Stella dell™opera e firavennatefl per caso

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Stella dell™opera e firavennatefl per caso
16 marzo 2010
Stella dell’opera e “ravennate” per
caso
Tito Gobbi
Tito Gobbi, uno dei più grandi baritoni del Novecento, per alcuni mesi fu ospite
della famiglia Foschini dopo un incidente d’auto. Questa è la storia…
“Era il 1947... mio padre viaggiava sulla Reale, vicino ad Alfonsine. Ad un
certo punto fu superato a gran velocità da una macchina americana,
magnifica, completamente insolita in quelle zone. Dopo una curva vide il
macchinone nel fossato. Era uscito di strada per schivare un ciclista e già si
era formato un capannello di passanti inferociti, che inveivano contro il
guidatore.
Tirato fuori l'uomo che era al volante, videro che affianco giaceva la moglie,
svenuta, insanguinata, gravemente ferita. Mio padre si offrì di aiutarli e portare
la donna all'ospedale. A quel punto il guidatore si presentò: sono Tito Gobbi.
In un attimo tutta la rabbia degli astanti si trasformò e partì un applauso,
perché nelle nostre zone l'opera lirica era una passione popolare e Tito Gobbi
era già una grande stella amata dai melomani”.
Sono le parole di Loredana Foschini, la figlia di Antonio Foschini, proprietario
della rinomata saccheria ravennate, che aiutò e ospitò Tito Gobbi nella sua
casa di Ravenna per i mesi necessari a far ristabilire la moglie.
“Le condizioni della donna erano gravi: commozione cerebrale, braccia rotte,
gamba rotta, al punto che non poteva essere trasportata ma doveva rimanere
in rianimazione a Ravenna. Tito Gobbi era disperato, perché sapeva che non
poteva rimanere a lungo. Allora mio padre gli diede la sua macchina per
andare a onorare i molti impegni professionali e la disponibilità della sua casa,
dove Gobbi poté andare e venire liberamente per i mesi successivi. Avemmo
così l'onore di vivere, per così dire, con questo grande cantante per un certo
tempo”.
Si ricorda quali fossero le sue abitudini, o un particolare qualsiasi che l'abbia
colpita?
“Gobbi studiava – aveva chiesto però una stanza appartata, per la sua privacy
– faceva ogni giorno un po' di vocalizzi e cantava qualche aria. Poi diceva che
bisognava mantenersi allenati fisicamente, per cui, se rimaneva almeno due o
tre giorni, si infilava dei calzoncini, una berretta e andava a fare una corsa di
un'oretta all'ippodromo (noi abitavamo proprio lì affianco).
Poiché mio padre era un melomane all'ultimo stadio, mi portava sempre
all'opera, anche quando ero piccolissima. Vidi così la Callas, Del Monaco (che
stava a Marina di Ravenna) e dissi a Gobbi, che era un uomo molto bello:
‘Come fa a trasformarsi in un uomo così brutto quando fa Rigoletto?’ e lui si
trasformò in Rigoletto in un sol gesto, davanti ai miei occhi”.
Questa era la storia di Tito Gobbi - uno dei più grandi baritoni del Novecento, il
terribile Scarpia della Tosca con la Callas nonché il primo interprete di
Wozzeck in Italia - che ha trascorso alcuni mesi a Ravenna, ospite della
famiglia Foschini, rimasta fino ad oggi sconosciuta.
Sabrina Avantario
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