Relazione Paesistica Comune di Casnate con Bernate 0

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Relazione Paesistica Comune di Casnate con Bernate 0
Relazione Paesistica
Comune di Casnate con Bernate
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Studio tecnico arch. Marielena Sgroi
Relazione Paesistica
Comune di Casnate con Bernate
Premessa
L’esame del territorio comunale da un punto di vista paesistico ha comportato
delle indagini molto approfondite in considerazione del grado di sensibilità del
comune, anche rispetto al contesto ambientale circostante.
In prim’ordine sono state verificate le previsioni ed indicazioni contenute nei piani
sovraordinati: Piano Territoriale Paesistico Regionale, Piano Territoriale di
coordinamento provinciale in materia paesistico - ambientale.
Successivamente sono state approfondite le tematiche ambientali, considerando
il territorio comunale rispetto al contesto ambientale circostante.
1 - Previsioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale
1.1.a – Piano Territoriale Paesistico Regionale – P.T.P.R.
Il P.T.P.R. inserisce il territorio del comune di Casnate con Bernate nell’ambito di
“fascia collinare”.
Gli indirizzi di tutela previsti dal P.T.P.R. per l’ambito collinare riguardano in
particolare:
Fascia collinare
3.1 PAESAGGI DELLE COLLINE E DEGLI ANFITEATRI MORENICI
Paesaggio caratterizzato dalla deposizione di materiali morenici che con ampie arcature
concentriche cingono i bacini inferiori dei principali laghi. Caratteristica è anche la presenza di
piccoli laghi rimasti chiusi da sbarramenti morenici, di torbiere e superfici palustri. La vicinanza di
questo ambito all’alta pianura industrializzata, da cui è sovente indissociabile, ne ha fatto,almeno
nei settori più intimamente legati all’espansione metropolitana, un ricetto preferenziale di residenze
e industrie ad elevata densità.
INDIRIZZI DI TUTELA
Vanno tutelati la struttura geomorfologica e gli elementi connotativi del paesaggio agrario. Sulle
balze e sui pendii è da consentire esclusivamente l’ampliamento degli insediamenti esistenti, con
esclusione di nuove concentrazioni edilizie che interromperebbero la continuità del territorio
agricolo.
Va inoltre salvaguardata, nei suoi contenuti e nei suoi caratteri di emergenza visiva, la trama storica
degli insediamenti incentrata talora su castelli, chiese romaniche e ricetti conventuali aggreganti gli
antichi borghi.
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Indirizzi di tutela
Aspetti particolari
Colline
Le colline che si elevano sopra l’alta pianura
costituiscono i primi scenari che appaiono a
chi
percorre
le
importanti
direttrici
pedemontane. Il paesaggio dell’ambito
raggiunge elevati livelli di suggestione
estetica anche grazie alla plasticità di questi
rilievi.
Ogni intervento di tipo infrastrutturale che
possa modificare la forma delle colline
(crinali dei cordoni morenici, ripiani, trincee,
depressioni intermoreniche lacustri o
palustri, etc.) va escluso o sottoposto a
rigorose verifiche di ammissibilità. Deve
anche essere contemplato il ripristino di
situazioni deturpate da cave e manomissioni
in genere.
Vegetazione
Si assiste in questi ambiti ad una articolata ed
equilibrata composizione degli spazi agrari e
di quelli naturali, con aree coltivate nelle
depressioni e sui versanti più fertili e aree
boscate sulle groppe e i restanti declivi. Un
significato particolare di identificazione
topologica riveste poi l’uso di alberature
ornamentali.
Vanno salvaguardati i lembi boschivi sui
versanti e sulle scarpate collinari, i luoghi
umidi, i siti faunistici, la presenza, spesso
caratteristica, di alberi o di gruppi di alberi di
forte connotazione ornamentale (cipresso,
olivo).
I laghi morenici
I piccoli bacini lacustri, che stanno alla base
dei cordoni pedemontani, rappresentano
segni evidenti della storia geologica nonché
dell’immagine culturale della Lombardia. Non
sono poi da dimenticare le numerose
presenze archeologiche che spesso li
caratterizzano.
I piccoli bacini lacustri che stanno al piede
dei
cordoni
pedemontani
sono
da
salvaguardare integralmente, anche tramite
la previsione, laddove la naturalità si
manifesta ancora in forme dominanti, di
ampie fasce di rispetto dalle quali siano
escluse l’edificazione e/o le attrezzature
ricettive
turistiche
anche
stagionali
(campeggi, posti di ristoro, etc.).
Paesaggio agrario
La struttura del paesaggio agrario collinare è
spesso caratterizzata da lunghe schiere di
terrazzi che risalgono e aggirano i colli, rette
con muretti in pietra o ciglionature. Sulle
balze e sui pendii si nota la tendenza ad una
edificazione sparsa, spesso nelle forme del
villino, del tutto avulso dai caratteri
dell’edilizia rurale, ricavata sui fondi dagli
stessi proprietari.
Occorre, innanzitutto, frenare e contrastare
processi di diffusa compromissione dei
terrazzi e delle balze, tramite il controllo
delle scelte di espansione degli strumenti
urbanistici. Occorre, poi, promuovere studi
specificamente finalizzati alla definizione di
criteri e regole per la progettazione edilizia
nelle aree rurali, anche recuperando
tecniche e caratteri dell’edilizia tradizionale.
Eguale cura va riposta nella progettazione di
infrastrutture, impianti e servizi tecnologici,
che risultano spesso estranei al contesto
paesistico e talvolta, inoltre, richiedono
rilevanti fasce di rispetto, intaccando porzioni
sempre più vaste di territori agricoli integri.
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Gli insediamenti esistenti
Sono prevalentemente collocati in posizione
di grande visibilità e spesso caratterizzati
dalla presenza di edifici di notevole qualità
architettonica.
Le ville, i giardini, le architetture isolate
La vicinanza ai grandi centri di pianura ha
reso queste colline fin dal passato luogo
preferito per la villeggiatura, dando luogo ad
insediamenti di grande valore iconico,
spesso, purtroppo, alterati da edilizia recente
collocata senza attenzione alla costruzione
antica dei luoghi. La caratteristica peculiare di
questi
insediamenti
è
di
costituire,
singolarmente, una unità culturale villa e
annesso parco o giardino e, nel loro insieme,
un sistema di elevata rappresentatività e
connotazione dell’ambito paesistico.
Gli elementi isolati caratterizzanti i sistemi
simbolico - culturali
Si tratta di piccoli edifici religiosi (santuari,
oratori campestri, tabernacoli, “triboline”
cappelle votive), manufatti stradali (ponti,
cippi, etc.).
I fenomeni geomorfologici
Come nella fascia prealpina anche qui la
giacenza di fenomeni particolari (trovanti,
orridi, zone umide, etc.) costituisce un valore
di ulteriore qualificazione del paesaggio con
evidente significato didattico.
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Gli interventi edilizi di restauro e
manutenzione in tali contesti devono ispirarsi
al più rigoroso rispetto dei caratteri e delle
tipologie edilizie locali. Tutti gli interventi di
adeguamento tecnologico (reti) e, in genere,
tutte le
opere
di pubblica
utilità,
dall’illuminazione pubblica all’arredo degli
spazi pubblici, alle pavimentazioni stradali,
all’aspetto degli edifici collettivi devono
ispirarsi a criteri di adeguato inserimento.
La grande rilevanza paesistico-culturale del
sistema giardini – ville – parchi – architetture
isolate, impone una estesa ed approfondita
ricognizione dei singoli elementi che lo
costituiscono,
considerando
sia
le
permanenze che le tracce e i segni ancora
rinvenibili di parti o di elementi andati
perduti. La fase ricognitiva, che non può
essere elusa, prelude alla promozione di
programmi di intervento finalizzati alla
conservazione e trasmissione del sistema
insediativo e delle sue singole componenti,
restituendo, ove persa, dignità culturale e
paesistica ed edifici, manufatti, giardini ed
architetture vegetali.
Va promossa la rilevazione e la tutela di tutti
questi elementi “minori” che hanno formato e
caratterizzato storicamente il connettivo dei
più vasti sistemi territoriali e segnano la
memoria dei luoghi.
Tali fenomeni particolari vanno censiti, e
vanno promosse tutte le azioni atte a
garantirne la tutela integrale, prevedendo
anche, ove necessario, l’allontanamento di
attività che possano determinarne il degrado
e/o la compromissione, anche parziale. Va
inoltre garantita, in generale, la possibilità di
una loro fruizione paesistica controllata
(visite guidate, visibilità da percorsi pubblici
o itinerari escursionistici … ).
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Il P.T.P.R. colloca il comune di Casnate con Bernate all’interno dell’ambito di
criticità “Canturino”, che insieme agli ambiti di criticità “Valle Olona e Val Morea,
Val d’arno”, “Brianza Orientale della Martesana o dell’Adda” e “Colline di San
Colombano”, appartiene alla categoria 1.B “Territori geograficamente e/o
culturalmente unitari amministrativamente collocati in più provincie e parzialmente
nell’ambito di Parchi costituiti”.
Gli ambiti di criticità vengono definiti dal P.T.P.R. come ambiti territoriali, di varia
estensione, che presentano particolari condizioni di complessità per le specifiche
condizioni geografiche e/o amministrative o per la compresenza di differenti
regimi di tutela o, infine, per la particolare tendenza trasformativa non adeguata
allo specifico assetto paesistico.
L’ambito di criticità “Canturino” viene definito come ambito che per la presenza di
molteplici infrastrutture (autostrade, ferrovie, strade statali) e per l’originaria
residua qualità dell’ambiente naturale, richiede che la pianificazione
sovraccomunale definisca obiettivi e modalità di assetto territoriale tali da
contemperare la tensione trasformativa locale con la tutela di continuità paesistica
ancora recuperabile come elemento qualificante di un complessivo disegno
strutturale.
1.1.b – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – P.T.C.P
Il Piano Provinciale di Como inserisce il territorio di Casnate con Bernate
nell’Unità Tipologica di Paesaggio n° 26 – COLLINA CANTURINA E MEDIA
VALLE DEL LAMBRO.
Di seguito viene riportato quanto scritto, in riguardo, nella relazione al P.T.C.P.
della Provincia di Como:
Sintesi dei caratteri tipizzanti
L’amplissimo settore della provincia di Como posto a sud delle direttrici Como –
Varese e Como – Lecco, genericamente denominato con il termine “Brianza”, è
caratterizzato da un assetto paesaggistico sostanzialmente omogeneo e
significativamente differente dai precedenti. Percepibili differenze nella struttura
paesaggistica suggeriscono tuttavia di suddividere l’area briantea collinare in due
settori, convenzionalmente disgiunti all’altezza della Strada Statale dei Giovi.
L’unità di paesaggio è ripartibile in tre zone geomorfologiche: i terrazzi antichi, i
terrazzi recenti e le valli fluviali escavate. L’ambiente dei terrazzi antichi si
distingue per il grado di povertà e acidità dei suoli, argillosi e rossastri, dovuti ad
alterazione profonda (“ferrettizzazione”) dei depositi fluvioglaciali, risalenti al
Pleistocene inferiore. La vegetazione naturale potenziale è rappresentata da
boschi acidofili di farnia e rovere, spesso accompagnati da betulla e pino
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silvestre. Il sistema dei terrazzi recenti corrisponde agli affioramenti dei depositi
alluvionali, fluviali e fluvioglaciali del Pleistocene medio e superiore. La
vegetazione potenziale è rappresentata da querceti con farnia e carpino bianco.
Di notevole interesse è la permanenza in tale ambito di residui lembi di brughiera
(le cosiddette “baragge”), relitti di una ben più ampia diffusione in epoca passata.
Particolare significato ai fini della conservazione della biodiversità possiedono le
rare zone umide, non di rado localizzate in coincidenza di aree con cessata
attività di cavazione dell’argilla. Il sistema delle valli fluviali comprende infine
ambienti di forra, generalmente incisi nell’arenaria (localmente detta “molera”) e
nella formazione conglomeratica del Ceppo. La vegetazione potenziale è
rappresentata da saliceti arbustivi e populo-saliceti a salice bianco.
Nella realtà odierna dei fatti, l’intera unità di paesaggio presenta un forte carico
insediativo, con fitte maglie infrastrutturali e densità di popolazione tra le più
elevate d’Europa, che ha corroso e consumato il territorio, celandone e/o
banalizzandone l’assetto strutturale. Piuttosto comune è l’esperienza di non
riconoscere i confini di un paese rispetto all’altro perché tutto è omogeneizzato in
una crescente uniformità del paesaggio costruito. La vegetazione stessa risulta
significativamente distante dall’assetto potenziale, essendo in gran parte
dominata da boschi di robinia e frequentemente invasa da essenze originarie di
altre regioni biogeografiche. La situazione di elevato rischio di perdita dei valori
paesaggistici nella quale versa da tempo l’unità do paesaggio giustifica senz’altro
l’inserimento della stessa tra gli “ambiti di criticità” del PTPR.
Tracce di alberature di pregio permangono talvolta nei parchi delle ville,
storicamente insediate con il possesso delle visuali e il tracciato dei viali
dall’altura al piano. Più in generale il paesaggio “relitto” è caratterizzato dagli
insediamenti di colle e da scorci panoramici sugli orizzonti montani circostanti. Tra
le aree meno alterate sotto il profilo ambientale, vere e proprie “terre di risulta”
nelle quali è ancora possibile distinguere in parte i tratti dell’originaria struttura
paesaggistica del territorio, possono essere citate:
 Il Sito di Interesse Comunitario Palude di Albate, che si estende in una
depressione paludosa chiusa da un cordone morenico e il cui sottosuolo
comprende un deposito di torba sfruttato sino a mezzo secolo fa. Nelle
zone più depresse la vegetazione passa dalla prateria umida al fragmiteto
e a interessanti boschi di salicone e ontano nero;
 Il Bosco di Brenna, collocato su un antico ripiano diluviale inciso dalla
Valle del Terrò che ospita l’importante insediamento di Fabbrica Durini.
Esso costituisce il cuore parte del più vasto nucleo forestale della collina
comasca orientale, con prevalenza di una densa copertura a latifoglie
miste;
 Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale Brughiera Briantea, ubicato
in un contesto agro-forestale con suoli ferrettizzati e interessanti brughiere
relitte;
 Il fontanile tutelato dalla Riserva Naturale Fontana del Guercio;
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
Il Parco Regionale della Valle del Lambro nel tratto a sud dei laghi
intermorenici, ricco di zone umide, meandri ed affluenti (le cosiddette
Bevere), entro i confini del quale si colloca anche il monumento naturale
dell’Orrido di Inverigo.
I centri principali attorno ai quali gravitano i comuni di quest’area sono Cantù e
Mariano Comense. Vicende storiche hanno segnato questo territorio, in
particolare quelle legate alla guerra tra Como e Milano occorsa tra l’XI e il XIII
secolo, delle quali furono testimonianza castelli e borghi fortificati dei quali oggi si
conserva solo qualche rudere. Tra gli esempi di architetture fortificate si ricorda in
particolare il castello di Carimate, posto in posizione strategica per il controllo
delle strade verso il nord, che fu eretto nel 1345 su una preesistenza e
pesantemente restaurato in forme neogotiche sul finire dell’800.
Diverse zone, per la loro felice posizione, sono state caratterizzate fin dal
Rinascimento dalla presenza di ville suburbane, ma è soprattutto tra il ‘700 e l’800
che esse diventano meta di villeggiatura. Ancora oggi nel tessuto indifferenziato
degli abitati sono riconoscibili alcune ville di nobili famiglie: tra le altre, Villa
Vismara Calvi a Carimate, Villa Carcano ad Anzano, Villa Perego, la Rotonda e
palazzo Crivelli ad Inverigo. Grandi esempi di architetture religiose, come
l’Abbazia di Vertemate e le chiese in Galliano, a Cantù, restano tuttora indiscussi
capolavori di arte lombarda.
Sino a qualche decennio fa il paesaggio era caratterizzato anche dalla presenza
di edifici rurali, cascine e casolari, talvolta soluzioni a metà tra la casa di
villeggiatura e l’azienda agricola. Oggi tali elementi sono presenti in numero
ridotto o vertono in condizioni precarie, ma permettono ancora di osservarne i
caratteri originali, quali ad esempio la tipologia a corte, la presenza di logge, l’uso
del mattone come materiale predominante. Più difficile è scovare qualche mulino,
un tempo edifici largamente diffusi e la cui testimonianza si trova in alcuni
toponimi (la Valle dei Mulini a Fino Mornasco).
Landmarks di livello provinciale
Palude di Albate-Bassone
Abbazia di Vertemate
Castello di Carimate
Chiesa di San Vincenzo e basilica di San Giovanni in Galliano a Cantù
Insediamento di Fabbrica Durini
Fontana del Guercio
Ville Crivelli e “La Rotonda” ad Inverigo
Orrido di Inverigo
Meandri ed ambienti riparali del Fiume Lambro
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Principali elementi di criticità
Perdita di valore del paesaggio per la progressiva e non controllata
espansione dell’edificato residenziale e produttivo
Interruzione dei corridoi ecologici
Presenza di specie estranee al contesto ecologico
Il Piano Provinciale evidenzia per il comune di Casnate con Bernate le seguenti
emergenze e criticità:
Istituti di tutela faunistico-venatoria
• Oasi di Protezione del Bassone
Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante – RIR
• Stabilimento industriale “Liquigas”
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2 – Vincoli ambientali, paesaggistici e culturali
In via preliminare allo studio paesistico del territorio comunale, è stato necessario
accertare la presenza di vincoli ambientali e strutturali presenti sul territorio
comunale e determinati da normative e leggi che tutelano la salvaguardia
dell’ambiente.
Tali vincoli sono stati rappresentati nella tavola “5 - Vincoli “, scala 1:5.000 e
vengono di seguito illustrati:
Vincoli ambientali:
1 – Sito di Ineresse Comunitario – SIC della Palude di Albate (IT 202003)
2 – Piano Cave Provinciale ATE G15 – Cava di escavazione
(area estrattiva ed area di recupero)
3 – RIR “Liquigas” – D.M. 09.05.2001 e art. 6 e 8 del D. Lgs. n° 334/99
(fascia di rispetto)
4 – Fascia di rispetto delle acque pubbliche
(D. Lgs. n° 42/2004, art. 142, comma 1, lettera c, 150 mt)
•
Torrente Seveso (n° 84)
•
Rio Acquanegra (n° 88)
5 – Aree Boscate
(D. Lgs. n° 42/2004, art. 142, comma 1, lettera g)
6 – Tutela Archeologica
(D. Lgs. n° 42/2004)
•
Bernate, località Prato Pagano (Spada di Bronzo)
•
Bernate, località Prato Pagano (Tombe romane)
•
Bernate, fondo Rosales – Cigalini (Tombe romane)
•
Bernate, località Rosales (Tracciato stradale – presunto – di età romana)
•
Strada verso Como (Tombe romane – ora al Museo di Milano)
7 – Tutela Monumentale
(D. Lgs. n° 42/2004)
•
Contrada della Torre – vicolo della contrada della piazzetta - Villa con
antica Torre e piccolo parco già Parravicini ora Moretti
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Vincoli strutturali:
1 – Punti di captazione acqua potabile e relative zone di rispetto
(D. Lgs. n° 258/2000): zona di tutela assoluta (10 m) e zona di rispetto (200 m)
•
Pozzo in zona boschiva vicino alla ferrovia
•
Porzione fascia di rispetto pozzo in comune di Albate
2 – Studio del Reticolo Idrico Minore (fascia 10/4 metri)
(Approvato con Deliberazione del C.C. n° 9 del 02.0 3.2006)
3 – Studio Geologico Comunale – già approvato in fase di revisione per gli ambiti di
esondazione del Torrente Seveso
4 – Perimetro centro abitato
(D. Lgs. n° 285 del 30.04.1992 e s.m.i.;
Deliberazione Giunta Comunale n° 724 del 30.12.1993 )
5 – Perimetro centro edificato
(Legge n° 865/71, art. 18)
6 – Fascia di rispetto ferroviaria
(L.R. 12/2005, art. 102 bis
BURL n° 51 del 15.12.2008 – DGR n° 8/8579 del 03.12 .2008)
7 – Fascia di rispetto e linea di arretramento stradale
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3 – Le analisi effettuate
In base alle linee guida approvate con D.G.R. n° 7/ 11045 del 08.11.2002 –
Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, sono state svolte
le analisi paesaggistiche del territorio comunale e del contesto territoriale in cui il
comune di Casnate con Bernate è inserito.
3.1 – Il territorio
Al fine di poter dare un giudizio complessivo relativamente alla sensibilità del
paesaggio sono stati presi in considerazione tre diversi ambiti di indagine: quello
morfologico – strutturale, la valutazione vedutistica legata alla panoramicità, la
simbologia legata ad avvenimenti storici e leggendari.
Le indagini svolte non si sono limitate al contesto dell’ambito territoriale
esaminato, ma hanno avuto riferimento ad uno spazio più ampio, considerando
anche il territorio circostante.
3.2 - Valutazione morfologico strutturale
L’abitato di Casnate con Bernate, borgo agricolo delle colline comasche, è
ubicato in bella posizione sulle alture interne dell’anfiteatro morenico che si trova
a sud di Como. Si estende su una superficie di 5,35 kmq e confina con i comuni di
Como, Senna Comasco, Cucciago, Fino Mornasco, Luisago e Grandate.
Il territorio comunale, localizzato in prossimità del capoluogo Como, è ubicato
nella fascia pedemontana di cintura del capoluogo di provincia ed è compreso tra
i 266 e i 352 metri sul livello del mare.
Le morfologie moreniche
Nel contesto del paesaggio collinare la morfologia morenica, ultima scoria dei
movimenti glaciali quaternari, assume una precisa individualità di forma e di
struttura.
L’originalità di questo ambito, che si distingue da quello delle colline
pedemontane di formazione terziaria, attiene sia alla conformazione planimetrica
e altitudinale con elevazioni costanti e non eccessive, sia alla costituzione dei
suoli (in genere ghiaiosi) e alla vegetazione naturale e di uso antropico.
Nel territorio comunale di Casnate con Bernate sono infatti presente alcune
culminazioni collinari, separate da ampie depressioni.
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Aree boscate
Le aree boscate presenti nel territorio comunale sono costituite per lo più da
essenze di querce, carpini e robinie. Non è raro trovare nelle zone più umide
salici, ontani e pioppi.
Le tipologie ed il valore delle aree boscate è stato attribuito nell’ambito degli studi
agronomici e degli habitat.
I corsi d’acqua
Sono due i principali corsi d’acqua presenti nel territorio comunale: il Torrente
Seveso ed il Rio Acquanegra. Una serie di altri corsi d’acqua facenti parte del
Reticolo Idrico Minore sono stati appositamente individuati negli elaborati
cartografici corrispondenti.
Il Torrente Seveso scorre lungo il confine occidentale del comune a cavallo con il
territorio comunale di Grandate.
Nasce alle falde del Monte Pallanza nel territorio del comune di San Fermo della
Battaglia (Co), in prossimità del confine svizzero, a circa 490 metri di quota ed ha
termine nel Naviglio della Martesana entro la cerchie urbana della città di Milano.
L’asta del torrente ha una lunghezza di circa 52 km dei quali solo 19 in provincia
di Milano. Lungo il suo percorso riceve vari affluenti, ossia: in sponda sinistra, Rio
Rossola, Rio Acquanegra, Torrente Sant’antonio, Torrente Serenza e Torrente
Certesa; in sponda destra, Torrente Comasinella.
Il Torrente Seveso ha acquistato la conformazione ed il tracciato attuale dopo la
fusione dei grandi ghiacciai alpini, quindi in tempi geologici molto recenti. Il suo
bacino idrografico presenta diverse caratteristiche geologiche, litologiche,
geotecniche ed idrogeologiche procedendo dalla sorgente fino alle porte di
Milano. Di conseguenza l’alveo del corso d’acqua ha caratteristiche diverse in
relazione alla zona percorsa. Dalla sorgente fino al comune di Cesano Maderno
(MB) il corso d’acqua assume carattere torrentizio e scorre incassato tra pareti
rocciose, attraversando centri abitati di modeste dimensioni e relativamente
distanti fra loro. Dal paese di Luisago fino a quello di Fino mornasco attraversa
formazioni di argille e limi lacustri.
Il Rio Acquanegra nasce in territorio comunale di Cucciago, scorre inizialmente in
direzione NE-SO e successivamente in direzione sud lungo il confine di Casnate
con Bernate, fino ad immettersi nel Torrente Seveso. La sua lunghezza totale è di
circa 1.5 km. Il corso d’acqua, appartenente alla categoria del Reticolo Idrico
Minore, mantiene ai suoi margini un sistema ambientale significativo con habitat e
presenze vegetali ed animali di valore.
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Rogge presenti nel territorio comunale.
Data l’importanza che le acque pubbliche rivestono rispetto agli aspetti di
pianificazione del territorio, sono stati adeguatamente indicati in cartografia (Tav.
5) i percorsi dei corsi d’acqua superficiali con le relative fasce di rispetto
individuati ai sensi del (D. Lgs. n° 42/2004, art. 142, comma 1, lettera c, 150 mt),
ossia:
Torrente Seveso (n° 84)
Rio Acquanegra (n° 88)
I punti di captazione delle acque ad uso idropotabile con le relative fascie di
rispetto sono state anch’esse rappresentate nella tavola sopracitata.
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3.3 - Valutazione vedutistica
I punti panoramici – le visuali paesaggistiche – i percorsi ciclo pedonali
Percorrendo il territorio comunale è stato possibile rilevare la presenza, in
determinati punti e tratti di strada, di significative visuali e scorci paesaggistici.
Particolarmente rilevante è il paesaggio agricolo e della brughiera che è possibile
osservare percorrendo il tratto della via Marconi che va dal termine ad est del
nucleo urbanizzato di Casnate, alla zona industriale sino alla zona agricola ed il
laghetto.
Altre punti particolarmente significativi individuati nella cartografia relativa, che
peraltro si ritiene opportuno valorizzare, vengono a seguito elencati:
•
lungo la via Volta;
•
da Cascina Lavigera verso Fino Mornasco;
•
da via Pitagora verso Senna Comasco, Navedano e Como;
•
dal monumento dei caduti di Bernate e via Ortigara verso Como;
•
da via Sauro verso Grandate;
•
dalle ville storiche verso il paese;
•
in via Roma, nel tratto a verde dall'inizio del paese al centro sportivo.
Per quanto riguarda i percorsi ciclo - pedonali sono da segnalare sia quelli
con valenza interna al territorio comunale, sia quelli che svolgono da
collegamento con gli ambienti naturali appartenenti ai territori dei comuni
contermini quali Senna Comasco, Fino Mornasco e Como, situati in
prossimità degli aree facenti parte della Brughiera e della Palude di Albate. I
percorsi, opportunamente da valorizzare, consentono una maggior vivibilità e
fruibilità del territorio comunale da parte non solo della popolazione locale ma
anche da quella proveniente da altri territori.
Entrambe le categorie di percorso sono stati individuati in cartografia, e più
precisamente nella tavola n° 6 dell’uso del suolo.
I percorsi pedonali di valenza comunale sono per lo più localizzati nella
porzione meridionale del territorio, in corrispondenza delle aree agricole e
boscate nonché in prossimità della piscta ciclo – pedonale campestre di
valenza sovra comunale, adiacente al laghetto di Casnate.
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Percorso ciclo - pedonale
Itinerario pista ciclo campestre di interesse sovracomunale
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3.4 - Valutazione simbolica
Gli insediamenti storici ed i manufatti caratterizzanti il paesaggio che ne
costituiscono un simbolo poiché mantengono oggi un significato della cultura
storica della tradizione agricola e culturale dei luoghi sono a seguito indicati.
I nuclei di antica formazione
Nel comune di Casnate con Bernate sono presenti due principali nuclei storici,
Casnate e Bernate, ed alcuni cascinali di antica formazione (Cascina
Pratopagano, Cascina Guzza, Cascina S. Quirico, Cascina Baragiola, Cascina
Via Fermi).
Ai fini della conservazione degli edifici ed elementi che li caratterizzano è stato
effettuato un approfondimento tramite uno studio dettagliato sia dei nuclei storici
che dei cascinali di antica formazione così da dettare precise indicazioni relative
alla conservazione delle tipologie e dei caratteri propri, che nella totalità, ne
determinano il valore storico ed ambientale.
Le cascine
Il territorio lombardo è disseminato di cascine. Da sempre questi tipi di abitazione
hanno avuto un ruolo basilare nella vita dei nostri antenati.
Le cascine storiche sono infatti testimonianza di un’intensa attività agricola svolta
nelle epoche passate.
Nel territorio comunale di Casnate con Bernate le cascine di impianto storico si
contano sulle dita di una mano.
Di queste la Cascina Baragiola è quella che presenta la particolare forma a corte.
Le ville
Tipiche di questo paesaggio collinare sono anche le ville e i parchi sorti fra il ‘700
e l’800, quali residenze favorite della nobiltà e della borghesia lombarda.
Le ville storiche rappresentano una particolare modalità insediativa tesa al
massimo “sfruttamento” dei valori estetici del territorio.
Spesso le ville, le quali costituiscono un tutt’uno con i loro giardini e parchi anche
di ampie proporzioni, si innestano all’interno di vecchi nuclei storici o, più
frequentemente, in adiacenza ai nuclei stessi.
A livello percettivo le ville possono non essere visibili, ma si intuisce la loro
presenza proprio in funzione dell’organizzazione del territorio circostante. In altri
casi, invece, la percezione del singolo elemento è immediata, in funzione della
sua ubicazione, generalmente sulla sommità.
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In molti casi sono i parchi e i giardini delle ville gli unici elementi che consentono
di individuarle. Spesso, infatti, la villa è arretrata rispetto al fronte stradale, ma gli
alberi ad alto fusto oppure i giardini ben disegnati ne rivelano la presenza.
Villa Casnati – Pedroni (Casnate – sede del Municipio)
Sul lato meridionale dell'antico abitato di Casnate si trova la Villa Casnati Pedroni,
ora di proprietà del Comune che ne ha fatto la sede del Municipio. Costruita tra la
fine del 1700 e i primi anni del 1800 dalla famiglia comasca Casnati, su disegno
dell'architetto Giacomo Moraglia, fu successivamente denominata "Villa Pedroni",
in onore dell'ultimo proprietario per successione. Dalla successione dei due
proprietari, la famiglia Casnati prima e la famiglia Pedroni poi, deriva il nome
odierno della villa. La recente ristrutturazione ne ha evidenziato la sobrietà:
spiccato è l'impianto orizzontale, mosso solamente dalla verticalità della
"cappuccina" (il corpo centrale rialzato), alla quale corrisponde sul lato padronale
il leggero avanzamento del settore mediano, arricchito da una balconata
sostenuta da un porticato neoclassico, aprentesi con un'ampia scalinata sul vasto
giardino."
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Villa Casnati - Pedroni
Villa Casnati Bernucci (Casnate)
Villa Casnati Bernucci (in via Garibaldi), ottocentesca, presenta uno schema
vagamente articolato a T, vivacizzato dalla presenza di vari elementi decorativi di
diversa derivazione, sia all'esterno che all'interno, che ben documentano lo stile
eclettico che ne ha ispirato l'ideazione. Accuratamente coperta da un'ampia
vegetazione arborea sul lato della strada, possiede un vasto e aperto giardino sul
versante che si affaccia sul colle.
Villa Parravicini – Riva (Casnate)
Questo edificio in contrada La Torre domina l'antico centro di Casnate con la sua
torre, che si eleva molto oltre il livello della posteriore costruzione annessavi. La
torre era probabilmente un posto segnaletico di origine medioevale in
collegamento con quelle vicine del Baradello, di Grandate e di Vertemate.
Sicuramente la villa esisteva prima del 1692, data dell'atto notarile che ne registra
l'acquisto da parte di don Francesco Riva, ma non è esclusa un'origine più antica,
poiché le sottostanti cantine sembrano cinquecentesche. In ogni caso, è difficile
recuperare gli elementi originali, essendo l'attuale costruzione il frutto di
numerose stratificazioni, non ultima l'aggiunta settecentesca dell'ala sinistra nel
tentativo di conferire regolarità e simmetria. L'aspetto attuale, soprattutto per gli
elementi decorativi, è ottocentesco: al primo Ottocento sono anche riconducibili
l'androne dell'ala destra e i due terrazzi contrapposti con teorie di colonnine.
Alcune note sulla Torre di Casnate: non è certo che la Torre in origine fosse stata
individuata come presidio di difesa strategica della città di Como, luogo dove
venivano ammassate le armi. In alcuni documenti infatti pare che la Torre di
Casnate non fu usata per uso militare in senso stretto, ma per l’ammasso di
cereali, che si andavano a mietere in quel preciso periodo e rischiavano di essere
saccheggiati o incendiati in caso di scorrerie delle soldataglie nemiche.
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Villa Parravicini - Riva
Villa Rosales (Bernate)
Posta in posizione ribassata all'ingresso del paese di Bernate, la villa è stata
probabilmente costruita su una rocca a struttura difensiva: sono state infatti
rinvenute tracce di mura perimetrali in cotto. La prima trasformazione in villa è
successiva all'acquisto da parte del nobile Roderigo Maggi dei terreni e stabili
allora di proprietà del Capitolo di S. Maria del Duomo di Como, ma l'aspetto
attuale si deve al rifacimento operato dai conti Rosales Cigalini che entrarono in
possesso della villa secentesca a metà del Settecento e chiamarono a
progettarne la ristrutturazione l'architetto Simone Cantoni nel 1786. Non è sicuro
che fu il medesimo architetto a compiere l'opera, ma il progetto e alcuni elementi
decorativi sono avvicinabili a Villa Mugiasca a Mosino di Villa Guardia e a Villa
Olmo di Como, eseguite dal Cantoni in quegli stessi anni. La parte centrale della
facciata del corpo meridionale regge un timpano decorato con profilatura e
mensolette e un cartiglio centrale, mentre la parte principale del piano terreno è
ornata da riquadri con giochi di putti che sormontano le alte porte-finestre. Queste
si aprono su un terrapieno terrazzato, collegato al giardino inferiore da una scala
a tenaglia, sotto cui scorre un passaggio arcuato che comunica con i servizi
sottostanti il piano terreno della villa. Il lato settentrionale si apre invece a U su un
viale alberato creato nel 1810. L'oratorio addossato al lato ovest della villa
presenta un aspetto neoclassico molto semplice: al suo interno - che appare
invece piuttosto articolato - conserva i sepolcri delle famiglie Cigalini e Rosales e
una pala raffigurante la Madonna col Bambino e Santi e fu aperto al pubblico nel
periodo che intercorse tra il crollo della Parrocchiale di Casnate e la costruzione
di quella di Bernate."
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Villa Rosales
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Le Tombe romane
Il dominio di Roma su questo territorio è testimoniato oltre che da fonti
storiografiche e letterarie anche da numerose iscrizioni latine e numerosi reperti
archeologici.
Alcune scoperte archeologiche si fecero, infatti, nell’inverno del 1847 – 48 durante
i lavori di bonifica del Prato Pagano.
Dai lavori di dissodamento e di prosciugamento vennero alla luce non poche
tombe di origine romana dalle quali furono esumati numerosi oggetti d’alta
antichità, molti dei quali andarono per incuria perduti, finchè il Marchese Luigi
Rosales Cigalini, studioso cultore delle cose naturalistiche, provvide a raccoglierli
e a conservarli. In tal maniera riuscì a mettere insieme una interessante
collezione, nella quale, oltre ad una cassa da inumazione di piombo pressoché
intera (trovata però nel 1876) figurano molti vasi di terracotta, di vetro ed anche di
pietra ollare, non pochi oggetti di bronzo, fra i quali due vasi, e diversi oggetti
ornamentali quali catenelle, anelli, braccialetti, etc.
Un ulteriore ritrovamento archeologico di età romana è stato segnalato nel 1876
dalla Rivista Archeologica della Provincia di Como. Trattasi di una tomba antica,
ritrovata a Bernate, di 1,35 metri di lunghezza, 40 centimetri di larghezza e 30
centimetri di altezza, priva di coperchio. Di piombo con pareti ruvide e senza
incisioni di alcun tipo, fu trovata alla profondità di un metro e mezzo. Al suo
interno fu ritrovati alcuni oggetti ornamentali, un vasetto unguentario, e vari
frammenti.
La Spada di Bronzo
Da un articolo pubblicato nel Bullettino di Paletnologia italiana, Anno XI, n° 11 e
12 del 1885, si descrive quanto segue:
Durante i lavori di dissodamento e di prosciugamento di Prato Pagano (1847 -48),
una vasta landa per la massima parte piana, sita in territorio di Bernate, un tempo
impregnata di acque fluenti dalle colline moreniche che l’attorniano tanto da
essere quasi una palude, venne esumata una bella spada di bronzo. Donata al
Municipio di Como, affinchè venisse conservata fra gli oggetti di patria antichità,
dei quali si cominciava ad apprezzarne il valore ed a farne tesoro, fu però presto
e per lunghi anni dimenticata in un solaio del municipio a causa dei cruenti
avvenimenti sopraggiunti. Solo in occasione dei lavori di restauro del palazzo
comunale fu ritrovata, consegnata e tutt’ora conservata presso i Musei Civici di
Como.
La spada viene descritta come “una spada corta o pugnale, non dissimile quasi
da un coltello da caccia, di un finissimo bronzo, di un solo pezzo colla
impugnatura da un foro attraversata, adorna da pochi ma belli e ben conservati
fregi, che vi sono incisi. E’ un arma, la quale punge e seca, direbbe il Petrarca,
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perché acuminata e tagliente tutta. Durissimo è il metallo di questo arnese, si
maestrevolmente costrutto da riuscire maneggevole ad un tempo ed assai
poderoso, calandosi un fendente.”
La lunghezza totale della spada è di circa 60 centimetri, dei quali circa 48 sono di
lama. La forma della lama è simile a quella di una foglia lanceolata e presenta
due tagli lungo i due lati.
Il Lazzaretto
Testimonianza della presenza di un lazzaretto è una colonnina con croce di ferro,
piantata in un parco poco distante dall’attuale via Fermi, (strada del Pozasc)
ricordo della località dove vennero portati e morirono i contagiati dalla peste del
1630.
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3.5 - I valori paesistici ed ambientali di Casnate con Bernate
Il territorio comunale di Casnate con Bernate è articolato in tre diverse frazioni:
Casnate, Bernate e la Torre oltre che ad alcuni cascinali di antica formazione
localizzati sulle sommità delle colline.
3.5.a - Ambiente storico – centro storico
E’ stata effettuata un’indagine particolare di dettaglio sul centro storico, come
previsto dalla legge regionale n° 12/2005 e dal Pia no paesistico regionale.
Le analisi sono riportate in una serie di elaborati grafici ed in un ampio fascicolo
illustrativo.
Centro storico
(L.R. n°12/2005 )
L’individuazione degli ambiti dei centri storici è stata effettuata in base alle
ricerche storiche e a quanto riportato nella carta della 1^ levata I.G.M. risalente al
1888.
Sia i centri storici che i cascinali di antica formazione presenti nel comune sono
stati oggetto di una dettagliata analisi che ha valutato, per ogni edificio, la
destinazione d’uso, lo stato di conservazione, nonché la presenza di elementi di
pregio architettonico e di elementi in contrasto con i caratteri propri del centro
storico.
L’indagine ha esaminato i catasti storici Teresiano (1722), Cessato (1857) e
Cessato aggiornamenti (1897), che sono allegati al P.R.G. sia in riproduzione
cartacea che in documentazione fotografica. Inoltre è stata elaborata una
cartografia in cui sono riportate le soglie storiche dell’edificazione dal 1700 ad
oggi.
Un ulteriore documento illustrativo dello stato di fatto è costituito da una
dettagliata documentazione fotografica.
L’importanza dei centri storici di Casnate con Bernate deriva non solo dalla loro
caratterizzazione e dal loro particolare impianto ma anche dalla presenza, nel loro
interno, di edifici di particolare valore storico ed architettonico.
Quanto sopra è meglio dettagliato nello studio particolareggiato effettuato sul
centro storico.
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Edifici di rilevante valore storico – architettonico ed ambientale e cortine
edilizie significative
A Casnate con Bernate gli edifici di particolare valore storico ed architettonico
sono stati appositamente segnalati nella tavola di analisi del centro storico.
Edifici di valore storico ed architettonico – ambientale nell’ambito del
tessuto consolidato
Nell’ambito del tessuto consolidato emergono degli edifici che si distinguono
rispetto al costruito circostante, poiché conservano una caratterizzazione
tipologica - architettonica e storica attribuibile ad un epoca successiva
all’edificazione del primo nucleo del centro storico, ma comunque non recente.
Tali edifici, nella maggior parte dei casi, conservano dei caratteri tipologici ed
architettonici di valore architettonico ed ambientale.
Un tipico esempio è dato dalla Villa Parravicini – Riva, già descritta
precedentemente, situata all’interno del nucleo storico di Casnate. Da segnalare
sono anche gli edifici che compongono la caratteristica Cascina Via Fermi.
Edifici religiosi e spazi pubblici caratterizzanti i sistemi simbolico – culturali
La Parrocchia di Casnate: SS. Ambrogio e Antonio Abate
Già esistente nel 1297, subì un lento e rovinoso degrado. Nel Cinquecento risulta
infatti molto malridotta e sullo scorcio del Seicento la situazione era di poco
migliorata. A partire dagli inizi del secolo XVII, inoltre, la Parrocchiale di Casnate
divenne la chiesa principale anche per gli abitanti di Bernate, che fino ad allora
avevano dovuto ricorrere a Fino Mornasco per le cure liturgiche. Di fronte alla
necessità di operare un risanamento e un ampliamento della Parrocchiale, questa
venne profondamente ritoccata assumendo forme barocche.
Ma nel 1837, durante il rifacimento del pavimento, volendo acquistare spazio si
decise di smussare e diminuire le dimensioni dei quattro piloni barocchi: questo
provocò il crollo rovinoso di tutta la volta della Parrocchiale proprio al termine di
una funzione religiosa; fortunatamente, tutti rimasero illesi. Ci vollero ben dieci
anni perché si cominciasse la costruzione dell'attuale Parrocchiale dei SS.
Ambrogio e Antonio Abate, terminata nel 1850 da Carlo e Calisto Ferrano,
subentrati nei lavori all'ingegnere Luigi Pellegrini, e consacrata in questo stesso
anno. Nel 1933, infine, vennero effettuati radicali restauri alla facciata e al
campanile, sotto la direzione dell'ingegnere Giulio Valli. Nel 1859 vennero
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affrescati nella cupola centrale il Padre Eterno, opera del pittore Antonio Rinaldi
da Tremona, e nel sottarco di accesso alla zona absidale la Vergine Assunta,
opera di Giulio Reina di Como: il resto degli ornati ad affresco della chiesa è
opera del pittore Vincenzo De Bernardi, che li portò a termine nel 1869. Ai fianchi
dell'altare della Madonna del Rosario, sul lato destro della chiesa, sono collocate
due tele di epoca diversa, un S. Francesco di Sales, settecentesca, e i SS. Proto
e Giacinto, cinquecentesca: quest'ultima, di grosse dimensioni e di notevole livello
qualitativo, è giunta alla Parrocchiale di Casnate probabilmente dalla Cattedrale di
Como, insieme alla tela che occupa la posizione simmetrica nella chiesa, con le
SS. Faustina e Liberata, del medesimo autore, molto vicino ad Alvise De Donati.
Ai lati dell'altar maggiore vi sono due affreschi recenti, del 1941, opera di C.
Morgari: Apparizione di un angelo a S. Antonio nel deserto e La predica di S.
Ambrogio contro gli ariani. Infine, sul lato sinistro della chiesa, sopra l'altare di S.
Antonio è stata collocata nel 1873 la statua del Santo, opera dello scultore
comasco Giuseppe Bayer, affiancata da un lato dalla predetta tela con le SS.
Faustina e Liberata, dall'altro da una tela settecentesca raffigurante la Madonna
col Bambino e Santi.
Chiesa Parrocchiale dei SS. Ambrogio e Antonio Abbate
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La Parrocchia di Bernate: S. Bernardo
Fino al 1600, il paese di Bernate Rosales possedeva solamente la cappellania di
S. Martino, una chiesetta molto piccola a un solo altare (definitivamente distrutta
nel secolo XVIII), poiché dipendeva direttamente da Fino Mornasco. Solo dopo
lunghe e insistenti richieste da parte degli abitanti di Bernate, si ottenne di poter
ovviare alla scomodità e alla distanza da Fino Mornasco passando alla
dipendenza della più vicina Casnate. Con il tempo, però, i rapporti con i casnatesi
andavano peggiorando, mentre aumentava il desiderio di avere una propria
Parrocchiale. Numerose richieste vennero rifiutate, nonostante il sostegno del
Conte Cigalini, ma alla fine giunse l'occasione tanto attesa: con il crollo della
Parrocchiale di Casnate e il ritardo nell'avviare la nuova fabbrica, ma soprattutto
per il decisivo apporto del Conte Agostino Cigalini che si impegnò a fornire i fondi
necessari alla costruzione di una chiesa in Bernate, il vescovo di Como
acconsentì nel 1844 a concedere una Parrocchiale ai bernatesi. La nuova chiesa
di S. Bernardo (consacrata solo nel 1937) è una semplice struttura a pianta
centrale, con abside quadrata, e con un piccolo battistero circolare posto subito a
sinistra entrando nella chiesa. Il suo interno è interamente affrescato; nella
cupola centrale sono inserite tele che raffigurano la Vergine col Bambino che
appare a S. Bernardo e i Quattro Evangelisti nei pennacchi; sulla cupola
dell'abside compare Eucaristia in gloria d'Angeli, ripetuta anche sulla parete di
fondo dell'abside, al di sopra della statua del S. Cuore; infine, nei sottarchi delle
cappelle della Vergine e di S. Giuseppe e nel sottarco del presbiterio sono
rappresentate figure di Santi, Sante, Apostoli, Vescovi a mezzo busto. Sulle
pareti laterali dell'abside sono collocate due tele in deposito da Brera sin dal 1847
(di entrambe si ignora la provenienza): l'Elemosina di S. Tommaso da Villanova
(a sinistra), eseguita nel 1658 da Giacinto Brandi in occasione della
canonizzazione del Santo in S. Pietro a Roma, e la cinquecentesca Madonna col
Bambino incoronata da Angeli e S. Girolamo" (a destra), attribuita al pittore
marchigiano Giovanni Andrea De Magistris.
Chiesa Parrocchiale di Bernate – S. Bernardo
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3.5.b - Ambiente naturale
Il SIC – Palude di Albate (IT 202003)
Nella parte nord est del territorio comunale si trova una porzione del SIC – Palude
di Albate, noto anche come Oasi del WWF, per cui la Provincia di Como ha
redatto il Piano di Gestione.
Il territorio del SIC è in gran parte compreso entro i confini dei comuni di Como e
Casnate con Bernate, mentre solo una piccola parte dello stesso ricade nel
comune di Senna Comasco.
L’Oasi è costituita da una depressione paludosa, a forma quasi di mezzaluna
attorno ad una collinetta morenica. L’avvallamento ha favorito, migliaia di anni or
sono, lo sviluppo di un ambiente palustre e conseguentemente la costituzione di
un ingente deposito torboso. Nel XIX secolo è iniziata l’estrazione della torba; tale
sfruttamento è stato abbandonato nell’immediato secondo dopoguerra e le
antiche cave si sono trasformate in stagni e laghetti.
Gli specchi d'acqua sono alimentati da due rogge e da un fontanile, detto Fonte
Prada, e da una rete minore di roggette e canaletti di scolo. Intorno, si estendono
prati, coltivi e un bosco misto con dominanza di ceduo. La vegetazione intorno
agli specchi d'acqua è composta da canneti di cannuccia palustre e tifa; quella
arborea comprende farnie, carpini, ontani neri, diverse specie di salici, olmo e
betulla.
Durante l’anno si possono osservare uccelli palustri fra cui il germano reale, lo
svasso, il tuffetto, la gallinella e il porciglione. Meno facili da vedere sono il
voltolino e la schiribilla, l’airone cinerino, il tarabusino, l’airone rosso, la nitticora
ed il corriere rosso. Vi è poi il falco di palude e l’astore. Il nibbio, la poiana, il gufo
di palude. Fra i rettili la tartaruga palustre e la natrice, fra gli anfibi la rana
dalmatina e la rana di Lataste. Tra i mammiferi il moscardino, il tasso, la faina, la
donnola la volpe, la lepre, il coniglio selvatico.
Il Laghetto di Casnate ed il territorio ad esso circostante
La porzione di territorio comunale ad est del tracciato ferroviario vede la presenza
di aree dall’assetto ambientale importante. Tre le aree verdi, i boschi, i
terrazzamenti e la brughiera trova posto anche il laghetto di Casnate, riqualificato
nel 1989 oggi laghetto di pesca sportiva, alimentato da acque sorgive.
In generale questa porzione di territorio comunale verde riveste un significativo
valore ambientale, con una morfologia nella maggior parte pianeggiante alla
quale si alternano vaste aree boscate con ambiti agricoli prativi in parte coltivati e
terrazzamenti che si ergono ad ovest dal piede della collina.
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Piano di Gestione del Sito di Importanza Comunitaria “Palude di Albate” – IT 202003
Il laghetto di Casnate
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La Cava
Per quanto riguarda l’ambito della cava situata nel territorio comunale sono già
previste delle opere di riqualificazione dal piano di settore provinciale.
Scorcio della cava
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La flora e la fauna locale
La vegetazione è costituita per lo più da boschi di querce, carpni e robinie anche
se non è raro trovare nelle zone più umide salici, ontani e pioppi.
Le ricche falde affioranti di questa zona permettono la creazione di una serie di
ambienti umidi con presenza di acqua tutto l’anno, questo favorisce la vita di una
grande varietà di piante ed animali. Nell’ambito della vegetazione si segnalano la
Calta Palustre, la Thipha. Tra gli animali, il Tarabusiono, il Martin Pescatore. Tra
gli anfibi, la Rana di Lataste, il Tritone Crestato ed il Rospo comune.
La limpidezza del corso d’acqua Rio Acquanegra ha preservato un ambiente
unico capace di mantenere ancor oggi, nonostante la forte antropizzazione della
zona, una grande naturalità. La specie simbolo presente è il gambero di fiume ma
si segnalano inoltre il Vairone, la Sanguineroa il Ghiozzo Padano, il Gobione, il
Persico, il Cavedano ed il Carassio.
La fauna dei boschi è costituita da un gran numero di specie, in considerazione
della presenza del sottobosco in cui gli animali possono trovare cibo e rifugio. Si
segnalano lo Scoiattolo Rosso, il Picchio Rosso maggiore, il Picchio verde, la
Salamandra pezzata ed il Cervo volante.
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Bibliografia
“”Casnate con Bernate – due paesi una comunità”, Mario Mascetti, Comune
di Casnate con Bernate, 2009
Siti internet consultati
www.comune.casnateconbernate.co.it
www.wikipedia.org
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