Le donne vivono di più ma peggio degli uomini
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Le donne vivono di più ma peggio degli uomini
LA SICILIA 8. MERCOLEDÌ 4 LUGLIO 2007 Fatti LIBRO BIANCO SULLA SALUTE LE CAUSE. Si curano poco, sono oberate dal carico familiare e lavorativo, mangiano male Le donne vivono di più ma peggio degli uomini Poca prevenzione contro i tumori soprattutto al Sud GIANCARLO COLOGGI ROMA. Tempi duri per il gentil sesso, che deve pagare a caro prezzo l’allungamento dell’aspettativa di vita media con più acciacchi e malattie rispetto agli uomini. Si curano infatti di meno, perché sopraffatte dalle incombenze di lavoro, famiglia e assistenza agli anziani, e la prima causa di morte è rappresentata da tumori e patologie cardiovascolari, soprattutto nel Sud. È la fotografia emersa dal «Libro bianco. Stato di salute e assistenza nelle regioni italiane», realizzato dall’Osservatorio nazionale sulla salute delle donne (Onda) e presentato al Senato. «Anche se l’aspettativa di vita media delle donne è di quasi cinque anni superiore a quella degli uomini – spiega Francesca Merzagora, presidente di Onda – le loro condizioni di salute non sono migliori, soprattutto con l’avanzare dell’età, per vari problemi». Un fattore che incide è senz’altro l’abbandono della dieta mediterranea, che ha portato ad un «aumento dell’obesità, soprattutto nel Sud, dove si ha il 13,53% di donne sovrappeso in Puglia, il 10,94% in Sicilia contro il 6,51% di Lombardia e Val d’Aosta. Ciò ha provocato un conseguente aumento delle malattie cardiovascolari, il cui tasso di mortalità è diventato simile a quello registrato nel Nord». A ciò deve aggiungersi la diminuzione del tempo dedicato alla prevenzione del cancro al seno e al collo dell’utero. «Se al Nord – aggiunge Walter Ricciardi, direttore dell’istituto di Igiene dell’università Cattolica – la prevenzione tramite screening copre il 90% del territorio, e quasi il 100% al Centro, al Sud arriva a poco meno del 40%. Da sottolineare l’eccezione della Basilicata, con un programma di screening che ha visto un’adesione del 60%». Un altro dato di cui spesso non si tiene conto è l’impegno assistenziale nei confronti di invalidi e anziani, generalmente a carico del sesso femminile nell’80% dei casi. «Si tratta – precisa Merzagora – di donne di 50 anni, sposate e con figli, che arrivano a dedicare anche tutto il loro tempo a quest’ attività finendo, nel 50% dei casi, per ammalarsi di disturbi di ansia». Una volta morto il familiare malato, poi, «esse stesse si ammalano – prosegue – perché si sono trascurate, senza dimenticare che tale situazione provoca conflitti in casa nel 23,8% dei casi». E che le donne non se la passino poi tanto bene, è confermato anche da un altro dato poco confortante evidenziato dal dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Fatebenfratelli di Milano: nel capoluogo lombardo quasi una donna su quattro (23%) soffre di insonnia, ansia o depressione, spesso per un eccesso di lavoro (70 ore settimanali) e di uno stile di vita sregolato. Il libro bianco, edito da Franco Angeli, sarà in vendita da settembre al prezzo di 14 euro e distribuito alle Regioni. «Un lavoro senz’altro utilissimo – commenta Maura Cossutta, presidente della neonata commissione ministeriale per la Salute della donna – anche per il ministero della Salute. La salute delle donne è la misura della qualità dell’efficacia ed equità del Ssn e deve essere considerata in tutte le politiche». A tal proposito, Maura Cossutta ha ricordato che la Commissione lavorerà su vari fronti, «tra cui quello della violenza fisica e psichica, anche con sportelli nei pronto soccorsi, e un piano intersettoriale». INFERTILITÀ MASCHILE Gli spermatozoi copiati come cloni La fotografia I dati del "Libro bianco" sulla salute delle donne italiane LE DONNE IN SOVRAPPESO Al sud Puglia 13,53% Sicilia Al nord Lombardia 10,94% Val d'Aosta aumento delle malattie cardiovascolari prima causa di morte nelle donne 6,51% LA PREVENZIONE Diffusione dei programmi di screening sul territorio 90% LA GESTIONE DEL TEMPO dedicato a lavoro, famiglia e assistenza agli anziani Nord Centro 80% 100% 40% IL 9 LUGLIO A PALERMO Sud ANSA-CENTIMETRI O «CONTERGAN» NON PUÒ ESSERE PROIETTATO AL FICTIONFEST Parla di talidomide, film bloccato ROMA. E’ un film fantasma, si chiama «Contergan» ed è fermo per motivi legali e per questioni economiche, legate agli interessi delle case farmaceutiche. Lo ha prodotto Jan Mojto per la prima rete tedesca e racconta una storia dura, quella del talidomide, la molecola contenuta in molti farmaci che, tra la fine degli Anni ’50 ed i primi Anni ’60, causò la nascita di circa diecimila bambini malformati. «Il film è pronto da un anno ma la Gruenenthal, la casa farmaceutica produttrice del Contergan ci ha fatto causa – racconta Mojto al Roma FictionFest dove la fiction doveva essere mostrata –. In prima istanza il tribunale di Amburgo aveva dato ragione a loro sostenendo che la visione del film ROMA. Le tecniche della clonazione arrivano in soccorso dell’infertilità maschile: con un metodo simile a quello con cui è stata ottenuta la pecora Dolly, e dopo di lei tutti gli altri cloni, sono stati «copiati» in laboratorio anche gli spermatozoi. La ricerca è stata condotta sui topi e «le applicazioni sull’uomo sono lontane», ha detto il coordinatore del lavoro, Takumi Takeuchi, del Weill Medical College della Cornell University di New York, che con l’italiano Gianpiero Palermo, autore dell’esperimento, ha presentato i risultati nel convegno della Società europea di medicina della riproduzione e di embriologia (Eshre) in corso a Lione. A eseguire la ricerca è stato Palermo, pioniere della tecnica chiamata Icsi. Ora Palermo ha trovato la strada per rendere ancora più «produttivo» il singolo spermatozoo, facendone delle copie. avrebbe potuto danneggiare le persone coinvolte, mentre lo stesso tribunale, in seconda istanza, dopo avere visto il film, lo ha sbloccato». Ma ora il film è di nuovo fermo, questa volta per non influenzare il giudizio della Corte di Cassazione tedesca che il 20 luglio deciderà se sbloccarlo definitivamente. «Purtroppo la situazione di noi talidomici italiani è ancora più difficile rispetto ad altri Paesi europei dove sono stati riconosciuti risarcimenti alle vittime – afferma Nadia Malavasi, presidente dell’Associazione talidomidici italiani –. Vorrei lanciare un appello al ministro Livia Turco affinche si possa ottenere di essere trattati come gli altri». TI. LE. Autisti-soccorritori del «118» in piazza PALERMO. Autisti-soccorritori del «118» ancora sul piede di guerra: il 9 luglio alle ore 10 scenderanno in piazza, chiamati dal sindacato Sales, per partecipare alla manifestazione regionale che si terrà in piazza Ziino a Palermo, sotto l’assessorato regionale alla Sanità, per richiedere l’apertura di un immediato tavolo di concertazione con il governo regionale e tutte le istituzioni preposte. Tale tavolo di concertazione dovrebbe portare, secondo il sindacato Sales, alla formulazione e all’avvio entro l’anno della nuova gestione regionale o comunque a maggioranza regionale del «118» e all’applicazione conseguente del contratto di Sanità pubblica a tutti i dipendenti del «118», compresi quindi gli autisti-soccorritori.