UE: ovviare alla carenza di scienziati in Europa

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UE: ovviare alla carenza di scienziati in Europa
L'UE lancia un'azione per ovviare alla carenza di scienziati in Europa
Nel maggio 2003 il commissario Busquin ha istituito il gruppo di esperti, presieduto dal
signor José Mariano Gago, ex ministro portoghese della scienza e della tecnologia, con
l’incarico di determinate le modalità per suscitare maggiori vocazioni per le carriere
scientifiche. Il gruppo ha consultato circa 300 importanti istituzioni scientifiche europee e i
ministri competenti degli Stati membri, dei paesi in via di adesione e dei paesi candidati
per valutare l'efficacia delle rispettive politiche nazionali.
Problemi strutturali nel settore pubblico
Il signor José Mariano Gago, presidente del gruppo, ha dichiarato che "lungi dal realizzare
gli obiettivi di Lisbona in materia di numero di scienziati necessari, l'Europa rischia di trovarsi
in crisi a causa della loro forte diminuzione". Per quanto riguarda il numero di scienziati
necessari per realizzare l'obiettivo di Barcellona, il gruppo ha constatato che un tasso di
crescita annuale europeo del 2,1% non basta a colmare il ritardo rispetto ad altre regioni del
mondo.
Benché il settore privato sia il principale datore di lavoro del personale scientifico, il gruppo
sottolinea che i governi non sostengono a sufficienza il settore pubblico europeo, che
beneficia di finanziamenti inferiori a quelli degli Stati Uniti ed è caratterizzato da scarse
risorse, retribuzioni insufficienti e mancanza di prospettive di carriera.
Non si tratta però soltanto di livello insufficiente di finanziamenti: le università devono
impartire una formazione che apra le porte a un’ampia scelta di carriere scientifiche anziché
concentrarsi sulla sola preparazione alla carriera accademica.
L'Europa deve promuovere meglio le carriere scientifiche
Il gruppo ha constatato che, nel settore privato, è più vantaggioso seguire una carriera
scientifica piuttosto che una carriera non scientifica. Nonostante questo, sono troppo rari i
giovani universitari che optano per discipline che conducono a carriere scientifiche. Il gruppo
chiede che università e imprese stringano nuovi accordi per promuovere le carriere e
giungano a una migliore comprensione reciproca. Propone in particolare che, prima di
intraprendere gli studi universitari, gli studenti possano essere sensibilizzati alla possibilità di
orientare i loro studi verso discipline scientifiche.
Il gruppo di esperti ha altresì constatato che le stesse imprese “high-tech” sono in piena
mutazione. Sono ormai finiti i tempi dei laboratori aziendali di R&S centralizzati, situati
geograficamente in prossimità della sede centrale. Le imprese tendono a insediarsi dove si
concentrano le migliori risorse umane. Poiché i paesi in cui esiste una manodopera
altamente qualificata possiedono un indiscutibile vantaggio, i responsabili politici devono
sostenere lo sviluppo delle competenze a livello nazionale.
Porre l'accento sull'istruzione scolastica
Il gruppo di esperti ha riservato particolare attenzione all'istruzione scolastica, dedicandovi
buona parte della sua relazione. Nelle scuole, l'insegnamento delle scienze è spesso scisso
da qualsiasi riferimento alla vita quotidiana e alla vita professionale. Occorre inoltre far sì
che gli studenti possano acquisire un'esperienza più concreta delle discipline scientifiche,
soprattutto durante il ciclo di studi primario e secondario, che devono essere concepiti in
modo tale da venire incontro alle esigenze dei giovani e suscitare il loro interesse.
Il gruppo sottolinea la necessità di evitare un approccio elitario nell’insegnamento delle
scienze, pur puntando a un equilibrio pedagogico che promuova l'eccellenza scientifica. I
paesi che vantano il miglior livello di insegnamento scientifico e che contano il maggior
numero di scienziati applicano generalmente politiche educative che mirano ad accrescere
il profitto scientifico dell’intera popolazione di studenti.
Riunione degli organi decisionali europei in campo scientifico e tecnologico
La conferenza, intitolata “Increasing Human Resources for Science and Technology in
Europe” (aumentare le risorse umane dedicate alle discipline scientifiche e tecnologiche in
Europa) con oltre 200 esperti europei provenienti da imprese e organizzazioni attive in
campo scientifico nonché dagli organi decisionali in materia di politica scientifica, non si
limita a fungere da forum per lo scambio di idee. Diverse raccomandazioni specifiche
formulate saranno poste in essere immediatamente nel quadro del programma comunitario
"scienza e società". A medio termine, gli elementi essenziali di tali raccomandazioni
confluiranno nei lavori preparatori per il prossimo programma quadro comunitario di ricerca
e di sviluppo tecnologico.
Per ottenere il testo completo della relazione:
http://europa.eu.int/comm/research/conferences/2004/sciprof/index_en.html
Allegato
Il gruppo di alto livello nel contesto delle dichiarazioni di Lisbona e di Barcellona
La dichiarazione di Lisbona, resa in occasione del vertice europeo del marzo 2000 - in base
alla quale entro il 2010 l'Unione deve trasformarsi nell'economia della conoscenza più
competitiva e più dinamica al mondo - si incentra sulla volontà di attrarre e trattenere
ricercatori di alto livello. Per realizzare l'obiettivo della dichiarazione di Barcellona del
marzo 2002 - vale a dire portare il finanziamento della ricerca dall’1,9% al 3% del PIL entro il 2010 l'Europa ha bisogno di 700 000 nuovi ricercatori o di 1,2 milioni di addetti alle
attività di ricerca. Per realizzare questi obiettivi dovranno essere adottate misure concrete
come quelle descritte nelle raccomandazioni formulate oggi. L'Europa deve investire
maggiormente nelle risorse umane e incoraggiare un più gran numero di giovani a
scegliere una specializzazione scientifica e di ricerca. Si contribuirà in tal modo a dar vita a
uno Spazio europeo della ricerca dinamico che farà dell'Europa un leader in materia di
eccellenza scientifica internazionale e contribuirà altresì agli obiettivi di crescita economica
sostenibile, creazione di posti di lavoro di migliore qualità e rafforzamento della coesione
sociale.
Questo gruppo di alto livello sulle risorse umane per la scienza e la tecnologia in Europa
ha formulato una serie di raccomandazioni che permetteranno di porre rimedio alle
disparità esistenti in Europa in materia di natura della formazione alla ricerca, metodi di
assunzione, carriere e retribuzione dei ricercatori. Queste disparità ostacolano spesso le
prospettive di carriera e la mobilità degli scienziati in Europa. La mancanza di un vero e
proprio mercato del lavoro per i ricercatori europei fa sì che i giovani non siano
particolarmente attratti da una carriera nel settore della ricerca e dello sviluppo. Le
raccomandazioni degli esperti forniscono esempi di buona pratica, applicabili in tutta
Europa, per le iniziative nazionali tese a migliorare la formazione e le opportunità di
occupazione per ricercatori e scienziati.
Il gruppo di esperti, istituito dal commissario Busquin come parte integrante della vasta
strategia varata dalla Commissione europea per realizzare gli obiettivi di Lisbona e di
Barcellona, si compone dei seguenti esperti:
José Mariano Gago (presidente)
John Ziman, professore emerito di fisica all'università di Bristol
Paul Caro, ex direttore della ricerca presso il CNRS
Constantinos Constantinou, professore assistente di pedagogia delle scienze e della
tecnologia e direttore del gruppo di insegnamento della fisica dell'università di Cipro
Graham Davies, professore di ingegneria, titolare della cattedra Sir James Timmins Chance
dell'università di Birmingham e direttore della scuola d'ingegneria
Ilka Parchmann, professore associato di pedagogia della chimica all'istituto Leibniz di
pedagogia delle scienze di Kiel (Germania)
Miia Rannikmäe, ricercatrice principale presso il centro di pedagogia delle scienze
dell'università di Tartu (Estonia)
Svein Sjøberg, professore di pedagogia delle scienze all'università di Oslo e professore
emerito presso il centro di pedagogia delle scienze dell'università di Copenaghen
Da Rapid *