3. Il Colle ed il Castello di Mattarella
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3. Il Colle ed il Castello di Mattarella
La sua Storia 3. Il colle e il castello di Mattarella Il colle di Mattarella, a sud di Domodossola, si eleva di circa 150 m. sul piano della valle, raggiungendo i 413 m. Da esso si ammira una straordinaria e completa vista di Domodossola e di tutta la conca di monti che la circonda, nella quale si aprono le valli Bognanco, Divedro, Antigorio-Formazza e Vigezzo. La sua amena posizione ha attirato fino da epoca preistorica l’interesse dei primi abitatori dell’Ossola. Vi possiamo infatti trovare chiari segni di quella sacralità che troPanorama del Colle di Mattarella con gli edifici del Sacro Monte, verà il suo completamento e la la città di Domodossola e le sue valli sua esaltazione con la costruzione del Santuario del SS. Crocefisso. Vanno segnalati anche questi segni di una religiosità che merita rispetto, perché ha senza dubbio un alto significato spirituale ed umano. Una roccia emergente all’interno dell’antica cerchia muraria e nell’attuale giardino evidenzia la sua sacralità con la presenza di “coppelle”, piccole cavità fatte manualmente ma su probabile indicazione lasciata dai fulmini, il fuoco celeste, che ha colpito ripetutamente la roccia emergente e che in tal modo diveniva sacra. Esse, debitamente esaugurate, servivano ad accogliere anche offerte in natura e il sangue di vittime sacrificali. Su questa roccia sacra compaiono anche i segni incisi dei così detti “affilatoi”. Ma sarebbe errato, perché non consono allo stile della religione antica, pensare che questi segni siano dovuti al banale uso di affilare meccanicamente le armi per le quali poteva meglio servire una qualunque pietra dura, mentre il farlo su una roccia sacra poteva essere considerato un “sacrilegio”. Il ripetuto sfregamento delle armi sulla roccia sacra aveva ben altro fine: quello di derivare e fare assorbire dalle armi poste a contatto con essa la sacralità e quindi quella forza ed efficacia che ad essa erano state comunicate e impresse dal fuoco celeste. Siamo sulla stessa linea interpretativa degli scivoli che segnano quelle rocce e che erano frequentate perché si intendeva derivare da esse mediante il contatto la desiderata fecondità. E non è neppure da ritenere casuale che proprio su questa roccia emergente poco dopo il 1000 sia sorta una costruzione sacra cristiana, il tempietto rotondo, i cui resti ci inducono a classificarlo come un Battistero romanico. Resti del probabile Battistero romanico del 1014 Sua ricostruzione ideale Abitato in epoca antichissima, il colle di Mattarella ebbe probabilmente il nome da un santuario pagano dedicato alle Matrone. Su questo santuario sorse successivamente una chiesa dedicata a Maria, la vera Madre di Dio. Un frammento di lapide marmorea del 539 d.C., inclusa nella costruzione della lunga cortina medievale del castello che domina sulla parte alta del colle, ci induce a credere che questa supposizione ha seri motivi di essere vicina alla verità. Inoltre, l’esistenza di una chiesa paleocristiana, il cui ricordo è rimasto nella tradizione locale, fu confermata dal ritrovamento nel 1701 di una vasta chiesa biabsidata, anteriore al castello, nel luogo dove sorse l’attuale cappella della Risurrezione sulla sommità del colle all’estremità settentrionale della grande cortina. Si possono inoltre individuare all’estremità meridionale della medesima cortina alcuni tratti di muro di una costruzione coperta un tempo da una grande volta, probabilmente un’esedra, che si apre a Sud, poi inserita nel castello, che può risalire ad epoca romana; così come al medesimo tempo risalgono i frammenti di mattoni e tegoloni a risvolto e frammenti di ceramica e di recipienti di pietra ollare rinvenuti in scavi occasionali. Il materiale è raccolto in una piccola vetrina-museo unitamente a quello risalente ad epoca successiva, longobarda e medioevale. Dopo questi Lapide paleocristiana rinvenuta primordiali fasti religiosi il colle di Mattarella propone alla storia quelli al Sacro Monte Calvario soprattutto militari. Il colle di Mattarella fu occupato militarmente o già durante la dominazione bizantina o al più tardi in epoca longobarda (sec. VII), e su di esso fu costruito un vasto castello che lungo i secoli subì ripetuti assalti e devastazioni. Si ha memoria di ritrovamenti all’interno della cerchia muraria di «tombe coperte da lastre di pietra, ed entrovi scheletri di guerrieri con dardi, spade e lancie». Il castello di Mattarella ebbe anche la funzione di capitale militare ed amministrativa dell’Ossola superiore. Fu sede della “giudicaria” longobarda e del conte palatino franco che ebbero il governo dell’Ossola fino al secolo XI. Ricostruzione della sezione e del profilo del castello di Mattarella all'epoca del suo massimo sviluppo (sec. XIV) Nel 1014 l’imperatore Enrico di Sassonia, donando il Comitato ossolano alla Chiesa di Novara per i meriti del vescovo Pietro III, trasmise automaticamente anche la proprietà del castello di Mattarella, dove il Vescovo di Novara ebbe il suo palazzo e la curia temporale. Pare di poter attribuire al primo Vescovoconte dell’Ossola l’ingrandimento e rinnovo delle strutture del castello e la costruzione del Battistero sulla roccia sacra sopra ricordata, per il servizio della Pieve di Oxila (detta poi Domodossola). Questa allora comprendeva tutto il territorio soggetto alla giurisdizione temporale del Vescovo in Ossola cioè l’intera Ossola superiore con le sue “pertinenze”, cioè le vallate di Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio-Formazza, Vigezzo e la valle maggiore ossolana da Villadossola in su. Il Vescovo intendeva in tal modo offrire un nuovo e importante punto di riferimento al suo dominio e insieme un rifugio e per i fedeli della Pieve di Oxila. I resti di questo battistero mostrano chiari segni dello stile romanico dell’epoca in cui fu costruito. In vicinanza di esso, dove ora c’è il laghetto del giardino, esisteva una piccola ma preziosa sorgente naturale e un pozzo. Il primo documento scritto che ricorda il Castello di Mattarella è un diploma dell’imperatore Federico Barbarossa del 3 Gennaio 1154 in cui ne riconosce il possesso al Vescovo di Novara Guglielmo Tornielli. Il castello di Mattarella funge da baluardo militare dell’Ossola superiore e resta di proprietà dei Vescovi di Novara fino alla fine del secolo XIV. Nel 1381, passata l’Ossola per spontanea dedizione sotto il potere dei Visconti, anche il castello di Mattarella divenne dominio del L'ingresso della cerchia interna delle Ducato di Milano e, con alterne vicende, mantenne le sue funzioni somura del Castello di Mattarella prattutto militari fino al 1415 quando gli Svizzeri, scesi dai passi alpini ad occupare l’Ossola, lo smantellarono quasi completamente distruggendo il palazzo episcopale, le cerchie murarie e le torri più importanti e lasciandovi solo qualche mozzicone e un gran mucchio di macerie. La desolazione e la rovina regnarono per oltre due secoli sulle macerie dell’antica fortezza invase dalle spine e dai serpenti. Dopo la distruzione del 1415 e le demolizioni successive, restano visibili dell’antica fortezza solo alcune tracce, sebbene significative. La torre posta sulla cuspide del monte si mostra ancora imponente, sebbene abbia perduto la parte superiore delle baltresche e del cammino di ronda con il tetto.Ben conservata è la lunga cortina, l’unica rimasta, che difendeva la parte superiore e agli estremi di essa due torri e fortini di difesa, dei quali il meglio conservato è quello posto all’estremo della grande cortina, verso Est, costruito all’inizio del secolo XV e fornito di feritoie per Resti della torre e parte della cortina interna del castello di Mattarella bombarde, dove si apre anche una porta d'accesso. Del resto del castello, e soprattutto delle torri più massicce poste all’entrata, dove è attualmente la X Cappella della Via Crucis e il palazzo vescovile posto dove ora è la chiesa del Santuario e la Casa dei PP. Rosminiani, non resta che qualche traccia delle fondazioni, essendo questi edifici, già rovinati, divenuti cava di materiale per le nuove costruzioni del Santuario e del Convento dei PP. Cappuccini sottostante. La decisione di porre sul colle di Mattarella, fra le rovine della fortezza, il santuario del SS. Crocefisso dava il via ad una nuova storia del colle i cui fasti legati alla religione avrebbero superato in grandezza quelli precedenti risonanti di epiche gesta guerriere. Invece del La croce luminosa che si erge dal garrire di bandiere sui pennoni delle torri, il popolo ossolano avrebbe 1955 sulla fortezza del Castello mirato sul colle la croce, il “vexillum Regis” del Redentore.