bambini in armonia - Banda G.Verdi Sinnai

Transcript

bambini in armonia - Banda G.Verdi Sinnai
BAMBINI IN ARMONIA
Cresceranno più sereni studiando musica
Nel 1997 un gruppo di psicologi dell'università della California, a Irvine, avevano segnalato il ruolo
positivo che la musica classica (Vivaldi, Bach, Beethoven, Mozart e così via) ha per lo sviluppo
dell'intelligenza e come a 5 - 6 mesi di età si sia già ricettivi al ritmo, alla struttura e alle cadenze
musicali. Raccomandavano, perciò, di coinvolgere presto i bambini in attività musicali.
Oggi, dalla Germania, ci giungono i risultati di uno studio scientifico molto rigoroso, che mostra come una
buona educazione musicale negli anni delle elementari renda i bambini non soltanto più intelligenti, ma
anche più socievoli e collaborativi. "I bambini che studiano e fanno musica - spiega il pedagogista
musicale Hans Bastian, responsabile della ricerca - riescono a concentrarsi meglio dei bambini che non
suonano alcun strumento; hanno una resa superiore in matematica, in geometria e in lingua, nonostante
siano più impegnati degli altri alunni in termini di tempo, poiché devono fare esercizio e suonare in
gruppo". Lo studio tedesco ha coinvolto, dal 1992 al 1998, le scuole berlinesi ad indirizzo musicale (con
due ore di musica consecutive, dove si impara a suonare uno strumento e si fa musica in gruppo) e due
scuole con la tradizionale lezione di musica della durata di un'ora. Nei sei anni della ricerca sono stati
raccolti e analizzati statisticamente oltre un milione di dati su un totale di 170 alunni tra i 6 e i 12 anni.
I risultati dello studio sono tutti a favore di un'educazione musicale di qualità: con "spazi gioco" musicali,
insegnanti veramente competenti, musica di buon livello e via via più complessa.
Bisogna far sì che la musica sia uno degli elementi fondamentali dell'educazione scolastica sin
da bambini anche perché la musica ci insegna a convivere: in un'orchestra o in un coro i musicisti e
i cantanti convivono artisticamente insieme suonando o cantando parti diverse per ottenere un bene
supremo uguale per tutti, il risultato di un'esecuzione.
Lo si può considerare, quindi, un esempio fondamentale per vivere bene in società.
Effetto Transfert
La nostra mente non è fatta a compartimenti stagni; ciò che i bambini imparano conoscendo la musica e
facendola si trasferisce ad altri ambiti cognitivi. Già sugli alunni di 6 e 7 anni si sono notati progressi, ma
dopo quattro anni di educazione musicale sia quelli meno dotati, avevano prestazioni superiori agli alunni
delle scuole tradizionali in una serie di abilità, ossia: stabilire rapporti, riconoscere regole, concentrarsi,
fare ragionamenti logici, fare analisi a livello visivo - manuale, sviluppare la creatività e la flessibilità del
pensiero.
Tutte doti che si "riversano" in altri settori, coinvolgendo vari aspetti della personalità del bambino.
Intelligenza Emozionale
Anche se l'educazione musicale non è una panacea universale e le abilità generali che si apprendono
studiando musica possono svilupparsi anche in altri modi, i risultati dello studio berlinese indicano che
accostarsi ai grandi autori e fare musica in gruppo favorisce lo sviluppo dell'intelligenza, in particolare di
quella "emozionale", che è fondamentale per i rapporti umani, di lavoro e per l'equilibrio personale.
Questo aspetto dell'intelligenza nasce da più doti che in qualche modo sono in rapporto con la musica
(anche se non solo con essa): conoscere i propri sentimenti e le proprie capacità, sviluppare
l'introspezione (il che aiuta a fare le scelte della vita); saper gestire i propri sentimenti in modo da evitare
che paure di qualsiasi genere compromettano la qualità delle decisioni; sapersi motivare nonostante gli
insuccessi precedenti; essere capaci di qualche rinuncia in vista di un obiettivo; saper collaborare con gli
altri evitando lamentele inutili.
Spirito Collaborativo
Indicativi sono stati anche i risultati dei test sociali. I bambini delle scuole musicali sono più collaborativi
di quelli delle scuole tradizionali ed il numero degli alunni marginali oppure "esclusi" è nettamente
inferiore. Anche le violenze tra bambini sono minori e non è difficile comprenderne il motivo: "facendo
musica attivamente si può imparare a relativizzare la propria posizione, a darsi davvero da fare per un
buon risultato del lavoro di gruppo - spiega Hans Bastian, autore della ricerca - "Al primo posto c'è la
preoccupazione di creare qualcosa insieme, d'imparare l'uno dall'altro, di andare l'uno verso l'altro, di
essere li l'uno per l'altro, "aggiunge l'esperto. Tra le varie ricadute positive del fare musica insieme è
stato notato una riduzione del botulismo che, com'è noto, si sviluppa più facilmente quando vengono a
mancare punti di riferimento, interessi, concentrazione, sensibilità.