Lezione 29 Novembre

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Lezione 29 Novembre
CORSO DI ARCHEOLOGIA PALEOCRISTIANA
Le origini del cristianesimo a Roma
Anno 2016
ATTRIBUTI ICONOGRAFICI DEI MARTIRI
i più ricorrenti sono la corona ed il ramo di palma, segni del combattimento vittorioso.
1. S. Giovanni Battista – pelli, agnello, bastone, spada (Marco 1,1-9; 6,17-19)
2. S. Stefano protomartire – pietre, palma, corona, libro (Atti, 6,8-15; 7,1-2; 54-60)
3. S. Pietro apostolo – chiavi, croce capovolta, gallo (Matteo 16,13-20; Giovanni 21,15-19)
4. S. Paolo ap. – spada, libro (Atti 9,1-6; 28,17-31)
5. Ss. Protomartiri Romani – croci, fuoco (Tacito, Annali XV, 44)
6. S. Mattia ap. – ascia (Atti 1,15-26)
7. S. Simone ap. – sega (Matteo 13,53-58)
8. S. Andrea ap. - croce a X (Matteo 4,18-20)
9. S. Bartolomeo ap. – coltello per scorticare (Marco 3,13-18)
10. S. Agata – tenaglie per seni tagliati
11. S. Agnese – agnello, fuoco
12. S. Apollonia – tenaglie con denti rotti, fiamme
13. S. Barbara – torre, spada, fulmine sul padre
14. S. Blandina – toro che incorna
15. S. Caterina d’Alessandria – ruota, spada
16. S. Cecilia - strumenti musicali – pentola con acqua bollente
17. S. Clemente papa – barca
18. S. Cristoforo – ascia, Gesù Bambino sulle spalle
19. S. Dorotea – fiori
20. S. Felice da Nola, confessore
21. S. Gennaro – ampolle, paramenti episcopali
22. S. Giorgio – drago, principessa
23. S. Ignazio d’Antiochia – leoni, cuore ferito, pastorale episcopale
24. S. Ippolito – cavallo e suoi finimenti
25. S. Lorenzo – graticola, elemosina, dalmatica del diacono
26. S. Lucia – occhi strappati, palma, spada
27. S. Margherita d’Antiochia - pastorella, palma
28. Ss. Perpetua e Felicita - fiere, spada, bambini
29. Ss. Quattro Coronati – scalpelli, casse di piombo
30. S. Sebastiano – palo, frecce.
INTRODUZIONE
AGLI ATTRIBUTI ICONOGRAFICI DEI MARTIRI.
Martire (greco martys, testimone) è quel cristiano che confessa apertamente la propria fede in
Dio, non rinnegandola neppure nella consapevolezza di affrontare la morte violenta: è il testimone
fedele di Cristo primo martire.
I seguaci del Signore erano coscienti che l’offerta della propria vita fosse la testimonianza
suprema richiesta dalle Scritture neotestamentarie; anche gli apostoli – ad eccezione di Giovanni furono tutti martirizzati.
Il culto dei martiri nacque nel II secolo con la venerazione, a Smirne, del corpo di S.Policarpo
nel giorno anniversario della sua morte terrena corrispondente alla nascita alla vita eterna (dies
natalis): “per la gioiosa celebrazione liturgica della sua memoria, per attingere forza e coraggio e
seguirne l’esempio”. Il colore liturgico delle feste dei martiri è il rosso, che richiama la virtù
teologale della carità vissuta in modo eroico fino all’effusione del sangue.
Gli attributi ricorrenti sono la corona ed il ramo di palma simboli di vittoria e premio, oltre allo
strumento con cui hanno subito la morte.
La descrizione dei martirii sono pervenute tramite gli Atti dei processi, le Passioni e Leggende, la
Legenda aurea di Jacopo da Varagine.
Confessore della fede (latino confessor da confiteor, dichiaro apertamente) designa colui che
durante le persecuzioni dichiara con franchezza nei tribunali la propria fede nell’unico Dio
soffrendo torture, esilio, lavori forzati ma non morte violenta.
Numerosi vescovi confessori della fede con i segni delle torture parteciparono al Concilio di
Nicea del 325; ancora nel 647 S. Massimo il confessore venne condannato all’amputazione della
lingua e della mano destra per aver difeso l’ortodossia della fede.
Cristo primo martire è qualificato: “testimone fedele che ci ha lavati con il suo sangue dai nostri
peccati” (Apocalisse I,5).
A Gerusalemme negli anni 36-43 circa la giovane comunità è attaccata con ostilità. Pietro e
Giovanni sono imprigionati (Atti 4,1-22); Pietro è imprigionato una seconda volta (At XII,3-19);
Stefano è lapidato (Atti 7,54-60); Giacomo il Maggiore fratello di Giovanni è decapitato così come
Giovanni il Minore (Atti 12,1-2); i primi credenti dispersi.
Gerusalemme li perseguita, Roma li accoglie.
Scrive Pietro apostolo nella sua 1.a Lettera al cap. 4,17, sotto il principato di Nerone: “Carissimi,
non siate sorpresi per l’incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come
se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo,
rallegratevi….Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo. Nessuno di voi abbia a soffrire
come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano non ne arrossisca;
glorifichi anzi Dio per questo nome…”.
Scrive Paolo apostolo (Ebrei 10,39): “I cristiani hanno preso coscienza dell’intima relazione che
esiste tra l’adesione alla fede in Dio e le ingiurie e le persecuzioni; ma noi non siamo di quelli che
indietreggiano a loro danno, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima”. “Anche noi
siamo chiamati a resistere “fino al sangue”.
Marco evangelista, discepolo di Pietro, riporta le parole di Gesù: “Se qualcuno vuole venire
dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la
propria vita la perderà ma chi la perderà per causa mia e del vangelo la salverà.” (Marco 8,34-35).
Matteo evangelista così scrive dell’ottava beatitudine pronunciata da Gesù: “Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti
perseguitarono i profeti che furono prima di voi.” (Matteo 5,11-12).
Nell’Impero Romano il cristianesimo era “religione illecita” e le conseguenze
conducevano i fedeli di Cristo fino alla morte per il solo fatto di essere tali.
Qualcuno però poneva interrogativi, come Plinio il giovane, Governatore del Ponto ed
uomo di cultura moderato, che nel 111 scrive all’ottimo principe come era definito Traiano:
“Mi chiedo se si punisce il nome di cristiano in assenza di colpe, o le colpe che il nome
implica”.
DIZIONARIETTO DEGLI ATTRIBUTI ICONOGRAFICI DEI MARTIRI E DEI SANTI
per stimolare la ricerca dei santi e dei martiri raffigurati nelle immagini sacre
AGNELLO: Gesù; In piedi con il vessillo di vittoria: il Risorto.
ANELLO episcopale: vescovo sposo della Chiesa
ANGELO o figura umana: S. Matteo evangelista
ANIMALI MOSTRUOSI: satana e demoni
AQUILA: S. Giovanni evangelista
AUREOLA circolare crociata: Gesù Cristo
AUREOLA circolare d’orata: santa o santo
AUREOLA quadrata: personaggio vivente al momento di esecuzione dell’immagine
BAMBINI e GIOVANI: santo educatore
BAMBINI UCCISI: strage degli Innocenti
BASTONE PASTORALE: vescovo
BUE: S. Luca evangelista
CALICE: S. Giovanni apostolo
CARTIGLIO: scrittori biblici
CHIAVI del regno dei cieli: S. Pietro e papi
COLTELLO: strumento di martirio di S. Bartolomeo apostolo
CONCHIGLIA: segno della risurrezione del corpo
CORONA dei martiri: segno del loro combattimento vittorioso
CROCE capovolta: strumento di martirio di S. Pietro
CROCE a X: strumento di martirio di S. Andrea
CUORE INFIAMMATO: S. Francesco di Sales
ETNIE: missionario evangelizzatore
FANCIULLI: santo educatore
FRECCE: strumento di martirio di S. Sebastiano
FUOCO: strumento di martirio di S. Agnese
GALLO: segno del risveglio della fede in S. Pietro
GIGLIO bianco: segno della purezza dei/delle vergini
GAMBE PIAGATE: S. Rocco
GRATICOLA: strumento di martirio di S. Lorenzo
LEONE: S. Marco evangelista
LIBRO: Autori biblici e Dottori della Chiesa
MADRE e FIGLIA: S. Anna madre della Vergine Maria
MALATI: operatori di misericordia
MANTELLO diviso: S. Martino di Tours
MITRA o MITRIA: copricapo di papi e vescovi
MODELLINO di chiesa: fondatori di nuove diocesi e costruttori di templi
PELLE di cammello: S. Giovanni Battista
POVERI: operatori di misericordia
RAMO di palma dei martiri: segno di combattimento vittorioso
RUOTA: strumento di martirio di S. Caterina d’Alessandria
SASSI: strumenti del Martirio di S. Stefano primo martire
SCALPELLO: Santi Quattro Coronati
SEGA e BANCO di FALEGNAME: S. Giuseppe patrono dei papà
e dei lavoratori
SCETTRO e corona segni regali: S. Davide, S. Stefano d’Ungheria S. Luigi IX di Francia
SPADA: strumento di decollazione
STIMMATE: S. Francesco d’Assisi, S. Caterina da Siena, S. Gemma Galgani, S. Pio
STOLA: sacerdoti
TAU: nell’A.T. prefigura la croce di Gesù Cristo
TAVOLETTA col monogramma JHS: S. Bernardino da Siena
TESCHIO: anacoreti in meditazione
TIARA: pontefici.
ATTRIBUTI ICONOGRAFICI DEI SANTI
1. S. Giuseppe custode del Redentore: ramo secco fiorito, strumenti da falegname(Luca 2,15-16;
3,23-24,31; 4,21-22)
2. S. Antonio abate, monaco: bastone, animali, teschio
3. S. Benedetto da Norcia, monaco : libro della regola, fascio di verghe
4. S. Simeone stilita, monaco - colonna su cui sedeva per evangelizzare e confessare
5. S. Agostino, vescovo e padre della Chiesa: buca, libro, mitria, pastorale
6. S. Ambrogio, vescovo e padre della Chiesa: libro, staffile, mitria
7. S. Martino di Tours, operatore misericordia dei poveri: mantello diviso, pastorale
8. S. Vincenzo de’ Paoli, operatore misericordia dei poveri: i poveri assistiti
9. S. Camillo de’ Lellis, operatore misericordia dei malat: i malati assistiti
10. S. Teresa d’Avila, mistica: estasi, freccia nel cuore
11. S. Caterina da Siena, mistica: estasi, giglio, stimmate
12. S. Ignazio di Loyola, fondatore ordine religioso: libro della regola, stemma JHS
13. S. Gaetano da Thiene, fondatore e sacerdote: camice, stola, libro
14. S. Francesco Saverio, missionario: crocifisso, nave, popolazione indigena
15. S. Giuseppe Calasanzio, educatore: fanciulli educandi
16. S. Rocco, pellegrino: bordone con simboli, bubbone peste, cane con pane, angelo
17. S. Paolino da Nola, vescovo: paramenti episcopali
18. S. Paride, vescovo: mitria, pastorale.
LETTURA DELLE OPERE DI ARTE CRISTIANA
1. L’Annunciazione – Luca 1,38
2. Ascensione – Luca 24,50-53; Atti 1,6-11
3. Il Buon Pastore – Giovanni 10,14-15
4. Il figliolo prodigo – Luca 15,11-32
5. Cristo e l’adultera – Giovanni 8,3-11
6. Lavanda dei piedi – Giovanni 13,1-15
7. Madonna di misericordia
8. Maria Maddalena – Luca 7,36-8,2; Giovanni 20,1; Gv 18
9. Nozze di Cana – Giovanni 2,1-11
10. Cristo Pantocratore
11. La Pentecoste – Atti 2,1-11
12. La Trinità – Giovanni 16,12-15.