici affacciati sul mare diventano mondi separati dopo l’intervento di Risanamento del 1884 [vedi p. 15], con le colmate del primo Novecento e, infine, con la costruzione della doppia fila di palazzi che divide via Santa Lucia dal mare. Il toponimo deriva dalla chiesa di Santa Lucia a mare, ricordo leggendario del passaggio sulle coste napoletane della nipote dell’imperatore Costantino (306-337) scampata a naufragio; nella chiesa, distrutta e ricostruita ripetutamente, si conserva una statua lignea di Santa Lucia, del XVIII secolo. Sul mare, sull’isolotto di Megaride, Castel dell’Ovo, custodisce miti e sto- rie degni della cornice naturale [vedi p. 14]. Nel nome, la leggenda medievale dell’uovo protetto da un contenitore di ferro in gran segreto: garantiva le sorti del castello e della città grazie all’incantesimo del ‘mago’ Virgilio. Oggi, è la ‘nascita’ dell’anno nuovo a incendiare la rocca con fuochi pirotecnici spettacolari, mentre le sale e i bastioni, di suggestione incomparabile, ospitano mostre e congressi. Ai piedi del maniero, il Borgo Marinari, realizzato nel 1886 per alloggiare i pescatori di Santa Lucia privati delle case demolite dai lavori del Risanamento [vedi p. 15]. Bar e musica dal vivo animano i vicoli del borgo. I circoli nautici storici (il Savoia, l’Italia) testimoniano e rinnovano le migliori tradizioni conviviali e sportive. La cucina e la scena ‘marinara’ hanno reso celebri i ristoranti del Borgo. Di nuovo sulla terraferma, via Partenope segna l’inizio del lungomare per eccellenza, delle passeggiate ideali, a piedi, in bicicletta, in barca. Sul lato a monte, una teoria di locali, ristoranti, bar all’aperto e alberghi di lusso per tutti i gusti. Tra gli alberghi storici, realizzati intorno al 1880, il Vesuvio, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ricostruito nel 1950 e l’Excelsior, facciata e arredi delle origini in stile liberty autentico. Da piazza Vittoria (la chiesa di San- ta Maria della Vittoria celebra nel 1572 le armi cristiane vittoriose sui turchi a Lepanto, 17 ottobre 1571), percorrendo via Calabritto o via Morelli – la ‘strada degli antiquari’ – si raggiunge la zona più ‘alla moda’ del quartiere, annunciata dalla bottega di Marinella (dal 1914, cravatte ambite in ogni angolo di mondo): le firme del made in Italy, abiti, gioielli, scarpe, borse... per una immersione nello shopping di ‘stile globale’. Lo spazio arioso di piazza dei Martiri, tra edifici d’epoca monumentali e locali borgo marinari [p. 18] 20 palazzo partanna piazza dei martiri 58 unione degli industriali di napoli tel 0815836111 fax 081413462 www.unindustria.na.it [p. 20] sinagoga di napoli via santa maria a cappella vecchia 31 tel 0817643480 [p. 20] chiesa anglicana via san pasquale a chiaja 15/bis tel 081411842 [p. 20] chiaja di ritrovo frequentati, prende il nome dalla Colonna dei martiri in granito grigio (1866-1868), dedicata ai caduti per le rivoluzioni antiborboniche del 1799, 1820, 1848 e 1860. Palazzo Partanna, oggi sede dell’Unione degli Industriali di Napoli, viene ‘riammodernato’ nel 1824 dall’architetto più in vista del tempo, Antonio Niccolini, ‘omaggio’ di Ferdinando di Borbone alla seconda moglie, Lucia Migliaccio, vedova del principe di Partanna. Palazzo Calabritto (n. 30), dal nome dei primi proprietari, ha una doppia facciata e due ingressi; quello principale, del Settecento [vedi p. 20], verso piazza Vittoria, è stato sede della cappella luterana fino alla costruzione della nuova chiesa in via Carlo Poerio (1865). Palazzo Nunziante, ad angolo con via Morelli, chiude la piazza; nella cappella di famiglia, dipinti di Domenico Morelli (l’Assunta) e Paolo Vetri. Nella piccola via Santa Maria a Cappella Vecchia, dal nome dell’antica abbazia che occupava l’area, in palazzo Sessa (n. 31), ha sede la Sinagoga di Napoli, inaugurata nel 1864 con il sostegno della dinastia di banchieri Rothschild. Intorno alla piazza, un susseguirsi di strade, piccole, affollate di gioventù in cerca di emozioni, via Alabardieri, vico Belledonne, vico Cavallerizza, piazzetta Rodinò, fino a via Filangieri, via dei Mille e via Vittoria Colonna: le ul- time novità della moda e del design, mescolate a ritrovi per degustazioni, aperitivi, musica live, vita di notte, in un tessuto urbano intriso di memorie, e toponimi, del passato. Via Alabardieri ospitava la caserma del corpo speciale della scorta dei sovrani napoletani, soppressa nel 1784. Vico Cavallerizza a Chiaja conduceva dalla Porta di Chiaja alla caserma di cavalleria di San Pasquale, costruita a fine Seicento sulla struttura della villa del nobile spagnolo Garcia de Toledo, duca di Ferrandina (da cui il nome di largo Ferrandina); riprogettata nel 1740, la cavallerizza, o maneggio, era situata sugli spazi occupati oggi dalla chiesa anglicana su via San Pasquale. Nel 1935, sull’area della caserma e di parte del convento di San Pasquale, prendono forma via Carducci e la struttura militare oggi adattata a scuola media (Fiorelli, via Giuseppe Fiorelli) e a liceo (liceo Umberto I, piazzetta Amendola 6). Da via Carducci, o dalla parallela via San Pasquale, si raggiunge la Villa Comunale [vedi pp. 16-17]. Un restauro benemerito dell’amministrazione comunale, avviato dal 1998, al netto delle dispute mai sopite sulle soluzioni di stile firmate Mendini e il decadimento precoce di chalet e recinzione, ha riconsegnato alla città una delle rare oasi di quiete e ossigenazione, senza tra- 22 villa comunale ingresso principale da piazza vittoria [pp. 16-17/20-22] stazione zoologica anton dohrn villa comunale tel 0815833111 fax 0817641355 www.szn.it [email protected] acquario orario: 9-17; festivi 9-14 lunedì chiuso biglietto: 1,50 euro ridotto 1,00 euro (5-12 anni) [pp. 17/22] villa pignatelli riviera di chiaia 200 museo diego aragona pignatelli cortes orario: 8.30-14 martedì chiuso biglietti: 2,00 euro; ridotto 1,00 euro (cittadini ue 18-25 anni); gratuito cittadini ue sotto i 18 e sopra i 65 anni tel 081669675 0817612356 (anche fax) http://pignatelli. napolibeniculturali.it pignatelli.artina@ arti.beniculturali.it [pp. 23-24] chiaja scurare gli spazi attrezzati per i bambini. Dall’inaugurazione, nel 1781, la Villa Reale è stata un susseguirsi di ampliamenti e modifiche [vedi pp. 1718], con nuovi edifici – il tempietto di Virgilio, del 1825, con la statua realizzata da Tito Angelini nel 1836; la casina pompeiana, destinata intorno al 1880 ad ospitare mostre d’arte; l’ex circolo della stampa, costruito nel 1948 su progetto di Marcello Canino e Luigi Cosenza, ora in restauro e in attesa di destinazione d’uso – sculture, gruppi in marmo (tra cui copie di opere antiche e rinascimentali eseguite alla metà del Settecento dagli scultori che lavorano alla decorazione del parco della Reggia di Caserta), fontane, busti e monumenti dedicati a personaggi illustri da Torquato Tasso (1819, di Angelo Solari) a Edoardo Scarfoglio (1923, di Leonardo di Candia). Al centro del vialone di mezzo, dove fino al 1826 si ammirava il gruppo in marmo del Toro Farnese (oggi al Museo Archeologico Nazionale), la vasca di marmo egizio, proveniente dal tempio di Nettuno a Paestum, retta da quattro leoni in pietra, della fontana dei leoni, detta delle paperelle. Poco oltre, la cassa armonica ideata a fine Ottocento da Errico Alvino sui dettami dell’architettura ‘moderna’, struttura elegante in ferro e ghisa con cupola in vetro, ospita dal 1877 concerti bandistici. Storia antica e ‘movimentata’ per la fontana di Santa Lucia (1606), ricostruita in Villa nel 1898: opera di Michelangelo Naccherino e Tommaso Montani, ideata a spese del Corpo della Città (il municipio del tempo) per la strada che da largo di Palazzo conduceva alla chiesa di Santa Lucia a Mare, viene trasferita a Santa Lucia nel 1620. Con il restauro del 1845, che sostituisce le sirene che reggevano la tazza con i delfini e aggiunge le due lapidi sugli archi laterali, è collocata al centro della banchina dell’acqua ‘suffregna’ (sulfurea), da cui si accedeva alla sorgente dell’acqua sulfurea. Nel 1872 inizia la costruzione della Stazione Zoologica Anton Dohrn e dell’Acquario, intuizione geniale e generosa del naturalista e scienziato darwiniano Anton Dohrn [vedi p. 17], da allora centro di ricerca di eccellenza sulla fauna e la flora marine e sede dell’Acquario più antico d’Europa. Lungo la Riviera di Chiaja, parallela alla Villa, proseguono i lavori di costruzione delle nuove stazioni per la linea 6 della metropolitana: una sfida lungimirante di sistema per nuovi orizzonti ambientali. I palazzi nobiliari d’epoca si alternano, fino a piazza Sannazaro, a realtà più di- messe e popolari. Ad angolo con via Calabritto, palazzo Ravaschieri di Satriano (n. 287, 1605), ampliato nel corso del Settecento, ampia facciata con quattordici busti in gesso posti sui balconi del piano nobile; nel 1817 ospita Goethe durante il soggiorno napoletano. Palazzo San Teodoro (n. 281), considerato dall’Ottocento “la più elegante” tra le residenze della Riviera, è commissionato nel 1826 dal duca di San Teodoro all’architetto Guglielmo Bechi, direttore degli scavi di Ercolano e Pompei, nello stile pompeiano alla moda. Ha origini seicentesche palazzo Carafa di Belvedere (n. 202), poi Ruffo della Scaletta, ma tra il 1832 e il 1835, subisce radicali cambiamenti: nuova facciata (di Francesco Saverio Ferrari), cortile, scala, sale degli appartamenti nobili con stucchi e marmi di Guglielmo Bechi, decoratore anche della contigua Villa Pignatelli. Costruita nel 1826 per Ferdinand Acton, figlio del primo ministro e segretario di guerra di re Ferdinando I di Borbone, nel 1841 è acquistata dai banchieri Rothschild e ceduta infine, nel 1861, ai principi Aragona Pignatelli Cortes che trasformano la villa in una delle residenze più eleganti e mondane d’Europa. Fino a quando, nel 1955, la princi- da santa lucia a mergellina pessa Rosina Pignatelli dona generosamente allo Stato la casa-museo che dà origine al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes: arredi e collezioni di famiglia, argenti, mobili ottocenteschi, candelabri e orologi di manifattura francese, bronzetti e porcellane europee (Meissen, Vienna e Capodimonte) e orientali, con gli ambienti sontuosi della sala da 23 a pagina 21 piazza dei martiri i leoni sulla base della colonna [pp. 19-20] villa comunale fontana di santa lucia, 1606 [p. 22] 24 palazzo della tirrenia navigazione palazzo sirignano rione sirignano 2 collezione d’arte della tirrenia visite: terza domenica di ogni mese escluso agosto orario: 10-13 ingresso gratuito www.tirrenia.it/IT/ corporate/Pagine/ arte.aspx [p. 24] chiaja ballo, del salotto rosso, del salotto azzurro – alle pareti fotografie della famiglia Pignatelli e dei reali – della biblioteca tappezzata da parati in cuoio e oro impresso, degli inizi del Novecento; della sala da pranzo, ricostruzione fedele di tavola imbandita e credenze, piatti, cristalli e posaterie di casa Pignatelli. Al piano superiore, la collezione d’arte del Banco di Napoli. Un piccolo edificio del parco, oasi protetta per molte generazioni di bambini di buoni natali, ospita il Museo delle carrozze (in ristrutturazione e riallestimento). Accanto alla Villa, palazzo Sirignano, dal 1937 sede della compagnia di navigazione Tirrenia e della collezione d’arte aperta al pubblico, “il primo che alla Riviera fosse stato da’ Signori edificato per delizie in questa spiaggia” a detta della guida seicentesca del canonico Carlo Celano. Costruito nel 1535 dal capitano spagnolo Fernando Alançon marchese della Valle e identificabile dalla torre di difesa all’angolo orientale contro le incursioni dei pirati, acquistato e restaurato nel 1838 da Leopoldo di Borbone conte di Siracusa, era circondato da un parco di 14.000 metri quadrati, celebre per il teatrino in cui i nobili napoletani e stranieri si esibivano per diletto. Il nuovo proprietario, dal 1889, Giuseppe Caravita principe di Sirignano, lo ricostruisce con le due torri simmetriche, dando avvio, contestualmente, alla edificazione della strada e del Rione Sirignano. Sulla destra, via Santa Maria in Portico conduce alla chiesa omonima, con tele di artisti del Settecento napoletano (Fedele Fischetti, Paolo De Matteis, Domenico Antonio Vaccaro) e un presepe con figure scolpite in legno ad altezza naturale, realizzate dal 1654 al 1872. Dopo piazza della Repubblica – al centro il Monumento agli scugnizzi in memoria delle ‘quattro gior- nate’ di liberazione del 1943 – in via Giordano Bruno, all’altezza della ‘Torretta’ della casa del fascio rionale (1936), pullula di vita e di offerta a buon prezzo il mercato popolare coperto, tra allestimenti di frutta e verdura, fiori, botteghe alimentari, latticini, pasta fresca, i ‘cibi cotti’ di nonna Anna, la più autentica e gustosa delle trattorie napoletane, gelati e sorbetti molto apprezzati, da Remy, ai confini esterni. Affacciata sul golfo, via Caracciolo, risultato delle ‘colmate’ di fine Ottocento [vedi p. 17]. Piazza Jacopo Sannazaro, intitolata al grande poeta e umanista che in una villa della costa trasse ispirazione per le sue opere maggiori (e sepolto infine nella chiesa di Santa Maria del Parto), introduce alle suggestioni mitiche di Piedigrotta: la Crypta Neapolitana, epicentro leggendario di rituali iniziatici e culti orgiastici legati a divinità pagane, asse di comunicazione tra Neapolis e Pozzuoli costruito, secondo le tradizioni medioevali, da Virgilio, in realtà del I secolo d.C.; il sepolcro di Virgilio e, dal 1939, la tomba di Giacomo Leopardi. La chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, in origine una cappella dedicata a Maria dai pescatori di Mergellina, dal Medioevo è il fulcro di una festa popolare celebrata l’8 settembre. Ricostruita e più volte re- da santa lucia a mergellina 25 santa maria in portico via martucci 17 orario: 7.30-10; 17-19.30 festivi 7.30-12.30 [p. 24] mercato coperto torretta (via galiani) lunedì-sabato orario: 9-19 [p. 25] crypta neapolitana parco della tomba di virgilio salita della grotta 20 orario: dalle 9 a un’ora prima del tramonto tel 081669390 staurata fino agli interventi del 1853, sull’altare maggiore conserva la statua in legno della Madonna di Piedigrotta del 1320-30. Festeggiamenti, carri, competizioni canore e fuochi pirotecnici sono tornati in auge per promozione turistica, la “festa di Napoli”, dal 2007. Poco oltre, la stazione di Mergellina inaugurata nel 1927 (progetto di Gaetano Costa), restituita da un restauro accurato alle forme eleganti delle origini. Di nuovo su piazza Sannazaro, con http://tombavirgi.baa. remuna.org [p. 25] santa maria di piedigrotta piazza piedigrotta 24; orario: 7.3012; 17-20 festivi 7.30-14; 17-20 [p. 25] villa pignatelli facciata della villa [pp. 23-24] piazza piedigrotta santa maria di piedigrotta [p. 25] 26 chiaja stazione di mergellina corso vittorio emanuele [p. 25] fontana della sirena piazza sannazaro [p. 26] fontana del leone piazzetta del leone a mergellina [p. 26] fontana del sebeto largo sermoneta [p. 26] mergellina facciata della stazione, 1927 [p. 26] largo sermoneta fontana del sebeto, 1635 [p. 26] la fontana della Sirena, collocata in occasione dell’apertura della Galleria Laziale (1925), si procede verso piazzetta del Leone, dalla fontana celebre nell’Ottocento per la qualità della fonte (Mergoglino) proveniente dalla montagna di tufo: Ferdinando II di Borbone la prediligeva quotidianamente per la tavola reale. Mergellina, i bar sul lungomare, le imbarcazioni che affollano il piccolo molo, il tratto di spiaggia sopravvissuto alla colmata, accoglie ancora le barche e le reti dei pescatori. Il nome deriverebbe dalla memoria di un pescatore innamorato che, nel tentativo di raggiungere una sirena, nuota fino allo sfini- mento e alla morte. A largo Sermoneta, la fontana del Sebeto (1635), personificazione del fiume scomparso che bagnava Napoli nell’antichità, originariamente collocata sulla ‘salita del Gigante’ vicino a Palazzo Reale, segna l’inizio della strada nuova di Posillipo. 28 chiaja ‘‘ da via chiaja a parco margherita 29 una illustrazione della strada di chiaja si risolverebbe nella storia della moda napoletana... [gino doria, 1972] da via chiaja a parco margherita torretta (via galiani) mercato coperto [p. 25] via chiaja ponte di chiaja [p. 29] Vocazione antica al commercio, via Chiaja è la strada prediletta, nell’Ottocento, per acquisti di articoli di lusso, ‘novità’ provenienti da Parigi e da Vienna: le sue botteghe eleganti sono, all’epoca, il salotto della città. Un arredo urbano di respiro, pur insidiato quotidianamente dalle bande di nuovi vandali, ha recuperato di recente la dignità originaria. Procedendo fra boutique, negozi di prodotti tipici e di pelletteria – si comprano tradizionalmente i guanti – all’altezza della salita Sant’Anna di Palazzo, profumo di forno a legna: in occasione della visita a Napoli della regina Margherita, nel 1889, qui viene dedicata e intitolata la ‘pizza napoletana’ per antonomasia. A metà del percorso, il Ponte di Chiaja, con l’ascensore di collegamento a Monte di Dio, costruito nel 1636 dal viceré di Napoli [vedi pp. 15-16] per unire il colle delle Mortelle a Pizzofalcone, e restaurato nel 1834 da Ferdinando II di Borbone: il cavalcavia viene inglobato in un impianto ad arco di trionfo, decorato in bassorilievo (Allegorie della Fama e Cavalli) e da due lapidi che ricordano la costruzione del 1636 e il ‘restauro’ del 1834; dopo l’Unità, lo stemma Borbone viene sostituito naturalmente con le insegne Savoia. Nel 1874 (accanto alla chiesa di ponte di chiaja via chiaja ascensore stazione inferiore via chiaja stazione superiore via nicotera (angolo piazza santa maria degli angeli) orario giorni feriali e festivi intrasettimanali: 7-21.30; domenica 8-14.30 orario 24 e 31 dicembre: 8-14.30 gratuito [pp. 15/29] teatro sannazaro via chiaja 157 tel 081418824 [email protected] www.teatrosannazaro.it [pp. 29-30] 30 via chiaja palazzo cellamare [p. 30] via filangieri palazzo mannajuolo [p. 30] chiaja Sant’Orsola, sul chiostro del convento) viene costruito il teatro Sannazaro, su progetto dell’architetto Fausto Niccolini, ribattezzato “bonbonnière napolitaine” dalla nobiltà che lo frequentava per la decorazione raffinata e le dimensioni ridotte. Altro emblema dell’area, il portale poderoso di palazzo Cellamare (n. 149), originario del Cinquecento ma ampliato nel 1729 dalla famiglia Cellamare. In alto sul piperno grigio, lo stemma di famiglia. Una storia densa di casati e uomini illustri, conforto, negli anni Cinquanta del Novecento, del genio matematico di Renato Caccioppoli. La strada, leggermente in discesa, oltrepassato il luogo dove fino al Settecento era la Porta di Chiaja [vedi pp. 15-16], raggiunge piazza Santa Caterina, dal nome della chiesa e del monastero in cui oggi è ubicata la sezione Chiaja degli uffici comunali. Dalla piazza ha inizio via Gaetano Filangieri, l’autore illuminista della Scienza della Legislazione, che vi abitava. Palazzo Mannajuolo (n. 36), realizzato (1910-11) dall’architetto Giulio Ulisse Arata per l’ingegnere e imprenditore Giuseppe Mannajuolo per ospitare negozi e uffici, costituisce una autentica innovazione, con la straordinaria scala elicoidale interna e le ringhiere eleganti in ferro battuto. Siamo in via dei Mille, arteria residenziale per eccellenza: dal Consolato di Gran Bretagna al PAN Palazzo delle Arti Napoli, in palazzo Roccella, centro di arte contemporanea e di documentazione votato ai linguaggi della creatività, fotografia, design, cinema, tecnologie digitali, assediato da via chiaja a parco margherita 31 consolato di gran bretagna via dei mille 40 tel 0814238911 [email protected] [p. 30] pan palazzo delle arti napoli palazzo roccella via dei mille 60 orario: 9.30-19.30 festivi 9.30-14.30 martedì chiuso tel 081795860506-07 fax 0817958608 [email protected] www.palazzoartinapoli.net [pp. 30-32] 32 gay-odin via vetriera 12 tel 081417843 [email protected] www.gay-odin.it [p. 32] santa teresa a chiaja via vittoria colonna 22 orario: 7.30-10.45 sabato e domenica 7.30-10.45; 17.30-19.15 orario: 9.30-19.30 [p. 32] chiaja dalla sperimentazione meno eclatante ma dura a morire di vico Vasto a Chiaja, salita Betlemme, via Vetriera, laboratori d’arte e gallerie dedicate al contemporaneo. Via Vetriera è profumo di cioccolato, sede storica, dal 1922, della fabbrica di Gay-Odin, monumento nazionale dal 1933, trionfo di cioccolata ‘foresta’ e ‘nudi’ (cioccolatini al caffè, al liquore, alla mandorla, alla nocciola...). Risale al 1622 la chiesa di Santa Teresa a Chiaja, con l’alta scalinata doppia ridotta nell’Ottocento per l’apertura di via Vittoria Colonna. Su palazzo Scarpetta una lapide ricorda l’attore e commediografo Eduardo Scarpetta, che si ritira qui nel 1909. Piazza Amedeo è il raccordo con i quartieri alti e le periferie a oriente e occidente, grazie alla metropolitana linea 2 e alla funicolare di Chiaja, da poco ristrutturata, per il Vomero. Risistemata con equilibrio di recente, come tutta l’area, si apre sul fondale scenografico di corso Vittorio Emanuele. Dall’alto, domina il ‘castello neogotico’ Aselmeyer, progettato e costruito nel 1902 dall’architetto e urbanista anglo-napoletano Lamont Young (1851-1929, anticipatore di genio del primo progetto di metropolitana per Napoli) come residenza personale, in seguito ceduta al banchiere Carlo Aselmeyer, un intreccio caratteristico di stili, fantasia, magia ambientale ben calibrata. Via del Parco Margherita, smarrito in gran parte il ricordo dei giardini da cui traeva nome, è caratterizzata da villette liberty di fine Ottocento e inizi Novecento; l’ex Grand Hotel Eden, inaugurato nel 1901, inizia il percorso di gusto floreale, evidenza dell’apertura europea e internazionale di inizi secolo, fino a raggiungere corso Vittorio Emanuele. Sull’altro versante della piazza, via Crispi; l’area ora occupata da palazzo Balsorano accoglieva nel Cinquecento la villa del letterato napoletano Giovan Battista Manso – circondata da un parco rigoglioso esteso fino al corso Vittorio Emanuele – cenacolo di poeti e uomi- ni illustri: nel 1592, Torquato Tasso. Palazzo Nobile, inizi del Novecento, è sede nel 1919 della Compagnia degli Illusi, circolo per la promozione delle lettere e delle arti, presidente onorario Benedetto Croce, tra i membri del consiglio Gabriele d’Annunzio, Salvatore Di Giacomo, Francesco Cilea, Matilde Serao, Vincenzo Gemito, Francesco Torraca. L’Istituto di francese Grenoble (nato ugualmente nel 1919 per promuovere la cultura di oltralpe) si trasferisce nel 1933 nel nuovo quartiere residenziale, nell’edificio costruito nel 1884 da Lamont Young. Organizza concerti, spettacoli teatrali, eventi e mostre, ospita il Centro di ricerche archeologiche Jean Bérard, la scuola francese Alexandre Dumas e, dal 2001, il Consolato Generale di Francia. Al numero 122, palazzo Crispi, abitazione dello statista fino alla morte (1901). istituto di francese grenoble via crispi 86 tel 081669665 www.france-napoli.it [p. 33] via dei mille pan palazzo delle arti napoli [pp. 30-31] piazza amedeo [p. 32] posillipo fuorigrotta bagnoli 36 posillipo fuorigrotta bagnoli alle pagine 34/35 posillipo trentaremi a pagina 36 marechiaro i versi di salvatore di giacomo sotto la ‘finestrella’ a pagina 37 bagnoli il lungomare www.comune.napoli.it/municipalita10 carabinieri pronto intervento 112 stazioni carabinieri via orazio 73 tel 081681122 via arturo labriola 15 tel 0812303168 via ilioneo 23 taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 funicolari mergellina via mergellina - san gioacchino via manzoni metropolitana linea 2 gianturco - piazza garibaldi piazza cavour - montesanto piazza amedeo - mergellina via leopardi - campi flegrei cavalleggeri aosta - bagnoli pozzuoli ferrovia cumana montesanto - corso vittorio emanuele - fuorigrotta - mostra zoo/edenlandia - agnano bagnoli - dazio - gerolamini cappuccini - pozzuoli - cantieri arco felice - lucrino - baia fusaro - torregaveta coroglio - capo posillipo r7 via di pozzuoli (dazio) piazza bagnoli - via coroglio via cattolica - via aosta - via diocleziano - piazzale tecchio viale augusto - via fuorigrotta via giordano bruno - via caracciolo - piazza vittoria riviera di chiaja - via giordano bruno - via delle legioni - viale augusto - piazzale tecchio via diocleziano - via aosta via cattolica - via coroglio via di pozzuoli (dazio) trasporti municipalità 10 (bagnoli - fuorigrotta) via acate 65 tel 0817950332 noleggio barche a vela [email protected] autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde: 800639525 www.anm.it 140 capo posillipo mergellina - riviera di chiaja piazza vittoria - via santa lucia - chiatamone - piazza vittoria - mergellina - via posillipo - capo posillipo c21 capo posillipo - via petrarca - piazza sannazzaro (mergellina) - via petrarca capo posillipo c23 (no festivi) capo posillipo marechiaro - via ferdinando russo - capo posillipo c27 capo posillipo - via manzoni (funicolare) - via tasso - via del parco margherita - piazza amedeo corso vittorio emanuele - via tasso - corso europa - via manzoni - capo posillipo c31 capo posillipo - via manzoni (funicolare) - corso europa - via cilea - piazza vanvitelli (vomero) - via manzoni - capo posillipo c1 capo posillipo - discesa coroglio - via diocleziano piazzale tecchio - discesa coroglio - capo posillipo 129 bagnoli (la pietra) piazza vittoria - bagnoli (la pietra) - piazzale tecchio angolo via diocleziano 181 piazzale tecchio - via marino - viale leopardi - via arlotta - via bixio - via caravaggio - corso europa via cilea - via gemito - piazza 4 giornate - via rossini - via acitillo - via ribera - via gemito via cilea - corso europa - via caravaggio - via bixio - via arlotta - viale leopardi - via marino - piazzale tecchio c1 capo posillipo - discesa coroglio - via coroglio piazzale tecchio - discesa trasporti www.comune.napoli/municipalita1 pronto soccorso fatebenefratelli via manzoni 220 tel 0815981111 guardia medica presso loreto crispi tel 0817613466 piazza gabriele d’annunzio 31 tel 0812390161 0812548173 distretto sanitario 44 (chiaia - posillipo - san ferdinando) distretto sanitario 45 (bagnoli - fuorigrotta) presidio sanitario colonia geremicca via vincenzo padula 1 tel 0812547305 assistenza anziani telefono amico 081400977 081421657 anziani centri sociali via di pozzuoli 110 tel 0815703433 assistenza veterinaria distretto 45 via cintia 25 tel 0812548741 farmacie per indicazioni esaustive noleggio biciclette la ciclofficina di bagnoli via cicerone 18 / trasporti / emergenze e sicurezza municipalità 1 (chiaja – posillipo - san ferdinando) piazza santa maria degli angeli a pizzofalcone 1 tel 0817951750 – 0817951743 sede consiglio tel 0817644876 sezioni comunali piazza santa caterina a chiaja servizi demografici posillipo - via manzoni 249 / cure mediche bagnoli estensione kmq 7,96 abitanti [2001] 24671 (11805 maschi; 12866 femmine) organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere cure mediche fuorigrotta estensione kmq 6,2 abitanti [2001] 76521 (35932 maschi; 40589 femmine) tel 0815702533 commissariato posillipo via manzoni 249 tel 0815983211 commissariato fuorigrotta piazzale vincenzo tecchio 70 tel 0812422211 commissariato bagnoli via coroglio 10 tel 0812429211 poliziotti di quartiere chiaja, tel 3355292755 zona san paolo, 3487986097 3357705156 polizia stradale tel 0815954111 vigili urbani centralino 0817513177 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 emergenze e sicurezza / i quartieri posillipo estensione kmq 5,17 abitanti [2001] 23673 (11220 maschi; 12435 femmine) 37 posillipo fuorigrotta bagnoli i colori della storia 11 15 intorno al mille 10 zzu oli u - C ma 8 9 14 inizio cinquecento... Po ...fine cinquecento seicento 1 seconda metà del settecento tra fine ottocento e inizi novecento intorno al 1936 oggi e domani legenda 2 13 12 da via posillipo ai casali 1. donn’anna [pp. 40/44] 2. piazza san luigi [p. 45] 3. piazza salvatore di giacomo 7 arti e monumenti 3 parchi e giardini 4. 5. 6. 7. tempo libero / shopping cumana metropolitana 6 Villa Barracco funicolare stazioni metro 4 stazioni cumana stazioni funicolare stazione di mergellina 5 [pp. 45-47] marechiaro [p. 49] gaiola [p. 49] parco virgiliano [p. 50] torre ranieri [p. 50] da viale augusto alle terme di agnano 8. piazza san vitale [p. 53] 9. piazzale tecchio [pp. 53-54] 10. mostra d’oltremare [pp. 43/55] 11. stadio san paolo [p. 54] 12. città della scienza [pp. 43/56] 13. pontile di bagnoli [pp. 43/56-57] 14. terme di agnano [p. 57] 15. astroni [p. 57] ‘‘ 40 posillipo fuorigrotta bagnoli il bellissimo paesaggio, il mare libero, le isole scintillanti, la montagna ruggente: mi manca la capacità di descrivere tutto ciò... queste rive, golfi, insenature... [johann wolfgang goethe, 1787] storie Se l’eternità, un giorno, si risolvesse a prendere dimora, il suo destino è indubitabilmente Posillipo, nel tratto di costa compreso tra i ‘fantasmi’ di Donn’Anna e i panorami magici del parco Virgiliano, nel baricentro dell’Occidente temperato. L’intreccio variegato di strade dei giorni nostri – via Posillipo, lungo la costa, via Francesco Petrarca, parallela panoramica per eccellenza, via Manzoni, verso il Vomero, e il raccordo tra tutte e Mergellina, via Orazio – con il corollario di arterie minori e viottoli che attraversano i fianchi della collina, dai ‘casali’ fino al mare, è per la maggior parte eredità di interventi moderni, a partire dalla stagione napoleonica di inizi Ottocento. Pausilypon, nella lingua dei coloni greci “tregua al dolore” o “luogo dove cessano gli affanni”, dal nome della villa, del I secolo a.C., del patrizio Publio Vedio Pollione, è meta di elezione dei notabili romani di età repubblicana e imperiale, esponenti di spicco dell’aristocrazia, uomini d’affari e politici desiderosi di ‘delizie’: Mario, Silla, Crasso, Pompeo, Cesare, Bruto, Lucullo, Cicerone fanno a gara per conquistare un angolo del paradiso terrestre compreso tra la costa flegrea e la spiaggia di Chiaja, celebrato da Virgilio (le Georgiche sono nate qui, nella dimora sul mare del poeta). Non è per caso che la tradizione popolare collochi la ‘scuola’ di Virgilio, identificato nel Medioevo come mago taumaturgo, nei pressi della Gaiola (dal latino caveola, piccola grotta), un rudere affondato oggi nel mare e nel tufo della costa, per la progressiva ‘sommersione’ della linea costiera conseguente al bradisismo, che non smette di commuovere e incantare, di generazione in generazione. La colonizzazione antica, in realtà, ha ori- gine dal versante occidentale. Nel percorso progressivo verso Mergellina, diminuiscono i nuclei residenziali romani, come le tracce numerose che sopravvivono sopra e sotto il livello del mare, prolungamento dei Campi Flegrei e del porto d’elezione della capitale dell’Impero, Puteoli, piuttosto che prosieguo di Neapolis. La distanza tanto dal centro cittadino che dall’area flegrea relega per secoli gli insediamenti e i villaggi sorti nella parte alta della collina, prevalentemente dediti ad attività agricole e artigianali, in una sorta di isolamento autarchico che si protrae fino all’età moderna: solo nel 1643 le rampe di Sant’Antonio mettono in collegamento i borghi sulla collina con la città. Nel corso del Medioevo, di fatto, le residenze sulla costa, facile preda delle scorrerie barbaresche, cedono il suolo agli insediamenti a mezza costa popolati, in larga misura, dalla presenza laboriosa dei nuovi ordini monastici (l’ospedale Fatebenefratelli ne testimonia l’eredità): è la stagione, fino a tutto il Settecento, dei villaggi del Casale, Angari, Megaglia, Santo Strato e Spollano, le cui dimensioni urbane, fino a Villanova a Porta Posillipo, conservano ancora i tratti arcaici di queste microstorie. Solo a partire dal Viceregno spagnolo, tra il XVI e il XVII secolo, ha inizio l’inglobamento graduale della co- storie sta, prolungando la linea di sviluppo verso occidente delineata, nel 1532, dagli indirizzi del viceré Pedro de Toledo, a partire dalla bonifica e dalla edificazione del Borgo di Chiaja. Per la gloria e la gioia dei nuovi ceti dominanti Posillipo ritorna ai casini di delizia, alle feste regali, agli spettacoli pirotecnici nei teatri barocchi sul mare. Ritornano le residenze di rappresentanza e di sogno, il casino del principe della Roccella, la villa del duca di Vietri – tanto grande da ospitare i viceré con tutta la corte – palazzo Donn’Anna – palcoscenico per secoli e secoli dell’immaginazione, fino a Matilde Serao e Raffaele La Capria – le proprietà del duca di Maddaloni, degli Spinelli principi di Tarsia, dei Gagliardi principi di Ischitella… Finché, l’8 febbraio 1812, Gioacchino Murat, nell’intermezzo del decennio francese, dà incarico agli ingegneri Romualdo De Tommaso e Giuseppe Giordano di progettare una nuova arteria per collegare Napoli all’area flegrea, come comandano i nuovi dettami razionali dell’urbanistica ‘moderna’. È una rivoluzione per gli equilibri ambientali della linea costiera: il fascino leggendario dei sentieri di mare (secondo l’opinione controversa dell’archeologo tedesco Gunther, tutto il perimetro del golfo d’occidente sarebbe stato percorribile sul bagna- 41 42 posillipo fuorigrotta bagnoli sciuga) viene cancellato per decreto dalla strada ‘carrozzabile’. Addio al mito della ‘tregua dagli affanni’? Al contrario, come nel destino dei luoghi che la natura preserva persino dalle aggressioni più violente, il vantaggio indubbio dei nuovi collegamenti, con la connessione definitiva della fitta ragnatela di rampe, viottoli, cupe, a monte e a valle, finisce per porre le fondamenta della stagione romantica di Posillipo, delle ville impagabili che ancora sorprendono, da villa Guercia, attraverso villa Barracco e villa Rosebery, alla Gaiola. Si moltiplicano le terrazze con coffee-house, i belvedere, le pagode in stile orientale della borghesia mitteleuropea, inglesi, tedeschi, svizzeri, artisti in cerca di nuova linfa (fino ai vedutisti della ‘Scuola di Posillipo’ di Pitloo e Gigante), scienziati, imprenditori di razza che si innestano nel tessuto via via più caotico, soprattutto nel tratto iniziale della nuova arteria, di popolani, contadini, pescatori, artigiani. Tra il 1820 e il 1830 viene terminato il tratto che scende lungo le rampe di Coroglio. Il fronte urbanizzato si allarga. Siamo a Bagnoli, dal nome della fonte termale Balneolum, la porta della città verso i Campi Flegrei. La sorgente antica, ricordata ancora nel XII secolo dal medico poeta Pietro da Eboli per le virtù curative quasi miracolose, viene ‘riscoperta’ per caso, insieme a numerose altre, nel corso di lavori di dissodamento a metà Ottocento (1865): il proprietario fortunato, Carmelo Patania, coglie l’occasione per dar vita allo stabilimento termale di Balneolo. Nel 1888, ad opera del marchese Candido Giusso, proprietario terriero facoltoso, un intero quartiere residenziale ‘moderno’ cresce accanto al casale antico, grazie anche al completamento del primo tratto della ferrovia Cumana di collegamento con il centro cittadino. Quando, agli inizi del Novecento, il destino sentenzia la radicale cancellazione della vocazione originaria, Bagnoli è un piccolo borgo residenziale e di villeggiatura termale, immerso in una campagna luminosa e fertile, con piccole avvisaglie di attività industriali (nel 1853 Ernesto Lefevre impianta sulla spiaggia di Coroglio la prima industria chimica napoletana, a poca distanza dalle vetrerie di Melchiorre Bournique e di Vincenzo Damiani). Come un fulmine a ciel sereno, nel 1904, la legge per il Risanamento industriale di Napoli concepita dall’interprete più attivo e generoso del meridionalismo di quella stagione, Francesco Saverio Nitti, individua la piana di Bagnoli come il luogo più idoneo per lo sviluppo di una impresa siderurgica di respiro internazionale: la vicinanza al mare è un requisito essenziale per l’approvvigionamento dei materiali ferrosi… Nasce, in pochi anni, l’Ilva (in seguito, Italsider), le villette di villeggiatura lasciano il terreno al quartiere operaio che diventerà per decenni il vessillo delle ambizioni industriali della metropoli che cambia e la roccaforte del movimento operaio organizzato. C’è voluto un secolo, come nei corsi e ricorsi storici di Vico, perché la sensibilità ai valori dell’ambiente e il buon senso riprendessero il sopravvento: la bonifica e i nuovi progetti di sviluppo in cantiere hanno ora la responsabilità e l’opportunità di ripartire dalle ricchezze formidabili che abbiamo rischiato di perdere per sempre. In conseguenza dei piani di industrializzazione ad occidente, nel 1913, il Comune concede alla Società edilizia Laziale i terreni di Fuorigrotta, dando avvio alla costituzione di un ‘nuovo’ quartiere a tutto tondo – con il rione Duca D’Aosta (19141935) e il rione Miraglia (19301939) – che troverà assetto definitivo nel ventennio fascista, in concomitanza con il piano regolatore del 1939 messo a punto da tecnici di valore del calibro di Cenzato e Tocchetti: sono gli anni, prima e dopo la seconda guerra, della Mostra d’Oltremare, “testa di ponte” ideale e com- merciale tra l’Italia e le colonie, dei nuovi tracciati urbani – viale Augusto, piazzale Tecchio, via Caravaggio – del Politecnico di Luigi Cosenza. A pochi chilometri di distanza, a Pozzuoli, il sogno militante di Adriano Olivetti invitava, inascoltato, a cambiare rotta, a rispettare il paradiso naturale del contesto e investire tutto sul potere dell’ingegno. La rinascita della Città della Scienza sulle ceneri dell’Italsider, il recupero esemplare del Parco Virgiliano in collina e la riconversione del vecchio molo siderurgico in palcoscenico irresistibile del golfo incantato invitano, finalmente, a ben sperare e operare. via posillipo palazzo donn’anna [pp. 40/44] ‘‘ 44 da via posillipo ai casali posillipo fuorigrotta bagnoli 45 lungo via posillipo molte ville settecentesche furono adeguate alla moda: una notevole sostituzione edilizia, tanto da farle assumere un carattere spiccatamente neoclassico... [giancarlo alisio, 1997] da via posillipo ai casali villa d’angri via posillipo 408 [p. 44] ospizio marino via posillipo 24 [p. 44] villa pavoncelli via posillipo 26 [p. 45] La via del mare prosegue lungo la costa di Posillipo, a valle della strada di età napoleonica [vedi pp. 41-42] che si inerpica sulla collina. Il profumo di salsedine e dei giardini che attraversano le ville sul litorale scandisce l’incantesimo di un paesaggio unico al mondo. Un giro in barca, come ai tempi delle colazioni ‘di spiaggia’ della stagione romantica, o in canoa – è possibile affittarne negli stabilimenti balneari del primo tratto di strada, aperti gran parte dell’anno – è ancora il modo migliore per vivere la gioia di una giornata nitida di sole, preferibilmente ‘fuori stagione’. All’inizio del percorso, a guardia dei lidi attrezzati di sabbia nera vulcanica, la pagoda cinese di villa d’Angri (1833), ora proprietà dell’Università Parthenope. All’estremità della baia, domina la struttura mai finita, inquieta, di Palazzo Donn’Anna (1642), dal nome di Anna Carafa di Stigliano, moglie del viceré Filippo Gúzman de las Torres, opera del genio architettonico di Cosimo Fanzago. Della stessa materia del tufo che la sovrasta, sovrappone la residenza principesca su tre piani alla dimora preesistente dei principi Carafa di Stigliano, “la Sirena”. Al richiamo del viceré in Spagna, nel 1644, Anna, maritata per convenienza, e tradita dall’amante, è condannata alla solitudine e alla follia nel “nero diruto grandioso palagio” (Benedetto Croce). Poco oltre, l’Ospizio marino, sorto come convento degli Scolopi nel 1633 e convertito nell’Ottocento (1833) a ricovero poco comune per la gente di mare. Sulla facciata, la statua di San Francesco (di Bartolomeo Lista, 1882). Lungo tutto il percorso che si iner- pica, istantanee frammentarie delle ville ottocentesche: portali in pietra, torrette, padiglioni, parchi che digradano verso il mare. Villa Pavoncelli ha una storia singolare: riuso del casino di delizie settecentesco del duca di Frisia, nel 1840 è convertita dai fratelli Masella nella trattoria celebrata dello Scoglio di Frisio, ritrovo per decenni della ‘società gaudente’ partenopea, per poi tornare residenza signorile a fine secolo, acquisita dai conti Pavoncelli. Da una curva panoramica a picco sul mare, la piccola cala di San Pietro ai due Frati: la leggenda vuole che i due scogli cambino di posto nella notte precedente la festività dei santi Pietro e Paolo. Piazza San Luigi è il segno evidente degli interventi urbanistici del Novecento (1932-1935), sosta d’elezione per la pizza al taglio o per gustare un buon gelato. Sul mare: villa Cottrau (1828, in origine casino della famiglia Amato), ammirata dallo zar Nicola di Russia via posillipo spiaggia di donn’anna [pp. 40/44] villa peirce via posillipo 213 [p. 46] villa rae via posillipo 52 [p. 46] villa ruffo via posillipo 204 [p. 46] mausoleo schilizzi via posillipo 155 orario: 10-13 [p. 47] a metà Ottocento; villa Roccaromana (1814), con annessa pagoda orientaleggiante; villa Peirce (1842), più nota come ‘villa Lauro’ (il sindaco degli anni del ‘miracolo economico’ postbellico), passata nel 1887 a George Wightwick Rendel (direttore di genio e comproprietario delle officine navali Armstrong a Pozzuoli, cui si deve il dragaggio del piccolo porto da cui raggiungeva quotidianamente con la lancia privata il cantiere), e, nel 1909, ai Peirce, rifugio, per un periodo breve, di un Garibaldi oramai invecchiato ed infermo; villa Rae (1819-1823), di impianto neoclassico immersa in un giardino all’inglese, costruita per Elizabeth Craven, aristocratica britannica ‘chiacchierata’ per l’anticonformismo e le avventure galanti, rilevata in seguito da Adelaide e Clotilde Capece Minutolo, venduta infine nel 1869 dalle due sorelle per fare fronte alle spese per la costruzione della vicina chiesa di Santa Maria di Bellavista. Proseguendo, a poca distanza dall’ingresso a monte del parco di villa Ruffo, di stile neoclassico, la vegetazione caratteristica di pini marittimi, agavi e aloe beneaugurante digrada sulla baia e il piccolo cantiere del Cenito, sosta privilegiata delle barche a remi e da diporto in cerca di ancoraggi poco distanti dagli approdi cittadini, incorniciata dalle ville Ricciardi e Gallotti, immerse nelle acque. Un parco di pini circonda, di nuovo su via Posillipo, il Mausoleo Schilizzi (1881), in principio sepolcro monumentale di famiglia, esotico, perfino neoegizio, per iniziativa del mercante livornese Matteo Schilizzi, poi, acquistato dal Comune e portato a termine nel 1923, ara votiva ai caduti della Grande guerra. Piazza Salvatore Di Giacomo, per quanto degradata nell’impianto dei giardini e poco curata, conserva il carattere di punto di incontro popolare (continuano i tornei di carte tra i ‘nonni’ del quartiere), al centro la fontana della Cuccovaia (o Coccovàja, dal dialetto cuccovàja, civetta), impiantata nel Cinquecento nella strada di Porto, ricostruita nel 1834, e trasferita finalmente nella zona all’inizio del Novecento [in attesa di restauro]. Le strofe di Era de maggio, impresse su un cippo di pietra, del poeta che dà nome e carattere al perimetro circondato dagli eucalipti e dai campi di agrumi a valle, e, a mon- te, dall’intreccio di strade di musicisti (Murolo, Capurro – l’autore della celeberrima O’ sole mio…) del borgo silenzioso e profumato di Belsito, riportano la fantasia all’anima canora, alla musica interiore genuina della stagione romantica. Nella curva, dopo la chiesa di Santa Maria di Bellavista (1860-1864) costruita a spese delle pie sorelle Capece Minutolo, come si è detto, via Ferdinando Russo conduce al rifugio napoletano del Presidente della Repubblica, Villa Rosebery (1820), dal nome dell’ultimo proprietario inglese che l’aveva celebrata con l’espressione “per trent’anni, ho visto in essa il Paradiso”. Donata in seguito ai Savoia, destinata da Mussolini, nel 1932, a sede di un museo etnografico e del fontana della cuccovaia piazza salvatore di giacomo [p. 47] santa maria di bellavista via posillipo 112 [pp. 46-47] villa rosebery via ferdinando russo [pp. 42-47] via posillipo panorama con villa martinelli [pp. 40-41] piazza san luigi [p. 45] 48 posillipo fuorigrotta bagnoli folklore, la villa, ribattezzata Maria Pia, è la scena solenne dell’ultimo atto della monarchia sabauda: qui Vittorio Emanuele III firma l’abdicazione e prende la strada dell’esilio (9 maggio 1946). A poca distanza, nella stessa campagna rigogliosa, e con una terrazza sul mare altrettanto unica, Villa Barracco: la tradizione ha associato la dimora a lady Emma Hamilton, consorte dell’ambasciatore d’Inghilterra sir William Hamilton e amante dell’eroe britannico delle guerre napoleoniche, l’ammiraglio Nelson. Emma, in realtà, è la figlia del marchese Marignoli, proprietario nell’Ottocento dell’edificio che per la posizione strategica era stato investito, nei secoli precedenti, della funzione e del titolo di Palazzo delle cannonate. La discesa termina nella piccola insenatura di Riva Fiorita, con una darsena di pescatori, un noto ristorante, gli stabilimenti oggi privati e l’ex cantiere deturpati da una speculazione edilizia sciagurata. So- 49 centro studi interdisciplinari gaiola parco sommerso discesa gaiola 27 tel 0815754465 call center 0813723760 www.areamarinaprotetta gaiola.it www.gaiola.org [p. 49] pravvive intatto, alle soglie del piccolo borgo di ‘Giuseppone a mare’, il fascino di villa Volpicelli, neogotica, con finestre bifore e torri di guardia merlate, limite magico della veduta sul mare del primo cerchio del golfo. Nell’ultimo tratto, verso capo Posillipo, una deviazione d’obbligo: il borgo di Marechiaro (mare planum, dove il mare è placido), al termine dei tornanti che oltrepassano la chiesa di Santa Maria del Faro (del 1200), invita ad un villaggio di pescatori convertito al turismo gastronomico e balneare: la finestrella, resa celebre dai versi (1885) di Salvatore Di Giacomo, fa da sfondo mitografico alle lusinghe delle cene a lume di candela. Poco distante, sulla strada maestra, una nuova deviazione verso il mare collega all’insenatura della Gaiola, meta a buon mercato, in tutte le stagioni e a tutte le ore, dei napoletani, soprattutto giovani, più ‘marinari’. Qui ha sede il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola, per la salvaguardia del patrimonio naturalistico e archeologico. Via mare, superati i ruderi della scuola di Virgilio [vedi p. 40] dove il poeta-mago avrebbe istruito i discepoli ai segreti della negromanzia, lo specchio di mare delimitato dagli isolotti della Gaiola, collegati da un ponticello malfermo, invita alla Cala e alle grotte di Trentaremi, un anfiteatro naturale scavato dal mare, dal vento e dall’uomo (per estrarre la materia prima di tufo dei palazzi di Napoli), terminale di un vastissimo parco sommerso di memorie archeologiche, di ville di ozio e di de- teatro pausilypon villa imperiale di posillipo discesa coroglio ingresso dalla grotta di seiano numero verde 800024060 www.teatridipietra.org [p. 50] via ferdinando russo villa volpicelli [p. 49] marechiaro [p. 49] 50 grotta di seiano discesa coroglio 36 ingresso gratuito orario: 9.30-11.45 martedì, giovedì, sabato tel 0812301030 [p. 50] parco virgiliano ingressi da via tito lucrezio caro e da viale virgilio orario: dalle 9 a un’ora prima del tramonto tel 081405311 [p. 50] mercatino di posillipo viale virgilio orario 9-14 giovedì [p. 50] villa pappone salita del casale 5 [p. 50] torre ranieri via manzoni [p. 50] santa maria della consolazione via villanova 13 orario: 8.30-12; 17-19.30 festivi 8.30-13.30 [p. 50] cala trentaremi [p. 49] posillipo fuorigrotta bagnoli lizie ricoperte dal mare che il bradisismo continua a sollevare. Da terra, nei pressi dell’ultimo tornante di Coroglio, la galleria romana monumentale della Grotta di Seiano, affacciata a sua volta sulla baia di Trentaremi, segna l’ingresso alla Villa Pausilypon del patrizio romano Vedio Pollione [vedi p. 40], esempio sublime di villa maritima di età imperiale, con un teatro mozzafiato a picco sul mare, recuperato, con tutto il complesso, a spettacoli pubblici e visite guidate di suggestione straordinaria. Alla sommità del promontorio, il Parco Virgiliano spalanca gli orizzonti di panorama sul golfo a trecentosessanta gradi, dal Vesuvio, a Capri, alle isole flegree, esaltato da un restauro esemplare che lo ha restituito alla città come polmone ideale per le attività sportive e la riscoperta di una natura generosa e rigenerante. Sullo sfondo Nisida, l’isola di tufo in miniatura immersa nel mare e nei tramonti, divisa tra delizie antiche, “nido di delitti, perché appartata com’era in un angolo del golfo, doveva intrattenere relazioni coi pirati barbareschi…” (Benedetto Croce), e la funzione abnorme di carcere minorile che ancora la estranea. Sul grande viale di accesso al Parco, tutti i giovedì mattina un mercatino ben assortito di abiti e calzature. Nella parte alta del quartiere, per avviarci alla conclusione, il Borgo del Casale delimitava i quattro villaggi della collina [vedi pp. 40-41], rifugio sicuro alle incursioni dei pirati, con epicentro su Santo Strato (dal culto greco introdotto da monaci di Nicomedia), dove il tempo sembra essersi fermato: negli spazi angusti dei sentieri di campagna, tra case colorite e disordinate, ogni Natale, il presepe vivente ritorna a recitare i riti antichi. In posizione appartata, in salita del Casale, la sagoma liberty di Villa Pappone (1912), con il torrino poligonale e la pensilina decorata in metallo e vetri colorati. Alla confluenza con via Manzoni, Torre Ranieri, al confine del casale di Angari (da cui cupa Angara), e la dimensione rustica di via del Marzano, Villanova, stretta intorno alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, di fondazione rinascimentale ma ricostruita nel 1737 da Ferdinando Sanfelice, restituiscono la memoria dei villaggi medioevali, ai margini di una ‘modernità’ che fa fatica ad imprimere la propria impronta di omologazione. ‘‘ da viale augusto alle terme di agnano 53 venendo da napoli per la via nuova di posillipo, di dietro all’alta collina tufacea crestata di felci e di querce spunta il primo lembo della verde isoletta... [benedetto croce, 1894] da viale augusto alle terme di agnano L’arteria principale del quartiere Fuorigrotta è viale Augusto, ampio e alberato, progettato nel 1937 come percorso monumentale di collegamento tra la galleria di Piedigrotta e la Mostra d’Oltremare. L’espansione doveva proseguire ininterrotta fino alle soglie di Bagnoli, dove viene realizzato il Collegio Costanzo Ciano (ora sede, di prossimo trasferimento, della Nato), destinato all’istruzione di 2.500 giovani. Nella piazza omonima, la chiesa di San Vitale ha origini remote, demolita nel primo dopoguerra e ricostruita (1952-1963) in stile ‘razionalista’ da Ferdinando Chiaromonte; ha ospitato, fino al 1939, il sepolcro di Giacomo Leopardi, poi trasferito a Piedigrotta [vedi Chiaja p. 25]. In via Leopardi, appunto, con la stazione della ferrovia Cumana, e quella omologa in piazzale Tecchio (ristrutturata nel 1990 da Ni- cola Pagliara), Frediano Frediani interpreta (1939-1940) in chiave contemporanea le rovine flegree: rispettivamente la cupola del ‘tempio’ di Diana a Baia e il ‘tempio’ di Serapide a Pozzuoli. Piazzale Tecchio è il cuore del quartiere, per le funzioni molteplici e i numerosi edifici pubblici realizzati dai grandi architetti del Novecento: la stazione ferroviaria e metropolitana san vitale piazza san vitale orario: 7-19 tel 0812396612 [p. 53] nisida [p. 50] piazzale tecchio politecnico e stazione della cumana [pp. 53-54] 54 posillipo fuorigrotta bagnoli facoltà di ingegneria viale augusto, piazzale tecchio, via marconi, via claudia [p. 54] stadio san paolo piazzale tecchio [p. 54] centro di produzione rai via guglielmo marconi 9 www.produzionetv.rai.it archivio storico della canzone napoletana tel 0817251312 [email protected] [p. 55] mostra d’oltremare piazzale tecchio 50 via terracina tel 0817258000 fax 0817258009 www.mostradoltremare.it [email protected] [p. 55] mercatino dell’antiquariato ex cinodromo viale kennedy domenica mattina [p. 56] di Campi Flegrei (1925), il Palazzo degli Uffici della Mostra d’Oltremare, lo Stadio San Paolo, la facoltà di Ingegneria, il Polo Tecnologico del Cnr (1984-1989, di Pica Ciamarra Associati), la stazione della Cumana. La risistemazione dell’area (19871990) – in occasione dei mondiali di calcio del 1990, ancora di Pica Ciamarra Associati – con le Torri del Tempo e dei Fluidi, in legno, della Memoria, in pietra e ferro, e dell’Informazione, in alluminio, riecheggia la tradizione delle macchine da festa barocche. Per la facoltà di Ingegneria (19551980) Luigi Cosenza progetta con respiro: un blocco su viale Augusto, con quattro corpi di fabbrica collegati, e sei edifici su via Claudia, destinati agli istituti sperimentali e ai laboratori; i grandi pannelli policromi delle facciate principali sono opera di Paolo Ricci e Domenico Spinosa. Lo stadio comunale San Paolo (1959, Carlo Cocchia ) – in origine immerso tra le colline di Agnano e dei Camaldoli, accerchiato ora dalle costruzioni invasive e ampiamente rimaneggiato per i mondiali di calcio del 1990 e le prescrizioni di sicurezza obbligate – è al centro di attrezzature sportive e ricreative di varia natura: lo sferisterio (ora chiuso), la piscina scoperta della Mostra (1940), ristrutturata di recente, la Scuola di Equitazione in via Beccadelli (1939), la piscina Felice Scandone – inaugurata nel 1962, tempio storico della pallanuoto, 4.500 posti a sedere – il Palazzetto dello Sport Mario Argento (anni ’70, in ristrutturazione da tempo), il cinodromo, lo zoo e il parco di divertimenti di Edenlandia, il Teatro Pa- lapartenope, fino all’Ippodromo di Agnano e alla struttura sportiva polivalente del Cus in via Campegna… Una rete variegata di servizi di epoca e funzionalità diverse, che pretenderebbe interventi risolutivi di razionalizzazione. In via Marconi, il Centro di produzione Rai (1959-1963) – un Auditorium modello per 600 spettatori ospita i concerti della Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti e concerti straordinari del Teatro di San Carlo – è sede dell’Archivio Storico della Canzone Napoletana, inaugurato nel 2003, e, come è noto, del centro di produzione attivissimo che ha ‘inventato’, nel lontano 1996, la fiction Un posto al sole. La Mostra d’Oltremare (19401952) [vedi p. 43] è il risultato eccellente del gruppo di professionisti e tecnici che, negli anni del re- gime, detiene le leve di comando, ben oltre le ideologie di facciata, della trasformazione della città. Avviata nel 1937 come complesso espositivo, dedicata alle “Terre italiane d’oltremare”, progettata da Marcello Canino su un’area di oltre 60 ettari con tanto di Palazzo degli Uffici, dello stesso Canino, Palazzo dei Congressi sul viale d’ingresso, la monumentale Fontana dell’Esedra – restaurata di recente – su progetto di Carlo Cocchia e Luigi Piccinato (che curano anche la sistemazione dell’area verde all’interno del parco), Torre delle Nazioni, Arena Flegrea (di Giulio De Luca), sede ideale, rilanciata, per eventi-spettacolo all’aperto, piscina Olimpionica… Incompiuta all’avvento della seconda guerra, la Mostra viene completata e resa agibile in tempi record negli anni del- zoo di napoli viale kennedy 76 aperto tutti i giorni 9.30-18 1 novembre/31 marzo 9.30-16 biglietto: 5,00 euro gratuito per i bambini sotto gli 80 cm www.lozoodinapoli.it [pp. 55-56] edenlandia viale kennedy 76 www.edenlandia.it [p. 56] piazzale tecchio stadio san paolo [p. 54] piazzale tecchio mostra d’oltremare [pp. 43/55] 56 teatro le nuvole teatro stabile d’innovazione per ragazzi viale kennedy 80 www.lenuvole.com [p. 56] città della scienza fondazione idis via coroglio 104 orario: mar-sab 9-17/dom 10-19 lunedì chiuso bliglietto: 7,00 euro, estivo 5,00 euro; ridotto 6,00 euro, estivo 4,00 euro (fino a 18 anni, da 60 a 65 anni, studenti universitari e militari); gratuito fino a 3 e oltre i 65 anni biglietto per il planetario 1,50 (su prenotazione) tel 0813723728 www.cittadellascienza.it [p. 56] pontile panoramico tutti i giorni 7.30-20.30 [pp. 43/56] posillipo fuorigrotta bagnoli la Ricostruzione per la tenacia e la professionalità di Luigi Tocchetti. Oggi, società per azioni dal 2001, è un parco ambientale polifunzionale ben gestito e continuamente aggiornato a nuove prospettive, fiere, congressi, eventi e spettacoli di richiamo, attività ricreative e sportive per tutte le età. A ridosso del complesso, su viale Kennedy, un mercatino ‘antiquario’, nell’ex cinodromo, propone tutte le domeniche mattina ogni genere di mercanzia. Nello stesso perimetro, dopo un periodo di grandi difficoltà, ha riaperto al pubblico lo Zoo, cammelli, giraffe, elefanti, struzzi, tigri, orsi e antilopi... proiettati, come si usa, verso le dimensioni più aggiornate dei family park ambientali, con il corollario del miraggio storico di generazioni di bambini, il parco di divertimenti di Edenlandia. All’ingresso, autentico centro di propulsione e dimostrazione tangibile delle potenzialità preziose dell’impegno di lunga durata e professionalità per l’infanzia, il teatrino (mentre si annuncia il recupero atteso del “Teatrino dei piccoli” della Mostra) della cooperativa Le Nuvole, inserita dal 2003 tra i Teatri Stabili d’Innovazione per Ragazzi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e riconosciuta tra gli Istituti di alta cultura della Regione: una program- mazione esemplare, premiata dal pubblico di scuole e famiglie più numeroso d’Italia, di ‘spettacoli’ e didattica tra scienza, arte e letteratura, esportati con ingegno nelle sale dei musei cittadini, nei siti archeologici, nello Science Center della Fondazione Idis. Sul confine di Bagnoli, i capannoni ex Ilva di Città della Scienza, polo scientifico e tecnologico d’avanguardia, con planetario e museo interattivo multimediale per i più giovani, sono il simbolo del ritorno alle radici [vedi pp. 42-43] affidato al coordinamento di ‘Bagnoli futura’, del progetto di bonifica, riqualificazione, e valorizzazione in cantiere: stabilimenti balneari, concerti ed eventi, Rock Festival, arenile della musica, parco dello sport, porto turistico, centri congressi… Dai tempi di decollo reale di questa rivoluzione annunciata dipende un pezzo consistente di avvenire della città. Il pontile dell’acciaieria convertito, con misura, in passeggiata di 900 metri al centro del panorama di mare più straordinario dell’universo, un’esperienza da non mancare, attende beneaugurante. Il vicino cratere di Agnano, ricco di sorgenti termali frequentate dall’antichità, si trasforma nell’XI secolo in lago, a lungo adoperato per la macerazione della canapa, finché i lavori di prosciugamento del bacino (1865-1870) bonificano 132 ettari di acque e terreni malsani e riportano alla luce 75 sorgenti di diverse temperature e fanghi naturali: il tesoro terapeutico delle Terme di Agnano dei nostri giorni (dal 1887), opera raffinata, prima dei danni bellici devastanti, di Giulio Ulisse Arata. Spettacolo e sport all’Ippodromo di Agnano (1935), in estate cabaret e musica dal vivo, con giochi sportivi, arte e gastronomia di contorno alle corse di trotto e galoppo: il Gran Premio di Agnano, abbinato alla Lotteria Nazionale, si celebra tradizionalmente nella prima domenica di maggio. Tra Napoli e Pozzuoli, infine, la Riserva Naturale degli Astroni, oasi del WWF dal 1987, è un polmone verde di circa 250 ettari, il più ampio dei trenta crateri Flegrei. Le condizioni microclimatiche peculiari, all’origine del fenomeno di ‘inversione vegetazionale’, confinano nel fondo della valle le essenze tipiche delle zone più alte e fredde, roverella e rovere; risalendo carpino nero, castagno, nocciolo, pioppo nero, olmo e acero napoletano, leccio, corbezzolo, cisto e erica arborea, felci, pungitopo ed edera di sottobosco, due laghetti circondati da canneti, talpe, piccoli roditori, volpi, ghiandaie, gallinelle d’acqua, folaghe, picchi rossi, gheppi, allocchi… popolano, per la gioia di ragazzi e genitori curiosi, questo autentico incantesimo della natura. terme di agnano via agnano astroni 24 [p. 57] ippodromo di agnano via raffaele ruggero 1 tel 0817357111 [p. 57] riserva naturale degli astroni via agnano astroni 468 orario: tutti i giorni 10-16.30 tel 0815883720 [p. 57] bagnoli pontile panoramico [pp. 43/56] san ferdinando 60 san ferdinando municipalità 1 (chiaja - posillipo san ferdinando) piazza santa maria degli angeli a pizzofalcone 1 tel 0817951750-0817951743 uffici della presidenza tel 0817644876 sezioni comunali servizi demografici piazza santa caterina a chiaja 76 tel 0817950501 www.comune.napoli.it/municipalità1 a pagina 61 piazza del plebiscito san francesco di paola con installazione temporanea di jan fabre cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 aliscafi (capri, ischia portocasamicciola-forio): imbarco da e per molo beverello snav tel 0814285111 0818377577 nlg tel 0815520763 0818370819 metrò del mare (stagionale: 31/05-07/09) [email protected] call center 199600700 (ore 9-19) linea 1 bacoli - pozzuoli - mergellina beverello - portici - ercolano torre del greco - torre annunziata/pompei castellammare di stabia - vico equense - sorrento funicolare centrale via toledo - corso vittorio emanuele - petraio - piazza fuga (vomero) autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde: 800 639525 www.anm.it 140 capo posillipo mergellina - riviera di chiaja piazza vittoria - via santa lucia chiatamone - piazza vittoria mergellina - via posillipo capo posillipo r3 mergellina (funicolare) - via giordano bruno - riviera di chiaja - via acton - piazza municipio - piazza vittoria riviera di chiaja - mergellina c4 mergellina (stazione f.s.) corso vittorio emanuele - via crispi - piazza amedeo piazza vittoria - santa lucia piazza municipio - santa lucia piazza dei martiri - piazza amedeo - via crispi mergellina e5 ‘pollicino’ - piazza trieste e trasporti a pagina 60 via toledo galleria umberto I, particolare della cupola taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it neapolis tel 0815527209 0818377577 alilauro tel 0814972238 081991888 - 0815071345 caremar tel 0815513882 trasporti alle pagine 58/59 piazza del plebiscito palazzo reale noleggio biciclette napoli bike riviera di chiaja 201 tel 08141134 / trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazioni carabinieri largo ferrantina a chiaja 1 tel 081417486 polizia 113 commissariato san ferdinando riviera di chiaja 185 tel 0815980311 polizia via monte di dio 31 tel 0812467111 poliziotti di quartiere riviera di chiaja 185 tel 3492142396 335529433 - 3470752926 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa riviera di chiaja 105 tel 0817619001 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 ospedale loreto crispi pronto soccorso tel 0812547265 guardia medica tel 0817613466 0812547265 distretto sanitario 44 (chiaja - posillipo san ferdinando) assistenza anziani piazzetta serao 8 tel 0812542937 0812547715 assistenza veterinaria tel 0812547074 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche / il quartiere estensione kmq 0,92 abitanti [2001] 18.615 (8.889 maschi; 9.726 femmine) trento - monte di dio - piazza trieste e trento - piazza municipio - via acton - santa lucia - via chiatamone - piazza vittoria - via partenope piazza municipio - piazza trieste e trento e6 ‘pollicino’ - piazza trieste e trento - via monte di dio - via solitaria - via santa lucia piazza dei martiri - via filangieri - rampe brancaccio piazzetta santa maria degli angeli - piazza trieste e trento l’itinerario dalla stazione marittima a piazza del plebiscito, per omogeneità di esposizione topografica, non segue rigidamente i confini amministrativi dei quartieri, comprendendo l’intera piazza municipio (in parte nel quartiere san giuseppe) T. C Via ov a aN S. M .L Vi a oti Via B. Pu Via Via Via Toledo va Nuo Via di San Pietro pre tis . De Vi aC .C olo m bo Via A n 11 Via Act o Via Medin a Via Toledo Via N. S auro Cor so Via Bisignano Via Fiorelli Via ei Pe lle gr in i Vi ad V. E ma nue le Via Partenope Via Santa Lucia Vico del Vasto Via Toledo o av ell Vi a Ca cc A. Via Via G. Carducci Via San Pasquale Via G. Bausan Via del Rione Sirignano Vico Ca riati Da lbo na Bo ni to G. Vi aG .D ’Au ria Via Kerbaker nia Via F. Pa lizzi Via G. To Via S. M in Portico Via F. Magnoni Ped am en tin a M . Vi a rnini Via G. L. Be Via E. Alvino ni Via Palasciano Vico San Guido 9 on i Via Chiatamone lana ioia eo Cata G lom Rua vio rto Fl a Ba Via San Via li Piazza Bonghi Ex convento di Commercio Mo t Ac 8 13 15 a Vi Via Arco Mirel Via G. Santacroce Vi a Vi a Via M. Fi T. di Ca Via Via Via G. Merlia Vico Acitillo rdis o ssim i Ma Via D Via V. Gemito ti M. Pre Via L. Giordano Ca se Pu nt ell at e P. To sti Via G. Paisiello Vi a Ca vo ne Via De Na ile Sed del Via Camera rlo na I ia Ca Via ro i alb rto i ellin B. C Via occi . Cap Via E n on o rs Co be Um orto di P o vet Via F. Pia Nicola Chiostro di San Marcellino i ar V.T oli nte Mo Via D Via Palazzo Cuomo Archivio di Stato Stazione Marittima Palazzo Reale o le ns Co C. ue le Palazzo Marigliano i ibra L i de S Via rna 14 o tell Cas co Par Via 7 one falc Palazzo Pignatelli Strongoli 5 Palazzo Salerno a litari Palazzo Serra di Cassano Via Arcoleo 12 Via o Via S cia Santa Lu Pallonetto Corso V. Em an io iag Palazzo S. B Corigliano Via ino sità r alad G. P Unive ico II Via r e Fed none n zoca M ez Via li tel na Pig ni an iov rgiulo a nG Sa Via G iara Via a Ch ant iste cca ase 3 Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi ilo ia N o lacid P. P ero Sev an o ian as t S eb C Via cia ue r oQ Vic n Pig Via 16 o Pizz lo raccio Via Caracciolo sa Chie nta di Sa iara Ch Palazzo Gravina Piazza del Plebiscito Chiesa di San Francesco di Paola Calascione 6 ca a a Via C Piazza Vittoria Viale A. Dohrn le ni pa i m d Ca irar .G aF Vi e i sci A les rgo ach Pal ram stazione di mergellina .G le Via e B. P Jan Via o Piazza della Repubblica G. un stazioni funicolare . Br Piazza dei Martiri Riviera di Chiaja Villa Comunale a Vi Via an ali F. G Via tta igro stazioni Piedcumana Via G Via ta rret o To Larg Via C. Poerio Piazza Piazza Carolina irito S.Sp Vico Dio fa ia Ca stazioni metro Piazza San Pasquale Piazza Santa Caterina bardie ri j hia ia Egiz Via a lit Filip po a aiaf pa C Villa Ruffo Via G. De Petra Palazzo gieCellamare Via Chiaja ri Via Ala 2 Via SimonelliCarità c No Sa iazza digrotta Cu an Via V. Cuoco lan lli ore D. M Via funicolare co Vi i an rd S . Fi Via Cavallerizza C Via e di ont da M Stra o Gi F. alit metropolitana aS .d Via L llac i Mari Via dei Mille V ia G ra a Vi rnia Via A. D’Ise Piazza Beneventano Villa Pignatelli Piazza Mondragone So so or cc Galleria ni o dro Umberto I Ce Via sa Via R. di Palazzo agnoli e r Sp Te ta degli sella Sa n lazzo Chiesa S. Tere Via di Pa di San Ferdinando Vico nna nta A a S Vico es n Piazza ardo Via N Trieste e Trento a hiaja Via M. Schipa ipa M. Sch tempo liberoV/iashopping Via ura P. Sc Sa o gori Gre eno Arm Piazza San Domenico Maggiore Piazza Gesù Nuovo ise Sen Via 1 te C dina .E so V M G. n Sa 1 4 o ti n en ol aT e icot G. N Via Cor Via a lit sa Chie sù Ge del uovo N Vico Bianchi Gra e le i Salita Vetriera Via Pontano nu parchi e giardini ma c uc 66/81] [pp. art r F. C Via Sa Piazza Via Tars Dante ia o n Sa co i en e m io r Do a g g M Via C Chiesa di . Batt Santa Maria isti la Nova Via C. D’ Piazza Engenio Piazza ce eli nf Vico Conce Sa Bovio zione di Mo G. Matteotti Via G. ile ntecalvario as Via S.M. del B az . le Grazie a Tole Chiesa di Santa Maria G Via A. Di fi do Via Mo Via Grif Via Fiorentini di Porto Salvo Vico Ponte ntecalvario ia V Montecal vario Chiesa Vico del Te i r Vico F. Mo atro Nuovo pe o dell’Incoronata ntecalva s in qu a A rio ’ D Vico San Via S. T. eG Via Po Se .D nte di Via E. De polcro Tappia Stazione Marittima aA Deo Vi Vico Giar Immacolatella Vecchia Vico Co din et to lonne Ca Via S an riati Giac Vico Cr o mo oce Caria ti Vico Vico Tr inità Sp Tofa Via F. Im Piazza briani agnoli Municipio Vico D’A fflitto Vico C Castel Nuovo onte di Mol a Certosa di San Martino l co Ni Port’Alba Via Forno Vecchio co Vi io ra et iP le nue Ema o V. s r o C .C cumana in ad Gr Vi M Palazzo 15. palazzo reale [pp. 66-67/80-81] Roccella Piazza Amedeo 16. san francesco di paola i p Via V. Colonna is Via Tasso t san nte Mo i Via inn G. N ia V llo tti ize on Piazza S monumenti S. Mercadante ie arti .d nti Largo San Martino a Vi .D [pp. 66-67/79-80] Via Parco Margherita Aselmeyer avoia Castel Sant’Elmo [pp. 65, 68/78-79]anuele Corso V. Em 13. castel nuovo [pp. 65/78-79] 14. teatroVilla di san Castello Mariacarlo legendaVia Tasso e al ce eli nf Sa e oggi e domani Via Corenzio Chiesa di San Francesco ne alco A. F Via shi ma dal molosiglio a piazza del plebiscito 9. molosiglio [pp. 68/76] 10. stazione marittima [pp. 68/76] 11. mercadante [pp. 76-77] Via F. Paliz zi Villa Floridiana 12. piazza municipio a Vi on alc .F intorno al 1936 co nces Via Kag o . Fra ta S Cala no tefa Via A. Vaccaro aA Vi ere ed elv tra fine ottocento e inizi novecento B Via Via Cimarosa G Via ilea . F. C Trav seconda metà del settecento i Mo nt Po co Vi i re ndo Sple Via diso Para Vico Via F. Cilea Ven tag lier Sant’ Anto nio a le Via R. Falvo en Via R. Morgh seicento 5. galleria umberto I Via Solimene 6. gambrinus [pp. 69-73] Piazza 7. santa maria degli angeli a Via Vanvitelli Via A. Scarlatti P. L igo pizzofalcone [pp. 64, 66/73-74] rio Fer Piazza Fuga ma Vomero 8. monte echia [pp. 64/73] ri e Via M. Stanzione Via Pitloo o Via F. Francanzan [p. 71] Via G. Co tro ne [pp. 67/72] i ino ar t ...fine cinquecento Via Carelli M an Via P. Mascagni Via Ribera inizio cinquecento... da via toledo al monte echia 1. via toledo nna ro a C. Fanzago 2. spirito santo [p. 70] l Vo me ro 3. piazza carità [p. 70] Via F. De Mura 4. galleria di palazzo zevallos Via S. G e Salita toli ciot Cac Piazza Quattro Giornate li ciotto ad ro na elo en ng G ela Via n ich oli Sa le M a ott i e l Ra V cci [pp. 65-66/69-73] ffa Via Ca ell Piazza o c o Vi Piazza Via S. Abate degli Artisti Piazza Antignano S Via intorno al mille Cac Salita San Via Via G. Rossini Leonardo no na ta Sali eo od san ferdinando i colori della storia tig An rvo co nte Po Om Via Don Stu rzo ra ia ue man o V. E Cors A. o ier ate Antignano Via a Vi g ug eR Via Cas e Pu nte ll lo B e ve Mo re l l o 10 lo A n gio ino ‘‘ 64 san ferdinando i miei occhi sono abbagliati, la mia anima rapita… in europa non v’è nulla, non dirò che somigli, ma che possa anche lontanamente dare un’idea di ciò che vedo… [stendhal, 1817] storie Delimitato ad ovest da Chiaja, a nord da Montecalvario (con cui condivide un piccolo tratto dei Quartieri Spagnoli, via Trinità degli Spagnoli) e dal Vomero, dal Porto sul versante del mare, San Ferdinando è il cuore antico e il cardine del governo politico e amministrativo, fino ai giorni nostri, della città. Nella rocca alta del quartiere, Pizzofalcone, sul monte Echia, prendono dimora i coloni greci di Partenope (Palepoli, dopo la fondazione di Neapolis) sbarcati sull’isolotto di Megaride [vedi Chiaja p. 14]; tutto intorno, nel corso dei secoli, le mutazioni urbanistiche progressive scandiscono le trasformazioni politiche e dinastiche, dal porto greco-romano oggi ‘riscoperto’ dagli scavi della metropolitana, al Castel Nuovo di impronta angioina, a fine Duecento, e, soprattutto, aragonese, dal Quattrocento, al radicale riassetto di età vicereale, nel Cinquecento e nel Seicento, agli interventi dei Borbone e del decennio francese (1806-1815), fino alla ‘bonifica’ seguita all’epidemia di colera del 1885. Pizzofalcone (dalla forma che “come becco di falcone curvo terminava al castel dell’Uovo” [Carlo Celano], o dalla caccia con il falcone che si praticava nel Trecento [Giovan Battista Chiarini]) conserva fino al XVII secolo il nome, ‘lucullana’, della villa romana che, dall’isolotto di Castel dell’Ovo, risaliva lungo le pendici della collina [vedi Chiaja p. 14]. Il panorama dalla terrazza di Monte Echia, degno di una sosta programmata, dà ancora un’idea delle dimensioni strabilianti della residenza. Gli antefatti greci sono documentati dalla necropoli di via Nicotera, ricca di materiali in ceramica di origine cumana, in uso dal 670-650 a.C. alla metà del secolo successivo. Con lo sviluppo della città nuova, Neapolis, l’area della villa del patrizio romano abbandonata diventa, agli albori del Medioevo, cittadella monastica e luogo di eremitaggio, quindi roccaforte militare (il castrum lucullanum sarà distrutto nell’849 per impedire ai pirati saraceni di impossessarsene e minacciare dall’alto la città), nel Cinquecento, infine, ripopolata – per il progressivo spostamento del centro della città verso occidente [vedi Chiaja pp. 14-15] – con case aristocratiche immerse nei giardini panoramici. Con la conquista di Napoli e del Regno da parte degli Angiò (1266), San Ferdinando comincia ad assumere la propria conformazione ‘moderna’: l’espansione urbanistica fa perno sulla costruzione del Castel Nuovo, nel campus oppidi pianeggiante, tra la collina e il mare, detta anche platea di Porto Pisano, per la comunità di mercanti toscani che popolava la zona. Il progetto – una struttura che unisse esigenze difensive a quelle di residenza regale (1279-1284) – viene affidato da Carlo I all’architetto francese Pierre de Chaules. Dell’impianto originario, contiguo al mare, si apprezzano ancora la Cappella Palatina, in forme gotiche raffinate, e i frammenti degli affreschi di Giotto e bottega intorno storie alle finestre. Degna dimora di una dinastia tra le più prestigiose in Europa, il castello accoglie in questa stagione il papa Celestino V, Giotto, Boccaccio, Petrarca (ospite del sovrano Roberto [1309-1343] “più per la sua dottrina che per la corona reale famoso e celebrato, unico re che alle scienze e alle virtù si avessero amico i tempi nostri”, nelle parole del poeta). Il sistema delle attività legate alla corte si sviluppa rapidamente, con la nascita parallela di complessi residenziali quali il palazzo del principe di Taranto, l’Ospizio Tarantino, e l’Ospizio Durazzesco, per i figli cadetti del re, e la ristrutturazione in grande stile del porto davanti alla reggia. La fisionomia attuale del Castello, come vedremo meglio negli itinerari, affonda le radici, per la maggior parte, nella cultura figurativa e nella civiltà aragonese: “il grandioso arco trionfale di Alfonso il Magnanimo, ancora incastrato tra le due torri di Castelnuovo ... esprime nelle sue linee e nelle sue sculture l’unione della potenza militare spagnuola con la rinascenza classica italiana” (Benedetto Croce). Negli anni del viceregno spagnolo (1503-1704), giunto a Napoli nel 1532, Pedro de Toledo concepisce il primo ‘piano regolatore’ della città, imperniato su un asse centrale rettilineo, via Toledo, appun- 65 66 san ferdinando to, costruita (1534) sul fossato delle mura aragonesi con materiale di risulta delle strutture difensive: sul percorso elegante in mattoni prende corpo una trama fitta di residenze nobiliari e di attività commerciali. Via Toledo si raccorda alla collina del Vomero attraverso una rampa ripida a tornanti, la Pedamentina, al centro di una maglia a scacchiera di sei strade parallele, e numerose altre disposte perpendicolarmente, dove alloggiano le truppe del vicerè, i Quartieri Spagnoli. Gli edifici, in origine su un unico livello, si ‘elevano’ nel corso del tempo fino a raggiungere cinque piani, fagocitando spazi verdi e orti secolari, per far fronte alla carenza cronica di abitazioni per una popolazione in continua crescita. C’è bisogno, anche simbolicamente, di cambiare rotta. Nel 1600 Domenico Fontana riceve l’incarico di realizzare Palazzo Reale, dove sorgeva il vecchio palazzo dei vicerè; nel 1636, l’area di Pizzofalcone viene collegata al largo di Palazzo (piazza del Plebiscito) dal ponte di Chiaja [vedi Chiaja p. 15/29]; nel 1668 viene creata la darsena del Beverello. Dopo la parentesi breve del viceregno austriaco, con l’avvento della dinastia Borbone (1734), Napoli torna ad essere capitale di un regno indipendente: Carlo (figlio di Fi- lippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese) trasforma radicalmente la scena del potere affidando all’architetto Giovanni Antonio Medrano, nel 1737, il coronamento ideale del Palazzo Reale: il Real Teatro di San Carlo, il più antico e il più celebrato monumento musicale d’Europa. Con Ferdinando IV l’opera di rinnovamento continua: abbattute la porta di Chiaja, nel 1782, non più funzionale, e nel 1785, la porta Reale su via Toledo, di ostacolo, oramai, al transito delle carrozze; trasferiti alla Pignasecca i “banconi” e le “baracche” per lasciare libera l’arteria più elegante del centro; nel 1779, finalmente, il territorio cittadino è suddiviso in dodici quartieri, con i nomi ancora oggi in uso. All’esilio dei Borbone in Sicilia, Giuseppe Bonaparte (1807) e Gioacchino Murat con la consorte Carolina Bonaparte (1807-1815) ‘aggiornano’ l’arredo e gli ambienti di Palazzo Reale al nuovo stile impero, progettando di trasformare il largo di Palazzo in un foro che celebri la gloria di Napoleone e dei suoi epigoni. La sentenza della storia capovolge il sogno francese. A sancire il ritorno sul trono della dinastia Borbone, nel 1817 prende forma la struttura imponente della basilica di San Francesco di Paola, ex voto del re restaurato Ferdinando I delle Due Sicilie. Contemporaneamente, nel 1816, a seguito di un incendio devastante, si compie il miracolo della ricostruzione del Teatro di San Carlo in trecento giorni, artefice l’architetto toscano Antonio Niccolini, mentre Antonio Canova e Antonio Calì completano, rispettivamente, le statue equestri di Carlo di Borbone e Ferdinando I, in largo di Palazzo. La fama dei Borbone è salva… fino alla proclamazione del Regno d’Italia (1861). Naufragato il programma di interventi promosso da Garibaldi, Francesco Saverio Nitti esprime la convinzione che Napoli, declassata dal ruolo di antica capitale, è destinata a decadenza ineluttabile in mancanza di un progetto organico di industrializzazione e di sviluppo urbano. L’epidemia di colera del 1884 (circa 7.000 le vittime) ribadisce l’urgenza delle decisioni da assumere. La legge speciale per il Risanamento (1885) apre una stagione di ‘bonifica’ e riqualificazione [vedi Chiaja pp. 15-17], con ‘sventramenti’ e ricostruzioni nel centro cittadino che, tra alterne vicende, si prolungheranno fin oltre il primo conflitto mondiale. La più massiccia ristrutturazione urbanistica, dopo le iniziative cinquecentesche di Pedro de Toledo, con capitali che provengono per lo più dal nord Italia a sopperire la fragilità del tessuto imprenditoriale privato locale, dà il via, nel 1889, ad interventi dello spessore della Galleria Umberto I, un capolavoro dell’architettura moderna innestato con maestria tra le chiesa di Santa Brigida e San Ferdinando. piazza municipio castel nuovo [pp. 65/78-79] 68 ‘‘ san ferdinando da via toledo al monte echia 69 ed ecco, a un tratto, lo sparo del cannoncino di piazza san ferdinando, è mezzogiorno, tutti gli eleganti passeggiatori regolano il loro orologio inglese sull’ora napoletana e lo struscio, l’ineffabile struscio, principia... [salvatore di giacomo, 1902] da via toledo al monte echia via san carlo teatro di san carlo [pp. 66-67/7980] Finalmente, nei primi anni del Novecento, inizia il processo di ripensamento e sistemazione di piazza Municipio che ancora prosegue. Le mura cinquecentesche che circondavano Castel Nuovo vengono rimosse, collegando con il respiro dovuto il castello a Palazzo Reale. Sul versante del mare, demolita e sistemata a giardino (Molosiglio) l’area dell’ex arsenale borbonico, viene aperta la Galleria Vittoria (19271929), mentre si amplia via Cesario Console, raccordo tra via Partenope e via Acton. Ancora, nel 1936, Cesare Bazzani ha l’incarico di delineare la nuova Stazione Marittima. Oggi, il grande cantiere di piazza Municipio per la linea 1 della metropolitana cittadina, i progetti ambiziosi di un water front che ripristini nel nuovo millennio il rapporto smarrito tra città e porto, il riuso annunciato della stazione marittima e, se troveranno risorse e soluzioni tecnologiche adeguate, le prospettive di tunnel e parcheggi nel sottosuolo, riaprono sipari che sembravano calati senza appello, con le rovine archeologiche della città antica riportate alla luce ad invogliare a nuovi orizzonti di vita quotidiana, di vitalità economica e turistica, di qualità ambientale e identità metropolitana. La via più celebre e animata della città, non a Cavour, nemmeno a Garibaldi si intitola, ma al testimone genuino della natura cosmopolita e multiculturale dell’antica capitale, all’anima mediterranea e spagnola della sua identità plurimillenaria: Pedro de Toledo, viceré di Napoli dal 1532 al 1553, ha meritato questo tributo, per la lungimiranza e la modernità del ‘rinnovamento’ urbano di cui si fece promotore [vedi pp. 65-66]. La sistemazione delle mura cittadine – che raccordavano Porta San Gennaro (via Foria) e il Mercatello (piazza Dante), Santa Lucia a Monte e Santa Maria Apparente (corso Vittorio Emanuele), fino a Pizzofalcone – lascia ‘libero’ il fossato dei vecchi baluardi aragonesi, ovvero il tracciato per l’apertura della nuova strada (1536). Con la costruzione contemporanea del palazzo vicereale, via Toledo diventa emblema delle connessioni inestricabili tra vita civile e rappresentanza politica. Meta del ‘passeggio’ di svago e di consumo, fusione dei costumi e dei ceti sociali più variegati, l’area si anima rapidamente di palazzi sfarzosi, botteghe, caffè. Frequentatissimi nell’Ottocento, in particolare, i locali di piazza San Ferdinando, oggi piazza Trieste e Trento: il Caffè delle Due Sicilie, al n. 316 di via Toledo –preferito da Giacomo Leopardi – il Caffè d’Italia, al n. 44 della piazza – si vedono ancora una colonna neoclassica in marmo e le volte d’epoca degli ambienti – il Caffè del Gigante, n. 28-32, e il degno suo ‘erede’ materiale e spirituale, il Gambrinus, dal 1891. Fino alla metà del Novecento Toledo è il fulcro vitale degli ozi intellettuali e culturali della città. Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Gabriele d’Annunzio, discettano a tavolino di storia, letteratura, poesia, arte, degli 70 palazzo doria d’angri piazza sette settembre 28 spirito santo via toledo 409 orario: 9-12; dom 10.30-12 conservatorio dello spirito santo via toledo 402 palazzo maddaloni via maddaloni 6 san nicola alla carità via toledo 378 orario: 7-12; mar giov 17-19 altri 17.30-19 dom 6-12 e 17.30-19 palazzo della porta via toledo 368 palazzo mastelloni piazza carità 6 palazzo della nunziatura apostolica via toledo 352 palazzo cavalcanti via toledo 348 palazzo buono via toledo 341 santa maria delle grazie a toledo via toledo 339 palazzo tapia via toledo 148 palazzo lieto via toledo 317 palazzo del banco di napoli via toledo 177/178 [p. 70] san ferdinando scandali mondani, tra una tazzina di caffè fumante e i sorbetti di don Vito Pinto, il ‘Barone del caffè’. In largo dello Spirito Santo (ora piazza Sette settembre a ricordo dell’evento), nel 1860, Giuseppe Garibaldi saluta i napoletani dal balcone del palazzo Doria d’Angri, progetto, nel tardo Settecento, di Luigi Vanvitelli, realizzazione, infine, su pianta trapezoidale per adeguarsi al tracciato viario, del figlio Carlo. Sul lato opposto, la chiesa cinquecentesca dello Spirito Santo, modificata a fine Settecento, in cui è sepolto il pittore Massimo Stanzione stroncato, secondo le fonti, dalla peste del 1656. Accanto all’edificio, il Conservatorio dello Spirito Santo per fanciulle povere, del 1654, ora sede di uffici bancari, e, sul lato sinistro, la facciata laterale di palazzo Maddaloni (1582), trasformato nel Seicento dall’architetto Cosimo Fanzago e, nel Settecento, al centro della vita mondana aristocratica (tra gli ospiti illustri Giacomo Casanova). La chiesa di San Nicola alla Carità (1647) conserva dipinti di Francesco Solimena (1692) e di Paolo De Matteis (Morte di san Nicola 1707, sull’altare maggiore). Poco più avanti, il palazzo che ha ospitato il filosofo naturalista Giovan Battista Della Porta (1535-1615), e largo Carità, mercato alimentare animato fino agli interventi urbanistici avviati dal regime fascista e completati negli anni Cin- quanta del Novecento; sul lato destro palazzo Mastelloni (1733), con il portale settecentesco, nel 1799 proprietà del ministro omonimo di Grazia e Giustizia della Repubblica Partenopea, e abitazione di Luigia Sanfelice al momento dell’arresto da parte dei gendarmi dei Borbone restaurati. Immediatamente a seguire, il palazzo della Nunziatura Apostolica dell’epoca presso la corte napoletana, ora sede di una banca, palazzo Cavalcanti (1762), palazzo Buono, sede, nel Seicento, del Monte dei Poveri Vergognosi (soppresso dai francesi nel 1808), ristrutturato nel 1826, sede storica, fino a pochi mesi fa, dei grandi magazzini La Rinascente (la denominazione fu proposta da Gabriele d’Annunzio nel 1917). Procedendo, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Toledo (del 1628 ma ristrutturata nel 1835) e, sul fronte opposto, ancora edifici antichi e prestigiosi: palazzo Tapia, noto anche come Tocco dei Montemiletto costruito nel 1528 per Egidio Tapia, giudice della Vicaria – il Tribunale napoletano – e ristrutturato nel 1832 (Stefano e Luigi Gasse), palazzo Lieto (1754), palazzo del Banco di Napoli, affidato nel 1939 al romano Marcello Piacentini, protagonista dell’architettura ‘ufficiale’ del ventennio, per dare una sede ‘moderna’ al più antico Istituto di credito in Italia; fioriere e vasche in marmo ed ottone alla base delle facciata, di Nicola Pagliara. Ha origini seicentesche palazzo Zevallos Stigliano, proprietà del gruppo Banca Intesa Sanpaolo (ex Banca Commerciale Italiana, che lo acquista nel 1898), opera magistrale di Cosimo Fanzago, modificata negli anni Venti del Novecento da un lucernaio liberty in vetri multicolori a copertura del salone dell’ex cortile del palazzo. Nella Galleria aperta al pubblico del piano nobile, con le decorazioni del primo Ottocento, l’ultimo capolavoro di Caravaggio, Sant’Orsola confitta dal tiranno (1610). Piazza Duca d’Aosta viene sistemata tra il 1926 e il 1929, per l’apertura della stazione della Funicolare Centrale (inaugurata il 28 ottobre 1928, a collegare Toledo e piazza Fuga, al centro del nuovo quartiere Vomero) dove il palazzo seicentesco del conte di Mola, abbattuto, ospitava un teatrino con milleseicento posti ideato da Luigi Vanvitelli. Sul largo, l’ingresso del teatro Augusteo, progettato da Arnaldo Foschini e Pier Luigi Nervi, architetto e imprenditore anche della stazione della funicolare, galleria di palazzo zevallos via toledo 185 orario: tutti i giorni 10-18 chiuso dom numero verde 0080016052007 [email protected] [p. 71] piazza trieste e trento [pp. 69-73] 72 teatro augusteo piazzetta duca d’aosta 263 tel 081405660 081414243 www.teatroaugusteo.it [pp. 71-72] palazzo berio via toledo 256 palazzo barbaja via toledo 205 galleria umberto I ingresso principale da via san carlo [pp. 67/72] caffè gambrinus via chiaia 1-2 tel 081417582 www.caffegambrinus.com [pp. 69-73] san ferdinando duemilacinquecento posti, tipologia settecentesca dei palchetti, suddivisi in quattro ordini, galleria intorno a una grande sala circolare di 30 metri di diametro. Subito dopo, palazzo Berio (1772, di Luigi Vanvitelli), ‘salotto’ culturale, nell’Ottocento, del marchese Giovan Domenico Berio di Salsa e del figlio Francesco. Di fronte, l’Angiporto Galleria (ora piazzetta Matilde Serao, in omaggio alla scrittrice e giornalista), sede originaria, al primo piano del civico 7, del quotidiano “Il Mattino”, appena fondato (1892) da Eduardo Scarfoglio e dalla Serao. Palazzo Barbaja prende il nome dall’impresario del Teatro di San Carlo che ospitò, tra gli altri, nell’Ottocento, Gioachino Rossini, segregato in casa perché terminasse nei tempi pattuiti l’ouverture dell’Otello. Accanto, sulla strada maestra, uno degli accessi alla Galleria Umberto I (l’ingresso principale è da via San Carlo), risultato di soluzioni sperimentali ardite per le coperture in ferro e vetro, di grande effetto scenografico, in linea con il gusto europeo contemporaneo. Realizzata tra il 1887 e il 1890 su progetto di Ernesto Di Mauro, Antonio Curri e Paolo Boubè, risponde alle esigenze di ‘modernizzazione’ di bonifica del territorio prescritte dalla legge speciale del 1885. La facciata principale, rivolta al Teatro di San Carlo con un colonnato aperto, è impreziosita da fregi, statue allegoriche e vittorie alate, con tanto di dedica al sovrano e data di costruzione; l’interno luminoso, a pianta centrale a quattro bracci, protende la struttura della cupola su un ottagono di 36 metri; il pavimento, messo in opera dalla ditta veneziana Padoan, raffigura i segni zodiacali con al centro la rosa dei venti. Nel 1890, con la Galleria, inaugura il Salone Margherita, il più famoso caffé concerto della Belle Epoque napoletana, ‘tempio’ del varietà e della canzone partenopea frequentato da Salvatore Di Giacomo, Edoardo Scarfoglio, Ferdinando Russo, il ministro Crispi, Gabriele d’Annunzio; sul palcoscenico cantanti, soubrette e ballerine di grido (la Bella Otero, Cléo de Mérode, la Fougére, Lina Cavalieri e Maria Campi, sua l’invenzione della ‘mossa’), fino alla decadenza e chiusura, nel 1982. Tra storia e presente, via Toledo ha riconquistato il respiro originario grazie ad un restauro urbano insidiato, tutti i giorni, da nuove orde metropolitane: l’isola pedonale ha ritrovato, malgrado tutto, professionisti dello shopping, artisti di strada, visitatori dall’hinterland smisurato, turisti in cerca di atmosfera. In piazza Trieste e Trento, superato il Caffè Gambrinus recuperato agli arredi liberty e alle tradizioni di convivialità d’epoca, da via Gennaro Ser- da via toledo al monte echia ra, l’ascesa alla collina di Pizzofalcone, residuo antico, con l’isolotto di Megaride, del cratere del monte Echia [vedi pp. 64, 66]. Ecco il Teatro Politeama, inaugurato nel 1811 con il Poliuto di Gaetano Donizetti, sipario storico per tanti debutti d’autore: Filumena Marturano di Eduardo De Filippo è partita da qui, nel 1946. Distrutta da un incendio nel 1957, la struttura è stata ricostruita e rimodernata radicalmente. Ecco le grandi dimore dell’aristocrazia: il palazzo cinquecentesco Carafa di Santa Severina (1509), sede storica, dal 1808, della biblioteca militare e dell’Officio Topografico del Regno delle due Sicilie, ora 73 teatro politeama via monte di dio 80 tel 0817645001 [p. 17] palazzo carafa di santa severina sezione militare dell’archivio di stato di napoli via egiziaca a pizzofalcone 44 tel 0817641751 [p. 73] via toledo galleria umberto I [pp. 67/72] via toledo palazzo zevallos [p. 71] 74 palazzo serra di cassano studi filosofici via monte di dio 14 tel 0817642652 fax 0817642654 www.iisf.it [email protected] santa maria degli angeli piazza santa maria degli angeli 3-5 nunziatella via generale parisi 16 santa maria egiziaca via egiziaca a pizzofalcone 30 [pp. 64-66/74] pizzofalcone palazzo serra di cassano [pp. 64-66/74] san ferdinando Archivio Militare; palazzo Serra di Cassano, progettato nella prima metà del Settecento dall’architetto Ferdinando Sanfelice con due cortili e scalone a doppia rampa, simbolo dell’indignazione per la repressione dei giacobini napoletani, oggi quartier generale pulsante della missione di alta cultura e della testimonianza civile dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Gerardo Marotta. Per finire, la trama fitta di monasteri ed edifici di culto: Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, in un’area di cantiere attualmente interessata dai lavori della metropolitana, di fondazione seicentesca, cupola monu- mentale in posizione dominante la città verso il mare, più volte immortalata nei dipinti di veduta; Santa Maria Annunziata a Pizzofalcone, detta la Nunziatella, all’interno del complesso del collegio militare che ha formato generazioni di cadetti di buona famiglia; Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone, edificata nel Seicento per volere di don Giovanni d’Austria, grato alla santa per il sostegno alla repressione di Masaniello e al ripristino dell’ordine costituito, nel 1647. Panorama mozzafiato, dal belvedere al culmine di via Egiziaca. da via toledo al monte echia 75 piazza municipio veduta della stazione marittima da castel nuovo [pp. 68/75] ‘‘ 76 titolo san ferdinando 77 il largo del castello ... continuava a essere ingombro di baracche di legno con ogni sorta di curiosità, come nel 1783, in una di esse, un serraglio di ‘bestie rare’... [benedetto croce, 1947] dal molosiglio a piazza del plebiscito stazione marittima piazzale stazione marittima [pp. 68/75] mercadante teatro stabile di napoli piazza municipio 64 uffici: piazza francese 46 tel 0815510336081552 4214 fax 0815510339 biglietteria tel 0815513396 [email protected] [pp. 76-77] La commissione nominata nel 1885 individua, come aree del quartiere da bonificare, oltre il rione Santa Brigida, la zona tra via del Municipio (via Verdi) e via San Carlo in prossimità di Palazzo Reale, del Municipio e del porto [vedi pp. 65-66, 68]. Sul versante mare, i giardini del Molosiglio (muelle sillo ovvero il piccolo molo) prendono il posto del vecchio arsenale borbonico, oggi area verde popolare attrezzata con giostre e giochi per bambini. A ridosso del golfo, la storia della tradizione natatoria e della pallanuoto napoletana: il Circolo Canottieri Napoli. Il piazzale della Stazione Marittima (confine tra i quartieri San Ferdinando e Porto), il molo costruito da Carlo I d’Angiò nel 1302, modificato nel nome e nella funzione quando, nel 1936, viene realizzata la nuova struttura portuale per l’attracco dei grandi transatlantici; insieme ai moli Beverello e San Vincenzo, chiude a sud l’area del porto di Napoli. L’intervento ha origine dal concorso bandito il 1933 dal Ministero dei Lavori Pubblici con l’ambizione di realizzare a Napoli il “porto dell’Impero”, per gli scambi con le colonie e le funzioni di base militare moderna: il progetto della nuova Stazione Marittima (piazzale Stazione Marittima), affidato all’ingegnere Cesare Bazzani, come un ponte di nave, in stile classico severo, proteso sul golfo, reinterpreta il legame profondo tra città e mare, fondale prospettico monumentale a piazza Municipio. Il Teatro del Fondo, poi Mercadante, deve il nome al denaro investito per costruirlo, dal “Fondo di separazione dei lucri”, costituito dai beni confiscati ai gesuiti nel 1777, quando l’Ordine è espulso dal Regno. Inaugurato il 31 luglio 1799 con L’infedele fedele di Giovan Battista Lorenzi, musicato da Domenico Cimarosa, viene intitolato per chiara fama, nel 1870, a Francesco Saverio Mercadante, musicista pugliese di formazione napoletana; partecipe dei cambiamenti politici (nel 1799 rinominato ‘Teatro Patriottico’) e culturali (nel 1914 Filippo Tommaso Marinetti organizza una esplosiva ‘serata futurista’), ristrutturato nel 1893 e restaurato negli anni Settanta del Novecento, diventa infine il Teatro Stabile della città. Piazza Municipio è un cantiere in pieno fervore: i lavori per la Stazione della metropolitana linea 1, grazie anche ad autentiche scoperte archeologiche (imbarcazioni di epoca romana, fondazioni portuali, anfore da trasporto) che hanno riaperto il confronto circa la collocazione precisa del porto greco-romano e la disposizione delle mura difensive e degli edifici di epoca angioina nei pressi di Castel Nuovo, dimostrano una volta di più la stratificazione straordinaria di civiltà e culture della città che si apre a nuovi orizzonti di mobilità. Palazzo San Giacomo, sede del Municipio della città dal 1861, nasce come quartier generale dei Ministeri borbonici e delle Segreterie di Stato, concepito dagli architetti Stefano e Luigi Gasse tra 1816 e 1825, con facciata in stile neoclassico e tre portali: da quello centrale si accede al vestibolo con le statue di Ruggero il Normanno e Federico di Svevia, di Antonio Calì; sul pianerottolo della prima rampa dello scalone una testa femminile in marmo – ritrovata nel Seicento nei pressi di piazza Mercato – del periodo greco arcaico: Marianna ’a palazzo san giacomo municipio piazza municipio www.comune.napoli.it [p. 77] san giacomo degli spagnoli piazza municipio 27 orario: 7.3011.30; domenica 10.30-13 [p. 78] piazza municipio palazzo san giacomo [p. 77] 78 castel nuovo museo civico di castel nuovo via vittorio emanuele III orario: 9-19 dom chiuso dal 23 novembre al 6 gennaio dom apertura straordinaria 8-14 biglietti: 5,00 euro; ridotto 4,00 euro (gruppi min 15 persone); gratuito cittadini UE sotto i 18 e oltre i 65 anni tel 08179558770814201342 http://comune.napoli.it biblioteca della società napoletana di storia patria tel 0815510353 servizio patrimonio artistico e museale del comune di napoli tel 0815510780 0817957702 fax 0815524083 serpatrart@comune. napoli.it biblioteca ettore de mura orari di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdi ore 9,30-13,30 tel. 0817957736 fondo.demura@comune. napoli.it [pp. 66-67/79-81] san ferdinando capa e’ Napule. Il nome dell’edificio discende dal convento che occupava l’area, commissione di Pedro de Toledo con funzione di ospedale destinato alla cura degli infermi e degli indigenti di nazionalità spagnola, ancora testimoniato dalla chiesa cinquecentesca di San Giacomo degli Spagnoli. Alle spalle dell’abside, il Sepolcro del viceré in preghiera, raffigurato a grandezza naturale insieme alla prima moglie Maria Ossorio Pimentel (1570, Giovanni da Nola con Annibale Caccavello e Giovan Domenico D’Auria) è una delle pagine più intense della civiltà artistica napoletana di tutti i tempi. Per supportare economicamente il complesso, nasce il Banco di San Giacomo, soppresso insieme a chiesa e ospedale (1809) da Gioacchino Murat, accorpato variamente e trasformato infine, con la restaurazione borbonica, nell’‘antenato’ del Banco di Napoli attuale, il Banco delle Due Sicilie. Nel XVIII secolo largo di Castello (l’ampio spazio aperto che circondava Castel Nuovo) è ritrovo di mercanti, forestieri, ‘bagattellieri’, comici e ‘guarattellari’ (guarattelle indicava sia marionette, di carta, legno, stoffa o cartapesta, sia la scatola di legno adibita a teatrino), ingombro di baracche in allegro disordine. Qui, in una baracca, ha inizio nel 1740 la vicenda del San Carlino, il teatro comico per definizione nella Napoli del Sette e Ottocento, creatura di Gennaro Brancaccio in contrappunto ironico al Teatro di San Carlo della Corte regale. È il palcoscenico del Pulcinella della stirpe dei Petito, il luogo di battesimo del Felice Sciosciammocca di Scarpetta. Demolito nel 1884, per la sistemazione della piazza, i suoi cimeli sono fortunatamente custoditi nella sezione teatrale del Museo di San Martino, con il modello al vero della scena costruito per l’Esposizione di Torino dell’Ottocento. Castel Nuovo, datato al 1279 ma ristrutturato in forme ‘moderne’ nel 1443 [vedi pp. 64-65], assolve la doppia funzione di reggia e di roccaforte militare caratteristica delle Corti europee. Il passaggio dalle forme trecentesche a quelle rinascimentali è ‘fotografato’ dalla Tavola Strozzi (esposta sempre al Museo di San Martino). Seriamente danneggiato durante gli scontri tra angioini e aragonesi, viene ristrutturato da Gullielmo Sagrera per reggere l’impatto distruttivo della moderna artiglieria: si abbassano le torri, mentre si consolida lo spessore delle mura. L’Arco trionfale, commissionato da Alfonso V d’Aragona per celebrare la conquista della città nel 1442, opera raffinata di artisti toscani e catalani, segna la piena adesione della capitale alla cultura rinascimentale. Le sei formelle della porta di bronzo a due battenti, esposta al primo piano, raffigurano le fasi salienti della guerra del figlio Ferrante contro i baroni ribelli. Sulla sinistra del cortile, la Sala dei Baroni sede del Consiglio Comunale fino al recente opportuno trasferimento. In fondo al cortile, sulla destra, l’accesso alle segrete sotterranee che hanno recluso per secoli gli avversari politici, spesso condannati a morire di fame, con la famigerata “la fossa del miglio”, prigione senza scampo dei baroni ribelli nel 1485. Il castello è la sede del Museo Civico di Castel Nuovo, inaugurato nel 1992, nei tre piani dell’ala sud, con opere di rilievo, documenti delle trasformazioni storiche del complesso e testimonianze artistiche da tutto il territorio cittadino, dal XV al XVIII secolo. Dal 1936, nell’ala a nord-est del castello, la Società Napoletana di Storia Patria, fondata nel 1875, contribuisce allo studio e alla diffusione della civiltà municipale, con annessa biblioteca di 300.000 volumi, oltre 3000 periodici e una collezione straordinaria di stampe e disegni. Da via Vittorio Emanuele III, lungo i giardini di Palazzo Reale, si rag- dal molosiglio a piazza del plebiscito giunge il Teatro di San Carlo commissionato nel 1737 da Carlo di Borbone [vedi pp. 66-67] all’architetto Giovanni Antonio Medrano e all’appaltatore Angelo Carasale (che ne fu il primo impresario), per sopperire alle angustie del vetusto teatro di San Bartolomeo, nella zona di via Medina. La fabbrica viene collegata con l’ala settentrionale di Palazzo Reale, per facilitare l’accesso del re al ‘suo’ teatro. Napoletani e ospiti stranieri vengono catturati immediatamente dalla magnificenza della struttura, da allora punto di riferimento della vita mondana della corte e dell’aristocrazia internazionale. Nel 1810 l’architetto Antonio Niccolini mette in opera la nuova facciata di gusto neoclassico, per poi ridefinire tutto il complesso, nel tempo record di trecento giorni, in seguito ad un incendio devastante del 1816. Dopo l’Unità, lo stemma dei Savoia manda in archivio le insegne borboniche del sottarco, riportate alla luce nei restauri degli anni Settanta del Novecento. Haydn, Hasse, Bach, Gluck e i grandi protagonisti della musica italiana e napoletana, Cimarosa, Paisiello, Jommelli... hanno considerato il San Carlo il traguardo ambito della carriera; leggendaria la stagione di Domenico Barbaja, impresario di Rossini e Donizetti. 79 teatro di san carlo via san carlo 93/f biglietteria tel 0817972331412 fax 081400902 www.teatrosancarlo.it [pp. 66-67/79-80] 80 san ferdinando Da allora, il prestigio del teatro è rimasto inalterato, malgrado le difficoltà di bilancio degli ultimi decenni (il restauro ambizioso in corso promette ulteriori innovazioni d’avanguardia): Maria Callas e Renata Tebaldi, Mario Del Monaco e Franco Corelli, Kraus, José Carreras, Placido Domingo, Luciano Pavarotti, direttori di fama, le filarmoniche del Maggio Fiorentino, di Vienna, di Berlino, la London Simphony, la Staatskapelle di Dresda, l’Orchestra della Radio di Monaco di Baviera hanno onorato le programmazioni esclusive delle stagioni di spettacolo. Superato lo slargo dove era il vecchio Palazzo dei Viceré [vedi p. 66], nel cardine di piazza del Plebiscito, la sagoma monumentale del Palazzo Reale commissionato dal viceré conte di Lemos (1600-1602) a Domenico Fontana. Nel 1753, Luigi Vanvitelli viene incaricato di ‘riempire’ gli arconi della facciata, per esigenze statiche strutturali: nelle otto nicchie di chiusura, nel 1888, sono sistemate le statue dei re di Napoli (Ruggiero il Normanno, Federico II, Carlo d’Angiò, Alfonso d’Aragona, Carlo V, Carlo III, Gioacchino Murat e Vittorio Emanuele II). Le nozze di Ferdinando IV con Maria Carolina d’Austria (1768) sono occasione per il teatrino di corte – omaggio alla sposa appassio- nata dell’arte teatrale – ancora con i decori settecenteschi in bianco e oro e le dodici statue in cartapesta e gesso di Mercurio, Minerva, Apollo e delle nove Muse (oggi in restauro). Tra il 1838 e il 1858, per riparare i danni di un incendio (1837) Gaetano Genovese restaura il Palazzo. Dal 1919 l’Appartamento storico è adibito a Museo: tra gli ambienti più rappresentativi, la Sala degli ambasciatori, con il dipinto di Francesco De Mura (1738), la Sala del trono, con il soffitto neoclassico in scagliola dorata decorato dalle rappresentazioni delle quattordici province del Regno delle Due Sicilie, e la Cappella Palatina (in alto, l’Assunta, 1869, di Domenico Morelli). L’antico Appartamento delle feste ospita, dal 1925, la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, più di un milione di volumi, codici e miniature preziosi, incunaboli del Quattrocento, testi rari del Cinquecento, papiri ercolanensi, centro vivo di cultura e di iniziativa e punto di aggregazione aggiornato alle esigenze delle ultime generazioni. Merita un pellegrinaggio il ficus magnoliensis ultracentenario che fa da sentinella, nel contesto rigoglioso dei giardini del Palazzo, all’ingresso della biblioteca: risalirebbe, secondo la tradizione, ad un trasporto botanico del re Carlo, per dal molosiglio a piazza del plebiscito 81 piazza del plebiscito cupola di san francesco di paola [pp. 66/81] palazzo reale appartamento storico piazza del plebiscito 1 orario: 9-19; domenica 9-20 chiuso mer http//preale.baa.remu na.org www.palazzorealenapoli .it immortalare la nascita dell’erede. Uscendo sulla piazza, a sinistra, palazzo Salerno, abitazione dal 1827 di Leopoldo di Borbone principe di Salerno, è attualmente sede del Comando della regione militare meridionale; sul lato opposto, simmetrico, il palazzo della Foresteria, oggi Prefettura, concepito (1815) per accogliere gli ospiti di riguardo della Casa reale. Nel corso dell’Ottocento, al piano terra, poteva vantare il richiamo della libreria Detken e Rocholl, riferimento storico per la consultazione e la vendita di gazzette e giornali stranieri, archivio ineguagliato di cronache e manoscritti sulla nobiltà napoletana. Chiude il perimetro dell’area la basilica monumentale di San Francesco di Paola. Ferdinando I di Bor- bone, grato per la riconquista del trono dopo la parentesi francese, dedica al santo l’edificio sontuoso, sul luogo dove pochi anni prima gli architetti Laperuta e De Simone avevano realizzato il colonnato di un Foro murattiano prematuramente archiviato. L’architetto svizzero Pietro Bianchi (imprenditore Domenico Barbaja) realizza la fabbrica al centro del porticato, sormontata da una cupola ispirata al Pantheon di Roma; sul timpano triangolare, le statue raffiguranti la Religione, San Ferdinando di Castiglia e San Francesco di Paola. I lavori terminano per la parte esterna nel 1824, ma solo nel natale del 1836 la chiesa viene inaugurata solennemente da papa Gregorio XVI. biblioteca nazionale vittorio emanuele III orario: 9-19; sab 9-14 chiusa dom www.bnnonline.it [pp. 66/80] palazzo salerno piazza del plebiscito [p.81] palazzo della foresteria prefettura piazza del plebiscito 22 [p. 81] san francesco di paola piazza del plebiscito orario: 7.30-12; 15.30-18 festivi 8.30-12.30 [pp. 66/81] san giuseppe 84 san giuseppe a pagina 85 via tribunali metropolitana linea 1 dante - museo - mater dei salvator rosa - quattro giornate - vanvitelli - medaglie d’oro - montedonzelli - rione alto - policlinico - colli aminei frullone - chiaiano – piscinola autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde: 800639525 www.anm.it 201 piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) - savoia - via capodimonte viale colli aminei - via pietravalle - via pansini via semmola - via d’antona via cardarelli trasporti alle pagine 82/83, 84, 86 via santa chiara santa chiara, chiostro taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.cosorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 / trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazioni carabinieri caserma pastrengo via mario morgantini 4 tel 0815515284 polizia di stato questura via medina 5 tel 0817941111 commissariato san giuseppe e porto via san biagio dei librai 85 tel 0815530211 poliziotti di quartiere san giuseppe e porto corso umberto I 23 tel 3492141827 3357851913 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa piazza dante 93 tel 0815643180 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 e3 piazza matteotti - via medina - piazza municipio via san carlo - via nardones via santa caterina da siena piazzetta cariati - via san carlo alle mortelle - piazzetta mondragone - via nicotera piazzetta santa maria degli angeli - via monte di dio via egiziaca a pizzofalcone via serra - piazza trieste e trento - piazza municipio via medina - piazza matteotti r1 piazza medaglie d’oro via menzinger - via suarez via santacroce - via salvator rosa - via pessina - piazza dante - via toledo - via battisti via medina - piazza municipio - via san carlo - piazza municipio - via medina - via monteoliveto - via sant’anna dei lombardi - piazza dante via broggia - piazza museo via salvator rosa - via santacroce - via suarez via menzinger - piazza medaglie d’oro r3 mergellina (funicolare) via mergellina - via girodano bruno - via caracciolo via arcoleo - via acton - piazza municipio - via medina via diaz - via medina - piazza municipio - via san carlo piazza municipio - via acton piazza vittoria - via riviera di chiaia - via giordano bruno via mergellina - mergellina (funicolare) r4 via cardarelli - viale colli aminei - via capodimonte corso amedeo di savoia via santa teresa degli scalzi via pessina - piazza dante via toledo - via battisti via sanfelice - via depretis via medina - via monteoliveto piazza VII settembre - piazza dante - via broggia - piazza museo - via santa teresa degli scalzi - corso amedeo di trasporti www.comune.napoli.it/municipalita2 piazza umberto - corso garibaldi - piazza carlo III via foria - piazza cavour piazza dante - via toledo piazza carità - via battisti via sanfelice - via depretis piazza municipio - via medina via monteoliveto - piazza dante - via broggia - piazza cavour - via foria - piazza carlo III - corso garibaldi - piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) 202 piazza gian battista vico piazza carlo III - corso garibaldi - piazza garibaldi corso umberto I - via depretis via medina - corso umberto I piazza garibaldi - piazza umberto - corso garibaldi piazza carlo III - piazza gian battista vico cs via brin - corso lucci piazza garibaldi - corso umberto I - via duomo piazza museo nazionale piazza dante - piazza carità corso umberto I - piazza garibaldi - via gianturco via reggia di portici - via brin e1 piazza del gesù via sanfelice - via mezzocannone - largo banchi nuovi - via santa chiara - via santa maria di costantinopoli via foria - via duomo - via tribunali - via muzii concezio via colletta - via duomo - corso umberto I - via sanfelice - via monteoliveto - piazza del gesù e2 piazza matteotti - via monteoliveto - via toledo - via concezione a montecalvario vico I montecalvario - via portacarrese a montecalvario via concordia - vico cariati salita cariati - piazzetta cariati corso vittorio emanuele - vico trinità delle monache - via santa lucia al monte - via girardi - via toledo - via battisti piazza matteotti trasporti municipalità 2 (mercato, pendino, avvocata, montecalvario, porto, san giuseppe) piazza dante 93 tel 0817950201 0817950801 sedi distaccate corso garibaldi 394 via san tommaso d’aquino 15 distretto sanitario 51 (avvocata, montecalvario, pendino, mercato, san giuseppe, porto) via de gasperi 55 tel 0812542111 assistenza anziani tel 0812542301 assistenza veterinaria piazza municipio 84 tel 0815510243 0815525967 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche / il quartiere estensione kmq 0,43 abitanti [2001] 5.634 (2.710 maschi; 2.924 femmine) 85 aN ov a .L Vi aS .M I a rin di San Pietro va Ma uo N Via Piazza Bovio Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo e sp Ga e D A. Via ri Vi aC .C olo m bo Via Medin a Um Bonghi Ex convento di Commercio Via A. D epr etis Via G. Brombeis Via Toledo Via Toledo me nti na Ped a Via S. D. Sorbino Via Toledo Via Toledo Vico Ca riati Cor so V . Em anu ele i Vi ad ei Pe lle gr in Via G. Santacroce o o rs Co rto be i ellin B. C Via occi . Cap Via E Vi aD Via alb A. Ca on cc a av ell o om Du del Via Piazza Municipio Chiostro di San Marcellino i ar V.T ni à i no t i s r alad G. P Unive ico II e Via on er Via F. Imbr ia 13 Fed zzocann Me Via n Gi acom o Vi Camera lana oia eo Cata Gi lom Rua vio rto Fla Ba Via San Via Via Sa 10 anfelice Via G. S ile as .B G fi Via a Grif Vi Chiesa dell’Incoronata Archivio di Stato orto di P dile e Piazza S l a de na Chiesa di Santa Maria la Nova i i Via Fiorentin quino . T. D’A Via PVoia S nte di Tappia 8 li tel na Pig ni an o iov i ul arg nG Sa Via G a hiar ta C San Via Piazza 12 G. Matteotti z ia Via A. D San Domenico Maggiore ce ro B. C lbi na V Palazzo Marigliano i ibra ei L 3 io d g a i Palazzo S. B Corigliano Via Via . Ba ttis t n Do Via Chiesa di San Lorenzo i sa d Chie San rio o g Gre eno Arm Nilo Via cido Pla ro eve nS o Via C Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi P. Via a ia S leV l So n stia io ra o tin en l To Vico San Sepolcro Via E. D e Deo Vico Gia Vico Co rdinetto lonne C ariati Vico Cro ce Caria ti 5 sa Chie a nt di Sa iara Ch Palazzo Gravina 11 Piazza Carità o li Nap ranea r e t Sot 9 to t Pe ni Certosa di San Martino ngenio Via 6 7 e oliv nte Mo Via di ari ello Via C. D’E ise Sen Via cca Largo San Martino so or cc o S 12. piazza matteotti [pp.co92/105] Vi 13. incoronata [pp. 107-108I] [pp. 90-92/104-105] sa Chie sù Ge del uovo N Campanile di Pietrasanta n Sa co i e n e m gior 4 o D ag M Piazza Piazza Gesù Nuovo ase Castel Sant’Elmo [pp. 88, 90/104] 11. monteoliveto Via le ni pa i am rard i aC G . Vi aF Vi ce No co Vi aP . Li go rio Fer m stazioni funicolare stazione di mergellina Vico Bianchi n Pig Via G. Co oggi e domani tro ne i stazioni cumana re ndo Sple Via diso Para Vico intorno al 1936 stazioni metro da via mezzocannone a via medina 8. via mezzocannone [p. 103] 9. san giovanni maggiore pignatelli [p. 103] ura 10. santa maria la nova P. Sc 1 rna tra fine ottocento e inizi novecento V Piazza Dante iste funicolare Via Tars ia to Port’Alba ia erc Qu metropolitana le anue af fa ell o seconda metà del settecento [pp. 88, 90/97-98] n 5. via benedetto croce [p. 100] esa ont aM 6. santa chiara [pp. 88,Vi90/100] nni . Ni 7. gesù nuovo [pp. 88/100] ia G 2 C Via cumana 3. via nilo [p. 97] 4. san domenico maggiore San Pietro a Maiella eba tempo libero / shopping nti P o Vic seicento R Anto nio a i Mo V. Em Via le a co [pp. 88, 90/94, 96] Vi ier i ant’ parchi eSgiardini o Cors ...fine cinquecento arti e monumenti de Vico inizio cinquecento... Piazza V. Bellini S San Via S alit Salita toli lit da piazza a T dante a piazza adel rsi gesù nuovo a Sa l o ita rv Ven 1. piazza dante [pp. 89/93]eco t tag2. san pietro a majella on l Sa a Costantinopoli ciot intornoCal acmille a Po nte cor vo Via Bellini legenda ngo rvo co nte Po Via za rdo san giuseppe i colori della storia Vic o Lu ia Mazzini Stazione Marittima Immacolatella Vecchia ‘‘ 88 san giuseppe È dolce sentirsi chiusi nel grembo di queste vecchie fabbriche, vigilati e tutelati dai loro sembianti familiari … [benedetto croce, 1912] storie Dal 1779, con la divisione della città in dodici quartieri, San Giuseppe e San Lorenzo si dividono l’area più antica del centro di Napoli, custodi del patrimonio di identità storica e delle testimonianze plurimillenarie che non smettono di sorprendere e inquietare intellettuali di ogni intonazione, viaggiatori in cerca di avventura, cittadini orgogliosi e disorientati. La città greco romana ‘riemerge’ in spazi inaspettati. Chiese, palazzi, giardini, che le vicende alterne dei secoli hanno risparmiato, si intrecciano all’antico e alle nuove costruzioni e proiezioni in quell’amalgama di struttura urbana, di sonorità, di umori, che distingue indelebilmente la civiltà di Partenope nel teatro globale dell’omologazione in agguato. Il quartiere prende il nome dalla chiesa di San Giuseppe Maggiore (fondata nel Cinquecento dalla Congregazione dei falegnami, restaurata nel 1845 e demolita nel 1934), delimitato a occidente da via Toledo, a mezzogiorno dal vico della Concezione e piazza Municipio (San Giacomo degli Spagnoli [vedi San Ferdinando p. 78]), a oriente da via Medina e via del Cerriglio fino al Pallonetto Santa Chiara, a settentrione da San Pietro a Majella e via Tribunali. È il luogo di elezione del potere secolare e spirituale dei grandi ordini monastici, al di là della strada di Monteoliveto, con le insulae di Santa Maria la Nova, Santa Chiara, Gesù Nuovo, San Domenico Maggiore e San Pietro a Majella. Neapolis, fondata nel secondo quarto del V secolo a.C. sulla collina di Sant’Aniello a Caponapoli, relega infine il vecchio insediamento di Parthenope (localizzata sul promontorio roccioso di Pizzofalcone [vedi Chiaja pp. 1415 e San Ferdinando pp. 64, 65/74]), al nome e al ruolo di Palepolis, cit- tà vecchia. L’impianto urbanistico viene riorganizzato in forme geometriche ortogonali, ancora ben individuabili, con tre assi viari orientati estovest (plateiai, i decumani romani) corrispondenti a via Anticaglia/via Santi Apostoli, via dei Tribunali, via San Biagio dei Librai che, perpendicolari a strade di dimensioni inferiori orientate nord-sud (stenopoi, i cardi romani), delimitano la trama fitta di isolati. Le necropoli più antiche occupano, sul versante orientale, l’area nei pressi di Castelcapuano; su quello occidentale, il perimetro tra piazza Carità e Palazzo Reale, evidentemente sull’asse che collegava Pizzofalcone alla città nuova. Già ‘alleata-navale’ di Roma dalla fine del IV secolo a.C., Neapolis, tenuta a prestare la flotta senza indugi in caso di necessità, abdica definitivamente ad ogni autonomia politica nel corso del I secolo a.C., quando diventa municipium romano a tutti gli effetti, appendice organica della vita politica e militare della capitale. La nuova identità incide evidentemente sull’assetto urbanistico e architettonico, adeguato ben presto ai gusti e alle mode delle elités in ascesa, mentre la città latina si amplia verso sud e sud-ovest. A questa stagione risale il complesso termale di Santa Chiara (I secolo d.C.), inserito nel percorso del Museo dell’Opera di Santa Chiara. storie Le ‘metamorfosi successive dell’antico’ si materializzano, emblematicamente, in due tracce eclatanti, oggi in larga misura estranee al contesto originario: la testa (III secolo d.C.) conosciuta come ‘Donna Marianna’, ’a Capa e’ Napule, collocata sullo scalone di Palazzo San Giacomo [vedi San Ferdinando p. 77-78], e la statua del Nilo (II secolo d.C.), celebre come Corpo di Napoli nel largo omonimo. Nel Cinquecento, il ‘piano urbanistico’ del viceré Pedro de Toledo [vedi San Ferdinando pp. 65-66] sfiora il quartiere: indagini della Soprintendenza Archeologica, in occasione dei lavori per la costruzione della stazione della linea 1 della metropolitana, hanno portato alla luce in piazza Dante materiali di epoca romana e tracciati stradali sovrapposti, con le relative opere di contenimento e terrazzamento, dall’epoca medievale all’età vicereale, insieme alla presenza di una cava di tufo in uso fino all’epoca moderna. Le mura vicereali inglobano parte delle fortificazioni più antiche: Port’Alba (1624) viene realizzata nel luogo dove già esisteva un varco nel torrione trecentesco. Nel 1588 è la volta delle ‘cisterne dell’olio’, accanto all’area del monastero di San Sebastiano (oggi Liceo-Convitto Vittorio Emanuele II), demolite in seguito ma sopravvissute 89 90 monteoliveto fontana ‘di carlo II’ [pp. 90-92/ 104-105] san giuseppe nella memoria della via omonima. L’impianto greco romano del quartiere, imperniato sulla pianta ippodamea della fondazione e sulla continuità di comunità residenti che non hanno mai smarrito del tutto il dna della fondazione, non subisce alterazioni rilevanti: ristrutturazioni e ‘nuove’ costruzioni – come i monasteri di Santa Chiara (1325) o di San Domenico Maggiore (1283, modificato nel Quattrocento dalla dinastia aragonese) – investono in realtà aree e fabbriche già esistenti. Per secoli, le famiglie aristocratiche e la cultura umanistica prenderanno dimora in questo perimetro antico, come documentano ampiamente i ritrovamenti archeologici; gli stessi sovrani aragonesi prediligono la chiesa di San Domenico Maggiore per le ‘arche’, le sepolture della famiglia reale e dei rappresentanti più in vista della corte. Tra fine Settecento e inizio Ottocento, palazzi signorili e botteghe artigiane ‘di lusso’, in primis guantai e librai, aggiungono nuovi tasselli di storia e tradizioni. Il progetto del Foro Carolino (ora piazza Dante, 1757, Luigi Vanvitelli), esedra elegante per la statua equestre del re Carlo di Borbone, si innesta sul largo detto Mercatello, per il mercato settimanale del mercoledì, riservato negli altri giorni a passeggiate a cavallo e lezioni di equitazione. L’intervento di Gae Aulenti per la stazione della metropolitana si innesta su questa eredità. Alla fine del XIII secolo, con la costruzione angioina di Castel Nuovo e del nuovo centro della vita civile e amministrativa della città [vedi San Ferdinando pp. 65/78-79], la piana del largo delle Corregge (via Medina) e la collinetta di Monteoliveto sono interessate da uno sviluppo urbanistico apprezzabile, con palazzi nobiliari ed edifici civili e religiosi (l’Incoronata). Finché, nel periodo francese, all’interno di uno dei chiostri dell’abbazia di Monteoliveto espropriata (1808), si dà avvio al mercato alimentare pubblico. Il monastero, da allora, assumerà le funzioni più disparate: da caserma di fanteria a sede di uffici e di istituzioni culturali (il Real Istituto di Incoraggiamento), come d’altronde il convento di San Sebastiano, sede del parlamento nel 1820 e quello di San Pietro a Majella, Real Conservatorio di Musica dal 1826. Le chiese più antiche, restaurate, San Domenico Maggiore (che assume forme ‘neogotiche’, 18501853), Santa Maria la Nova (che riacquista l’assetto originario rinascimentale, 1859), rinascono, le piazze, dopo l’Unità, vengono ‘arredate’ con monumenti celebrativi (la statua di Dante nell’ex Foro Carolino, la fontana del Nettuno, o Medina, trasferita nel 1898 a piazza 92 palazzo ruffo di bagnara piazza dante 89 [p. 93] san domenico soriano piazza dante 82 orario: 7.15-12; 17-19.30 [p. 93] santa maria di caravaggio piazza dante 94 orario: 7.30; 17-19 [p. 93] san giuseppe Borsa nell’ambito dei lavori del Risanamento), ma la fisionomia del quartiere resiste. Solo nel Novecento l’area caratteristica della Corsea viene demolita per fare spazio al rione Carità: l’‘Alto Commissariato per Napoli e la Provincia alle opere pubbliche’ longa manus urbanistica del Regime, istituisce una commissione con il compito di pianificare gli interventi da realizzare, antefatto del piano regolatore che resterà l’unico riferimento normativo fino al 1972. Archiviate come antieconomiche le opzioni di salvaguardia, nel 1934 prevale la logica della demolizione integrale del tessuto edilizio preesistente (con la conservazione delle sole emergenze artistiche di particolare interesse), con buona pace dei propositi di bonifica e di tutela del territorio. Un programma imponente di riassetto – su un’area di circa 140 mila metri quadrati, delimitata a nord da via Monteoliveto, a ovest e a est da via Toledo e via Medina e a sud da piazza Municipio e Palazzo San Giacomo – interviene su uno dei quartieri più popolari e ‘vissuti’ del centro cittadino; per mettere in opera una cittadella finanziaria moderna firmata dai protagonisti della scena architettonica napoletana e nazionale del tempo, che verrà completata, dopo l’interruzione della guerra, solo negli anni del- l’amministrazione Lauro. Nel maggio 1931 iniziano le demolizioni: con il rione della Corsea, ricco di botteghe e laboratori artigianali, scompaiono due teatri storici (il Nuovo e il Fiorentini), il mercato voluto da Gioacchino Murat nel 1811, la chiesa di San Tommaso d’Aquino (sopravvive il nome in una traversa su via Medina) e la chiesa di San Giuseppe Maggiore, demolita tra il 1934 e il 1936. Risultato: due piazze di nuova concezione, piazza Carità (con il palazzo INA e la sede dell’Ente autonomo Volturno, di Marcello Canino) e piazza delle Poste (piazza Matteotti, con l’edificio di Vaccaro, il palazzo della Provincia e palazzo Troise), e un sistema di interventi complementari, incuneati nei chiostri del convento di Monteoliveto – il palazzo delle Poste, appunto, e l’altro edificio INA (di Chiaromonte) – o distribuiti sul tracciato nuovo di via Diaz, prolungamento di via Sanfelice, con gli interventi, rivalutati dalla critica contemporanea, degli architetti Canino, Chiaromonte, Biasini, Guerra. I coloni della magna grecia si mescolano ai cittadini ‘moderni’ generati dal revival monumentale di ispirazione classica. ‘‘ da piazza dante a piazza del gesù nuovo 93 il palazzo, dal cui balcone io guardo, e che spiega sulla via della trinità maggiore un colossale portone a bugne, è quello che appartenne fino a un’ottantina d’anni addietro alla famiglia filomarino... [benedetto croce, 1912] da piazza dante a piazza del gesù nuovo Piazza Dante, fino al 1757 largo Mercatello [vedi p. 90], diventa il Foro Carolino, in onore di Carlo di Borbone, con il progetto di Luigi Vanvitelli. Un grande emiciclo avvolge su tre lati l’area, che ingloba anche Port’Alba. Ventisei statue sulla balaustra dell’esedra rappresentano le virtù – numerose – del sovrano. Il programma prevede una statua equestre del re, mai realizzata (il bozzetto al centro della piazza viene distrutto nel 1799 dai giacobini, e sostituito con l’‘albero della libertà’). ‘Ridisegnata’ da Gae Aulenti in occasione della apertura della stazione della linea 1 della metropolitana cittadina (2002), ospita oggi una delle ‘stazioni dell’arte’ più ricche: Carlo Alfano, Nicola de Maria, Joseph Kossuth, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, per la committenza generosa della Regione Campania, una sorta di museo ‘metropolitano’ a sé. Luogo di incontri privilegiati, fino al 1912, il primo caffè chantant all’aperto di Napoli, Diodati, caro a Salvatore Di Giacomo, non c’è più. La statua di Dante, spostata lateralmente rispetto alla collocazione ottocentesca, incombe sulla piazza dal 1871; nel 1931 viene aggiunta l’epigrafe All’unità d’Italia raffigurata in Dante Alighieri [vedi p. 89]. Lungo via Pessina: palazzo Ruffo di Bagnara (1660) costruito sulle macerie di una dimora bruciata nei disordini della rivolta di Masaniello (1647); la chiesa di San Domenico Soriano (1619) con il monastero (1675-1680) e il chiostro, oggi fagocitato nelle strutture di metallo e vetro degli uffici dell’anagrafe della città; la chiesa di Santa Maria di Caravaggio (fondata nel Seicento ma ricostruita nel 1757), dove i padri Scolopi dirigevano una scuola po- 94 san michele arcangelo piazza dante 60 [p. 94] conservatorio san pietro a majella via san pietro a majella 6 tel 081 292705 biblioteca lun-giov 9.3013.30 www.sanpietroamajella.it [pp. 88, 90/ 94, 96] san pietro a majella via san pietro a majella orario: lun-giov 7.30-12; ven-sab 18-19.30 dom 10-12 [pp. 88, 90/ 94, 96] piazza dante [pp. 89/93] san giuseppe polare annessa. A conclusione dell’emiciclo vanvitelliano, infine, la chiesa di San Michele Arcangelo (rimodellata da Domenico Antonio Vaccaro tra il 1729 e il 1735), piccolo gioiello del Settecento napoletano, chiusa da tempo. L’esigenza di spostamenti ‘rapidi’ dentro e oltre le mura è all’origine dei pertugi (varchi non autorizzati) nella cinta muraria. Nel 1625 il viceré Antonio Alvarez de Toledo, duca d’Alba, trasforma il pertugium tra largo Mercatello e la città in Port’Alba, il collegamento per le sciuscelle (i frutti del carrubo) dal vicino convento di San Sebastiano. È il regno delle librerie: testi scolastici e universitari, libri di storia locale e d’arte, ‘rarità’ editoriali; nel ‘monumento nazionale’ della libreria Guida, la Saletta rossa promuove da decenni occasioni benemerite di confronto culturale. Via San Pietro a Majella è il prolungamento del decumano maggiore romano, preservato dal tessuto urbano medioevale. Il Conservatorio musicale, nel monastero omonimo, costruito alla fine del XII secolo da Carlo I d’Angiò e dedicato a papa Celestino V (1297, colui che fece per viltade il gran rifiuto, Dante). Se Napoli ha fama di città musicale, lo deve anche all’attività dei conservatori sorti tra il XVI e il XVII secolo: con l’obiettivo di soccorrere i ragaz- da piazza dante a piazza del gesù nuovo 95 96 croce di lucca piazza luigi miraglia orario: 9-13 chiuso dom [p. 96] santa maria maggiore alla pietrasanta cappella pontano via tribunali 16 orario: 9-13 chiuso dom [pp. 96-97] sant’angelo a nilo piazzetta nilo 23 orario: 8.30-12 [p. 97] san domenico maggiore piazza san domenico maggiore 8/a orario: 8.30-12; 16-19 festivi 9-13; 16.3019.15 sala degli arredi sacri orario: ven e sab 9.30-12; 17.30-19 tel 0814104421 [pp. 88, 90/ 97-98] via tribunali campanile di santa maria maggiore [pp. 96-97] san giuseppe zi abbandonati, negli istituti caritatevoli si insegna, insieme al catechismo, il bel canto e la musica; con il passare del tempo, diminuite o cessate le elemosine dei benefattori, gli allievi partecipano a esecuzioni musicali a pagamento, nelle chiese, nei teatri e nelle dimore dei nobili. Da quattro, in origine (Santa Maria di Loreto, Sant’Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini, Poveri di Gesù Cristo, già unificati nel 1808 nel Collegio di San Sebastiano), gli Istituti confluiscono infine, nel 1826, nel Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella, monastero dei frati celestini fino all’esproprio del 1799, celebre per le testimonianze di compositori e musicisti di talento, custodite nella biblioteca voluta nel 1791 da Saverio Mattei e ampliata nell’Ottocento da Francesco Florimo. Nel teatrino, oggi Sala Martucci, si sono esibiti nell’Ottocento i compositori più ambiti, in seguito trasferiti nelle sonorità della Sala Scarlatti, inaugurata nel 1926 da Francesco Cilea, e divenuta sede dal 1948 per oltre quarant’anni dell’Orchestra Alessandro Scarlatti, fino all’assorbimento da parte della Rai, e al definitivo scioglimento (dal 1993 Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti). La chiesa di San Pietro a Majella subisce una radicale trasformazione alla metà del Seicento, adattata ai nuovi canoni estetici del barocco, per poi tornare, agli inizi del Novecento, alle dimensioni gotiche originarie. Nel soffitto a cassettoni dipinti celebri di Mattia Preti (1657-1659). Della decorazione trecentesca ad affresco sopravvivono due cicli e un pannello con l’immagine della Madonna del Soccorso, ex voto di don Giovanni d’Austria, comandante della flotta cristiana vittoriosa a Lepanto (1571). Piazza Luigi Miraglia, sempre molto frequentata, è il varco di accesso al centro antico. Sulla sinistra, il Policlinico della prima facoltà universitaria di medicina, causa delle demolizioni molto discusse dal cenacolo intellettuale animato da Benedetto Croce, del convento e di una parte della chiesa (XVII secolo) della Croce di Lucca. Sulla parte più antica del decumano maggiore, via dei Tribunali, ampliata nel Cinquecento per consentire il passaggio dei cortei vicereali, la rinascimentale Cappella Pontano,“ingemmata di umanistici epitaffi” (Amedeo Maiuri) e, sulla piazzetta (oggi ‘arredata’ dai tavolini di un bar e di un ristorante), la chiesa di Santa Maria alla Pietrasanta (fondata da san Pomponio nel 533 d.C., ristrutturata nel 1653), una delle testimonianze più antiche di Napoli, con il campanile romanico, separato dal corpo della chiesa, databile tra il X e l’XI secolo. Il nome deriva da una pietra, rinvenuta durante i lavori seicenteschi, con da piazza dante a piazza del gesù nuovo una croce incisa e un’iscrizione che le assegnava la facoltà di concedere l’indulgenza plenaria. L’intersezione di via de’ Tribunali con via Nilo costituisce il limite nordorientale del quartiere, alla convergenza, verso Sud, del vicolo detto in antico degli ’mpisi (impiccati), per il passaggio dei condannati a morte dal carcere della Vicaria verso le forche di piazza del Mercato. La regio nilensis era il quartier generale dei mercanti alessandrini, protagonisti dei commerci con l’Oriente. La statua del Nilo (II secolo d.C.), nel largo Corpo di Napoli, recuperata nel XII secolo priva della testa, viene interpretata in principio come figura materna, per la presenza dei numerosi puttini sul corpo, identificati in realtà, nel corso del restauro del Seicento con l’integrazione della ritrovata testa maschile, come simboli del rigoglio delle acque del fiume [vedi p. 89]. Su piazzetta Nilo, piccolo slargo sul decumano inferiore, la chiesa rinascimentale di Sant’Angelo a Nilo ha per committente il cardinale Brancaccio, con il sepolcro in marmo del nobiluomo realizzato da Donatello. Piazza San Domenico Maggiore, ritrovo affollato, giorno e notte, per i bar e la pasticceria di rito, sfogliate ricce o frolle (Scaturchio, dal 1921, trasferita dai locali ottocenteschi di via Toledo), prende il nome dalla ba- 97 98 guglia di san domenico piazza san domenico maggiore [p. 98] palazzo petrucci piazza san domenico maggiore 3 [p. 99] palazzo corigliano piazza san domenico maggiore 12 [p. 99] palazzo sansevero piazza san domenico maggiore 9 cappella sansevero via francesco de sanctis 19 tel 0815518470 www.museosansevero.it orario 10-17.40 festivi 10-13.10 chiuso mar biglietti: intero 6 euro ridotto 4 euro (ragazzi da 10 a 25 anni), 2 euro (scuole), 5 euro (artecard) [p. 99] san giuseppe silica costruita per Carlo I d’Angiò (1283), poi luogo di sepoltura ‘ufficiale’ dei sovrani aragonesi nel Quattrocento [vedi p. 90]. Per la chiesa annessa, Caravaggio dipinge la Flagellazione (1607-1609) commissionata da Tommaso De Franchis (ora al Museo di Capodimonte, per motivi di sicurezza). Il convento delle origini è la casa dei domenicani, sede rinomata dell’Università dove san Tommaso d’Aquino insegna teologia. Dalla sagrestia, dove sul ballatoio sono esposte le ‘arche’ aragonesi, si accede alla Sala degli arredi sacri. In piazza, la guglia di San Domenico immortala il ringraziamento dei fe- da piazza dante a piazza del gesù nuovo deli sopravvissuti (quasi 250.000 vittime, si stima, su una popolazione di circa 450.000) per lo scampato pericolo della peste del 1656. Accanto alla scalinata di accesso della chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa (X secolo, poi trasformata in cappella di San Domenico Maggiore), sorge il palazzo trecentesco di Antonello Petrucci (segretario di Ferrante d’Aragona, condannato a morte per tradimento e decapitato in piazza Mercato, 1486) con il portale marmoreo rinascimentale. Al numero 12 di via San Domenico Maggiore, palazzo Corigliano, costruito nel Cinquecento e acquistato nel Settecento dal duca Agostino Saluzzo di Corigliano, è una delle sedi dell’Università Orientale; segue palazzo Sansevero, dimora leggendaria del compositore Carlo Gesualdo da Venosa, uxoricida per gelosia, e di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, gran maestro della loggia massonica napoletana, alchimista e scienziato (negromante stregone nei racconti popolari), ‘inventore’ dell’aspetto settecentesco – probabile percorso iniziatico per i fratelli massoni – della cappella di famiglia, in via Francesco De Sanctis, sul lato nord del palazzo. Nella Cappella Sansevero, autentico museo della scultura napoletana tra XVII e XVIII secolo, la Pudicizia di Antonio Corradini (1752), il Disinganno di Francesco Queirolo (1754), e il visitatissimo, sorprendente, Cristo velato di Giuseppe Sanmartino (1753). Da via Benedetto Croce (dedicata al ‘nume tutelare’ moderno di tutta l’area, dominus di palazzo Filomarino) ha inizio il decumano inferiore di epoca greco-romana, Spaccanapoli (il panorama da San Martino, dal punto più alto della collina del Vomero, ne svela il significato: come una lama, divide a metà il centro antico), sempre animato e affollato – a Natale è difficile attraversarlo – dagli eredi contemporanei delle botteghe e dei laboratori artigiani, dagli studenti delle vicine università 99 palazzo pinelli via benedetto croce 38 [p. 100] palazzo carafa della spina via benedetto croce 45 [p. 100] palazzo tufarelli via benedetto croce 23 [p. 100] palazzo venezia via benedetto croce 19 [p. 100] palazzo filomarino via benedetto croce 12 istituto italiano per gli studi storici orario: lun-ven 9-13 tel 0815517159 0815512390 fax 0815514813 www.iiss.it [p. 99-100] via benedetto croce palazzo venezia [p. 100] via benedetto croce palazzo carafa della spina, spegnifiaccola [p. 100] 100 santa chiara via santa chiara 49/c orario: lun-dom 7.30-13; 16.3019.30 complesso museale di santa chiara via santa chiara 49/c orario: lun-sab 9.30-17.30 dom 9.30-13.30 biglietto 5 euro ridotto studenti 3,50 euro ridotto artecard 4,50 euro [pp. 88, 90/100] guglia dell’immacolata piazza del gesù [p. 100] palazzo pignatelli di monteleone calata trinità maggiore 53 [p. 100] gesù nuovo piazza del gesù 2 orario: 6.30-12.30; 16.30-19.30 festivi 6.30-13.30; 16.30-19.30 [pp. 88/100] piazza del gesù guglia dell’immacolata [p. 100] san giuseppe (L’Orientale in piazza San Giovanni Maggiore e la Federico II, in via Mezzocannone), dai turisti sorpresi dai palazzi aristocratici, verso la via dei Pastori: Palazzo Pinelli (XVI secolo), palazzo Carafa della Spina (fine Seicento), in bella vista gli ‘spegnifiaccola’ ai lati del portale in piperno, palazzo Tufarelli, con la scala settecentesca costruita sull’antica fabbrica del Cinquecento, palazzo Venezia, con il giardino pensile donato nel Quattrocento da re Ladislao Durazzo alla Repubblica di Venezia. Palazzo Filomarino della Rocca (“Questa augusta magione,/ e d’oro e d’ostro riccamente ornata,/ ove ’n copia le gemme, in copia i lumi/ spargon sì vivi rai…”, Giambattista Vico), ricostruito agli inizi del Cinquecento da Giovanni Francesco di Palma per i principi Sanseverino di Bisognano, è il rifugio, come abbiamo detto, di Benedetto Croce, per quaranta anni, e sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici che ne rinnova ancora il magistero di studi e di testimonianza civile. Il monastero di Santa Chiara risale al 1310, commissione di Roberto d’Angiò e Sancia di Majorca, sarà ristrutturato tra il 1742 e il 1769 da Domenico Antonio Vaccaro, artefice insuperato del chiostro maiolicato, con le riggiole (mattonelle in maiolica) delle panchine e dei pilastri del giardino, che ancora tramandano paesaggi campestri e marini, tralci di foglie nei colori tipici (giallo, azzurro, verde). Il Museo dell’Opera, centro oggi di iniziative culturali e di valorizzazione di grande intraprendenza, ripercorre le vicende del complesso (dalla fondazione alla distruzione rovinosa durante la seconda guerra, alla ricostruzione semi integrale e alla rinascita) e della realtà antica: l’impianto termale romano, ritrovato nel corso di lavori di ristrutturazione, è parte organica del percorso espositivo. In piazza del Gesù, la Guglia dell’Immacolata (1707) rinnova ogni anno la tradizione religiosa dell’8 dicembre, con l’offerta alla Vergine, posta a coronamento, di un fascio di rose. Sullo slargo suggestivo, il palazzo Pignatelli di Monteleone, con il portale di Ferdinando Sanfelice (1718), era abitato nell’Ottocento dalla famiglia del pittore Edgar Degas. La chiesa del Gesù Nuovo occupa gran parte del lato a nord della piazza. Fino al 1547 dimora aristocratica di Ferrante Sanseverino, acquistata in seguito dai Padri gesuiti, viene trasformata in chiesa madre dell’Ordine, dedicata all’Immacolata nel 1601. ‘‘ da via mezzocannone a via medina 103 l’inizio della strada, dal lato di via medina, era un tempo la rampa san bartolomeo, trasformata nelle attuali scalette durante la sistemazione... [gino doria, 1972] da via mezzocannone a via medina Mezzocannone, era il ‘nome d’arte’ della fontana di ‘re mezzocannone’ (del Quattrocento, distrutta) posta nella via Fontanola: l’acqua sgorgava da un cannello di bronzo (generalmente detto ‘cannone’) breve (mezzo…), sovrastato dalla statua di un re. È il regno degli istituti dell’Università Federico II [vedi Pendino, Mercato Porto] e dei musei universitari: di Mineralogia, di Zoologia e di Antropologia, che, insieme al museo di Paleontologia, in largo San Marcellino, formano il Centro Musei delle Scienze Naturali. Da via De Marinis si raggiunge largo San Giovanni Maggiore, con palazzo Giusso (trasformato nel 1791) e la Cappella commissionata nel 1415 da Artusio Pappacoda, Gran Siniscalco di re Ladislao di Durazzo e consigliere della corte angioina, con portale gotico in marmo ric- co di sculture e decorazioni (di Antonio Baboccio da Piperno) e piccolo campanile di inizio Quattrocento, oggi proprietà dell’Università degli Studi l’Orientale, e la chiesa di San Giovanni Maggiore, tra le prime basiliche fondate in città (metà del VI secolo). La vicina via Banchi Nuovi ricorda il luogo in cui, nel 1569, i mercanti oppositori del viceré Pedro de Toledo ricostruiscono le botteghe (i ‘banchi’) distrutte a San Gennaro dell’Olmo dai cannoni di Castel Nuovo in occasione della rivolta del 1547. La strada angusta si apre sulla piazzetta intitolata all’abate Teodoro Monticelli, docente di storia sacra e filosofia morale all’università napoletana, vulcanologo, imprigionato dai Borbone per l’adesione alla Repubblica Partenopea del 1799. Nativo di Lecce, il canonico prende dimora in città al terzo piano di palazzo Penne (1406, via santa maria la nova chiostro di santa maria la nova [pp. 88, 90] 104 centro musei delle scienze naturali università degli studi di napoli federico II via mezzocannone 8 tel 0812537587 real museo mineralogico tel 0812535245 museo zoologico tel 0812535164 sezione di antropologia tel 0812535205 sezione di paleontologia largo san marcellino 10 tel 0812537516 orario: lun-ven 9-13 sab-dom 9-13 lun, giov anche 15-17 biglietti: un museo 2,50 euro; studenti 1,50 euro quattro musei 4,50 euro; studenti 3 euro www.musei.unina.it [p. 103] palazzo giusso e cappella pappacoda università degli studi di napoli l’orientale piazza san giovanni maggiore 30 e 28a tel 0816909403 08169094451 [p. 103] san giuseppe un esempio raro di architettura civile del XV secolo, facciata decorata da elementi catalani e toscani caratteristici dell’interpretazione napoletana della cultura rinascimentale), dove colleziona reperti mineralogici e geologici, poi ceduti al Museo della Regia Università che gli assegna, nel 1808, la cattedra di chimica. L’epigrafe sul portale ricorda la famiglia omonima, che vantava un Antonio segretario e consigliere del re Ladislao di Durazzo, con tanto di stemma di famiglia, piuma e giglio reale. Sul portone in legno (originale) sono incisi i versi del poeta latino Marziale. Pier Paolo Pasolini ambienta qui uno degli episodi del Decamerone. I vicoli si intrecciano senza soluzione di continuità, densi di popolazione. Via Santa Maria dell’Aiuto ha il nome della chiesa costruita nel 1673, grazie alle donazioni dei devoti per la fine dell’epidemia di peste del 1656; custodisce tele di Gaspare Traversi (1749). Santa Maria la Nova risale alla fine del XIII secolo, su un’area donata da Carlo I d’Angiò ai frati minori, ‘nuova’ per distinguerla dalla chiesa originaria demolita per fare spazio a Castel Nuovo. I danneggiamenti di terremoti antichi determinano la ricostruzione nel 1596. Nel soffitto sontuoso, a cassettoni in legno dorato, quarantasei tavole dipinte fra il 1598 e il 1603 mettono in mostra l’opera dei più celebri artisti napoletani dell’epoca. Accanto all’edificio, i due chiostri maggiore e minore del complesso conventuale ospitano oggi, rispettivamente, uffici dell’amministrazione provinciale, e, nella piccola oasi silenziosa di preghiera con scorci suggestivi sul campanile e sulla facciata laterale, l’ingresso al Museo d’Arte Religiosa Contemporanea. Procedendo verso vicoletto Donnalbina, la chiesa di Santa Maria di Donnalbina, restaurata nel 2007: la leggenda (riportata da Matilde Serao) racconta di tre sorelle, innamorate dello stesso giovane, rassegnate infine a prendere i voti e dare vita a tre monasteri, Donna Romita, Donna Regina e Donna Albina. La fondazione risale in realtà al IX secolo, ma la chiesa viene modificata a fine Seicento. All’interno, le tele di Francesco Solimena (1696-1701) e il sepolcro di Giovanni Paisiello (1740-1816) dello scultore Angelo Viva. In via Sant’Anna dei Lombardi, gli orti e i giardini antichi profumati hanno ceduto il passo a un tessuto urbano denso, uno dei luoghi più congestionati di Napoli. In piazza Monteoliveto, ecco la fontana realizzata nel Seicento, su disegno di Cosimo Fanzago (dedicata a Carlo II d’Asburgo), e la facciata della chiesa di Monteoliveto (1411), o Sant’Anna dei Lombardi. Dopo il primitivo insediamento, nel 1581, dove oggi è il civico 44, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi e ai gravi danneggiamenti nel 1798 dell’edificio intitolato alla santa, Ferdinando di Borbone autorizza l’Arciconfraternita dei Lombardi a trasferirsi nell’ubicazione attuale. Durante il regno aragonese, il complesso religioso gode di elargizioni generose e benefici: Alfonso II è un assiduo frequentatore, le famiglie nobili del Regno fanno a gara per costruire cappelle gentilizie preziose. Le statue in terracotta a grandezza naturale (1492, di Guido Mazzoni, scultore modenese) che mettono in scena il Compianto del Cristo morto rappresenterebbero, secondo la tradizione, gli stessi sovrani aragonesi. Oggi il monastero è sede della caserma Pastrengo dei carabinieri, mentre i chiostri sono in parte inglobati nel palazzo moderno delle Poste. Su via Monteoliveto, di fronte la piazza, palazzo Gravina, sede dal 1936 della facoltà di architettura, viene realizzato in forme rinascimentali tra il 1513 e il 1549. Nelle sue stanze lavorano Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio, dipendenti del Ministero delle Reali finanze che, dal 1849, insedia qui i propri uffici amministrativi. da via mezzocannone a via medina Nel 1935 il risanamento del rione Carità [vedi p. 92] muta radicalmente la morfologia originaria dei luoghi. Il palazzo delle Poste ridisegna in forme ellittiche il profilo della piazza Giacomo Matteotti, realizzato su progetto dell’architetto bolognese Giuseppe Vaccaro, con la collaborazione di Gino Franzi, inaugurato, nel settembre del 1936, primo tra gli edifici della “cittadella direzionale” del Regime. Intorno alla piazza, collegata da una gradinata in piperno a via Monteoliveto: il palazzo della Provincia (19341936, di Marcello Canino con Ferdinando Chiaromonte), destinato fin dal principio a funzioni rappresentative, con dieci pannelli del portale in bronzo, decorati a bassorilievo, a celebrare il lavoro, lo sport, la famiglia; la Casa del mutilato, all’incrocio di via Guantai Nuovi con via Diaz, ultimato nel 1940, l’ultimo dei progetti, sottoposti all’approvazione di Marcello Piacentini, dell’architetto Camillo Guerra, destinata ad ospitare l’Associazione Nazionale dei mutilati ed invalidi di guerra (il messaggio celebrativo è affidato qui ai bassorilievi in pietra dell’ingresso monumentale, omaggio agli eroi italiani nelle campagne dell’impero); la Questura e, risalendo via Diaz, il Palazzo degli Uffici Finanziari e dell’Avvocatura dello Stato, inaugurato sul finire del 1937. 105 san giovanni maggiore piazza san giovanni maggiore 29 [p. 103] palazzo penne piazza teodoro monticelli 24 [pp. 103-104] santa maria dell’aiuto vico santa maria dell’aiuto 10 orario: 9-12; 1719.30 [p. 104] santa maria la nova largo santa maria la nova 44 orario: 9-12 arca museo d’arte religiosa contemporanea tel 0815523298 0815521597 [pp. 88-90/104] santa maria di donnalbina via donnalbina orario: 10-12 [p. 104] monteoliveto piazza monteoliveto 44 orario: mar-sab 8.30-12.30 chiuso dom e lun [pp. 90/104] 106 palazzo gravina università degli studi di napoli federico II facoltà di architettura via monteoliveto 3 orario: 8-19 [p. 105] palazzo delle poste piazza matteotti 3 [pp. 92/105] palazzo della provincia piazza matteotti 1 [pp. 92/105] palazzo del mutilato via diaz 58 [p. 105] palazzo degli uffici finanziari e dell’avvocatura di stato via diaz 11 [pp. 105-106] palazzo dell’istituto nazionale assicurazioni piazza carità 32 [pp. 92/105-106] fontana del nettuno via medina [pp. 90/106] san giuseppe Il palazzo dell’Istituto Nazionale Assicurazioni (1933-1938), in piazza Carità, è ancora un progetto di Marcello Canino, uno dei protagonisti delle trasformazioni del quartiere, inserito strutturalmente nel tessuto urbano preesistente a raccordo tra la parte ‘antica’ della piazza e il palazzo degli Uffici Finanziari: il largo della Carità, tagliato da via Toledo, sancisce irrevocabilmente la separazione netta tra l’area del nuovo centro direzionale e il versante verso la Pignasecca, custode, nel bene e nel male, dei tratti urbani originari. Via Medina, in memoria del viceré duca Medina de Las Torres (1637- 1644) – cui si deve la collocazione originaria, ripristinata solo di recente dopo secoli di peregrinazioni, della fontana del Nettuno – è il largo delle corregge (fionde applicate alla punta della lancia) angioino, destinato a giostre e tornei. Sulla strada si susseguono, precedute da edifici moderni come il palazzo della Questura e le strutture alberghiere recenti, luoghi di culto e residenze da un passato illustre. La chiesa di San Diego all’Ospedaletto (1595) sorge sulle fondamenta di un ospedale attivo dal 1514. Poco più avanti i palazzi Giordano e Caramanico testimo- niano la stagione dell’architettura illuminista di Ferdinando Fuga. Nelle vicinanze (la piccola via ne mantiene il nome) una delle istituzioni musicali più importanti della città agli inizi del Settecento: il Teatro di San Bartolomeo (1620), demolito nel 1737 per ordine di Carlo di Borbone (parte dei materiali furono riutilizzati per la costruzione del Teatro di San Carlo), a lungo apprezzato per le rappresentazioni comiche (di cui aveva ‘l’esclusiva’), animato in principio dalle compagnie di comici all’impronto, che improvvisavano su un canovaccio di massima, per poi diventare, a metà secolo, tempio del da via mezzocannone a via medina melodramma ‘serio’. La chiesa di San Giorgio dei Genovesi, preceduta dalla scalinata scenografica commissionata dalla comunità dei mercanti liguri residenti in città alla fine del Cinquecento. Per la sua costruzione viene demolito il teatro La Comedia, primo stabile napoletano. Oggi è l’aula magna dell’Università Parthenope. L’Incoronata, al di sotto del piano stradale attuale, testimonia il livello originario della zona, sopraelevato nel Cinquecento in seguito al riversamento del materiale di risulta prodotto dai nuovi fossati di Castel Nuovo. È l’unica testimonianza dei 107 via monteoliveto palazzo gravina [p. 105] piazza matteotti palazzo delle poste [pp. 92/105] 108 san diego all’ospedaletto via medina 3 orario: lun, mer, ven 8.30-12 [p. 106] palazzo giordano via medina 63 [p. 106] palazzo caramanico INPS via medina 61 [p. 106] san giorgio dei genovesi università degli studi di napoli parthenope via medina 61 [p. 107] incoronata via medina 60 aperta in occasione di mostre e eventi [pp. 90/107-108] pietà dei turchini via medina 19 orario: lun-ven 7.15-12.30; 1719.30 sab 17-19.30 dom 10-13.15; 1819.30 [p. 108] via medina incoronata, porticato [pp. 107-108] san giuseppe numerosi edifici pubblici e privati che animavano nel Trecento il quartiere, nelle immediate vicinanze della reggia angioina. Non abbiamo dati certi sulla costruzione della chiesa, voluta presumibilmente dalla regina Giovanna I d’Angiò a ricordo dell’incoronazione (1352). Ma il titolo dell’edificio sembrerebbe riferirsi alla corona di spine di Cristo, riportata più volte in effige nel portale principale sulla facciata (una reliquia proveniente dalla Sainte Chapelle di Parigi fu donata della stessa Giovanna). Alcuni elementi, tra i quali il porticato che si apre lateralmente alla navata esterna, hanno fatto ipotizzare che l’edificio possa avere ospitato il Palazzo di Giustizia angioino: alla destinazione di tribunale farebbero riferimento i temi di uno dei due cicli di affreschi che decorano volte e pareti dell’interno (del giottesco Roberto da Oderisio, 1340-1343 e 13521354), uno squarcio straordinario sulla vita della corte angioina, animato da nobili napoletani abbigliati di tutto punto secondo la moda del tempo. Nella strada che costeggia l’Incoronata, e ne adotta il nome, tra via Medina e la parte settentrionale del quartiere, negli ultimi decenni dell’Ottocento e ad inizi Novecento, si esibiva uno dei locali-concerto storici del centro, l’Envencible bar, ce- lebre per la mano gigantesca accanto all’insegna, che il proprietario agitava dall’interno nel gesto dell’invito per incuriosire i passanti. La presenza, e persistenza, diffusa ed endemica di bambini in miseria, orfani, ragazzi di strada, induce, tra Cinque e Seicento, la fondazione di istituzioni benefiche deputate all’infanzia diseredata, testimoniata dall’orfanotrofio annesso alla chiesa della Pietà dei Turchini (per il colore delle tuniche degli sventurati), sede di uno dei conservatori musicali della città. Tra gli ospiti della scuola, musicisti del calibro di Scarlatti, Pergolesi, Paisiello. Ancora oggi, a sottolineare la tradizione secolare lusinghiera, la chiesa ospita concerti apprezzati di musica classica. san lorenzo 112 san lorenzo autobus 3s via volta - corso garibaldi (circumvesuviana) - piazza garibaldi (stazione f.s.) corso novara - via arenaccia - rampa del campo - via don bosco - viale comandante umberto maddalena - viale fulco ruffo di calabria aeroporto civile 14 piazza garibaldi (stazione f.s./circumvesuviana) piazza principe umberto - cs via brin - corso lucci piazza garibaldi - corso umberto I - via duomo piazza museo nazionale (m1) - piazza dante (m1) piazza carità r4 via cardarelli - viale colli aminei (m1) - via capodimonte - corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - via pessina - piazza dante (m1) via toledo - via cesare battisti - via guglielmo sanfelice - via depretis - via medina - via monteoliveto piazza VII settembre - piazza dante (m1) - via broggia r5 piazza garibaldi - corso novara - via arenaccia - via sant’alfonso de’ liguori piazza carlo III - via gussone via arenaccia - piazza ottocalli - calata capodichino corso secondigliano - via monte rosa - piazza libertà via del gran sasso - via fratelli cervi - via bakù - via ghisleri - via ciccotti - via labriola - via galimberti stazione scampia (m1) trasporti taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 081555555 - 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 / trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazione carabinieri municipalità 4 via carlo celano 6 tel 0815544968 polizia 113 polizia piazza enrico de nicola 35 tel 0814424911 poliziotti di quartiere via san cosmo fuori porta nolana 44 tel 3357705961 polizia stradale 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 vigili urbani via cesare rosaroll 31 tel 081207644 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 via medina - via monteoliveto - piazza dante (m1) - via broggia 546 piazzetta lieti - via miano - via capodimonte corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - via broggia - piazza cavour - via foria - piazza carlo III - via don bosco - via nuova del campo - via santa maria del pianto - cimitero pietà - via del riposo alibus aeroporto civile - via fulco ruffo di calabria tangenziale (ingresso doganella - uscita corso malta) - piazza nazionale - via ponte di casanova - corso novara - via firenze - via torino - piazza garibaldi (fermata alibus) - corso garibaldi - via nuova marina via colombo - piazza municipio c40 piazza garibaldi - corso novara - corso meridionale via taddeo da sessa - via della costituzione - corso malta - tangenziale - via cardarelli - viale colli aminei (m1) - via capodimonte c47 via tanucci - piazza gian battista vico - via tanucci piazza carlo III - via foria piazza cavour - piazza museo via salvator rosa - via imbriani via salvo d’acquisto - via gigante - via arenella - via piscicelli - via giotto - via niutta - via arenella c56 via tarantini - via del macello - via da maiano - via gaetano bruno - piazza francesco coppola - via taddeo da sessa - via rimini piazza nazionale - via ponte di casanova - corso novara via torino - piazza garibaldi piazza principe umberto - via de nicola - via colletta - corso umberto I trasporti www.comune.napoli.it/municipalita4 corso garibaldi - piazza carlo III - via arenaccia - via filippo maria briganti - via comandante umberto maddalena - via fulco ruffo di calabria (nei giorgi festivi, giunta in via fulco ruffo di calabria prosegue all’interno dell’aeroporto, effettua la fermata al terminal arrivi, indi riprende l’ordinario percorso per via fulco ruffo di calabria) 29 br corso san giovanni a teduccio - via ponte dei francesi - via ponte dei granili - via reggia di portici via volta - via vespucci corso garibaldi (circumvesuviana) - piazza garibaldi - piazza principe umberto - calata ponte di casanova - piazza nazionale 182 via paternum - via quattro aprile - piazza quattro aprile - via san pietro a patierno - via nuovo tempio via francesco de pinedo viale maddalena - via nuova del campo - piazza carlo III - via foria - piazza cavour (m1 e m2) - via broggia 184 viale delle galassie - via dello stelvio - viale delle dolomiti - via monte faito traversa tranvia - via francesco de pinedo - calata capodichino - piazza ottocalli via arenaccia - piazza carlo III - via foria - piazza cavour (m1 e m2) - via broggia 201 piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) piazza principe umberto corso garibaldi - piazza carlo III - via foria - piazza cavour (m1 e m2) - piazza dante (m1) - via toledo - piazza carità - via cesare battisti via guglielmo sanfelice - via depretis - piazza municipio - trasporti muncipalità 4 (san lorenzo, vicaria, poggioreale, zona industriale) via emanuele gianturco 99 tel 0817951321 sedi distaccate - servizi demografici via tribunali 227 tel 081290358 pronto soccorso 118 guardia medica tel 0812549185 081202343 distretto sanitario 53 (vicaria, san lorenzo, poggioreale, zona industriale) piazza nazionale 95 assistenza anziani piazza nazionale 94/E tel 0812549217 0812549219 assistenza veterinaria via chieti 24 tel 0812549603 0812549606 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche / il quartiere estensione kmq 1,42 abitanti [2001] 49.275 (23.319 maschi; 25.956 femmine) 113 alle pagine 110-111 via carbonara san giovanni a carbonara a pagina 112 via san biagio dei librai monte di pietà e Mon te i Fo ria Via P. Colletta o om a B. Puot Vi a Via V. D Via Toledo Via S. D. Sorbino Via G. Brombeis i Pe lle gr in da ndi rto be m U .S Via G I se avare Porta Nolana naio Lavi Via Vi ad ei ri nie o rs Co Piazza del Mercato Piazza . Mare del Carmine Via S. G i l Du ina a S. C Via . Ra rcell a nat mpag Via Ca I de Via i ar V.T tel na Pig ni lo an iov rgiu n G Ga a Sa Via hiar ta C San Via nn zoca Mez Via Via Piazza Nicola Amore . Rossaroll aldi Via C Via F o hesca Vico 3° Duc hesca Vico 4° Duc ancini Via P. S. M A Via chia Vec aria c i V Via rto be Um b Corso Gari Chiesa dell’ Annunziata dia esa e Chi Mont ericor Pio la Mis del Archivio di Stato Chiostro di San Marcellino esca Vico 2° Duch Via M. Postica Via li una Trib i e d Palazzo Cuomo o rs Co Piazza Capuana uzy 8 i sa d Chie San o g rio Gre eno Arm ino sità r alad G. P Unive ico II Via er Fed one o sa Chie a nt di Sa iara Ch Chiesa di San Lorenzo Palazzo Marigliano ai 3 Libr dei gio 2 a i B Palazzo San 1 Corigliano Via Piazza San Domenico Maggiore 10 ale ino ers os t a g oS c Vic nt’A Zec e Sa ino a roc no ost oC g aia A ’ Vic aB ant el o oS a ng Vic ’Arc ant oS Vic n stia ia ise Sen Via 7 Complesso dei Girolamini 6 o eba sa Chie sù Ge del uovo N n Sa co i en ore m i Do a g g M Nilo Via cido Pla ro eve nS S San Via Piazza Dante P. Via Port’Alba 5 Duomo om Du Via o li Nap ranea ter Sot 4 ara Castel Capuano 9 14 Piazza San Francesco Porta Capuana C. M Via Campanile di Pietrasanta Sa Via San Pietro a Maiella glia tica An San Paolo Maggiore le l So poli S. M. a Costantino de Vico Via 11 rna ia ura P. Sc za pien a Sa dell Piazza V. Bellini Piazza Gesù Nuovo n Pig Via stazione di mergellina ndo Sple Via d Para Vico stazioni funicolare Via Via iste stazioni cumana Accademia Belle Arti c uer oQ Vic le anue stazioni metro 17. porta san gennaro nto [pp. 118/136-137] esa ont M i Via inn G. N Via gia Via Brog 12 C Via funicolare 16. san giovanni a carbonara [p. 136] Galleria Principe di Napoli Via Bellini . Em rso V metropolitana rvo co nte Po Via Anto n io a iM cumana onti Chiesa di Santa Maria Donnaregina Incurabili Ruvo Via C. di orv Sa o lit [pp. 120/134] aT ar 13. incurabili [p. 135] s i a Sael giardini o parchi ita rv 14. largo donnaregina [p. 135] co Ven te t n a g o madre [p. 136] lie r 15. museo P i co tempo libero / shopping Vi o iell . AnOspedale S Via Via Car bon i red Loff a Via o ius tin ian i Via Ce sar eR osa rol l ico ca F. Sbellini da piazza . Cor rera a san Vic giovanni a carbonara o Lu ngbellini 11. piazza [p. 133] oa ntbelle 12. accademiaPodi arti ec ng . Lo M a Vi o i on a ar i arti e monumenti Via S. Tommasi 15 rini Porta 17 Settemb San Gennaro Via L. 13 essina Via E. P M S. [pp. 118/130] eM Piazza legenda Mazzini [pp. 116, 118/130-131] 10. porta capuana sù Ge Via oggi e domani calzi intorno al 1936 S egli a Vi 6. girolamini [p. 126] seconda metà del settecento 7. duomo [pp. 127-128] 8. pioVia monte della del Prio rato Noc tra fine ottocento e inizi elle misericordia [p. 128] novecento 9. castel capuano Manda Rosa to Via San Giuseppe de’Nudi Via S. rdi Museo co Gaglia i ArcheologicoV Nazionale V Via G. A. Lettieri Vico dei Lepri ico L. G iril lo V egin nar Don Vico [pp. 116-117/124-125] Piazza Cavour Palazzo Donna Regina Museo MADRE m Duo Via 5. san lorenzo maggiore . Vi lla ri di S an C a C Giov hiesa arb ann on i ara Via 16 C go Lon Vico [pp. 117-1178/124] oli irac iM 4. piazza san gaetano ...fine cinquecento seicento Via Sica V. De Palazzo dello Spagnolo o gan edici Vico M ele fa af ino .R ss o S e ca t ng Lu Mon co Vi da A. Via . [pp. 123-124] o an rsic Ma sa d Tere anta Via S ra ar L Via inizio cinquecento... Via A . Pa u pp .A intorno al mille M Via aG Vi o iol M Materdei da via san Nevedei librai ellabiagio ico dcapuana aV porta ritàlibrai 1. san biagio M. Pudei Salita [pp. 116/121, 123] rdei [p. 122] aditepietà 2. monte Via M 3. san gregorio armeno Piazza Volturno de Via ra er cc ra Ca B. san lorenzo i colori della storia elle Fontan Calata llo t ala M a Calce Vico dell Discesa G. a Vi ina av Gr Chiesa di Sant’Eligio ‘‘ 116 san lorenzo lo stemma del seggio era una y con il motto ‘ad bene agendum nati sumus’. il nome di forcella è connesso al simbolo dello stemma... [gino doria, 1972] storie Compreso tra due decumani e numerosi cardini del tracciato greco [vedi San Giuseppe pp. 88-90], il quartiere si estende per quasi tutto il perimetro della città antica, dal largo delle Pigne (piazza Cavour) a San Biagio dei Librai, al Duomo e Donna Regina fino a Castel Capuano. È il cuore pulsante di un corpo immortale, l’impronta di una storia che non si cancella, concentrazione straordinaria di palazzi aristocratici, chiese, insulae conventuali. Prende il nome del monastero francescano San Lorenzo Maggiore, dove, fino al Cinquecento, era ubicato il Tribunale e, in una sala del complesso, si riuniva il ‘parlamento’ napoletano: i rappresentanti dei Sedili (i seggi nobiliari) e l’Eletto del popolo, il governo municipale del tempo. Sono gli angioini che organizzano la divisione amministrativa in sedili (1268), in continuità con le regiones di età ducale e i tocchi del periodo svevo: un decentramento amministrativo reso necessario dallo sviluppo progressivo della città. Alle assemblee partecipano i rappresentanti delle circoscrizioni presso la corte, in origine in numero di cinque solo di provenienza aristocratica, ai quali si aggiunge in seguito un eletto detto del Popolo, nominato dai cittadini in nome delle ventinove ottine in cui si ripartiva Napoli. Il sedile di Nido, San Lorenzo, è tra i più antichi della città, riconosciuto istituzionalmente nel XIII secolo da Carlo I d’Angiò, abolito, nel 1800 da Ferdinando IV di Borbone, insieme ad altri cinque, reo della diffusione delle idee rivoluzionarie. Il tracciato delle mura greche, nella parte nord-orientale, seguiva il percorso delineato dalle attuali via Maria Longo, via Settembrini, via Costa, via Colletta. Siamo in piena Neapolis, nel perimetro di mura difensive che inglo- ba una superficie irregolare protesa verso il mare. Isolata naturalmente da corsi d’acqua e valloni, l’area viene ‘messa in sicurezza’ da opere di terrazzamento in corrispondenza delle vie principali – come si osserva ancora percorrendo la zona archeologica di San Lorenzo Maggiore, con un muro a blocchi di tufo di grandi dimensioni, orientato est-ovest. Dell’età greca si sono individuati gli edifici di culto dell’acropoli a Sant’Aniello a Caponapoli – ricca di materiali votivi, testine e busti femminili, oggetti in terracotta, indizi di un tempio dedicato probabilmente a Demetra, tra IV-III secolo a.C. – insieme a blocchi murari di tufo che cingevano la zona settentrionale della collina. La fortificazione del V secolo a.C. e il rafforzamento del secolo successivo sono inglobati infine dalle mura di età angioina all’inizio del Trecento. La Neapolis romana vantava un foro doppio, diviso in due dal decumano (via Tribunali). Gli edifici pubblici, i teatri e il tempio dedicato ai Dioscuri sono separati dalla zona del mercato pubblico, più a sud (il macellum, mercato alimentare coperto, visibile nell’area sotterranea di San Lorenzo Maggiore). Del teatro – in via Anticaglia, procedendo verso sinistra si osservano due arcate in laterizio che cavalca- storie no il decumano superiore e si addossano all’emiciclo dell’edificio, probabilmente per sostenere la spinta del teatro, oggetto di ristrutturazioni già in età antica – sopravvivono parte della gradinata e delle strutture che la sostenevano. In età flavia, le fonti ricordano l’esibizione di Nerone, applaudita fragorosamente dal pubblico di intenditori, proseguita ad oltranza malgrado un terremoto consistente. Neapolis ha fama a Roma di città otiosa, luogo di riposo, contese poetiche e atletiche, ristoro e rifugio dalle imprese politiche e militari. Il poeta latino Stazio, di origini napoletane, la descrive alla moglie – restia a seguirlo in città – palpitante di vita e popolazione, dal suolo florido, inverni miti e estati temperate, mare tranquillo: una vita serena, imperniata su educazione e consuetudini piuttosto che sui vincoli rigidi della legge e le ansie militari, panorami di incanto, edifici sontuosi, la dignità romana ben condita dalla ‘licenziosità’ dei greci. Per le aree riservate alla vita pubblica, con grande probabilità, non c’è soluzione di continuità tra insediamento greco e romano. Piazza San Gaetano corrisponde in parte al Foro della città, mentre la chiesa cinquecentesca di San Paolo Maggiore sorge sul tempio romano dei Dioscuri (I secolo d.C.), trasformata, in- 117 118 piazza girolamini chiesa dei girolamini [p. 126] san lorenzo torno all’VIII d.C., in tempio cristiano dedicato a san Paolo, sulla medesima pianta dell’edificio originario. Nell’interregno normanno la città si apre all’entroterra. La fortezza di Castelcapuano, concepita da Guglielmo il Malo a sostituzione dei fortilizi di età bizantina, al limitare del decumano maggiore nei pressi della via che portava a Nola, va a presidiare le mura all’altezza di porta Capuana, dando avvio a lavori di bonifica dell’intero comprensorio. Con la dinastia angioina, il centro antico assume sempre più marcatamente una connotazione conventuale e religiosa, con l’urbanizzazione parallela di molte aree occupate in precedenza da orti e campi. I sovrani di Aragona, anche a causa delle ostilità con Venezia (1483), insieme all’ampliamento delle mura, dispongono l’apertura dei cantieri ad oriente: porta Capuana, accanto al castello, viene spostata verso la chiesa di Santa Caterina a Formiello, includendo la fortezza nel sistema difensivo delle mura; lungo il limite nord occidentale, tra Cinquecento e Seicento, si stagliano le mura vicereali, con porta San Gennaro, porta di Santa Maria di Costantinopoli, Port’Alba. La crescita demografica vistosa, il numero crescente di conventi che occupano interi isolati nel cuore di Napoli e il conseguente sovraffolla- mento dei borghi sorti al di là delle mura, inducono il viceré Pedro da Toledo – nell’ambito del piano di riorganizzazione urbanistica della città [vedi San Ferdinando pp. 65-66] – ad emanare ‘prammatiche’ vincolanti, ovvero leggi per regolamentare la possibilità di costruire o modificare edifici preesistenti, per disciplinare finalmente l’espansione della città e impedire costruzioni a ridosso delle mura (pomerium), per evidenti motivi strategici. I risultati sono modesti: la densità abitativa cerca sfogo in tutte le direzioni, apre varchi nei cavalcavia (fondaci) e nelle mura dei conventi che, divieti o no, continuano a espandersi. Su questa struttura ‘religiosa’ vastissima, nel corso dell’Ottocento, interviene lo Stato, riorganizzando spazi e funzioni in stretta connessione con le soppressioni degli Ordini – iniziate già a fine Settecento dai Borbone, proseguite con i francesi (1808), fino all’epilogo dell’Unità (1866) – [vedi San Giuseppe p. 104]. Nell’intermezzo francese, intanto, vengono demoliti gli isolati che ostacolavano il collegamento da porta San Gennaro a via Foria, abbattuto il bastione sul largo delle Pigne (piazza Cavour), sterrato il giardino degli Incurabili, per dare spazio (con la direzione di Stefano Gasse, 1810) alle costruzioni moderne che, con la chiesa contigua di Santa Maria del- 120 san lorenzo le Grazie a Toledo, testimoniano ancora l’intervento. Un collegamento fra Toledo e via Foria era già in progetto in epoca borbonica. Le ‘Fosse del grano’, i depositi annonari della città, non avevano più ragione d’essere con la costruzione del grande edificio dei Granili alla Marina. Dal 1853 si dà avvio alle indagini per la demolizione, ma solo nel 1876 inizia la costruzione della Galleria Principe di Napoli (1883): un passaggio pedonale coperto in ferro e vetro, primo esperimento in città (precede di quasi dieci anni la Galleria Umberto I), riecheggia nell’ingresso principale la facciata monumentale del Palazzo dei Regi Studi (Museo Archeologico Nazionale). Sui suoli ricavati dalla soppressione delle Fosse del grano, e dall’abbattimento della porta di Santa Maria di Costantinopoli (1852), sono realizzate abitazioni borghesi (in stile neorinascimentale), il teatro Bellini e l’Accademia di Belle Arti (Errico Alvino), incorporando il convento di San Giovanni Battista delle Monache. Il tessuto urbano interessato, a partire dal 1863, assume i tratti anche giuridici del nuovo ‘rione’ Museo. Anche l’apertura di via Duomo è portata a compimento dopo l’Unità, pur prefigurata, nelle intenzioni, durante il regno di Ferdinando II, nel 1839 e, nel 1860, da Francesco II di Borbone per 60 palmi di larghezza di collegamento con il vescovato: il progetto, affidato a Luigi Cangiano e Antonio Francesconi, bloccato dalla rivoluzione delle condizioni politiche, viene confermato da un decreto di Garibaldi, con l’allargamento di uno dei cardini del tracciato greco, limitato al lato in direzione del mare (portato a compimento fino a Forcella). Nel marzo 1861, il Municipio bandisce l’appalto dei lavori per il tratto che collega al vescovado, terminato nel 1868. Il prolungamento fino a via Vicaria Vecchia viene terminato nel 1870, mentre il completamento e il collegamento con via Marina saranno realizzati nel quadro delle opere del Risanamento [vedi Pendino, Mercato, Porto]. Le preesistenze urbane sono in larga misura preservate, con l’eccezione vistosa, presso Capo Napoli, dell’insediamento del Policlinico: tra le denunce e l’indignazione dei paladini della tutela della memoria storica – in particolare del gruppo di intellettuali della rivista “Napoli Nobilissima” – [vedi San Giuseppe p. 96], le demolizioni cancellano ogni traccia del complesso di San Gaudioso e dei conventi di Sant’Andrea delle Dame, Santa Maria della Sapienza e della Croce di Lucca, preservando esclusivamente le chiese. ‘‘ da via san biagio dei librai a porta capuana 121 sorgeva qui con fronte sulla piazzetta ... l’edificio del seggio di capuano, uno dei più potenti e anche dei più prepotenti dei cinque seggi nobili napoletani... [gino doria, 1972] da via san biagio dei librai a porta capuana Il nome di via San Biagio dei Librai, il decumano inferiore di Neapolis, viene dal santo cui era dedicata una piccola chiesa (XVII secolo), ormai chiusa da tempo (1980), accanto a quella di San Gennaro all’Olmo – la prima consacrata a san Gennaro, ‘all’olmo’ per l’albero ai cui rami i vincitori delle giostre appendevano corone di alloro, secondo la leggenda accanto all’abitazione del patrono. Venerato per la sua virtù taumaturgica, difendere la gola da tutti i possibili malanni, il busto del santo è oggi esposto nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, più avanti sulla strada. ‘Dei Librai’ per i padri che la custodivano, esperti in questa arte, come ricorda la scritta su palazzo Marigliano: “Qui presso la casa di San Gennaro ... sorgeva la basilica augustale ... e qui ... ebbe origine l’arte dei maestri librai”. Al numero 31, un’al- tra iscrizione ricorda che “in questa cameretta nacque il XXII giugno MDCLXVIII Giambattista Vico. Qui dimorò fino a diciassette anni e nella sottoposta piccola bottega del padre libraio usò passare le notti nello studio vigilia giovanile della sua opera sublime”. La strada è un seguirsi di palazzi e di edifici religiosi. Il palazzo Carafa di Montorio è rinnovato intorno al 1540 dal cardinale Carlo Carafa, unione di due edifici preesistenti, danneggiato da un incendio nel 1944. Palazzo Carafa Santangelo (1466, la data è incisa sul portale), proprietà di Diomede Carafa duca di Maddaloni, umanista e collezionista legato alla corte fiorentina, era in antico una sorta di museo di scultura; la testa di cavallo in bronzo nel cortile, omaggio al gentiluomo di Lorenzo il Magnifico, verrà trasferita san gennaro all’olmo via san biagio dei librai 118 [p. 121] palazzo carafa di montorio via san biagio dei librai 8 [p. 121] palazzo carafa santangelo via san biagio dei librai 121 [p. 121] 122 san nicola a nilo via san biagio dei librai 10 orario: mar-sab 2020.30 [p. 122] santi filippo e giacomo via san biagio dei librai 118 orario: lun-sab 8.30-11.30; 16.45-18.45 dom 9-12 [p. 122] monte di pietà via san biagio dei librai 114 museo del monte di pietà orario: sab 9-19 dom 9-14 ingresso gratuito tel 0815807245 0817913245 fax 0817913539 [p. 122] palazzo capua marigliano via san biagio dei librai 39 soprintendenza archivistica per la campania tel 0814935501 fax 0815517115 www.archivistica-na.it [email protected] [p. 122] san lorenzo al Museo Nazionale (ora esposta nelle sale della stazione Museo della linea 1 della metropolitana) e sostituita da una copia in terracotta quando il palazzo passa al marchese Francesco Santangelo (1813). In uno dei punti più animati della strada, tra botteghe di artigiani e ‘bancarelle antiquarie’ dove è possibile acquistare oggetti più disparati, ecco la chiesa di San Nicola a Nilo (XVII secolo), nata insieme a un ‘ritiro’ per fanciulle per iniziativa di uno ‘zafferano’ (droghiere) che, dopo la rivolta di Masaniello (1647), aiuta gli orfani e i bambini abbandonati: il santo in questione, vescovo di Mira, è non per caso il protettore dei bambini e degli orfani, nonché patrono dei droghieri. L’edificio attuale risale alla ristrutturazione del 1705, affidato alla comunità di Sant’Egidio. A testimonianza ulteriore dell’impronta artigiana operosa e caritatevole dell’area, Santi Filippo e Giacomo (1593, ma ricostruito nel 1758, Gennaro Papa, sede temporanea di San Gennaro all’Olmo, in restauro) è il tempio della Corporazione dell’Arte della seta, con conservatorio per le orfane e le figlie di artigiani in difficoltà. Sul pavimento in cotto, al centro, lo stemma della Corporazione; in facciata, sculture settecentesche in stucco di Giuseppe Sanmartino (San Filippo e San Giacomo) e di Giuseppe Picano (la Religione e la Fede). Poco oltre è il Monte di Pietà (1597-1602, Giovan Battista Cavagna), istituito nel 1539 per soccorrere prigionieri, insolventi incarcerati, giovani in difficoltà e, soprattutto, per prestiti senza interessi, in cambio di ‘pegno’, destinato all’asta se la somma non fosse restituita entro due anni; dal 1584 svolge anche funzioni di banca. Sulla facciata le statue di Pietro Bernini (padre del più famoso Gianlorenzo), la Carità e la Sicurtà, sul timpano, la Pietà di Michelangelo Naccherino e due Angeli di Montani. L’interno è decorato da stucchi e affreschi (1601-1618, Storie della Passione di Belisario Corenzio con Battistello Caracciolo), con i ritratti di Carlo di Borbone e della regina Maria Amalia di Sassonia. Il Museo espone dipinti, paramenti, arredi sacri, suppellettili dal XVII al XIX secolo. Il palazzo di Capua-Marigliano (1512-1513) è il ritrovo dei complotti aristocratici antispagnoli (la congiura di Macchia dal nome di uno dei congiurati, 1701). Ospita ancora una delle tipografie storiche della città, e, al piano nobile, la Soprintendenza Archivistica per la Campania. In origine palazzo di famiglia del da via san biagio dei librai a porta capuana marchese di Volla, il Divino Amore viene trasformato in monastero nel 1660 dalla figlia Beatrice. La chiesa (1700-1708) ampia e luminosa, ricca di stucchi, conserva in parte il pavimento settecentesco maiolicato a fiori e conchiglie (Ignazio Chiaiese). All’altezza di palazzo Marigliano, San Biagio dei Librai incrocia San Gregorio Armeno, la strada ‘natalizia’ per eccellenza. È il regno dell’artigianato presepiale: pastori storici e ‘contemporanei’, scogli (la scena in sughero in cui far ‘vivere’ le figure), edifici, accessori (anche i più minuti e imprevedibili)... A inizio del percorso, sempre animato da visitatori e turisti, palazzo Mormando (inizio XVI secolo), attribuito all’architetto Giovanni Francesco Mormando, viene acquistato dalle monache ‘imprenditrici’ del vicino convento di San Gregorio per ricavarne stanze da affittare ad artisti e viaggiatori. Il complesso monastico di San Gregorio – con il cavalcavia caratteristico che collega alla struttura di San Pantaleone, poi trasformato in campanile – viene costruito, nell’VIII secolo, per le monache basiliane sulle rovine del tempio pagano dedicato a Cerere Attica, e de- 123 divino amore via san biagio dei librai 84 orario: mar e giov 7.30-8 [p. 123] palazzo mormando via san gregorio armeno 28 [p. 123] san gregorio armeno via san gregorio armeno 44 chiostro piazzetta san gregorio armeno 1 orario: lun-sab 9.30-12; dom 9.30-12.30 [p. 123] via san biagio dei librai ospedale delle bambole [pp. 116/121-123] 124 san lorenzo maggiore piazza san gaetano e via dei tribunali 316 complesso monumentale di san lorenzo maggiore orario: lun-sab 9.30-17.30 dom 9.30-13.30 biglietti: 5 euro ridotto 3 euro (meno di 18 e oltre i 65 anni) tel 0812110860 fax 0814421180 info@sanlorenzomaggiore .na.it www.sanlorenzomaggiore .na.it [pp. 116-117/124] san lorenzo dicato al santo nel 1205. In seguito alle disposizioni del concilio di Trento, la chiesa viene ricostruita tra il 1574 e il 1580 (Giovan Battista Cavagna). Negli stessi anni viene terminato il soffitto straordinario a cassettoni, commissionato dalla badessa Beatrice Carafa al pittore fiammingo Teodoro d’Errico e a Giovanni Andrea Magliulo: nei venti scomparti, con intagli dorati e decorazioni dipinte, storie dei martiri di cui il convento custodisce le reliquie. A fine Seicento Luca Giordano decora la chiesa con affreschi luminosi. Dalla piccola piazza si accede al chiostro suggestivo e al convento, con una rampa di scale decorata da affreschi di Giacomo del Po, al centro una fontana barocca con delfini, maschere e cavalli marini, e sculture, a dimensione naturale, di Cristo e la Samaritana (Matteo Bottigliero), con annessi refettorio e forno antico (si dice che le monache, celebri per le ‘sfogliatelle’, fossero cuoche sopraffine). Al termine della strada, il monastero di San Lorenzo Maggiore, da cui il nome del quartiere, è la sede del tribunale (fino al XVI secolo) e del ‘parlamento’ napoletano [vedi p. 116]. Sul campanile, gli stemmi dei Sedili, dal centro, dopo le insegne coronate della città, in senso orario: Nilo, Porto, Portanova, Popolo, For- cella, Montagna e Capuana. Opera capitale dell’architettura gotica francese, costruita intorno al 1270 da Carlo I d’Angiò in luogo di una basilica paleocristiana precedente, nella zona absidale la cappella Barrile conserva parte degli affreschi di stampo giottesco. Tra i monumenti in marmo, i sepolcri di Caterina d’Austria (1323-1325), di Tino da Camaino e di Ludovico Aldomorisco (1421), ammiraglio del Regno e consigliere di re Ladislao di Durazzo, di Antonio Baboccio da Piperno. Qui, il sabato santo del 1336, Giovanni Boccaccio incontra Fiammetta, e, pochi anni dopo (1343), Francesco Petrarca è ospite dei francescani, in missione diplomatica per conto di Roma. Nel 1799, in una sala del monastero, il generale francese Championnet proclama la nuova era rivoluzionaria, destinata a fine prematura, della Repubblica napoletana. Nell’area archeologica di San Lorenzo Maggiore è riemerso il macellum (mercato alimentare) della città romana, articolato in due piani, con le botteghe e l’erario, uno squarcio ancora integro nella identità antica di Neapolis. All’incrocio tra le vie Tribunali e San Gregorio Armeno, la piazza vigilata dalla statua in bronzo di San Gaetano da Thiene (1737, tra i santi da via san biagio dei librai a porta capuana protettori della città), nel baricentro del tessuto urbano delle origini, con l’agorà greca e il foro romano, il tempio dei Dioscuri, il macellum e, poco lontano, il teatro e l’odeion [vedi p. 117]. Il tempio pagano dei Dioscuri si trasforma nella chiesa dedicata a San Paolo nell’VIII secolo, mantenendo il pronao del tempio classico (sono ancora visibili le due colonne addossate alla facciata). Passata ai Teatini, assume a fine Cinquecento (Francesco Grimaldi, Giovan Battista Cavagna), l’aspetto barocco sontuoso che la conno- 125 chiesa di san paolo maggiore piazza san gaetano 76 e via san paolo 4 orario: lun-sab 9-13 santuario di san gaetano orario: 8-12; 17-19 [pp. 117/125-126] piazza san gaetano san lorenzo maggiore [pp. 117/124-125] 126 napoli sotterranea piazza san gaetano 68 orario: lun-ven 12; 14; 16 sab dom e festivi 12; 14; 16; 18 durata: un’ora e mezzo circa biglietti: 9,30 euro studenti e insegnanti 8 euro tel 081296944 [email protected] [p. 126] palazzo di filippo d’angiò via tribunali 339 [p. 126] santa maria del purgatorio a arco via tribunali 39 orario: 9-13 dom 9.30-13 museo e ipogeo orario: sab 1012.30 biglietti: 2 euro [p. 126] san lorenzo ta, trionfo di marmi colorati e intarsiati. Il chiostro con pianta rettangolare, oggi sede dell’archivio notarile (XVI secolo), si sviluppa intorno a un pozzo che, secondo la tradizione popolare, offriva l’acqua più fresca di tutta la città. A sinistra dell’edificio, si accede ai meandri della Napoli sotterranea, un percorso sorprendente attraverso cunicoli e cisterne, diramazioni dell’acquedotto augusteo del Serino, gallerie e rifugi dei tempi di guerra. Su via Tribunali, il palazzo di Filippo d’Angiò è la residenza (1295) temporanea di Filippo di Valois, figlio di Carlo II d’Angiò, in attesa che terminino i lavori della nuova dimora accanto alla reggia angioina, Castel Nuovo. Poco più avanti, la chiesa di Santa Maria del Purgatorio a Arco, sorta nel XVII secolo per volere della Congregazione omonima, ancora attiva, dedita alla raccolta di elemosine per messe in suffragio dei defunti: un emblema barocco dell’immaginario funebre d’Occidente, del culto per le anime dei morti ‘anonimi’– condannato dalla Chiesa ma da sempre molto sentito – testimoniata dal celebre cimitero ipogeo (sotterraneo) e dai teschi in bronzo sulle colonnine di piperno all’esterno dell’edificio. Proseguendo lungo via Tribunali, la chiesa dei Girolamini, (1592), parte del complesso religioso dell’Ordine degli Oratoriani, ingresso principale sulla vicina via Duomo. Nel monastero, da non perdere, i chiostri ‘piccolo’ e ‘grande’, detto ‘degli aranci’ per l’agrumeto – reimpiantato e restituito al rigoglio originario – vanto dei monaci dalla fondazione; la biblioteca straordinaria e la Quadreria con opere barocche dalle collezioni antiche del monastero. Nella chiesa, dove riposa Giambattista Vico, l’affresco della controfacciata (sull’ingresso) di Luca Giordano (1684), la Cacciata dei mercanti dal Tempio. Sul lato opposto del largo, accanto alla piccola chiesa di Santa Maria della Colonna, chiusa, l’edificio che ospitava il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, nato sul finire del XVI secolo, in un momento di grande crisi economica e povertà, per dare ricovero e insegnare un mestiere agli orfani, dal Seicento orientato verso lo studio della musica. I figlioli, circa cento, organizzati in gruppi (le paranze) e ‘reclutati’ per accompagnare le processioni e le funzioni religiose in tutto il territorio, divengono fonte di reddito consistente per il Conservatorio. Da metà Seicento, gli allievi più abbienti e dotati pagano una retta per studiare con maestri celebri: tra gli altri, Giovan Battista Pergolesi da via san biagio dei librai a porta capuana (1710-1736) promosso in pochi anni capoparanza dei violini. Soppresso nel 1743, trasformato in seminario arcivescovile, nel 1865 l’edificio diventa caserma, poi collegio municipale, per tornare infine alla Curia nel 1887. Su via Duomo, la Cattedrale della città, dedicata alla Madonna Assunta, costruita per volere di Carlo I d’Angiò alla fine del XIII secolo in un’area già occupata dalle più antiche basiliche della Stefania e di Santa Restituta. La costruzione si prolunga durante gran parte del regno angioino, oggetto di continui ri- facimenti, nel corso dei secoli, che documentano l’alternarsi di stili e culture diverse. Nella cappella commissionata dall’arcivescovo Filippo Minutolo, del Trecento, Boccaccio ambienta la novella di Andreuccio da Perugia del Decamerone. Tra gli interventi successivi, il Succorpo rinascimentale realizzato nel Cinquecento per il cardinale Oliviero Carafa. Ambiente esemplare del barocco napoletano, la Cappella del Tesoro di San Gennaro, custodisce, insieme ai manufatti e agli arredi preziosi del Museo, le reliquie del Patrono, l’ampolla che rinnova gli 127 girolamini piazza girolamini 107 via duomo 142-144 chiesa chiusa per restauro biblioteca orario: 9-13 pre festivi 9-12 (solo cataloghi e volumi in deposito) chiusa agosto quadreria e chiostri orario: 9.30-12.30 chiusi agosto e festivi ingresso gratuito [p. 126] duomo via duomo 147 orario: 8-12.30; 16.30-19 dom 8-13.30; 1719.30 area archeologica orario: 9-12; 16.30-19 festivi e prefestivi 9-12 museo del tesoro di san gennaro via duomo 149 orario: 9-18 chiuso lun biglietti: 7 euro tel 0813723712 www.museosangennaro .com [pp. 127-129] via duomo chiostro grande dei girolamini [p. 126] 128 pio monte della misericordia via tribunali 253 tel 081446944 orario: 9-14.30 info@piomontedellamise ricordia.it www.piomontedellamise ricordia.it annunziata via dell’annunziata 35 orario: 7.30-12; 16.30-19.30 domenica 7.30-13 [p. 128] san lorenzo auspici del miracolo dello scioglimento del sangue (19 settembre). Gli scavi archeologici del Duomo nel sottosuolo, anche qui, introducono a preesistenze di età greca e romana. La facciata, completata solo nel tardo Ottocento, su progetto dell’architetto Alvino, in forme neogotiche di ascendente toscano, conserva la decorazione scultorea del periodo medioevale dei tre portali, opera di Antonio Baboccio da Piperno (1407); al centro, la lunetta con il gruppo trecentesco della Madonna con Bambino, di Tino da Camaino. Di nuovo su via Tribunali, all’altezza di piazzetta Riario Sforza – al centro la Guglia di San Gennaro (ex voto per l’eruzione del Vesuvio del 1631) con la statua di Tommaso Montani (realizzata in origine per la tribuna della Cappella del Tesoro, nel 1620) – l’edificio/museo e la chiesa del Pio Monte della Misericordia, appendice seicentesca dell’omonima istituzione benefica di antica tradizione assistenziale e caritatevole, ancora particolarmente attiva nelle iniziative generose di solidarietà e promozione culturale: sull’altare maggiore, al centro di una raccolta di dipinti pregevoli, le Opere di Misericordia (1606) di Caravaggio, manifesto grandioso dei valori dei committenti e dell’identità umana più profonda della città. Palazzo Ricca, a seguire, dal 1819 è sede dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Acquistato nel 1616 dal Sacro Monte e Banco dei Poveri istituzione (1563), che garantiva pegni senza interesse a favore dei carcerati per debiti e delle loro famiglie – nel 1632 il Banco diventa banco pubblico – nel 1819, per decreto di Ferdinando I di Borbone, viene destinato ad ‘Archivio Generale’ dei documenti degli antichi banchi (il Banco dei Poveri, i Banchi della Pietà, dell’Ave Gratia Plena o Annunziata, di Santa Maria del Popolo o Incurabili, dello Spirito Santo, di Sant’Eligio, di San Giacomo e Vittoria, del Santissimo Salvatore). La Santa Casa dell’Annunziata, oggi ente ospedaliero, ospita schiere di “figli della Madonna” (bambini frequentemente abbandonati alla nascita nella ‘ruota’ del convento, affidati alla protezione della Vergine) fino alla fine degli anni Settanta del Novecento. Costruita dalla congregazione dell’Annunziata nel 1318, la chiesa beneficia nel 1343 delle sovvenzioni di Sancia, consorte di Roberto d’Angiò, all’origine del conservatorio delle esposte, dell’ospizio dei trovatelli e dell’ospedale. Dopo l’incendio del 1757, Luigi Vanvitelli è incaricato del restauro (terminato dal figlio Carlo, 1782). 129 via duomo cattedrale [pp. 127-129] 130 castelcapuano via enrico concezio muzy piazza enrico de nicola orario: lun-ven 918.30 biblioteca alfredo de marsico lun-ven 9-13 tel 081269416 [pp. 116-118/ 130-131] piazzetta riario sforza guglia di san gennaro [p. 128] da via san biagio dei librai a porta capuana san lorenzo Al termine dell’itinerario, Castelcapuano, di origini incerte, attribuito a Guglielmo il Malo intorno al 1165, sostituisce probabilmente un fortilizio di epoca bizantina, in una zona pianeggiante ad occidente della città – il cosiddetto campus Neapolis – allo sbocco dell’arteria principale del decumano maggiore. Con la nascita della nuova residenza [vedi pp. 116, 118], tutta l’area limitrofa diventa oggetto di opere di bonifica radicali, preludio delle trasformazioni e dell’ampliamento significativo del perimetro urbano. Con l’avvento della dinastia aragonese, ormai inglobato nella nuova cinta muraria – di cui restano ampie testimonianze in Porta Nolana, Porta Capuana e nei torrioni rivestiti di piperno di via Rosaroll – il castello perde ogni funzione militare per trasformarsi in residenza reale, sede di cerimonie mondane e vita di corte. Nel Cinquecento, il viceré Pedro de Toledo riunisce nella fortezza ristrutturata i Tribunali napoletani (la Gran Corte della Vicaria – quattro ‘ruote’, due civili e due penali – il Sacro Regio Consiglio – votato in esclusiva alle cause civili principali del Regno – la Regia Camera della Sommaria – con competenze finanziarie e fiscali – il Tribunale della Zecca e il Tribunale della Bagliva). La sede è ideale per la centralità topografica. Nel salone detto della ‘Sommaria’, le Allegorie delle Province del Regno, settecentesche, nella cappella gli affreschi raffinati di Pietro Roviale (1547-1548), restaurati tra 1858 e 1861. Gli stemmi di Spagna e di Pedro de Toledo campeggiano, all’ingresso. Nel largo, la ‘colonna infame’ (conservato al Museo di San Martino), dove venivano esposti alla pubblica infamia i debitori insolventi. Tra Castelcapuano e piazza Garibaldi, la Duchesca assume il nome di una villa aragonese costruita per Alfonso II, fagocitata, gia dal Settecento, dalla edificazione intensiva della zona. Oggi, è il mercato multietnico, africani, napoletani, cinesi..., delle bancarelle a basso costo (e certezza quasi speculare di ‘contraffazione’ di provenienza globale). La chiesa rinascimentale di Santa Caterina a Formiello, vicino all’acquedotto urbano, sovrappone alle forme originarie le decorazioni barocche; nel corso dell’Ottocento, il monastero, con il chiostro grande, viene riconvertito in lanificio militare, esempio raro di archeologia industriale sede, oggi, di una galleria d’arte (Lanificio 25). Costruita nel 1484 (su disegno di Giuliano da Maiano), Porta Capuana (dalla strada diretta a Capua) è l’accesso principale da oriente, inserita nelle mura ampliate da Ferrante d’Aragona. Un arco trionfale in marmo bianco esponeva il bassorilievo con l’Incoronazione di Ferdinando I, sostituito nel 1535 con le insegne imperiali di Carlo V. Nell’area limitrofa ‘extramoenia’ si svilupperà in maniera disordinata il borgo popolare di Sant’Antonio Abate, attorno alla chiesa dedicata al santo. 131 santa caterina a formiello piazza enrico de nicola 49 orario: 8.30-12.30; 16.30-20 festivi 8.30-12 [pp. 118/131] sant’antonio abate via foria 302 e larghetto sant’antonio abate orario: 9.30-13.30; 17-19.30 [p. 131] 132 san lorenzo ‘‘ da piazza bellini a san giovanni a carbonara 133 dicevano carbonario o carboneto un luogo fuori le porte, destinato a ricevere le acque luride, carogne di animali e altre immondizie... [gino doria, 1972] da piazza bellini a san giovanni a carbonara piazza enrico de nicola santa caterina a formiello [p. 131] In piazza Bellini, accanto al monumento dedicato al compositore che dà il nome alla piazza, l’area recintata mostra le tracce imponenti della cinta muraria di età greca, edificata nel IV secolo a.C., orientata lungo l’asse nord-sud, una doppia cortina muraria di grossi blocchi di tufo squadrati, con contrafforti trasversali interni, riempiti di terra, scaglie di tufo, e frammenti ceramici. La piazza è un punto di ritrovo molto frequentato, locali, con tavoli all’aperto, musica dal vivo, iniziative culturali e spettacoli e ristorazione macrobiotica. Sul lato corto, la scala a doppia rampa del monastero-convitto di Sant’Antonio delle Monache (Sant’Antoniello, tra la fine del Seicento e il 1730), affidato all’Università Federico II (segreteria e aule della facoltà di Architettura). Circondata da librerie antiquarie storiche, la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, ha origine, nel Cinquecento, per ringraziamento dei fedeli: “Matri Dei ob Urbem ac Regnum a Peste Servatam”, ampliata e ristrutturata tra il 1603 ed il 1608. Al termine della strada, la Galleria Principe di Napoli (1876-1883), parte del progetto di bonifica dell’area delle Fosse del Grano, programmato negli anni Cinquanta dell’Ottocento ma realizzato solo dopo l’Unità [vedi p. 120], per creare uno spazio commerciale e un’area espositiva. Oggi ospita prevalentemente uffici comunali e…, dopo l’orario di chiusura, le partite di calcio dai ragazzi del quartiere. Il primo teatro Bellini, inaugurato nel 1864, distrutto da un incendio nel 1869, viene ricostruito – per volontà del barone Nicola La Capria sant’antoniello delle monache piazza bellini 57 orario: 9-18 chiuso dom [p. 133] santa maria di costantinopoli via santa maria di costantinopoli 128 orario: 8.30 -12; 18-19.30 festivi: 8.30 -13.30 [pp. 120/133] galleria principe di napoli ingressi da piazza cavour, via pessina, via broggia [pp. 120/133] teatro bellini via conte di ruvo 14 tel 0815491266 0815524214 www.teatrobellini.it [pp. 133-134] 134 accademia delle belle arti via santa maria di costantinopoli 107 galleria dell’accademia informazioni: progetto museo (via raimondo de’ sangro 21) lun-gio 10-14 ven 14-18 tel 0815510547 [email protected] www.accademianapoli.it [pp. 120/134] santa maria della sapienza via santa maria di costantinopoli 3638 [pp. 120/134] sant’andrea delle dame via de crecchio 8 orario: 9.30-12 quarta domenica di ogni mese [pp. 120/134] chiesa di sant’aniello a caponapoli via de crecchio [p. 134] santa maria delle grazie largo madonna delle grazie [pp. 118-120/135] san lorenzo Sabelli – e inaugurato nel 1878 con I Puritani di Vincenzo Bellini. Nel primo dopoguerra, acquistato dal produttore Gustavo Lombardi, si trasforma in sala di proiezione di film muti. Il restauro del 1988 pone fine ad un lungo intermezzo di degrado. Dopo la collocazione provvisoria in un’ala del Palazzo degli Studi (Museo Archeologico Nazionale), nel 1863, l’Accademia di Belle Arti trova nuova sede degna nelle strutture seicentesche e settecentesche del convento di San Giovanni Battista delle Monache. Il progetto (1864) di Errico Alvino [vedi p. 120] è completato dall’allievo Giuseppe Pisanti (1880). Fucina di talenti, l’Accademia possiede una Galleria considerevole di arte moderna e contemporanea, grazie anche alle donazioni degli artisti che hanno insegnato dall’Ottocento a oggi nell’Istituto (Domenico Morelli, Filippo Palizzi...). La chiesa di Santa Maria della Sapienza (1625-1670), con la facciata decorata in marmo bianco e bardiglio (grigio), si inseriva in uno dei più importanti monasteri cittadini. Il convento delle Clarisse, soppresso nel 1886, sarà in gran parte demolito per far luogo al Policlinico [vedi p. 120]. Via della Sapienza è la parte occidentale del decumano superiore, che prosegue verso est in via del- l’Anticaglia. Un percorso saturo di reperti greci e romani (da qui il nome ‘anticaglia’): i due archi all’altezza del vico Cinquesanti, le strutture del teatro romano nell’area tra via San Paolo, via dell’Anticaglia, via dei Giganti, e il convento dei teatini di San Paolo Maggiore… Sant’Andrea delle Dame faceva parte del monastero agostiniano (1583) fondato dalle sorelle Palescandolo. Dal 1891, il convento diventa clinica universitaria. La chiesa è in restauro. Sant’Aniello a Caponapoli (nel largo omonimo) nasce nel 1517 in onore di uno dei vescovi e protettori di Napoli, abate del vicino monastero di San Gaudioso, venerato come santo già nel IX secolo. La collina era considerata la zona più salubre della città, fertile di aranceti profumati e di “un fittissimo bosco, e nel bosco un’edicola della vergine, alla quale una buona donna, chiamata Giovanna, chiese la grazia di un figlio: il quale, per tali preghiere venuto al mondo, e chiamatosi Agnello, la sua città difese, con incredibile miracolo, dall’invasione dei saraceni. Nel luogo stesso ov’era l’edicola di Santa Maria Intercede sorse, in progresso di tempo, l’attuale chiesa di Sant’Agnello, ormai chiusa al culto, per le incredibili condizioni in cui da piazza bellini a san giovanni a carbonara versa” (Gino Doria, 1943). Il convento di Santa Maria delle Grazie, di origine quattrocentesca, viene interamente ripensato nei primi decenni del Cinquecento. Nel chiostro (oggi riconoscibile nel reparto maternità del Policlinico), nel 1611, Giovan Battista della Porta fonda l’Accademia degli Oziosi. Chiusa dal 1933, depredata dai vandali, la chiesa ha trasferito le opere sopravvissute in luoghi più idonei. La Santa Casa degli Incurabili è opera, insieme alla chiesa e all’Ospedale del Popolo, tra il 1520 e il 1522, della nobildonna Maria Lorenza Longo, grazie anche alle condizioni ambientali salubri di cui abbiamo detto, affidata ad un ordine monastico con regola molto rigida, “le trentatré”, ribattezzate dai napoletani “le cappuccinelle”. Comprende la Farmacia degli Incurabili, progetto del Settecento di Domenico Antonio Vaccaro per facciata, pronao e portali, “ospedale del Regno” per le patologie inguaribili, centro di ricerca e innovazione medica nei secoli, come documenta la ‘spezieria’ straordinaria di vasi in maiolica realizzati, con il pavimento, dalla famiglia Massa (i medesimi artefici delle riggiole del chiostro di Santa Chiara). Tornati su via Anticaglia, la chiesa di San Giuseppe dei Ruffi (nella cu- pola Il trionfo di san Giuseppe in Paradiso di Francesco De Mura) fa parte del convento di clausura delle Perpetue Adoratrici del Sacro Cuore. Largo Donnaregina, prende nome dalle chiese di Donnaregina Nuova (1617-1626), ora sede del Museo Diocesano – oltre trecento testimonianze, tra tele, marmi, oggetti d’arte sacra – e Donnaregina Vecchia, fondata dai sovrani angioini, sede della scuola di specializzazione in restauro dei monumenti dell’Università Federico II; all’interno, con affreschi dell’epoca della fondazione, il Sepolcro di Maria di Ungheria, moglie di re Carlo II e madre di san Ludovico da Tolosa e di Roberto d’Angiò, scultura pregevole di Tino da Camaino. Il palazzo Arcivescovile sorge sull’area della basilica paleocristiana di Sancti Laurentii ad fontes, del V secolo d.C., ristrutturato nel 1289 dal cardinale Enrico Minutolo; il restauro promosso nel Seicento dal cardinale Filomarino realizza la facciata con i tre portali in piperno. Secondo la tradizione, la chiesa dei Santi Apostoli risale al vescovo Sotero nel V secolo d.C., ma le prime notizie certe datano al XVI secolo, quando la famiglia Caracciolo di Vico la affida ai padri Teatini. All’interno, gli affreschi del pittore bolognese Giovanni Lanfranco 135 ospedale degli incurabili via maria longo 50 [p. 135] donnaregina nuova museo diocesano largo donnaregina 7 orario: lun-sab 9.30-16.30 dom 9.30-14 chiuso mar biglietti: 5 euro; ridotto 4 euro tel 0815571365 fax 081299480 www.museodiocesanona poli.it [p. 135] donnaregina vecchia vico donnaregina 25 o 8/a scuola di specializzazione in restauro dei monumenti orario: lun-ven 912; mar e gio 14.30-16.30 [p. 135] palazzo arcivescovile largo donnaregina 22 [p. 135] santi apostoli largo santi apostoli 9 orario: 9-11.30; 16-20 [pp. 135-136] 136 madre palazzo donnaregina via settembrini 79 orario: lun, mer, gio e dom 10-21 ven e sab 10-24 chiuso mar biglietti: intero 7 euro ridotto 3,50 euro (cittadini ue tra i 18 e i 25 anni, insegnanti con incarico a tempo indeterminato, per possessori di artecard) lun ingresso gratuito tel 08119313016 www.museomadre.it [p. 136] santamaria della pietà via carbonara [p. 136] san giovanni a carbonara via carbonara 5 lun-ven 9.3017.30 [p. 136] porta san gennaro via foria [pp. 118/136137] via carbonara san giovanni a carbonara, cappella caracciolo del sole [p. 136] san lorenzo (1638-1646) e di Giovan Battista Beinaschi (l’affresco della cupola con il Paradiso). In palazzo Donnaregina, in seguito al restauro architettonico esemplare di Alvaro Siza, il MADRE (Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina), fortemente voluto dalla Regione Campania, innesta i fermenti più vitali della ricerca contemporanea, attraverso la collezione permanente dei protagonisti della scena internazionale e una politica espositiva densissima, nel vivo del tessuto urbano stratificato della città, sperimentazione ardita di prospettive originali nel rapporto tra identità storica e nuove frontiere dei linguaggi delle arti del terzo millennio. Via San Giovanni a Carbonara, per tutto il Medioevo (allora fuori le mura), era la ‘discarica’ dei rifiuti destinati all’incenerimento (da ciò il nome carbonara). In epoca angioina, accoglieva tornei e giostre particolarmente cruenti: “Questa peste, tramandata dai maggiori ai posteri, andò sempre più imperversando… Tu ora non ti maraviglierai che si tengano in ceppi dall’avarizia i tuoi amici in quella città, in cui è un giuoco l’uccidere un uomo innocente” (Francesco Petrarca, in una lettera all’amico cardinale Colonna). Violenze che perdurano, malgrado le proibizioni del papa, e gli insediamenti religiosi del- le chiese di Santa Maria della Pietà (1383), detta della Pietatella a Carbonara (aperta solo in occasione cerimonie funebri), e di San Giovanni a Carbonara (1342, ricostruita da Ladislao di Durazzo agli inizi del secolo successivo), inserita in una struttura di ampie dimensioni. Di fianco allo scalone in piperno, opera di Ferdinando Sanfelice (a inizio Settecento), si accede alla Pietatella, ai piedi l’ingresso alla chiesa della Consolazione, con stucchi barocchi e embrici maiolicati. L’altare del Settecento, realizzato da Sanmartino per la chiesa di San Giovanni, viene trasferito nella nuova sede nel Novecento. Tre ingressi, al culmine della rampa: sulla destra, la canonica, antica farmacia; al centro, il portale della Cappella di Santa Monica, con il Monumento di Ruggiero Sanseverino, committente della cappella; sulla sinistra, il cancello del sagrato. In fondo alla navata, il Mausoleo di Ladislao di Durazzo, macchina marmorea imponente datata 1428, dedicata, dalla sorella Giovanna II, alla memoria del figlio di Carlo III. Alle spalle, la cappella a pianta centrale dei Caracciolo del Sole (1427), con il sepolcro di Sergianni Caracciolo, gran siniscalco del Regno e ‘favorito’ della regina Giovanna II. Porta San Gennaro, fino al Cinquecento, è l’accesso settentrionale alla città (percorso obbligato per raggiungere le catacombe con il sepolcro del santo, da cui il nome); in alto gli affreschi (restaurati di recente) commissionati a Mattia Pre- ti, insieme a quelli per tutte le porte cittadine, come ex-voto per la peste del 1656. porto pendino mercato 140 porto pendino mercato autobus regionali sita tel 089405145 www.sitabus.it autobus 1 emiciclo poggioreale - via nuova poggioreale - via ponte di casanova - corso garibaldi piazza garibaldi - corso garibaldi - via nuova marina via colombo (porto) - via acton via morelli - piazza vittoria - via arcoleo 3s via volta - corso garibaldi (circumvesuviana) - piazza garibaldi (f.s.) - corso novara via arenaccia - rampa del campo - via don bosco - via novara - via firenze - via torino piazza garibaldi - corso garibaldi - via nuova marina via colombo - piazza municipio c82 via brin - via vespucci - via nuova marina - via de gasperi via depretis - piazza municipio via san carlo - piazza municipio via colombo (porto) cs via brin - corso lucci - piazza garibaldi - corso umberto I - via duomo - piazza museo nazionale (m1) - piazza dante (m1) - piazza carità of via brin - via vespucci - corso garibaldi (circumvesuviana) piazza garibaldi - piazza principe umberto - via nuova poggioreale - corso malta tangenziale - via gigante - via fontana - via cavallino - via cardarelli - via pansini (m1) - via montesano via bianchi - piazza monaldi r2 piazza garibaldi - corso umberto I - piazza bovio - via depretis - piazza municipio - via san carlo - piazza trieste e trento trasporti / trasporti taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 traghetti e aliscafi (capri, ischia, procida, eolie, pontine, penisola sorrentina, sicilia, sardegna) alilauro call center 0814972238 help desk 0814972256 www.alilauro.it snav call center 0814285555 www.snav.it tirrenia/caremar call center 892123 www.tirrenia.it www.caremar.it navigazione libera del golfo call center 0815520763 www.navlib.it umberto maddalena - via fulco ruffo di calabria - aeroporto civile 4 corso san giovanni - via volta via vespucci - via nuova marina via colombo (porto) - via acton via morelli - piazza vittoria - via arcoleo 29br corso san giovanni a teduccio - via ponte dei francesi - via ponte dei granili via ruffo di portici - via volta via vespucci - corso garibaldi (circumvesuviana) - piazza garibaldi - piazza umberto - via ponte di casanova - piazza nazionale 194 via volta (parcheggio brin) via brin - via ferraris (circumvesuviana) - piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) - corso garibaldi (circumvesuviana) via vespucci - via reggia di portici - corso san giovanni a teduccio - largo tartarone - via imparato - via IV novembre corso buozzi - via stignola - via delle repubbliche marinare 195 via argine - via coppi - via grimm - via malibran - via martiri della libertà - via delle metamorfosi - via della villa romana - via decio mure - via domenico rea - via pomilio - via delle amazzoni via dell’odissea - via longo - via de meis - via volpicella - via delle repubbliche marinare via testa - via martinez - via imparato - corso san giovanni a teduccio - via ponte dei francesi - via ponte dei granili via reggia di portici - via volta corso lucci - piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) - corso garibaldi (circumvesuviana) via vespucci alibus aeroporto civile - via fulco ruffo di calabria tangenziale - piazza nazionale via ponte di casanova - corso trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazioni carabinieri borgo loreto via carlo celano 6 tel 0815544968 polizia di stato commissariato san giuseppe e porto via san biagio dei librai 85 tel 0815530211 commissariato san lorenzo, vicaria, mercato, pendino piazza enrico de nicola 35 tel 0814424911 poliziotti di quartiere san giuseppe e porto corso umberto I 23 tel 3492141827 3357851913 vicaria e mercato via san cosmo fuori porta nolana 44 tel 3357705961 circumvesuviana call center 800053939 ufficio informazioni 0817722444 ufficio oggetto smarriti 0817722254 0817722259 servizio richiesta fermata per i viaggiatori diversamente abili 0817722222 0817722221 0817722212 www.vesuviana.it trasporti www.comune.napoli.it/municipalita2 distretto sanitario 51 (avvocata, montecalvario, pendino, mercato, san giuseppe, porto) via vespucci 9 tel 0812542307 relazioni con il pubblico via de gasperi 55 tel 0812542111 assistenza anziani tel 0812542311 assistenza veterinaria piazza municipio 84 tel 0815510243 0815525967 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche municipalità 2 (mercato, pendino, avvocata, montecalvario, porto, san giuseppe) piazza dante 93 tel 0817950201 0817950801 sedi distaccate corso garibaldi 394 via san tommaso d’aquino 15 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa via cesare rosaroll 31 tel 081207644 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 emergenze e sicurezza / i quartieri estensione porto kmq 1,14 pendino kmq 0,63 mercato kmq 0,39 abitanti [2001] porto 4.646 (2.135 maschi; 2.511 femmine) pendino 15.625 (7.447 maschi; 8.178 femmine) mercato 9.617 (4.634 maschi; 4.983 femmine) 141 alle pagine 138-139 largo san marcellino complesso di san marcellino a pagina 140 piazza bovio camera di commercio, salone delle contrattazioni L 3TAZIONE-ARITTIMA )MMACOLATELLA.UOVA #HIESADI3ANTA-ARIA DI0ORTO3ALVO 12 13 3TAZIONE-ARITTIMA )MMACOLATELLA6ECCHIA # OLO M BO $E PRE TIS 6IA ! -OLO0ISACANE -OLOA-ARTELLO IAJA LO" E VE -O RE L LO 6IA-ARIN EL 6IA# -A RINO IEA,O RETO 6IADEL 3EBETO 6IA#E LANO 6IA. #APA SSO 6IA,3 ERIO 6IA' &ER RARIS TO3 ANT´ !NN AALL E0A LUDI 6IA!0 ACINOTT LA LO! NG da piazza bovio a porta nolana 1. piazza bovio [p. 150] 2. università federico II [pp. 150-152] 3. san pietro martire [pp. 144/151] 4. gesù vecchio [pp. 144/152] 5. santi marcellino e festo [pp. 144/152] 6. piazza grande archivio [pp. 145/154] 7. porta nolana [p. 156] da piazza mercato all’immacolatella 8. piazza mercato [pp. 146/158, 160-161] 9. santa maria del carmine [pp. 146/159] 3TAZIONE-ARITTIMA 0ALAZZO 2EALE 6IA3ARIAD ELL E'RA Z RINA -OLO-ASANIELLO 6I A3 - 9 3TRE T 6ICO3AN'IOVANNI 6IA ,O RET I O 6IA!6ESPUCC 6I A# A 6IA-EDIN 6IA4OLEDO , A. OV A 6IA"0UO TI 6IA4OLEDO 6IA'"ROMBEIS 6IA3$3ORBINO EG RIN I 6I AD EI 0E LL UELE 6ICO#AR IATI 0IAZZA '0EPE 6IA%#OSEN ZA LLA BE #HIESADI 3ANT´%LIGIO 6IA0, #ASO RIA 6IA0A DRE2O CCO A O' 6IC 0IAZZA DEL-ERCATO 0IAZZA E DEL#ARMINE 10 6IA3'-AR CI UC , ! RSO #O 8 RA L E 6'0ICA TI 6ICO!GRES 0ORTA .OLANA E#ENT 6IA,IBERTg ALDI #ORSO'ARIB RESE 3AVA 6IA' 0IAZZA 'ARIBALDI TA 6IA33PAVEN ) TO 3TAZION ENZA 6IA)NDIPEND DI3AN0IETRO #ASTEL.UOVO -O 7 AIO AVIN 6IA, I 3 6IA-0OSTICA ER SP A AUOV 6IA. IDA AND 3# 6IA I A ' $E ! 6IA 11 R BE HESCA 6ICO$UC HESCA 6ICO$UC ANCINI 6IA03- PAGNAT 2 BE ) RTO 5M O RS #O M 6IA#A tempo libero / shopping 0IAZZA -UNICIPIO RS #O M O5 0IAZZA .ICOLA!MORE MO $UO O N A IA ATALA 'IO OME L 2UA# IO R TO AV &L "A 6IA 3AN 6IA #HIOSTRODI 3AN-ARCELLINO #HIESA DELL´ !NNUNZIATA 6IA& ORCE LLA EL 6IAD ANFELICE 6IA'3 E SIL "A ' FI 6IA A'RIF 6I parchi eDELL´)NCORONATA giardini 5 HIA ALE INO T E RS GOS O3 CCA E 6IC NT´! E3A INOA: ROC NO OST O# AIA ´!G 6IC A" ANT ELO O3 ANG 6IC ´!RC ANT O3 6IC I 6IA&IORENTIN #HIESA 1 0IAZZA "OVIO O OM $U 6IA 0IAZZA '-ATTEOTTI arti eIAmonumenti Z 6IA!$ DI#OMMERCIO C 6EC ARIA 6IC 6IA 0ALAZZO#UOMO TO 0OR EDI EDIL 0IAZZA EL3 D 6IA #AMERA "ONGHI %XCONVENTO A BIN #HIESADI 3ANTA-ARIA LA.OVA TTIST I 6 LI UNA I4RIB SA E DIA #HIE-ONT ERICOR 0IO A-IS E D LL !RCHIVIO DI3TATO I AR 64 O 4 0ALAZZO -ARIGLIANO RAI I,IB DE GIO "IA INO SITg ALAD ER '0 5NIV ICO)) 6IA ER &ED ONE N CAN EZZO 6IALI TEL NA 0IG NI O L AN IOV RGIU N' 'A 3A 6IA IARA 6IA A#H ANT 6IA3 O IAN 6IA# legenda "A LLO STE #A RCO 0A 6IA H ATE# 0IAZZA #AROLINA ETO OLIV NTE -O 6IA stazioni metro 'ALLERIA NIO DRO 5MBERTO) #E stazioni cumana 6IA SA 6IA2DI0ALAZZO AGNOLI P ERE EGLI3 TA4 LLAD ZZO #HIESA RESEstazioni0funicolare I ALA 34E DI3AN&ERDINANDO 6ICO NNAD ! A ANT stazioni circumvesuviana 3 O 6IC ES 0IAZZA ARDON 6IA. 4RIESTE E4RENTO A $ 6IA #HIESA DI3ANT´!NNA DEI,OMBARDI AL NN ILO 6IA. O LACID 00 ERO 6IA 3EV 3AN 6IA ST EBA A SA #HIE NTA DI3A IARA #H CA A 6I LE NI PA I AM ARD A# 'IR 6I & E OC . CO 6I 6IA3IMONELLI 6IA#$´% NGENIO 6ICO#ONCE ZIONEDI6IA3-DELLE ONTECALVARIO 'RAZIEA4OLE DO 6IA6ICO0ONTEONTECALVARIO -ONTECA LVARIO 6ICODEL 4EATRO. 6ICO&ONTECALVA UOVO RIO 6ICO3AN 3EPOLCR O 6IA%$ E$EO 6ICO'IA 6ICO#OL RDINETTO ONNE# ARIATI circumvesuviana 6ICO#RO CE#ARIA TI 6ICO4 6ICO4RI metropolitana NITg3P OFA AGNOLI 6ICO$´! FFLITTO 6ICO#funicolare ONTED I-OLA IAJ #H 6IA ISE 3EN 6IA 0ALAZZO 3AN #ORIGLIANO 6IA DE 6IA #OMPLESSO DEI'IROLAMINI #HIESA DI3AN,ORENZO I SAD #HIE 3AN O GORI 'RE ENO !RM 0IAZZA 3AN$OMENICO -AGGIORE 0IAZZA 'ES|.UOVO C ASE O RS CO OC 3 oggi e domani CO 6I CIA UER O1 6IC RA SA #HIE S| 'E DEL UOVO . N 3A CO I EN E M GIOR O $ AG - TERN #IS 6IA CU 03 6IA intorno al 1936 N 0IG 6IA DORE PLEN O 6IA3 ADIS 0AR 6ICO tra fine ottocento e inizi novecento AN3 RVO CO NTE 0O TO SAN NTE -O 6IA NI IN . ' seconda metà 6IA del settecento 0IAZZA $ANTE OLI .AP RANEA TER 3 OT LE L3O 6IA seicento 3AN0IETRO A-AIELLA 3AN0AOLO -AGGIORE #AMPANILE DI0IETRASANTA 0IAZZA 6"ELLINI 3 6IA ECO 3A RVO L IT A4 inizio cinquecento... AR SIA O V OR EC NT IE R 0O ...fine cinquecento I CO I 6 DE 6ICO 0O NT NTINOPOLI 6IA3-A#OSTA NGO A 6IA# E 6IAD DI2UVO 6IA"ELLINI 6IC Oal intorno ,Umille !CCADEMIA "ELLE!RTI NZA APIE LLA3 HESCA 6ICO$UC ZY CA 3#O RRERA 'ALLERIA0RINCIPE DI.APOLI GIA 6IA"ROG $UOMO U - I ON A ARI EES| 6IA& ESSINA 6IA%0 3 A 6I ' 6IA porto pendino mercato 6IA34OMMASI i colori della storia GLIA TICA !N 6IA 6IA !CT ON 6IA3AN'IUSEPPEDE´.UDI #HIESADI 3ANTA-ARIA $ONNAREGINA # 6IA OSA 6IA32 /SPEDALE )NCURABILI 6IA0#OLLETTA 6IADEL0RIORATO IOIN O 10. sant’eligio [p. 160] 11. borgo orefici [p. 160-162] 12. santa maria di portosalvo [p. 162] 13. immacolatella [p. 162] I ‘‘ 144 porto pendino mercato poco ritroveremo dell’antico aspetto, perché nuova è gran parte delle sue fabbriche ... [benedetto croce, 1911] storie L’evoluzione storica della struttura urbana ha tagliato in due, nella delimitazione amministrativa moderna, la fascia costiera ampia che chiude il golfo su Napoli, tra i quartieri Porto e San Ferdinando [vedi San Ferdinando pp. 66, 68/76], attribuendo all’area del centro il nucleo imperniato sull’approdo greco-romano e, in seguito, sul Molo angioino, snodo centrale dei traffici commerciali e della trama fitta di attività artigianali connesse, oltre che dei presidi di rappresentanza delle altre ‘nazioni’ italiane e internazionali direttamente interessate agli scambi. Il quartiere che si intitola al Porto, delimitato nell’Ottocento dalla strada del Molo Grande (realizzata con Carlo di Borbone, 1748) a ovest, a sud, lungo il mare, dalla strada del Piliero (via Cristoforo Colombo), costituisce, con Pendino e Mercato, il ‘fronte basso’ della città, ampliamento del perimetro greco e romano, di età medioevale, verso il litorale. Il percorso complessivo, planimetrico e urbanistico, è piuttosto vario: ordinato e regolare sui cardini e decumani nell’area di fondazione greca, più discontinuo nella discesa verso la spiaggia e con tracciati paralleli angusti e lunghi, in prossimità delle mura cittadine. Ad una connotazione costiera largamente dominata da dimore popolari, botteghe di artigiani e commercianti (con l’eccezione del convento di San Pietro Martire, ora Università Federico II), fanno da contraltare, nella parte alta, insediamenti religiosi tra i più rilevanti e ricchi della città: San Giovanni Maggiore, Gesù Vecchio e Donnaromita, al Porto; Monteverginella, Santi Marcellino e Festo, Santi Severino e Sossio, in area Pendino; Sant’Agostino alla Zecca, San Pietro ad Aram nei confini amministrativi del Mercato. Tra il 1825 e il 1831 Stefano Gasse realizza le opere relative al riassetto della Dogana Nuova (demolita in età fascista), e la risistemazione del bacino del Madracchio (a sua volta perduto). Del 1851 è la peschiera alla Pietra del Pesce in via Marina (Francesco Jaoul e Luigi Catalani), progettata con strutture in ghisa e, successivamente, per volere del re, in muratura. Pendino (in origine Portanova, dal nome di uno dei seggi nobiliari che aveva sede qui) – delimitato a sud da via Nuova Marina (fino all’Ottocento dalla spiaggia), a est da vico Gravine, da Rua Francesca, da via Sant’Agostino alla Zecca e da vico delle Zite, a nord da via Tribunali e San Biagio dei Librai, a ovest da vico dei Maiorani e dalla strada e rampe del Salvatore – si apriva ad oriente su piazza della Sellaria (identificata a lungo come strada della Sellaria e strada Pendino, da cui il nome del quartiere), unica superficie di ampio respiro dell’area. Ampliata con Alfonso I d’Aragona (1456) demolendo il Sedile del Popolo e altri edifici, la piazza ricorda nel nome l’attività delle fucine di fabbri che producevano selle e finimenti per cavalli; complemento estetico e funzionale, le fontane (sul limite ovest) dell’Atlante (15321537) e della Sellaria (1649, su disegno di Cosimo Fanzago), smon- storie tata durante i lavori di bonifica e trasferita in piazzetta Grande Archivio. La zona è completamente trasformata dai lavori del Risanamento e oggi, sulla stessa area, si apre piazza Nicola Amore. Tra il 1872 e il 1880, come vedremo più avanti, cambiano le coordinate di riferimento: la prima parte di via Duomo [vedi San Lorenzo pp. 127-129] è completata. I lavori del Risanamento portano alla demolizione di una navata della chiesa di San Giorgio Maggiore e all’arretramento di palazzo Cuomo (Museo Filangieri), per consentire l’allargamento della carreggiata. Più articolate le vicende del quartiere Mercato. Sul lato a settentrione permangono le insulae del tessuto urbano greco-romano delimitato da via Forcella, la strada di collegamento, in antico, con i territori vesuviani oltre le mura; lungo il tragitto, la porta greca prima, seguita da quella angioina, e, infine, il bastione aragonese: Porta Nolana. Con l’espansione di epoca angioina e del Quattrocento, gli edifici seguono l’andamento delle mura medievali contigue alla strada del Lavinaio – il fossato angioino dove si incanalavano i torrenti d’acqua piovana (in dialetto lave) destinati alla spiaggia all’altezza del Carmine. Quando (1484) l’intera area viene annessa alle mura aragonesi, le acque pio- 145 146 porto pendino mercato vane vengono deviate all’Arenaccia, per fare posto nel limite meridionale al castello del Carmine, quarta fortezza cittadina, commissionato da Carlo III di Durazzo (1386) e demolito (sopravvivono tracce di mura e due torri) nel 1906. I sovrani angioini trasferiscono in questa nuova dimensione urbana il mercato generale, precedentemente in piazza San Gaetano, e le attività delle Concerie, delimitate dai complessi conventuali di Sant’Eligio Maggiore e del Carmine. Piazza Mercato assumerà fisionomia precisa solo nel 1781, con la sistemazione di Francesco Sicuro, ma dalla nascita costituisce il fulcro dell’area contigua al largo del Carmine (dedicato alla basilica di Santa Maria del Carmine), teatro di vicende cruciali per la storia del Sud, dalla decapitazione di Corradino di Svevia (1268), alla rivolta di Masaniello (1647), alle impiccagioni dei rivoluzionari della Repubblica Partenopea (1799) e dei moti risorgimentali antiborbone. Il largo è descritto da viaggiatori, dalle guide e dagli artisti delle diverse stagioni come crocevia di scambi commerciali caotici e animati, saturo di baracche, banchi, tendoni, bancarelle improvvisate (caratteristiche attenuate solo di recente dalla delocalizzazione lungimirante, al CIS di Nola, delle attività principali...). Le strade tutto intorno alla piazza mantengono i toponimi delle attività artigianali originarie: Conciari (conciatori di pelli, trasferiti in zona da Carlo I d’Angiò per bonificare il centro cittadino), Campagnari (fonditori di campane), Zabattari (“antica e sudicia e puzzolente stradicciola ch’era, nei vecchi tempi, il quartier generale de’ fabbricatori di ciabatte, ossia de’ calzolai, democratici dell’epoca” ricorda Salvatore Di Giacomo), Chiavettieri (artigiani del ferro, provetti nel fabbricare chiavi, toppe e serrature), Scoppettieri (fabbricanti di schioppi e altre armi da fuoco, in dialetto, genericamente, scoppette); lungo il mare, via del Piliero (ora via Cristoforo Colombo), tracciata da Domenico Fontana nel 1596 su commissione del viceré conte de Olivares, deve il nome alla piccola chiesa, costruita dai marinai nel 1602, dedicata a Santa Maria del Pilar, demolita nell’Ottocento. Nel 1839, la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana e vanto della politica industriale all’avanguardia delle officine di Pietrarsa di Ferdinando II, innesta la ‘Stazione Nolana’ – con tanto di uffici, magazzini, rimesse, officina di riparazioni e sala d’aspetto per i passeggeri – lungo la ‘via dei fossi’ (ultima parte di corso Garibaldi): sul luogo, sopravvivono pochi ruderi puntellati e l’ul- tima finestra, ancora riconoscibile, nei pressi della Circumvesuviana (le glorie borboniche sono esposte nel Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, a Portici). Ai confini con il quartiere Vicaria, nel 1877, il sindaco duca di San Donato dispone la realizzazione, parallela alla fascia costiera, della Villa del Popolo, passeggio alberato ‘democratico’ in contrapposizione alla Villa Reale di Chiaja, “folto giardino con lunghi viali, fontane, osterie economiche, teatrino e lunga terrazza a mare” (Raffaele D’Ambra, 1889). La buona intenzione svanisce progressivamente nel vortice di trasformazioni che cambia la fisionomia dell’intero comprensorio e dei quartieri limitrofi negli ultimi venti anni dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento: il testamento e la rinascita, sotto nuove spoglie, dei ‘quartieri bassi’, insieme all’ampliamento del porto e alla riformulazione di tutta la fascia costiera. “Ricavo da un lavoro ... dell’Ufficio statistico municipale, che, a fronte di 45.000 vani, Napoli possiede 54.000 bassi, dei quali ben 36.000 lungo le vie. E questi nondimeno, quantunque privi di luce, specialmente nei rioni della marina e su per i vicoli dei colli, umidi e muffiti, non sono il più abietto ricettacolo della plebe napoletana. Vi è qualcosa di molto triste, vi sono i fon- storie daci: cortili vecchi e luridi, vicoletti senza uscita, cui di solito si accede per un androne, chiusi da alte fabbriche e mezzo nascosti qua e là in tutte le dodici sezioni ... Se ciò relativamente è per la città in generale, si immagini ognuno quel che poi debba essere quella parte della vecchia Napoli, che ne è proprio il basso ventre...”: ecco la fotografia amara della Napoli ‘diseredata’ di Giustino Fortunato (1874). Da questi bassi e fondaci, nel 1884, si diffonde a tutta città l’epidemia di colera (che investe tutta Italia, ma nel Sud il morbo è più aggressivo per le condizioni igieniche precarie). Lo Stato e l’amministrazione cittadina non possono più rinviare un intervento strutturale risolutivo. In occasione della visita del re Umberto I (8 settembre 1884), si delinea il primo abbozzo di un ‘risanamento’ drastico dei quartieri più colpiti, attraverso la creazione di una rete fognaria finalmente adeguata, di una distribuzione idrica all’altezza dei tempi in tutta la città, con il nuovo acquedotto del Serino, e l’azzeramento drastico di secoli di stratificazioni e sovrapposizioni urbane e antropologiche, intrise di storia, degrado e miseria. L’ingegnere capo della Direzione tecnica municipale Adolfo Giambarba è responsabile dell’elaborazione del primo programma (legge 147 148 piazza del carmine campanile di santa maria del carmine [pp. 145-146/159] porto pendino mercato per il Risanamento della città di Napoli, 15 gennaio 1885), modificato e approvato, infine, nel 1886. L’antefatto, tra il 1878 e il 1887, è l’ampliamento del Molo Grande per accogliere il Deposito Franco dei Magazzini Generali, e, a partire dal 1883, la costruzione dei moli Orientale, a Martello, Curvilineo, delle banchine di Villa del Popolo e Porta di Massa, e del collegamento ferroviario, nel 1888, con la Stazione Centrale. Già con l’impianto successivo della Stazione Marittima (rimodellata durante il ventennio fascista [vedi San Ferdinando pp. 68/76]), il rapporto antico tra città e mare entra nell’era senza ritorno della città ‘moderna’. Corso Umberto I (il Rettifilo) e le sue diramazioni cancellano ogni memoria della trama greca; via Grande Archivio – che raggiunge San Biagio dei Librai – segna la fine di vico Pensieri e di parte del chiostro del Divino Amore [vedi San Lorenzo p. 123]. Nel vortice dei lavori di ‘sventramento’, insieme ai vicoli bui, insalubri e malfamati, si perdono le tracce di tante piccole chiese e congreghe, considerate prive di valore artistico. Per documentare gli ambienti urbani destinati a distruzione, il Comune commissiona a Vincenzo Migliaro una serie di tele (ora al Museo di San Martino) che immorta- lino, come in un grande commiato iconografico, lo stato di cose destinato all’oblio. Per esigenze sanitarie, il livello del suolo viene attestato su una media di 3,50 metri, così da mantenere le abitazioni ad una distanza mai inferiore ai 3 metri sulle acque sotterranee. Tutta la bonifica, come si è già accennato, ruota intorno al nuovo asse del “Rettifilo” (ancora tale per i napoletani, malgrado il nome ufficiale di corso Umberto I), a partire dalla Stazione Centrale, fino alla nuova piazza Giovanni Bovio (piazza Borsa) e, dividendosi in due – via Agostino Depretis, sostenitore in Parlamento del progetto di bonifica, e via Guglielmo Sanfelice – a piazza Municipio e a via Medina. All’incrocio tra la nuova arteria e via Duomo (completata fino alla Marina, per una comunicazione rapida tra Foria e la costa), gli snodi della metamorfosi in corso d’opera: la piazza ottagonale Nicola Amore (piazza Quattro palazzi); corso Garibaldi e il suo prolungamento oltre la Stazione e via Foria, a garantire un collegamento funzionale tra entroterra e porto. Per procedere alle demolizioni, è necessario dare luogo ad un piano parallelo di ampliamento dei rioni della città, non fosse che per sistemare gli sfollati: Arenaccia, Sant’Efremo Vecchio, Ottocalli, Ponti Rossi, Miradois, Materdei, Vomero-Arenella, Belvedere, estensione del Rione Principe Amedeo le aree individuate. Tutta l’operazione è appannaggio in concessione della neonata Società per il Risanamento (15 dicembre 1888), vincitrice della gara d’appalto nel 1889: 980.687 metri quadrati interessati dalla bonifica, di cui 800.154 coperti da fabbricati da demolire e da strade da azzerare; 95.625 metri quadrati di edifici destinati a scomparire sotto la ‘colmata a mare’... Un piano urbanistico senza precedenti rispecchia le visioni urbane ‘alla moda’ nell’Europa moderna, destinato a prolungarsi più a lungo del previsto, anche per le difficoltà economiche che richiederanno nuovi interventi dello Stato, della Banca d’Italia e del Banco di Napoli, e una nuova legge nel 1912. L’intera zona orientale subirà danni ingenti, se non bastasse, per i bombardamenti della seconda guerra mondiale, all’origine del degrado progressivo e del lento recupero, con i lavori di via Nuova Marina, l’ampliamento e il rilancio meritorio dell’area portuale, la ricostruzione e il riutilizzo dei palazzi lungo il fronte mare... che ancora prosegue. storie 149 ‘‘ 150 porto pendino mercato ...un unico rettifilo che ... va a riuscire in uno de’ due angoli del piazzale dirimpetto alla stazione [errico alvino, 1868] da piazza bovio a porta nolana palazzo della borsa piazza bovio 32 orario: lun-ven 9-12 camera di commercio industria e artigianato via sant'aspreno 2 tel 0817607111 fax 0815522640 www.na.camcom.it [p. 150] sant’aspreno via sant’aspreno orario: 8.30-14 [p. 150] corso umberto I università federico II [pp. 148/150-151] a pagina 153 via paladino gesù vecchio, altare maggiore Il palazzo della Borsa (1895, progetto di Alfonso Guerra e Luigi Ferrara) – oggi sede della Camera di Commercio di Napoli –, preceduto dalla scalinata con ai lati i leoni di bronzo di Luigi De Luca, nasce dai lavori del Risanamento, nella nuova piazza Giovanni Bovio (1841-1903, filosofo e politico che abita a lungo in queste mura) realizzata nell’area delle piazzette del Mercato di Porto. Qui, nel 1898, viene trasferita la fontana del Nettuno, di recente riportata nella collocazione seicentesca in via Medina [vedi San Giuseppe pp. 92/106, 108] in conseguenza dei lavori della linea 1 della metropolitana cittadina. Inglobata nel palazzo ottocentesco, la cappella di Sant’Aspreno (intorno al VIII secolo d.C.) è una delle poche testimonianze di architettura bizantina in città, ricordata anche come Sant’Aspreno al Porto o ai Tintori, di- mora, secondo la tradizione, del santo e primo vescovo di Napoli, trasformata già nei restauri del Seicento: dell’impianto originario resta il sacello, l’ipogeo che custodisce un altare dell’VIII secolo d.C.; nella sistemazione ottocentesca vengono riutilizzati, nell’ingresso a forcipe, capitelli del chiostro del monastero di San Pietro ad Aram, abbattuto per i lavori del Rettifilo. La realizzazione del lungo nastro stradale di corso Umberto I (il Rettifilo) risolve l’esigenza di un collegamento diretto tra la stazione ferroviaria e il centro amministrativo e finanziario della città. Il progetto prevede edifici in serie dalle facciate uniformi, definite da decorazioni sobrie, in stile neorinascimentale. Eccezioni motivate, i palazzi pubblici della Borsa e della sede centrale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. A inizio del corso, il piccolo slargo di piazzetta Ruggero Bonghi (18261895, letterato e politico, ministro dell’istruzione nel 1874-1876) con la statua intitolata alla sua memoria (1900, Enrico Mossutti), e la chiesa di San Pietro Martire (1294, restaurata nel Settecento), fondata da Carlo II d’Angiò, cappella dell’Università. Il convento omonimo, progettato nel 1294 per tredici monaci dell’ordine domenicano, ampliato tra Quattrocento e Cinquecento e ‘soppresso’ durante il decennio francese (1806-1815), diviene da allora fabbrica di tabacchi fino al 1978; un restauro del 1984 lo riabilita a sede della Facoltà di Lettere e Filosofia della Università da piazza bovio a porta nolana degli Studi di Napoli Federico II. Nel 1898, per rimanere in tema, iniziano i lavori per la nuova sede dell’Ateneo fridericiano, su progetto di Pier Paolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo (sul timpano le sculture Federico II espone le norme della fondazione, di Francesco Jerace, e, ai lati, Giambattista Vico e Giordano Bruno, di Achille d’Orsi). Nel soffitto dell’Aula Magna la Scuola di Pitagora, dipinto di Paolo Vetri. Le origini dell’Ateneo, uno dei più antichi d’Italia, affondano le radici nello ‘studio’ istituito da Federico II di Svevia: tra il XIII e il XVI secolo le lezioni si tengono in diversi conventi napoletani, finché, nel XVI secolo, 151 san pietro martire piazza ruggero bonghi orario: 7-13;17-19 convento di san pietro martire università federico II chiostro orario: 9-19 [pp. 144/151] università federico II corso umberto I orario: 9-19 sab 9-14 chiuso dom [pp. 150-151] 152 univeristà federico II centro musei delle scienze naturali mezzocannone 8 tel 0812537587 real museo mineralogico tel 0812535245 museo zoologico tel 0812535164 sezione di antropologia tel 0812535205 sezione di paleontologia largo san marcellino 10 tel 0812537516 orario: lun-ven 9-13 sab-dom 9-13 lun, giov anche 15-17 biglietti: un museo 2,50; studenti 1,50 euro quattro musei 4,50; studenti 3 euro www.musei.unina.it museo di fisica mezzocannone 8 orario: lun-dom 913; lun, giov anche 14-17 biglietti: 1,50; ridotto 0,80; per famiglie 4,50 euro tel 08125336222 www.museodifisica.unina .it biblioteca universitaria di napoli via paladino 39 orario distribuzione lun-ven 8-18.45; sab 8-13.00 tel 0815517025 0815514484 fax 0815528275 www.bibliotecauniversitar ianapoli.beniculturali.it [p. 152] porto pendino mercato vengono concentrate in San Domenico Maggiore e finalmente, nel 1615, nel ‘Palazzo degli Studi’ (ora Museo Archeologico Nazionale). Soppresso l’ordine dei Gesuiti (1767), l’Università emigra ancora, nel 1777, nel collegio che li accoglieva, ampliato ora con la costruzione ottocentesca. L’accesso definitivo, oltre che dalla strada ‘nuova’ del Risanamento, è dalla perpendicolare via Mezzocannone, sede di istituti e dei musei universitari [vedi San Giuseppe pp. 103-104]. Dal cortile del Salvatore (o delle Statue, da quando nel corso dell’Ottocento accoglie sotto gli archi del porticato i busti di uomini illustri e professori dell’Università) – da cui si accede alla Biblioteca Universitaria di Napoli, dal 1808) – si raggiunge via Paladino (che ospitava al tempo di Federico II una scuola pubblica e un ospedale per gli studenti) e, a fronte, via San Marcellino. I corpi di fabbrica dell’Università inglobano il convento di Donnaromita, ricordato fin dal 1025, e la chiesa del Gesù Vecchio (16051624), con la facciata di Gian Domenico Vinaccia, del 1688. All’interno, rivestimenti marmorei settecenteschi alle pareti. Su via Paladino, è anche la chiesa di Santa Maria di Monteverginella, fondata nel 1314 (ma ricostruita nel 1588), donata ai Benedettini di Montevergine. Il complesso dei Santi Marcellino e Festo (nato nel 1564 dall’unificazione dei due conventi femminili basiliani, dei Santi Marcellino e Pietro e dei Santi Festo e Desiderio, dell’VIII secolo) è a sua volta sede universitaria dal 1907. Il primo chiostro (1567-1595, progetto di Giovan Vincenzo della Monica) è aperto a sud sul panorama, con giardino ottocentesco e testimonianze architettoniche di secoli di mutazioni immerse nel verde. Un secondo chiostro, a quota inferiore – il convento si trova al limite del Monterone, ‘altura’ di Neapolis – ospita l’Oratorio della Scala Santa (1772, Luigi Vanvitelli). Adiacente alla chiesa, ma accessibile dal chiostro grande, la Sala Capitolare (con pavimento maiolicato di Giuseppe Massa, 1750) accoglie il Museo di Paleontologia, raccolte di grande rilievo storico e scientifico di pesci, rettili, anfibi e mammiferi fossili, provenienti da vari siti dell’Italia meridionale (nella Sala dei Rettili Estinti, è esposto lo scheletro di Allosaurus fragilis, di oltre 135 milioni di anni fa). Siamo all’insediamento monumentale dei Santi Severino e Sossio, ampliato più volte dal 1494 al 1731, due chiese e quattro chiostri che testimoniano l’operosità dell’ordine dei Benedettini, attivo dal X secolo con un cenobio che annette un’ampia insula del nucleo greco-romano, in una località detta dei Platani per il bo- schetto che la connotava. La chiesa, in via Bartolommeo Capasso, ricca di affreschi, dipinti e monumenti funebri dal XVI al XVIII secolo, a seguito dei lavori del Risanamento, è stata separata dagli ambienti monastici, divenuti sede dell’Archivio di Stato di Napoli (celebre il Chiostro del Platano, decorato dagli affreschi del primo Cinquecento di Antonio Solario, detto lo Zingaro, con Episodi della vita di san Benedetto), che conservano i tratti ar- da piazza bovio a porta nolana chitettonici tardo-cinquecenteschi e, in alcune sale, la decorazione dell’epoca. Nella sala del Capitolo, oggi del Catasto, e in quello che un tempo era il Refettorio, oggi sala Filangieri, sono visibili gli affreschi di Belisario Corenzio (degli inizi del Seicento): l’artista, narrano le fonti, sarebbe morto cadendo da un’impalcatura mentre era impegnato nella decorazione del transetto della chiesa, dove trova sepoltura. L’accesso moderno è dalla risanata 153 donnaromita via giovanni paladino 54 [pp. 144/152] gesù vecchio via giovanni paladino 38 orario: 7-12; 16-18 [pp. 144/152] monteverginella via giovanni paladino 20/a [pp. 144/152] 154 santi marcellino e festo università federico II largo san marcellino 5 su autorizzazione del rettorato [pp. 144/152] santi severino e sossio chiesa via bartolommeo capasso 22 orario: dom 9.15-12 monastero archivio di stato di napoli piazzetta grande archivio 5 orario: lun-ven 8-19; sab 8.3013.30 tel 0815638111 www.archiviodistatonapoli .it [pp. 144/152-153] fontana della sellaria piazzetta grande archivio [pp. 145/154] santa maria di portanova piazzetta portanova 14 [p. 155] largo san marcellino complesso dei santi marcellino e festo [pp. 144/152] porto pendino mercato via del Grande Archivio (dove viene sistemata la fontana della Sellaria [vedi p. 145]), nella zona alle spalle degli isolati del Rettifilo dove era localizzata nel medioevo la Porta di Mare, poi ribattezzata Portanova. Nella piazzetta omonima, la chiesa di Santa Maria in Cosmedin, molto trasformata e meglio nota come Santa Maria di Portanova (VIII secolo), è frutto di un rifacimento, terminato nel 1631 per l’interno e nel 1706 per la facciata; la leggenda la fa risalire al volere di Costantino, una delle sette diaconie cittadine – istituzione religiosa di derivazione greca, dotata di fondi per scopi assistenziali, in cui si celebra, fino al XIII secolo, il rito greco. I lavori del Risanamento mutilano la scala a doppia rampa per rialzare il piano stradale, e, con la demolizione del lato sinistro, la decorazione seicentesca. In via Portanova, palazzo Bonifacio (XV secolo), con arco in stile catalano e stemmi della famiglia, residenza del nobile omonimo del Sedile di Portanova, notabile presso la corte aragonese, ospita ambasciatori fiorentini, veneziani, turchi e politici di rango, finché, nel XVI secolo, a seguito dei rovesci della famiglia, viene declassato a carcere e a fabbrica di tessuti. Tornati su corso Umberto, piazza Nicola Amore (o Quattro palazzi, dai quattro edifici simmetrici che la scandiscono), ospitava la statua del penalista e questore di Napoli (1862), in seguito spostata a piazza Vittoria. Occupa l’area che, in precedenza, era intitolata alla Sellaria (il cantiere in corso della linea 1 della metropolitana di Napoli ha riportato alla luce resti dell’acquedotto augusteo e di un edificio di epoca imperiale, tempio augusteo o Gymnasium, sede anche dei giochi isolimpici). I lavori per l’allargamento dell’asse perpendicolare di via Duomo (1881-1882) [vedi San Lorenzo pp. 127-129], determinano, come si è accennato, l’arretramento del quattrocentesco palazzo Como (ora Museo Filangieri, sede dal 1888 delle raccolte di arti applicate donate alla città da Gaetano Filangieri, principe di Satriano [1824-1892], protagonista del recupero delle tradizioni artigiane e della modernizzazione delle ‘arti industriali’ napoletane, museo, al momento, in attesa di restauro), smontato e ‘riassemblato’ con procedura d’avanguardia ben venti metri più indietro della vecchia strada di San Severo al Pendino. Procedendo sul corso Umberto, sulla sinistra, la chiesa di Sant’Agostino Maggiore o alla Zecca (della fine del XIII secolo), nella via omonima, è in posizione rialzata rispetto alla strada, fatta edificare sulle fondamenta di un’antica torre difensiva di epoca romana da Carlo I d’An- 156 palazzo bonifacio via portanova 15 [p. 155] palazzo como museo civico gaetano filangieri via duomo 288 [pp. 145/155] sant’agostino alla zecca via sant’agostino alla zecca 32 chiostro grande corso umberto I 174 [pp. 144-145/ 154-156] santa maria egiziaca all’olmo corso umberto I 190 orario: 8.30-11.30 17.30-19.30 festivi 8.30-13.30 [p. 156] san pietro ad aram via santa candida 4 e corso umberto I 192 orario: 7-11 festivi 7-13 [pp. 144/156] porta nolana piazza nolana [p. 156] piazza grande archivio fontana della sellaria [pp. 145/153] porto pendino mercato giò, vicino ai locali della zecca in cui si coniavano in origine le monete del Regno. Nella sala capitolare del convento – allo ‘sventramento’ ottocentesco sopravvive solo il chiostro del Seicento – era ospitato il Seggio del Popolo, dopo la demolizione nel 1456 del «seggio pittato», nella strada della Sellaria, per ordine di Alfonso d’Aragona. Segnano il termine del lungo percorso del Rettifilo, la chiesa di Santa Maria Egiziaca all’Olmo (XIV secolo, costruita come ritiro per le ‘donne traviate’ dalla regina Sancia di Majorca, moglie di Roberto d’Angiò, e ristrutturata nel Settecento), e la chiesa di San Pietro ad Aram: la tradizione ne collega la fondazione alla presenza di san Pietro, che avrebbe celebrato la prima messa sull’altare collocato nell’atrio, come documenta l’affresco sopra l’altare (1516, attribuito a Girolamo da Salerno) San Pietro che celebra la messa tra santa Candida e sant’Aspreno; il Risanamento, elide due chiostri e ingloba la chiesa nella cortina edilizia del corso. Superata piazza Garibaldi, sulla destra, piazza Nolana prende il nome dalla porta rinascimentale, al centro di due torri (Speranza e Fede), da cui partiva la strada per Nola, trasferita dalla postazione originaria più arretrata verso Forcella (si chiamava, infatti, Furcillensis), quando vengono ampliate le mura aragonesi (1484). da piazza bovio a porta nolana 157 ‘‘ 158 porto pendino mercato sarà un’agonia, più o meno lenta, forse lentissima; ma l’antica strada di porto è in agonia. le nuove costruzioni del risanamento si avanzano implacabili... [benedetto croce 1894] da piazza mercato all’immacolatella Se esiste uno spazio emblematico dei corsi e ricorsi di Giovanbattista Vico, Piazza Mercato ha le migliori credenziali per corrispondere al tema: i grandi slanci della storia patria, i risvegli bruschi, i sogni, le passioni rivoluzionarie, le ragioni spietate del dominio, i traffici commerciali più vari e spregiudicati, sono in larga misura impressi nel perimetro di queste mura. Tutto comincia, nel XII secolo, nell’area semipaludosa detta campo del moricino (o muricino, per la vicinanza alle vecchie mura). È Carlo I d’Angiò (1265) a far bonificare il terreno insalubre, a disporne l’inclusione nella murazione (ampliata intorno al 1270), e a sancire ufficialmente la vocazione di mercato, assecondando l’urbanizzazione spontanea già in atto. Il “Foro Magno”, così viene ricordata la piazza nel Seicento, diventa uno dei luoghi di scambio più noti e ani- mati del Regno, per quanto caotico e irriducibile a qualsiasi disciplina, con mercanzie di ogni genere proposte in forme, e con grida, sempre più animate, e baracche di legno come depositi distribuite senza decoro. Non per fatalità, dunque, nel 1781, un incendio che distrugge le strutture fatiscenti fornirà il pretesto per il progetto, di Francesco Sicuro, della struttura semicircolare in muratura, ornata da due obelischi, che ancora oggi disegna la piazza [vedi p. 146]. Già nel 1268, gli onori delle cronache internazionali: la decapitazione di Corradino di Svevia, nipote di Federico II e rivale di Carlo d’Angiò nelle pretese al trono napoletano, e dei suoi compagni d’avventura. Giovane, nobile, coraggioso: il prototipo dell’eroe travolto da un destino infausto. Da allora, piazza Mercato, ben integrata al carcere contiguo del Castello del Carmine, diventa il teatro di repressioni senza appello, di esecuzioni esemplari mirate ad estirpare la tentazione stessa della ribellione. 1647: esplode la rivolta popolare contro le gabelle spagnole capeggiata da Masaniello, nato e residente al 177 del vicino vico Rotto al Mercato; l’epilogo è repentino come l’insurrezione, il pescatore capopolo, ucciso a tradimento nel convento del Carmine, riposa nella piazzetta adiacente intitolata alla sua memoria. 1799: i giacobini napoletani pagano con la vita il sogno illuminista della Repubblica Partenopea, giustiziati sul patibolo in pubblica piazza, uno dopo l’altro, da Eleonora Pimentel Fonseca, il 20 agosto 1799, a Luisa Sanfelice, l’11 settembre del 1800. Finalmente, la storia e, di recente (con la delocalizzazione razionale delle attività al CIS di Nola), gran parte delle botteghe commerciali, hanno pensato bene di trasferirsi altrove; a rinverdire la tradizione secolare, sopravvive ancora un mercato piuttosto vivace di generi domestici, in particolare giocattoli, stoffe e utensili per la casa. Alle origini della chiesa di Santa Maria del Carmine, un’immagine sacra della vergine dipinta, secondo la tradizione, da san Luca, custodita gelosamente, agli inizi del XII secolo, da piazza mercato all’immacolatella in una cappella dedicata a Santa Maria la Bruna (la reliquia della Madonna Bruna, ‘Mamma Schiavona’, di epoca incerta ma di ascendente bizantino, è oggi nel tabernacolo cinquecentesco). Sarebbe stata proprio la madre di Corradino, Elisabetta di Baviera, giunta a Napoli per riscattarlo, a finanziarne l’ampliamento. La rifondazione dell’edificio, in realtà, si deve ai sovrani angioini, dal 1283 fino all’inizio del Trecento. Risale al 1631 il campanile (dell’architetto domenicano fra’ Nuvolo), detto ‘del Pero’ per la forma caratteristica. Le forme ancora visibili dell’interno e della facciata sono frutto di interventi settecenteschi (Nicola Tagliacozzi Canale, 1755-1766, Giovanni del Gaizo). Il Crocifisso ligneo della seconda metà del XIV secolo, miracoloso, avrebbe abbassato il capo il 17 ottobre 1439 per scampare ad un proiettile delle truppe di Alfonso d’Aragona, che assediavano la città. Chiesa e piazza sono ancora il fulcro della festa del Carmine (16 luglio), con l’epilogo dei fuochi d’artificio che ‘incendiano’ il Campanile. Al confine della piazza, i resti della porta del Carmine con le torri Fortitudo e Vittoria, una delle quali, in seguito, incorporata nel castello omonimo (costruito da Carlo III Durazzo). L’assetto moderno ha isolato 159 santa maria del carmine piazza del carmine 2 orario: 6.30-12.30; 16.00-19.30 in estate apertura pomeridiana 1720.30 [pp. 146/159] 160 santa croce al mercato piazza mercato [p. 160] sant’eligio maggiore via sant’eligio tel 081/5538429 [pp. 146/160] san giovanni a mare via san giovanni a mare 9 [p. 160] molo pisacane autorità portuale consorzio autonomo molo pisacane 1 tel centralino 0812283111 capitaneria di porto molo pisacane 1 tel 0815546251 [p. 160] borgo orefici piazza orefici www.borgorefici.eu [p. 160] via sant’eligio sant’eligio maggiore [pp. 146/160] porto pendino mercato la porta e interrotto il collegamento fra chiesa e Castello, demolito nel 1906 per far posto al panificio militare, documentato da due torri superstiti, Brava e Spinella, su via Nuova Marina. L’esedra del mercato include anche – nella chiesa centrale di Santa Croce al Mercato o delle Anime del Purgatorio (1791) – due cappelle di epoche precedenti, entrambe intitolate alla Santa Croce, danneggiate dall’incendio del 1781 e molto popolari. Una sorgeva sul suolo dove era stato decapitato Corradino, ora occupato da una delle due fontane, l’altra cappella, costruita più tardi, sul recinto detto i Morticielli, istituito dopo la peste del 1656: sotto il livello della piazza – dove un tempo erano le fosse del grano – venivano sepolte le vittime anonime dell’epidemia. L’arco dell’orologio congiungeva in origine un ospedale alla chiesa di Sant’Eligio Maggiore, fondati nel 1270 da tre funzionari di casa d’Angiò (il complesso era intitolato appunto a tre santi francesi: Dionigi, Martino ed Eligio, per i napoletani anche Sant’Aloja, alla francese), in una zona depressa e popolare, a ridosso del Mercato, il largo dei Pallottinari (per la presenza di fabbricanti di pallini da caccia). La chiesa è la costruzione angioina più antica di Napoli, restaurata laborio- samente dopo numerosi rifacimenti e i danni provocati dai bombardamenti del 1943. La chiesa normanna, restaurata di recente, di San Giovanni a Mare, collocata (XII secolo) sulla spiaggia con un ospedale (distrutto nel corso della seconda guerra mondiale) per accogliere i pellegrini reduci dalla Terrasanta, è affidata all’ordine di San Giovanni di Gerusalemme (i Gerosolimitani). Poco più avanti del Mercato, la strada moderna scorre veloce all’interno, mentre il tragitto lungo il mare della Marinella è declassato a percorso di servizio per il porto. Via Nuova Marina corre parallela a tutta l’area portuale, punto di arrivo dei numerosi interventi urbanistici culminati nei lavori del Risanamento e, infine, della Ricostruzione postbellica degli anni Cinquanta. Nell’area del porto, ampiamente rivisitata negli anni del regime [vedi pp. 148-149], vanno segnalati il Molo Pisacane, o Immacolatella Nuova, Autorità portuale e deloggi sede dell’A la Capitaneria di Por to, e dei servizi rimodulati verso le isole del golfo, la Sicilia e la Sardegna. L’incrocio con via Ernesto Capocci conduce alla piazza Orefici, centro del Borgo, dove si perpetua una delle attività artigianali distintive del quartiere Pendino, rinomata dalle stagioni angioina e aragonese: è da piazza mercato all’immacolatella 161 162 santa maria di portosalvo via alcide de gasperi 40/a [p. 162] via sant’eligio arco dell’orologio di sant’eligio maggiore [pp. 146/160] porto pendino mercato Carlo II d’Angiò ad accordare il privilegio del primo statuto, modificato da Giovanna I, nel 1380, e da Ferrante d’Aragona, nel 1474. Nel cuore della piazza era l’Udienza, dove quattro consoli sorvegliavano la lavorazione dei metalli preziosi, garantivano l’osservanza della giustizia e amministravano il Monte della corporazione. Nei primi decenni del Seicento il marchese del Carpio, viceré spagnolo, per impedire la dispersione delle botteghe in città, dispone che l’attività orafa si concentri solo nel Borgo, e, in una ‘capitolazione’ del 1639, detta le norme volte ad impedire frodi o monopoli. Ancora su via Marina, la chiesa di Santa Maria di Por tosalvo (1554), nata come ex voto di Bernardino Belladonna alla Vergine omonima per la sciagura di mare scampata, è cara ai marinai, come ricordano le lapidi sulla facciata. La sistemazione urbanistica ottocentesca ha azzerato il tessuto urbano medievale in cui si inseriva, relegandola a spartitraffico, leggermente interrato, tra via De Gasperi e via Marina. In un’aiuola alla destra dell’edificio, un obelisco celebra la Restaurazione dei Borbone ai danni della Repubblica Partenopea del 1799 (su tre medaglioni sono raffigurati sant’Antonio da Padova, san Gennaro e san Francesco di Paola, protettori delle truppe sanfediste e della dinastia). Poco oltre, via Por ta di Massa, verso il Rettifilo, rievoca i traffici portuali di un tempo; era l’approdo delle feluche, provenienti da Massa Lubrense cariche di latticini, vino, frutta e di una carne di vitello decantata da Goethe nel soggiorno napoletano. Sul mare, la Deputazione della Salute, l’IImmacolatella (Domenico Antonio Vaccaro) commissionata da Carlo di Borbone, aveva funzioni di sede del Tribunale, Sanità e Comando delle attività portuali. Deve il nome alla statua della Madonna che corona la palazzina settecentesca. da piazza mercato all’immacolatella 163 vicaria poggioreale 166 vicaria poggioreale / trasporti aeroporto di capodichino informazioni ed assistenza clienti call center 848888777 da cellulare o dall’estero (+39) 0817515471 assistenza bagagli smarriti call center 199280180 www.gesac.it circumvesuviana call center 800053939 ufficio informazioni 0817722444 ufficio oggetto smarriti 0817722254 - 0817722259 servizio richiesta fermata per i viaggiatori diversamente abili 0817722222 - 0817722221 0817722212 www.vesuviana.it taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 trenitalia call center 892021 www.ferroviedellostato.it autobus 1 emiciclo poggioreale - via nuova poggioreale - via ponte di casanova - corso garibaldi - via nuova marina - via colombo via acton - via morelli - piazza vittoria - via arcoleo 3s via volta - piazza garibaldi corso novara - via arenaccia via don bosco - via umberto maddalena - aeroporto civile 29br corso san giovanni a teduccio - via ruffo di portici - via volta - via vespucci - piazza garibaldi - piazza umberto - via ponte di casanova - piazza nazionale 130 emiciclo poggioreale centro direzionale - tangenziale uscita camaldoli - via simone martini - via altamura - via cilea via domenico cimarosa - via bernini - piazza vanvitelli - via niutta - tangenziale - centro direzionale 191 via argine - via coppi - via grimm - via salgari - via de roberto - via fragianni - via da sessa - sottopasso centro direzionale - via nuova poggioreale - piazza garibaldi corso meridionale - centro direzionale - via murialdo 192 piazza garibaldi - via ferraris - via argine - via hemingway - via walt disney - via mario palermo - via salgari - via callas 194 via volta - via brin - via ferraris - corso garibaldi - via vespucci - via reggia di portici corso san giovanni a teduccio ia imparato - via IV novembre corso buozzi - via stignola - via delle repubbliche marinare 546 piazza lieti - via miano - via santa teresa degli scalzi - via broggia - piazza cavour - via foria - piazza carlo III - via don bosco - via nuova del campo via santa maria del pianto cimitero pietà 547 (festiva) via santa maria del pianto - via del riposo - via nuova del campo - via don bosco - piazza carlo III - piazza cavour - piazza museo - via imbriani - via battistello caracciolo - via santacroce - via suarez - piazza medaglie d’oro 560 (festiva) cimitero pietà largo santa maria del pianto tangenziale - via pietravalle - via pansini - via semmola - via cardarelli - viale colli aminei - via capodimonte alibus aeroporto civile tangenziale - piazza garibaldi municipio e ritorno c40 piazza garibaldi - corso meridionale - via da sessa - via della costituzione - corso malta tangenziale - via cardarelli viale colli aminei - via capodimonte c56 via tarantini - via giordano bruno - piazza coppola - via da sessa - 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corso malta tangenziale - via gigante - via fontana - via cavallino - via cardarelli - via pansini - via montesano - via bianchi - piazza monaldi trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazione carabinieri poggioreale via della stadera 64/C tel 0817590089 polizia 113 polizia san lorenzo, vicaria, mercato, pendino piazza enrico de nicola 35 tel 0814424911 poggioreale via della stadera 42 tel 0812583711 poliziotti di quartiere via san cosmo fuori porta nolana 44 tel 3357705961 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani unità operativa san lorenzo, vicaria,mercato, pendino via cesare rosaroll 31 tel 081207644 metropolitana linea 2 gianturco - piazza garibaldi piazza cavour - montesanto piazza amedeo - mergellina via leopardi - campi flegrei cavalleggeri d’aosta - bagnoli pozzuoli trasporti www.comune.napoli.it/municipalita4 pronto soccorso 118 guardia medica tel 0812549185 081202343 distretto sanitario 53 (san lorenzo, vicaria, poggioreale, zona industriale) piazza nazionale 95 assistenza anziani piazza nazionale 94/E tel 0812549217 0812549219 assistenza veterinaria via chieti 24 tel 0812549603 0812549606 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche municipalità 4 (san lorenzo, vicaria, poggioreale, zona industriale) via emanuele gianturco 99 tel 0817951321 sedi distaccate - servizi demografici vicaria via tribunali 227 poggioreale via emanuele gianturco 99 unità operativa poggioreale via leonardo murialdo 9 tel 0812508236 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 trasporti / i quartieri estensione vicaria kmq 0,72 poggioreale kmq 4,45 abitanti [2001] vicaria 15.464 (7.210 maschi; 8.254 femmine) poggioreale 25.257 (12.354 maschi; 12.903 femmine) 167 alle pagine 164-165 centro direzionale a pagina 166 centro direzionale chiesa di san carlo borromeo VA O A - LE REA RIA ,AU 6IA& #ENTRO$IREZIONAL 3 0IAZZA !-ORO 0IAZZA 0.ENNI E#ENTR ALE 6IA3 -ARIA 6IA%#OSENZ A 6ICO3AN'IOVANNI TO ARIN O 6IA# - 6IA0, #ASOR IA 6IA0AD RE2OCC O 6IA ,O RE 0IAZZA 04OGLIAT SSA EODA3E 6IA4ADD 6'0ICA I 6ICO!GREST 0IAZZA '0EPE E LCON NFA 6IA#' 6IA,IBERTg ARIAD ELLE' RAZIEA ,ORETO 6I A &O RIA 6I RTIRI D A &O ´/TR AN RIA T 6IA4ORINO 6IA-ILANO I0 UR ITg RO D 6IA0#OLLETTA ONTE 6IA6$ E6IA4OLEDO RI 3TAZION 6IA3- TERINAR IA 3TRADA DELLA6E AN TA A 6I CO RIA D DE EI 6 GLI! EN NG TI EL I 6I CO 3 6I CO 2 ITI 6IA AR ES CA 3TRADA!NTESACULA $ISCESADELLA3ANITg 6IA'"ROMBEIS 6IA3$3ORBINO 6IA 6IA-!3EVERINO 6IA0ONTI 3A LIT A# AP OD IM ON TE 6IA#A ZI GNAZ 6IA# AGN AZZI #ORSO!MEDEOD´!OSTA 6ICO3AN'ENNARODEI0OVERI EG RIN I 2AM PE. OCELLE 2OSSI 6IAIANO 6IAD I#AP ODIM ONTE 6IA"0U OTI NTIN A AM E ED " ON ITO 6IA ' $ ´!U RIA 6IA - OS CA 6IA ' 6IA D EI 0E LL SI / R 6IA ' ,"ERNINI +ERBAKER 6IA $ ALB #A ON CC A AV ELL O 6IA0RESUTTI 6IA5.IUTTA AIN O I# AM 6IA 4 D LVINO RLIANI 6IA3CALA LO 6IA'"2UOPPO 6IA'0AISIELLO O ASSIM IA6'EMITO ITILLO 6IA-&IORE 6IA3!LTAMURA 6IA && RAN CE 6IA SCH ' #A PALD I O LLA TE 0IAZZA 3ALERNO CI UC 0IG NA 6IA"A TO 6IA/TRAN SENZA 6IA#O LE , E0 UN TE REA ! 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[p. 189] 6IA&ON TANELLE arti e monumenti A 0 5 6IA O ASTELLIN 6IA0# LE RIE AB % 6IA ONTE IAECCH 6IA6 APRI EI# ' 6IA CIARO #AS 6IA' 6IC OLO 3 .IC OLA &ONTANELLE E OD 6IC D 3' 6IA 6IA40ATINI 9. aeroporto di capodichino 6ALLONEDEI'EROLOMINI legenda DI CI CE IN N6 3A 6IA O oggi e domani A AN NT &O $ 6IA ROC E2 OSS A IU RO AU 6IA " #A VA LLIN I ZELL DON NTE -O 6IA 6IA # ITA D EI ' [pp. 172/188] intorno al 1936 6IA$&ONTANA EL4 ORT O 3A L A 6I ONTE ODIM I#AP 6IAD 6. cimitero della pietà [p. 188] 7. santa maria del pianto [p. 188] 8. cimitero delle 336 fosse O tra fine ottocento e inizi novecento ONA $´!NT 6IA! MA *EM 6IA2 RUSO #A 6IA% LO [pp. 172/184-188] A3 CU DIL I$ TA 6IA $ 3A LIT EL0 OGG IO LI 3A NI ,ARGO#ANGIA 6IA 3 EM M OLA BATOI 6IALE D I OL AP #ORSO-ALTA seconda metà del settecento LA0O RTA O GN DA UA ' HIO 6ECC AANO 6I 3%FR 6ICO NO NTESA -O 6IA$ 6IA' "$ EL IA NACC da poggioreale 6IALE#OLLI!MINEI a santa maria del pianto 0ARCODI#APODIMONTE 4. via nuova poggioreale [p. 184] 5. cimitero monumentale -USEO.AZIONALEDI#APODIMONTE RE 6IA! seicento 6IAD EL3ER IDIO 0RES ALIERO I /SPEDIOVANN 3AN'"OSCO [pp. 170/179-183] 6IALE#OLLI!MINEI /SPEDALE #ARDARELLI R BE 3. centro direzionale ...fine cinquecento U O2 ULC LE& 6IA M [pp. 174/178-179] inizio cinquecento... O LE5 6IA 2. cimitero degli inglesi GIO [pp. 174/176-178] intorno al mille 9 !EREOPORTO )NTERNAZIONALE DI#APODICHINO 6IA . UO VA 0O G da piazza garibaldi al centro direzionale 1. stazione centrale 3TRE TTO3 ANT´ !NN AALLE 0ALU DI 6IA' &ER RARIS 6IA#ELA NO 6IA. #APAS SO 6IA,3E RIO I 6IA!6ESPUCC 6IA-ARINE LLA 6IADEL3 EBETO vicaria poggioreale i colori della storia 6IA!0 ACINOT TI "E 6IA 6 DET NE 6IA ! TO" 6 RIN DI# ‘‘ 170 vicaria poggioreale ... poi lo svevo corrado, penetrato in napoli, smantellò quella fabbrica e devastò que’ giardini, ch’erano stati la delizia e de’ re e de’ napoletani. da quel tempo il luogo fu detto guasto... [salvatore di giacomo, 1899] storie Situata a ridosso del centro antico, Vicaria fa parte della quarta municipalità insieme a San Lorenzo, Poggioreale e al quartiere industriale, delimitata a nord da via don Bosco (confine con San Carlo all’Arena), a est da via Giovanni Porzio e corso Malta (confine con Poggioreale), a ovest da corso Novara e via Arenaccia (confine con San Lorenzo, con cui condivide parte di piazza Garibaldi). È, come gran parte della città moderna, il risultato degli interventi del Risanamento, con forte connotazione popolare, per quanto mantenga il nome del quartiere antico (a Castelcapuano avevano sede dal Cinquecento gli organi giudiziari, con il Tribunale della Vicaria [vedi San Lorenzo pp. 116, 118/130-131]), in gran parte ‘assorbito’ da San Lorenzo, con confini modificati. L’area è tradizionalmente conosciuta come Vasto (corruzione di guasto): nel Medioevo, fuori le mura cittadine ad oriente (oggi via Rosaroll), la tradizione letteraria ricorda un bosco e un giardino rigogliosi di grande estensione, devastati (‘guastati’) dall’esercito di Corrado IV di Svevia nel corso dell’assedio di quattro mesi della città ribelle (1253). Nella parte ‘nuova’, strade ampie e parallele: corso Novara, verso Capodichino, via Arenaccia; via Nazionale; via Porzio, corso Malta dopo l’incrocio con via Nuova Poggioreale. L’area orientata su San Lorenzo è caratterizzata, al contrario, da assi ortogonali, che riconducono alla morfologia della città greca, tutti intitolati, dopo l’Unità, a nomi di città italiane. Il quartiere Poggioreale – a sua volta, nella conformazione moderna di istituzione ‘recente’, legato alla modernizzazione progressiva della città avviata nel corso del XIX secolo e culminata nel Centro Direzionale negli anni Set- tanta del Novecento – confina a nord con il comune di Casoria e San Pietro a Patierno, a nord est con Ponticelli, a nord ovest con il quartiere San Carlo all’Arena, a est con Barra e San Giovanni a Teduccio, a sud con il mare, a ovest con Vicaria, Pendino e San Lorenzo. Il nome antico ricorda la villa di delizie (1487, Giuliano da Maiano, uno dei protagonisti dell’architettura rinascimentale) di Alfonso d’Aragona, in declino vistoso già nel XVII secolo e poi definitivamente abbandonata. Dinanzi alla costruzione, il viceré duca d’Alcalà commissiona lo stradone di Poggioreale, alberato e ornato di fontane, nel 1604. Con la modernizzazione ‘rivoluzionaria’ del decennio francese, il Consiglio degli Edifici Civili recluta i migliori tecnici napoletani, alcuni impegnati anche come ingegneri del Corpo di Ponti e Strade: un ‘piano regolatore’ di ampio respiro prende in esame la città nel suo complesso, con attenzione mirata all’ampliamento delle aree sia a occidente che a oriente del centro storico. Il progetto si ricollega alla visione lungimirante già delineata nel 1789 da Vincenzo Ruffo nel Saggio sull’abbellimento di cui è capace la città di Napoli, che prefigura in nuce molti dei temi messi a fuoco da Giuseppe Bonaparte (1806-1808) e Gioacchino Murat (1808-1815), la rilevanza storie funzionale degli ‘ingressi’, delle strade, delle piazze e degli edifici pubblici della città, il richiamo alle profonde carenze urbanistiche. I sovrani francesi, in definitiva, concepiscono Napoli come corpo aperto e dinamico, promuovendo un ampliamento organico verso il sistema collinare e verso oriente, prospettando nuove arterie di comunicazione scandite da piazze geometriche: la rete stradale messa a punto tra il 1807 e il 1812 risponde ad esigenze obiettive non rinviabili, e non è un caso se il programma non verrà interrotto né dalla restaurazione borbonica, né, in seguito, dall’Unità nazionale. Le grandi opere pubbliche, a loro volta, favorendo l’impianto di nuove attività commerciali, creano le premesse per gli edifici commissionati dalla borghesia napoletana nel corso del secolo. Tra il 1807 e il 1809 vengono completati i lavori per corso Napoleone (oggi corso Amedeo d’Aosta) e, nel 1810, per la ristrutturazione del sistema viario in prossimità dell’accesso settentrionale alla città (Roma e Caserta), mentre Stefano Gasse concepisce l’allineamento di via Foria (ridisegnata in forme regolari e unita al largo delle Pigne), con il riempimento del fossato e il taglio dei bastioni vicereali [vedi Stella San Carlo all’Arena]. Sull’area della collina di Capodichi- 171 172 vicaria poggioreale no, la strada del Campo di Marte, aperta nel 1812 (Giuliano de Fazio), prosegue il disegno murattiano di ampliamento del perimetro urbano, in una zona destinata alle manovre e alle esercitazioni militari. Nel 1813, sempre su commissione di Gioacchino Murat, inizia la costruzione del primo nucleo del Camposanto Nuovo, progettato da Francesco Maresca sulla collina di Poggioreale e portato a termine con il ritorno dei Borbone. I tempi stanno cambiando. Nei primi anni del XIX secolo in Europa l’interesse per i temi della salute pubblica e dell’igiene avanza di pari passo con i progressi delle scienze chimiche e biologiche: la funzione dei cimiteri, in rapporto soprattutto ai grandi agglomerati urbani, viene rivista radicalmente; i luoghi di sepoltura non possono più coesistere con la densità di popolazione del ‘centro’, vanno individuate aree esterne agli abitati, entro strutture circoscritte, che uniscano gli intenti monumentali e celebrativi ai requisiti indispensabili di igiene e tutela ambientale. Napoli possedeva un cimitero ‘moderno’ dal 1762, il Camposanto dei Tredici o delle 366 fosse (poi detto Camposanto Vecchio), opera di Ferdinando Fuga, sulle pendici meridionali della collina di Poggioreale, ma ancora nel Settecento, malgrado il di- battito illuminista intorno alla questione, era diffusa l’abitudine di seppellire nella terra consacrata delle parrocchie cittadine. Dal 1804 un decreto di Napoleone sancisce il divieto di inumare all’interno degli spazi urbani, prescrivendo la costruzione di cimiteri recintati, in luoghi periferici, preferibilmente alti e esposti a settentrione, bandendo l’uso delle fosse comuni e incoraggiando, dove possibile, la costruzione di monumenti e cappelle private. L’individuazione precisa dell’area e le fondazioni iniziali sono del 1813, dunque, ma per gli eventi storici i lavori riprendono nel 1820, sospesi nuovamente nel 1821 e, infine, nel 1834, con la direzione di Luigi Malesci e Ciro Cuciniello, conclusi solo alla metà del secolo. Nell’attenzione alla collocazione paesaggistica è evidente l’influenza del cimitero parigino di Père Lachaise (1804-1812), laddove nei monumenti funebri si legge chiaramente il passaggio dalle forme austere di inizi secolo a quelle eclettiche dei decenni successivi, in linea con la sensibilità plastica dell’Ottocento. Tra il 1806 e il 1840, Stefano Gasse, progettista ‘di punta’ di questo ciclo di trasformazioni urbane, è attivo in numerose opere pubbliche: nell’area orientale, il ‘muro finanziere’, le barriere e la Nuova Dogana, al- l’origine di una nuova frontiera che include di fatto nell’orbita cittadina le colline, insieme alle aree a occidente, a settentrione e ad oriente, o delle ‘Paludi’, diventando la base del programma di ampliamento urbanistico di Ferdinando II e post unitario. Il muro vero e proprio, tuttavia, diviene ben presto il simbolo dell’oppressione fiscale, progressivamente demolito dal 1904. Sopravvivono oggi poche strutture, trasformate o in stato di abbandono, a Capodichino, a Poggioreale e al Ponte della Maddalena. Nel 1839 Ferdinando II, nell’ambito delle Appuntazioni per lo Abbellimento di Napoli, pianifica in 89 punti gli interventi da realizzare in città (molti dei quali effettivamente portati a termine, anche dopo l’Unità), tornando, in particolare, sulla questione dell’espansione a oriente, e, al passo con i tempi, sulla individuazione di un’area organica ai primi fermenti e ai primati industriali delle manifatture reali (a quasi duecento anni di distanza, siamo di nuovo ad interrogarci sull’industrializzazione in crisi accentuata e le prospettive da rifondare). In coerenza con il programma reale, vede la luce la strada sull’alveo dell’Arenaccia, realizzata da Federico Bausan nel 1836 con l’intento di collegare la zona di Ottocalli al Ponte della Maddalena e aprire un varco storie adeguato verso est, completata nel 1843 (Leonardo Laghezza). Nel 1840 si aggiunge via dello Sperone, collegamento lungo e rettilineo nordsud – esterno al muro finanziere – della strada nuova di Santa Maria del Pianto con San Giovanni a Teduccio: con la bonifica delle Paludi, intrapresa negli anni Cinquanta dal Corpo di Acque e Strade, l’area sarà finalmente utilizzabile ai fini dell’espansione urbana messa in opera in concreto dalla fine del secolo. Altro cardine cruciale del progetto, via dei Fossi, concepita sempre durante il lungo regno di Ferdinando II, unisce via Marina a via Foria, costruita, come si è già accennato, con il riempimento del fossato della murazione aragonese (1840-1864, progetto affidato a Luigi Giura e Federico Bausan, ‘corretto’ dallo stesso sovrano, interessato in prima persona alla progettazione urbana). Il nuovo assetto è reso indispensabile, a partire dal 1839, in seguito all’apertura della ferrovia Napoli-Portici, con la stazione di partenza collocata nei pressi di porta Nolana [vedi Porto Pendino Mercato pp. 146-147] e, a poca distanza, di quella parallela (1842) della linea ferroviaria Napoli-Caserta-Capua. Il percorso – l’attuale tratto meridionale di corso Garibaldi e via Cesare Rosaroll – in sintonia con la cultura urbanistica europea, dà il via al- 173 174 l’area orientale dalla collina di san martino vicaria poggioreale l’espansione dell’edilizia borghese nel circondario, e alla individuazione dei suoli per il futuro quartiere operaio, come dalle segnalazioni precise del re nelle Appuntazioni. I programmi varati a partire dal 1860 non modificano le linee guida di sviluppo, con il progetto di un ulteriore insediamento tra le vie dei Fossi e dell’Arenaccia, e tra via Foria e il Borgo Loreto, destinato ad abitazioni popolari; progetto sospeso nel 1861 per la costruzione della stazione centrale, appaltato e ripreso nel 1864, modificato, nell’area della piazza Garibaldi odierna. Ma la concessione sfuma per problemi economici, fino al momento in cui il Risanamento, dal 1885, mette mano ai lavori conclusivi, in virtù della necessità di individuare rioni abitativi alternativi per gli ‘sfollati’ dello sventramento [vedi Porto Pendino Mercato pp. 148-149]: edifici ampi, destinati al ceto operaio e ai meno abbienti, articolati intorno a quattro o sei cortili, con superfici abitative minime in omaggio ai dettami dello sfruttamento intensivo dei suoli. Va in archivio l’epoca dei ‘borghi’ antichi a ridosso delle mura cittadine (Sant’Antonio Abate, gli Incarnati, il Vasto), con la rivoluzione irreversibile del rapporto tradizionale tra città e periferie extraurbane. Passa a miglior vita, nel 1893, il cimitero acattolico di Santa Maria della Fede. ‘‘ 176 vicaria poggioreale ...l’edificio della stazione centrale, sin dal 1861, aveva rappresentato il nuovo polo d’attrazione, intorno al quale si andavano configurando le differenti esigenze della nuova città borghese... [giancarlo alisio, 1980] da piazza garibaldi al centro direzionale stazione centrale piazza garibaldi [pp. 174/176-178] Piazza Garibaldi, interessata oggi da lavori radicali e complessi di risistemazione in concomitanza con l’adeguamento della stazione ai nuovi standard internazionali e con i cantieri per la linea 1 e 2 della metropolitana, assume connotazione propria dopo l’Unità (non a caso ribatezzata in un primo momento “dell’Unità italiana”), omaggio al protagonista delle vicende risorgimentali e, per un periodo breve (1860), ‘dittatore’ del liberato regno napoletano prima dell’annessione. Il monumento dedicato all’eroe dei due mondi, sul versante di corso Umberto I, è dello scultore fiorentino Cesare Zocchi (1904). L’area è un crocevia tra i più trafficati e caotici della città, snodo cruciale per i collegamenti su gomma tra Napoli, il centro urbano e i siti principali della regione, con i capolinea delle principali linee di tra- sporto, e per quelli su ferro, diretti a tutta la penisola, circa 137.000 presenze giornaliere. L’edificio della stazione, realizzato nel 1866 da Nicola Breglia (probabilmente su un progetto preliminare di Errico Alvino), viene in seguito abbattuto e arretrato di circa 250 metri rispetto alla collocazione originaria: la fabbrica ottocentesca risultava ingombrante e poco razionale, un portico a ‘u’ con soli 4 binari a livello, e altri 24 di complemento a circa 300 metri di distanza, con notevoli disagi per i viaggiatori. Nel 1954 le Ferrovie dello Stato, in accordo con il Comune, bandiscono un concorso per la nuova Stazione Centrale, con la prescrizione di un’unica soluzione per l’accoglienza del pubblico, i servizi e gli uffici compartimentali (anche se, in seguito, si deciderà di spostare gli uf- fici nell’edificio ‘a torre’ per non interferire con la visuale panoramica). La commissione giudicatrice premia ex aequo tre progetti (Gabbiani – Mario Battaglini, Corrado Cameli, Marino Lombardi, Ugo Viale – Granatello 1839 – Bruno Barinci, Carlo Cocchia, Luigi Piccinato – e Trasparenza pensilina – Mario Campanella, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Vaccaro), le cui soluzioni vengono ‘riunificate’ (con l’aggiunta delle proposte di un gruppo – Castiglioni, Sianesi e Bongioanni – a sua volta meritevole di segnalazione) nella realizzazione finale. Elemento chiave della messa in opera (1954-1966) è l’articolazione in due strutture distinte: un fabbricato basso, delimitato dalla pensilina prospiciente i binari, che protegge la zona viaggiatori, e un edificio a pianta stellare a tre punte con sedici livelli, per gli uffici compartimentali, decentrato sulla sinistra per consentire la visione del Vesuvio dalla piazza; a caratterizzare la parte bassa, una soluzione originale di vele triangolari retta da pilastri a tripode. Sul tetto a piramidi, negli anni Sessanta, Mina ‘vestita’ di fili telefonici immortala in un ‘carosello’ canoro il progetto all’avanguardia per gli standard architettonici di quegli anni. piazza garibaldi stazione centrale [pp. 174/176-178] 178 palazzo della nuova borsa merci corso meridionale 58 sede distaccata della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di napoli tel 0817607111 fax 081285465 www.na.camcom.it www.borsamercinapoli.it [p. 178] cimitero acattolico di santa maria della fede o degli inglesi via biagio miraglia orario: 9-12 tel chiesa 0815539774 0810782908 [pp. 178-179] vicaria poggioreale Un gruppo di lavoro coordinato da Carlo Cocchia ridisegna infine l’assetto urbanistico della piazza, definendone i flussi di circolazione. I lavori attuali di riqualificazione della Stazione, in corso dal 2005, sono affidati all’architetto Marco Tamino (già autore del restyling della stazione Termini a Roma e della Stazione Centrale a Milano). Fino al 1924 i giardini della piazza ospitavano la Fontana della Sirena, ora in piazza Sannazaro [vedi Chiaja p. 26]. Su corso Meridionale, il palazzo della Nuova Borsa Merci, sede distaccata della Camera di Commercio di Napoli, è la risposta, sul finire degli anni Sessanta del Novecento, alle esigenze di spazi adeguati e strutture più ampie, al termine di un periodo di cambiamenti sensibili e riorganizzazione interna dell’Ente. L’edificio – articolato in due strutture: quella in ferro e vetro, che ospita gli uffici, si incastra nell’altra in cemento, riservata alla sala contrattazioni, (1964-1971, Michele Capobianco, Riccardo Dalisi, Massimo Pica Ciamarra) – occupa un’area strategica destinata fin dal Piano Regolatore del 1939 a funzioni di natura direzionale, contigua ai nodi di comunicazione principali (ferrovia, autostrade) e al Centro Direzionale. Lungo il corso Novara – sovrastato fino a pochi anni fa da una soprae- levata poco funzionale, tra piazza Garibaldi e via don Bosco, demolita con soddisfazione generale – l’ex sede della CEAT (Cavi Elettrici Affini Torino, società produttrice di cavi e pneumatici, venduta agli inizi degli anni Settanta), costruita negli anni Trenta, riconvertita in parte ad autosalone. Nel prosieguo, la denominazione di via Arenaccia [vedi p. 170, 173] deriva dalla circostanza che il tragitto, torrente fangoso in tempo di pioggia, diventava deposito di arena (sabbia) con la siccità. Nel Cinquecento e nel Seicento era teatro di ‘tornei’ popolareschi di sassaiole (pretiate o petreiate, Gino Doria), con la partecipazione in principio di rappresentanze aristocratiche (come ricorda Giambattista Basile nel Cunto de li cunti), destinate a tramutarsi col tempo in battaglie sanguinose tra i delinquenti dei rioni contrapposti, tanto che nel 1625 il viceré Antonio Alvarez de Toledo duca d’Alba, per porre un argine, fa imprigionare trenta ‘capi sassaiuoli’. Una deviazione in via Miraglia conduce in piazza Santa Maria della Fede (nel Borgo di Sant’Antonio Abate, ai limiti con il quartiere San Lorenzo) dove, nell’area che comprendeva il giardino del convento omonimo – acquistato dal Governo inglese nel 1824 – aveva sede il cimitero degli inglesi (1828, esten- da piazza garibaldi al centro direzionale sioni nel 1852, chiuso nel 1893 per l’impossibilità di ulteriori ampliamenti), ora sistemato a verde e ‘riconvertito’ a giardino custodito. Concepito come un cimitero-giardino suggestivo, secondo il gusto romantico inglese, per ospitare le salme di personaggi di rilievo della comunità protestante (banchieri, intellettuali, industriali, del calibro di Antoon Sminck Pitloo, fondatore e protagonista della Scuola di Posillipo, e del botanico Friedrich Denhart) residente a Napoli nell’Ottocento, dal 1993 è aperto al pubblico, dopo il restauro delle zone verdi e dei nove monumenti funebri superstiti (tra i quali la cappellina di Felice Zermann, il sepolcro di Maria Beaullerck, 1845, di Davide Vonwiller, 1856, di Mary Sommerville, 1876, di Oscar Meuricoffre, 1880, opere di Francesco Jerace). Proseguendo per via Arenaccia, vico Polveriera ricorda la fabbrica di polvere da sparo che il viceré Juan de Zuñica conte di Miranda (15861595) fa costruire a fine Cinquecento per riunire in un solo opificio la lavorazione della miscela esplosiva, prima distribuita in varie manifatture fuori porta Capuana, con ‘incidenti’ frequenti: per quasi due secoli la soluzione di sicurezza funziona, tanto che la polveriera esploderà ‘solo’ nel 1716. La strada termina in via Francesco Pignatelli (1775-1853 principe di Strongoli, oppositore dell’assolutismo borbonico, paladino della Repubblica Romana, 1798, generale della Repubblica Partenopea, 1799, e dell’interregno francese, patriota risorgimentale nel 1820, comandante della Guardia Nazionale nel 1848, autore delle Memorie storiche del Regno di Napoli dal 1790 al 1815), dove lo stadio militare Albricci, commissionato nel 1921 dal generale Alberico Albricci, ha impresso un segno indelebile nella storia sportiva della città: qui ha avuto inizio l’avventura della Napoli calcio, tra il 1926 e il 1930, si sono allenati a lungo gli atleti della Partenope Rugby, qui Fausto Coppi taglia il traguardo del giro di Campania del 1956. Dopo un periodo di limitazione delle attività ai confini militari stretti, ristrutturato, oggi lo stadio è un impianto polifunzionale con pista di atletica, anello per gare di ciclismo su pista e campo in erba per partite di calcio e di rugby. Nel novembre 2008 ha ospitato le olimpiadi scolastiche della IV municipalità organizzate dal CSI (Centro Sportivo Italiano) in collaborazione con l’esercito. Tornati su corso Malta (nei pressi dell’ingresso per la Tangenziale), siamo ad uno dei numerosi accessi (piazza De Gasperi) al Centro Direzionale. Negli anni Sessanta del Novecento, 179 stadio militare albricci via francesco pignatelli 236 tel 0817807156 [p. 179] centro direzionale ingresso principale da piazza salerno [pp. 170/179-183] alle pagine successive centro direzionale piazza ugo la malfa [pp. 170/179-183] 182 vicaria poggioreale pressata dalla congestione sempre più intollerabile del centro urbano, l’amministrazione cittadina delibera il decentramento e la concentrazione delle funzioni pubbliche di indirizzo nell’area orientale del quartiere Vicaria, decisa a trasferire finalmente gli uffici amministrativi e giudiziari disseminati per secoli nei quartieri San Ferdinando, San Giuseppe, San Lorenzo, sedi storiche del potere e degli affari, di banche, assicurazioni, tribunali, aziende di comunicazione e nuove tecnologie. L’obbiettivo è duplice: valorizzare la periferia ad est allargando i confini della metropoli moderna, riqualificare e alleggerire il centro cittadino, investito di funzioni terziarie compatibili con la sensibilità ambientale che va delineandosi lentamente (strategia confermata nelle disposizioni dei Piani Regolatori Generali in discussione, e approvati, nei decenni successivi). Comincia a delinearsi il progetto ambizioso e discusso di utilizzare il territorio compreso fra via Nuova Poggioreale, corso Malta, via Taddeo da Sessa e i binari della ferrovia per creare una nuova cittadella direzionale (Luigi Piccato, 1971). Quattro anni più tardi, il Comune approva il progetto di massima coordinato da Giulio De Luca, che anticipa le linee guida urbanistiche e architettoniche: separazione tra la circolazione automo- bilistica, disposta a una quota inferiore, e quella pedonale, al livello degli edifici; suddivisione in diciotto lotti edificabili, primo fra tutti quello destinato al Palazzo di Giustizia; individuazione di una precisa tipologia edilizia. Nel 1980, finalmente, Kenzo Tange mette mano al progetto, approvato nel 1984, esteso ad una superficie di 110 ettari, 52 destinati a parco e strade pedonali, circa il 30% delle costruzioni riservate ad abitazioni. Quanto ai collegamenti di raccordo, il programma prevede innesti diretti nelle strade che delimitano l’area con la tangenziale e con le ferrovie sotterranee dell’Alife e della Circumvesuviana, con stazioni dedicate. La circolazione interna è incanalata su tre direttrici est-ovest: l’Asse verde, nella zona più meridionale, l’Asse pubblico o mediano e l’Asse sportivo, disposto nella zona settentrionale. Sull’impianto d’insieme dell’architetto giapponese, Renzo Piano progetta l’Olivetti, Giulio De Luca, Renato Avolio De Martino e Massimo Pica Ciamarra le due torri dell’Enel, Nicola Pagliara quelle del Banco di Napoli. Con i suoi 129 metri, la torre Telecom cancella il primato del grattacielo Pirelli di Milano, sovrastato di due metri, diventando l’edificio abitabile più alto d’Italia. Lo skyline vesuviano ha una maschera nuova. Nato per emulare le downtown di matrice londinese e americana, il Centro Direzionale, dalle origini, non ha mai smesso di alimentare opinioni contrastanti sulla contiguità, eccessiva, al centro più densamente abitato, sul degrado permanente del contesto, su presunte criticità strutturali per la morfologia paludosa del terreno, sulle soluzioni architettoniche avveniristiche... Sarebbe ora, dopo anni di manutenzioni carenti e prospettive indefinite, di disporre infine una azione risolutiva. Per completare le promesse e le premesse ambiziose della fondazione; o azzerare avventurosamente tutto, con risorse tutte da in- dividuare, in cerca di scenari alternativi meglio calibrati. In via Taddeo da Sessa, tra il 1922 e il 1930, il rione Luigi Luttazzi, nell’area paludosa del Pascone sottoposta a una imponente opera di bonifica, è una delle realizzazioni più ambiziose dell’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), ottocentotrenta alloggi, spazi verdi e strutture di servizio adeguate (un asilo, due ambulatori, una biblioteca rionale e bagni pubblici). Non lontano, in via Domenico Aulisio, è ubicato il mercato agroalimentare di Poggioreale. mercato agroalimentare via domenico aulisio [p. 183] centro direzionale piazza alcide de gasperi [pp. 170/179-183] alla pagina successiva centro direzionale isola f su viale ferracini [pp. 170/179-183] ‘‘ da poggioreale a santa maria del pianto 185 nel secolo XVII ... il viceré duca d’alcalà vi costruì innanzi lo stradone detto di poggioreale, poi alberato e abbellito di fontane, nel 1604, dal viceré conte di benavente... [gino doria, 1943] da poggioreale a santa maria del pianto Via Nuova Poggioreale, a partire da piazza Nazionale, attraversa in direzione nord il quartiere, evidenziandone ampiezza e varietà di funzioni. Poco distante dal Centro Direzionale, il Carcere Giudiziario, costruito, in sostituzione delle vecchie prigioni (in Castelcapuano, nel castello del Carmine e al forte di Vigliena), tra il 1905 e il 1914, concentra i detenuti del circondario dal 1919, dopo un breve intermezzo, negli anni della Grande guerra, come alloggio per le truppe. La zona tra via Nuova Poggioreale e l’emiciclo omonimo ospita, a breve distanza, il mercato ortofrutticolo, il mercato rionale in via Marino di Caramanico, vicino al macello comunale, concepito nel 1984 – uno dei più grandi in Italia – con cinquecentocinquantaquattro posti vendita distribuiti su trentacinquemila metri quadrati, e il mercatino delle pulci. In via Monfalcone, alcune delle strutture sportive di riferimento del quartiere: la piscina comunale Rari Nantes, il campo di calcetto polifunzionale e, in via Stadera, il complesso del Palastadera, sede della società di basket locale. Via Santa Maria del Pianto, segna l’inizio dell’area del ‘riposo eterno’. Il Cimitero Monumentale, o Camposanto Nuovo, è il grande ‘contenitore’ voluto da Gioacchino Murat nel 1813, ma aperto, ancora incompleto, nel 1837 [vedi p. 172]. Il sito prescelto sulla collina è speculare rispetto alla villa perduta di Alfonso d’Aragona, celebrata in memoria nel nome del quartiere. L’ ascesa iniziale, piuttosto ripida, è superata dall’andatura sinuosa della strada che conduce allo spiazzo monumentale della Chiesa Madre – aula rettangolare con colonne doriche in marmo bianco, una copertura a cas- mercatino delle pulci incrocio via nuova poggioreale - via marino di caramanico orario: ven-lun 7-15 [p. 185] mercato rionale via marino di caramanico [p. 185] impianto sportivo via monfalcone 58 [p. 185] piscina comunale rari nantes via monfalcone 62 tel 0817871878 [p. 185] impianto sportivo palastadera via stadera 60/b tel 0815844945 [p. 185] 186 cimitero di poggioreale e chiesa madre via santa maria del pianto 146 orario: apertura cancello principale in via santa maria del pianto lun-dom 7.3016.30 [p. 185] cimitero monumentale monumento a raffaele conforti [pp. 172/185-188] vicaria poggioreale settoni in cui si apre un lucernaio –, con i due cortili a meridione e il grande chiostro alle spalle destinato alle cappelle delle confraternite. La facciata meridionale, raccordata al livello dei chiostri da uno scalone a doppia rampa, sarà in seguito ornata da un colonnato monumentale. Nel quadrato delle congregazioni, la statua gigantesca della Religione, scolpita da Tito Angelini, viene presentata nel settembre 1845 alla delegazione di ospiti illustri chiamati nella capitale dal VII Congresso Italiano di Scienza. Il Camposanto Nuovo mostra ancora la chiara impostazione prospettica verso via Poggioreale, fronte verso il quale sono orientati fin dall’inizio i monumenti sepolcrali principali. L’ingresso, progettato nel 1839 da Gasse e realizzato dopo la sua morte, è ideato a forma di esedra per creare con la barriera doganale, sul lato opposto, un spazio scenografico unitario; è organizzato con due rampe d’accesso, al centro una scalinata, per consentire il passaggio agevole dei carri. Il Recinto degli uomini illustri si inserisce nelle suggestioni paesaggistiche animate dai viali curvilinei o in fuga, da terrazze panoramiche e dall’alternarsi delle opere di architettura e scultura agli squarci verdi del giardino. La ricchezza e la varietà di forme e stili monumentali, in li- nea con l’eclettismo dominante in Europa, fanno del cimitero un repertorio ben assortito della scultura dell’Ottocento, mentre la presenza percepibile delle spoglie degli ospiti celebri, benemeriti della vita culturale e civile di tante generazioni, alimenta la sacralità del pellegrinaggio e l’omaggio alla memoria, a distanza sicura, finalmente, dalle vanità delle cronache della vita archiviata. Tra le siepi, i busti del pittore napoletano Giuseppe Mancinelli (1877) dello scultore Tito Angelini (1878), ingentilito dal rilievo con una figura femminile dolente, accanto a un repertorio assortito di studiosi e storici (Luigi Settembrini, 1881, Francesco De Sanctis, 1883, Bernardo Quaranta, 1867), di architetti e ingegneri (Luigi Giura, 1832, con busto di Gennaro Calì; Stefano Gasse, 1840, con il profilo scolpito da Tito Angelini; Antonio Niccolini, 1850, sul cui monumento funebre, disegnato dal figlio Fausto, vigila l’Angelo del dolore, opera di Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa). La vendita progressiva dei terreni, affidata al Comune, e la costruzione di cappelle e monumenti dalle forme più varie, determinano, con il trascorrere del tempo e una manutenzione inversamente proporzionale all’estinguersi dei parenti diretti, un affollamento caotico e un degrado sempre più marcato, già descritto in da poggioreale a santa maria del pianto 187 188 cimitero e chiesa di santa maria del pianto via nuova del campo [p. 188] cimitero comunale via santa maria del pianto 134 [p. 188] cimitero delle 366 fosse cimitero dei colerici via fontanelle al trivio [p. 188] cimitero ebraico via cimitero israelita [p. 188] cimitero monumentale memoria a benedetto croce [pp. 172/185-188] alle pagine 190191 cimitero monumentale chiostro grande [pp. 172/185-188] vicaria poggioreale una guida del 1863 (si contano 137 cappelle di congreghe e 1300 monumenti privati), quasi una damnatio dantesca ad espiare in un’altra vita gli affanni crescenti della mondanità metropolitana; ma la varietà di stili, la bellezza singolare dell’ambiente, il verde, magari incolto, rigoglioso, ricreano, ogni istante che occorre, quell’atmosfera di fascino romantico e quell’invito alla meditazione che non smette di attrarre ‘consanguinei’ comuni, cittadini, artisti e letterati in cerca di ispirazione. Nella parte alta del complesso, la chiesa di Santa Maria del Pianto (1662) si innesta nei paraggi della grotta in cui riposano le vittime numerosissime della peste del 1656, intorno alla quale aveva trovato collocazione il cimitero omonimo in via Nuova del Campo (nel nome il ricordo del vicino Campo di Marte [vedi pp. 171-172/189]). Nel 1837, a brevissima distanza dalle cerimonie di inaugurazione del Camposanto ‘nuovo’, il ‘sistema’ cimiteriale è già in crisi palese: l’ultima delle epidemie ricorrenti di colera, di particolare virulenza, impone la costruzione, affidata all’architetto Leonardo Ghezzi, di un recinto riservato alle vittime della catastrofe, a nord est del quadrilatero costruito nel 1762-1763 su progetto di Ferdinando Fuga. Parliamo del Cimitero delle 366 fosse (o Camposanto ‘vecchio’), tra i meno noti e i più suggestivi di quest’arte senza tempo, concepito con ‘gli alloggiamenti’ necessari per ogni giorno dell’anno, senza dimenticare gli anni bisestili (ogni fossa è a 7 metri di profondità, un quadrato ben ponderato di quattro metri e venti). Il loculo centrale, esentato da funzioni di sepoltura, raccoglie e convoglia le acque piovane. La struttura ha forma di recinto in nuda pietra, in un luogo panoramico, ma forme essenziali immuni dalle tentazioni del paesaggio, quasi un manifesto della ideologia illuminista settecentesca che intende il seppellimento esclusivamente come pratica di igiene pubblica. Ancora, a monte di quello Monumentale, vengono realizzati il Cimitero della Pietà (1888), separato da via Santa Maria del Pianto, destinato ai meno abbienti, e il Cimitero Nuovissimo (1930). Al 1875 risale il primo Cimitero Ebraico, sempre contiguo all’ingresso di quello Monumentale, con sepolture e cappelle funebri rigorose e asciutte, poi esteso, per necessità, ad un secondo recinto realizzato nel 1980, con lo stesso carattere austero. Ormai che le colline un tempo ben distanti dal centro sono a pieno titolo inglobate nel perimetro metropolitano, anche il percorso per le rotte ce- da poggioreale a santa maria del pianto lesti è vicino: a Capodichino, nel 1910 i primi passi dell’aeroporto napoletano mettono in pista i velivoli nell’ex Campo di Marte, il suolo prescelto da Gioacchino Murat [vedi p. 171-172/188] per gli addestramenti e le parate militari; nel 1918, con la Grande guerra, Capodichino si adegua ad aeroporto bellico, per diventare infine, a tutti gli effetti, lo scalo civile di riferimento del Mezzogiorno nel 1950. Dal 1995, in seguito alla privatizzazione della struttura, ad investi- menti rilevanti e procedure di gestione completamente rinnovate, l’Aeroporto internazionale di Napoli dimostra tangibilmente i risultati perseguibili da un percorso imprenditoriale all’altezza del patrimonio di civiltà che la storia ci consegna e, parallelamente, degli standard competitivi di eccellenza del contesto globale internazionale. 189 aeroporto internazionale di napoli capodichino call center e assistenza passeggeri ridotta mobilità 848888777 da cellulare o dall’estero +390817515471 bagagli smarriti call center 199280180 customer service orario: 5.30-23.30 www.gesac.it [p. 189] stella san carlo all’arena 194 stella san carlo all’arena metropolitana linea 1 piazza dante - museo materdei - salvator rosa quattro giornate - vanvitelli medaglie d’oro - montedonzelli - rione alto - policlinico - colli aminei - frullone - chiaiano piscinola linea 2 gianturco - piazza garibaldi piazza cavour - montesanto piazza amedeo - mergellina via leopardi - campi flegrei cavalleggeri d’aosta - bagnoli pozzuoli via vecchia san rocco - via prisco - colli aminei - via bosco di capodimonte - via manfredi piazzetta lieti c66 via gatto (m1) - viale colli aminei - via ponti rossi - via masoni c67 via zuccarini (m1) - via galimberti - via labriola - viale della resistenza - via napoli - via acquarola - via gambardella via lombardia - via di miano tondo di capodimonte c83 piazza leone - via rosaroll via foria - piazza carlo III - via gussone - via arenaccia - via comunale vecchia di miano cupa santa cesarea - via san francesco d’assisi - via zanotti bianco r4 via cardarelli - viale colli aminei (m1) - via capodimonte - corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - via pessina piazza dante (m1) - via toledo via battisti - via sanfelice - via depretis - via medina - via monteoliveto - piazza VII settembre - piazza dante (m1) via broggia - piazza museo trasporti aeroporto di capodichino informazioni ed assistenza clienti call center 848888777 da cellulare o dall’estero (+39) 0817515471 assistenza bagagli smarriti call center 199280180 www.gesac.it / trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazione carabinieri stella piazzetta stella 1 tel 0815486024 piazza sant’eframo vecchio 19 tel 0817519577 polizia 113 commissariato san carlo all’arena calata capodichino 9 tel 0817437311 poliziotti di quartiere calata capodichino 9-11 tel 3355292638 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa piazza museo nazionale galleria principe di napoli tel 0815491976 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 autobus 12 piazza carlo III - via tanucci via de marco - via guadagno piazza sant’eframo vecchio 14 piazza garibaldi (f.s./circumvesuviana) piazza principe umberto corso garibaldi - piazza carlo III - via arenaccia - via briganti viale maddalena - via fulco ruffo di calabria 178 piazza tafuri - via dietro la vigna - via madonna delle grazie - via napoli - via vittorio veneto - via ianfolla - via di miano - via capodimonte corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - via broggia - piazza museo (m1) 183 via don bosco - viale maddalena - corso secondigliano - via gambardella - via labriola stazione scampia (m1) 184 via delle galassie - via dello stelvio - via dolomiti - via monte faito - calata capodichino - piazza ottocalli piazza carlo III - via foria piazza cavour - via broggia 202 piazza vico - piazza carlo III - corso garibaldi - corso umberto I - via medina 546 piazzetta lieti - via di miano - via capodimonte corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - via broggia - piazza cavour - via foria - piazza carlo III - via don bosco - via nuova del campo via santa maria del pianto cimitero pietà 547 via santa maria del pianto - via don bosco - piazza carlo III - piazza cavour piazza museo - via imbriani via salvo d’acquisto - via battistello caracciolo - via santacroce - via suarez - via menzinger - piazza medaglie d’oro alibus aeroporto civile tangenziale - piazza garibaldi piazza municipio c40 piazza garibaldi - corso novara - corso meridionale corso malta - tangenziale - via cardarelli - viale colli aminei (m1) - via capodimonte c47 via tanucci - piazza vico piazza carlo III - via foria - piazza cavour - piazza museo - via salvator rosa - via imbriani- via gigante - piazza arenella - via piscicelli - via giotto - via niutta c51 piazza cavour - via foria via vergini - via arena alla sanità - via sanità - via fontanelle - piazza fontanelle c52 piazza cavour - via foria piazza cavour - via vergini - via arena alla sanità - via sanità via san vincenzo alla sanità via san gennaro dei poveri c53 via amato (m1) - via materdei - via santa teresa degli scalzi - via salvator rosa via imbriani - via bartolomeo caracciolo - piazza fontanelle c63 via nicolini - via ponti rossi - via capodimonte - corso amedeo di savoia - via santa teresa degli scalzi - piazza museo c64 via zuccarini - via dietro la vigna - via santa maria a cubito - via scaglione (m1) via nuova san rocco - via di miano - tondo di capodimonte c65 via gatto (m1) - colli aminei trasporti www.comune.napoli.it/municipalita3 taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 trasporti municipalità 3 (stella, san carlo all’arena) via lieti a capodimonte 97 tel 0817952405 sedi distaccate via sant’agostino degli scalzi via santi giovanni e paolo 125 distretto sanitario 49 (stella, san carlo all’arena) via don bosco 4/F tel 0812541111 relazioni con il pubblico corso amedeo di savoia 220 tel 0812544661 assistenza anziani corso amedeo di savoia 220 tel 0812545754 assistenza veterinaria via comunale del principe 16/A tel 0812549076 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche / i quartieri estensione stella kmq 1,87 san carlo all’arena kmq 7,64 abitanti [2001] stella 30.700 (14.618 maschi; 16.082 femmine) san carlo all’arena 72.933 (34.617 maschi; 38.316 femmine) 195 alle pagine 192-193 via capodimonte incoronata del buon consiglio a pagina 194 materdei piazza scipione ammirato stazione linea 1 della metropolitana 6IAIANO 6IA0ONT I2OSSI E-ON TE RIA ELLA6E 3TRADA D NT A A 6I CO RIA D DE EI 6 GLI EN !N TI GE LI 6I CO 2 ITI RO D I0 UR ITg 6I CO 3 A &O R IA AR ES CA 3TRADA!NTESACULA 6I A- 6IA6$ 6I A 3A LIT A# AP OD IM ON TE Z ZI AGNA 6IA# 6IA# AGN AZZI #ORSO!MEDEOD´!OSTA $ISCESADELLA3ANITg TERINA IMO NTE 6IAD I#A POD 6IA-!3EVERINO AN I ESCA 6ICO$UCH DE 6IA I4RIB LI UNA CHESCA 6ICO$U HESCA 6ICO$UC #HIESA DELL´ !NNUNZIATA ANCINI 6IA03- I ER 2AN ! 6IA SA E DIA #HIE-ONT ERICOR 0IO A-IS DELL 6IA0#OLLETTA ELLE .OC 2AM PE TIN I 0IAZZA 3AN &RANCESCO 6IA-0OSTICA SI 'IU S 0IAZZA #APUANA #ASTEL #APUANO ZY 6IA ' / R E BAT IO! 0ORTA #APUANA U - 6IA5.IUTTA LDI #ORSO'ARIBA N NTO RE 2O SAR OL L # 6IA O OM I #HIESA DI3AN,ORENZO TA VOCA 6 6ICODEI,EPRI ICO, NGO 3AN0AOLO -AGGIORE ! O3 6IC 6IA #E SA ,O 6ICO 6IA0RESUTTI A OT 4 EN OR E ´!V DELL A33TRAD $UOMO #OMPLESSO DEI'IROLAMINI 6 INO !LB 6IA I RELL O - 6IA 6IA #A R BO NAR A $U 6IA OLI .AP RANEA TER 3 OT 5 AN # A# 'IOV HIESA ARB ANN ON I ARA I RED ,OFF A 6ICO GIN O UOM #HIESADI 3ANTA-ARIA $ONNAREGINA A IENZ 3AP ELLA 6I A - DI3 RE NNA $O 6ICO $ 6IA O NG ,O #AMPANILE DI0IETRASANTA !LBERGO DEI0OVERI 0IAZZA #ARLO))) 0ALAZZO 6IA $ONNA2EGINA #IRILL O -USEO-!$2% GLIA TICA !N 6IA 0IAZZA 6"ELLINI E AL LA NO 4 OLI IRAC UVO 6IA#DI2 6IAD 3 6I A 3 2 OV ITO 6I A 0IAZZA EL '"6ICO NE LON I IG 6 LLE 6IA " DE 4A 0 A NU 6I CC I /RTO"OTANICO INI 0ORTA 3ETTEMBR 3AN'ENNARO 6IA, 6IA OLE EL3 OD 6IC !CCADEMIA "ELLE!RTI A 6I O ' & TAG ON DEI 6IA 0IAZZA O UM A 6I ITA 3AL LI RI CO ITO IRA SS 4E IO E C D 6I CO 6I 0ALAZZO DELLO3PAGNOLO RI 2 #AVOUR 'ALLERIA0RINCIPE DI.APOLI IA 6IA"ROGG NO O IELL !N 3 /SPEDALE 6IA )NCURABILI 1 6IA34OMMASI 6IA& 3# ORRERA 6IC O,U NGO A0 ONT ECO RVO 6IA ! 6IL LA O A .AZIONALE 7 6IA3AN'IUSEPPEDE´.UDI 3 E LL TO TI EN M Z IA RA AC AN 3 , I CO A 6I 6ICO#RISTALLINI GAN 0A 3A L IT A4 AR SI LFA "! 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INA AV 'R $ A 6I E NT RRA !RENELLA E A& UC parchi e giardini R TE 0O UE A$ LIT 3A A $ 6I arti e monumenti A 6I NELLE &ONTA #ALATA LO UL PP ! A' 6I TE OR E0 I ELL NZ LCO A 6I O $ A' 6I &A $E RRA TE O AL A IOL CC RA A' #A 6I " DU LLE legenda GLIARO TO ELLE 6IA 6I TA 6IA&ONTANELLE 6IA&O NTAN 11 #IN 6ICO 13 6IC O0 ARA DIS I A OI AR IE LLO /SSERVATORIO!STRONOMICO OIS RAD -I IA IN AM OL ER I' DE &ONTANELLE oggi e domani L ICE SC 0I 9 TAD EI0 RINC IPI O NZ intorno al 1936 3ALI LE ITA 6 ! A 3A LIT ITA 3AL [pp. 199-200/215, 218-219] 13. osservatorio astronomico [pp. 201/219] E NC 6I AN A 3 6I O [pp. 200, 202-203/214] 12. museo di capodimonte RO AU tra fine ottocento e inizi novecento I$ TA seconda metà del settecento NTE IMO POD I#A 6IAD 10 LI 3A seicento -USEO.AZIONALEDI#APODIMONTE O GN ...fine cinquecento da via santa teresa a capodimonte 7. via santa teresa [pp. 200-201/211] 8. santa maria di mater dei [p. 212] 9. cimitero delle fontanelle [pp. 203/212] 10. catacombre di san gennaro [pp. 202/214] 11. santa maria della sanità 12 F RO 0 ' A I 6 DA UA inizio cinquecento... 0ARCODI#APODIMONTE HIO 6ECC RANO 3%F 6ICO BATO IO 6IALE#OLLI!M INEI ' - intorno al mille dal museo archelogico a piazza carlo III 1. museo archeologico [pp. 199-200/204-205] 2. santa maria della stella [pp. 200/205-206] 3. santa maria dei vergini [p. 206] 4. san carlo all’arena [pp. 198/207] 5. orto botanico [pp. 202/209] 6. albergo dei poveri [pp. 198/210] A 6I stella san carlo all’arena i colori della storia 6ICO3AN'ENNARODEI0OVERI I!MINEI ‘‘ 198 stella san carlo all’arena si arriva ad esso dopo aver superata la salita erta e scoscesa, con un palmo di lingua fuori, e per questo motivo i paesani non sene pigliano tanto fastidio... [johann joachim winckelmann, 1758] storie San Carlo all’Arena, si estende, con orografia di vari livelli, fino all’estremità nord orientale del territorio cittadino, al confine con Poggioreale (viale comandante Umberto Maddalena, largo Santa Maria del Pianto, via Nuova del Campo), con Vicaria (via Don Bosco), con San Lorenzo (via Don Bosco, piazza Carlo III, via Foria) e con i quartieri Arenella, Miano, Piscinola, Chiaiano, Secondigliano, San Pietro a Patierno. Ha il nome della chiesa ubicata in via Foria (1602) ovvero nel canalone di raccolta delle acque piovane provenienti dalle colline settentrionali – che per secoli avevano ostacolato l’espansione della città – trasformato, dai periodi di secca, in un letto sabbioso (da cui l’arena). Lungo la via si snoda il percorso delle mura cittadine, dall’età greca alla vicereale. Il quartiere Stella condivide con San Carlo all’Arena via e salita dello Scudillo, salita Capodimonte, via dei Cristallini, via Vergini, via Crocelle a Porta San Gennaro, delimitato da San Lorenzo (piazza Cavour, piazza Museo Nazionale), Avvocata (via Santa Teresa, salita San Raffaele, piazzetta Fontanelle, vallone dei Gerolamini) e Arenella (via Antonio Cardarelli, via Michele Pietravalle). Fino a inizio Ottocento, prevale largamente la connotazione agreste e extraurbana, tra via Foria, appunto, e la collina di Capodimonte. In corrispondenza dei borghi più antichi, Vergini e Cristallini, un addensamento urbano circoscritto, tra edifici modesti, case popolari e qualche palazzo nobiliare, fa leva sui complessi conventuali dei Miracoli e di Santa Maria degli Angeli alle Croci. La mole poderosa dell’Albergo dei Poveri (1751) – oltre, la strada di San Gio- vanniello, principale accesso alla città dall’entroterra, che si inerpica verso Secondigliano – e calata Capodichino (a metà collina, isolata nel verde, cupa Sant’Efremo – “strettissima, contorta e oscura per folte ombre” prima di tramutarsi, nel 1809, con gli interventi dei sovrani francesi, in “spaziosa e in dolce declivio e alberata” [Giovan Battista Chiarini 1856] – conduce al monastero di Sant’Efremo Vecchio), chiudono un percorso destinato, a metà del XVIII secolo, a profonde mutazioni. Con l’avvento di Carlo di Borbone sul trono napoletano (1734), dopo circa due secoli di viceregno spagnolo e trenta anni di dominazione austriaca (1707-1734), Napoli deve meritare, anche urbanisticamente, il rango di capitale di un Regno indipendente. Sulla collina di Capodimonte, immersa nel verde di un bosco ricco di selvaggina, perfetto per la caccia, il re commissiona ad Antonio Medrano (1738) una reggia tutta nuova, anche per esporre la collezione formidabile di arte e oggetti ereditata dalla madre Elisabetta, ultima discendente diretta della dinastia Farnese: dipinti celebri – Mantegna, Bellini, Raffaello, Tiziano, Carracci – grande statuaria classica romana – Ercole, Flora, il gruppo del Toro Farnese – la raccolta di gemme e cammei antichi. Nel 1738, se non bastasse, ha inizio la campagna storie sistematica di esplorazione della città antica di Ercolano, sepolta dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., con l’epilogo della ‘scoperta’ di Pompei. Non c’è abbastanza spazio nelle singole dimore reali; al termine di un percorso articolato di allestimenti e variazioni, i dipinti e parte degli arredi resteranno a Capodimonte, mentre opere classiche e reperti recuperati dagli scavi confluiscono, con Ferdinando IV, nel costituendo Real Museo Borbonico, ex Palazzo degli Studi (ora Museo Archeologico Nazionale). Finalmente, Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli (che firmerà, in seguito, anche l’impresa del Palazzo Reale di Caserta), diventano interpreti ufficiali del programma urbanistico ambizioso del sovrano: è del 1751 il progetto di Fuga del Real Albergo dei Poveri, destinato a tutti i diseredati del Regno, miraggio generoso di soluzioni assistenziali paternalistiche, in piena sintonia con il dispotismo ‘illuminato’ del secolo, che non troveranno mai pieno compimento. Decisamente più produttivo l’impegno profuso per la nascita di nuove manifatture: la fabbrica di porcellana di Capodimonte, ospitata nei giardini della Reggia, meriterà riconoscimenti tali che, in procinto di partire per la Spagna di cui ha ereditato il trono (1759), il re ‘invita’ artigiani e tecnici locali a trasferire in- 199 200 stella san carlo all’arena tegralmente l’esperienza a Madrid. Il figlio Ferdinando, onde evitare una perdita irreparabile, ripristinerà col tempo con successo impianti e i forni trasferiti. Nel ‘pellegrinaggio culturale’ – Grand Tour – che attrae in Italia intellettuali e giovani aristocratici di ogni latitudine, i tesori naturali e artistici della collina di Capodimonte sono ormai una tappa obbligata, descritti con entusiasmo dai viaggiatori del Sette e dell’Ottocento, malgrado le difficoltà per accedere alla reggia borbonica in mancanza di un collegamento organico con la città: dove il tessuto edilizio si dirada, verso occidente, lasciando spazio ai terreni agricoli, la salita dei Cristallini o del Crocefisso, scavata nel tufo, costituisce fino ai primi anni dell’Ottocento l’unica via d’accesso al colle. Solo durante il Decennio francese (1806-1815), per volere di Gioacchino Murat, viene concepito corso Napoleone (via Santa Teresa degli Scalzi, e corso Amedeo di Savoia duca d’Aosta nella parte finale). Il progetto (1807-1809, di Nicola Leandro con Gioacchino Avellino e direzione di Bartolomeo Grasso) prevede un tracciato ampio e rettilineo a scavalcare, con un ponte di concezione ardita, il vallone della Sanità e la chiusura prospettica della piazza ellittica del ‘Tondo di Capodimonte’; qui, in asse con il Tondo e con il corso, An- tonio Niccolini nel 1836 realizza una scalinata in piperno chiusa in alto da un piccolo anfiteatro di pietra, al centro un platano secolare – in origine era previsto un obelisco – tra i tornanti un giardino romantico all’inglese e una fontana incardinata con abilità nel dislivello naturale del terreno. La nuova arteria intitolata all’imperatore divide longitudinalmente il quartiere Stella, a metà della Sanità sottostante, delineando quattro aree distinte: a valle, a partire dal largo delle Pigne (piazza Cavour), fitto di abitazioni già a inizio Ottocento, il colle di Santa Maria della Stella (chiesa da cui prende nome il quartiere) e, nella parte retrostante, il Palazzo degli Studi (Museo Archeologico Nazionale); a est del corso, ai confini con il quartiere Avvocata, l’ordito ortogonale del rione Materdei, regolare fino al vallone della Sanità; a occidente, il territorio tra le chiese di Santa Maria della Sanità e San Severo; il confine con San Carlo all’Arena è definito dall’ascesa verso Capodimonte. Al di là del ponte, verso occidente, le insulae di San Gennaro dei Poveri e di Santa Maria della Vita, complesso monastico trasformato in epoca francese in fabbrica di porcellana dall’imprenditore Poulard Prad (divenuto concessionario della manifattura dopo l’allontanamento dei Borbone) e, a seguito dell’epidemia di colera del 1834, in centro sanitario. Continuando a salire, siamo alla collina Vomero (dalla salita delle Fontanelle), ai Colli Aminei (dalla salita dello Scudillo), a Capodimonte (alle spalle di San Gennaro de’ Poveri). Con i francesi, dunque, la morfologia intera dei quartieri cambia faccia: a Stefano Gasse [vedi Vicaria Poggioreale pp. 171-173] è affidata la progettazione di via Foria, la strada dei Fossi riassestata e lastricata nel 1768, riducendo a linearità il percorso irregolare, grazie anche alla demolizione di alcuni edifici nei pressi di Porta San Gennaro, per consentire il collegamento con largo delle Pigne (piazza Cavour) e la congiunzione del nuovo corso Napoleone (corso Amedeo d’Aosta) con via Toledo. Sul punto più alto della collina di Miradois, superata la reggia di Capodimonte, via Moiariello (in gergo popolare, si riferisce a un piccolo podere lungo il percorso: moio o muoio, ‘moggio’ in italiano, da cui moiariello), al culmine della quale, in sostituzione di un casino di caccia, Stefano Gasse progetta l’Osservatorio Astronomico (1819, tra i primi in Europa). Risolto in maniera adeguata – per i tempi... – il problema dell’accessibilità al sito, un processo di urbanizzazione diffusa dà avvio all’insediamento progressivo di casini e ville, prevalentemente a be- storie neficio di dignitari di Corte, chiamati dagli stessi sovrani francesi a riqualificare l’intera area. La posizione studiata delle dimore tende a esaltare la visuale sul paesaggio, tra belvedere, loggiati e cortili aperti, giardini sinuosi e irregolari (per la orografia naturale del terreno), con squarci panoramici folgoranti verso la città e il mare. Tra le residenze più rinomate nel Decennio francese, anche per la produzione agricola, la tenuta (viale dei Pini 53, oggi sede dell’Orfanotrofio Antoniano dei padri rogazionisti) di Marzio Mastrilli, duca di Gallo e ministro degli Affari Esteri di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, circondata da un giardino ellittico; villa Ruffo (via Capodimonte 16, ora sede del pensionato delle Dame dell’Incoronata), di Antonio Niccolini (1802) per il marchese Girolamo Ruffo, delimitata da due torrette merlate con finestre ogivali in stile neogotico; Villa Macedonio, poi Dupont (via dei Ponti Rossi 99, sede fino al 2003 del Seminario Minore Paolo VI), costruita sul terreno donato da Giuseppe Bonaparte all’intendente di casa reale Luigi Macedonio, con il parco adiacente la strada dei Ponti Rossi – toponimo derivato dal colore dei mattoni dei ruderi dell’acquedotto romano costruito al tempo dell’imperatore Claudio, che convogliava le acque del Serino a Napoli e a Baia; la 201 202 stella san carlo all’arena Torre del Palasciano (via Moiariello 53) realizzata dall’architetto Antonio Cipolla (1868) per il chirurgo Antonio Palasciano, in seguito abitazione dello scultore Filippo Cifariello. Nel 1807, a valle, Giuliano De Fazio è l’artefice dell’Orto Botanico (con Michele Tenore), contiguo all’Albergo dei Poveri. Prosegue la riconversione dei monasteri soppressi (1808) a nuove funzioni: nel convento dei Miracoli si insedia la Casa Carolina (con la Restaurazione diventa Educandato Regina Isabella di Borbone per giovani aristocratiche), nel convento di Santa Maria degli Angeli alle Croci la facoltà di Veterinaria dell’Università. Nel corso dell’Ottocento, nel perimetro dai Vergini ai Miracoli, il verde cede progressivamente il passo alle abitazioni, al contrario delle pendici della collina di Miradois che mantengono l’aspetto agreste. La crescita caotica della città e i guasti della viabilità poco illuminata del secolo successivo danno il colpo di grazia agli equilibri precari tra ambiente e costruito, fino all’innesto traumatico della tangenziale e alla distruzione sistematica, nel secondo dopoguerra, di ville, giardini, parchi e aree agricole superstiti. Le antiche cave della Sanità finiscono per ospitare le attività più varie: autorimesse, fabbriche, officine meccaniche, lavorazione del marmo. Tuttora ricco di testimonianze anti- che, viceversa, è il borgo dei Vergini nella Sanità, area sepolcrale di elezione dall’età ellenistica all’alto medioevo. Le colline di tufo intorno alla valle, ideali per la preparazione di tombe ipogee (sotterranee), sono fonte inesauribile di materiale da costruzione. La ricerca archeologica ha individuato con ampia documentazione camere sepolcrali greche e romane (fuori Porta San Gennaro verso via dei Vergini, vico Traetta, via Cristallini e via Santa Maria Antesaecula) di cui sopravvivono testimonianze esigue, ambienti ricavati nel tufo, coperti da volta a botte, dalla fine del IV secolo agli inizi del III secolo a.C., espressione in prevalenza della cultura greco-italica dell’aristocrazia di Neapolis. Il borgo conserva la destinazione funeraria ancora agli inizi dell’era cristiana, accogliendo la maggior parte delle catacombe della comunità locale; tutto intorno, fioriscono confraternite, chiese, ospizi e, più tardi, i primi nuclei di abitazioni civili. Testimonianza radicata degli albori del cristianesimo, le catacombe di San Gennaro (articolate su più livelli, documento della intensa frequentazione dell’area tra II-VI secolo d.C.), vengono ampliate in seguito alla diffusione del culto del patrono, sepolto qui dal vescovo Giovanni I nel V secolo. Nella chiesa di Santa Maria della Sanità, nel cuore del borgo, fulcro di irra- diazione della concentrazione residenziale dal XV secolo, le catacombe di San Gaudioso (V-VI secolo d.C.) custodiscono, tra affreschi e mosaici, una delle più antiche raffigurazioni di san Gennaro. Nei pressi, al di sotto della basilica di San Severo, le tracce residue delle catacombe dedicate al vescovo omonimo. Il circuito sepolcrale culmina nel cimitero delle Fontanelle, un unicum dell’immaginario sacro d’Occidente. La tradizione vuole che, nel Settecento, esaurito lo spazio a disposizione nelle chiese del centro, i ‘becchini’, trasferissero furtivamente le salme incustodite nelle cave numerose – da tempo abbandonate – dell’area delle Fontanelle, così da liberare nuove disponibilità negli ambienti più am- storie biti. Fino a quando l’inondazione improvvisa di una cava mette a nudo gli scheletri violati: per rimediare all’oltraggio e restituire sepoltura dignitosa alle spoglie anonime, un muro di contenimento e un altare trasformano l’antro in ‘ossario ufficiale’ della città, destino dei cittadini più indigenti, ancora fino nel 1834. L’apertura del Camposanto Nuovo nel 1837 [vedi Vicaria Poggioreale pp. 172/185-188] pone fine alla pratica, ma, da allora, la pietà e il culto diffuso delle anime pezzentelle [vedi San Lorenzo p. 126] non ha mai smesso di alimentare l’immaginazione popolare e la curiosità dei visitatori di ogni credo e provenienza. 203 capodimonte cortile del museo di capodimonte [pp. 199-200/215, 218-219] ‘‘ 204 dal museo archeologico a piazza carlo III stella san carlo all’arena celebre, passata in proverbio per le sue funeste ruine, fu la lava dei vergini ... confluivano ivi le acque di antignano, delle scudillo, di capodimonte, di miradois, formando un violentissimo torrente... [gino doria, 1982] dal museo archeologico a piazza carlo III museo archeologico nazionale piazza museo 19 orario: 9-19.30 chiuso mar biglietti: 6.50 euro ridotto 3,25 euro (dai 18 ai 24 anni); gratuito cittadini eu fino ai 18 e dopo i 65 anni [pp. 199-200/ 204-205] palazzo carafa di maddaloni via stella 10 [p. 205] piazza museo nazionale museo archeologico [pp. 199-200/ 204-205] Piazza Museo Nazionale, intitolata alle raccolte di archeologia (il ‘Museo’ per eccellenza), è frutto di un percorso prolungato di modifiche – anche nelle funzioni – con inizio nel 1585, per ordine del viceré spagnolo Pedro Giron duca di Osuna, con la costruzione sulle pendici verdi e disabitate della collina di Santa Teresa dell’edificio destinato a caserma di cavalleria (la spianata dinanzi, di coseguenza, è la ‘Cavallerizza Nuova’). Nel 1616 un altro viceré, Pedro de Castro conte di Lemos, fa adattare l’edificio a sede dell’Università (i ‘Pubblici Studi’), in precedenza ospitata nel convento di San Domenico Maggiore [vedi San Giuseppe pp. 9798]: è Giulio Cesare Fontana l’architetto della trasformazione in Palazzo degli Studi. Ad un secolo e mezzo di distanza, nel 1777 nuovo cambio di funzione: l’Università, a seguito dell’espulsione dei Gesuiti dal Regno (1767), trova collocazione definitiva nel quartiere generale dell’ordine [vedi Porto Pendino Mercato p. 152], liberando gli ambienti monumentali, per volontà di Ferdinando IV di Borbone, per il Real Museo Borbonico dedicato alle ‘antichità’ di Ercolano, Pompei e Stabia, insieme alla raccolta prestigiosa della statuaria classica della collezione Farnese [vedi p. 199], con biblioteca annessa. I lavori iniziano nel 1778, affidati a Ferdinando Fuga; alla sua morte Pompeo Schiantarelli provvede ad integrare la fabbrica di un piano e di un grande emiciclo sul retro. I lavori di ampliamento proseguono per tutto l’Ottocento, in stretta connessione con le scoperte sempre più sorprendenti dagli scavi in area vesuviana (quali il Mosaico di Alessandro, dalla Casa del Fauno) e nelle altre province del Regno. Un disegno culturale enciclopedico, tipicamente settecentesco, prevedeva in principio un contenitore unico per l’Accademia di Scienze Lettere e Arti, l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca Nazionale, la Pinacoteca medioevale e moderna, istituzioni che, nei decenni successivi, troveranno per forza di cose sedi più idonee. Restano le collezioni di antichità, dal nucleo celeberrimo farnesiano, alle sezioni preistorica e protostorica, egiziana, a quella intitolata alla cultura greca del golfo di Napoli, la statuaria dalle Terme di Caracalla, i reperti del tempio di Iside a Pompei, le pitture, i mosaici, le gemme sem- pre di provenienza Farnese... Collega direttamente la città e l’hinterland al Museo, da qualche anno, la stazione della linea 1 della metropolitana, con un allestimento didattico dedicato alla Napoli delle origini. Piazza Cavour – raccordo delle linee 1 e 2 del sistema metropolitano – è, fino agli interventi urbanistici del decennio francese [vedi pp. 200-201], largo delle Pigne; da qui, sulla sinistra, in via Stella, gli edifici cinquecenteschi di palazzo Carafa di Maddaloni, saccheggiato durante la rivolta di Masaniello (1647), e della 205 206 santa maria della stella via stella 25 orario: lun-sab 16.30-18.00 dom 10.30-13.30 tel 081294797 [pp. 200/205206] padri della missione via vergini 51 [pp. 198/206] santa maria dei vergini via vergini 45 orario: 8-12 e 1720 dom 7.30-14 tel 081451161 [p. 206] palazzo dello spagnolo via vergini 19 [p. 206] palazzo sanfelice via arena della sanità 2-6 [p. 207] via vergini palazzo dello spagnolo [p. 206] stella san carlo all’arena chiesa di Santa Maria della Stella (1577): il nome (esteso a tutto il quartiere) viene dall’affresco ‘miracoloso’ della vergine nel transetto, ‘scoperto’ durante la peste del 1501. Molti rifacimenti e aggiunte spurie (come i marmi dalla chiesa distrutta di San Sebastiano, dietro piazza Dante [vedi San Giuseppe p. 89]), e l’incendio del 1944 hanno modificato radicalmente la fisionomia attuale, con facciata del Seicento (16371642) e sagrestia rococò. Nel convento, oggi caserma dei carabinieri, si individuano ancora il chiostro, l’ex farmacia e la spezieria. Dall’incrocio tra piazza Cavour e via Duomo, di fronte sulla sinistra, si aprono, in successione, via Vergini (nel tratto iniziale via Crocelle) e via Miracoli, intensamente legate alla vita popolare antica della città, nel cuore di un borgo ancora intriso di un tempo remoto: vicoli, piccole botteghe alimentari che sfidano la grande distribuzione, pescherie, fruttivendoli, friggitorie, bancarelle... Lungo il percorso, le chiese dei Padri della Missione (1743-1768), con interni luminosi ideati da Luigi Vanvitelli, e di Santa Maria dei Vergini, fondata (1326) con annesso ospedale per il ricovero dei poveri per volontà generosa di due famiglie nobili della zona, i Vespoli e i Carmignano (proprietari di gran parte dei suoli, tanto che l’area era nota allora an- che come campo di Carmignano); la chiesa rimane interrata (1435) dopo una delle frequenti alluvioni (le lave dei Vergini, famose e temibili) che devastano il borgo fino ai lavori di incanalamento delle acque, del 1868. Ricostruito alla fine del XVI secolo, distruggendo gran parte della struttura medioevale sepolta dai detriti, solo nel 1669 l’edificio è affidato, con il piccolo convento, ai Padri della Missione che la restaurano nel 1724. A testimoniare il passato ‘aristocratico’ della strada, il palazzo dello Spagnolo (1738, su disegno di Ferdinando Sanfelice), intitolato così da inizi Ottocento quando è residenza del nobile madrileno don Tommaso Atienza, e, lungo via Arena della Sanità, il palazzo Sanfelice dal museo archeologico a piazza carlo III (1724-1726), dimora di famiglia dell’architetto Ferdinando Sanfelice (1675-1748), con due portali maestosi di accesso ai cortili: a sinistra, su un impianto ottagonale, una piccola scala a due corpi circolari che avvolgono elementi cilindrici in piperno; a destra, nel cortile di forma rettangolare, una scala scenografica, tipica delle costruzioni del grande architetto, ad arcate affacciate sul giardino retrostante, in alto rispetto al cortile. Ai Cristallini, ‘rione’ antico parallelo del quartiere Stella, accanto alla chiesa di San Severo a Capodimonte, alla salita dei Cinesi, il Giardino degli Aranci, a cura dell’associazione L’Altra Napoli e con il contributo della Fondazione Banco di Napoli, nel dicembre 2007 ha recuperato la missione originaria, spazio verde vitale aggiornato a laboratori musicali e teatrali per i ragazzi del quartiere. L’ex Collegio dei Cinesi, nucleo originario dell’Università degli Studi L’Orientale, apparteneva all’edificio acquistato nel 1729 da padre Matteo Ripa per la Congregazione della Sacra Famiglia dei Cinesi, con il collegio destinato all’istruzione di “giovani cinesi, indiani e d’ogni altra nazione infedele”, il cortile “maggiore” e il “Giardino degli agrumi”. Dopo l’Unità diventa l’ospedale Elena d’Aosta. Piazza Miracoli ha il nome della chiesa e del convento situati sul largo, dagli inizi del XVII secolo; con il Decennio francese, espulse le monache francescane, subentra un istituto femminile d’educazione [vedi p. 198], oggi, una scuola pubblica. Su piazza Cavour, all’altezza di Porta San Gennaro, ha inizio via Foria. Ai margini del borgo dei Vergini, la chiesa di San Carlo all’Arena (1602) è dedicata a San Carlo Borromeo e affidata ai Cistercensi che la ricostruiscono (1621) su disegno dell’architetto domenicano Giuseppe Nuvolo (il fra Nuvolo autore del campanile di Santa Maria del Carmine [vedi Porto Pendino Mercato p. 159]). Con la soppressione dell’Ordine, il complesso conventuale occupato dai militari viene abban- 207 giardino degli aranci salita dei cinesi orario: dalle 9 a un’ora prima del tramonto [p. 207] san severo a capodimonte piazza miracoli 35 [p. 207] santa maria dei miracoli salita dei cinesi orario: 8.30-12; 16.30-19.00 tel 081440189 [pp. 198/207] san carlo all’arena via foria 70 orario: lun-ven 7.30-11; 17-19 tel 081441482 [pp. 198/207] via arena della sanità palazzo sanfelice [pp. 206-207] 208 via vergini palazzo dello spagnolo [pp. 206-207] stella san carlo all’arena dal museo archeologico a piazza carlo III donato, fino a quando, nel 1836, si decide di ripristinare il tempio come ex voto a san Carlo a seguito di un’epidemia di colera. L’ex Caserma Garibaldi, costruita nel tardo Ottocento per la fanteria, riutilizza nelle strutture parte delle mura aragonesi, insieme a due torrioni rinascimentali e un convento antico. Oggi è sede del tribunale del giudice di pace ma destinata, nei progetti del Comune, a ospitare una Cittadella della cultura. Via Tenore, dedicata a Michele Tenore, rettore dell’Università nel 1844 e fondatore dell’Orto Botanico, conduce in via Veterinaria alla chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci (1581, dalla via crucis sul sagrato, soppressa a metà Ottocento); per i lavori che abbassano il livello di strada, il chiostro del convento, affrescato nel Seicento da Belisario Corenzio, è inglobato nella facoltà di Veterinaria [vedi p. 202]. Alla sinistra, vico Paradisiello e, a seguire, vico Sant’Efremo Vecchio, la piazza con la settecentesca villa di Donato, destinata oggi a mostre d’arte ed eventi culturali, e la chiesa omonima dedicata al vescovo Efebo (o Efremo): le sue spoglie, con quelle dei santi Massimo e Fortunato, sono collocate nel Duecento nei locali scavati nel tufo. Di nuovo su via Foria, l’Orto Botanico (sede del dipartimento di Biologia vegetale della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università Federico II), “Real Giardino delle Piante” alla fondazione (1807) disposta da Giuseppe Bonaparte, è uno dei centri di ricerca più qualificati in tema di ambiente, per estensione, quantità e qualità di esemplari: decine di migliaia di piante, arbusti e alberi secolari, serre attrezzate a varie temperature e vasche per vegetazioni acquatiche che permettono la crescita di rarità di ogni latitudine, dai deserti africani, americani, asiatici e australiani, collezioni pregiate (Cicadee, Felci arboree, piante succulente, l’antica raccolta di agrumi), una sezione dedicata alla cultura materiale, specie medicinali, tintorie e da essenza. Tra gli edifici storici del patrimonio dell’Orto, la Serra Temperata, del 1807 e, nell’area che confina con l’Albergo dei Poveri, il ‘castello’ del XVII secolo, con le due torri circolari in facciata, antico casale rurale che ospita oggi uffici, biblioteca, e, al secondo piano, il Museo di Paleobotanica e Etno-botanica. Il borgo di Sant’Antonio Abate, rinomato per il mercato alimentare, si sviluppa, sul lato opposto, intorno alla chiesa (1313, ricostruita nel 1370) di fondazione angioina; i monaci ospitalieri del complesso sono gli artefici del rimedio ingegnoso contro l’infiammazione cutanea detta 209 caserma garibaldi via foria 2 [p. 209] santa maria degli angeli alle croci via veterinaria 2 orario: lun-dom 7-12; 17-20 [pp. 198/209] sant’eframo vecchio piazza sant’eframo vecchio 21 tel 0817519371 orario: dom 9-12 [p. 209] villa di donato piazza sant’eframo vecchio [p. 209] orto botanico e museo di paleobotanica e etnobotanica via foria 223 visite su appuntamento ingresso libero orario: lun-ven 9-13 tel 081449759 (lun-ven 9-11) www.ortobotanico.unina .it [pp. 202/209] sant’antonio abate via foria 302 e larghetto sant’antonio abate orario: 9.30-13.30; 17-19.30 [pp. 209-210] 210 albergo dei poveri piazza carlo III [pp. 198199/210] stella san carlo all’arena “fuoco di Sant’Antonio”, a base di grasso di maiale, animale votato al santo e allevato nel monastero. Affacciata su piazza Carlo III, la fabbrica imponente dell’Albergo dei Poveri (1751, Ferdinando Fuga), tre- centocinquantaquattro metri di facciata (un record anche rispetto alle dimensioni sensazionali della Reggia di Caserta) mette in scena l’utopia universale più ambiziosa dell’assolutismo illuminato: Carlo di Borbone [vedi p. 199], nel pieno dello slancio riformistico e dell’emulazione visionaria tra le corti d’Europa, sogna il riscatto dei derelitti, l’avvio di un percorso operoso capace di innescare un processo di emancipazione e di produzione autonoma graduale di ricchezza materiale e morale... Condannato all’incompiutezza dalla sproporzione tra obiettivi e risorse disponibili e dal rapido precipitare dei tempi, il Palazzo ha assolto nel tempo le funzioni più disparate e precarie: alloggio per indigenti fino al 1800, sede del tribunale minorile e dell’Università fino al 1980 – quando, in seguito al terremoto, il gigante si smaterializza ulteriormente – palcoscenico di rappresentazioni teatrali ed eventi temporanei, oggi. Al termine di un lungo periodo di abbandono e degrado, il restauro in corso riparte, con la prospettiva di un investimento particolarmente oneroso, da dove si interrompe l’utopia borbone, in cerca di destinazioni d’uso e di dinamiche di sostenibilità proporzionate alla mole e alla storia di un paradigma della ‘modernità inquieta’. ‘‘ da via santa teresa a capodimonte 211 il pauroso e pittoresco ossario delle fontanelle, in enormi cave di tufo, custodisce... i resti delle vittime dell’epidemia colerica del 1836, aggiuntivi altri numerosi scheletri scavati in vari punti della città... [gino doria, 1982] da via santa teresa a capodimonte Via Santa Teresa degli Scalzi sale verso la collina di Capodimonte, scavalcando con il ‘ponte’ ottocentesco il borgo della Sanità, fonte inesauribile della mitografia sulla capitale del Sud, autentica e di appendice, teatro vivo di tradizioni e leggende di ‘lunga durata’. Al numero 109 di via Santa Maria Antesaecula nasce Totò, prototipo del costume e dell’anima irriducibile a stereotipi di maniera della città moderna; Eduardo De Filippo ambienta Il sindaco del rione Sanità in questi vicoli angusti, gli stessi che Renato Castellani, qualche decennio più tardi, adatterà a set cinematografico di Questi fantasmi, con Sophia Loren e Vittorio Gassman... Per qualche tempo, in corrispondenza con la parabola delle attività conciarie e di pelletteria suscitate da Mario Valentino, si è addirittura coltivata la speranza di un innesto manifatturiero originale sul tessuto frammentato, ad altissima densità abitativa, di piccole botteghe commerciali e artigianali del rione. Progettata per volontà di Giuseppe Bonaparte e inaugurata nel 1810 da Gioacchino Murat [vedi p. 200], la strada prende il nome dalla chiesa (conosciuta anche come Santa Teresa al Museo, 1602-1612) contigua al Museo Archeologico, e raccordata al livello stradale da una scalinata a doppia rampa, nel 1853, quando la costruzione di corso Napoleone abbassa le quote originarie. La struttura conventuale ospita l’Istituto Professionale Industria e Artigianato per Ciechi Paolo Colosimo. Lungo il percorso, palazzo Albertini di Cimitile (XVIII secolo, di Carlo Vanvitelli) e, subito dopo, palazzo Ranieri, dove, il 14 giugno 1837 (come ricorda la lapide sulla facciata), muore Giacomo Leopardi ospite dell’amico napoletano Antonio Ranieri. A sinistra, santa teresa degli scalzi via santa teresa degli scalzi 43 orario: lun-ven 7.30-11; 17-19 [pp. 200-201/211] palazzo albertini di cimitile via santa teresa degli scalzi 76 [p. 211] palazzo ranieri vico pero 2 [p. 211] via foria orto botanico collezione delle succulente [pp. 202/209] 212 santa maria della verità o sant’agostino degli scalzi vico lungo sant’agostino degli scalzi [p. 212] santa maria di mater dei piazzetta materdei 11 orario: 8-14; 16-20 [p. 212] maria santissima del carmine cimitero delle fontanelle via fontanelle 77 visite guidate in occasione di eventi [pp. 203/212] san gennaro extra moenia via san gennaro dei poveri 25 per informazioni e visite tel 081667179 www.altranapoli.it [p. 212] stella san carlo all’arena vico Lungo Sant’Agostino degli Scalzi conduce alla chiesa di Santa Maria della Verità (1592), o Sant’Agostino degli Scalzi, dall’Ordine del fondatore, lo spagnolo Andrea Diez, nata sul luogo di un’edicola dedicata a Santa Maria dell’Oliva (dalla coltura più diffusa nella zona). Procedendo, nella piccola piazza omonima, siamo nel cuore del rione che prende il nome dalla chiesa di Santa Maria di Mater Dei (1587), al confine tra Stella e Avvocata, fondata con il convento sulla collina nota come Fonseca, sui terreni di una masseria. Tutta l’altura, nel Seicento, è oggetto di intensa ‘lottizzazione’ da parte degli ordini religiosi, in cerca di spazi salubri immersi nel verde fuori città, caratterizzazione azzerata nel corso dei secoli da un’espansione residenziale massiccia culminata nel Novecento, per quanto ancora mitigata da scorci rurali e giardini inattesi, con piccoli agrumeti. La risistemazione urbana vistosa per la stazione della linea 1 della metropolitana, firmata dall’atelier Mendini, con le istallazioni sgargianti di Luigi Serafini e Lucio Del Pezzo, ha cambiato il volto di piazza Scipione Ammirato. Da piazzetta Materdei, al termine della calata che riconduce ad una sorta di periferia rurale, la piccola chiesa ottocentesca di Maria Santissima del Carmine, è la porta di accesso al cimitero delle Fontanelle. Le caverne profonde scavate nella collina per estrarre il tufo ‘da costruzione’ erano adibite da usanze secolari ad ossario senza regole della città [vedi p. 203]. Finalmente, alla fine dell’Ottocento, un gruppo di fedeli, con la guida del sacerdote Gaetano Barbati, comincia a disporre pietosamente le spoglie in cataste ordinate lungo tutto il perimetro dell’antro: un gigantesco caleidoscopio, dove la penombra si attenua per i fasci di luce proiettati dall’esterno, di teschi e scheletri anonimi senza tempo, intervallato a teche in vetro, legno o muratura, exvoto, per grazia ricevuta o implorata, e da piccoli altari per sollecitare il coinvolgimento dei defunti senza volto nelle vicende terrene più misteriose e disperate, un canale di comunicazione d’emergenza con il mondo ‘dell’aldilà’. In via San Gennaro dei Poveri, con l’ospedale omonimo, la basilica paleocristiana di San Gennaro extra moenia, documenta lo spessore dell’architettura paleocristiana, riaperta al culto in questi giorni al termine dei lavori di restauro promossi dall’Arcidiocesi e dall’Associazione L’Altra Napoli. Nata nel V secolo nei pressi delle catacombe di San Gennaro, custodi delle spoglie del patrono [vedi p. 202], la struttura recuperata restituisce il collegamento con l’area ci- da via santa teresa a capodimonte 213 materdei piazza scipione ammirato [p. 212] 214 catacombe di san gennaro ingresso da via capodimonte 13 orario: visite guidate ogni ora 10-17 [pp. 202/214] santa maria della sanità catacombe di san gaudioso piazzetta sanità chiesa orario: 8.30 12.30; 17- 20 dom 8.30-13.30 catacombe orario: visite guidate ogni ora 10-13 biglietti: 5 euro tel 0815441305 www.catacombedinapoli .it [pp. 200, 202203/204] stella san carlo all’arena miteriale sotterranea, in precedenza raggiungibile solo attraverso il piazzale della chiesa dell’Incoronata del Buon Consiglio a Capodimonte. Le catacombe di San Gennaro si articolano su due livelli. Il primo, il vestibolo inferiore (III-IV secolo), al centro un fonte battesimale commissionato dal vescovo Paolo II, è il risultato dell’ampliamento di una tomba gentilizia pagana con struttura uniforme e regolare dove, in un ipogeo ora visibile dalla zona superiore, erano custodite le spoglie di san Gennaro. La parte esterna murata è coperta da affreschi, tra i quali San Gennaro e i proto martiri Stefano e Sossio, del VI secolo. Il vestibolo superiore è costituito da due sale quadrate, di circa sette metri per lato, con dislivelli di suolo. Conserva gli affreschi della cupola con scene di Adamo ed Eva o Davide e Golia; la piccola ‘basilica dei vescovi’, dedicata alla memoria dei primi quattordici vescovi napoletani, e la maestosa ‘basilica maior’. Lungo uno dei lati corti una cripta ingloba otto arcosolia (tombe a forma di arco) e dieci loculi, con i ritratti a mosaico di quattro vescovi: fino a tutto l’VIII secolo le catacombe sono destinate ad accogliere le spoglie dei presuli napoletani. In piazza della Sanità pulsa il cuore che non si rassegna a morire del rione, punto di riferimento della mis- sione coraggiosa di riscatto etico e civile di sacerdoti e associazioni di volontariato più numerose e tenaci di quanto ci si aspetti: la chiesa seicentesca di Santa Maria della Sanità, inserita nel grande complesso monastico originato dal ritrovamento di una reliquia mariana del V-VI secolo in una chiesetta annessa alla cripta di San Gaudioso. I Domenicani, custodi dal 1577 dell’edificio sacro, incaricano l’architetto dell’Ordine Giuseppe Donzelli (fra Nuvolo) di progettare la nuova chiesa (1602-1613). Alle spalle dell’altare, la decorazione barocca in cartapesta e stucco (Gloria di Angeli e putti) incornicia la statua della Madonna con bambino (primi anni del Seicento, Michelangelo Naccherino). Nelle cappella, pale d’altare di artisti prestigiosi del Seicento: Andrea Vaccaro, Giovan Bernardo Azzolino, Giovan Vincenzo Forli, Luca Giordano, Pacecco de Rosa. Le catacombe di San Gaudioso, il secondo cimitero paleocristiano di Napoli, si sviluppano intorno alla tomba del santo eremita morto intorno al 452. Insieme ai resti di mosaici e di affreschi del V e VI secolo, con simboli cristiani e immagini di santi, in epoca vicereale si afferma l’uso di far ‘disseccare’ cadaveri sui sedili in pietra, per murarli infine nella parete con il teschio sporgente e lo scheletro dipinto sul muro, accompa- gnato dagli oggetti che immortalano stato o mestiere del defunto. La basilica di San Severo alla Sanità è dedicata al santo vescovo di Napoli (364-410) protagonista del passaggio tra tardo paganesimo e cristianesimo. Sorge sulle sue spoglie custodite in origine in una piccola catacomba, cui si accede dalla seconda cappella a sinistra. Verso la metà del IX secolo, quando le reliquie vengono trasferite in San Giorgio Maggiore, la basilica è abbandonata. Solo dal 1573 i francescani ricostruiscono e restaurano il complesso (1680, Dionisio Lazzari). Il chiostro del convento di Santa Maria della Sanità viene mutilato nell’Ottocento per la costruzione del Ponte [vedi p. 200] sul tratto finale del corso Napoleone (ora Amedeo di Savoia duca d’Aosta), facilmente raggiungibile con l’ascensore da via santa teresa a capodimonte in via San Vincenzo. Superato il Tondo di Capodimonte [vedi p. 200], nella prima grande ansa a sinistra, la basilica magniloquente dell’Incoronata del Buon Consiglio, inaugurata nel 1953 sul modello di San Pietro in Vaticano. Sul coronamento della facciata, la Madonna con Bambino (di Pietro Ambrosini di Pietrasanta), con ai lati San Francesco e Santa Caterina da Siena. All’interno, opere donate da benefattori o provenienti da chiese demolite, come le otto sculture del Settecento (Apostoli, di Michelangelo Naccherino) dell’altare maggiore, dalla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Coronamento ideale, nel punto più alto della collina, la creatura più apprezzata nei secoli di Carlo di Borbone, sede degna del Museo di Capodimonte. Costruita, su progetto di Antonio Me- 215 san severo alla sanità catacombe di san severo vico san severo 81 chiesa orario: lun-dom 8.30-12.30 catacombe orario: lun-dom 9.30-12.30 visite guidate ogni 45 minuti per informazioni tel 0815441305 www.catacombedinapoli .it [pp. 203/215] san vincenzo via fontanelle 154 [p. 215] ascensore della sanità stazione inferiore via san vincenzo stazione superiore corso amedeo di savoia duca d’aosta orario: feriali e festivi infrasettimanali 7-21.30 dom e 24 e 31 dicembre 8-14.30 accesso gratuito [p. 215] emiciclo di capodimonte [p. 200] 218 incoronata del buon consiglio via capodimonte 13 orario: lun-sab 9-13; 16-19 dom 9-13 tel 0817414945 [p. 215] museo di capodimonte via miano 1 orario: 8.30-19.30 chiuso mer biglietti: 7.50 euro; ridotto 3.75 euro, da 18 a 24 anni; pomeridiano (dopo ore14) 6.50 euro gratuito sotto i 18 e sopra i 65 anni tel 0817488111 www.museocapodimonte.it bosco di capodimonte ingressi da via miano via capodimonte orario: dalle 9 a un’ora prima del tramonto tutti i giorni [pp. 199-200/215, 218-219] stella san carlo all’arena drano (la prima pietra è del 1738), in un’area verde incontaminata affacciata sul golfo incantato, tra la sagoma del Vesuvio, la collina di San Martino e il promontorio di Posillipo, immersa in un parco di oltre 130 ettari – la riserva naturale più estesa della metropoli, una autentica città poco conosciuta, popolata delle masserie, delle stalle, delle serre, del ricordo delle manifatture di porcellana di concezione borbonica, restaurate in grande stile ma da tempo in attesa di destinazioni d’uso – popolato da oltre 400 specie vegetali e la più varia fauna mediterranea, la Reggia alterna per secoli i fasti della residenza di corte alla missione museografica, imperniata sul nocciolo duro delle raccolte di casa Farnese. Tutto ha origine dalla passione venatoria del sovrano, desideroso di una riserva di caccia esclusiva lontana dagli affanni delle responsabilità dinastiche: solo due giorni all’anno era concesso libero accesso al sito, a Ferragosto e a San Clemente – 23 novembre – purché vestiti di ‘giamberga’ (giacca); una folla variopinta e rumorosa – ricordata dalle fonti per gli abbigliamenti fantasiosi – scortata dalle guardie, percorre i viali del bosco per raggiungere l’Eremo dei Cappuccini, costruito ai limiti del parco nel 1817, secondo una consuetudine abolita in seguito dai Savoia. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1866 arri- vano dalla reggia di Portici nell’ala nord, in prossimità del salone d’ingresso, i pannelli in porcellana di Capodimonte che rivestivano le pareti del boudoir della regina Maria Amalia di Sassonia da metà Settecento, esempio raffinato del gusto per le ‘cineserie’ del tempo. Data alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, dopo secoli di vicende alterne e intense, il primo allestimento museografico rigoroso delle collezioni d’arte medievale e moderna nel frattempo finite, insieme alle celebri raccolte di ‘antichità’ farnesiane, pompeiane ed ercolanesi, nel Real Museo Borbonico (Museo Archeologico Nazionale): nel maggio 1957, artefici il soprintendente Molajoli e l’architetto De Felice, in squadra con una leva di funzionari e studiosi (Raffaello Causa, Ferdinando Bologna, Oreste Ferrari...) di qualità rara, nasce il “Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte”, all’avanguardia in Europa per le soluzioni e il patrimonio formidabile. Il riordino delle raccolte avviato negli anni Novanta, imperniato essenzialmente sull’identità dei nuclei storici omogenei delle collezioni (Farnese, borbonici, Borgia, postunitario), sulla valorizzazione piena dell’appartamento reale e un percorso ideale attraverso la storia delle arti a Napoli, in successione cronologica, corona in maniera esemplare la storia di un mo- numento simbolo della civiltà figurativa napoletana, dalla metà del Duecento al tardo Ottocento, fino alle sezioni del Museo dedicate alla fotografia e all’arte contemporanea. Simone Martini, Tiziano, Caravaggio, Ribera, Giordano... Andy Warhol: a completare un’offerta con pochi eguali nel circuito dei grandi musei internazionali, anche per la cura della gestione ordinaria, manca solo una soluzione meno precaria del problema annoso dei collegamenti con il centro cittadino. Lungo via Miano, davanti all’ingresso di Porta Grande al Bosco di Capodimonte, Parco Lieti, recupera parte del casino rustico di Giuseppe Lieti, su un’estensione di circa 6000 metri quadrati, con l’impianto originario di querce, tigli, allori, agrumi, pioppi, noci, campi da tennis, da bocce, da calcetto e spazio giochi per bambini. Da via Capodimonte, percorrendo salita Moiariello, si raggiunge l’Osservatorio Astronomico. Già nel 1735 Carlo III di Borbone istituisce a Napoli la prima cattedra universitaria di astronomia, a testimonianza del respiro europeo della capitale del Regno; nel 1791, Ferdinando IV prosegue l’opera con la commissione di un osservatorio astronomico nel Real Museo Borbonico, ma il luogo – via Foria – si rivela inadatto all’osservazione della volta celeste. È Gioac- da via santa teresa a capodimonte chino Murat, nel 1812, a completare il percorso: per la fondazione dell’Osservatorio e la costruzione della specola viene individuata infine la collina di Capodimonte, lontana dalle luci artificiali della città, in condizioni ambientali e di visibilità ideali per lo studio degli astri. Acquisiti i terreni e la villa cinquecentesca che preesisteva, prima di proprietà del marchese di Miradois, in seguito del principe della Riccia, su progetto dei fratelli Stefano e Luigi Gasse e con la consulenza scientifica dell’astronomo Federico Zuccari, prende forma l’edificio neoclassico completato al ritorno sul trono napoletano di Ferdinando di Borbone (a cura di Giuseppe Piazzi, pioniere della specola palermitana). Al centro di un parco complementare al bosco della Reggia, quasi sei ettari di piante rare, l’Osservatorio si impone da allora come oasi di indagine celeste e centro di innovazione scientifico-astronomica internazionale di prestigio riconosciuto. Il Museo annesso conserva strumenti e apparecchiature astronomiche di grande rilevanza storica, dotato di un laboratorio di didattica attrezzato e, in due piccole cupole all’estremità della terrazza, di Telescopio e il Planetario che invitano ad indagare l’universo misterioso. 219 parco lieti ingresso da via lieti a capodimonte 97 e da via nuova san rocco [p. 219] osservatorio astronomico via moiariello 16 museo visite su appuntamento orario: lun-ven 9.30-10.30 informazioni e prenotazioni tel 0815575111 www.na.astro.it [pp. 201/219] alle pagine 216217 capodimonte facciata del museo di capodimonte [pp. 199-200/215, 218-219] avvocata montecalvario 222 avvocata montecalvario alle pagine 220-221 corso vittorio emanuele istituto suor orsola benincasa a pagina 222 via san giuseppe dei nudi palazzo costantino a pagina 222 montesanto stazione della cumana funicolari centrale via toledo - corso vittorio emanuele - petraio - piazza fuga (vomero) montesanto montesanto - corso vittorio emanuele - via morghen (vomero) / trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazione quartieri spagnoli piazzetta mondragone 18 tel 081401300 polizia 113 sede dante via tarsia 38 tel 0815645211 sede montecalvario via santa lucia al monte 21 tel 0817903611 poliziotti di quartiere sede dante via tarsia 38 tel 3358357012 sede montecalvario via santa lucia al monte 21 tel 3357997827 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa piazza dante 93 tel 0815643180 metropolitana linea 1 piazza dante - museo - mater dei - salvator rosa - quattro giornate - vanvitelli - medaglie d’oro - montedonzelli - rione alto - policlinico - colli aminei frullone - chiaiano - piscinola linea 2 gianturco - piazza garibaldi piazza cavour - montesanto piazza amedeo - mergellina via leopardi - campi flegrei - cavalleggeri d’aosta - bagnoli pozzuoli s.e.p.s.a. ferrovie cumana e circumflegrea per informazioni sugli orari tel 0817354310 0817354311 www.sepsa.it taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde 800639525 www.anm.it 547 (festiva) via santa maria del pianto - via del riposo - via nuova del campo - via don bosco - piazza carlo III - piazza cavour - piazza museo - via matteo renato imbriani - via d’acquisto - via battistello caracciolo - via santacroce via suarez - via menzinger piazza medaglie d’oro c16 mergellina (funicolare) via mergellina - corso vittorio emanuele (sepsa) - via giordani - corso vittorio emanuele - via salvator rosa via matteo renato imbriani via d’acquisto - via giacinto gigante - via battistello caracciolo c34 via altamura - via martini via san giacomo dei capri - via giotto - via menzinger - via suarez - via santacroce - via salvator rosa - via matteo renato imbriani - via d’acquisto - via giacinto gigante - via battistello caracciolo - via salvator rosa via conte della cerra - via san gennaro ad antignano - via tino da camaino - via niutta via piscicelli c47 via tanucci - piazza vico via tanucci - piazza carlo III via foria - piazza cavour piazza museo - via salvator rosa - via matteo renato imbriani - via d’acquisto - via giacinto gigante - piazza arenella - via piscicelli - via giotto - via niutta - piazza trasporti www.comune.napoli.it/municipalita2 distretto sanitario 51 (avvocata, montecalvario, pendino, mercato, san giuseppe, porto) via vespucci 9 tel 0812542307 relazioni con il pubblico via de gasperi 55 tel 0812542111 assistenza anziani tel 0812542301 assistenza veterinaria piazza municipio 84 tel 0815510243 0815525967 farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania /napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere trasporti municipalità 2 (mercato, pendino, avvocata, montecalvario, porto, san giuseppe) piazza dante 93 tel 0817950201 0817950801 sedi distaccate corso garibaldi 394 via san tommaso d’aquino 15 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 / cure mediche / i quartieri estensione montecalvario kmq 0,75 avvocata kmq 1,22 abitanti [2001] montecalvario 22.719 (10.987 maschi; 11.732 femmine) avvocata 33.295 (15.499 maschi; 17.796 femmine) arenella c53 via amato (m1) - via materdei - via santa teresa degli scalzi - via salvator rosa via matteo renato imbriani via marsicano - via facio - via malaterra - via collenuccio via bartolomeo caracciolo piazza delle fontanelle - via collenuccio - via de falco - via donzelli - via di gravina e2 piazza matteotti - via monteoliveto - via toledo - via concezione a montecalvario vico I Montecalvario - via portacarrese a montecalvario via concordia - vico cariati salita cariati - piazzetta cariati corso vittorio emanuele - vico trinità delle monache - via santa lucia al monte - via girardi r1 piazza medaglie d’oro (m1) via menzinger - via suarez via santacroce - via salvator rosa - via pessina - piazza dante (m1) - via toledo - via battisti - via medina - piazza municipio - via san carlo piazza municipio - via medina via monteoliveto - via sant’anna dei lombardi piazza dante (m1) - via broggia - piazza museo EG RIN I 6IA"0UO TI 6I AD EI 0E LL IS 3EN 6IA E 0IAZZA 6IA4OLEDO ELE 6IA3A NTA,U CIAAL -ON 6IA3 TE ANTA -A RIA/ GNIB ENE 7 4 6IA 3 NIO DRO #E 6IA2DI0ALAZZO 6IA4OLEDO 1 ATRO.UOV O ANU 6IA#$´% NGENIO 6ICO#ONCE ZIONEDI6IA3-DELLE ONTECALVARIO IAZ 'RAZIEA4OLE 6IA!$ DO 6IA-O ,ARGO 6ICO0ONTE NTECALVARIO -ONTECA -ONTECALVARIO LVARIO 6ICODEL 4E 6ICO&- ATRO.UOVO UINO ,ARGO"A ONTECALVARIO RACCHE $´!Q 6ICO3AN IA34 6IA06 3EPOLCR ONTED O 6IA%$ I4APPI E$EO A 6ICO'IA 6ICO#OL RDINETTO ONNE# 6IA3 ARIATI AN' IACO 6ICO#RO MO CE#ARIA TI 6ICO4O 0IAZZETTA FA 6IA 6I 4RINITgDE GLI3PAGNCO4RINITg3P &)MBRIAN OLI AGNOLI I 6ICO$´! FFLITTO 6ICO# ONTED I-OLA 6ICO#AR IATI #OR SO6 %M A3 L IT 3A RA 6IA3IMONELLI#ARITg 6ICO,UNG O4E AM EN TIN A 0E D 6IA'3ANTACROCE 6I A$ 6IA ! AL B #A ON CC A AV ELL O ' $ ´!U RI A 6IA+ERBAKER 6IA%!LVINO NINI 6IA',"ER 6IA'4 ONIA 6IA&0AL IZZI 3UOR "ENIN/RSOLA CASA 6ILLA-ARIA 6ICODEL6ASTO 6IA,'IORDANO TI 0RE 6IA- 6I A 6IA-&IORE AIN O 6I A4 D I# AM IANI 6IA'-ERL O SSIM I-A 6IA$ 6IA6'EMITO 6ICO!CITILLO 6IA$E.AR DIS POLO 6IA'"2UOP 6IA'0AISIELLO LLA TE E0 UN TE #A VO NE #A S 04O S TI 6IA5.IUTTA 6IA3!LTAMURA 6IA && RAN CE 6IA SCH ' #A I PAL DO 6IA3CALA 0I GN A 6I A 6IA& 6I A' " ON ITO MANUELE #ORSO6% O TIN EN OL 4 LA ICO . AN CIA UER O1 6IC ZI 5 NA IO RA I 0IAZZETTA #ARIATI ESSI 6IA%0 ET I0 IN ETT NIZ $O ' 6IA&0ALIZ ,ARGO 3AN-ARTINO EL L O 3CU 6IA0 O RS CO OC 3 O C 6I 6 #ERTOSADI 3AN-ARTINO E LIC FE #HIESADI 6ILLA&LORIDIANA 3AN&RANCESCO AR I #ASTEL 3ANT´%LMO 2 CA AD 'R A 6I 6IA AN A3 6I 6IA#ORENZIO 6IA 0, IGO RIO &E RM EN 6IA#IMAROSA I 6 LE NI PA I RD AM A A# 'IR 6I A& 6I E OC . 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OLI OTT CCI A # O 6IC IA3 0IAZZA 'E [pp. 226-227/240] NNA ROA #&ANZAGO L6O piazza montesanto ME RO [pp. 227/240, 241] URA E&$ 6IA I RELL #A 6IA 3ALIT 3A LIT A4 AR SI 3AL IT A 6E NTA G TTOLI stazioni circumvesuviana OLI ACCIOTT 3ALITA# 0IAZZA 6IA3!BATE URZOpignasecca dalla DEGLI!RTISTI a via salvator 0IAZZA rosa !NTIGNANO 7. piazza pignasecca 6 6IA$ON3T 6IA'2OSSINI stazioni funicolare ,IB RA IA LZI 3CA EGLI SAD 4ERE ANTA 6IA3 6. pedamentina [pp. 229/236-237] !NTIGNANO 9 11 6IA34OMMASI RVO CO NTE 0O ATE 6I A 0IAZZA -AZZINI 6IA3AN'IUSEPPEDE´.UDI 6IA& 3# ORRERA 6IC O,U NGO A0 ONT ECO RVO O #ORS stazioni cumana [pp. 226/237] 6IA AR T N3A 6IA oggi e domani 5. suor orsola . benincasa 0ICCINNI 0IAZZA )MMACOLATA CIO #AC O IER 4RA GG V 2U intorno #O al 1936 E $ RRE ' AL 6IA E E0U NTE LL -EDAGLIED´/RO TA 3ALI EO OD M / A! 6I tra fine ottocento e inizi novecento stazioni metro [p. 236] 6IA'IOTTO 6IA3-ARTINI UN DO 12 OSA 6IA32 6IA 6 funicolare IA#AS -IGLIARO 6IA6della 4. santa maria concordia 0IAZZA 0IAZZA #ESAREA A 6IA32OS 12 ICA ON seconda metà del settecento [pp. 226/235] 6I A& " L EDICI 6ICO- metropolitana 3. trinità degli spagnoli 6IA" #A RACC IOLO !REN ELLA A ARI 6IA DE LLA 0IG cumana NA [pp. ICE A 226/234-235] 6I 6IADEL0RIORATO 3 A 6I NO 2. parco dei quartieri ISC spagnoli 0 6ICO .OC ELLE 6IA3ANDATO EES| . AC CH ERI tempo libero / shopping ...fine cinquecento seicento parchi e giardini 3ALITA 12 6IA 32 OSA ' 6IA inizio cinquecento... [pp. 226/233, 235]LLI 6IA-2)MBRIANI E ON FAL ON # 6IA E 6IA''IGANT O 6IA - arti e monumenti 6I dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele 0IAZZA 1. largo montecalvario &-UZII RM intorno al mille ! A% AN ONT $& 6IA ALE 0 A5 6I LL I NE AN E* IO AR LLI NZE EDO ONT IE L BR 'A avvocata montecalvario i colori della storia IAECCH 6IA CIARO #AS legenda6IA' TONIO A OP UR TELLINO 0#AS I 6IA40ATINI 'ALLERIA 5MBERTO) ‘‘ 226 avvocata montecalvario l’aria campestre ... il lieto sguardo nel sole di levante ... furono invito ai medici perché vi mandassero i loro convalescenti a restituirsi in buona salute. andiamo alla salute gridava il popolo sollazzevole e bevitore... [giovan battista chiarini, 1870] storie Montecalvario, dal nome del complesso conventuale (1560) nella piazza, si estende tra i Quartieri Spagnoli e la Pignasecca, delimitato a meridione dalla salita Concordia e dalla strada della Trinità degli Spagnoli, e a nord dalla strada di Montesanto, dal complesso della Trinità dei Pellegrini e da via Fuori Porta Medina. Il radicale riassetto urbanistico di Pedro de Toledo (1532-1553) [vedi San Ferdinando pp. 65-66] segna ancora oggi l’aspetto del quartiere: l’area a est della nuova strada vicereale (via Toledo, in onore del viceré), di impianto regolare, viene destinata agli alloggiamenti militari per le truppe, i Quartieri Spagnoli appunto, impostati su una maglia a scacchiera con sei strade parallele a via Toledo e numerose altre disposte perpendicolarmente. Gli edifici in origine presentano un piano unico, ma, nel corso del tempo, vengono sopraelevati fino a cinque piani per far fronte alla carenza cronica di abitazioni per una popolazione in crescita costante; gli stessi spazi verdi di raccordo con la collina di San Martino e Sant’Elmo, e gli orti che delimitano tutta l’area vengono a poco a poco fagocitati da nuove costruzioni. La trama regolare che si estende nel corso del Seicento fino a mezza costa, interrotta ai confini degli insediamenti conventuali (Suor Orsola Benincasa, San Nicola da Tolentino, Santa Lucia al Monte, Santissima Trinità delle Monache), sarà definitivamente alterata nell’Ottocento dall’apertura del corso Vittorio Emanuele. Nel Decennio francese (1806-1815), Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat ripensano tutto il sistema della città storica, sulle fondamenta teoriche lungimiranti di Vincenzo Ruffo [vedi Vicaria Poggioreale pp. 171-172] e dell’abate Marc-Antoine Laugier per Parigi. In stretta connessione con i provvedimenti generali per l’igiene pubblica relativi alle aree periferiche, a ridosso di via Toledo, Stefano Gasse (membro del Consiglio degli Edifici Civili) viene incaricato della progettazione dei mercati di commestibili, tra il 1807 e il 1811, incluso l’impianto del mercato per la piazza di Montecalvario, in uso fino a inizi Novecento, del quale si conservano ancora alcune botteghe sul lato nord della piazza e la scala di collegamento con la chiesa. Nel 1840 è la volta del mercato alimentare dell’Avvocata, progettato da Ludovico Villani nel grande giardino di palazzo Tarsia con l’obbiettivo di liberare la zona della Pignasecca da secoli, endemicamente, satura (e ancora oggi è così...) di venditori di ogni genere: senza risultati. Fallito il tentativo di ‘riordino’, tutto il palazzo è affidato al Real Istituto di Incoraggiamento che, nella sala ridisegnata in stile neoclassico da Francesco Del Giudice, organizza la ‘Esposizione delle Arti e Manifatture del Regno’, vetrina periodica dei prodotti meritevoli delle imprese del Regno, ispirate dall’opera di artisti e intellettuali quali Domenico Morelli, Filippo Palizzi e Gaetano Filangieri; da questa tradizione, di lì a poco, nascerà in sede autonoma storie l’Istituto Artistico Industriale (1889, attuale Istituto statale d’arte Filippo Palizzi), con annesso museo, per formare le nuove leve specializzate delle ‘arti applicate’. La Pignasecca, prima di tramutarsi in grande bazar per le esigenze più variegate, era nel Cinquecento un orto dei Pignatelli di Monteleone (il Biancomangiare), esterno alle mura cittadine, meta di gite campestri salutari. Avrebbe assunto il nome attuale, secondo la leggenda, quando uno dei pini (pigna, in lingua napoletana) sopravvissuti nella piazza, sul quale le piche (uccelli dalle stesse attitudini delle gazze ladre) depositavano oggetti preziosi trafugati nelle case circostanti, si sarebbe ‘seccato’ quasi istantaneamente per l’affissione sul tronco della scomunica contro gli autori misteriosi dei furti emanata dalle autorità (Gennaro Aspreno Galante, 1872). Centro del borgo, la piazza Montesanto ha oggi il volto ‘europeo’ della riqualificazione urbana innovativa – pienamente rispettosa del contesto ambientale preesistente – legata alla ristrutturazione (20042008) della stazione della Ferrovia Cumana e Circumflegrea (gestite dalla Sepsa, collegano il litorale flegreo con la città) e della funicolare di Montesanto. In piazzetta Olivella (dal ricordo dell’oliveto di grandi dimensioni del XVI secolo), poco di- 227 228 avvocata montecalvario stante, è la stazione della linea 2 della metropolitana. Un dedalo di strade in miniatura si ‘arrampica’ verso il Vomero e l’Arenella, attraverso identità antropologiche e architettoniche tra le più caratteristiche e animate della città. L’intervento urbanistico che cambia i connotati del quartiere, il completamento del secondo tratto del corso Maria Teresa (corso Vittorio Emanuele), risale al 1861, subito dopo l’unificazione del paese. Già ideato nel 1853 da Errico Alvino, in collaborazione con gli architetti municipali Cangiano, Francesconi, Gavaudan e Saponieri, su commissione di Ferdinando II, completato in prima battuta solo nel tratto da Mergellina a Suor Orsola, il percorso sinuoso della nuova arteria stradale (destinato dai progetti Borbone a cingere l’intero nucleo urbano) viene finalmente prolungato fino all’Infrascata (all’altezza dell’attuale piazza Mazzini), intitolato al primo re dell’Italia unita Vittorio Emanuele. Oltre alla funzione urbanistica cruciale di raccordo dei percorsi collinari trasversali, assume valenza paesistica degna dello scenario ambientale che intercetta: una prescrizione reale lungimirante (31 maggio 1853) vieta costruzioni che compromettano la visuale panoramica sul golfo e sulla città sottostante. Portato a termine nel 1870, il cor- so può considerarsi una sorta di tangenziale ante litteram della metropoli moderna, malgrado il progetto più ambizioso sia rimasto incompiuto: il collegamento tra Mergellina e Capodimonte si arresta di fatto a piazza Mazzini, all’innesto con la Cesarea. A monte del corso, sui suoli di proprietà della famiglia Grifeo, resta forte l’impronta moderna delle sperimentazioni condotte da Lamont Young; su tutte il ‘castello’ (1875, dove abiteranno Matilde Serao e Eduardo Scarfoglio) [vedi Chiaja p. 32], concepito come un maniero gotico in rovina; su registri stilistici paralleli, a ridosso del muro di cinta di villa Lucia e di villa Floridiana, l’architetto realizza, nel 1892, il villino Bartolini. Ancora, nell’ultimo scorcio dell’Ottocento, il ‘Risanamento’ che stravolge l’identità dell’area a ridosso del mare innesta una mutazione altrettanto radicale del versante occidentale di Montecalvario. In seguito alla complessiva ‘bonifica’ dei quartieri Porto, Pendino, Mercato e Vicaria, resa urgente dall’epidemia di colera del 1884 [vedi Porto Pendino Mercato pp. 147-149] occorre individuare zone abitative di espansione della città: la collina del Vomero, anche per le parti incluse nei quartieri Montecalvario e Avvocata, dimentica definitivamente le remi- niscenze rurali di un tempo, destinata a trasformarsi in meno di un secolo in una delle aree più densamente popolate del capoluogo. La piccola chiesa parrocchiale di Santa Maria Avvocata, nei pressi del largo Spirito Santo, introduce, e dà il nome, all’Avvocata, delimitata a nord dalle salite tortuose dei Cacciottoli e di Sant’Antonio ai Monti e dalla strada Olivella, a sud dalle strade Montesanto e Fuori Portamedina – modellate, nell’andamento caratteristico, dal percorso dalle mura vicereali – a est da piazza Dante, da via Santa Teresa degli Scalzi, da salita San Raffaele, da vico Medici, e da calata Fontanelle a Materdei, ricongiungendosi, infine, al vallone della Sanità [vedi Stella San Carlo all’Arena p. 200]. Nel Seicento, come tutte le aree verdi vicine al centro della città, è meta ambita per la fondazione di monasteri, chiese e conventi (in larga misura stravolti dall’urbanizzazione massiccia di fine Ottocento e inizio Novecento, proseguita, per lo più senza criteri, per tutto il secolo). Lungo via Pontecorvo (dal nome della famiglia dei proprietari, cancellata dall’epidemia di peste del 1656) si susseguono i conventi di Gesù e Maria (poi ospedale), delle Cappuccinelle, di San Giuseppe a Pontecorvo e, al termine del limite meridionale della strada, la mole settecente- storie sca, rimaneggiata nel secolo successivo, di palazzo Spinelli di Tarsia. I collegamenti tra i due quartieri, da sempre problematici per l’andamento impervio del terreno (fino all’inaugurazione, agli inizi del 2000, della linea collinare della metropolitana cittadina), si articolano lungo l’Infrascata (via Salvator Rosa) o per percorsi ripidi spesso gradonati (Pedamentina, Petraio, calata San Francesco, Cacciottoli, Sant’Antonio ai Monti, Cavone), ricavati sui tracciati dei valloni di deflusso delle acque piovane. Nel 1867, come alternativa all’Infrascata, viene realizzata la rampa di San Potito, per raggiungere la parte alta dell’Avvocata. Il colle ha il nome del santo al quale le monache benedettine, ‘sfrattate’ dal convento all’Anticaglia venduto al principe Caracciolo di Avellino come sede della sua dimora gentilizia, dedicano monastero e chiesa (1615). In precedenza l’altura era chiamata ‘Costigliola’ – con cui nel Seicento veniva identificato il borgo intorno al monastero, a ridosso delle mura cittadine – o de li Caruffi, alterazione del nome Carafa, proprietari antichi delle terre. Le istituzioni religiose hanno un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione del quartiere: a partire dalla fine del Cinquecento, in ossequio alle direttive del Concilio di 229 230 avvocata montecalvario Trento per una presenza capillare degli Ordini ecclesiastici sul territorio, cominciano le acquisizioni delle grandi proprietà fuori le mura, in possesso, tra l’altro, delle estensioni prescritte in merito all’architettura religiosa. Già nel Seicento, tuttavia, la mancanza di controllo governativo provoca uno sfruttamento intensivo dei suoli che cancella ogni residuo spazio pubblico libero. Sui terreni non occupati dalle fabbriche religiose, si concentra l’interesse della borghesia meno ‘possidente’, quella, per intenderci, che non può ambire alle proprietà in via Toledo, consentite solo ai patrimoni aristocratici in auge. Nascono in rapida successione: nel 1608 il convento di Santa Monica; nel 1614 il complesso di San Giuseppe dei Vecchi; nel 1615 il monastero di San Potito; nel 1634 il monastero delle Carmelitane, ceduto poi alle Francescane di clausura nel 1644, quando le monache si trasferiscono alla Cesarea (il prosieguo di via Salvator Rosa dopo piazza Mazzini). Le zone più ambite sono quelle a occidente, che permettono aperture paesaggistiche verso il mare. Agli inizi del Seicento datano le prime abitazioni private, ricordate dai documenti a sostituzione di masserie e villette di campagna (i palazzi di Vincenzo Capece, di Giovan Francesco Ceva Grimaldi e dell’architet- to Giovan Giacomo di Conforto, ora palazzo Terralavoro, via San Potito 22) e, lungo il Cavone – malsano in partenza per le acque piovane provenienti da tutte le colline (“da questo colava il torrente delle acque piovane che scendeva dal monte di sopra; ora queste acque stanno deviate, e ridottosi questo luogo in strada si vede dall’una parte, e l’altra tutto popolato di comodissime abitazioni” Carlo Celano, 1792) – le abitazioni più modeste. Nel Settecento, è la volta delle residenze prestigiose: palazzo Cito di Melissano, via San Giuseppe dei Nudi 80; palazzo Costantino (ricostruito), via San Giuseppe dei Nudi 25; la residenza di città del pittore Francesco Solimena (1657-1747), protagonista della scena artistica napoletana e europea della prima metà del Settecento, via San Potito 65; il palazzo di Onorio Parascandolo (architetto), via San Potito 40. Nell’Ottocento, nella zona compresa tra l’Infrascata (via Salvator Rosa e piazza Mazzini) – che taglia il quartiere in due parti, risalendo verso il Vomero – e via Montesanto (l’antico borgo dello Spirito Santo), l’urbanizzazione procede con la concentrazione fitta di edifici lungo i percorsi (Ventaglieri, Tarsia, Pontecorvo, Cavone) che scendono dalla collina quasi paralleli; mentre via Salute e l’Infrascata, che percorrono il resto del quartiere, sono ancora ricordate per orti e aria salubre (da cui i toponimi delle strade), con ville e giardini a terrazze aperti sul golfo e masserie circondate da campi coltivati: “offrono ... all’osservatore prospettive assai vaghe ... quell’alternar di giardini e vignette tra nobili e modeste casine, e quelle chiese e quei conventi come dire sparpagliati qua e là, si compongono a gruppi e a scorci, a lontananze di meravigliosi effetti di luce. Le quali vedute non lasciano di storie essere felicissimi subbietti dei nostri eccellenti pittori paesisti per le bellezze vere e reali di che sono a dovizia risparse” (Giovan Battista Chiarini, 1856). Al termine della Salute (ora via Matteo Renato Imbriani e via Giacinto Gigante), sul colle panoramico, Giacinto Gigante (1806-1876) costruisce la sua abitazione, quartiere generale e punto di incontro ideale dei ‘vedutisti’ della Scuola di Posillipo. 231 via san potito palazzo cito da melissano [pp. 229-230] ‘‘ 232 dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele avvocata montecalvario 233 un tempo questa abrupta e pittoresca salita, che conduce dal corso vittorio emanuele al vomero, era... denominata imbrecciata... [gino doria, 1979] dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele concezione a montecalvario via concezione a montecalvario 22 orario: lun-ven 8-12; 17-19 dom 10-13 [p. 233] centro polifunzionale urban via concezione a montecalvario 26 orario: lun-ven 8-19 tel 081426291 fax 081426291 [pp. 233-234] Il tracciato urbano regolare che costeggia via Toledo nasce nel Cinquecento, con la razionalizzazione radicale concepita dal vicerè Pedro de Toledo [vedi San Ferdinando pp. 65-66], destinato all’acquartieramento delle truppe spagnole (da cui Quartieri Spagnoli). Per questa sua funzione prevalente, ha ispirato nel corso dei secoli le descrizioni più disparate, dalle denuncie per l’atmosfera sordida e di promiscuità che un esercito sempre più confinato alla periferia dell’impero spagnolo in declino alimentava, alla mitografia speculare di una ‘popolanità’ imbalsamata, intangibile. Il dato certo, in un contesto che non ha mai definitivamente estirpato i germi dell’esistenza precaria e del degrado, è che il labirinto di strade, di vicoli, spesso in salita ripida, dei Quartieri rimane un problema e una potenzialità non marginale del cuore antico di Mon- tecalvario; un luogo che trasuda vite, tormentate e orgogliose, grazie anche agli interventi puntuali degli ultimi anni dell’amministrazione comunale, dove un tessuto fragile diffuso di piccole attività familiari – lavorazione e vendita di pelletteria – e trattorie sempre più frequentate (cucina aggrappata tenacemente al ‘made in Naples’) si alterna ai ‘bassi’ famigerati, angusti come vuole la leggenda, e tuttavia, non di rado, curati e nitidi come non sarà mai l’edilizia ‘popolare’ di serie. La maglia viaria ortogonale, fitta e ad altissima densità umana, nasconde spiazzi e larghi inaspettati – germinati in epoca borbonica o nel decennio francese, soprattutto per ospitare i mercati alimentari – con palazzi storici sempre più contesi dal mercato contemporaneo e chiese barocche ad ospitare, spesso, un volontariato in crescita costante. La chiesa della Concezione a Montecalvario, nella via omonima (in antico l’“Imbrecciata”, che univa via Toledo con le pendici della collina di San Martino), fondata nel 1579, con la ristrutturazione settecentesca (1714-1724) diventa il capolavoro di Domenico Antonio Vaccaro, in questa circostanza architetto, scultore e pittore. Sull’ingresso principale, in segno di ringraziamento all’artista, le monache fanno incidere: “Dominicus Antonius Vaccaro/ Raro admodum exemplo/ templi structura ne exco- gitavit/ ora Marmoreas Sculpist, tabulasque pinxit”. L’Immacolata in legno sull’altare maggiore è tra le poche opere della chiesa originaria, esempio di scultura lignea napoletana tardoseicentesca. Poco oltre, il palazzetto Urban è l’espressione del programma in corso d’opera finalizzato al recupero urbanistico, sociale e ambientale del quartiere, centro polifunzionale dedicato a cultura, formazione, informazione sociale, seminari, dibattiti, mostre fotografiche. Le ultime ge- corso vittorio emanuele [pp. 226, 228/ 236-237] 234 galleria toledo via concezione a montecalvario 34 tel 081425037 www.galleriatoledo.org [p. 234] santa maria dei sette dolori via francesco girardi 59 orario: lun-sab 8.30; dom 10-12 [p. 234] santissima trinità delle monache parco dei quartieri spagnoli (ex ospedale militare) via francesco girardi [pp. 226/234235] via francesco girardi parco dei quartieri spagnoli [pp. 226/234235] avvocata montecalvario nerazioni di residenti possono partecipare gratuitamente alle attività (previa autorizzazione dei genitori). Nella stessa strada, e con finalità complementari, la Galleria Toledo prosegue la programmazione di ricerca sperimentale per teatro e cinema d’autore. Da via Concezione si raggiunge via Francesco Girardi (1842-1912, avvocato penalista, deputato, sindaco di Napoli dal 1895 al 1896), stretta e tortuosa fino al corso Vittorio Emanuele. Siamo nell’area in antico individuata come “Belvedere”, per le terrazze panoramiche immerse nel verde a picco su Spaccanapoli. Le guide storiche della città collocano qui, nel XV secolo, la cappella della Madonna “d’Ognibene”, trasforma- ta in chiesa – con il titolo di Addolorata o di Santa Maria dei Sette Dolori – dopo la peste del 1516 dai padri Serviti di Santa Maria del Parto, ai quali è affidata, grazie alle donazioni terriere di Manlio Caputo e del banchiere fiorentino Francesco Biffoli (che offre 600 ducati in cambio della qualifica di fondatore e del patronato sull’altare maggiore). Il monastero della Santissima Trinità delle Monache, fino a pochi anni fa occupato dalla caserma militare Muricchio, era stimato nel Seicento tra i più ricchi della città, con giardini, boschetti ornati da fontane e giochi d’acqua, agrumeti. Ancora oggi dal porticato, sede del Parco dei Quartieri Spagnoli, visuali panoramiche suggestive e inattese incor- dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele niciano una superficie complessiva di circa 25.000 metri quadrati, recupero benemerito per concerti, rassegne cinematografiche, eventi. Nella contigua Santa Maria Ognibene, la chiesa (1630-1666) costruita a spese del conte Francesco Magnocavallo su un terreno di sua proprietà ha perso ogni connotazione barocca per gli interventi ottocenteschi. In piazza Montecalvario, il complesso che dà il nome al quartiere con la chiesa di Santa Maria di Montecalvario (1560), commissionata da Ilaria D’Apuzzo, nobile napoletana, e consacrata nel 1570. Nel 1808, cacciati i Francescani, la struttura viene adibita ad alloggio militare, ristrutturata nel 1827 e infine affidata alle cure dei padri Mercedari (1923). A destra della chiesa, ha sede l’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e Purità di Maria de’ Nobili in Montecalvario, da cui partiva, dal 1620, la processione del sabato santo in onore della Vergine: la statua, forse la stessa che si conserva nell’Arciconfraternita (1687), posta sul carro del Battaglino, ogni anno progettato da un artista diverso, ‘passeggiava’ per la città preceduta da gentiluomini e guardie del corpo del viceré. Poco più avanti, il Nuovo Teatro Nuovo, interprete originale, da venti anni, delle scene d’avanguardia, co- niuga autori locali e sperimentazione internazionale d’innovazione. Vico Lungo Teatro Nuovo attraversa largo Baracche, ricordo dei ‘depositi’ dei venditori ambulanti che, espulsi da piazza Carità, si sistemano parte alla Pignasecca e parte qui. Nella rivoluzione del 1860 i popolani e gli artigiani dei Quartieri, sostenitori di Garibaldi, sono soprannominati baracchisti, in contrapposizione ai luciani, fedeli alla monarchia Borbone. Un’altra tradizione fa risalire il nome, durante il Viceregno, agli alloggi improvvisati per le prostitute al seguito dei soldati spagnoli. Oggi, un’esplosione di murales colorati connota la piazza e, in sostituzione di un rifugio bellico, una galleria d’arte (Galleria di Largo Baracche) coinvolge gli abitanti in iniziative sociali e artistiche. In vico Lungo San Matteo, la chiesa dei Santi Francesco e Matteo (1587), fondata dalla congrega dei cocchieri e dedicata, in un primo momento, a San Francesco d’Assisi, nel 1588 viene ‘rilevata’ dagli abitanti della zona con l’aiuto dei confratelli di San Matteo (prima residenti nella chiesa della Concordia), ricostruita e intitolata ai santi Francesco e Matteo. Al termine della strada, piazzetta Trinità degli Spagnoli, accoglie la chiesa cinquecentesca omonima, ristrutturata a fine Settecento (1794), e il convento – è ancora visibile parte del chiostro – che, 235 santa maria ognibene via santa maria ognibene 31 orario: ven-sab 16.30-18.15; dom 8-9 [p. 235] santa maria di montecalvario piazza montecalvario 16 orario: 7.30-9; 17.15-19.30 chiusa dom [p. 235] nuovo teatro nuovo via montecalvario 16 tel 081406062 www.nuovoteatronuovo.it [p. 235] santi francesco e matteo vico lungo san matteo 44 orario: 8-12; 16-20; dom 8-14; 17-20 [p. 235] trinità degli spagnoli piazzetta trinità degli spagnoli 4 orario: 17-19; dom chiusa [pp. 226/235] 236 santa maria della speranza o la speranzella via speranzella 124 orario: 9.30-12; mer 8.30-12 [p. 236] santa maria del carmine alla concordia piazzetta concordia 2 orario: 9-11; 17-20; dom 9-14 [p. 236] museo del tessile e dell’abbigliamento elena aldobrandini santa maria delle grazie a mondragone piazzetta mondragone 18 orario: lun-ven 913; 15-17 biglietti: 5 euro; ridotto 3 euro (sotto i 12 e oltre i 65 anni e gruppi superiori a 10 persone) per prenotazioni e visite guidate tel 0814976104 0814238368 (lun-ven 9-17) www.fondazionemondra gone.it [p. 236] palazzo spinelli di cariati corso vittorio emanuele 580581 tel 0817049111 www.istitutopontano.it [pp. 236-237] avvocata montecalvario con il decennio francese, sarà adibito ad abitazioni private (1806). Sulla via omonima, la chiesa di Santa Maria della Speranza o la Speranzella (1599, riedificata tra il 1746 e il 1759 e ampliata nel 1786), meglio conosciuta come Santa Rita alla Speranzella per il culto tributato alla santa, mostra sulla facciata, del 1872, le lettere ‘S.S.R.’ iniziali della congrega del Santissimo Rosario, custode nell’Ottocento dell’edificio (dove, già dal Seicento, aveva la propria cappella). L’ultimo, radicale, restauro risale al Novecento. Piazzetta Concordia, ha il nome di Santa Maria del Carmine alla Concordia, fondata verso il 1556, ma più volte rimaneggiata nei secoli successivi, fino al 1937, data a cui risale la decorazione attuale, e al 1980, quando viene rifatta la volta. Custodisce opere d’arte in prevalenza del XVIII secolo, come i dipinti con I santi Alberto, Angelo martire e Nicola (terzo altare di sinistra) di Paolo de Matteis, e I santi Francesco di Paola e Agata e l’Addolorata adorano il crocifisso, di Andrea Miglionico (prima cappella a sinistra). Da vico della Concordia, si raggiunge vico Taverna Penta, locanda penta (dipinta) molto nota nel Seicento e demolita nel 1754 per costruire il palazzo per Gaetano Lieto, principe di Polignano (di Pompeo Schiantarelli, allievo di Luigi Vanvitelli), al- l’angolo con via Emanuele De Deo. Percorrendo, in alternativa, calata San Mattia e vicolo Mondragone, nel complesso di Santa Maria delle Grazie a Mondragone hanno sede la Fondazione Mondragone e il Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini, dedicato alla storia della moda e al recupero della tradizione antica delle sartorie napoletane. Nelle sale al primo e al secondo piano, arredi sacri, tessuti e ricami preziosi in seta dal Seicento all’Ottocento si alternano alla collezione di abiti dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri. Salita e piazzetta Cariati si congiungono al corso Vittorio Emanuele, da cui si dipanano le strade gradinate (Petraio, Pedamentina) che costituiscono il collegamento originario, a piedi o in dorso di mulo, fra città murata, casali e borghi rurali, fino alla collina del Vomero. Il secondo tratto del corso Maria Teresa – primo nome dato al corso Vittorio Emanuele – viene realizzato nel 1870, raccordandolo all’Infrascata (piazza Mazzini). Qui nasce nel XVI secolo palazzo Spinelli di Cariati (dal 1922 Istituto Pontano, liceo ‘d’eccellenza’ dei padri Gesuiti), quando Giovan Battista Spinelli, principe di Cariati, prende in affitto dai monaci di San Martino un appezzamento che si estende fino quasi a via Toledo e impianta una coltivazione di gel- dai quartieri spagnoli al corso vittorio emanuele si (il ricordo rimane nel vico Lungo Gelso) presto ‘soppressa’ da nuovi edifici. Nella parte più alta, il palazzo con giardino conserva la fisionomia del Settecento. Sul lato opposto, sulle pendici della collina, la fabbrica secolare dell’Istituto Suor Orsola Benincasa (1633-1669), centro dal 1892 di scuole e università rinomate. La venerabile suor Orsola Benincasa (1550-1618) riceve in dono nel 1587 da Cornelia Pignatelli, duchessa di Sant’Agata, il primo nucleo del convento, dove si ritira con la sorella Cristina, due nipoti, e le adepte attratte dalla fama di santità della fondatrice. Orsola gode di tale considerazione che gli Eletti della Città, negli ultimi giorni della sua vita, la immortalano a protettrice di Napoli. Sul chiostro seicentesco a due bracci, aperto sul golfo con orto botanico e roseto, insistono l’ex refettorio – oggi destinato a conferenze, la Sala Rossa – e l’antica chiesa dell’eremo (1668) – ora Sala degli Angeli, cornice prestigiosa di eventi culturali e accademici. Una gradinata nel cuore dell’edificio conduce alla chiesa dell’Immacolata Concezione, di fondazione antecedente a quella del monastero. Nell’Istituto, il Museo Universitario dell’Opera conserva i risultati dell’attività di restauro didattico, mentre il Museo della Fondazione Pa- gliara espone dipinti, tessuti e arredi dal XVI al XIX secolo provenienti dal lascito Pagliara. Poco oltre piazzetta San Sepolcro, il convento del Cinquecento di Santa Lucia al Monte è oggi riconvertito ad albergo di lusso: suites panoramiche in luogo delle celle e delle terrazze di un tempo, al confine con la chiesa omonima di impianto ugualmente cinquecentesco, quasi del tutto perduto. In sequenza, la vigna San Martino, caso unico di fondo agricolo restituito alla vocazione originaria, nel cuore della città, e l’inizio della Pedamentina: quattrocentoquattordici gradini di invito all’ascesa, tra piccole costruzioni, orti e giardini dove il tempo sembra avere smarrito la misura, “erta e pittoresca salita a gradoni, che adduce alla rocca religiosa di San Martino” [Gino Doria, 1982]. 237 istituto suor orsola benincasa via suor orsola 10 corso vittorio emanuele 292 tel 0812522111 orari: chiostro lun-ven 9-17 www.unisob.it [pp. 236-237] museo universitario dell’opera su prenotazione tel 0812522207 museo della fondazione pagliara chiedere autorizzazione tel 0812522111 [p. 237] santa lucia al monte corso vittorio emanuele 328 orario: lun-sab 8.30-11.30; 17.30 -20 tel 081412248 [p. 237] alle pagine 238239 corso vittorio emanuele suor orsola benincasa [pp. 226/237] ‘‘ 240 dalla pignasecca a via salvator rosa avvocata montecalvario 241 pignasecca... era un tempo fuori le mura e faceva parte degli orti detti biancomangiare... [gino doria, 1979] dalla pignasecca a via salvator rosa trinità dei pellegrini via portamedina 41 orario: 9-12 tel 0815518957 visitabile su richiesta [p. 240] Piazza Pignasecca è un mondo variegato di voci, colori, viandanti curiosi in cerca di occasioni a buon mercato [vedi p. 227]. Si cammina a fatica, tra avventori carichi della ‘spesa’ quotidiana e utenti frettolosi che si avvicendano tra funicolare, metro e cumana. Tutt’intorno, atmosfere di altri tempi: in via Forno Vecchio via vai di studenti al monastero seicentesco dello Spirito Santo (manomesso per le diverse destinazioni d’uso assolte nel tempo), ex sede del Provveditorato agli Studi di Napoli, oggi della facoltà di Architettura dell’Università Federico II a poca distanza dalla ‘centrale’ storica di palazzo Gravina; via San Liborio, resa famosa dal monologo autobiografico della Filumena Marturano di Eduardo De Filippo; l’Ospedale dei Pellegrini in via Portamedina, struttura sanitaria attiva senza interruzioni dal Cinquecento. Fa- brizio Pignatelli, fondatore dell’istituzione, affida in eredità chiesa e ospedale all’Arciconfraternita della Santissima Trinità, cui si deve l’ampliamento e la costruzione nel grande cortile della chiesa della Trinità dei Pellegrini (1769, Carlo Vanvitelli), con facciata a somiglianza di quella cinquecentesca. All’interno, sul primo altare a sinistra, il dipinto San Gennaro che allontana i fulmini da Napoli (1651-1652, Onofrio Palumbo in collaborazione con il vedutista Didier Barra). Piazza Montesanto, snodo essenziale tra Montecalvario, Avvocata e la collina del Vomero, vanta oggi un arredo di spessore europeo, fiore all’occhiello del sistema di trasporti di nuova concezione pianificato con determinazione dalle autorità regionali competenti. La stazione della cumana e circumflegrea e della funicolare (inaugurata nel 1831, lun- piazza montesanto santa maria di montesanto [pp. 226/240, 241] 242 santa maria di montesanto piazza montesanto 26 orario: 8.30-12; 17.30-20 [pp. 227/240, 242] parco ventaglieri via avellino a tarsia e via ventaglieri www.parcoventaglieri.it [p. 242] parco viviani salita sant’antonio ai monti via girolamo santacroce [p. 242] san francesco delle cappuccinelle salita pontecorvo 44 [p. 246] museo hermann nitsch vico lungo pontecorvo 29/d tel 0815641655 www.museonitsch.org [p. 242] palazzo spinelli di tarsia largo tarsia 2 [pp. 229/242243] avvocata montecalvario ghezza complessiva di 824 metri con pendenza media del 20,84%), ‘ripensata’ con sobrietà esemplare da Silvio D’Ascia, ripropone le forme liberty originarie, con terrazza panoramica sulla piazza, vetro e acciaio per le coperture, fotografie di Mimmo Jodice alle pareti, libreria MetroArt Bookstore (MAB) in allestimento, spazi per eventi... In piazzetta Olivella, la stazione della linea 2 della metropolitana garantisce i collegamenti con Mergellina e piazza Garibaldi. Santa Maria di Montesanto risale al 1646, fondata da padri Carmelitani originari di Montesanto in Sicilia, in origine intitolata alla Madonna del Monte Santo Carmelo. Nella cappella di Santa Cecilia sono sepolti Alessandro Scarlatti e Pasquale Cafaro, maestro di musica di Ferdinando IV e Maria Carolina. Nell’ex convento, passato nel 1870 ai Barnabiti e divenuto collegio intitolato a San Francesco Saverio Bianchi, resistono al tempo il chiostro e la scala in marmo e piperno. A destra della chiesa, via Ventaglieri, verso corso Vittorio Emanuele, accoglie un Parco ricco di arbusti della flora mediterranea, spianate e terrazze degradanti, area attrezzata per bambini. Superata piazza Olivella, ancora, salita Sant’Antonio ai Monti ospita il Parco Viviani (l’entrata ‘alta’ è in via Girolamo Santacroce), da un fondo rustico ricco di agrumi, fichi, albicocchi, kaki, meli, melograni, palme; singolare complemento “l’occhio di monte”, vecchia cava di tufo accessibile da una scala o con un ascensore. All’incrocio, la gradinata ripida e pittoresca dei Cacciottoli, accesso all’Arenella, che termina in piazza Leonardo. Salita Pontecorvo, tra palazzi sei e settecenteschi, testimonia lo sviluppo dell’edilizia civile a partire da fine Cinquecento (sulla scia delle fondazioni religiose) [vedi p. 11]. Il convento di San Francesco delle Cappuccinelle (o Cappuccinelle a Pontecorvo), costruito nel 1585 come ex voto di Eleonora Scarpato nel palazzo di famiglia, si arricchisce nel 1712 della chiesa, affidata all’architetto Giovan Battista Nauclerio; ha ospitato l’Istituto Filangieri per la rieducazione dei minori. Nel corso del 2008, in vico Lungo Pontecorvo, ha aperto i battenti il Museo Hermann Nitsch, per iniziativa della Fondazione Morra (insediata nel palazzo Bagnara in piazza Dante), interamente dedicato alla produzione sorprendente dell’artista viennese, ben integrata negli umori crudi e primordiali del contesto. Collega le salite Pontecorvo e Tarsia (da cui si raggiunge direttamente piazza Mazzini) il cortile singolare di palazzo Spinelli di Tarsia (17321750), definito largo, ma simile nel- l’atmosfera piuttosto a un grande spazio condominiale. Nel Settecento è il cuore dell’edificio – con pochi confronti in Europa – progettato da Domenico Antonio Vaccaro per Ferdinando Spinelli principe di Tarsia, un concerto di terrazze digradanti, giardini pensili, fontane. L’ampliamento successivo, le strutture che circondano su tre lati l’antico cortile, si innesta sullo spazio verde donato nel 1674 dalle carmelitane di San Giuseppe a Pontecorvo. Le fonti storiche rievocano le raccolte preziose del Palazzo, dipinti e una biblioteca rinomata che Ferdinando Vincenzo Spinelli, a metà Settecento, apre al pubblico con liberalità. Al termine di Salita Pontecorvo, in piazza Gesù e Maria, superato sulla destra l’ex Conservatorio di Santa Maria Maddalena (1605) – fondato dalla Congregazione del Mon- dalla pignasecca a via salvator rosa te dei Poveri Vergognosi per ospitare ragazze indigenti, ora convertito ad usi civili – siamo al complesso di identica denominazione. Fondato nel 1581, affidato ai domenicani, passa nel 1812 alle canoniche di Regina Coeli. La trasformazione del convento in ospedale è del 1863 (fino alla sospensione del servizio nel maggio 2008) – ancora visibili, ma alterati, i chiostri. La chiesa, saccheggiato o trasferito altrove per motivi precauzionali il patrimonio artistico, è chiusa da tempo in attesa di restauro. In vico Santa Margherita, l’edificio dei Santi Bernardo e Margherita (1646), oggi del Sovrano Ordine di Malta. In origine convento di clausura, con la soppressione del 1809, viene adibito a funzioni militari, per essere restituito al culto nel 1820. Nel 1859 chiesa e monastero sono ceduti ai 243 gesù e maria piazza gesù e maria [pp. 229/243] santi bernardo e margherita via del priorato 17 [p. 243] vico lungo pontecorvo museo hermann nitsch [p. 242] 244 san giuseppe dei nudi via san giuseppe dei nudi 75 orario: feriali 18-20; festivi 19-21 [p. 244] san potito via salvatore tommasi 1 [pp. 230/244] largo tarsia palazzo spinelli di tarsia [pp.227, 229/242] avvocata montecalvario Cavalieri Gerosolimitani, in precedenza alloggiati in San Giovanni a Mare [vedi Porto Pendino Mercato p. 160], che danno vita all’ospedale poi sostituito dalla struttura ambulatoriale. In fondo a via San Giuseppe dei Nudi, la chiesa (1739 ca.) costruita da una confraternita di avvocati e mercanti votata a vestire i poveri nei giorni di Natale e di San Giuseppe. Sul portale, il tondo in marmo di San Giuseppe con il Bambino. Dopo la caserma ubicata nel monastero annesso, la chiesa di San Potito [vedi pp. 229-230], prece- duta da una scalinata che introduce al loggiato, custodisce la Madonna del Rosario di Luca Giordano (1664) e l’Immacolata di Giacinto Diano (1791). Nel 1808, in seguito all’espulsione che riporta le monache in San Gregorio Armeno, il complesso è destinato alla fanteria, finché Francesco I di Borbone autorizza il subentro degli Uffiziali dei Banchi (congrega nata nel 1645, ancora esistente). Risale al 1877 la scala di accesso da via Pessina [vedi p. 11]. Oggi, nella caserma dei carabinieri ubicata nel cuore dell’ex convento, il chiostro panoramico te- dalla pignasecca a via salvator rosa 245 246 san giuseppe dei vecchi via tommasi 23 [pp. 230/246] santa maria maddalena dei pazzi via salvator rosa 288 [p. 246] santa maria della pazienza piazzetta cesarea 5 orario: 8.30-11; 17.30-19.30 tel 0815493317 [p. 246] santissima trinità alla cesarea largo trinità alla cesarea [p. 246] alla pagina precedente via san giuseppe dei nudi palazzo costantino [p. 230] piazzetta cesarea santa maria della pazienza [p. 246] avvocata montecalvario stimonia le glorie trascorse. La chiesa di San Giuseppe dei Vecchi, nell’ultimo tratto di via Tommasi, progettata da Cosimo Fanzago nel 1634, si caratterizza ancora per il portale realizzato su disegno di Francesco Solimena nel 1727. All’incrocio tra via Pessina e Santa Teresa degli Scalzi ha inizio via Salvator Rosa, antica Infrascata [vedi p. 228-230], celebre per le botteghe di restauro del legno e i negozi di antiquariato. Proseguendo verso piazza Mazzini, la facciata barocca di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, nata alla committenza del ricco mercante fiammingo Gaspare Roomer (1673), si inserisce in una cortina continua di palazzi e negozi. Al centro dei giardini di piazza Mazzini, la statua di Tito Angelini dedicata a Paolo Emilio Imbriani (1808-1877, letterato e statista). Diretti a piazza Cesarea, ecco la chiesa di Santa Maria della Pazienza o Cesarea, commissionata da Annibale Cesareo, con l’ospedale annesso, nel 1602; i lavori proseguono fino al 1636, e lungo tutto il Settecento. L’edificio sanitario, in parte visibile nei corpi ai lati del cortile che fiancheggia la chiesa, è soppresso nel 1866. All’interno, la Tomba del mecenate è di Michelangelo Naccherino (firmata e datata 1601). Sul lato opposto al Liceo Gian Bat- tista Vico, palestra di studi classici per generazioni, la facciata rossa della chiesa di Santa Maria del Rimedio o Santissima Trinità della Cesarea, in stato di conservazione precario, con il convento inglobato nei rifacimenti ottocenteschi della strada. Conclude l’itinerario, a partire dall’incrocio con via Girolamo Santacroce, l’aggiornamento alle nuove prospettive dell’arte del terzo millennio: la ‘stazione dell’arte’ della linea 1 della metropolitana, firmata dall’Atelier Mendini, e, a seguire, sulle facciate dei palazzi, gli interventi di Mimmo Rotella, Ernesto Tatafiore, Mimmo Paladino, Renato Barisani e Gianni Pisani. dalla pignasecca a via salvator rosa 247 vomero arenella 250 vomero arenella a pagina 250 veduta dagli spalti di castel sant’elmo funicolari centrale via toledo - corso vittorio emanuele - petraio - piazza fuga chiaja parco margherita - corso vittorio emanuele - via palizzi - via domenico cimarosa / trasporti alle pagine 248-249 castel sant’elmo e la certosa di san martino taxi consorzio taxi napoli tel 081444444 - 081555555 0815564444 www.consorziotaxinapoli.it cooperativa radio taxi napoli (co.ta.na.) tel 0815707070 radio taxi la partenope tel 0815606666 radio taxi consortaxi tel 081202020 autobus società a.n.m. - azienda napoletana mobilità numero verde 800639525 www.anm.it 130 emiciclo poggioreale centro direzionale - tangenziale uscita camaldoli - via martini via altamura - via rossini - via acitillo - via ribera - via gemito via cilea - via preti - via cimarosa - via bernini - piazza vanvitelli via fiore - via niutta - via gigante 181 piazzale tecchio - via marino - via leopardi - via arlotta via bixio via caravaggio - corso europa - via cilea - via gemito piazza quattro giornate - via rossini - via acitillo - via ribera c13 pianura via picasso (s.e.p.s.a.) - via montagna spaccata - raccordo tangenziale via caldieri - via mascagni - via ribera - via gemito - via altamura via martini - via pigna c28 piazza vittoria - riviera di chiaja - via carducci - piazza amedeo - parco margherita - via tasso - corso europa - via cilea via cimarosa - via giordano - via scarlatti - via falcone c31 capo posillipo - via manzoni corso europa - via cilea - via preti via cimarosa - via giordano - via scarlatti c32 largo giustiniano - via traiano - via epomeo - via pigna via martini - via altamura - via rossini - via gemito - via cilea - via preti - via cimarosa - via giordano via scarlatti - via gemito - piazza quattro giornate c33 piazza leonardo - via niutta via piscicelli - via altamura - via rossini - via acitillo - via ribera via gemito - via cilea - corso europa - via piave - via giustiniano - via epomeo - via montagna spaccata - via cinthia via orazio coclite - via tarquinio prisco - via padula - via epomeo via piave - corso europa - piazza quattro giornate - via gemito - via altamura - via martini - via san giacomo dei capri - via giotto c34 via altamura - via martini via san giacomo dei capri - via giotto - via menzinger - via santacroce - via salvator rosa via matteo renato imbriani - via d’acquisto - via giacinto gigante via battistello caracciolo - via salvator rosa - via conte della cerra - via san gennaro ad antignano - via tino di camaino via niutta - via piscicelli c36 piazza vanvitelli - via bernini via stanzione - via gemito - via cilea - via san domenico - via cilea - via preti - via cimarosa c38 piazza cardarelli - via pansini (m1) - via montesano via jannelli - via altamura piazza quattro giornate - via gemito - via altamura - via jannelli - via semmola (m1) c39 piazza cardarelli - via cardarelli - via montesano - via semmola (m1) - via cavallino via fontana - via niutta - piazza medaglie d’oro c41 piazza monaldi - via bianchi via semmola (m1) - via castellino via fontana - via niutta piazza medaglie d’oro (m1) - via niutta - via fontana - via castellino - via cardarelli - via pansini (m1) - via montesano c43 piazza cardarelli - via pansini (m1) - via montesano via sant’ignazio di loyola - via nazareth - via guerra - via mandracchio - piazza nazareth c44 piazza leonardo - via niutta (m1) - via castellino - via cardarelli - via pietravalle - via montesano - via bianchi - via comunale guantai ad orsolona via guerra - via soffritto - via mandracchio - via dell’eremo via comunale guantai ad orsolone - via bianchi - via semmola (m1) - via castellino piazza medaglie d’oro (m1) via menzinger c47 via tanucci - piazza carlo III via foria - piazza cavour - piazza museo - via salvator rosa - via matteo renato imbriani - via giacinto gigante - piazza arenella via piscicelli - via giotto - via niutta e4 piazza vanvitelli (m1) via sanfelice - via palizzi of via brin - via vespucci - corso garibaldi (circumvesuviana) - via nuova poggioreale - corso malta tangenziale - via gigante - via fontana - via cavallino - via cardarelli - via pansini (m1) - via montesano - via bianchi - piazza monaldi v1 piazzale san martino - via morghen - via bernini - via michelangelo - via suarez - via menzinger - via tino di camaino via giordano - via carelli - via cesi via gemito - via cilea - via preti via cimarosa - piazza vanvitelli via morghen - via angelini san martino trasporti / emergenze e sicurezza carabinieri pronto intervento 112 stazione vomero - arenella via gemito 7 tel 0815600801 polizia 113 sede vomero via ruoppolo 33 tel 0812204211 sede arenella via cardarelli 9 tel 0812206111 poliziotti di quartiere sede vomero via ruoppolo 33 tel 3492141626 3492141639 sede arenella via cardarelli 9 tel 3357707068 polizia stradale tel 0815954111 0812208311 soccorso stradale 116 soccorso in mare 1530 vigili urbani tel 0817513177 unità operativa vomero via morghen 84 tel 0817952739 unità operativa arenella - chiaiano via jannelli 220 montesanto montesanto - corso vittorio emanuele - morghen metropolitana linea 1 piazza dante - museo - mater dei salvator rosa - quattro giornate vanvitelli - medaglie d’oro montedonzelli - rione alto policlinico - colli aminei - frullone chiaiano - piscinola trasporti www.comune.napoli.it /municipalita5 distretto sanitario 47 (vomero, arenella) piazzetta belvedere 113 tel 0812549900 0812549932 relazioni con il pubblico via san gennaro ad antignano 42 tel 0812549752 assistenza anziani tel 0812549723 assistenza veterinaria via comunale del principe 16/a tel 0812549780 0812549076 azienda ospedaliera universitaria ‘federico II’ via pansini centralino 0817461111 informazioni 0817463292 relazioni con il pubblico 0817462684 istituto nazionale fondazione pascale via mariano semmola centralino 0815903111 ospedale cardarelli via cardarelli 9 call center per prenotazioni 800019774 www.ospedalecardarelli.it farmacie per indicazioni esaustive organizzate per luoghi, suggeriamo di consultare il sito www.paginegialle.it/campania/ napoli/farmacie.html, utilizzando i ‘suggerimenti geografici’ per i rimandi al quartiere / cure mediche municipalità 5 (vomero, arenella) via morghen 84 tel 0817952732 - 0817952701 sede distaccata via giacinto gigante 242 tel 0817957247 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 pronto soccorso 118 trasporti / i quartieri estensione vomero kmq 2,17 arenella kmq 5,25 abitanti [2001] vomero 47.947 (21.917 maschi; 26.030 femmine) arenella 72.031 (33.060 maschi; 38.971 femmine) 251 LLI NTIN A AM E 6 8 0E D #ASTEL 3ANT´%LMO ,ARGO 3AN-ARTINO 7 #ERTOSADI 3AN-ARTINO 0IAZZETTA #ARIATI 6ICO#ARI ATI #ORS O6% MA NUE LE 6IA ! 6IA-&IORE 6IA'3ANTACROCE 6I A$ A LB #A ON CC A AV ELL O ON ITO " 6IA&0ALIZ ZI LLO 6IA ' # OT RO NE I A4 AR SIA A3A NT´! NTON IOAIONTI 3UOR / "ENIN RSOLA CASA 6IA'4O NIA 6IA&0A LIZZI $ ´!U R IA 6IA+ERBAKER 6I A' 6IA5.IUTTA INI 6IA',"ERN I 6IA'-ERLIAN 6IA,'IORDANO 6IA3CALA 0RETI 6IA- #HIESADI 6ILLA&LORIDIANA 3AN&RANCESCO I 6IA#ORENZIO 6I A' 6IA0RESUTTI POLO 6IA'"2UOP O SSIM I-A 6IA$ 6IA6'EMITO 6ICO!CITILLO ANO 6IA,'IORD 6IA'0AISIELLO LLA TE E0 UN TE 6IA$E.A RDIS DIG E 6IA!6ACCARO 3ALIT 3A LIT 3ALI TA6 ENTA GLIE RI IO RA 6IA ! 6I A4 D I# AM 6IA3!LTAMURA 6IA && RAN CE 6IA SCH ' #A PALD I O 0I GN A #A VO NE #A S 6IA#ONT 6I A LLA6 ALLE AIN O GNIT O 6IA / &RA 6IA'ABRIELE* 6IA& 04 OSTI STIN IAN O 6IA 'IU 0IAZZA&UGA 6IA#IMAROSA E2 AF FA E ET I0 IN 5 0IAZZA -AZZINI LI 6IA 0, IGO RIO &E RM ARIE LLO ETT NIZ $O ' 6IA O0IO 0IAZZA 6ANVITELLI 6OMERO 6IA L AD 'R A 6I ONE &ALC 6IA! 3 LI HEN 6IA2-ORG ICCI 6IA2 S 4/ 6IA TE 33 6IA 6IA +A GO SHIM A 4 TTO CIO AC O# 6IC E LIC FE AN A3 6I O FAN 6IA&#ILEA NT A! 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TO EN 6IADELL´%POM . A IO AR 6IA DE LLA0 IGN A IM RG SO metropolitana 6IA - ! 2I A 6I 6IA%0ERCOPO % 6IA A! 6I 6IA'3CHERILL O I ELL NN *A 14. camaldoli [pp. 273-274] LE RIE AB [pp. 262/271, 273] IARO #ASC 6IA' ' 6IA 11. piazza quattro giornate [p. 270] 12. via luca giordano [p. 271] 13. santa maria del soccorso cumana stazioni cumana I tempo libero / shopping 6IA #R OCE 2O SSA LILL LDO MA #A 6IA parchi e giardini RUSO #A 6IA% 6IA40ATINI [p. 269] [pp. 258/269] 6I A" # AV ALL ONA $´!NT 6IA! MA *EM 6IA2 8. pedamentina [pp. 254/268] 10. parco marco mascagna OLA 6IA$ EL4O RTO [pp. 256/267-268] legenda arti e monumenti 3 EM M RRA TE LO ALA CIO AC ' AR 6IA # %RAMODEI #AMALDOLI 6IA - TE OR E0 [pp. 256/265-267] oggi e domani 14 7. certosa e museo di san martino da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli 9. san giovanni dei fiorentini intorno al 1936 IODI,OYOLA DU LLE IA IN AM OL ER I' DE CO 6I 5. villa floridiana / museo duca di martina [pp. 257/262-264] 6. castel sant’elmo NO NTESA -O 6IA$ ,ARGO #ANGIANI L3ERB ATOIO DE 3' 6IA tra fine ottocento e inizi novecento 6IA3ANT´)GNAZ 6IAD E /SPEDALE #ARDARELLI CH I 6IA3ANT´)GNAZIODI,OYOLA 6IALEPRIVATO2!) 0OLICLINICO A AN NT &O $ 6IA seconda metà del settecento IAN I ZELL DON NTE -O 6IA seicento 3. piazza vanvitelli [pp. 257/262] 4. via alessandro scarlatti [pp. 257/262] " /SPEDALE #OTUGNO ARIE LLO 6IA$&ONTANA ...fine cinquecento 0ARCODEI #AMALDOLI 6IA 0D E inizio cinquecento... 6I A, 6IA ' 1U AG LI 6IA6ICINALE$E-ELLIS [pp. 255/260-261] 6IA60IERANTONI intorno al mille da piazza antignano a san martino 1. antignano [pp. 255-256/260] 2. san gennaro a antignano 6IA!0ERRON E#APANO vomero arenella i colori della storia 6IA-ON TELUNGO 6IA! #AR DARE /RSOLONE 6IA'UANTAIAD ‘‘ 254 vomero arenella isolati casolari, masserie e sparse ville punteggiavano la vasta area, mentre più fitti agglomerati costituivano i villaggi del vomero, case puntellate, antignano, arenella, e due porte... [giancarlo alisio, 1987] storie Il Vomero, appendice moderna della città, nasce nella seconda metà dell’Ottocento in risposta ai piani di ampliamento messi a punto con la ‘bonifica’ conseguente all’epidemia del 1884 [vedi Porto Pendino mercato pp. 147-149]. L’estensione odierna, le dimensioni fuori scala maturate tra secondo dopoguerra e anni Settanta del Novecento (una autentica ‘città fuori centro’, isolata sostanzialmente dalla metropoli, se non per le funicolari, fino all’apertura della linea 1 della metropolitana, “scendo giù a Napoli” si diceva...) sono il punto di arrivo della ‘fusione’ di tre villaggi antichi: Vomero, Case Puntellate, Antignano. Oltre che con l’Arenella (condivide via Case Puntellate, via Pigna, largo Antignano, via San Gennaro a Antignano, piazza Leonardo), confina con Avvocata e Montecalvario (piazza Leonardo, crocevia dei quattro quartieri), Chiaja (via Tasso, via Palizzi), Fuorigrotta (via Vicinale Fosso Santo Stefano), Soccavo (via Vicinale Cupa San Domenico). Distese verdi, giardini, campi coltivati – il nome ‘vomero’ rimasto alla collina in epoca moderna deriverebbe proprio dall’aratro – hanno resistito senza tentazioni fino agli interventi di fine Ottocento, fuori del perimetro della civilizzazione postindustriale; preservati per secoli da pochi sentieri, prevalentemente in forte pendenza (i cavoni, le calate, i gradoni), per di più disagevoli, spesso, per il terreno pietroso trasportato dalle acque piovane: il Petraio e la Pedamentina, verso il centro (via Toledo attraverso i Quartieri Spagnoli), oltrepassando corso Vittorio Emanuele; calata San Francesco e via Belvedere, protesi alla Riviera di Chiaja attraverso gradini continui (a metà costa via Aniello Falcone, corso Vittorio Emanuele, via Crispi); la strada det- ta Neapolis-Puteolim per colles, antica congiunzione per Pozzuoli, da Antignano, proseguendo per l’Infrascata (via Salvator Rosa), fino a piazza Dante. Il ritrovamento di reperti archeologici lungo questo tracciato antico alternativo ai tragitti costieri fra Napoli e Pozzuoli, in direzione di Roma, testimonia la presenza di nuclei abitati ad Antinianum (Antignano) già in epoca romana. Si tratta in realtà del decumano superiore che si inerpica per le colline lungo via Tarsia, via Salvator Rosa, fino a raggiungere e superare il centro di Antignano e, a seguire, il Vomero; un insediamento urbano che, dalla dorsale della collina, sormonta il borgo antico di Chiaja, già rilevato e descritto dalle fonti latine, mentre le testimonianze più ‘recenti’ sul Vomero risalgono al Medioevo (definito Paturcium o collina di Patruscolo e, in seguito, per la parte più a valle, ‘monte Olimpiano’). Sulle origini del nome, l’ipotesi più attendibile è ancora quella riportata da Carlo Celano: “tutta questa montagna viene detta Antignano, e vogliono alcuni che debbasi dire Antoniano, essendo stata villa di Antonio Imperatore; ma il più vero si è che prende il nome dal lago di Agnano, dovendosi dire Ante-Agnanum, perché anticamente, ed anche al presente, da chi non vuole andare per la grotta da qui si va al lago sud- storie detto” (Carlo Celano, 1692). Il casale, per quanto di ‘transito’, è dunque un luogo centrale della civiltà romana nella regione. Non minore fama gli hanno meritato le cronache sacre. La tradizione popolare vuole che di qui sia passato il corpo di san Gennaro, trasferito da Pozzuoli a Napoli, come confermerebbero le testimonianze diffuse della toponomastica intitolata al patrono: vicino alla chiesa di San Gennaro ad Antignano (all’angolo con via Conte della Cerra), nel luogo dove sarebbe transitato il corpo del Santo, esiste ancora un’edicola in memoria dell’avvenimento; per non parlare della chiesa di San Gennariello (documentata già nel 1000), oggi San Gennaro o Piccola Pompei, in via Filippo Cifariello, ancora monumento in memoria del miracolo dello scioglimento del sangue, verificato per la prima volta proprio ad Antignano. L’Arenella, estesa oggi nella parte alta fino alla zona degli ospedali e alla collina dei Camaldoli, è delimitata – oltre che dal Vomero, quasi in simbiosi – da San Carlo all’Arena (via Pietravalle), Stella (via Pietravalle, via Antonio Cardarelli, Vallone dei Gerolomini), Avvocata (salita Due Porte, via Matteo Renato Imbriani, piazza Canneto, piazza Leonardo), Chiaiano (via dell’Eremo, largo Cangiani, via Domenico Montesano, via Sergio Pansini). Piccolo villaggio 255 256 vomero arenella rurale, in origine, come tutta l’area, deve il nome alla sabbia (arena) e al pietrisco che depositavano i torrenti di acque piovane provenienti dai Camaldoli. È il luogo di origine del pittore Salvator Rosa (1625) – nato in una casa a fronte della chiesa di Santa Maria del Soccorso – cui è dedicata la statua (di Achille d’Orsi, 1871) al centro di piazza Francesco Muzii. La larga prevalenza di braccianti, contadini e piccole comunità di artigiani e commercianti, analogamente a tutte le periferie extraurbane, l’aria salubre e le attrattive naturali hanno promosso i villaggi, a partire dal XV secolo, a luogo di villeggiatura delle famiglie aristocratiche. Dal 1472, l’umanista Giovanni Pontano anima una villa famosa, descritta nelle guide antiche della città, situata in largo Antignano, della quale testimoniano oggi alcuni ruderi nella parte centrale di un edificio costruito nel 1818. Il processo di urbanizzazione è ancora embrionale. Nel corso del XVI secolo, il paesaggio affacciato sul borgo di Chiaja si presenta ancora intatto e ricco di vegetazione, con poche ville e piccole masserie: uniche emergenze edilizie i baluardi di Castel Sant’Elmo e il ritiro monastico della Certosa di San Martino (entrambi di fondazione angioina), sulla sommità della collina. Dal 1532 al 1553 il vi- ceré Pedro de Toledo intraprende l’ampliamento delle mura [vedi San Ferdinando pp. 65-66 e Avvocata Montecalvario p. 226], in conseguenza anche del provvedimento che impone ai nobili di lasciare le rocche nei feudi troppo lontani dalla città (e, di conseguenza, poco controllabili dalle autorità di governo), e di trasferirsi in residenze della capitale. In stretto rapporto con l’estensione del perimetro urbano, i bandi e le prammatiche che, a partire dal 1565, vietano ogni costruzione a ridosso della cinta muraria, avviano la trasformazione graduale degli antichi borghi in aree residenziali vere e proprie, grazie anche all’apertura dell’Infrascata (via Salvator Rosa), nel 1560. Non è un caso che già nel 1566 si debba porre un argine, vietando la costruzione di edifici lungo le pendici di San Martino, per mantenere libera l’area intorno a castel Sant’Elmo. Nel corso del Seicento, continua la ‘moda’ delle ville aristocratiche, dei ‘casini di delizia’ architettonicamente semplici ma con loggiati ampi e giardini, coltivati con alberi da frutto e con statue e fontane. Tra gli insediamenti più celebri del XVII secolo, la villa del mercante fiammingo Ferdinand Vandeneynden, oggi inglobata in strutture moderne (villa Belvedere), committente e collezionista di artisti di fama. Le piante settecentesche della città (a partire dalla cartografia di riferimento del duca di Noja) evidenziano ancora un ambiente sostanzialmente integro, con i giardini lungo l’Infrascata e la ‘via del Vomero’ (nella parte di via Annella di Massimo), che, attraverso Antignano, collega all’Infrascata e si prolunga fino ai villaggi di Villanova e Santostrato, a Posillipo), mentre collegamento principale tra il Vomero e il borgo di Chiaja resta calata San Francesco. Nel 1817 Ferdinando I affida ad Antonio Niccolini la ristrutturazione in grande stile della villa che ha acquistato dagli eredi di Cristoforo Saliceti, ministro della polizia durante il regno di Gioacchino Murat, per donarla alla moglie morganatica Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, da cui il nome di Floridiana, primo intervento di rilievo della zona. Più in generale, a partire dal decennio francese, ha inizio la catena ininterrotta di mutazioni urbanistiche che avrà il primo passaggio cruciale tra fine secolo e inizio Novecento, con il piano di ampliamento cittadino dei quartieri Vomero e Arenella, più volte richiamato. Dalla metà del XIX secolo, per iniziativa della Società del Risanamento, Vomero e Arenella – raggiungendo Cappella Cangiani fino alla collina dei Camaldoli – imboccano la strada che prelude alla fisionomia dei nostri giorni. storie I lavori iniziano nel 1885, alla presenza dei reali e del ministro Depretis. La concessione della maggior parte del terreno viene conferita alla Banca Tiberina, che abbandona poi l’impresa (1889-1899) per fallimento, cedendo quanto già realizzato alla Banca d’Italia, con conseguente arresto temporaneo dei lavori. Gran parte dell’impianto viario del quartiere, via Luca Giordano, via Scarlatti, piazza Vanvitelli, via Morghen, e il tratto superiore di via Bernini, è già realtà; tutto intorno si articolerà una maglia a scacchiera fitta, con il risultato di oscurare progressivamente grandi porzioni della prospettiva paesaggistica. Fanno eccezione a questa dilapidazione: le piccole ville sorte alle spalle della trama umbertina, aperte sul panorama con giardini, vetrate, bow-windows; insediamenti più fantasiosi, come la ‘Santarella’, costruita nel 1909 in via Luigia Sanfelice per Edoardo Scarpetta, in simbiosi sapiente con l’orografia della collina (“qui rido io” recita l’iscrizione emblematica sulla residenza); e le soluzioni liberty di ascendente europeo, con particolare debito alla scuola viennese, ideate da Adolfo Avena nei palazzi di piazzetta Fuga e in villa Spera, ora Giordano, in via Tasso. Intanto i collegamenti con la città spalancano nuove vie d’accesso: le funicolari di Chiaja (15 ottobre 1889) e Monte- 257 258 via tito angelini veduta da castel sant’elmo [pp. 256/265267] vomero arenella santo (30 maggio 1891) [vedi Chiaja p. 26, Avvocata Montecalvario p. 240], stazioni in stile liberty, demolite e ricostruite in tempi recentissimi, e, nel 1928, la funicolare Centrale [vedi San Ferdinando p. 71]. Finalmente, dopo il piano di ampliamento del 1911, i cantieri riaprono con la grande esedra ottogonale (piazza Medaglie d’Oro) e la maglia ortogonale di strade che irradiano in breve tempo. Nel 1914 il Piano Regolatore, opera dell’ingegnere Francesco de Simone, imperniata sulla divisione del tessuto urbano in cinque aree di espansione dell’edilizia borghese, signorile e alberghiera, raccomanda per la zona Vomero-Arenella la salvaguardia della fascia verde a valle di via Belvedere – da via Aniello Falcone a Salvator Rosa – tra Floridiana e Sant’Elmo, un’attenzione alla salvaguardia del verde superstite destinata a resistere ancora per qualche decennio. Con la ‘ricostruzione’ del dopoguerra, la speculazione edilizia senza controllo consentita dalla nuova amministrazione cittadina (1952-1958), ‘sommerge’ definitivamente gli antichi borghi, tramutati in aggregati residenziali ad altissima densità di popolazione e bazar commerciali; solo negli ultimi anni, una politica di riqualificazione urbana e ‘pedonalizzazione’ – via Scarlatti e, dal no- vembre 2008, via Luca Giordano – ha iniziato a porre rimedio, con il recupero e la valorizzazione delle rare aree verdi residue: parco Viviani, parco Mascagna, Parco dei Camaldoli, Parco del Poggio ai Colli Aminei... Tra gli anni Sessanta e Settanta, due insediamenti di grande dimensione suggellano il destino del quartiere: il nuovo Policlinico (1963-1971) – a completare il ‘presidio ospedaliero’ che aveva già progressivamente conquistato la zona alta dell’Arenella: Pa- scale, Cardarelli, Cotugno, Monaldi – e la tangenziale (1966-1992), paragonabile, per la rivoluzione dei collegamenti, all’innesto del corso Vittorio Emanuele nell’Ottocento [vedi Avvocata Montecalvario pp. 228/236]. Una tensione verso nuovi linguaggi originali segna le costruzioni degli anni Settanta-Ottanta, come la Centrale di sollevamento delle acque allo Scudillo (1973), di Nicola Pagliara, al confine della tangenziale, poggiata su un basamento storie asciutto di tufo e piperno. Alle soglie del duemila, l’apertura delle stazioni della linea 1 della metropolitana (i lavori iniziano nel 1976) conferma la tensione verso soluzioni sostenibili di respiro europeo, nel permanere della complessità estrema del governo dei flussi tra centro metropolitano e quartieri conquistati dalle rotaie (Chiaiano, Piscinola, Secondigliano). 259 ‘‘ 260 vomero arenella e proprio sopra a napoli si elevano colli dove il vomero se ne sta sulle terrazze serpentine e sulle rampe delle scalinate come una vecchia signora librata su un trapezio... [john horne burns, 1947] da piazza antignano a san martino Piazza Antignano conserva ancora l’impianto originario del cuore del villaggio antico – e alcuni tratti delle stradine del casale, per quanto interrotte oggi dai nuovi tracciati viari – animata tutte le mattine dal mercato alimentare, frutta e pesce in particolare, molto frequentato per un rapporto poco comune qualità/convenienza. Luoghi e atmosfere che rimodulano contemporaneità e tradizione: all’altezza del bivio aperto, a sinistra, sull’Infrascata (via San Gennaro a Antignano, poi Conte della Cerra, che raggiunge via Salvator Rosa) e, a destra, in direzione del Vomero (via Filippo Cifariello), la basilica di San Gennaro a Antignano – costruita tra il 1904 e il 1938 (progetto di Giuseppe Pisanti, in stile romanico) – si sovrappone alla ‘cappella Vacchiano’ (dal nome della famiglia) dedicata al patrono nel 1707 dai proprietari di villa Pontano, sul- la scena ‘sacra’ che avrebbe ospitato il primo miracolo della liquefazione del sangue del santo, cappella demolita nel 1897 nonostante fosse tutelata in qualità di monumento nazionale. La facciata, la pianta e la decorazione della chiesa sono ispirate alle basiliche paleocristiane; all’interno, l’altorilievo con La processione della translazione delle reliquie immortala il culto del patrono, mentre i mosaici dell’abside (San Gennaro in preghiera, soggetto ripreso da una pittura delle catacombe di San Gennaro) sono realizzati da artefici vaticani negli anni Sessanta del Novecento. A memoria dell’evento miracoloso, un’effigie in marmo (cinquecentesca, forse parte di una scultura a figura intera) su un piccolo monumento in piperno (1941) nel muro all’inizio di via Conte della Cerra rivendica il primato della liquefazione del sangue del patrono [vedi p. 255]. A certificare il seguito della tradizione, Ferdinando I acquista la cappella e il suolo circostante da Antonio de Simone, proprietario dei terreni dal 1813, per disporre la costruzione di una basilica in onore del santo, progetto infine archiviato definitivamente per le vicende politiche che porteranno all’Unità. In via Filippo Cifariello, un semplice portale in piperno segnala la chiesa di San Gennaro o Piccola Pompei. Si deve alla devozione dei fedeli delle origini, che vogliono ricordare con una piccola cappella il luogo di sosta della processione che accompagna le reliquie da Pozzuoli a Napoli (disposta dal vescovo di Napoli Giovanni I, tra il 413 e il 431 [vedi Stella San Carlo all’Arena pp. 202/216]) percorrendo la via Antiniana; una lapide (da- da piazza antignano a san martino tata 1513) evidenzia, in aggiunta, la pietra su cui sarebbe stata poggiata la testa del santo. Le fonti storiche documentano una chiesetta, detta di San Gennariello, già nell’XI secolo, probabilmente fondata nel V (come fanno pensare le sepolture rinvenute nei pressi). Rimaneggiata più volte nel tempo, nota alla fine del Seicento come ‘San Gennaro alle Gradelle’, fra il 1711 e il 1807 viene affidata ai Cistercensi e, in seguito, ai frati Minori Conventuali (dal 1821 al 1865, data di soppressione del monastero, e dal 1920 a oggi). Via Cifariello interseca via Gian Lorenzo Bernini – arteria principale del quartiere umbertino, con via Scarlatti – nel mezzo del tracciato irregolare della vecchia via San Gennaro al Vomero; con piazza Antignano, via Cifariello, Torrione San 261 mercatino di antignano piazzetta antignano orario: lun-sab 8.30-13.30 [pp. 260] san gennaro a antignano via san gennaro a antignano 82 orario messe: 8-8.30; 19-19.30 festivi 8-12.30; 20-20.30 tel 0815565283 [pp. 255/260-261] san gennaro o piccola pompei via filippo cifariello 4 orario messe: 10.30; 18.30 festivi 10, 12, 13, 18.30 [pp. 255/260-261] piazza antignano mercatino alimentare [pp. 255-256/260] 262 san gennaro al vomero via gian lorenzo bernini 55 orario: 9-19 festivi 9.30-11; 12.30-19 tel 081-5569167 www.sangennaroalvome ro.it [p. 262] villa floridiana via cimarosa 77 via aniello falcone 171 parco orario: dalle 9 a un’ora prima del tramonto chiuso 1 gennaio, lunedì in albis, 1 maggio, 25 dicembre museo nazionale della ceramica duca di martina orario: mer-lun 8.30-14 chiuso mar biglietti: 2,50 euro ridotto 1,50 euro (cittadini ue 18-24 anni, docenti) gratuito cittadini ue sotto 18 e sopra 65 anni tel 0815788418 http://floridiana.napolibe niculturali.it [pp. 257/262-263] via san gennaro a antignano basilica di san gennaro a antignano [pp. 255/260-261] vomero arenella Martino e via San Gennaro a Antignano, è tra le tracce superstiti del villaggio antico. Sullo stesso percorso, la chiesa di San Gennaro al Vomero testimonia una volta di più la diffusione del culto. È istituita il 21 dicembre 1884 dal cardinale Guglielmo Sanfelice, a separare in questo modo il Vomero dalla giurisdizione dell’unica, ormai decentrata, parrocchia collinare di Santa Maria del Soccorso all’Arenella. Realizzata nel 1892 da Luigi Bottino in forme classiche, la chiesa, in origine, è decorata dai dipinti e dagli arredi provenienti dal monastero soppresso di Santa Patrizia, poi sostituiti da statue policrome, e altari settecenteschi. Il centro del quartiere progettato dalla Banca Tiberina è piazza Vanvitelli, animata oggi da bar, gelaterie, ristoranti, con tavoli all’aperto, che la hanno trasformata in area di sosta e di incontro tra le più frequentate dalle ultime generazioni. La stazione della linea 1 della metropolitana (1990-1993, progettata da Michele Capobianco) tra il 2004 e il 2005 è stata interessata da un’operazione di restyling (a cura di Lorenzo e Michele Capobianco, con consulenza artistica di Achille Bonito Oliva) per accogliere opere di otto artisti contemporanei (Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gregorio Botta, Isabella Ducrot, Mario Merz, Giulio Paolini, Vettor Pisani, Gilberto Zorio). Da via Alessandro Scarlatti ha inizio la zona pedonale, un susseguirsi di vetrine ‘alla moda’ dedicate a abbigliamento, accessori, fiori, grandi magazzini..., nei giorni di festa artisti di strada, cuccioli in cerca di famiglia, venditori artigiani, per la gioia dei bambini e delle famiglie a passeggio. A metà strada la fontana in ferro Itaca (di Ernesto Tatafiore, 1999), causa di discussioni circa l’opportunità della collocazione. Sull’asse parallelo, via Domenico Cimarosa, si apre l’ingresso principale al parco di Villa Floridiana, meta ideale per i cultori della ossigenazione mattutina e gli sportivi di ogni caratura, per passeggiate rigeneratrici in un’oasi di verde e tranquillità. La tenuta neoclassica sulla collina viene acquistata nel 1817 da Ferdinando I di Borbone come residenza estiva della duchessa di Floridia Lu- cia Migliaccio, moglie morganatica del re [vedi p. 257]. Nota, da allora, come Floridiana, opera raffinata dell’architetto di origine toscana Antonio Niccolini, la villa neoclassica si apre verso il mare e sul panorama con una scalinata scenografica che raccorda l’edificio al parco. Un equilibrio ben concepito che si estende da piazza antignano a san martino a tutta la sistemazione all’inglese del verde e alle soluzioni architettoniche e botaniche delle aree caratteristiche: il tempietto ionico, nell’estremo versante occidentale a dominare il paesaggio sottostante, la zona coltivata a camelie, il teatrino della ‘verzura’, teatro naturale a pianta ellittica con quinte arboree e platea in pi- 263 via scarlatti fontana itaca [pp. 257/262] 264 villa lucia vicoletto cimarosa 2 parco grifeo 63 [p. 264] san francesco al vomero via aniello falcone [p. 264] villa catello-piccoli via domenico cimarosa 70 [pp. 264-265] edificio residenziale via renato lordi 6 [pp. 258/265] sacro cuore di gesù istituto salesiani via scarlatti 29 tel 0815781355 www.salesianivomero.it [p. 265] villa giannone via annibale caccavello 10 [p. 265] piazza ferdinando fuga funicolare centrale e palazzo di adolfo avena [pp. 257/264-265] vomero arenella perno circondata da siepi di mirto, viali sinuosi, zone d’ombra, salti di quota, improvvise aperture spettacolari sul golfo. Alla morte dell’ultima erede della duchessa, la Villa e il parco sono acquistati nel 1919 dallo Stato e destinati, dal 1927, a sede del Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina, imperniato sulle raccolte originali di arte decorativa europea e orientale di Placido de Sangro, duca di Martina, donate alla città dal nipote, nel 1911: circa seimila oggetti di produzione artistica ‘minore’, vetri, avori, ambre, lacche, coralli, tartarughe, smalti; accanto a porcellane e maioliche che ne formano il nucleo più consistente. Nel 1978 la donazione è integrata da Riccardo de Sangro, erede del duca di Martina, di circa seicento oggetti tra porcellane, maioliche e mobili, provenienti ugualmente dal patrimonio di Placido. La contigua villa Lucia, oggi condominio privato, con il parco, faceva parte a pieno titolo della villa Floridiana. L’edificio principale, il ‘tempietto’ neodorico con decorazioni pompeiane, era un coffee-house ricavato dalla trasformazione di un casino panoramico precedente. Il parco all’inglese e le costruzioni che ancora resistono, padiglione neoclassico, il ‘ponte’ realizzato da Niccolini, lo ‘chalet svizzero’, le palazzine eclettiche, si devono ad architetti di spic- co del XIX secolo (Antonio Niccolini, Francesco Maresca, Lamont Young). L’altro accesso al parco della Floridiana, più a ridosso della palazzina del Museo, dà su via Aniello Falcone, panoramica sinuosa con vista sul golfo e palazzine liberty con terrazze e giardini; all’altezza delle scale che conducono su via Luca Giordano, il complesso di San Francesco al Vomero (1892) si deve a Cherubino Carusa da Forio, ministro provinciale dei Frati Minori a Napoli. Per evitare rischi di soppressione, il suolo – proprietà della Banca Tiberina – viene acquistato dalla Custodia di Terra Santa (e garantito in tal modo ‘extraterritoriale’), titolo esposto sul portale d’accesso al chiostro. La facciata è inquadrata da torri campanarie laterali, sul retro della chiesa, una riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes. Via Cimarosa conserva palazzi liberty e di inizio Novecento, merito, in parte, dell’impronta di Adolfo Avena (1860-1937), protagonista dell’architettura del tempo: superata la stazione della funicolare di Chiaja, villa Catello-Piccoli (1918) in stile neoromantico con elementi decorativi di ispirazione medievale, riporta in caratteri liberty, la firma “Adolfo Avena Ing. Arch. 1818”; decorazioni simili, con analoghe varietà di finestre e logge, torrette, terrazze e motivi geometrici, nel palazzo (1927-1928, “Adolfo Avena architetto”) su piazza Ferdinando Fuga, in via Renato Lordi. In piazza Fuga, la funicolare centrale collega speditamente con via Toledo; a sinistra, parte il sistema di scale mobili (a fianco delle scalinate tradizionali), di concezione recente, che collega senza fatica alla parte superiore di via Scarlatti, a via Raffaello Morghen e al culmine della collina di San Martino. Al termine della prima rampa, il complesso del Sacro Cuore di Gesù (1902-1911), con l’istituto scolastico dei padri Salesiani. Una cappella privata dedicata al Sacro Cuore, di pochi anni precedente, era già sui terreni donati ai padri da suor Isabella de Rosis (1842-1911) dove oggi sorge la chiesa a navata unica. A fronte della seconda scalinata, su via Morghen, la stazione superiore della funicolare di Montesanto presidia l’accesso a San Martino, la trama caratteristica di palazzine basse, liberty e neorinascimentali, che distingue questo innesto di città da poco più di un secolo. In via Annibale Caccavello, alle spalle della funicolare, rispuntano i tratti del casale antico: accanto all’ingresso di villa Giannone, settecentesca, a destra, il giardino di villa Salimbeni e, sulla sinistra, le rampe del Petraio (verso via Palizzi e corso Vittorio Emanuele); era qui l’innesto originario di via Torrio- da piazza antignano a san martino ne San Martino (cancellata in buona parte dagli interventi dell’Ottocento, con l’eccezione del tratto che congiunge via Giuseppe Bonito a via Bernini). Oltre il giardino di villa Fermariello, neorinascimentale e con una torretta in bella vista, una stradina aperta tra mura di tufo, piccole ville e le fortificazioni conduce a Castel Sant’Elmo, oggi sede della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli. Di fondazione due-trecentesca e, come la Certosa confinante, di matrice angioina, il castello evolve presto da residenza reale a fortezza strategica, baluardo e presidio difensivo simbolico e materiale dei poteri che si alternano al governo della città. Le 265 castel sant’elmo via tito angelini 22 orario: 8.30-19.30 chiuso mar biglietti: 3 euro ridotto 1,50 euro (cittadini ue 18-24 anni) gratuito cittadini ue sotto 18 e sopra 65 anni e visitatori muniti del biglietto del museo di san martino tel 0812294401 http://santelmo.napolibe niculturali.it archivio fotografico orario: lun-ven 8.30-13.30 (previa richiesta scritta) tel 0812294409 polomusna.afototeca@ arti.beniculturali.it biblioteca bruno molajoli tel 0812294417 [pp. 256/265-267] 266 vomero arenella via domenico cimarosa villa floridiana [pp. 257/262-264] prime notizie risalgono al 1275, quando la struttura, identificata come ‘Belforte’, è dimora di famiglia del re Carlo d’Angiò. Pedro de Toledo, tra il 1532 e il 1553 [vedi p. 265], ordina l’ammodernamento delle mura, sfruttando per l’impresa anche i contrafforti naturali. Il maniero assume la configurazione a impianto stellare a sei punte con la ricostruzione (1537-1547) affidata dal viceré a Luis Escrivá, architetto di riferimento nel campo delle fortificazioni. Dal 1604, svolge la funzione di carcere di prigionieri politici eccellenti: Tommaso Campanella, accusato di eresia (le Poe- sie filosofiche con annotazioni autografe, oggi nella biblioteca dei Girolamini, sarebbero la copia personale gelosamente custodita durante la reclusione); i protagonisti della rivoluzione napoletana del 1799, tra gli altri Gennaro Serra, Mario Pagano, Luigia Sanfelice, poi giustiziati in piazza Mercato... [vedi Porto Pendino Mercato p. 159]. La sagoma maestosa in tufo conquista dal principio il riconoscimento di emblema topografico e punto cardinale ‘in alto’ nella cartografia e nelle vedute pittoriche, dalla quattrocentesca Tavola Strozzi, esposta nel Museo di San Martino, alle opere più celebri degli artisti settecenteschi, ai paesaggisti dell’Ottocento. Negli ultimi decenni il castello ha assunto un ruolo cruciale come centro polifunzionale per attività e iniziative culturali – dalle grandi mostre di arte antica o contemporanea, a spettacoli, concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, all’organizzazione di forum e convegni, alla fortunata rassegna periodica sul ‘fumetto’ Comicon. I panorami dagli spalti a trecento sessanta gradi sul golfo, dalle pendici del Vesuvio, passando per Capri, all’incantesimo delle isole e dell’area Flegrea, non hanno eguali tra le metropoli d’Occidente, degni di competere solo con le visioni ‘dal basso’, tra via Caracciolo, Posillipo, Bagnoli, che abbiamo già decantato (sarebbe ora di intitolare una ‘filiera’ del turismo partenopeo a questa identità ambientale inimitabile...), e con le ‘visioni parallele’ dell’oasi di San Martino. La Certosa intitolata a san Martino vescovo di Tours va ascritta a merito, nel 1325, di Carlo, duca di Calabria, figlio di Roberto d’Angiò. La struttura gotica della chiesa viene trasformata progressivamente tra la fine del Cinquecento e il Settecento, per l’intervento magistrale degli artisti chiamati a interpretare le successive committenze certosine, sotto la guida degli architetti Giovanni Anto- da piazza antignano a san martino nio Dosio (1581), Cosimo Fanzago (1623), artefice della veste barocca, e Nicola Tagliacozzi Canale (1723): da Giovanni Lanfranco, a Jusepe Ribera, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, tra i pittori; Giuseppe Sanmartino e Domenico Antonio Vaccaro, tra gli scultori. A partire dal Cinquecento la dotazione poco comune di tesori d’arte della chiesa e del monastero e la posizione magica sulla collina catturano la meraviglia di letterati, eruditi e viaggiatori in visita ai monaci. Con l’Unità d’Italia, il complesso è destinato dal 1866 a ‘Museo di Patrie Memorie’. Grazie all’impulso di Giuseppe Fiorelli e, dopo il secondo conflitto, di Gino Doria e Raffaello Causa, diviene il luogo di riferimento per la storia della capitale del Regno meridionale, snodo essenziale per la civiltà dell’arte e la cultura della città. La nuova veste museografica e critica messa a punto con rigore e passione negli ultimi anni completa un’offerta meritevole di attenzione e di pubblico ben al di là degli estimatori di arte presepiale che affollano tradizionalmente le ultime settimane dell’anno: dalla chiesa sontuosa, agli arredi originari dei monaci, compresi refettorio e farmacia, al trionfo di affreschi barocchi, dipinti e sculture, intarsi lignei, marmi policromi e lavori in commesso, vedute (con l’integrazione generosa re- 267 certosa e museo di san martino largo san martino 8 orario: 8.30-19.30 chiuso mer e lunedì in albis biglietti: 6 euro ridotto 3 euro (cittadini ue 18-24 anni) gratuito cittadini ue sotto 18 e sopra 65 anni tel 0815781769 http//smartino.napolibeni culturali.it [pp. 256/267-268] 268 largo san martino veduta dagli spalti di castel sant’elmo [pp. 256/267268] vomero arenella cente della collezione Alisio) e ritratti storici, pastori del Settecento appunto, memorie del teatro napoletano, vetri preziosi, la sezione navale (riaperta a fine 2008) in una successione unica di logge, giardini, celle monastiche... La Pedamentina (da ‘pedemontano’, ai piedi del monte) raggiunge dal piazzale di San Martino corso Vittorio Emanuele e, attraverso i Quartieri Spagnoli, via Toledo: il centro antico della città, in lontananza, non potrebbe essere più nitido, con i tracciati greci e romani bene in vista, e i grattacieli del Centro Direzionale sullo sfondo. ‘‘ da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli 269 si veggono bellissimi casini, e tra questi quello del marchese ferdinando vandeneynden, quanto ricco tanto virtuoso: a questo stando di poco buona salute, gli fu detto che quest’aria molto giovar poteva... [carlo celano, 1692] da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli Piazza degli Artisti, nodo nevralgico dei collegamenti stradali dell’area, è il punto di intersezione tra Antignano e Arenella. Tra la piazza e via Giovanbattista Ruoppolo, la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini riprende nel titolo il tempio (di fondazione cinquecentesca) demolito tra il 1952 e il 1953, nel corso dei lavori di riqualificazione del rione Carità da cui provengono i dipinti di artisti toscani del XVI secolo – Marco Pino (1521-1583): Chiamata di Matteo, firmato e datato 1576, Annunciazione, Riposo durante la fuga in Egitto, Battesimo di Cristo; Giovanni Balducci (1560-post 1631): Nascita, Predicazione e Decollazione del Battista, L’angelo annuncia al sacerdote la nascita del Messia. Al culmine della facciata, la statua di San Giovanni Battista di Alfredo Scotti. Sulla via affaccia il Parco Marco Mascagna, intitolato nel 2005 al pe- diatra ambientalista protagonista della difesa di questo polmone verde minacciato dal progetto miope di un parcheggio sotterraneo. Il giardino, parallelo a via Tino di Camaino, è il punto d’incontro del quartiere, tornei di carte sui tavoli sotto il portico, di bocce sul campo dedicato, partite di pallacanestro, giochi per i bambini, chiacchiere sulle panchine della piazzetta centrale, fontana a tessere colorate tra alberi e aiuole fiorite. Da via Sant’Anna, dal nome della chiesa vicina (di inizio Novecento), si raggiunge in via Annella di Massimo (la vecchia via Vomero, che nel tratto verso via Cilea rende omaggio alla memoria di Gino Doria), al civico 9, il portale della villa di Giovanni Pontano (1429-1503) [vedi p. 256], l’umanista ricordato nelle due targhe laterali, la più ‘recente’ apposta da Ferdinando I di Borbone. san giovanni battista dei fiorentini via giovanbattista ruoppolo 2L orario messe: 9, 18 festivi 9, 10.30, 12, 18 tel 0815787180 [p. 269] parco marco mascagna via giovanbattista ruoppolo [pp. 258/269] villa pontano via annella di massimo 9 [pp. 256/269] 270 centro polisportivo arturo collana via giuseppe ribera 2 tel 0815600907 [p. 270] santa maria della libera piazzetta andrea belvedere 115 orario: 7.30-11.30; 16.30-20 dom 7.30-14; 16.30-20 tel 0815798406 [pp. 270-271] vomero arenella In piazza Quattro Giornate, rinnovata per l’apertura della stazione omonima della linea 1 della metropolitana (2001, progettata da Domenico Orlacchio, quarantaquattro metri di altezza), la scultura metallica di Renato Barisani e i due bronzi di atleti di Lydia Cottone, nei giardini. Le opere di artisti contemporanei all’interno della metro riprendono il tema della resistenza e del conflitto: i rilievi in bronzo e i dipinti di Nino Longobardi, le scene di caccia e i ‘guerrieri’ di Sergio Fermariello, la scultura in lamiera di alluminio accartocciata di Baldo Dio- dato, Sabe que la lucha es cruel di Anna Sargenti, le tre teche di Umberto Manzo fissate con travi in ferro, la fotografia di Betty Bee imprigionata in un light box, la tela di Maurizio Cannavacciuolo, le Combattenti di Marisa Albanese. Lo stadio Arturo Collana, realizzato alla fine degli anni Venti del Novecento (Stadio Littorio in epoca fascista), è la struttura sportiva di riferimento della città fino alla costruzione dello stadio San Paolo a Fuorigrotta [vedi Posillipo Fuorigrotta Bagnoli p. 54]. Completamente ristrutturato negli anni Settanta, diventa un centro sportivo polifunzionale per gare di atletica, partite di calcio e di rugby (ha ospitato incontri della Nazionale italiana), con palestre, pista di pattinaggio, tennis club e piscina, oltre a ospitare manifestazioni e iniziative sportive e non (compresi corsi di ballo). Evoca il ricordo di vicende storiche cruciali, campo di prigionia, palcoscenico dei combattimenti tra partigiani napoletani e soldati tedeschi nel settembre 1943; la targa nella vicina via Belvedere, dove era la masseria Pagliarone, ricorda l’inizio delle ‘quattro giornate’ e i caduti negli scontri. Via Francesco Cilea, ad alta densità di traffico per lo svincolo della tangenziale, incrocia via Santa Maria della Libera e, in piazzetta Belve- da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli dere, la chiesa e il convento, ora scuola statale. Dal principio, nel 1587, una vertenza prolungata con gli affidatari, i Domenicani della Sanità, provoca infine, nel 1601, la defezione del committente Annibale Cesareo a beneficio della chiesa di Santa Maria della Pazienza, non a caso conosciuta come Cesarea [vedi Avvocata Montecalvario p. 246]. Danneggiato dai terremoti del 1930 e del 1980 (crollo della volta di copertura), l’edificio, restaurato nel 1991, conserva ancora elementi barocchi, altari con intarsi marmorei, frammenti della balaustra antica e dipinti tra fine Cinquecento e primo Settecento. Malgrado se ne siano perse le tracce, siamo nel ‘Vomero vecchio’, aria salubre e terre coltivate... A testimoniarlo agli increduli, la villa celebre di Ferdinand Vandeneynden [vedi p. 256], inglobata in edifici e costruzioni moderne, solo in parte conservata in Villa Belvedere. Le strutture cinquecentesche della tenuta di frutteti e vigneti digradante verso Chiaja sono trasformate nel 1688 da Bonaventura Presti in una loggia a quattro arcate “per uso di belvedere” e, verso il Vomero, in dimora a sua volta loggiata, con un viale di cipressi. I nuovi proprietari Carafa di Belvedere avviano, dal 1730, la trasformazione di fabbrica e giardini, fino al giardino pensile af- facciato sul golfo. Non lontano, calata San Francesco (dal nome del convento presso l’Arco Mirelli) conduce al corso Vittorio Emanuele e alla Riviera. Ritornando su via Cilea, nel tratto finale, ecco via Scarlatti e, perpendicolare, via Luca Giordano, l’arteria di riferimento per i collegamenti tra Vomero e Arenella. La pedonalizzazione valorizza il corteo di esercizi commerciali variegati e le ‘bancarelle’ ordinate di libri, in contrappunto all’insediamento recente di un megastore di libri ed elettronica, dove esercitare la curiosità per i titoli più difficili da rintracciare nel mercato globale. Alle costruzioni anonime recenti, fa eccezione, all’angolo con via Solimena, la residenza liberty (1910) che ha ospitato il pittore Giuseppe Casciaro (1861-1841), come recita la targa a sinistra dell’ingresso. Superata piazza Medaglie d’oro, in direzione di via Niutta e piazza Muzii, la parte antica del rione ancora esibisce le stradine ripide e tortuose del villaggio dell’Arenella. Sulla piazzetta, Santa Maria del Soccorso, fondata nel Seicento con il convento domenicano, fino alla costruzione di San Gennaro al Vomero è la chiesa parrocchiale dei due quartieri, ristrutturata nel Settecento e, in modo rilevante, tra Otto e Novecento. La facciata mantiene 271 villa belvedere via belvedere 33 via aniello falcone 122 per visite tel 0815564459 0815564457 [pp. 256-257/271] santa maria del soccorso piazzetta arenella 4 tel 0815564783 0815787585 [pp. 271-273] via giovanbattista ruoppolo parco marco mascagna [pp. 258/269] 272 vomero arenella da piazza degli artisti all’eremo dei camaldoli la fisionomia settecentesca, con due orologi maiolicati nella parte superiore. Nel piccolo largo opposto alla chiesa, la statua dell’Immacolata ha sostituito dal 1963 quella dedicata a Salvator Rosa – sistemata nel 1933 dove si riteneva fosse la casa natale dell’artista – ora al centro della piazza ‘moderna’ [vedi p. 256]. Poco distante, all’inizio di via Giacinto Gigante, quasi a fronte della sezione municipale, la chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso all’Arenella, sodalizio istituito nel 1704, con facciata di fine Settecento. L’interno, rivisitato con stucchi e pitture tra Otto e Novecento, conserva dipinti e altari di fine Settecento e una statua della Madonna di Fatima, meta di pellegrinaggio dei fedeli; una cripta antica poco nota sfrutta una tra le cavità naturali numerose della zona. Via Domenico Fontana sale verso la zona alta del quartiere (il cosiddetto Rione Alto), l’area più edificata dell’Arenella, dove più evidenti sono i guasti dell’edilizia inconsulta degli ultimi trenta anni sulla vocazione rurale e agricola del passato: i nuclei residenziali saturi di mura e abitanti – rifugio delle famiglie ‘giovani’ di fine millennio in cerca di case a costi accessibili – hanno quasi azzerato le piccole aree coltivate superstiti. Alla tutela del verde residuo, para- dossalmente, hanno provveduto i presidi ospedalieri: il Pascale (via Mariano Semmola), fondato da Giovanni Pascale (1859-1936, chirurgo oncologo, senatore dal 1919), dal 1936 specializzato nello studio e cura dei tumori; il Cardarelli (via Antonio Cardarelli), costituito tra 1927 e il 1940, intitolato dal 1943 a Antonio Cardarelli (1832-1927, clinico di fama, senatore dal 1896), la struttura più grande e attrezzata del Meridione, fondamentale il ‘pronto soccorso’; il Policlinico (via Sergio Pansini), su progetto coordinato da Carlo Cocchia (1953-1971), intreccio razionale di funzione ospedaliera e attività universitaria di ricerca e innovazione; il Cotugno (via Gaetano Quagliariello), Domenico Cotugno (1736-1822, anatomista, chirurgo e igienista all’avanguardia nella profilassi delle malattie infettive), specializzato nella cura delle malattie infettive, fondato nel 1884, ricostruito nel 1955-1958 (progetto di Giulio De Luca); il Monaldi, infine (via Leonardo Bianchi), ex Sanatorio principe di Piemonte intitolato dopo la morte (1969) al fisiologo Vincenzo Monaldi, specializzato nella cura delle malattie infettive, polmonari e cardiochirurgiche. Via Ignazio di Loyola procede ancora fino ai Camaldoli, promontorio di boschi presidiato dall’Eremo dei monaci Camaldolesi. Dal belvedere, 273 arciconfraternita di santa maria del soccorso all’arenella piazzetta giacinto gigante 34 orario arciconfraternita: lun e giov 17-19 orario chiesa: lun 17-19 tel 0815560161 [p. 273] eremo del santissimo salvatore via dell’eremo 1 per informazioni visite al complesso tel. 0815872519 0815875807 fax 0815876819 eremo.camaldoli@ere mo.it www.brigidine.org (consultare la voce ‘case di accoglienza’) [pp. 273-274] piazzetta arenella santa maria del soccorso [pp. 271, 273] 274 parco dei camaldoli via sant’ignazio di lojola orario: dalle 8 a un’ora prima del tramonto dalle 8 alle 13.30 il 19 settembre, 1 novembre, 8 e 25 dicembre, 1 e 6 gennaio, 25 aprile chiuso lunedì in albis, 1 maggio, 15 agosto [p. 274] via sergio pansini policlinico [p. 273] vomero arenella nel punto più elevato del territorio cittadino (458 metri) il panorama dall’alto già decantato per la collina di San Martino, con minori suggestioni storico-urbanistiche e maggiore ampiezza. La denominazione ‘Salvatore a Prospetto’, con la quale era nota l’area, riporta la leggenda di una grotta dedicata da san Gaudioso al culto del Salvatore, attraverso la fondazione di una piccola chiesa. Soppressa, nel 1585, quando Giovanni d’Avalos e Maria d’Aragona, figlia del re Ferrante d’Aragona, destinano il suolo ai monaci Camaldolesi. Il complesso viene ampliato nel corso del XVII secolo e la chiesa, dedicata a Santa Maria Scala Coeli a ricordo della scala celeste percorsa dal patriarca Romualdo per ascendere al paradiso, restaurata nel 1792 da Michelangelo Troccoli. Nel 1962 alla Congregazione dei Camaldolesi di Montecorona subentrano i confratelli di Toscana, e, infine, le suore dell’ordine di Santa Brigida. Tutto intorno, il Parco dei Camaldoli ha un’estensione di centotrentasette ettari: inaugurato nel 1996, con la sua superficie boschiva continua di castagni, lecci e macchia mediterranea, tra sentieri sospesi sul panorama, rappresenta un polmone inestimabile e l’antidoto all’aggressione del cemento e del traffico che si arresta ai suoi confini. Percorrendo, a seguire, via Guantai Nuovi all’Orsolone, siamo ai Colli Aminei, al limite con il quartiere San Carlo all’Arena, meta di villeggiatura fino agli anni Trenta del Novecento. Aminea era una varietà di vite molto diffusa, da Capodimonte a Posillipo, origine di un vino noto e apprezzato già in epoca romana. Un’ebbrezza che non c’è più. chiaja vivere [a] informazioni essenziali per contribuire a semplificare e stimolare la vita di tutti i giorni, niente ‘luoghi ideali’, concessioni commerciali mascherate, istigazione a consumi superflui: tutte le segnalazioni hanno per filo conduttore la speranza di mettere in contatto esigenze diffuse e offerte serie, vagliate con scrupolo dalla nostra redazione, senza pretese di esaustività. per indicazioni dettagliate sugli alberghi suggeriamo di consultare il sito dell’azienda autonoma soggiorno cura e turismo di napoli www.inaples.it sezione ‘napoli... da dormire’ chiaja artigianato belardini via d. morelli 12 tel 0817643974 una lunga tradizione familiare dal 1936, paralumi di ogni tipo e forma russo via bisignano 51 tel 0817648387 da più di mezzo secolo, marmo e capitelli, colonne, tavoli di forme e colori diversi bio gs via imbriani 42 - via lo monaco 5 tel 0814976508 reparto bio particolarmente ben assortito terramia riviera di chiaja 39 (torretta) tel/fax 081664249 gestione familiare garbata, offerta varia e selezionata di ‘fresco’, cereali, tisane... 275 cinema, teatro cinema ambasciatori via crispi 31 tel 0817613128 delle palme via vetriera 12 tel 081418134 filangieri via filangieri 43 tel 0812512408 teatri delle palme via vetriera 12 tel 081418134 [email protected] sannazaro via chiaia 157 tel 081411723 [email protected] san carluccio via san pasquale a chiaja 49 tel 081405000 [email protected] teatro tunnelamedeo gradini nobile 1 (traversa via martucci) tel 081682814 apertura: merc- dom 21-2 una struttura modernissima nei locali di un ex cinema, che accoglie ogni forma di spettacolo teatrale, dal cabaret al laboratorio comico design calabritto 20 via calabritto 20 tel 0817644687 una scelta raffinata di complementi d’arredo contemporaneo les etoiles via v. colonna 8 tel 081403334 276 vivere [a] interior design a tutto tondo: casa, ufficio, illuminazione, porte, boiseries in legno novelli arredamento via vetriera 20 tel 08119562950 mobili, lampade e oggetti delle migliori case italiane e internazionali marra via carlo poerio 46 tessuti d’arredamento e oggettistica selezionata tel 0817640319 stoà corso v. emanuele 74 tel 0812461686 il meglio della produzione italiana e straniera per gli arredi d’interno discoteche chez moi via del parco margherita 13 tel 081407526 un indirizzo storico, ancora molto amato dal popolo della notte la garçonne lounge bar-restaurant e music via santa maria a cappella vecchia 10 tel 0817643826 sempre aperto [email protected] www.lagarconne.it la mela via dei mille 40/bis tel 081410270 chiuso lunedì martedì mercoledì dancing club di moda degli anni ’70, “la mela” continua a essere un riferimento per le ultime leve danzanti miles club discoteca-live music via san pasquale 46 tel 0814976117 giov-dom dalle 22 non solo musica, mostre e serate di degustazione di vini fiori e piante cammarota via san pasquale a chiaja idea verde riviera di chiaja 9 tel 081682444 incontri nel verde via m. schipa 53 tel 081682634 les fleurs via m. d’ayala angolo via dei mille tel 081405030 gallerie d’arte contemporanea il quartier generale dell’arte dei nostri giorni, che porta ancora impresso il segno di lucio amelio alfonso artiaco piazza dei martiri 58 tel 0814976072 fax 08119360164 www.alfonsoartiaco.com changing role-move over gallery via chiatamone 26 tel 08119575958 franco riccardo artivisive via chiatamone 63 tel 0815444300 www.riccardoartisivive.it ganò piazza g. rodinò 24 tel 0813410268 www.galleriarodino.com la fabbrica del lunedì piazza dei martiri 58 tel 081403344 lia rumma via vannella gaetani 12 tel 0817643619 www.gallerialiarumma.it mimmoscognamiglio arte contemporanea via mariano d’ayala 6 tel 081400871 www.mimmoscognamiglio.com picagallery via vetriera 16 tel 081426507 - 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d’innovazione per ragazzi: un esempio di capacità imprenditoriale e di etica d’ impresa viale kennedy 80 (edenlandia) tel 0812395653 fax 0812395666 [email protected] www.lenuvole.com design agorà via orazio 136/b tel 0817146566 progettazione d’interni e proposte di design contemporaneo, ma anche dibattiti e mostre fiori e piante cardone viale virgilio 8 tel 0815752328 clivia vivai via a. manzoni 182 tel 08119362152 de luca piante viale kennedy 61/63 tel 0815939233 gallerie d’arte blindarte via caio duilio 4d tel 0812395261 www.blindarte.it dina carola via orazio 29 tel 081669715 gola antica pasticceria napoletana via santo strato 13/a tel 0817690792 a tutto vino via a. manzoni 239/241 tel 0812478030 enoteca augustus via f. petrarca 81 tel 0815754782 mozzarella, provola, caciottine, torte rustiche, crostate di frutta, gelati artigianali, tutto sotto il segno della qualità la botteghina via orazio 147 tel 0817145651 ottima gastronomia (dalle paste artigianali alla mozzarella di bufala, ai latticini della penisola sorrentina) ma anche dolci deliziosi bilancione via posillipo 238 (piazza san luigi) tel 0817691923 gelati per tutti i gusti, sosta obbligata dopo il bagno a posillipo de biase (elettroforno giulia) piazza san luigi 12/13 tel 0817691206 ‘l’elettroforno’ storico, pizze a taglio, ciabatte farcite, brioche, cornetti, sosta obbligata prima del bagno a posillipo il cigno via manzoni 200 tel 0817692111 il cigno due via posillipo 63 tel 0815752641 il girasole via posillipo 362/a tel 0815751353 salvatore maio piazzetta villanova 56 tel 0817692761 panificio di riferimento nel cuore dell’antico villaggio Villanova valerio vegezio via posillipo 81 tel 0815757055 in forma club partenopeo via coroglio 144 tel 0817628283 cus napoli via campegna 267 orario segreteria: lun-ven 8-22.30 sab 8-18.00, dom 9-14 tel 0817621295 fax 08119362277 [email protected] day spa mirage via porta posillipo 135d tel 0817691436 piscina, bagno turco, massaggi, trattamenti di bellezza, solarium 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plebiscito 1 (palazzo reale) tel 0817819111 fax 081403820 lun-ven 8.30-19.30 sab 8.30-13.30 chiusa dom e festivi emeroteca tucci tel 0815511226 0815513845 www.bnnonline.it [email protected] biblioteca della società napoletana di storia patria castel nuovo tel 0815510353 lun-mar 15-19 mer 9.30-13.30; 15-19 gio-ven 9.30-13.30 per l’accesso consultare il regolamento [email protected] www.storiapatrianapoli.it istituto cervantes via nazario sauro 23 tel 08119563311 fax 08119563316 [email protected] segreteria lun-giov 10-18 ven 10-15 biblioteca rafael alberti lun e giov 10-14; 15-18 mar e mer 10-14; 15-19 ven 10-14.30 chiusa agosto [email protected] 283 bio arabesque-bio via san tommaso d’aquino 53 tel 0815515909 erboristeria, naturopatia design ferrari via cervantes 60 tel 0815510142 indirizzo di riferimento per gli addetti del settore. arredi dei più importanti marchi italiani e stranieri, ma anche mostre legate al design artelumen via cervantes 66/68 tel 0814202710 una vasta scelta di 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croce 38 - palazzo pinelli tel 0817810018 ispirazione settecentesca per i pastori tipici dell’arte presepiale napoletana liutarte via san domenico maggiore palazzo sansevero tel 0814202321 violini, violoncelli, chitarre e mandolini fabbricati secondo le tecniche tradizionali antiquariato caso piazza san domenico maggiore 16 tel 0815516733 orologi e gioielli d’epoca e personalizzati bio farmacia istituto omeopatico piazza dante 41/a tel 0815499331 cinema, teatro cinema modernissimo via cisterna dell’olio 23 tel 0815800254 www.modernissimo.it il primo ‘multisala’ della città, riferimento storico della cultura cinematografica internazionale teatri il pozzo e il pendolo piazza san domenico maggiore 3 tel 0815422088 biblioteche istituto italiano per gli studi storici via benedetto croce 12 palazzo filomarino tel 0815517159 0815512390 www.iiss.it lun-ven 9-13 lettera di presentazione o autocertificazione emeroteca tucci palazzo delle poste piazza matteotti tel 0815511226 0815513845 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soprattutto campani, e gastronomia tipica gallucci via cisterna dell’olio 6/c tel 0815513148 www.cioccolatogallucci.it dal 1890 l’arte del cioccolato importata da parigi la scimmia piazza carità 4 tel 0815520272 il ‘brevetto’ della formetta, gelato tra due cialde di biscotto mandara icp via ponte di tappia 92 tel 0815512964 latticini e formaggi per tutti i gusti scaturchio piazza san domenico 19 tel 0815516944 www.scaturchio.it sfogliatella, babà e, da settembre a maggio, il ‘ministeriale’ al cioccolato tarallificio leopoldo via toledo 8 tel 0815512909 www.leopoldo.it farina, strutto, sale e pepe per i taralli della tradizione in forma campetto santa chiara complesso monumentale santa chiara via santa chiara 49/c un campo polivalente per calcio, basket e pallavolo con un’area gioco per i più piccoli centro benessere terzo millennio via toledo 320 tel 0812512328 eracles lines club calata trinità maggiore 4 tel 0815511228 allenamento e trattamenti di bellezza librerie, librerie 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081455026 chiuso dom trattoria la campagnola via dei tribunali 47 tel 081459034 aperto dom e lun solo a pranzo; mer-sab a pranzo e a cena chiuso mar teatri bellini via conte di ruvo 14 tel 0815491266 www.teatrobellini.it palcoscenico di programmazioni teatrali di qualità, un riferimento per la vita culturale della città san ferdinando piazza teatro san ferdinando 20 tel 0815510336 www.teatrostabilenapoli.it il teatro storico di eduardo de filippo, restituito alla città dopo undici anni, in presenza del presidente giorgio napolitano, con la tempesta di shakespeare tradotta da eduardo teatro del popolo trianon viviani piazza vincenzo calenda 9 tel 0812258285 la vitalità, l’inventiva della direzione artistica di nino d’angelo teatro totò via frediano cavara 12 botteghino: 0815647525 segreteria: 081296051 www.teatrototo.it tempio della comicità di nuova concezione, laboratorio di sperimentazione per adulti e bambini porto pendino mercato 291 corrado tamborra rua catalana 105 tel 0815523188 design, prototipi, restauro, istallazioni in rame, ferro e altri materiali rame arte design calata san marco 1a tel 0815514377 lampade di design originale porto pendino mercato artigianato allfer rua catalana 111 tel 0815528210 sculture e lavorazione di tutti i tipi di metallo d’ambrosio rua catalana 115 tel 0815512824 lavorazione del plexiglass artistic sud vico della graziella 17 tel 0815510116 lavorazioni artigianali e sculture in rame e ottone da disegni di riccardo dalisi il laboratorio vico freddo a rua catalana officina oleografica, incisioni su rame e zinco f.lli napoli via flavio gioia 80b tel 0815512989 lavorazione in ferro battuto per illuminazione e arredi bar e by night bar le ancore calata villa del popolo (interno porto) tel 0815535235 ottimo caffè e inedita pasticceria bar le antille via depretis 24 tel 0814206396 jail club via sedile di porto 65 mamamù via sedile di porto 46 monzù via agostino depretis 1/3 tel 0812514142 bio erboristeria naturessenza via seggio del popolo 18 tel 081204079 cinema e teatri cinema academy astra via mezzocannone 109 tel 0815520713 teatri tinta di rosso via san biagio dei librai 39 tel 0817901270 292 vivere [a] fiori e piante my garden piazza mercato 345 tel 081281408 gola pasticceria carraturo vittorio corso garibaldi 59 tel 0815545344 pasticceria storica napoletana, da provare le sfogliatelle ricce e frolle flor do café via guglielmo san felice 17/21 punto freschezza via duomo 333 tel 081285309 ottimi latticini e salumi, ma anche contorni pronti, frutta e verdura di prima scelta pescheria pizzi pizzi via soprammuro 55 vasto assortimento di pesce e molluschi salumeria tecchio via agostino depretis 11 tel 0815525688 storica ed ottima salumeria, a pranzo piatti pronti da mangiare in forma eracles corso garibaldi 372 tel 081204862 librerie dante & descartes via mezzocannone 75 tel 0815516771 libraio-editore di ricerca e proposta pisanti librerie corso umberto I 38/40 tel 0815527105 l’esperienza e la passione di un riferimento della libreria in italia l’ateneo di g. pironti via mezzocannone 15 tel 0815526346 mercatini porta nolana pesce, frutta e verdura tutte le mattine e la notte del 23 dicembre via pasquale stanislao mancini e dintorni piccola elettronica e abbigliamento tutte le mattine orefici e argentieri de laurentiis argenti via grande orefici 9-11-13 tel 081204035 fiore gioielli via a. scialoia 18 tel 0815630306 presta gioielli via scialoia 2/10 tel 0815545282 riccio argenti via guido dorso 8 tel 081204527 roberto giannotti oreficeria vico strettola agli orefici 8 tel 081289062 pizzerie add’a’ bella figliuola via soprammuro 96 da michele via cesare sersale 1/3 tel 0815539204 giuseppe tutino via carmignano 79 tel 081268711 la masardona via giulio cesare capaccio 27 tel 081281057 trianon via pietro colletta 46 tel 0815539426 ristoranti ampress’ ampress’ via del lavinaio 164 tel 0815540702 trattoria spartana e cucina tradizionale napoletana a’ taverna d’o ré fondo supportico di separazione 2/3 tel 0815522424 chiuso dom sera 35 euro ingredienti e ricette del territorio in chiave contemporanea da giovanni via soprammuro 9/10 tel 081268320 chiuso dom 18 euro classica trattoria napoletana, spaghetti con le vongole a regola d’arte enotrattoria casetta rossa piazzale pisacane (interno porto) tel 081207690 chiuso lun 18 euro ambiente curato e gradevole, accoglienza familiare e cucina tradizionale europeo di mattozzi via marchese campodisola 4/10 tel 0815521323 chiuso sab dom 35 euro ristorante storico della città, votato alla cucina tradizionale campana festa & c. via marina 71/72 tel 0815545480 chiuso dom 17 euro un piccolo ristorante che propone ricette del territorio con ottimi ingredienti di terra e di mare mangia e bevi via sedile di porto 92 tel 0815527778 aperto solo a pranzo, chiuso sab dom 10 euro è la trattoria degli studenti, cucina di casa e ambiente familiare taverna dell’arte rampe san giovanni maggiore 1a tel 0815527558 chiuso dom 40 euro ingredienti scelti del territorio conditi con estro e fantasia stampa straniera edicola di via cristoforo colombo 1 tessuti f.lli d’angelo di donato tessuti d’alta moda via renovella 1/9 tel 081200487 luciano esposito tessuti per camicie via renovella 16 tel 081266570 vicaria poggioreale vicaria poggioreale fiori e piante anna tizzano corso meridionale 19 tel 081265967 fiori e composizioni originali enoteche enoteca ranieri via arenaccia 108/a tel 0817808380 vinorum historia via bari 41 tel 081206750 scelta ampia e curata gallerie d’arte contemporanea area24 artgallery via ferrara 4 tel 0810781060 - 3382243466 mar-ven 17.30-20 www.adrart.it gola fiorenzano tripperia via ferrara 21 la trippa di rito, omaggio 293 alla tradizione in estinzione dei ‘carnacottari’ gay odin centro direzionale is e/7 tel 0815628068 i ‘nudi’ (cioccolatini al caffè, al liquore, alla mandorla, alla nocciola), il tronco celebre di ‘foresta’, uova di pasqua decorate e molto altro macelleria polleria di vincenzo ferrara via nazionale 27 tel 081285624 carne fresca di qualità panetteria marigliano via ferrara 38 tel 081201856 pane e taralli della tradizione napoletana panificio pasticceria pace via nazionale 84 tel 081268547 dal 1926 maestri della farina tipicità corso meridionale 51 ampio assortimento di prodotti ‘tipici’ da assaggiare in forma ifogym centro direzionale is b/3 tel 0817341076 il culto del ‘fisico’, aggiornato alle ultime novità ‘di tendenza’ palestra spring time center via nazionale 24 tel 0815540293 pierre via nazionale 123 tel 0815545009 barba e ‘tagli’ alla moda, atmosfera accogliente 294 vivere [a] librerie, cartolerie cartoleria art font via aquila 32/33 tel 0815538273 pennelli, colori e altro per la creatività di tutti libreria cartoleria mancini via nuova poggioreale 11/12 tel 0815534526 dal 1932 punto di riferimento culturale per il quartiere luoghi di ritrovo, bar, by night, caffetterie cafè de paris via nazionale 122 tel 0815634803 caffè tico via nazionale 103 tel 081201649 da più di cinquant’anni chicchi pregiati per il caffè al bar e in famiglia gran caffè novara corso novara 35 tel 0815537380 gran caffè apetino piazza nazionale 69-71 tel 0815541125 pasticceria dal 1914 caffetteria nazionale piazza nazionale 77-79 tel 0815542324 mercatini via ferrara frutta e calzature tutti i giorni 7-15 emiciclo di poggioreale tutti i giorni 7-15 via marino di caramanico mercatino rionale tutti i giorni 7-15 incrocio via nuova poggioreale via marino di caramanico mercatino delle pulci ven-lun 7-15 una montagna di scarpe di qualsiasi tipo a prezzi abbordabili... abbigliamento e molto altro showroom alfredo guerri arredi su misura centro direzionale is e/2 tel 0815628498 arredo per ufficio raffinato, offerta ben assortita pizzerie lucignolo bella pizza piazza nazionale 87 tel 0815546490 pellone via nazionale 93 tel 0815538614 chiuso dom ristoranti hostaria mediterraneo via brindisi 2/3 tel 0815635140 chiuso lun la fila via nazionale 6/c, d tel 081206717 chiuso lun cucina napoletana di livello, ingredienti selezionati, ragù da gustare mimì alla ferrovia via alfonso d’aragona 21 tel 0815538525 chiuso dom a pranzo www.mimiallaferrovia.it dal 1943, un riferimento per la cucina napoletana mama africa via aquila 11/12 cucina ivoriana stella san carlo all’arena biblioteche francesco flora via nicolini 54 tel 0817513997 orario: lun-ven 9-19 chiusa agosto bio cooperativa sociale mani tese piazza cavour 190 tel 081456868 prodotti biologici ed equosolidali ma anche eventi, incontri ed iniziative a scopo sociale fiori e piante caruso fiori e piante via foria 112 tel 081291546 caruso vincenzo via santa teresa degli scalzi 114 tel 0815441376 diodato fiori via foria 70 tel 081293619 grimaldi via crocelle a porta san gennaro 12 tel 081445192 il sogno via sant’antonio a capodimonte 55 tel 0817414846 gallerie d’arte contemporanea annibale oste scultore via cristallini 138 tel 081444445 creazioni d’arte e di design con ogni tipo di metallo art 1307 rampe sant’antonio a posillipo 104 tel 081660216 www.art1307.com associazione culturale, mostre ed eventi nella villa di donato in piazza sant’efremo vecchio raucci e santamaria corso amedeo di savoia 190 tel 0817443645 www.raucciesantamaria.com dal 1992 umberto raucci e carlo santamaria mettono in vetrina artisti contemporanei emergenti ed affermati gola alimentari trattoria buonocore giovanna via arena della sanità 26 tel 08119363206 stella san carlo all’arena cioccolateria gallucci vico lammatari 38 tel 081456442 dal 1890, l’arte del cioccolato importata da parigi cremeria mari via della sanità 151 tel 0815571168 frutta e verdura di salvatore porzio via sanità 5 tel 08119573280 un fruttivendolo che sembra uscito dal presepe, i pomodorini del piennolo ed il melone di natale in bella vista i sapori del pane via cristallini 4 b/c pane, brioches, pizza rustica, focacce, taralli e grissini l’emiliana via mario pagano 24 tel 081445014 pasta fresca all’uovo pane e… piazzetta materdei 8 tel 0815495231 panificio e rosticceria panificio rescigno via domenico cirillo 74 tel 081449823 salumeria raffaele massa via foria 152 tel 3332426245 latticini e sott’oli di qualità ‘conditi’ da saggezza popolare e consigli gastronomici sri lanka market via mario pagano 46 per chi ama la cucina orientale, riso e te di prima scelta tarallificio leopoldo via foria 212 tel 081451166 295 la sede storica del ‘forno’ più conosciuto della città: taralli, pasta fresca e dolci vineria l’oro di napoli salita porteria san raffaele 3 tel 0815493194 enoteca della produzione campana in forma palestra body art via domenico cirillo 69 tel 081296615 palestra planet fitness via luca samuele cagnazzi 31 tel 0817411354 librerie libreria al museo piazza cavour 75 tel 081445333 libreria athena piazza cavour 59 tel 081441463 libreria cartoleria carducci piazza cavour 55/56 tel 081454228 libreria mario pironti piazza cavour 57 tel 081458008 luoghi di ritrovo, bar, by night, caffetterie, musica live carmen via bartolomeo caracciolo 12 tel 0815441442 casa del caffè via arena della sanità 32/33 tel 081454340 shamrock irish pub via foria 185 tel 081294456 296 vivere [a] moda limitiamo le segnalazioni alle eccellenze del ‘made in naples’ mario valentino s.p.a. via fontanelle 85 tel 0815441380 fax 0815441395 [email protected] www.mariovalentino.it l’azienda che ha inventato il ‘tacco a spillo’; dal 1956 alla sanità, calzature, accessori e abbigliamento femminile mercati via vergini tutti i giorni 7-15 parchi bosco di capodimonte via miano 1 tutti i giorni dalle 9 a un’ora prima del tramonto parco lieti via lieti a capodimonte 97 e via nuova san rocco pizzerie la ruota via nicola rocco 16 tel 0817805678 chiuso lun pizzeria principe via ugo falcando 14/c tel 0815491851 pizza da asporto, rosticceria e, la domenica, pasticceria chiuso lun starita via materdei 28 tel 0815573682 dal 1901, praticamente un’istituzione della pizza d’autore chiuso lun ristoranti ‘a figlia d’o marenaro via foria 182 tel 081440827 25 euro circa antica cantina del gallo via alessandro telesino 21 tel 0815441521 pizza e cucina napoletana... un’esperienza di vita chiuso dom 25 euro circa la taverna di totò via sanità 33/c tel 081449020 chiuso lun 20 euro circa teatri bolivar via bartolomeo caracciolo 30 tel 0815442616 orario botteghino: mar-sab 1013; 17-20 dom e lun 17-20 www.teatrobolivar.com via salvator rosa 49 tel 0813443524 intaglio e restauro bio tropical fruits via montesanto 6 tel 0815516731 prodotti biologici, macrobiotici e tanti tipi di te e tisane avvocata montecalvario antiquariato, artigianato antichità di palma via salvator rosa 54 tel 0815499067 antonio minichino antiquario via salvator rosa 59 tel 0815499084 arte compostella via salvator rosa 316 tel 0815499074 decorazioni e creazioni in legno emporium via salvator rosa 19 tel 0815640874 oggetti e mobili del ’900, con particolare attenzione ai vetri: lampade, cornici, vasi giovanni mocerino via salvator rosa 274 tel 0815496058 restauratore e tornitore in legno, realizza oggetti funzionali di design originale luigi XVI antiquariato via salvator rosa 326 tel 0815640857 vilardi artelegno fiori e piante de luca flora corso vittorio emanuele 444 tel 0815493900 dal 1870 nel ‘mercato dei fiori’ fiori freschi via salvator rosa 281 tel 0815493443 gallerie d’arte contemporanea il bidone via salvator rosa 159 tel 3385628365 www.ilbidone.it galleria di largo baracche associazione culturale sabu largo baracche tel 3933641664 nel cuore dei quartieri, dai giacobini del ’99 alle nuove espressioni dell’immaginario contemporaneo, in dialogo diretto con il territorio studio d’arte le muse via toledo 272 tel 0816583303 artisti affermati o esordienti, corsi di disegno, pittura e altre forme espressive avvocata montecalvario gola al mattarello d’oro via montesanto 50 tel 0815496604 pasta fresca dolce idea via san liborio 2 tel 0814203090 il cioccolato artigianale di gennaro bottone pizzeria, friggitoria e rosticceria fiorenzano via giovanni ninni 1-3 tel 0815528665 il fornaretto via ventaglieri 96 tel 0815642621 pane, taralli, freselle e brioches tripperia fiorenzano via pignasecca 14 tel 0815511993 la trippa della tradizione, nel trionfo del mercato popolare le delizie via salvator rosa 252 tel 0815447572 pescheria azzurra via portamedina alla pignasecca 4 tel 0815513733 ampia offerta ittica, si riconosce per l’acquario esibito sulla strada panetteria gagliotta piazzetta pignasecca 20 tel 0815510210 alimentari e rosticceria russo piazza pignasecca 1 tel 0815518042 pasticceria fiore via speranzella 165 tel 081427757 sfizzicariello corso vittorio emanuele 400 297 tel 0815641506 piatti pronti della cucina tipica napoletana in forma centro nuova era corso vittorio emanuele 494 tel 3384173351 www.centronuovaera.it massaggi, meditazione, naturopatia, trattamenti energetici, corsi di yoga e shiatsu librerie, librerie antiquarie, cartolerie libreria l’orientale corso vittorio emanuele 286 tel 081405981 libreria s.u.s.l. corso vittorio emanuele 268 tel 081407925 supermarket del fumetto via montesanto 14 si comprano, si vendono e si cambiano fumetti ‘d’annata’ luoghi di ritrovo, bar, by night, caffetterie arts café via san giuseppe dei nudi 9 tel 0815641206 le bon café corso vittorio emanuele 392 tel 0815648552 la controra flashpackers hostel piazzetta trinità alla cesarea 231 tel 0815494014 www.lacontrora.com ostello che ospita eventi d’arte e cultura di avanguardia 298 vivere [a] mercatini piazza pignasecca tutti i giorni 7-15 pesce, frutta e verdura, abbigliamento a buon mercato, alcune bancarelle aperte anche il pomeriggio piazzetta pontecorvo tutti i giorni 7-15 mercato coperto parchi parco dei quartieri spagnoli via francesco girardi parco ventaglieri via avellino a tarsia e via ventaglieri www.parcoventaglieri.it parco viviani via sant’antonio ai monti via girolamo santacroce pizzerie e ristoranti al ventidue via pignasecca 22 tel 0815522726 chiuso dom cantina della tofa vico tofa 71 tel 081406840 chiuso dom-lun 15 euro circa hosteria toledo vico giardinetti a toledo 78/a tel 081421257 chiuso mar sera lun-ven menù fisso 12 euro circa sab e dom 25 euro circa menù à la carte 7 soldi vico tre re a toledo 6 tel 081418727 18 euro circa specialità: spaghetti alle vongole pizzeria reginè corso vittorio emanuele 282 tel 081405183 7 euro circa studenti a pranzo, pizza economica e veloce trattoria da nennella vico lungo teatro nuovo 103 tel 081414338 chiuso dom 10 euro circa un’istituzione: atmosfera genuina e cucina napoletana familiare vecchia cantina via san nicola alla carità 13 tel 0815520226 chiuso dom e ma sera 20 euro circa teatri bracco via tarsia 40 tel 0815645323 www.teatrobracco.it varietà, commedia e teatro napoletano di oggi galleria toledo via concezione a montecalvario 34 tel 081425037 www.galleriatoledo.org teatro di ricerca di respiro europeo nuovo teatro nuovo via montecalvario 16 tel 081406062 www.nuovoteatronuovo.it il meglio del teatro contemporaneo di innovazione, italiano e internazionale giocattoli in legno dipinto a mano vilardi artelegno via salvator rosa 49 tel 0813443524 intaglio e restauro vomero arenella antiquariato, artigianato amaltea disegno di fiori via francesco solimena 92 tel 0813721038 milleseicento stampi per fiori di fine ’800 per piccole sculture, accessori, decorazioni in rame, alluminio e tessuti di san leucio cameo factory via annibale caccavello 67 tel 0815782910 lavorazione artigianale di coralli e camei cornici bernini via gian lorenzo bernini 96 tel 0815564421 gioielli de’ nobili via errico alvino 35 tel 0813723104 - 081421685 motivi floreali e civette di una gioielleria storica napoletana giacometti cornici via giovanbattista ruoppolo 129 tel 0815794117 martin pescatore via francesco solimena 83 tel 0815789263 biblioteche biblioteca comunale benedetto croce via francesco de mura c/bis tel 08119718105 chiusa in agosto orario: lun-ven ore 9-19 biblioteca di storia dell’arte bruno molajoli castel sant’elmo via tito angelini 20 tel 0812294417 - 0812294444 [email protected] culturali.it orario: lun-ven 8-14 www.polomusealenapoli.benicult urali.it accesso libero con lettera di presentazione bio gs via raffaello morghen 28 tel 0815563282 reparto bio ben assortito helianthus via francesco solimena 41 tel 0815782953 rimedi naturali e alimenti biologici cinema teatri cinema america hall via tito angelini 21 tel 0815788982 arcobaleno via consalvo carelli 7 vomero arenella tel 0815782612 plaza via michele kerbaker 85 tel 0815563555 vittoria via maurizio piscicelli 8 tel 0815795796 teatri acacia via raffaele tarantino 10 tel 0815563999 www.teatroacacia.it cilea via san domenico 11 tel 0817141801 www.teatrocileanapoli.it diana via luca giordano 64-72 tel 0815567527 - 0815784978 www.teatrodiana.it design concept store DA A via francesco solimena 83/A tel 08119360686 design emergente da tutto il mondo. accessori, oggetti per la casa, abbigliamento e arte contemporanea in mostre temporanee ferrari via mario fiore 33 tel 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scrittura ed eventi culturali l’atelier via tito angelini 41 tel 0815581367 mimart via francesco solimena 50 tel 0812298671 www.galleriamimart.it 300 vivere [a] gola antica panetteria finelli via michele kerbaker 84 bellavia antica palermitana via luca giordano 158 tel 0815789684 fax 08155563151 specialità siciliane e pasticceria napoletana friggitoria vomero via domenico cimarosa 44 tel 0815783130 un’istituzione nel quartiere. melanzane impanate e fritte, crocché, paste cresciute, arancini e tanto altro gay odin via luca giordano 21 tel 0815783380 via francesco cilea 189 tel 0817146847 gelateria otranto via alessandro scarlatti 78 tel 0815587498 gelateria soave via alessandro scarlatti 130 tel 0815567411 gelati, formaggi e latticini gelatosità via mario fiore 2/2a tel 800134328 orario: 10,30 – notte inoltrata grieco panificio e pasticceria via luca giordano 81a tel 0815563027 leopoldo piazza degli artisti 6 tel 0815782382 la viennese piazza medaglie d’oro 48 tel 0815563940 prodotti provenienti da tutta Italia panetteria ambrosino via michele kerbaker 54 tel 0815564722 pasticceria vincenzo e maria pia bellavia via onofrio fragnito 82 tel 0815463298 - 0815461491 piazza francesco muzii (piazza arenella) 27/28 tel 0815584475 - 0815584476 le specialità siciliane e la pasticceria napoletana vincenzo genovese via domenico cimarosa 41 tel 0815563908 contorni pronti e ‘sfizi’ gastronomici d’eccellenza in forma centro polisportivo arturo collana (coni) via giuseppe ribera 2 tel 0815600907 campo di calcio, piscina, pista di atletica leggera, palestre, sala scherma, pista di pattinaggio diasan via errico alvino 134 tel 0812298530 www.sanamente.it yoga, pilates, ginnastica dolce, tango lucio fontebasso via alessandro scarlatti 110 tel 0815783665 piscina vomero nuoto club zizolfi (coni) via confalone 28 80128 napoli tel 0815562859 scuola di yoga integrale rampe petraio 17 tel 0815784896 - 3407830920 società partenope napoli (coni) salita arenella 9 tel 0815562859 vomero fitness club via francesco de mura 15 tel 0813723219 librerie e cartolerie città del sole via michele kerbaker 46 libri e giochi per ragazzi tel 0815781480 www.cittadelsole.com fnac via luca giordano 59 lun-dom 10-21 tel 0812201000 www.fnac.it guida merliani via giovanni merliani 118-120 tel 0815560170 www.guida.it con la gemella di port’ alba, un riferimento obbligato per la lettura l’internazionale via alessandro scarlatti 46 tel 0815567928 lapsus cartoleria e belle arti via francesco cilea 121a tel 0815604235 loffredo via michele kerbaker 19-21 tel 0815783534 - 0815781521 un punto di incontro storico per il quartiere varzi cartoleria via giovanni merliani 18 tel 0815565780 luoghi di ritrovo, bar, by night, caffetterie around midnight jazza club via giuseppe bonito 32a aperto dalle 20 chiuso lun www.aroundmidnight.it musica dal vivo, per gli amanti del jazz azar cafè via alessandro scarlatti 139 tel 0815780248 bar, pasticceria, tavola calda, e aperitivi nel verde bar salvo via errico alvino tel 0815563845 fonoteca via raffaello morghen 31 tel 0815560338 nato come negozio di dischi è un ‘concept bar’ dedicato alla musica: cd, vinili, drink e menù leggeri grooming via aniello falcone 346 tel 08119360700 musica e dieci versioni diverse di mojitos merliani 50 via giovanni merliani 50 tel 08119362238 saint tropez via aniello falcone 336b vintage wine bar via gian lorenzo bernini 37a tel 0812295473 www.vintageweb.it mercatini mercato di antignano lun-sab 8.30-13.30 piazzetta antignano via de bustis frutta e verdura, abbigliamento vomero arenella e articoli per la casa mercato di via kerbaker e via solimena mercato coperto lun-sab 7-19.30 alimentari, oggettistica, articoli per la casa parchi villa floridiana via domenico cimarosa 77 via aniello falcone 171 tel 0815788418 inverno 8.30-16 estate 8.30-19 parco marco mascagna via giovanbattista ruoppolo dalle 8 fino ad un’ora prima del tramonto parco dei camaldoli via sant’ignazio di lojola dalle 8 fino ad un’ora prima del tramonto chiuso il lunedì in albis, il I maggio e il 15 agosto per maggiori informazioni sugli orari di apertura e sulle regole di accesso: www.camaldoli.na.it (consultare la voce ‘il parco’) pizzerie e ristoranti alba piazza dell’immacolata 14a chiuso mer tel 0815787800 acunzo via domenico cimarosa 60-62 tel 0815785362 chiuso dom ristorante pizzeria gorizia via gian lorenzo bernini 29 viale privato albino albini 18-20 tel 0815604642 dal 1916 specialità della cucina napoletana 301 chiuso lun pizzeria da tonino via francesco cilea 272 tel 081640901 chiuso lun steak house piazza aniello falcone 2/3/5 tel 0815782306 chiuso dom sera e lun trattoria cilea n. 43 via francesco cilea 43 tel 0815563291 trattoria napoletana storica, cucina tipica e pizza della tradizione chiuso dom a pranzo pizzeria trianon via raffaello morghen 12 tel 0813723232 tessuti drapery store via sigmund freud 47 tel 0815465359 marico via giovanni merliani 61-63 tel 0815561741 sibillo tappezzerie via francesco cilea 19 bibliografia dei testi citati g.c. alisio, il quartiere della cavallerizza a chiaia, napoli 1986. g.c. alisio, il vomero, seconda ed., napoli 2000. g.c. alisio, in itinerari napoletani dell’ottocento, napoli 1997. g.c. alisio, napoli e il risanamento, napoli 1980. g.c. alisio, napoli nell’ottocento, napoli 1992. b. capasso, napoli grecoromana [1905], ed. cons. napoli 1978. c. celano-g.b. chiarini, notizie del bello dell’antico e del curioso della città di napoli, napoli 1970. p. colletta, storia del reame di napoli, capolago 1834. b. croce, i teatri di napoli, IV ed. [1947], milano 1992. b. croce, storie e leggende napoletane, a cura di g. galasso, milano 2004. b. croce, un paradiso abitato da diavoli, milano 2006. s. di giacomo, la prostituzione a napoli, napoli 1899. indice dei nomi s. di giacomo, la vita a napoli, napoli 1986. g. doria, le strade di napoli, seconda edizione, milanonapoli 1982. a. dumas, il corricolo [1841], napoli, 2004. j.w. goethe, viaggio in italia [1787], firenze 1959. j. horne burns, la galleria, milano 1949. raffaele la capria, la neve sul vesuvio, milano 1988. c. praus 1810, in a. buccaro (a cura di), il borgo dei vergini, napoli 1991. d. romanelli, napoli antica e moderna dedicata a s.m. ferdinando iv re delle due sicilie, napoli 1815. stendhal, roma, napoli e firenze, roma 1990. Abbate, Felice 16 Acton, Ferdinand 23 Alançon, Fernando, marchese della Valle 24 Albanese, Marisa 270 Albricci, Alberico, generale 179 Alfano, Carlo 93 Alfonso I d’Aragona 65, 80, 145 Alfonso II d’Aragona 16, 105, 131 Alfonso V d’Aragona 78, 159 Alighieri, Dante 94 Alisio, Giancarlo 14 Alvino, Errico 17, 176, 228, 134 Amato, famiglia 45 Ambrosini, Pietro di Pietrasanta 215 Andreuccio da Perugia 127 Angelini, Tito 22, 186, 246 Angiò, casa 14, 64, 65 116, 118, 135, 146, 160 Aniello, Tommaso (Masaniello) 74, 93, 122, 146, 159, 205 Anna Carafa di Stigliano 44 Aragona Pignatelli Cortes, Diego e Rosina, principi 23 Aragonesi, dinastia 118 Arata, Giulio Ulisse 30, 57 Aselmeyer, Carlo 32 Atienza, Tommaso don 206 Aulenti, Gae 90, 93 Avellino, Gioacchino 200 Avena, Adolfo 257, 264 Avolio De Martino, Renato 182 Azzolino, Giovan Bernardo 214 Baboccio, Antonio da Piperno 103, 124, 128 Bach, Johann Sebastian 79 Balducci, Giovanni 269 Barbaja, Domenico 79, 81 Barbati, Gaetano 212 Barbieri, Olivo 262 Barinci, Bruno 177 Barisani, Renato 246, 270 Barra, Didier 240 Basile, Giambattista 178 Basilico, Gabriele 262 Battaglini, Mario 177 Bausan, Federico 173 Bazzani, Cesare 68, 76 Beatrice (figlia del marchese di Volla) 123 Bechi, Guglielmo 23 Bee, Betty 270 Beinaschi, Giovan Battista 136 Belladonna alla Vergine, Bernardino 162 Bellini, Vincenzo 133, 134, 199 Benincasa, Cristina 237 Benincasa, suor Orsola 237 Berio di Salsa, Francesco 72 Berio di Salsa, Giovan Domenico marchese 72 Bernini, Gianlorenzo 122 Bernini, Pietro 122 Bianchi, Pietro 81 Biasini 92 Biffoli, Francesco 234 Boccaccio, Giovanni 65, 124, 127 Bologna, Ferdinando 218 Bonaparte, Carolina 66 Bonaparte, Giuseppe 66, 171, 201, 209, 211, 226 Bongioanni, Giorgio 177 Bonito Oliva, Achille 262 Borbone 29, 66, 70, 103, 118, 200, 228 Botta, Gregorio 262 Bottigliero, Matteo 124 Bottino, Luigi 262 Boubè, Paolo 72 Bournique, Melchiorre 42 Brancaccio, cardinale 97 Brancaccio, Gennaro 78 Breglia, Nicola 176 Bruto 40 Burns, John Horne 260 Caccavello, Annibale 78 Caccioppoli, Renato 30 Cafaro Pasquale 242 Calì, Antonio 67, 77 Calì, Gennaro 186 Callas, Maria 80 Cameli, Corrado 177 Campanella, Mario 177 Campanella, Tommaso 266 Campi, Maria 73 Cangiano, Luigi 120, 228 Canino, Marcello 22, 55, 92, 105, 106 Cannavacciuolo, Maurizio 270 Canova, Antonio 67 Capece Minutolo, Adelaide e Clotilde 46, 47 Capece, Vincenzo 230 Capobianco, Lorenzo 262 Capobianco, Michele 178, 262 Capurro, Giovanni 47 Caputo, Manlio 234 Caracciolo del Sole 136 Caracciolo di Vico, famiglia 135 Caracciolo, Battistello 122, 267 Caracciolo, Sergianni 136 Carafa di Belvedere 271 Carafa di Stigliano, principi 44 Carafa, Anna di Stigliano 44 Carafa, Beatrice, badessa 124 Carafa, Carlo cardinale 121 Carafa, Diomede, duca di 304 indice dei nomi Maddaloni 121 Carafa, Giovanni, duca di Noja 257 Carafa, Oliviero, cardinale 127 Carasale, Angelo 79 Caravita, Giuseppe, principe di Sirignano 24 Cardarelli, Antonio 273 Carlo di Borbone (Carlo III) 93, 107, 122, 144, 162, 199, 215 Carlo I d’Angiò 65, 76, 80, 94, 97, 104, 116, 124, 127, 146, 154, 158, 266 Carlo II d’Angiò 126, 135, 151, 162 Carlo II di Borbone 66, 79 Carlo III Durazzo 80, 136, 146, 159 Carlo V 80, 131 Carlo, duca di Calabria 267 Carmignano, famiglia 206 Carracci, Annibale 199 Carreras, José 80 Carusa da Forio, Cherubino 264 Casanova, Giacomo 70 Casciaro, Giuseppe 271 Castellani, Renato 211 Castiglioni, Enrico 177 Catalani, Luigi 145 Causa, Raffaello 218, 267 Cavagna, Giovan Battista 122, 124, 125 Cavalieri, Lina 73 Cavour, Camillo Benso 69 Celano, Carlo 24, 64, 230, 255 Celestino V, papa 65, 94 Cellamare, famiglia 30 Cenzato, Giuseppe 43 Cesare 40 Cesareo, Annibale 246, 271 Championnet, Jean Étienne, generale 124 Chiaiese, Ignazio 123 Chiarini, Giovan Battista 64, 199, 231 Chiaromonte, Ferdinando 53, 92, 105 Ciamarra, Pica 54 Cicerone 40 Cifariello, Filippo 202 Cilea, Francesco 33, 96 Cimarosa, Domenico 77, 79 Cipolla, Antonio 202 Claudio, imperatore 201 Cocchia, Carlo 55, 177,178, 273 Colonna, cardinale 136 Coppi, Fausto 179 Corelli, Franco 80 Corenzio, Belisario 122, 153, 209 Corradini, Antonio 99 Corradino di Svevia 146, 158 Corrado IV di Svevia 170 Cosenza, Luigi 22, 43, 54 Costa, Gaetano 25 Costantino imperatore 18, 154 Cottone, Lydia 270 Cotugno, Domenico 273 Crasso 40 Craven, Elizabeth 46 Crispi, Francesco 73 Croce, Benedetto 33, 44, 50, 65, 100 Cuciniello, Ciro 172 Curri, Antonio 72 D’Ambra, Raffaele 147 d’Annunzio, Gabriele 33 D’Apuzzo, Ilaria 235 D’Ascia, Silvio 242 D’Auria, Giovan Domenico 78 d’Avalos, Giovanni 274 d’Errico, Teodoro 124 d’Orsi, Achille 151, 256 Dalisi, Riccardo 178 Damiani, Vincenzo 42 de Castro, Pedro, conte di Lemos viceré 204 de Chaules, Pierre 65 De Curtis, Antonio (Totò) 211 De Fazio, Giuliano 172, 202 De Felice, Ezio 218 De Filippo, Eduardo 73, 211 De Franchis, Tommaso 98 de Guzman, Ramiro, duca Medina de las Torres, viceré 106 de Haro, Gaspar, marchese del Carpio, viceré 162 de la Cerda, Luis, duca di Medinaceli, viceré 16 De Luca, Giulio 55, 182, 273 De Luca, Luigi 150 de Maria, Nicola 93 De Matteis, Paolo 24, 70 de Mérode, Cléopatra Diane, detta Cléo 73 De Mura, Francesco 80, 135 de Olivares, conte e vicerè 146 de Ribera, Fernando Alfan, duca d’Alcalà, viceré 171 de Rosa, Pacecco 214 de Rosis, Isabella, suor 265 de Sangro, Placido, duca di Martina 264 de Sangro, Riccardo 264 de Simone, Antonio 81, 260 de Simone, Francesco 258 de Toledo, Pedro, marchese di Villafranca, viceré 41, 65, 67, 69, 78, 89, 103, 118, 131, 226, 232, 256, 266 de Toledo, Antonio Alverez, duca d’Alba, vicerè 94, 178 De Tommaso, Romualdo 41 De Sanctis, Francesco 186 de Zuñica, Juan, conte di Miranda, viceré 179 Degas, Edgar 100 del Carpio, marchese e vicerè 162 del Gaizo, Giovanni 159 Del Giudice, Francesco 227 Del Monaco, Mario 80 Del Pezzo, Lucio 212 del Po, Giacomo 124 della Monica, Giovan Vincenzo 152 della Porta, Giovan Battista 70, 135 della Riccia, principe 219 della Roccella, principe 41 di Conforto, Giovan Giacomo 230 Denhart, Friedrich 179 Depretis, Agostino 148 Diano, Giacinto 244 Di Candia, Leonardo 22 Di Giacomo, Salvatore 33, 49, 69, 73, 93, 146 Di Sangro, Raimondo principe di San Severo 99 Di Mauro, Ernesto 72 Diez, Andrea 212 Diodato, Baldo 270 Dohrn, Anton 17, 22 Domingo, Placido 80 Donatello 97 Donizetti, Gaetano 73, 79 Donzelli, Giuseppe detto Giuseppe Nuvolo o fra Nuvolo 214 Doria, Gino 178, 237, 267, 269 Dosio, Giovanni Antonio 267 duca di Frisia 45 duca di Maddaloni 41 duca di San Donato, sindaco 147 duca di San Teodoro 23 Ducrot, Isabella 262 Dumas, Alexandre 17 Efebo (o Efremo), vescovo 209 Elisabetta di Baviera 159 Escrivá, Luis 266 Fanzago, Cosimo 44, 70, 71, 145, 246, 267 Farnese, Elisabetta 66, 199 Federico II di Svevia 77, 80, 151, 158 Ferdinando I di Borbone 20, 23, 66, 81, 105, 128, 257, 260, 262, 269 indice dei nomi Ferdinando II di Borbone 25, 29, 120, 179 Ferdinando IV di Borbone 15, 16, 20, 66, 80, 116, 199, 200, 204, 219, 242, Fermariello, Sergio 270 Ferrante d’Aragona 99, 131, 162, 274 Ferrara, Luigi 150 Ferrari, Francesco Saverio 23 Ferrari, Oreste 218 Fiammetta 124 Filangieri, Gaetano, principe di Satriano 30, 154, 227 Filippo di Valois 126 Filippo V 66 Filomarino, cardinale 135 Fiorelli, Giuseppe 267 Fischetti, Fedele 24 Florimo, Francesco 96 Fontana, Domenico 66, 80, 146 Fontana, Giulio Cesare 204 Forli, Giovan Vincenzo 214 Formando, Giovanni Francesco 123 Fortunato, Giustino 147 Foschini, Arnaldo 71 Fougère, Eugénie 73 Francesco I di Borbone 244 Francesco II di Borbone 120 Francesconi, Antonio 120, 228 Franzi, Gino 105 Frediani, Frediano 53 Fuga, Ferdinando 107, 172, 188, 199, 204 Gabriele, d’Annunzio 33, 69, 70, 73 Gagliardi, principi di Ischitella 41 Galante, Gennaro Aspreno 227 Garcia de Toledo, duca di Ferrandina 20 Garibaldi, Giuseppe 46, 67, 69, 70, 120, 235 Gasse, Luigi 70, 77, 219 Gasse, Stefano 70, 77, 305 171, 172, 118, 186, 200, 201, 219, 227 Gassman, Vittorio 211 Gavaudan, Francesco 228 Gemito, Vincenzo 33 Genovese, Gaetano 80 Gesualdo, Carlo da Venosa 99 Ghezzi, Leonardo 188 Giambarba, Adolfo 147 Gigante, Giacinto 42, 231 Giordano, Giuseppe 41 Giordano, Luca 124, 126, 214, 219, 244, 267 Giotto 65 Giovanna I d’Angiò 108, 162 Giovanna II d’Angiò Durazzo 136 Giovanni d’Austria 74, 96 Giovanni da Nola 78 Giovanni Francesco di Palma 100 Giovanni I, vescovo 202, 260 Girardi, Francesco 234 Girolamo da Salerno 156 Giron, Pedro, duca di Osuna, viceré 204 Giuliano da Maiano 131 Giura, Luigi 173, 186 Giusso, Candido 42 Gluck, Christoph Willibald 79 Goethe, Johann Wolfgang 16, 23, 162 Grasso, Bartolomeo 200 Gregorio XVI, papa 81 Grifeo, famiglia 228 Grimaldi, Francesco 125, 230 Guerra, Alfonso 150 Guerra, Camillo 92, 105 Guglielmo il Malo 118, 130 Gunther, Kaufmann 41 Gúzman de la Torres, Filippo, viceré 44 Hamilton, Emma, lady 16, 48 Hamilton, William, sir 16, 48 Hasse, Johann Adolf 79 Haydn, Franz Joseph 79 Jaoul, Francesco 145 306 indice dei nomi Jerace, Francesco 151, 179 Jodice, Mimmo 242 Jommelli, Niccolò 79 Kossutht, Joseph 93 Kounellis, Jannis 93 Kraus, Alfredo 80 La Capria Gabelli, Nicola, barone 133 La Capria, Raffaele 41 Ladislao di Durazzo 100, 104, 124, 136 Laghezza, Leonardo 173 Lanfranco, Giovanni 135, 267 Laperuta, Leopoldo 81 Laugier, Marc-Antoine 227 Lauro 92 Lazzari, Dionisio 215 Leandro, Nicola 200 Lefevre, Ernesto 42 Leopardi, Giacomo 53, 69, 211 Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa 24, 186 Leopoldo di Borbone, principe di Salerno 81 Lieti, Giuseppe 219 Lieto, Gaetano 236 Lista, Bartolomeo 44 Lombardi, Gustavo 134 Lombardi, Marino 177 Longo, Maria Lorenza 135 Longobardi, Nino 270 Loren, Sophia 211 Lorenzi, Giovan Battista 77 Lorenzo il Magnifico 121 Lucullo, Lucio Licinio 14, 40 Macedonio, Luigi 201 Magliulo, Giovanni Andrea 124 Magnocavallo, Francesco, conte 235 Maiuri, Amedeo 96 Malesci, Luigi 172 Mancinelli, Giuseppe 186 Mannajuolo, Giuseppe 30 Manso, Giovan Battista 32 Mantegna, Andrea 199 Manzo, Umberto 270 Maresca, Francesco 172, 264 Margherita di Savoia 29 Maria Amalia di Sassonia 122, 218 Maria Carolina d’Austria d’Asburgo, Lorena 80, 242 Maria d’Aragona 274 Marignoli, marchese di 48 Marinetti, Filippo Tommaso 77 Mario, Gaio 40 Marotta, Gerardo 74 Martini, Simone 219 Marziale 104 Masella, fratelli 45 Massa, famiglia 135 Massa, Giuseppe 152 Mastrilli, Marzio, duca di Gallo 201 Mattei, Saverio 96 Mazzoni, Guido 105 Medrano, Giovanni Antonio 66, 79, 199, 215 Melisurgo, Guglielmo 151 Mendini, Alessandro e Francesco 20 212 Mercadante, Francesco Saverio 77 Merisi, Michelangelo da Caravaggio 71, 128, 219 Merz, Mario 262 Migliaccio, Lucia, duchessa di Floridia 20, 257, 262 Migliaro, Vincenzo 148 Miglionico, Andrea 236 Mina 177 Minutolo, Enrico 135 Minutolo, Filippo 127 Miradois, marchese di 219 Mola, conte di 71 Molajoli, Bruno 218 Monaldi, Vincenzo 273 Montani, Tommaso 22, 122, 128 Monticelli, Teodoro 103 Morelli, Domenico 20, 80, 134, 227 Mormando, Giovanni Francesco 123 Mossutti, Enrico 151 Murat, Gioacchino 41, 66, 78, 80, 171, 172, 185, 189, 200, 201, 211, 219, 226, 257 Murolo, Sergio 47 Mussolini, Benito 47 Naccherino, Michelangelo 22, 122, 214, 215, 246 Napoleone 66, 172 Nauclerio, Giovan Battista 242 Nelson, Horatio 48 Nerone 117 Nervi, Pier Luigi 71, 177 Niccolini, Antonio 20, 29, 67, 79, 186, 200, 257, 263, 264 Niccolini, Fausto 30, 186 Nicola di Russia, zar 45 Nitti, Francesco Saverio 42, 67 Nuvolo, Giuseppe, fra 207 Olivetti, Adriano 43 Orlacchio, Domenico 269 Ossorio Pimentel, Maria 78 Otero Iglesias, Agustina Carolina (la Bella Otero) 73 Pagano, Mario 266 Pagliara, Nicola 53, 70, 259 Pagliata, Nicola 53 Paisiello, Giovanni 79, 104, 108 Paladino, Mimmo 246 Palasciano, Antonio 202 Palazzolo, principessa di Palizzi, Filippo 134, 227 Palumbo, Onofrio 240 Paolo II, vescovo 214 Paolini, Giulio 262 Papa, Gennaro 122 Pappacoda, Artusio, Gran Siniscalco di re Ladislao di Durazzo 103 Parascandolo, Onorio 230 Partenope, sirena 14 Pascale, Giovanni 273 Paolini, Giulio 262 Pasolini, Pier Paolo 104 Patania, Carmelo 42 Pavarotti, Luciano 80 Pavoncelli, conti di 45 Peirce, famiglia 46 Pergolesi, Giovan Battista 108, 126 Petito, famiglia 78 Petrarca, Francesco 65, 124, 136 Petrucci, Antonello 99 Piacentini, Marcello 70, 105 Piano, Renzo 182 Piazzi, Giuseppe 219 Pica Ciamarra, Massimo 178, 182 Picano, Giuseppe 122 Piccato, Luigi 182 Piccinato, Luigi 55, 177 Pietro da Eboli 42 Pignatelli, Cornelia, duchessa di Sant’Agata 237 Pignatelli, Fabrizio 240 Pignatelli, Francesco principe di Strongoli 179 Pimentel Fonseca, Eleonora 159 Pino, Marco 269 Pinto, Vito 70 Pisani, Gianni 246 Pisani, Vettor 262 Pisanti, Giuseppe 134, 260 Pistoletto, Michelangelo 93 Pitloo, Antoon Sminck 42, 179 Pollione, Publio Vedio 40, 50 Pompeo 40 Pontano, Giovanni 256 Prad, Poulard 200 Presti, Bonaventura 271 Preti, Mattia 96, 137 Quaglia, Pier Paolo 151 Quaranta; Bernardo 186 Queirolo, Francesco 99 Raffaello 199 indice dei nomi Ranieri, Antonio 211 Rendel, George Wightwick 46 Ribera, Jusepe 267 Ricci, Paolo 54 Ripa, Matteo, padre 207 Roberto d’Angiò65, 100, 128, 135, 156, 267 Roberto da Oderisio 108 Romolo Augustolo 14 Roomer, Gaspare 246 Rosa, Salvator 256, 273 Rossini, Gioacchino 72, 79 Rotella, Mimmo 246 Rothschild, banchieri 20, 23 Roviale, Pietro 131 Ruffo, Girolamo, marchese 201 Ruffo, Vincenzo 171 Ruggiero il Normanno 77, 80 Russo, Ferdinando 69, 73 Sagrera, Gullielmo 78 Saliceti, Cristoforo 257 Saluzzo, Agostino duca di Corigliano 99 san Carlo Borromeo 207 san Gennaro 121, 214, 255 san Luca 159 san Ludovico da Tolosa 135 san Martino, vescovo di Tours 267 san Nicola, vescovo di Mira 122 san Pomponio 96 san Romualdo 274 san Severo 215 san Tommaso D’Aquino 98 Sancia di Majorca 100, 128, 156 Sanfelice, Ferdinando 50, 74, 100, 136, 207 Sanfelice, Guglielmo, cardinale 262 Sanfelice, Luigia 70, 156, 266 Sanmartino, Giuseppe 99, 122, 136, 267 Sannazaro, Jacopo 25 Sanseverino di Bisognano, principi 100 307 Sanseverino, Ferrante 100 Santangelo, Francesco marchese 121 santi Massimo e Fortunato 209 santi Pietro e Paolo 45 Saponieri, Francesco 228 Sargenti, Anna 270 Savoia, famiglia 29, 47, 79, 218 Scarfoglio, Edoardo 22, 72, 73, 105, 228 Scarlatti, Alessandro 108, 242 Scarpato, Eleonora 242 Scarpetta, Eduardo 32, 78, 257 Schiantarelli, Pompeo 204, 236 Schilizzi, Matteo 47 Scotti, Alfredo 269 Serafini, Luigi 212 Serao, Matilde 33, 41, 72, 104, 105, 228 Serra, Gennaro 266 Settembrini, Luigi 186 Sianesi, Edoardo 177 Sicuro, Francesco 158 Silla, Lucio Cornelio 40 Siza, Alvaro 136 Solari, Angelo 22 Solario, Antonio, detto lo Zingaro 153 Solimena, Francesco 70, 104, 246 Sotero, vescovo 135 Spinelli, Ferdinando, principe di Tarsia 243 Spinelli, Giovan Battista, principe di Cariati 236 Spinelli, principi di Tarsia 41 Spinosa, Domenico 54 Stanzione, Massimo 70 Stazio 117 Stendhal, Henri-Marie Beyle detto 64 Tagliacozzi Canale, Nicola 45, 159, 267 Tamino, Marco 178 Tange, Kenzo 182 308 Tapia, Egidio 70 Tasso, Torquato 22, 33 Tatafiore, Ernesto 246, 262 Tebaldi, Renata 80 Tenore, Michele 209 Tino di Camaino 124, 128, 135 Tiziano 199, 219 Tocchetti, Luigi 43, 56 Torraca, Francesco 33 Traversi, Gaspare 104 Troccoli, Michelangelo 274 Umberto I di Savoia 147 Vaccaro, Andrea 214 Vaccaro, Domenico Antonio 24, 94, 100, 135, 162, 233, 243, 267 Vaccaro, Giuseppe 105, 177 Valentino, Mario 211 Vandeneynden, Ferdinando, marchese 256 Vanvitelli, Carlo 16, 70, 128, 211, 240 Vanvitelli, Luigi 16, 70, 71, 72, 80, 90, 93, 128, 152, 199, 206, 236 Vespoli, famiglia 206 Vetri, Paolo 20, 151 Viale, Ugo 177 Vico, Giambattista 43, 100, 121, 126, 158 Villani, Ludovico 227 Vinaccia, Gian Domenico 152 Virgilio 18, 25, 40 Vittorio Emanuele II 80, 228 Vittorio Emanuele III 48 Viva, Angelo 104 Volla, famiglia del marchese di 123 Warhol, Andy 219 Winckelmann, Johann Joachim 198 Young, Lamont 32, 33, 228, 264 Zocchi, Cesare 176 Zorio, Gilberto 262 Zuccari, Federico 219 Zuniga y Fonseca, Emanuele, conte di Monterey, viceré 15 indice dei luoghi Accademia degli Oziosi 135 Accademia di Belle Arti 120, 134, 205 acquedotto del Serino 147, 201 acropoli a Sant’Aniello a Caponapoli 117 Aeroporto internazionale di Napoli 189 Albergo dei Poveri 198, 199, 202, 210 Angiporto Galleria (ora piazzetta Matilde Serao) 72 Acquedotto romano 201 Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e Purità di Maria de’ Nobili 235 Archivio Militare 74 Archivio storico della canzone napoletana 55 Arco Mirelli 271 area archeologica di San Lorenzo Maggiore 117, 124 area archeologica del Duomo 128 area dei Vergini (campo di Carmignano) 202, 206 area delle Fosse del Grano 120 area sotterranea di San Lorenzo Maggiore 117 Arena Flegrea 55 arsenale 68, 76 ascensore in via San Vincenzo 215 Bacino del Madracchio 145 Baia 53, 201 baia di Trentaremi 50 baia e cantiere del Cenito 47 Banco dei Poveri 128 Banco del Santissimo Salvatore 128 Banco dell’Ave Gratia Plena o Annunziata 128 Banco della Pietà 128 Banco dello Spirito Santo 128 Banco di San Giacomo e Vittoria 128 Banco di Sant’Eligio 128 Banco di Santa Maria del Popolo o Incurabili 128 Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III 80, 205 Biblioteca Universitaria di Napoli 152 basiliche Incoronata del Buon Consiglio 214, 215 Stefania 127 San Francesco di Paola 66, 81 San Gennaro a Antignano 260 San Gennaro extra moenia 202, 212 San Severo alla Sanità 203, 215 Santa Maria del Carmine 146 Santa Restituta 127 indice dei luoghi borghi di Belsito 47 del Casale 50 di Chiaja 14, 255, 256, 257 Cristallini 198 Incarnati 174 Loreto 174 Marechiaro 49 Marinari 15, 18 Orefici 160 Sanità 211 Sant’Antonio Abate 131, 174, 178, 209 Spirito Santo 230 Vergini 198, 202, 207 Caffè Diodati 93 Caffè d’Italia 69 Caffè del Gigante 69 Caffè delle Due Sicilie 69 Caffè Gambrinus 69, 73 cala di San Pietro ai due Frati 45 cala e grotte di Trentaremi 49 campanile di San Lorenzo 124 campanile di Santa Maria del Carmine 207 Campi Flegrei 41, 42 campo del moricino (o muricino) 158 campo di calcetto polifunzionale in via Stadera 185 Campo di Marte 172, 188, 189 campus oppidi (detto anche platea di Porto Pisano) 65 cappelle della Madonna “d’Ognibene” (Santa Maria dei Sette Dolori) 234 Palatina (Castel Nuovo) 65, 80 Pappacoda 103 Pontano 96 Sansevero 99 di Sant’Aspreno 150 309 di Santa Monica 136 del Tesoro di San Gennaro 127, 128 Capri 16, 50, 267 Capua 131 carcere Giudiziario 185 casa del mutilato 105 casale di Angari (cupa Angara) 50 caserma di cavalleria di San Pasquale (Chiesa anglicana) 20 caserma Garibaldi 209 caserma Pastrengo dei carabinieri 105 Caserta 171 Palazzo Reale 199 Casoria 171 Castellammare di Stabia 204 castelli del Carmine (demolito) 145, 159, 185 Castelcapuano 89, 116, 118, 130, 131, 170, 185 Castel Nuovo 64, 65, 68, 77, 78, 90, 103, 104, 107, 126 dell’Ovo 14, 15, 18 Sant’Elmo (sede della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Napoli) 65, 226, 256, 258 Castello Aselmeyer (Lamont Young) 32 castrum lucullanum 65 catacombe di San Gaudioso 203, 214 catacombe di San Gennaro 202, 212, 214 Cattedrale 127 Center della Fondazione Idis 56 Centro di produzione Rai 55 Centro di ricerche archeologiche Jean Bérard 33 CNR 55 310 indice dei luoghi Centro Studi Interdisciplinari Gaiola 49 CUS (centro universitario sportivo) 55 Cesarea 228, 230 chiese, complessi conventuali Anticaglia 229 Arciconfraternita di Santa Maria del Soccorso all’Arenella 273 Cappuccinelle 229 Chiesa Madre 185 Concezione a Montecalvario 226, 233 Croce di Lucca 96, 120 dei Camaldoli 230 delle Carmelitane 230 Divino Amore 123 Donnaregina Nuova (sede del Museo Diocesano) 116, 135 Donnaregina Vecchia (scuola di specializzazione in restauro dei monumenti dell’Università Federico II) 116 Donnaromita 144, 152 Duomo 116, 127 Eremo dei Cappuccini 218 Eremo dei monaci Camaldolesi 273 Gesù e Maria 229 Gesù Nuovo 88, 100 Gesù Vecchio 144, 152 Girolamini 126 Immacolata Concezione 237 Incoronata 90, 107 Maria Santissima del Carmine 212 Miracoli (poi Casa Carolina; poi Educandato Regina Isabella di Borbone) 198, 202 Monteoliveto (o Sant’Anna dei Lombardi) 90, 104 Monteverginella 144 Padri della Missione 206 Pietà dei Turchini 96, 108 Pio monte della misericordia 128 Sacro cuore di Gesù 265 San Carlo all’Arena 207 San Diego all’Ospedaletto 106 San Domenico Maggiore 88, 204 San Domenico Soriano 93 San Ferdinando 67 San Francesco al Vomero 264 San Francesco delle Cappuccinelle (o Cappuccinelle a Pontecorvo) 229, 242 San Gaudioso 120, 134 San Gennariello (San Gennaro o Piccola Pompei) 255, 260 San Gennariello (San Gennaro alle Gradelle) 261 San Gennaro ad Antignano 255 San Gennaro al Vomero 261, 271 San Gennaro all’Olmo 122 San Gennaro de’ Poveri 103, 120, 200 San Giacomo degli Spagnoli 78, 88 San Giorgio dei Genovesi 107 San Giorgio Maggiore 145, 215 San Giovanni a Carbonara 136 San Giovanni a Mare 160, 244 San Giovanni Battista delle Monache 120, 134 San Giovanni dei Fiorentini 215, 269 San Giovanni Maggiore 103, 144 San Giuseppe a Pontecorvo 229, 243 San Giuseppe dei Ruffi 135 San Giuseppe dei Vecchi 230, 246 San Giuseppe Maggiore (demolita) 88, 92 San Gregorio 123, 244 San Lorenzo Maggiore 116, 117, 124 San Martino (certosa) 99, 256, 265, 267 San Michele Arcangelo 94 San Michele Arcangelo a Morfisa 99 San Nicola a Nilo 122 San Nicola alla Carità 70 San Nicola da Tolentino 226 San Pantaleone 123 San Paolo Maggiore 117, 125, 134 San Pasquale a Chiaja 20 San Pietro a Majella 88, 90, 96 San Pietro ad Aram 144, 150, 156 San Pietro Martire (Università Federico II) 144, 151 San Potito 230, 244 San Sebastiano (LiceoConvitto Vittorio Emanuele II) 89, 90, 94 San Severo 200, 203 San Severo a Capodimonte 207 San Tommaso d’Aquino (demolita) 92 San Vitale 53 Sant’Agostino Maggiore o alla Zecca 144, 154 Sant’Andrea delle Dame 120, 134 Sant’Angelo a Nilo 97 Sant’Aniello a Caponapoli 117, 134 Sant’Antonio Abate 131 Sant’Antonio delle Monache (Sant’Antoniello) 133 Sant’Anna 269 Sant’Antonio Abate (Incarnati) 209 Sant’Efremo Vecchio 199, 209 Sant’Eligio Maggiore 146, 160 Sant’Onofrio a Capuana 96 Sant’Orsola 30 Santa Brigida 67 Santa Casa dell’Annunziata 128 Santa Caterina 30 Santa Caterina a Formiello 118, 131 Santa Chiara 88, 90, 100 Santa Croce al Mercato (o delle Anime del Purgatorio) 160 Santa Lucia a Mare 15, 18, 22 Santa Lucia a Monte 69, 226, 237 Santa Maria Annunziata a Pizzofalcone detta Nunziatella 74 Santa Maria Apparente 69 Santa Maria Avvocata 229 Santa Maria alla Pietrasanta Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone 74 Santa Maria degli Angeli alle Croci (facoltà di Veterinariadell’Università Federico II) 198, 202, 209 Santa Maria dei Sette Dolori 234 Santa Maria dei Miracoli 198 Santa Maria dei Vergini 206 Santa Maria del Carmine 146, 159, 207 indice dei luoghi Santa Maria del Carmine alla Concordia 236 Santa Maria del Faro 49 Santa Maria del Parto 25 Santa Maria del Pianto 188 Santa Maria del Pilar 146 Santa Maria del Purgatorio a Arco 126 Santa Maria del Soccorso all’Arenella 262 Santa Maria dell’Aiuto 104 Santa Maria della Colonna 126 Santa Maria della Consolazione 50 Santa Maria della Libera 207 Santa Maria della Pazienza 246, 270 Santa Maria della Pietà (o Pietatella a Carbonara) 136 Santa Maria della Sanità 200, 202, 214, 215 Santa Maria della Sapienza 120, 134 Santa Maria della Speranza (Speranzella o Santa Rita alla Speranzella) 236 Santa Maria della Stella 200, 206 Santa Maria della Verità (o Sant’Agostino degli Scalzi) 212 Santa Maria della Vittoria 19 Santa Maria delle Grazie a Mondragone 236 Santa Maria delle Grazie a Toledo 70, 118 Santa Maria del Rimedio 246 Santa Maria di Bellavista 46, 47 Santa Maria di Caravaggio 93 Santa Maria di Costantinopoli 133 Santa Maria di Donnalbina 104 311 Santa Maria di Mater Dei 212 Santa Maria di Loreto 96 Santa Maria di Montecalvario 235 Santa Maria di Montesanto 242 Santa Maria di Monteverginella 152 Santa Maria di Piedigrotta 25 Santa Maria di Portosalvo 162 Santa Maria Egiziaca all’Olmo 156 Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone 74 Santa Maria in Cosmedin (Santa Maria di Portanova) 154 Santa Maria la Nova 88, 90, 104 Santa Maria Maddalena dei Pazzi 246 Santa Maria Ognibene 235 Santa Maria Scala Coeli 274 Santa Monica 230 Santa Patrizia 262 Santa Teresa a Chiaja 32 Santa Teresa degli Scalzi (Santa Teresa al Museo) 211 Santi Apostoli 135 Santi Bernardo e Margherita 243 Santi Filippo e Giacomo 121, 122 Santi Francesco e Matteo 235 Santi Marcellino e Festo (facoltà dell’Università Federico II) 144, 152 Santi Severino e Sossio (Archivio di Stato) 144, 152 Santissima Trinità delle Monache 226, 234 Spirito Santo (facoltà di Architettura, Università 312 indice dei luoghi Federico II) 70, 240 Trinità degli Spagnoli 235 Trinità dei Pellegrini 226, 240 Suor Orsola Benincasa 226, 228, 237 chiostri degli aranci del Monastero dei Gerolamini 126 del Divino Amore 148 del Platano del Monastero dei Snati Severino e Sossio 153 di San Pietro ad Aram (distrutto) 150 di Santa Chiara (chiostro maiolicato) 100, 135 di Santa Maria degli Angeli alle Croci (facoltà di Veterinaria) 209 di Santa Maria della Sanità 215 cimiteri Acattolico di Santa Maria della Fede 174 degli inglesi 178 della Pietà 188 delle Fontanelle 203, 212 delle 366 fosse (o Camposanto Vecchio) 172, 188 di Santa Maria del Purgatorio a Arco 126 Ebraico 188 Monumentale (o Camposanto Nuovo) 172, 185, 186, 1878, 203 recinto degli uomini illustri 186 Nuovissimo 188 Circolo Canottieri Napoli 76 Circolo Savoia 18 Circolo Italia 18 Circolo della Stampa 22 Circumflegrea 227 Circumvesuviana 147 CIS di Nola 146, 159 Città della Scienza 43, 56 colle delle Mortelle 29 colle di Santa Maria della Stella 200 Collegio Costanzo Ciano (ora sede, di prossimo trasferimento, della Nato) 53 Collegio dei Cinesi (Università degli Studi L’Orientale) 207 collegio San Francesco Saverio Bianchi 242 colline Agnano 54 Camaldoli 54, 255, 257, 273 Capodichino 171 Capodimonte 198, 199, 200, 211 Fonseca 212 Miradois 201 Monteoliveto 90 Monte di Dio 29 Monte Echia 64,73 Pizzofalcone 29, 73, 88, 89 Poggioreale 172 San Martino 218, 226, 233, 265, 274 Sant’Aniello a Caponapoli 88 Santa Teresa 204 Vomero 66, 201, 228, 236, 240 complesso sportivo del Palastadera 185 complesso termale di Santa Chiara 89, 100 Conservatorio dello Spirito Santo 70 Conservatorio di Musica di San Pietro a Maiella 94, 96 Sala Scarlatti 96 Consolato di Gran Bretagna 30 Consolato Generale di Francia 33 Corpo di Napoli 89 corsi Amedeo di Savoia duca d’Aosta 171, 200, 201, 211, 215 Garibaldi 146, 148, 173 Malta 170, 178, 182 Maria Teresa vedi Vittorio Emanuele 228, 236 Meridionale 178 Napoleone vedi Amedeo d’Aosta 200, 201, 215 Novara 170, 178 Umberto I (Rettifilo) 148, 150, 154, 162, 176 Vittorio Emanuele 32, 226, 234, 236 costa flegrea 267 cratere del Monte Echia 73 cratere di Agnano 56 cripta di San Gaudioso 214 Crypta Neapolitana 25 cupa Sant’Efremo 199 Decumano inferiore 99, 121 Decumano superiore 93 96, 134 Deposito Franco dei Magazzini Generali 148 Dogana Nuova (demolita) 145 Ercolano 206 Eden (grand hotel) 23, 32 Edenlandia (parco divertimenti) 54, 56 Envencible bar 108 Excelsior (Hotel) 19 Fabbrica di Gay-Odin 32 Fabbrica di porcellana di Capodimonte 199 facoltà di Ingegneria 54 facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi Federico II 151 facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali dell’Univ. Federico II 209 farmacia degli Incurabili 135 ferrovia Napoli-Portici 146, 173 ferroviaria Napoli-Caserta- Capua 173 Fondazione Mondragone 236 Foro Carolino vedi piazza Dante 90, 93 fontane dei Leoni 22, 26 del Sebeto 26 dell’Atlante 145 dell’Esedra 55 della Cuccovaia (o Coccovàja) 47 della Sellaria 145, 154 della Sirena 26, 178 di Nettuno 90, 106, 150 di Santa Lucia 22 Itaca 262 Fosse del Grano 120, 133 Gaiola 40, 42, 49 Galleria dell’Accademia di Belle Arti 134 Galleria di largo Baracche 235 Galleria di Palazzo Zevalos Stigliano 71 Galleria di Piedigrotta 53 Galleria Laziale 26 Galleria Principe di Napoli 120, 133 Galleria Toledo 234 Galleria Umberto I 67, 72, 120 Galleria Vittoria 68 giardini del Molosiglio 76 di Palazzo Reale 79 di Palazzo Tarsia 227 degli Aranci 207 degli Incurabili 118 della Reggia di Capodimonte 199 Villa Comunale 16, 17, 20, 22 gradoni Cacciottoli 229, 242 calata Capodichino 199 calata Fontanelle a Materdei 229 calata San Francesco 229, indice dei luoghi 254, 257, 271 calata San Mattia 236 Cavone 229, 230 Pedamentina 229, 236, 237, 254, 268 Petraio 229, 236, 254 Sant’Antonio ai Monti 229 Grand Hotel Eden, ex 32 Granili alla Marina 120 Grotta di Seiano 50 guglia dell’Immacolata 100 guglia di San Domenico 98 guglia di San Gennaro 128 Ilva (poi Italsider) 43, 56 Immacolatella 162 Infrascata 228, 229, 230, 236, 246, 255, 256, 257, 260 Ippodromo di Agnano 55, 57 Istituto Artistico Industriale (attuale Istituto statale d’arte Filippo Palizzi) 227 Istituto di Studi Storici 100 Istituto Grenoble 33 Istituto Italiano per gli Studi Filosofici 74 Istituto Professionale Industria e Artigianato Paolo Colosimo 211 Istituto Suor Orsola Benincasa 237 Italsider 43 Larghi Antignano 254, 256 Baracche 235 Cangiani 255 Carità 70 Corpo di Napoli 97 dei Pallottinari 160 del Carmine 146 della Carità 106 delle Corregge (via Medina) 90 delle Pigne (piazza Cavour) 116, 118, 171, 200, 201, 205 dello Spirito Santo (piazza Sette settembre) di 313 Castello 78 di Palazzo (piazza del Plebiscito) 22, 66, 67 Donnaregina 135 Ferrandina 16, 20 Mercatello vedi piazza Dante 90, 93, 94 San Giovanni Maggiore 103 San Marcellino 103 Santa Maria del Pianto 198 Sermoneta 26 Spirito Santo 70, 229 Lepanto 19 Libreria Guida 94 Macello comunale macellum (San Lorenzo Maggiore) 117, 124 Marinella, bottega 19 Massa Lubrense 162 masseria Pagliarone 270 Mausoleo Schilizzi 47 Megaride 14, 18, 64, 73 Mercatello 69 mercati mercatino ‘antiquario’, ex cinodromo 56 mercatino delle pulci 185 mercatino di abiti e calzature di Posillipo 50 mercato agroalimentare di Poggioreale 183 mercato della Duchesca 131 mercato di Antignano 260 mercato alimentare dell’Avvocata 227 mercato ortofrutticolo 185 mercato popolare coperto 25 mercato rionale in via Marino di Caramaico 185 Milano 178 grattacielo Pirelli 182 stazione centrale 178 moli angioino 144 banchina di Villa del Popolo 314 indice dei luoghi 147 banchina Porta di Massa 148 Beverello 76 Molo Grande 144, 148 Martello molo Curvilineo 148 Orientale 148 Pisacane (o Immacolatella Nuova) 160 San Vincenzo 76 Molosiglio 68, 76 Monte di Pietà 122 Montesanto (Sicilia) 242 monumento Giuseppe Garibaldi 176 monumento agli scugnizzi 24 monumento in piperno di via Conte della Cerra 260 Morticielli 160 Mostra d’Oltremare 43, 53, 55 musei Archeologico Nazionale 22, 120, 121, 134, 200, 204, 211, 218, 299 Capodimonte 98, 215, 218, 219 Civico di Castel Nuovo 79 d’Arte Religiosa Contemporanea 104 del Monte di Pietà 122 del Tesoro di San Gennaro 127 del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini 236 dell’Opera di Santa Chiara 89, 100, 237 della Ceramica Duca di Martina 264 della Fondazione Pagliara (Suor Orsola Benincasa) 237 delle carrozze (Villa Pignatelli) 24 Diego Aragona Pignatelli Cortes 23 delle Scienze Naturali 103 di Paleobotanica e Etno-botanica 209 di Paleontologia 103, 152 di San Martino 78, 131, 148, 266 Ferroviario di Pietrarsa 147 Hermann Nitsch 242 MADRE (Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina) 136 PAN Palazzo delle Arti Napoli 30 Universitario di Antropologia 103 Universitario dell’Opera 237 Universitario di Mineralogia 103 Universitario di Zoologia 103 Stazione Zoologica Anton Dohrn 17, 22 Napoli sotterranea 126 Nisida 50 Nuova Dogana 172 Obelisco per la restaurazione borbonica 162 odeion 125 Olivetti 182 Orfanotrofio Antoniano dei Padri rogazionisti 201 Orto Botanico (dipartimento di Biologia vegetale, Università Federico II) 202, 209 Osservatorio Astronomico 201, 219 ospedali Cardarelli 258, 273 Cotugno 258, 273 dei Pellegrini 240 Elena d’Aosta 207 Fatebenefratelli 41 Monaldi (ex sanatorio Principe di Piemonte) 258, 273 Pascale 258, 273 Nuovo Policlinico 258 Policlinico 258, 273 Policlinico della prima Facoltà universitaria 43, 96, 120, 134 Santa Casa degli Incurabili 135 ospizi Durazzesco 65 Marino 44 Tarantino 65 Palazzetto Urban 233 palazzi Albertini di Cimitile 211 Arcivescovile 135 Bagnara 242 Balsorano 32 Barbaja 72 Berio 72 Bonifacio 154 Buono 70 Calabritto 20 Carafa della Spina 100 Carafa di Belvedere (poi Ruffo della Scaletta) 23 Carafa di Maddaloni 205 Carafa di Montorio 121 Carafa di Santa Severina (sede della biblioteca militare e dell’Officio Topografico del Regno delle due Sicilie, ora Archivio Militare) 73 Carafa Santangelo 121 Caramanico 106 Casa del fascio rionale 25 Cavalcanti 70 Cellamare 30 Cito di Melissano 230 Corigliano 99 Costantino 230 Crispi 33 Cuomo (Museo Filangieri) 145, 154 degli Studi (ora Museo Archeologico Nazionale) degli Uffici della Mostra d’Oltremare 54, 55 degli Uffici Finanziari e dell’Avvocatura dello Stato 105, 106 dei Congressi 55 dei Vicerè 80 dei Regi Studi (Museo Archeologico Nazionale) 134, 152, 199 del Banco di Napoli 70 del principe di Taranto 65 dell’Istituto Nazionale Assicurazioni 105 della Borsa 150 della Foresteria (oggi Prefettura) 81 della Nunziatura Apostolica 70 della Nuova Borsa Merci 178 Della Porta 70 della Provincia 92, 105 della Questura 105 delle Poste 105 dello Spagnolo 206 di Antonello Petrucci 99 di Capua-Marigliano 122 di Ferdinand Vandeneynden (oggi inglobato in villa Belvedere) 256 di Filippo d’Angiò 126 di Giovan Francesco Ceva Grimaldi e dell’architetto Giovan Giacomo di Conforto (ora palazzo Terralavoro) 230 di Giustizia 182 di Onorio Parascandolo 230 di Vincenzo Capece 230 Donn’Anna 40, 41, 44 Donnaregina 136 Doria d’Angri 70 Filomarino della Rocca 99, 100 Giordano 106 Giusso 103 Gravina 105, 240 indice dei luoghi INA 92 Lieto 70 Maddaloni 70 Mannajuolo 30 Marigliano 121, 122, 123 Mastelloni 70 Mormando 123 Nobile 33 Nunziante 20 Partanna 20 Penne 103 Pignatelli di Monteleone 100 Pinelli 100 Ranieri 211 Ravaschieri di Satriano 23 Reale 26, 66, 68, 76, 79, 80, 89 Ricca (sede dell’Archivio Storico del Banco di Napoli 128 Roccella 30 Ruffo di Bagnara 93 Salerno (sede del Comando della regione militare meridionale) 81 San Giacomo (sede del Municipio della città) 77, 89, 92 San Teodoro 23 Sanfelice 206 Sansevero 99 Scarpetta 32 Serra di Cassano 74 Sessa (sede la Sinagoga di Napoli) 16, 20 Siringano 24 Spinelli di Cariati (Istituto Pontano) 236 Spinelli di Tarsia 229, 242 Tapia (noto anche come Tocco dei Montemiletto) 70 Tarsia Pignasecca 227 Troise 92 Tufarelli 100 Venezia 100 315 Zevallos Stigliano 71 Pallonetto 15 Pallonetto Santa Chiara 88 Paludi 173 parchi di Capodimonte 218 dei Camaldoli 258, 274 dei Quartieri Spagnoli 234 del Poggio ai Colli Aminei 258 della Floridiana 258, 262, 264 Lieti 219 Marco Mascagna 258, 269 Margherita 29 Virgiliano 40, 43, 50 Viviani 242, 258 Parigi 29, 108, 227 cimitero del Père Lachaise 172 Sainte Chapelle 172 Partenope (Palepoli, dopo la fondazione di Neapolis) 14, 1764, 88, 116, 117 pasticceria Scaturchio 97 peschiera alla Pietra del Pesce 145 piazze Amedeo 32 Scipione Ammirato 212 Giuseppe Amendola 20 Nicola Amore (Quattro Palazzi) 145, 148, 154 Antignano 260, 261 Vincenzo Bellini 133 Belvedere 271 Ruggero Bonghi 151 Giovanni Bovio (della Borsa) 92, 148 Canneto 255 Cariati 236 Carità 89, 92, 106, 235 Carlo III 198, 210 Cavour 116, 118, 198, 205, 206, 207 Concordia 236 316 indice dei luoghi Dante 69, 89, 90, 93, 229, 242, 255 Salvatore Di Giacomo 47 Alcide De Gasperi 179 degli Artisti 269 dei Martiri 19 del Carmine 159 del Gesù Nuovo 100 del Leone 26 del Mercato di Porto 97, 150 del Plebiscito 80 della Sanità 214 della Sellaria 145 della Repubblica 24 Duca d’Aosta 71 Ferdinando Fuga 71, 257, 265 Fontanelle 198 Gesù e Garibaldi 243 Giuseppe Garibaldi 170, 174 Grande Archivio 145, 154 Leonardo 242, 254, 255 Giuseppe Mazzini 228, 230 ,236, 242, 246 Giacomo Matteotti (delle Poste) 92, 105 Luigi Miraglia 96 Masaniello 159 Materdei 212 Medaglie d’Oro 258, 271 Mercato 77, 140, 150, 158, 266 Miracoli 207 Montecalvario 226, 270, 235 Monteoliveto 104 Montesanto 227, 240 Teodoro Monticelli 103 Municipio 68, 76, 77, 88, 92, 148 Museo Nazionale 198, 204 Muzii, Francesco 256, 271 Nazionale 185 Nilo 97 Nolana 156 Olivella 227, 242 Orefici 160 Pignasecca 240 Portanova Quattro Giornate 270 Giulio Rodinò 20 San Domenico Maggiore 97 San Ferdinando vedi Trieste e Trento 69 San Gaetano 117, 124, 146 San Giovanni Maggiore 99 San Luigi 45 San Martino 268 San Sepolcro 237 Sannazaro, Jacopo 22, 25 Sant’Efremo Vecchio 209 Santa Caterina 30 Santa Maria della Fede 178 Riario Sforza 128 Sette Settembre 70 Stazione Marittima 76 Trieste e Trento 73 Trinità degli Spagnoli 235 Luigi Vanvitelli 257, 262 Vittoria 17, 19, 20, 154 Vincenzo Tecchio 43, 53 Piedigrotta 16, 25 Pietrarsa 146 piscine Rari Nantes 185 Felice Scandone 54 Olimpionica 55 della Mostra d’Oltremare 54 Politecnico 43 Pompei 23, 199, 204 Polo Tecnologico del Cnr 54 Ponte della Maddalena 173 Ponte della Sanità 215 ponte di Chiaja 15, 29, 66 Ponti Rossi 149 pontile di Bagnoli 56 porte Alba 89, 93, 94, 118 Capuana 118, 130, 131, 179 del Carmine 159 di Chiaja (demolita) 15, 16, 20, 30, 66 di Mare (Portanova) 154 di Santa Maria di Costantinopoli (demolita) 118, 120 Grande al Bosco di Capodimonte 219 Nolana 130, 145, 173 Posillipo 41 Reale (demolita) 66 San Gennaro 118, 136, 201, 202, 207 Portici 147 Pozzuoli 25, 41, 43, 53, 57, 255 Quartieri Arenella 198, 228, 242, 254, 255, 269, 271 Avvocata 200, 212, 228, 229, 240, 254, 255, 257 Bagnoli 42, 53, 56, 267 Barra 171 Centro Direzionale 26, 170, 178, 179, 183, 185, 268 Chiaiano 198, 255, 259 Chiaja 254, 255, 259 Fuorigrotta 43, 53, 254, 270 Mercato 144, 145, 228 Miano 198 Montecalvario 64, 226, 228, 232, 240, 254 Pendino (Portanova) 144, 145, 160, 171 Piscinola 198, 259 Poggioreale 170, 198 Ponticelli 271 Porto 64, 76, 144, 228 Posillipo 16, 41, 42, 44, 257, 267, 274 San Carlo all’Arena 170, 171, 198, 200, 255, 274 San Ferdinando 64, 65, 76, 144, 182 San Giovanni a Teduccio 171, 173 San Giuseppe 88, 182 San Lorenzo 88, 116, 170, 171, 198, 200 San Pietro a Patierno 198 Sanità 200, 202 Secondigliano 198, 199 Soccavo 254 Stella 198, 200, 207, 212, 255 Vicaria 170, 171, 182, 198, 228 Vomero 32, 40, 64, 71, 228, 230, 254, 255, 257, 271 Rampe del Petraio 265 del Salvatore 145 di Coroglio 42 di San Potito 229 di Sant’Antonio 41 Pedamentina 66 reggia di Capodimonte 199, 201, 218 reggia di Caserta 22 reggia di Portici 218 regio nilensis 97 rioni Alto 273 Arenaccia 149 Belvedere 149 Carità 92, 105 Colli Aminei 201 Cristallini 207 della Corsea (demolito) 92 Duca D’Aosta 43 Luigi Luttazzi 183 Materdei 200 Miradois 149 Miraglia 43 Museo 120 Ottocalli 149 Ponti Rossi 149 Principe Amedeo 149 Quartieri Spagnoli 64, 66, 226, 232, 254 indice dei luoghi Sant’Efremo Vecchio 149 Santa Brigida 76 Sirignano 16, 24 Riserva Naturale degli Astroni 57 Riva Fiorita 48 Roma 117, 171, 255 stazione Termini 178 Salite Capodimonte 198 Cariati 236 dei Cacciottoli 229 dei Cinesi 207 dei Cristallini (o del Crocefisso) 200 del Gigante 26 della Concordia 226 delle Fontanelle 201 dello Scudillo 198, 201 di Sant’Antonio ai Monti 229, 242 Due Porte 255 Moiariello 219 Pontecorvo 242 San Raffaele 198, 229 sant’Anna di Palazzo 29 Sant’Antonio ai Monti 229, 242 Tarsia 242 Salone Margherita 73 Scudillo 201 scuola di Virgilio 40, 49 Sellaria 154 sepolcro di Virgilio 25 sferisterio 54 Serino 201 Società Napoletana di Storia Patria 79 Sorrento 16 Spaccanapoli 99 stadi Arturo Collana (ex Stadio Littorio) 270 Comunale San Paolo 54, 270 Militare Albricci 179 317 dello Sport Mario Argento 54 stazioni Centrale 147, 147, 176, 178, 227, 240 della Cumana 227 funicolare Centrale 71, 258, 265 funicolare di Chiaja 32, 258, 264 funicolare di Montesanto 227, 258, 265 dei Campi Flegrei 53 di Leopardi 53 di Mergellina 25 Marittima 68, 148 Nolana 146 Vanvitelli (linea uno della metropolitana) 262 Salvator Rosa (linea uno della metropolitana) 229 Materdei (linea uno della metropolitana) 212 Museo (linea uno della metropolitana) 122, 205 Dante (linea uno della metropolitana) 93 Quattro Giornate (linea uno della metropolitana) 270 strade Capodichino 199 dei Fossi 201 del Campo di Marte 172 del Lavinaio 145 del Piliero (via Cristoforo Colombo) 144, 146 della Sellaria 145, 156 della Trinità degli Spagnoli 64, 226 Neapolis-Puteolim per colles 255 di Monteoliveto 88 di Montesanto 226, 229 di Poggioreale 171 di Porto 47 di San Giovanniello 198 318 indice dei luoghi di San Severo al Pendino 154 del Salvatore 145 Furcillensis 156 Nuova di Santa Maria del Pianto 173 Olivella 229 Pendino 145 Posillipo 40 Riviera di Chiaja 22, 254 Rua Francesca 145 struttura militare (scuola media Fiorelli e liceo Umberto I) 20 Tangenziale 179 teatri Augusteo 71 Bellini 120, 133 di San Bartolomeo (demolito) 92, 107 di San Carlo 55, 66, 67, 72, 78, 79, 107 Fiorentini (demolito) 92 La Comedia (oggi Aula Magna dell’Univ. Parthenope) 107 Le Nuvole 56 Mercadante (Teatro del Fondo) 76 Nuovo Teatro Nuovo 235 Palapartenope 54 Politeama 73 San Carlino (demolito) 78 Sannazaro 30 Teatro Nuovo (demolito) 92 tempio dei Dioscuri vedi San Paolo Maggiore 117, 125 tenuta di Marzio Mastrilli (oggi sede dell’Orfanatrofio Antoniano dei padri rogazionisti) 201 Terme di Agnano 57 tomba di Giacomo Leopardi 25 Tondo di Capodimonte 200, 215 trattoria Scoglio di Frisio 45 Tuglieria vedi Villa Comunale 17 torri Brava 160 del Palasciano 202 dell’Informazione 54 della Memoria 54 delle Nazioni 55 Fede 156 Fortitudo 159 Ranieri 50 Speranza 156 Spinella 160 Telecom 182 Vittoria 159 torri Banco di Napoli 182 torri del Tempo e dei Fluidi 54 torri dell’Enel 182 Torrione San Martino 261 Università degli Studi l’Orientale 99, 103 Università degli Studi Federico II 100, 103, 133, 144, 150 Università degli Studi Parthenope 44 Vallone dei Gerolamini 198 vallone della Sanità 200, 229 Vasto 170 Vaticano basilica di San Pietro 219 vetrerie di Melchiorre Bournique e di Vincenzo Damiani 42 Vesuvio (hotel) 19, 50 viali Augusto 43, 53, 54 dei Pini 201 Umberto Maddalena 198 Kennedy 56 vicoli Belledonne 20 Cavallerizza a Chiaja 20 Cinquesanti 134 dei Maiorani 145 della Concezione 88 della Concordia 236 delle Zite 145 Forno Gravine 145 Lungo Gelso 237 Lungo Pontecorvo 242 Lungo San Matteo 235 Lungo Sant’Agostino degli Scalzi 212 Lungo Teatro Nuovo 235 Medici 229 Mondragine 236 Pallonetto 15 Paradisiello 209 Pensieri 148 Polveriera 179 Rotto al Mercato 159 Santa Margherita 243 Sant’Efremo Vecchio 209 Taverna Penta 236 Traetta 202 Vasto a Chiaja 32 Donnalbina 104 vie Ferdinando Acton 68 Alabardieri 20 Annella di Massimo 257, 269 Anticaglia 89, 117, 134, 135 Antiniana 261 Domenico Aulisio 183 Annibale Caccavello 265 Antonio Cardarelli 198, 255, 273 Arena della Sanità 206 Arenaccia 170, 174, 178, 179 Banchi Nuovi 103 Belvedere 254, 258, 270 Gian Lorenzo Bernini 257, 260, 265 Leonardo Bianchi 273 Giuseppe Bonito 265 Giordano Bruno 25 Calabritto 19, 23 Bartolommeo Capasso 153 Ernesto Capocci 160 Capodimonte 219 Francesco Caracciolo 17, 25, 267 Marino di Caramanico 185 Michelangelo da Caravaggio 43 Giosuè Carducci 20 Case Puntellate 254 Cavallerizza a Chiaja 16 Cesario Console 68 Chiaja 29 Chiatamone 14 Filippo Cifariello 255, 260 Francesco Cilea 269, 270, 271 Domenico Cimarosa 262, 264 Campegna 55 Cesario Console 68 Claudia 54 Cristoforo Colombo 144 Pietro Colletta 116 Concezione a Montecalvario 233 Conte della Cerra 260 Vittoria Colonna 20, 32 T. Costa 116 Francesco Crispi 32, 254 Benedetto Croce 99 Crocelle 206 Crocelle a Porta San Gennaro 198 Taddeo Da Sessa 182 Emanuele De Deo 236 Alcide De Gasperi 162 Enrico De Marinis 103 Agostino Depretis 148 Francesco De Sanctis 99 Armando Diaz 92, 105 dei Cristallini 198, 202 dei Fossi 173, 174 dei Giganti 134 dei Mille 20, 30 dei Ponti Rossi 201 dei Vergini 202 del Cerriglio 88 del Grande Archivio 148 indice dei luoghi del Marzano 50 Domenico Montesano 255 del Municipio 76 del Parco Margherita 32 dell’Eremo 255 della sapienza 134 dello Sperone 173 don Bosco 170, 178, 198 Duomo 120, 126, 127, 145, 148, 154 dello Scudillo 198 Ignazio di Loyola 273 Egiziaca a Pizzofalcone 74 Aniello Falcone 254, 258, 264 Gaetano Filangieri 20, 30 Giuseppe Fiorelli 20 Domenico Fontana 273 Forcella 120, 145, 156 Foria 69, 118, 119, 148, 171, 174, 198, 201, 207, 219 Forno Vecchio 240 Francesco Girardi 234 Giacinto Gigante 231, 273 Luca Giordano 257, 258, 264, 271 Grande Archivio 154 Guantai Nuovi 105, 274 Matteo Renato Imbriani 231, 255 Giacomo Leopardi 53 Maria Longo 116 Renato Lordi 265 Alessandro Manzoni 40, 50 Guglielmo Marconi 55 Marina 120, 145, 162 Medina 79, 88, 90, 92, 106, 108, 148 Mergellina 228 Mezzocannone 100, 103, 152 Miano 219 Miracoli 206 Nicola Miraglia 178 Moiariello 201, 202 319 Monfalcone 185 Monteoliveto 92, 105 Montesanto 230 Domenico Morelli 16, 19, 20 Raffaello Morghen 257, 265 Nazionale 170 Nicotera 64 Nilo 97 Ugo Niutta 271 Nuova del Campo 188, 198 Nuova Marina 145, 149, 160 Nuova Poggioreale 170, 182, 185, 186 Orazio 40 G. Paladino 152 Filippo Palizzi 254, 265 Sergio Pansini 255, 273 Partenope 19, 68 Enrico Pessina 93, 244, 246 Michele Pietravalle 198, 255 Pigna 254 Porta di Massa 162 Francesco Petrarca 40 Francesco Pignatelli 179 Carlo Poerio 20 Portamedina 226, 229, 240 Portanova 154 Pontecorvo 229, 230 Giovanni Porzio 26, 40 Posillipo 26, 40 Gaetano Quagliariello 273 Salvator Rosa 229, 230, 246, 255, 256, 258 Cesare Rosaroll 131, 170, 173 Giovanbattista Ruoppolo 269 Ferdinando Russo 47 Salute 230, 231 Guglielmo Sanfelice 92, 148 Luigia Sanfelice 257 Girolamo Santacroce 242, 246 San Biagio dei Librai 89, 116, 121, 123, 145, 148 San Carlo 72, 76 320 indice dei luoghi San Domenico Maggiore 99 San Gennaro a Antignano 254, 260 San Gennaro al Vomero 260 San Gennaro dei Poveri 212 San Giovanni a Carbonara 136 San Giuseppe dei Nudi 230, 244 San Gregorio Armeno 123, 124 San Liborio 240 San Marcellino 152 San Paolo 134 San Pasquale 20 San Pietro a Majella 88, 94 San Potito 230 Sant’Agostino alla Zecca 145 Sant’Anna 269 Sant’Anna dei Lombardi 104 Santa Lucia 18 Santa Maria a Cappella Vecchia 20 Santa Maria Antesaecula 202, 211 Santa Maria del Pianto 185, 188 Santa Maria dell’Aiuto 104 Santa Maria della Libera 270 Santa Maria in Portico 16, 24 Santa Teresa degli Scalzi 198, 200, 211, 229, 246 Santi Apostoli 89 Alessandro Scarlatti 257, 258, 260, 262, 265, 271 Mariano Semmola 273 Gennaro Serra 73 Luigi Settembrini 116 Francesco Solimena 271 Stadera 185 Stella 205 Taddeo da Sessa 182, 183 Tarsia 230, 255 Tasso 254, 257 Michele Tenore 209 Tino di Camaino 269 Toledo 65, 66, 71, 88, 92, 97, 106, 119, 124, 201, 226, 227, 230, 232, 236, 254, 265, 268 Tommasi 246 Torrione San Martino 265 Tribunali 88, 89, 96, 97, 117, 126, 128, 145 Ventaglieri 230, 242 Giuseppe Verdi 76 Vergini 198, 206 Veterinaria 209 Vetriera 32 Vicaria Vecchia 120 Vicinale Cupa San Domenico 254 Vicinale Fosso Santo Stefano 254 Vittorio Emanuele III 79 Vienna 29 vigna San Martino 237 ville Barracco 42, 48 Belvedere 256, 271 Catello-Piccoli 264 Cottrau 45 d’Angri 44 del duca di Vietri 41 del Popolo 147 del Principe della Roccella 41 della Duchesca di Alfonso d’Aragona 16, 131 di Alfonso d’Aragona (perduta) 171, 185 Donato 209 Duchesca 131 Ferdinand Vandeneynden 271 Fermariello 265 Gallotti 47 Giannone 265 Giovanni Pontano 269 Guercia 42 Floridiana 228 Lucia 228, 264 Macedonio (poi Dupont) 201 Pappone 50 Pausilypon 40, 50 Pavoncelli 45 Peirce (villa Lauro) 46 Pignatelli 23 Pontano 256, 260, 269 Rae 46 Ricciardi 47 Roccaromana 46 Rosebery 42, 47 Ruffo 46, 201 Salimbeni 265 Spera (ora Giordano) 257 Volpicelli 49 villaggi Angari 41 Antignano 254, 255 Arenella 271 Case Puntellate 254 del Casale 41 di Villanova 41, 50 Megaglia 41 Santostrato 41, 50, 257 Spollano 41 villino Bartolini 228 Zoo 54, 56 finito di stampare nel novembre 2009 per conto di arte’m stampa born to print, napoli allestimento legatoria s. tonti mugnano (napoli)