RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

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RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI
RELAZIONE TECNICA
DI PREVENZIONE INCENDI
Art. 3 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151
DITTA:
Cartotecnica del Garda S.R.L.
UBICAZIONE: via Garbella – Sirmione (BS)
Data : 25/03/2013
Revisione:
Il Rappresentante Legale dell’attività
_______________________________
Il tecnico
_______________________
SIRIO SRL
Sede legale: 25032 CHIARI (BS) - Via M. Polo, 59 - Tel. 030 713843 – Fax 030 7005182
Unità locali: 25080 PADENGHE s/G (BS) – Via S. Giulia, 22 – Tel. 030 9908885 - fax 030 9908890
N. R.E.A. BS-401830 - N. Iscriz. Reg. Imprese P.IVA e C.F. 03455990170 Capitale Sociale 10.920,00 i.v.
CARTOTECNICA DEL GARDA S.R.L. - Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi
PREMESSA
Trattasi di progetto di ampliamento di un capannone esistente, già titolare di pratica antincendio n. 5548,
per la quale è stata inoltrata istanza di S.C.I.A. in data 26/2/2013 con prot. n. 3852.
L'ampliamento consiste nell'allungamento delle campate del capannone sul fronte del piazzale di ingresso
e lo spostamento della parete perimetrale attualmente esistente nella nuova posizione.
DESCRIZIONE
La Ditta richiedente si occupa della produzione di prodotti cartotecnici ed a tale proposito occupa una
porzione di fabbricato nella zona industriale nel Comune di Sirmione (BS) - Via Garbella.
L'ampliamento è collocato nello stesso edificio costituito da unico piano fuori terra, con blocco uffici
integrato. La superficie totale dopo l'ampliamento sarà di circa 4500 mq esclusi uffici.
L'accesso all'ampliamento in oggetto avverrà tramite cancello carraio dalla strada di accesso alla zona, Via
Garbella.
Il confine di proprietà risulta essere costituito da muratura di separazione verticale e da recinzione, come
indicato nelle planimetrie allegate.
L'edificio è realizzato con classica struttura prefabbricata con pilastri, travi copponi di copertura e pareti
perimetrali. I muri divisori verso altre attività confinanti sono realizzati in opera.
L'impianto di riscaldamento della parte principale utilizza generatori di aria calda a gas metano pensili con
potenza superiore a 116 kW (attività secondaria n. 74).
L'impianto di riscaldamento della zona laboratorio utilizza una caldaia a gas metano con potenza inferiore
a 116 kW ubicata in apposita centrale termica.
L'impianto di riscaldamento della zona uffici utilizza una caldaia a gas metano con potenza inferiore a 35
kW.
Il fabbricato è suddiviso in due compartimenti antincendio separati:
- compartimento LAVORAZIONE, con superficie di 1851 mq
- compartimento DEPOSITO, con superficie di 2672 mq
L'attività produttiva prevede le seguenti operazioni:
Taglio e piegatura;
Applicazione meccanismi;
Assemblaggio;
Confezionamento e deposito finito.
Nelle diverse fasi di lavorazione saranno impiegati complessivamente 16 lavoratori.
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SOMMARIO:
1-
DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' PRINCIPALE (Att. 33) COMPARTIMENTO
REPARTO LAVORAZIONE.....................................................................................................4
2 - DATI GENERALI DEL COMPARTIMENTO DEPOSITO.......................................................18
3 - DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' SECONDARIA (Att. 47) ..............................................27
4 – RELAZIONE DI CALCOLO DEL CARICO D’INCENDIO.....................................................34
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1- DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' PRINCIPALE (Att. 33)
COMPARTIMENTO REPARTO LAVORAZIONE
Attività: Attività Industriale
Individuata al punto < 33.1.C > della tabella allegata al D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151
Attività definita nel modo seguente:
Stabilimenti ed impianti per la produzione della carta e dei cartoni e di allestimento di prodotti
cartotecnici in genere con oltre 25 addetti o con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a
50.000 kg.
RIFERIMENTO NORMATIVO
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA n. 151 del 1° agosto 2011.
Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli
incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito,
con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122..
Lettera Circolare del MINISTERO DELL'INTERNO n. 13061 del 06/10/2011.
Nuovo regolamento di prevenzione incendi – D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: "Regolamento recante
disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater,
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122."
Primi indirizzi applicativi.
Decreto del Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012.
Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione
incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente
della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151..
D.M. 10 MARZO 1998.
Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro.
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81.
Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza
nei luoghi di lavoro..
CIRCOLARE DEL M.I. N° 24 MI.SA. DEL 26/1/1993.
Impianti di protezione attiva antincendio.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007.
Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007.
Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco.
D.M. 30/11/1983.
Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi.
Decreto n. 37 del 22/1/2008.
Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2
dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli
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edifici..
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio 2005.
Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 3 novembre 2004.
Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate
lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio.
RELAZIONE TECNICA
Essendo l'attività NON regolata da specifiche disposizioni antincendio, la presente documentazione tecnica
è stata redatta in conformità al punto A dell'ALLEGATO 1 al Decreto del Ministero dell'Interno del 7 agosto
2012; nell'osservanza dei Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei
luoghi di lavoro di cui al D.M. 10/3/1998.
La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare
l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
TERMINI E DEFINIZIONI
I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983.
Classificazione
L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come:
Stabilimenti ed impianti per la produzione della carta e dei cartoni e di allestimento di prodotti cartotecnici in
genere con oltre 25 addetti o con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a 50.000 kg..
In particolare la documentazione tecnica è composta da:
A) Relazione tecnica dimostrante l'osservanza i criteri generali di sicurezza antincendio, per le attività di cui
alla Scheda Informativa Generale, con l'individuazione dei pericoli di incendio la valutazione dei rischi
connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da attuare per ridurre i rischi,
in particolare la relazione tecnica contiene:
- 2.1 Individuazione dei pericoli di incendio
- 2.2 Descrizione delle condizioni ambientali
- 2.3 Valutazione qualitativa del rischio
- 2.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)
- 2.5 Gestione dell'emergenza
B) Elaborati grafici riportanti:
a) Planimetria generale in scala non superiore a 1/200 e non inferiore a 1/2000 dalla quale risultano:
- l'ubicazione dell'attività
- le condizioni di accessibilità all'area e di viabilità al contorno, gli accessi pedonali e carrabili
- le distanze di sicurezza esterne
- le risorse idriche presenti in zona
- gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas tecnici
- l'ubicazione degli organi di manovra degli impianti di protezione antincendio
- l'ubicazione dei blocchi di emergenza degli impianti tecnologici
- pianta dell'attività in scala non inferiore a 1/200 e non superiore a 1/50, recante l'indicazione degli elementi
caratterizzanti il rischio d'incendio e le misure di sicurezza indicate nella relazione tecnica.
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Nelle planimetrie sono indicate inoltre:
- le uscite di sicurezza
- il verso di apertura delle porte
- i corridoi di esodo
- i vani scala
- gli eventuali ascensori
- le attrezzature mobili di estinzione
- schemi a blocchi degli impianti antincendio
- la disposizione degli elementi dell'illuminazione di sicurezza
b) Sezioni dell'edificio in scala adeguata
Le innovazioni portate dal D.Lgs. n. 81/2008 tendono ad istituire nell'azienda un sistema di gestione
permanente ed organico diretto alla individuazione, valutazione, riduzione e controllo costante dei fattori di
rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, mediante:
- la programmazione delle attività di prevenzione in coerenza a principi e misure predeterminati
- la informazione, formazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
- l'organizzazione di un servizio di prevenzione e protezione
La presente relazione tecnica è stata redatta considerando i precedenti punti per la valutazione del rischio
incendio e mettendo in atto le procedure che la specifica normativa o la tecnica ANTINCENDIO richiedono;
con particolare riferimento alle indicazioni fornite dal Ministero dell'Interno con il Decreto del 10/3/1998.
Totale lavoratori presenti all’interno dell’attività = 14 (COMPRESI UFFICI)
2.1 INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO
La valutazione del rischio di incendio costituisce strumento fondamentale per il conseguimento delle finalità
di cui al D.Lgs. 81/2008, unitamente al piano organizzativo-gestionale.
Al fine di determinare le caratteristiche costruttive che l'edificio industriale deve possedere e gli impianti
antincendio da adottare nella specifica realtà in esame si è proceduto all’identificazione dei pericoli
nell'ambiente di lavoro preso in esame.
Sono stati identificati tutti quei fattori che presentano il potenziale di causare un danno in caso di incendio, in
particolare sono stati considerati:
- destinazione d'uso
- sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio
- carico di incendio nei vari compartimenti
- impianti di processo
- lavorazioni
- macchine apparecchiature e attrezzi
- movimentazioni interne
- impianti tecnologici di servizio
- aree a rischio specifico
Destinazione d'uso
L'attività riguarda la produzione di prodotti cartotecnici (es. cartellette) e prevede le seguenti operazioni:
Taglio e piegatura;
Applicazione meccanismi;
Assemblaggio;
Confezionamento e deposito finito.
Sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio
macchinari per lavorazione cartotecnici;
carta in lavorazione.
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Carico di incendio nei vari compartimenti
I materiali combustibili presenti e il carico di incendio per tutti i compartimenti sono descritti nell'allegato alla
presente relazione tecnica relativo al calcolo del Carico d'Incendio.
Impianti di processo
Non vi sono impianti di processo da segnalare.
Lavorazioni
Taglio e piegatura cartoncini;
Assemblaggio parti cartellette;
Confezionamento prodotto finito.
Macchine apparecchiature e attrezzi
Trattasi di macchine ad alimentazione elettrica.
assemblatrici;
confezionatrici;
applicatore meccanismi;
piegatrici
taglia/piega.
Non esistono macchine o attrezzature che impiegano sostanze combustibili o macchine con bruciatori di
alcun genere.
Movimentazioni interne
Le movimentazioni previste sono realizzate con l'ausilio di transpallet.
Impianti tecnologici di servizio
Esistono solo impianti elettrici per illuminazione e forza motrice, realizzati in conformità alle norme vigenti.
impianto di riscaldamento:
Impianti termici a gas - ZONA LAVORAZIONE 1
Il reparto è riscaldato con n. 2 generatori di aria calda di tipo pensile, con potenza di 77.1 kW cadauno; si
rimanda alla relazione dedicata.
Impianti termici a gas - ZONA LAVORAZIONE 2
La zona è riscaldata con l'utilizzo di aerotermi ad acqua calda prodotta da caldaia a metano, avente potenza
di 116 kW, installata in una apposita centrale termica realizzata in conformità alle norme tecniche stabilite
dal D.M. 12 aprile 1996 "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi".
La zona LAVORAZIONE 2 è dotata di impianto di rivelazione fumi, in ottemperanza alle indicazioni del
progetto approvato dal Vostro Comando.
Aree a rischio specifico
Il reparto LAVORAZIONE può essere considerato area a rischio specifico d'incendio per le operazioni che vi
vengono eseguite ed i materiali in esso stoccati.
2.2 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI
L’analisi delle condizioni aziendali ha riguardato principalmente le condizioni di accessibilità e viabilità, il layout aziendale con particolare riferimento alle distanze, separazioni ed isolamento verso altre attività, la
caratteristica degli edifici.
Relativamente alle condizioni necessarie per garantire l’esodo delle persone l’analisi ha riguardato la
superficie di aerazione, l’affollamento degli ambienti e le relative vie di esodo.
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Nelle planimetrie allegate alla presente è riportato il lay-out interno dei locali in cui ha luogo l'attività, sono
riportati i macchinari, gli impianti in genere, i passaggi, i percorsi di esodo, il posizionamento dei presidi
antincendio ecc. Sono state esaminate le strutture portanti e portate dell'attività industriale, è stato effettuato
il calcolo del carico di incendio, è stata effettuata la verifica delle strutture, seguendo le indicazioni della
vigente normativa. Le strutture portanti e di compartimentazione dell'edificio industriale sono del tipo
descritto nell'allegato relativo al calcolo del carico di incendio e della verifica delle strutture.
Caratteristiche dell'edificio
L'attività è ubicata nel volume di un edificio avente destinazione diversa.
N. piani edificio = 1
N. piani fuori terra = 1
Altezza antincendio = 7.2 m
Elenco piani edificio dell'attività
Piano
Superficie
(m²)
Piano terra - REP.
1851
LAVORAZIONI
Superficie
aerazione (m²)
221
Superficie
servizi (m²)
175
Descrizione
Le superfici di aerazione sono sufficienti per permettere l'evacuazione dei fumi di un eventuale incendio.
Separazioni/Comunicazioni
Elenco delle attività con cui si ha comunicazione/separazione
Attività
Posizione
Centrale termica a gas metano con potenza = 116 kW
adiacente
Comunicante Separata
Separata
(34) Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di
materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la cernita della
carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per
l'industria della carta, con quantitativi in massa oltre 50.000
kg.
adiacente
Comunicante
Tipo comunicazione
attraverso portoni
tagliafuoco
MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA
L'attività è provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti
verso l'esterno.
La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo.
Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso sono realizzate in modo da non
ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.
Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico.
Il sistema di apertura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, che consentiranno l'apertura delle
porte con semplice spinta esercitata dal pubblico.
I maniglioni antipanico sono installati in conformità con quanto stabilito dal D.M. 3 novembre 2004 (G.U. n.
271 del 18/11/2004), in particolare:
- i dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo sono installati in conformità alla EN 179
relativa a "Dispositivi per uscite d'emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta".
Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA ad un'altezza non inferiore a due metri dal suolo.
Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e
mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione.
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I locali sono dotati di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli
occupanti l'edificio in caso di emergenza.
CALCOLO DELL'AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO
Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento,
calcolato secondo la tabella:
Densità di affollamento
- numero lavoratori
L'attività avrà, una massimo affollamento pari a:
Piano
N. lavoratori
Piano terra - REP. LAVORAZIONI
15
TOTALE (persone)
15
Capacità di deflusso
- c.d. = 50 per i locali non in presenza di rischio elevato
- c.d. = 5 per i locali in presenza di rischio elevato
Si ha, la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula:
- moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano)
Numero moduli necessari
Descrizione piano
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Moduli
necessari
1
Max affollamento
Capacità deflusso
15
50.00
Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito:
(N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la
lunghezza del percorso di esodo fino a luogo sicuro).
Elenco uscite
Ubicazione
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Elenco ingressi
Ingresso N.
1
1
Uscita N.
Larghezza (m)
1.1
Lunghezza (m)
25
Adduzione
Luogo sicuro
N. moduli
1
2
1.1
25
Luogo sicuro
1
3
0.9
25
Luogo sicuro
1
Larghezza [m]
1.1
Tipo
Apribile verso l'esterno
2
1.1
Apribile verso l'esterno
3
0.9
Apribile verso l'esterno
Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile
Piano
N. Totale Moduli
Persone Evacuabili
Piano terra - REP.
3
150
LAVORAZIONI
Ubicazione
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
Max Affoll. Ipotizzabile
14
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2.3 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO
Individuazione dei pericoli di incendio
In relazione alla tipologia delle attività dichiarate ai sensi del D.M. 16 febbraio 1982 è possibile identificare
per l’ampliamento relativo alla Ditta CARTOTECNICA DEL GARDA pericoli di incendio dovuti alla presenza
sia di materiali combustibili che di sorgenti di innesco.
I materiali presenti nel reparto costituiscono un potenziale pericolo poiché essi sono facilmente combustibili
o possono facilitare il rapido sviluppo di un incendio:
A Carta;
B Pallets in legno.
Contemporaneamente nei vari luoghi ove viene svolta l’attività produttiva sono presenti sorgenti di innesco e
fonti di calore che costituiscono cause potenziali di incendio o che possono favorire la propagazione di un
incendio; tali fonti possono essere identificate in:
 Presenza di scintille dovute a lavori di manutenzione degli impianti tecnologici;
 Presenza di attrezzature elettriche.
Infine si devono considerare attentamente i casi in cui più persone siano esposte a rischi di incendio; in
particolare si possono identificare i casi in cui:
 Siano presenti persone la cui mobilità, udito o vista sia limitata;
Eliminazione o riduzione dei rischi
Fermo restando che la probabilità di insorgenza degli incendi diminuisce nella direzione di eliminare o ridurre
sia i pericoli di incendio che le fonti di innesco, è possibile ridurre ulteriormente la probabilità di insorgenza
degli incendi mediante:
 Misure di Tipo Organizzativo-Gestionale
rispetto dell’ordine e della pulizia;
controlli sulle misure di sicurezza;
predisposizione di regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare;
informazione e formazione del personale in servizio.
 Misure di tipo tecnico: vedi di seguito
Valutazione del rischio residuo di incendio
L'attività è definita a livello di rischio MEDIO secondo le indicaziioni del D.M. 10/03/1998.
La Ditta è in possesso del documento di valutazione dei rischi.
2.4 COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
Valutato il rischio di incendio residuo non eliminabile con le misure già descritte (compartimentazione,
resistenza al fuoco delle strutture, ventilazione naturale, vie di esodo e Uscite di Sicurezza) per compensare
lo stesso sono realizzate opere di protezione antincendio mediante la realizzazione dei seguenti impianti
tecnici antincendio, in osservanza alle norme tecniche di prodotto, così come previsto dal punto A.2.4 del
D.M. 4/5/1998.
IMPIANTI ELETTRICI
Generalità
Gli impianti elettrici sono realizzati in conformità ai disposti della normativa vigente.
In particolare gli impianti elettrici sono realizzati nel rispetto delle norme CEI.
Inoltre l'attività industriale è munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permette di
togliere tensione all'impianto elettrico dell'attività; tale interruttore è munito di comando di sgancio a distanza,
posto nelle vicinanze dell'ingresso o in posizione presidiata.
La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza è attestata con la procedura di cui al Decreto n. 37 del
22/1/2008.
Impianto elettrico di sicurezza
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Sede legale: 25032 CHIARI (BS) - Via M. Polo, 59 - Tel. 030 713843 – Fax 030 7005182
Unità locali: 25080 PADENGHE s/G (BS) – Via S. Giulia, 22 – Tel. 030 9908885 - fax 030 9908890
N. R.E.A. BS-401830 - N. Iscriz. Reg. Imprese P.IVA e C.F. 03455990170 Capitale Sociale 10.920,00 i.v.
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L'attività industriale è dotata di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella
ordinaria.
L'impianto elettrico di sicurezza alimenta le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la
sicurezza delle persone:
- illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo
che garantiscono un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux a 1 metro di altezza del piano di calpestio
delle vie di esodo
- impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme
L'impianto elettrico di sicurezza ha inoltre le seguenti caratteristiche:
- il tempo di intervento della illuminazione di sicurezza è inferiore a 0.5 secondi
- nessuna apparecchiatura elettrica è collegata all'impianto elettrico di sicurezza
- l'alimentazione dell'impianto di sicurezza può inserirsi anche con comando a mano posto in posizione
conosciuta dal personale
- l'autonomia della sorgente di sicurezza non è inferiore ai 30 minuti
- il dispositivo di ricarica degli accumulatori è di tipo automatico e consente la ricarica degli stessi in tempi
inferiori a 12 ore.
Sono installate lampade singole del tipo autoalimentato con tempo di ricarica inferiore a 12 ore.
MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Generalità
Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi sono realizzati a regola d'arte.
Estintori
L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili.
Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta
Ufficiale n. 28 del 4.02.2005) e successive modificazioni.
Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano:
- in prossimità degli accessi
- in vicinanza di aree di maggior pericolo
Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile.
Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza.
Caratteristiche tecniche
Elenco estintori
Piano
Piano terra - REP.
LAVORAZIONI
N.
13
Tipo
Polvere chimica
Classe 1
34A
Classe 2
144B
Impianto idrico antincendio (descrizione per tutta l’attività nel suo complesso)
La Ditta richiedente occupa una porzione di fabbricato industriale servito da un impianto idrico antincendio
già esistente in comune.
Il lotto ove si svolge l’attività dell’intera Ditta CARTOTECNICA DEL GARDA è dotato di una rete idrica
antincendio ad anello. L’area di proprietà della Ditta è servita da porzione di impianto costituito da:
 tubazioni interrate e a vista;
 n° 5 idranti a muro UNI 45;
 n° 3 colonnine UNI 70 (a servizio dell’intero complesso).
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Ogni idrante è corredato da una tubazione flessibile lunga 20 m.
La rete idrica antincendio, adibita esclusivamente a tale uso, garantirà la massima affidabilità in ogni
momento e richiederà l’esecuzione di manovre le più semplici possibile.
La portata degli idranti, in relazione al rischio da proteggere viene stabilita come segue:
-
per idranti da 45 mm: 120 litri al min. primo alla pressione minima di 2 bar alla lancia;
per idranti da 70 mm: 360 litri al min. primo alla pressione minima di 4 bar alla lancia.
La pressione sarà tale da consentire di raggiungere con il getto qualsiasi punto dei locali ove possa trovarsi
del materiale combustibile, anche se posto nella parte alta del locale stesso.
Gli idranti saranno ben segnalati, sempre liberi da ogni ostacolo per una pronta utilizzazione.
Tutta la rete, e gli idranti in particolare, sarà opportunamente protetta dall’azione del gelo.
L’alimentazione della rete idrica sarà realizzata tramite collegamento alla rete idrica comunale.
Gli impianti fissi di estinzione, saranno realizzati nel rispetto della norma UNI 10779 (idranti).
SEGNALETICA DI SICUREZZA
E' installata cartellonistica di emergenza conforme al D.Lgs. n. 81/2008, avente il seguente scopo:
- avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte
- vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo
- prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza
- fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, o ai mezzi di soccorso o salvataggio
- fornire altre indicazioni in materia di sicurezza
E' segnalato l'interruttore di emergenza atto a porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività.
Sono apposti cartelli indicanti:
- le uscite di sicurezza dei locali
- gli idranti posizionati all'interno dei locali
- gli estintori posizionati all'interno dei locali
Sono installati cartelli di:
- divieto
- avvertimento
- prescrizione
- salvataggio o di soccorso
- informazione in tutti i posti interni o esterni all'attività, nei quali è ritenuta opportuna la loro installazione
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SEGNALETICA UTILIZZATA
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2.5 GESTIONE DELL'EMERGENZA
Al fine di applicare i concetti di cui al D.Lgs. 81/2008 e successive integrazioni, e limitatamente al concetto
della sicurezza antincendio, a cura del servizio di prevenzione e protezione e a seguito della valutazione del
rischio di incendio si procede:
- alla designazione degli addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio e alla gestione delle
emergenze
- al programma per l'attuazione ed il controllo delle misure di sicurezza poste in atto, con particolare riguardo
a:
1) misure per prevenire il verificarsi di un incendio e la sua propagazione (divieti, precauzioni di esercizio,
controlli)
2) controllo e manutenzione dei presidi antincendio
3) procedure da attuare in caso di incendio
4) informazione e formazione del personale
Misure di prevenzione
Il programma di prevenzione è attuato richiamando l'attenzione del personale sui pericoli di incendio più
comuni ed impartendo al riguardo precise disposizioni, con particolare riferimento a:
- deposito e manipolazione di materiali infiammabili
- accumulo di rifiuti e scarti combustibili
- utilizzo di fiamme libere o di apparecchi generatori di calore (qualora previsti)
- utilizzo di impianti ed apparecchiature elettriche
- divieto di fumare
- lavori di ristrutturazione e manutenzione
- aree non frequentate
Sono inoltre attuati regolari controlli per garantire:
- la sicura tenuta degli ambienti
- la fruibilità delle vie di esodo
- la funzionalità delle porte resistenti al fuoco
- la visibilità della segnaletica di sicurezza
- la sicurezza degli impianti elettrici
I presidi antincendio, sono oggetto di regolari controlli e di interventi di manutenzione, in conformità a quanto
previsto dalla normativa tecnica e dalle istruzioni dei costruttori ed installatori.
Procedure da attuare in caso di incendio
A seguito della valutazione del rischio di incendio, è predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza
per il luogo di lavoro, che contiene tra l'altro nei dettagli:
- i doveri del personale di servizio incaricato a svolgere specifiche mansioni con riferimento alla sicurezza
antincendio (telefonisti, custodi, capi reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza, etc.)
- i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio
- i provvedimenti per assicurare che tutto il personale sia informato ed addestrato sulle procedure da attuare
- le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi particolari
- specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio
- procedura di chiamata dei vigili del fuoco e di informazione al loro arrivo e di assistenza durante l'intervento
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Inoltre il piano prevede delle planimetrie posti negli ambienti di lavoro con indicate:
- le caratteristiche planovolumetriche del luogo di lavoro (distribuzione e destinazione dei vari ambienti, vie di
esodo)
- attrezzature ed impianti di spegnimento (tipo, numero ed ubicazione)
- ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo
- ubicazione dell'interruttore generale
- valvole di intercettazione delle adduzioni idriche, di eventuali gas e fluidi combustibili
Il piano di emergenza identifica un adeguato numero di persone incaricate di sovrintendere e controllare
l'attuazione delle procedure previste.
Per la predisposizione del piano viene tenuto conto dei seguenti fattori:
- le caratteristiche dei luoghi, con particolare riferimento alle vie di esodo
- i sistemi di allarme
- il numero di persone presenti e la loro ubicazione
- lavoratori esposti a rischi particolari (disabili, appaltatori, etc.)
- numero di incaricati al controllo dell'attuazione del piano e all'assistenza nell'evacuazione
- livello di addestramento fornito al personale
Obblighi Informativi
Il datore di lavoro provvede affinché ogni lavoratore riceva una adeguata informazione su:
- rischi di incendio legati all'attività svolta nell'impresa
- rischi di incendio legati alle specifiche mansioni svolte
- misure di prevenzione e protezione incendi adottate in azienda (osservanza delle misure di prevenzione
incendi e relativo corretto comportamento negli ambienti di lavoro)
- importanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco
- modalità di apertura delle porte delle uscite
- ubicazione delle vie di esodo ed uscite
- procedure da adottare in caso di incendio, ed in particolare:
1) azioni da attuare quando si scopre un incendio
2) come azionare un allarme
3) azioni da attuare quando si sente un allarme
4) procedure di evacuazione fino al punto di raccolta
5) modalità di chiamata dei vigili del fuoco
- i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio,
evacuazione e pronto soccorso
- il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda
Obblighi Formativi
Il datore di lavoro, i dirigenti ed i preposti, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, assicurano
che ciascun dipendente riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza antincendio,
con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni.
Il personale incaricato di svolgere incarichi di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle
emergenze ha una specifica formazione antincendio i cui contenuti saranno non inferiori a quelli previsti
nell'allegato IX al Decreto 10 marzo 1998.
Esercitazioni Antincendio
In aggiunta alla formazione, il personale è chiamato a partecipare periodicamente (almeno una volta l'anno)
ad una esercitazione antincendio per mettere in pratica le procedure di evacuazione.
L'esercitazione è condotta nella maniera più realistica possibile, senza mettere in pericolo i partecipanti.
L'esercitazione ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme e si conclude una volta raggiunto il
punto di raccolta e fatto l'appello dei partecipanti.
Le varie fasi dell'esercitazione sono le seguenti:
- percorrere le vie di esodo
- identificare le zone resistenti al fuoco
- identificare l'ubicazione dei dispositivi per dare l'allarme
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- identificare l'ubicazione delle attrezzature di spegnimento
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI (DPI)
In considerazione dei rischi che non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di
prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del
lavoro, sono adottati dispositivi di protezione individuali, conformi a quelli previsti dal D.Lgs. n. 81/2008.
I DPI inoltre hanno le seguenti caratteristiche:
- sono adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per se un rischio maggiore
- sono adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro
- sono scelti tenendo conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore
- possono essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità
Nel caso fosse necessario adottare DPI multipli, questi sono tra loro compatibili e tali da mantenere, anche
nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.
Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro sceglie i DPI avendo:
- effettuato l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi
- individuato le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi di cui alla lettera a),
tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI
- valutato, sulla base delle informazioni a corredo dei DPI fornite dal fabbricante e delle norme d'uso le
caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e le ha raffrontato con quelle individuate alla lettera b)
Il datore di lavoro, anche sulla base delle norme d'uso individua le condizioni in cui un DPI deve
essere usato, specie per quanto riguarda la durata dell'uso, in funzione di:
- entità del rischio
- frequenza dell'esposizione al rischio
- caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore
- prestazioni del DPI
Inoltre, Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori i DPI conformi ai requisiti previsti dalla normativa
vigente e:
- mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e
le sostituzioni necessarie
- provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali,
conformemente alle informazioni del fabbricante
- fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori
- destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte
di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai
vari utilizzatori
- informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge
- rende disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni DPI
- assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifico addestramento circa l'uso
corretto e l'utilizzo pratico dei DPI
Obblighi dei lavoratori
I lavoratori si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro
nei casi ritenuti necessari.
I lavoratori utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla
formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato, inoltre:
- hanno cura dei DPI messi a loro disposizione
- non vi apportano modifiche di propria iniziativa
Al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI.
I lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o
inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
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Lavorazioni aziendali
Lavotrazione di prodotti cartotecnici
Dispositivi di Protezione Individuali utilizzati
Vedasi documentazione dedicata
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2 - DATI GENERALI DEL COMPARTIMENTO DEPOSITO
RELAZIONE TECNICA
Essendo l'attività NON regolata da specifiche disposizioni antincendio, la presente documentazione tecnica
è stata redatta in conformità al punto A dell'ALLEGATO 1 al Decreto del Ministero dell'Interno del 7 agosto
2012; nell'osservanza dei Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei
luoghi di lavoro di cui al D.M. 10/3/1998.
La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare
l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
TERMINI E DEFINIZIONI
I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983.
Classificazione
L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come:
Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la
cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l'industria della carta, con quantitativi in
massa oltre 50.000 kg..
In particolare la documentazione tecnica è composta da:
A) Relazione tecnica dimostrante l'osservanza i criteri generali di sicurezza antincendio, per le attività di cui
alla Scheda Informativa Generale, con l'individuazione dei pericoli di incendio la valutazione dei rischi
connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da attuare per ridurre i rischi,
in particolare la relazione tecnica contiene:
- 2.1 Individuazione dei pericoli di incendio
- 2.2 Descrizione delle condizioni ambientali
- 2.3 Valutazione qualitativa del rischio
- 2.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)
- 2.5 Gestione dell'emergenza
B) Elaborati grafici riportanti:
a) Planimetria generale in scala non superiore a 1/200 e non inferiore a 1/2000 dalla quale risultano:
- l'ubicazione dell'attività
- le condizioni di accessibilità all'area e di viabilità al contorno, gli accessi pedonali e carrabili
- le distanze di sicurezza esterne
- le risorse idriche presenti in zona
- gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas tecnici
- l'ubicazione degli organi di manovra degli impianti di protezione antincendio
- l'ubicazione dei blocchi di emergenza degli impianti tecnologici
- pianta dell'attività in scala non inferiore a 1/200 e non superiore a 1/50, recante l'indicazione degli elementi
caratterizzanti il rischio d'incendio e le misure di sicurezza indicate nella relazione tecnica.
Nelle planimetrie sono indicate inoltre:
- le uscite di sicurezza
- il verso di apertura delle porte
- i corridoi di esodo
- i vani scala
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- gli eventuali ascensori
- le attrezzature mobili di estinzione
- schemi a blocchi degli impianti antincendio
- la disposizione degli elementi dell'illuminazione di sicurezza
b) Sezioni dell'edificio in scala adeguata
Le innovazioni portate dal D.Lgs. n. 81/2008 tendono ad istituire nell'azienda un sistema di gestione
permanente ed organico diretto alla individuazione, valutazione, riduzione e controllo costante dei fattori di
rischio per la salute e sicurezza dei lavoratori, mediante:
- la programmazione delle attività di prevenzione in coerenza a principi e misure predeterminati
- la informazione, formazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
- l'organizzazione di un servizio di prevenzione e protezione
La presente relazione tecnica è stata redatta considerando i precedenti punti per la valutazione del rischio
incendio e mettendo in atto le procedure che la specifica normativa o la tecnica ANTINCENDIO richiedono;
con particolare riferimento alle indicazioni fornite dal Ministero dell'Interno con il Decreto del 10/3/1998.
Totale lavoratori presenti all’interno dell’attività = 1
2.1 INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO
La valutazione del rischio di incendio costituisce strumento fondamentale per il conseguimento delle finalità
di cui al D.Lgs. 81/2008, unitamente al piano organizzativo-gestionale.
Al fine di determinare le caratteristiche costruttive che l'edificio industriale deve possedere e gli impianti
antincendio da adottare nella specifica realtà in esame si è proceduto all’identificazione dei pericoli
nell'ambiente di lavoro preso in esame.
Sono stati identificati tutti quei fattori che presentano il potenziale di causare un danno in caso di incendio, in
particolare sono stati considerati:
- destinazione d'uso
- sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio
- carico di incendio nei vari compartimenti
- impianti di processo
- lavorazioni
- macchine apparecchiature e attrezzi
- movimentazioni interne
- impianti tecnologici di servizio
- aree a rischio specifico
Destinazione d'uso
Compartimento destinato al deposito.
Sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio
Si depositano materie prime in forma di bobine di carta appoggiate su bancali in legno.
Si stoccano scatoloni in cartone contenenti prodotti cartotecnici finiti pronti per la spedizione, posizionati su
bancali in legno.
Carico di incendio nei vari compartimenti:
I materiali combustibili presenti e il carico di incendio per tutti i compartimenti sono descritti nell'allegato alla
presente relazione tecnica relativo al calcolo del Carico d'Incendio.
Impianti di processo
esistono solamente impianti elettrici per illuminazione ed alcune prese di forza motrice.
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Lavorazioni
Non si effettuano lavorazioni
Macchine apparecchiature e attrezzi
Non sono previste macchine od attrezzature.
Movimentazioni interne
Le movimentazioni previste sono realizzate con l'ausilio di transpallet.
Impianti tecnologici di servizio
Non esistono impianti di riscaldamento.
Aree a rischio specifico
Non vi sono aree a rischio specifico diverse dal deposito in oggetto.
2.2 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI
L’analisi delle condizioni aziendali ha riguardato principalmente le condizioni di accessibilità e viabilità, il layout aziendale con particolare riferimento alle distanze, separazioni ed isolamento verso altre attività, la
caratteristica degli edifici.
Relativamente alle condizioni necessarie per garantire l’esodo delle persone l’analisi ha riguardato la
superficie di aerazione, l’affollamento degli ambienti e le relative vie di esodo.
Nelle planimetrie allegate alla presente è riportato il lay-out interno dei locali in cui ha luogo l'attività, sono
riportati i macchinari, gli impianti in genere, i passaggi, i percorsi di esodo, il posizionamento dei presidi
antincendio ecc. Sono state esaminate le strutture portanti e portate dell'attività industriale, è stato effettuato
il calcolo del carico di incendio, è stata effettuata la verifica delle strutture, seguendo le indicazioni della
vigente normativa. Le strutture portanti e di compartimentazione dell'edificio industriale sono del tipo
descritto nell'allegato relativo al calcolo del carico di incendio e della verifica delle strutture.
Caratteristiche dell'edificio
L'attività è ubicata nel volume di un edificio avente destinazione diversa.
N. piani edificio = 1
N. piani fuori terra = 1
Altezza antincendio = 7.20 m
Descrizione del contesto dell’edificio
Trattasi di reparto adibito al deposito delle materie prime e del prodotto finito a servizio dell'attività principale.
Elenco piani edificio dell'attività
Piano
Superficie (m²)
Piano Terra
Zona deposito
2672
Superficie
aerazione (m²)
272
Superficie
servizi (m²)
Descrizione
Le superfici di aerazione sono sufficienti per permettere l'evacuazione dei fumi di un eventuale incendio.
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Separazioni/Comunicazioni
Elenco delle attività con cui si ha comunicazione/separazione
Attività
Attività principale
Posizione
adiacente
Comunicante Separata
Comunicante
Tipo comunicazione
attraverso portoni
tagliafuoco
MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA
L'attività è provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti
verso l'esterno.
La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo.
Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso sono realizzate in modo da non
ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.
Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico.
Il sistema di apertura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, che consentiranno l'apertura delle
porte con semplice spinta esercitata dal pubblico.
I maniglioni antipanico sono installati in conformità con quanto stabilito dal D.M. 3 novembre 2004 (G.U. n.
271 del 18/11/2004), in particolare:
- i dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo sono installati in conformità alla EN 179
relativa a "Dispositivi per uscite d'emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta".
Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA ad un'altezza non inferiore a due metri dal suolo.
Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e
mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione.
I locali sono dotati di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli
occupanti l'edificio in caso di emergenza.
CALCOLO DELL'AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO
Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento,
calcolato secondo la tabella:
Densità di affollamento
- numero lavoratori
L'attività avrà, una massimo affollamento pari a:
Piano
N. lavoratori
Piano Terra
1
Zona deposito
TOTALE (persone)
1
Capacità di deflusso
- c.d. = 50 per i locali non in presenza di rischio elevato
- c.d. = 5 per i locali in presenza di rischio elevato
Si ha, la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula:
- moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano)
Numero moduli necessari
Descrizione piano
Moduli necessari
Zona deposito
1
Max affollamento
1
Capacità deflusso
50.00
Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito:
(N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la
lunghezza del percorso di esodo fino a luogo sicuro).
Elenco uscite
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Ubicazione
Piano Terra
Zona deposito
Piano Terra
Zona deposito
Piano Terra
Zona deposito
Elenco ingressi
Ingresso N.
1
Uscita N.
1
Larghezza (m)
11
Lunghezza (m)
25
Adduzione
Luogo sicuro
N. moduli
18
2
11
25
Luogo sicuro
18
3
11
25
Luogo sicuro
18
Larghezza [m]
1.1
Tipo
Apribile verso l'esterno
2
1.1
Apribile verso l'esterno
3
1.1
Apribile verso l'esterno
Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile
Piano
N. Totale Moduli
Persone Evacuabili
Piano Terra
54
2700
Zona deposito
Ubicazione
Piano Terra
Zona deposito
Piano Terra
Zona deposito
Piano Terra
Zona deposito
Max Affoll. Ipotizzabile
1
2.3 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO
Individuazione dei pericoli di incendio
In relazione alla tipologia delle attività dichiarate ai sensi del D.M. 16 febbraio 1982 è possibile identificare
per l’ampliamento relativo alla Ditta CARTOTECNICA DEL GARDA pericoli di incendio dovuti alla presenza
sia di materiali combustibili che di sorgenti di innesco.
I materiali presenti nel reparto costituiscono un potenziale pericolo poiché essi sono facilmente combustibili
o possono facilitare il rapido sviluppo di un incendio:
- Carta;
- Pallets in legno.
Nel deposito non sono normalmente presenti sorgenti di innesco e fonti di calore che costituiscono cause
potenziali di incendio.
Bisogna porre attenzione alle operazioni di manutenzione a causa di:
 Presenza di scintille dovute a lavori di manutenzione degli impianti tecnologici;
 Presenza di attrezzature elettriche.
Eliminazione o riduzione dei rischi
Fermo restando che la probabilità di insorgenza degli incendi diminuisce nella direzione di eliminare o ridurre
sia i pericoli di incendio che le fonti di innesco, è possibile ridurre ulteriormente la probabilità di insorgenza
degli incendi mediante:
 Misure di Tipo Organizzativo-Gestionale
rispetto dell’ordine e della pulizia;
controlli sulle misure di sicurezza;
predisposizione di regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare;
informazione e formazione del personale in servizio.
 Misure di tipo tecnico: vedi di seguito
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Valutazione del rischio residuo di incendio
L'attività è definita a livello di rischio MEDIO secondo le indicaziioni del D.M. 10/03/1998.
La Ditta è in possesso del documento di valutazione dei rischi.
2.4 COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
Valutato il rischio di incendio residuo non eliminabile con le misure già descritte (compartimentazione,
resistenza al fuoco delle strutture, ventilazione naturale, vie di esodo e Uscite di Sicurezza) per compensare
lo stesso sono realizzate opere di protezione antincendio mediante la realizzazione dei seguenti impianti
tecnici antincendio, in osservanza alle norme tecniche di prodotto, così come previsto dal punto A.2.4 del
D.M. 4/5/1998.
IMPIANTI ELETTRICI
Generalità
Gli impianti elettrici sono realizzati in conformità ai disposti della normativa vigente.
In particolare gli impianti elettrici sono realizzati nel rispetto delle norme CEI.
Inoltre l'attività industriale è munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permette di
togliere tensione all'impianto elettrico dell'attività; tale interruttore è munito di comando di sgancio a distanza,
posto nelle vicinanze dell'ingresso o in posizione presidiata.
La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza è attestata con la procedura di cui al Decreto n. 37 del
22/1/2008.
Impianto elettrico di sicurezza
L'attività industriale è dotata di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella
ordinaria.
L'impianto elettrico di sicurezza alimenta le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la
sicurezza delle persone:
- illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo
che garantiscono un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux a 1 metro di altezza del piano di calpestio
delle vie di esodo
- impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme
L'impianto elettrico di sicurezza ha inoltre le seguenti caratteristiche:
- il tempo di intervento della illuminazione di sicurezza è inferiore a 0.5 secondi
- nessuna apparecchiatura elettrica è collegata all'impianto elettrico di sicurezza
- l'alimentazione dell'impianto di sicurezza può inserirsi anche con comando a mano posto in posizione
conosciuta dal personale
- l'autonomia della sorgente di sicurezza non è inferiore ai 30 minuti
- il dispositivo di ricarica degli accumulatori è di tipo automatico e consente la ricarica degli stessi in tempi
inferiori a 12 ore.
Sono installate lampade singole del tipo autoalimentato con tempo di ricarica inferiore a 12 ore.
MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Generalità
Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi sono realizzati a regola d'arte.
Estintori
L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili.
Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta
Ufficiale n. 28 del 4.02.2005) e successive modificazioni.
Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano:
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- in prossimità degli accessi
- in vicinanza di aree di maggior pericolo
Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile.
Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza.
Caratteristiche tecniche
Elenco estintori
Piano
Piano Terra
Zona deposito
N.
18
Tipo
Polvere chimica
Classe 1
34A
Classe 2
144B
SEGNALETICA DI SICUREZZA
E' installata cartellonistica di emergenza conforme al D.Lgs. n. 81/2008, avente il seguente scopo:
- avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte
- vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo
- prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza
- fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, o ai mezzi di soccorso o salvataggio
- fornire altre indicazioni in materia di sicurezza
E' segnalato l'interruttore di emergenza atto a porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività.
Sono apposti cartelli indicanti:
- le uscite di sicurezza dei locali
- gli idranti posizionati all'interno dei locali
- gli estintori posizionati all'interno dei locali
Sono installati cartelli di:
- divieto
- avvertimento
- prescrizione
- salvataggio o di soccorso
- informazione in tutti i posti interni o esterni all'attività, nei quali è ritenuta opportuna la loro installazione
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2.5 GESTIONE DELL'EMERGENZA
Al fine di applicare i concetti di cui al D.Lgs. 81/2008 e successive integrazioni, e limitatamente al concetto
della sicurezza antincendio, a cura del servizio di prevenzione e protezione e a seguito della valutazione del
rischio di incendio si procede:
- alla designazione degli addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio e alla gestione delle
emergenze
- al programma per l'attuazione ed il controllo delle misure di sicurezza poste in atto, con particolare riguardo
a:
1) misure per prevenire il verificarsi di un incendio e la sua propagazione (divieti, precauzioni di esercizio,
controlli)
2) controllo e manutenzione dei presidi antincendio
3) procedure da attuare in caso di incendio
4) informazione e formazione del personale
Misure di prevenzione
Il programma di prevenzione è attuato richiamando l'attenzione del personale sui pericoli di incendio più
comuni ed impartendo al riguardo precise disposizioni, con particolare riferimento a:
- deposito e manipolazione di materiali infiammabili
- accumulo di rifiuti e scarti combustibili
- utilizzo di fiamme libere o di apparecchi generatori di calore (qualora previsti)
- utilizzo di impianti ed apparecchiature elettriche
- divieto di fumare
- lavori di ristrutturazione e manutenzione
- aree non frequentate
Sono inoltre attuati regolari controlli per garantire:
- la sicura tenuta degli ambienti
- la fruibilità delle vie di esodo
- la funzionalità delle porte resistenti al fuoco
- la visibilità della segnaletica di sicurezza
- la sicurezza degli impianti elettrici
I presidi antincendio, sono oggetto di regolari controlli e di interventi di manutenzione, in conformità a quanto
previsto dalla normativa tecnica e dalle istruzioni dei costruttori ed installatori.
Procedure da attuare in caso di incendio
A seguito della valutazione del rischio di incendio, è predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza
per il luogo di lavoro, che contiene tra l'altro nei dettagli:
- i doveri del personale di servizio incaricato a svolgere specifiche mansioni con riferimento alla sicurezza
antincendio (telefonisti, custodi, capi reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza, etc.)
- i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio
- i provvedimenti per assicurare che tutto il personale sia informato ed addestrato sulle procedure da attuare
- le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi particolari
- specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio
- procedura di chiamata dei vigili del fuoco e di informazione al loro arrivo e di assistenza durante l'intervento
Inoltre il piano prevede delle planimetrie posti negli ambienti di lavoro con indicate:
- le caratteristiche planovolumetriche del luogo di lavoro (distribuzione e destinazione dei vari ambienti, vie di
esodo)
- attrezzature ed impianti di spegnimento (tipo, numero ed ubicazione)
- ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo
- ubicazione dell'interruttore generale
- valvole di intercettazione delle adduzioni idriche, di eventuali gas e fluidi combustibili
Il piano di emergenza identifica un adeguato numero di persone incaricate di sovrintendere e controllare
l'attuazione delle procedure previste.
Per la predisposizione del piano viene tenuto conto dei seguenti fattori:
- le caratteristiche dei luoghi, con particolare riferimento alle vie di esodo
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- i sistemi di allarme
- il numero di persone presenti e la loro ubicazione
- lavoratori esposti a rischi particolari (disabili, appaltatori, etc.)
- numero di incaricati al controllo dell'attuazione del piano e all'assistenza nell'evacuazione
- livello di addestramento fornito al personale
Obblighi Informativi
Il datore di lavoro provvede affinché ogni lavoratore riceva una adeguata informazione su:
- rischi di incendio legati all'attività svolta nell'impresa
- rischi di incendio legati alle specifiche mansioni svolte
- misure di prevenzione e protezione incendi adottate in azienda (osservanza delle misure di prevenzione
incendi e relativo corretto comportamento negli ambienti di lavoro)
- importanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco
- modalità di apertura delle porte delle uscite
- ubicazione delle vie di esodo ed uscite
- procedure da adottare in caso di incendio, ed in particolare:
1) azioni da attuare quando si scopre un incendio
2) come azionare un allarme
3) azioni da attuare quando si sente un allarme
4) procedure di evacuazione fino al punto di raccolta
5) modalità di chiamata dei vigili del fuoco
- i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio,
evacuazione e pronto soccorso
- il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda
Obblighi Formativi
Il datore di lavoro, i dirigenti ed i preposti, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, assicurano
che ciascun dipendente riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza antincendio,
con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni.
Il personale incaricato di svolgere incarichi di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle
emergenze ha una specifica formazione antincendio i cui contenuti saranno non inferiori a quelli previsti
nell'allegato IX al Decreto 10 marzo 1998.
Esercitazioni Antincendio
In aggiunta alla formazione, il personale è chiamato a partecipare periodicamente (almeno una volta l'anno)
ad una esercitazione antincendio per mettere in pratica le procedure di evacuazione.
L'esercitazione è condotta nella maniera più realistica possibile, senza mettere in pericolo i partecipanti.
L'esercitazione ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme e si conclude una volta raggiunto il
punto di raccolta e fatto l'appello dei partecipanti.
Le varie fasi dell'esercitazione sono le seguenti:
- percorrere le vie di esodo
- identificare le zone resistenti al fuoco
- identificare l'ubicazione dei dispositivi per dare l'allarme
- identificare l'ubicazione delle attrezzature di spegnimento
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3 - DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' SECONDARIA (Att. 47)
Attività: (74) Centrale Termica
Individuata al punto < 74.1.A > della tabella allegata al D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151
Attività definita nel modo seguente:
Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con
potenzialità superiore a 116 kW e fino a 350 kW.
RIFERIMENTO NORMATIVO
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA n. 151 del 1° agosto 2011.
Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli
incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito,
con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122..
Lettera Circolare del MINISTERO DELL'INTERNO n. 13061 del 06/10/2011.
Nuovo regolamento di prevenzione incendi – D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151: "Regolamento recante
disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater,
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122."
Primi indirizzi applicativi.
Decreto del Ministero dell'Interno del 7 agosto 2012.
Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione
incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente
della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151..
DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO 12 APRILE 1996.
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e
l'adeguamento degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi.
DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO 23 Luglio 2001.
Modifiche ed integrazioni al Decreto del Ministro dell’interno 12 aprile 1996, relativamente ai nastri radianti
ed ai moduli a tubi radianti alimentati da combustibili gassosi.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007.
Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007.
Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco.
D.M. 30/11/1983.
Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi.
Decreto n. 37 del 22/1/2008.
Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2
dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli
edifici..
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio 2005.
Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio.
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RELAZIONE TECNICA
La presente relazione è redatta in conformità a: Decreto del 12/4/1996
Trattasi di impianto di riscaldamento a servizio del reparto lavorazione.
Trattasi di impianto di riscaldamento con generatori di aria calda pensili alimentati a gas metano della
potenza di 154 kW.
La rete del metano corre per la quasi totalità del percorso all'esterno del fabbricato ed è dotata di
intercettazione esterna.
La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare
l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
TERMINI E DEFINIZIONI
I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983.
TIPO IMPIANTO
L'impianto alimentato a gas metano, a servizio di Locali di installazione di generatori di aria calda a scambio
diretto
La relazione si riferisce ad un impianto esistente per il seguente tipo di intervento: Ampliamento esistente.
Elenco apparecchiature presenti
Apparecchiatura n.
Potenza (kW)
1
77.1
2
77.1
Potenza (kcal/h)
66294.07
66294.07
Descrizione
Generatore di aria calda pensile
Robur F1-81 con bruciatore a
camera stagna
Generatore di aria calda pensile
Robur F1-81 con bruciatore a
camera stagna
L'impianto, ha una potenzialità termica totale al focolare pari a:
Potenza in kW = 154.20
Potenza in kcal/h = 132588.14
2 LUOGHI DI INSTALLAZIONE DEGLI APPARECCHI
Gli apparecchi sono installati in fabbricato destinato anche ad altro uso, e tale da non essere esposti ad urti
o manomissioni.
4 INSTALLAZIONE IN FABBRICATI DESTINATI ANCHE AD ALTRO USO O IN LOCALI INSERITI NELLA
VOLUMETRIA DEL FABBRICATO SERVITO
4.1 DISPOSIZIONI COMUNI
4.1.1 UBICAZIONE
Il locale è Fuori terra, e ha un perimetro di 174 m.
La parete più lunga, di lunghezza 68 m, rispetta il minimo del 15% rispetto al perimetro del fabbricato: 0.15 *
174 = 26.10 m, come requisito minimo per poter installare gli impianti termici in un locale di un fabbricato.
Essa risponde completamente ai requisiti minimi di confine previsti al punto 4.1.1 (su spazio scoperto o
strada pubblica o privata scoperta).
La parete è confinante con spazio scoperto.
Il locale è destinato esclusivamente agli impianti termici oggetto della presente relazione.
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4.1.2 APERTURE DI AERAZIONE
I locali sono dotati di aperture permanenti di aerazione realizzate su parete esterna.
Le aperture di aerazione sono realizzate e collocate in modo da evitare la formazione di sacche di gas.
Le aperture sono realizzate nel punto più alto della parete di cui al punto 4.1.1. b).
Sarà rispettata la condizione indicata al punto 4.1.2 del D.M. 12/4/1996.
Infatti, le superfici libere minime, calcolate in funzione della portata termica complessiva, hanno il seguente
valore ("Q" esprime la portata termica in kW ed "S" la superficie minima di aerazione, espressa in cm²):
- trattandosi di locali fuori terra, S = Q x 10. Pertanto S = 0.15 m².
In ogni caso ciascuna apertura non avrà superficie netta inferiore a 0.01 m².
Superficie aerazione locale effettiva = 0.5 m²
Le aperture di aerazione saranno protette da alette antipioggia, in modo comunque che non venga ridotta la
superficie netta di aerazione di cui sopra.
4.1.3 DISPOSIZIONE DEGLI APPARECCHI ALL'INTERNO DEI LOCALI
Le distanze tra un qualsiasi punto esterno degli apparecchi e le pareti verticali e orizzontali del locale,
nonché le distanze fra gli apparecchi installati nello stesso locale permettono l'accessibilità agli organi di
regolazione, sicurezza e controllo nonché la manutenzione ordinaria, secondo quanto prescritto dal
costruttore dell'apparecchio.
4.5 LOCALI DI INSTALLAZIONE DI GENERATORI DI ARIA CALDA A SCAMBIO DIRETTO
4.5.2 LOCALI DI INSTALLAZIONE DESTINATI AD ALTRE ATTIVITA'
4.5.2.1 CARATTERISTICHE DEI LOCALI
L'installazione sarà in adiacenza alle pareti dell'edificio servito.
La parete non soddisferà i requisiti di resistenza al fuoco imposti dal punto 4.5.2.1 del DM 12/4/1996.
Pertanto saranno rispettate le seguenti distanze: 0.60 m tra l'involucro dell'apparecchio e le pareti, 1.00 m tra
l'involucro dell'apparecchio ed il soffitto.
4.5.2.2 DISPOSIZIONE DEGLI APPARECCHI
Altezza degli apparecchi dal pavimento = 3 m.
Poiché il generatore è posto ad una altezza dal pavimento non inferiore a 2.5 m, la distanza fra la superficie
esterna del generatore di aria calda e della condotta di evacuazione dei gas combusti da eventuali materiali
combustibili in deposito è tale da impedire il raggiungimento di temperature pericolose ed in ogni caso non è
inferiore a 1.5 m.
4.5.3. CONDOTTE AEROTERMICHE
Non sono previste condotte.
5 IMPIANTO INTERNO DI ADDUZIONE DEL GAS
5.1 GENERALITA'
Il dimensionamento delle tubazioni e degli eventuali riduttori di pressione è tale da garantire il corretto
funzionamento degli apparecchi di utilizzazione.
L'impianto interno ed i materiali impiegati sono conformi alla legislazione tecnica vigente.
5.2 MATERIALI DELLE TUBAZIONI
Sono utilizzati solo tubi idonei, cioè quelli rispondenti alle caratteristiche di seguito indicate.
Tipo tubazioni interne: acciaio (con saldatura)
Tipo tubazioni esterne: acciaio (con saldatura)
5.2.1 TUBI DI ACCIAIO
I tubi di acciaio hanno caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI
8863.
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5.3 GIUNZIONI, RACCORDI E PEZZI SPECIALI, VALVOLE
5.3.1 TUBAZIONI IN ACCIAIO
Caratteristiche:
- i giunti a tre pezzi vengono utilizzati esclusivamente per i collegamenti iniziale e finale dell'impianto interno
- le giunzioni dei tubi di acciaio sono realizzate mediante raccordi con filettature o a mezzo saldatura di testa
per fusione o a mezzo di raccordi flangiati
- nell'utilizzo di raccordi con filettatura vengono impiegati nastro di tetrafluoroetilene, mastici idonei per lo
specifico gas. Non vengono utilizzati biacca, minio o altri materiali simili
- non è utilizzata ghisa sferoidale
- tutti i raccordi ed i pezzi speciali sono realizzati di acciaio oppure di ghisa malleabile; quelli di acciaio con
estremità filettate o saldate, quelli di ghisa malleabile con estremità unicamente filettate
- le valvole sono di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di
aperto e di chiuso. Esse sono di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non
minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite
5.4 POSA IN OPERA
5.4.1 PERCORSO DELLE TUBAZIONI
Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori è il più breve possibile ed è:
- all'esterno dei fabbricati in vista
- Nei locali di installazione degli apparecchi il percorso delle tubazioni è in vista.
5.4.2 GENERALITÀ
- Le tubazioni sono protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti
dovuti ad urti
- Le tubazioni del gas non sono utilizzate come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di
impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso
- Le tubazioni non sono collocate nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi
elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie
- Eventuali riduttori di pressione o prese libere dell'impianto interno sono collocati all'esterno degli edifici o,
nel caso delle prese libere, anche all'interno dei locali, se destinati esclusivamente all'installazione degli
apparecchi. Queste sono chiuse o con tappi filettati o con sistemi equivalenti
- Non sono utilizzati tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altro impianto già funzionante
- All'esterno dei locali di installazione degli apparecchi è installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in
posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura
rapida per rotazione di 90° ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso
- Per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale (se alimentato tramite contatore), sono utilizzati
tubi metallici flessibili continui
- Nell'attraversamento di muri la tubazione non presenta giunzioni o saldature ed è protetta da guaina
murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l'intercapedine fra guaina e
tubazione gas è sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando
comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno
- Non sono attraversati giunti sismici
- Le condotte, comunque installate, distano almeno 2 cm dal rivestimento della parete o dal filo esterno del
solaio
- Fra le condotte ed i cavi o tubi di altri servizi è adottata una distanza, minima di 10 cm; nel caso di incrocio,
quando tale distanza minima non può essere rispettata, è comunque evitato il contatto diretto interponendo
opportuni setti separatori con adeguate caratteristiche di rigidità dielettrica e di resistenza meccanica;
qualora, nell'incrocio, il tubo del gas è sottostante a quello dell'acqua, esso è protetto con opportuna guaina
impermeabile in materiale incombustibile o non propagante la fiamma
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5.4.3 MODALITÀ DI POSA IN OPERA ALL'ESTERNO DEI FABBRICATI
5.4.3.2 POSA IN OPERA IN VISTA
Le tubazioni installate in vista sono adeguatamente ancorate per evitare scuotimenti, vibrazioni ed
oscillazioni. Esse sono collocate in posizione tale da impedire urti e danneggiamenti e ove necessario,
adeguatamente protette.
Le tubazioni di gas, poiché di densità superiore a 0.8 sono contraddistinte con il colore giallo, a bande
alternate da 20 cm di colore arancione.
All'interno dei locali serviti dagli apparecchi le tubazioni non presentano giunti meccanici.
MODALITÀ DI POSA IN OPERA ALL'INTERNO DEI LOCALI DELL'IMPIANTO
Modalità posa in opera: in vista.
5.5 GRUPPO DI MISURAZIONE
Il contatore del gas è installato: in nicchia areata.
È installata una valvola di intercettazione di tipo: a chiusura manuale.
5.6 PROVA DI TENUTA DELL'IMPIANTO INTERNO
La prova di tenuta è eseguita prima di mettere in servizio l'impianto interno e di collegarlo al punto di
consegna degli apparecchi. Se qualche parte dell'impianto non è in vista, la prova di tenuta precede la
copertura della tubazione.
La prova dei tronchi in guaina contenenti giunzioni saldate è eseguita prima del collegamento alle condotte
di impianto.
La prova è effettuata adottando gli accorgimenti necessari per l'esecuzione in condizioni di sicurezza
e con le seguenti modalità:
a) si tappano provvisoriamente tutti i raccordi di collegamento agli apparecchi e al contatore
b) si immette nell'impianto aria od altro gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione pari a:
- impianti di 6° specie 1 bar
- impianti di 7° specie: 0.1 bar (tubazioni non interrate), 1 bar (tubazioni interrate)
c) dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (comunque non minore di 15 min), si
effettua una prima lettura della pressione, mediante un manometro ad acqua od apparecchio equivalente, di
idonea sensibilità minima
d) la prova ha la durata di:
- 24 ore per tubazioni interrate di 6° specie
- 4 ore per tubazioni non interrate di 6° specie
- 30 min per tubazioni di 7° specie
Al termine della prova non devono verificarsi cadute di pressione rispetto alla lettura iniziale.
e) Se si verificassero delle perdite, queste sono ricercate con l'ausilio di soluzione saponosa o prodotto
equivalente ed eliminate; le parti difettose sono sostituite e le guarnizioni rifatte. Non si effettuano riparazioni
di dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle. Eliminate le perdite, si esegue di nuovo la prova di tenuta
dell'impianto
f) La prova è considerata favorevole quando non si verificano cadute di pressione. Per ogni prova a
pressione è redatto relativo verbale di collaudo
APPARECCHI E BRUCIATORI
Il bruciatore è munito del dispositivo automatico di sicurezza totale che interrompe il flusso del gas qualora,
per qualsiasi motivo, venga a spegnersi la fiamma.
In caso di spegnimento della fiamma l'alimentazione del gas è completamente arrestata entro due secondi
così come previsto dalla normativa vigente.
L'alimentazione del gas è arrestata anche in mancanza di ogni fonte di energia. Tale dispositivo di sicurezza
è di tipo approvato dal Ministero dell'Interno.
Nel locale è imposto il divieto di escludere o modificare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza.
L'impianto effettua il prelavaggio della camera di combustione e delle diverse parti del circuito nelle
operazioni di accensione o riaccensione del bruciatore in quanto trattasi di bruciatore ad aria soffiata.
Il camino dell'impianto è indipendente e non è utilizzato per altre utenze.
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6 DISPOSIZIONI COMPLEMENTARI
6.1 IMPIANTO ELETTRICO
Caratteristiche impianto:
- l'impianto elettrico è realizzato in conformità alla normativa vigente. Tale conformità è attestata secondo le
procedure previste dalla normativa vigente
- l'interruttore generale nei locali è installato all'esterno dei locali, in posizione segnalata ed accessibile
6.2 MEZZI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
In ogni locale è in prossimità di ciascun apparecchio è installato un estintore di classe 21A - 89BC. I mezzi di
estinzione degli incendi sono idonei alle lavorazioni o ai materiali in deposito nei locali ove questi sono
consentiti.
6.3 SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza richiama l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposte a segnalare la
posizione della valvola esterna di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale.
6.4 ESERCIZIO E MANUTENZIONE
Sono rispettati gli obblighi di cui all'art. 11 del D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412 (S.O.G.U. n. 242 del 14 ottobre
1993).
Nei locali è vietato depositare ed utilizzare sostanze infiammabili o tossiche e materiali non attinenti
all'impianto e sono adottate adeguate precauzioni affinché, durante qualunque tipo di lavoro, l'eventuale uso
di fiamme libere non costituisca fonte di innesco.
6.5 CENTRALE TERMICA AMPLIAMENTO 2004
Nell’ambito del primo ampliamento sottoposto alla Vostra approvazione nel 2004 esiste una centrale termica
che resta invariata, nella quale è installata una caldaia con bruciatore di gas metano della potenza di 116
kW.
La centrale termica è realizzata in conformità alle indicazioni del D.M. 12/4/1996 ed è servita dalla rete gas
metano descritta nel capitolo relativo all’attività 74.
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SEGNALETICA UTILIZZATA
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4 – RELAZIONE DI CALCOLO DEL CARICO D’INCENDIO
RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO
VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO
****
****
****
D.M. Interno 09 Marzo 2007
D.M. 16 Febbraio 2007
L.C. 15/02/2008
L.C. 28/03/2008
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GENERALITA' COMPARTIMENTI
La presente relazione di calcolo del carico di incendio è relativa a n° 2 compartimenti dei
quali si dà un sintetico elenco:
Nome Compartimento
DEPOSITO
PRODUZIONE
Area [mq]
2672
1851
RIFERIMENTO NORMATIVO
Per il calcolo del carico di incendio si applicano le presenti norme tecniche di prevenzione incendi:




Decreto del Ministero dell’Interno del 09 Marzo 2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco delle
costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”.
Decreto del Ministro dell’interno 16 Febbraio 2007 “Classificazione di resistenza al fuoco di
prodotti ed elementi costruttivi di opere di costruzione”;
Lettera Circolare del Ministero dell’Interno prot. 1968 del 15 febbraio 2008 “Pareti di
muratura portanti resistenti al fuoco”;
Lettera Circolare del Ministero dell’Interno prot. 414/4122 sott.55 recante il titolo “DM 9
marzo 2007 – Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al
controllo del CNVVF. Chiarimenti ed indirizzi applicativi”.
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CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO
Con il termine Carico di Incendio si intende, ai sensi delle definizioni di cui al punto 1.c del D.M.
09 marzo 2007, il potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti
all’interno di un compartimento. Tale valore è inoltre corretto in base ai parametri indicativi della
partecipazione alla combustione dei singoli elementi. Il calcolo del carico di incendio, viene
effettuato con il metodo previsto dal suddetto decreto.
In alternativa alla formula espressa dal D.M. 9 marzo 2007, si è pervenuti alla determinazione di qf
attraverso una valutazione statistica del carico di incendio per la specifica attività, facendo
riferimento a valori con probabilità di superamento inferiori al 20%.
In seguito a tale calcolo viene determinato il carico di incendio specifico di progetto, indicato più
brevemente con qf,d,mediante l’ introduzione di fattori moltiplicativi e riduttivi riferiti a:



Determinazione del rischio incendio in relazione alle dimensioni dei compartimenti;
Determinazione del rischio incendio in relazione all’attività svolta nel compartimento;
Misure di protezione attiva e passiva adottate.
dai quali sarà possibile determinare la classe del compartimento.
Determinazione del carico di incendio specifico di progetto
Il valore del carico d’incendio specifico di progetto (qf,d) è determinato secondo la seguente
relazione:
[1] qf,d = δq1× δq2 ×δn ×qf [MJ/m2]
dove:
δq1
è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione alla dimensione del
compartimento e i quali valori sono definiti in tabella 1
Tabella 1
Superficie A in pianta
lorda del compartimento
(m2)
A <500
δq2
1,00
Superficie A in pianta
lorda del compartimento
(m2)
2.500 ≤ A <5.000
1,60
500 ≤ A <1.000
1,20
5.000 ≤ A <10.000
1,80
1.000 ≤ A <2.500
1,40
A ≥ 10.000
2,00
δq1
δq1
è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta
nel compartimento e i quali valori sono definiti in tabella 2
Tabella 2
Classi di
rischio
Descrizione
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δq2
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I
Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità
0,8
di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di
0
controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza
II
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come probabilità
1,0
d’innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di
0
controllo dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza
III
Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità
1,2
d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di
0
controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza
è il fattore che tiene conto delle differenti misure di protezione e i quali valori
sono definiti in tabella 3
Tabella 3
dni, Funzione delle misure di protezione
Sistemi
automatici
di
estinzione
ad
acqua
altro
δn1
δn2
0,60 0,80
qf
Sistemi di
Sistemi
Squadra
evacuazion automatici aziendale
e
di
dedicata
automatica rivelazione, alla lotta
di fumo e segnalazion antincendio
calore
e e allarme
di incendio
Rete idrica
antincendio
interna
Interna
ed
esterna
Percorsi Accessibilit
protetti di à ai mezzi
accesso di soccorso
VVF
δn3
δn4
δn5
δn6
δn7
δn8
δn9
0,90
0,85
0,90
0,90
0,80
0,90
0,90
è il valore nominale della carico d’incendio specifico da determinarsi secondo la
formula:
[MJ/m2]
[2]
dove:
gi
massa dell’i-esimo materiale combustibile
Hi
potere calorifico inferiore dell’i-esimo materiale combustibile
[MJ/kg]
fattore di partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale combustibile pari
a 0,80 per il legno e altri materiali di natura cellulosica e 1,00 per tutti gli altri
materiali combustibili
fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale
combustibile pari a 0 per i materiali contenuti in contenitori appositamente
progettati per resistere al fuoco; 0,85 per i materiali contenuti in contenitori non
mi
ψi
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[kg]
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A
combustibili e non appositamente progettati per resistere al fuoco; 1 in tutti gli altri
casi
superficie in pianta netta del compartimento
[m2]
Richieste di prestazione
Il D.M. 9 Marzo 2007 al punto 3 prevede diverse richieste di prestazione alle costruzioni, in
funzione degli obiettivi di sicurezza prefissati, così come individuate nei livelli del seguente
schema:
Livello I
Livello II
Livello III
Livello IV
Livello V
Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della
perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia
trascurabile
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente
all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con
la gestione dell’emergenza
Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, un
limitato danneggiamento della costruzione
Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il
mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa
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RICHIESTA LIVELLO DI PRESTAZIONE
Per questa struttura è stato richiesto un livello di prestazione III
Determinazione della CLASSE
Per garantire il livello III, il D.M. 9 marzo 2007, al punto 3.3.2, prevede le classi di resistenza
al fuoco riportate nella tabella seguente, in funzione del carico d’incendio specifico di progetto (qf,d)
così come prima definito.
Carichi d’incendio specifici di
progetto (qf,d)
Classe
Non superiore a 100 MJ/m2
0
Non superiore a 200 MJ/m2
15
Non superiore a 300 MJ/m2
20
Non superiore a 450 MJ/m
2
30
Non superiore a 600 MJ/m
2
45
Non superiore a 900 MJ/m2
60
Non superiore a 1200 MJ/m2
90
Non superiore a 1800 MJ/m2
120
Non superiore a 2400 MJ/m2
180
Superiore a 2400 MJ/m2
240
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RESISTENZA COMPARTIMENTO
Le caratteristiche di resistenza al fuoco degli elementi portanti orizzontali e verticali nonché di
separazione tra i compartimenti antincendio sono rispondenti ai criteri e alle modalità specificate
dal DM del 16/02/2007.
Nota: Per quanto indicato al punto D. 5.1 i valori della copertura delle armature non devono essere
inferiore ai minimi di regolamento per le opere in c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa i valori
indicati nelle tabelle dell’allegato D devono essere aumentati di 15mm. In presenza di intonaco lo
spessore della struttura (e di conseguenza il valore della copertura delle armature) viene modificato
nella seguente maniera:
10 mm di intonaco normale = 10 mm di calcestruzzo
10 mm di intonaco protettivo antincendio = 20 mm di calcestruzzo
ELENCO MATERIALI COMPARTIMENTO:
DEPOSITO
Materiale
Quantità
Pot. Calorifico
m
Psi
Totale
Carta
800000
16,93 MJ/Kg
0.80
1
Legno
1000
18,42 MJ/Kg
0.80
1
10'841'465,60
MJ
14'737,54 MJ
La somma in MJ
compartimento
è
degli
elementi
inseriti
nel
pari a 10'856'203,14 MJ. Ne discende
che applicando la
compartimento, si
[2]
dove A è l’estensione del
determina il carico di incendio nominale riferito al m2 qf = 4'062,95 MJ/m2
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N. R.E.A. BS-401830 - N. Iscriz. Reg. Imprese P.IVA e C.F. 03455990170 Capitale Sociale 10.920,00 i.v.
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CALCOLO DELLA CLASSE DEL COMPARTIMENTO: DEPOSITO
Per quanto indicato al punto 2 del D.M. 09/03/2007 si ha che il carico di incendio specifico di
progetto è determinato dalla [1] qf,d = δq1× δq2 ×δn ×qf [MJ/m2].
Si ha pertanto
δq1= 1.6 essendo la superficie A pari a 2672 m2 (vedi tabella 1)
δq2= 1 essendo la classe di rischio uguale a II (vedi tabella 2)
Per le misure di protezione si ha
δn1= δn2= δn3= δn4= 0.85
incendio)
δn5= δn6= δn7= 0.80
δn8= δn9= 0.90
(presenza di sistema automatico di estinzione ad acqua)
(presenza di altro sistema automatico di estinzione)
(presenza di sistema di evacuazione automatica di fumo e calore)
(presenza di sistema automatico di rivelazione, segnalazione ed allarme di
(presenza di squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio)
(presenza di rete idrica antincendio interna)
(presenza di rete idrica antincendio interna ed esterna)
(presenza di percorsi interni protetti di accesso)
(presenza di accessibilità ai mezzi di soccorso VVF)
Eseguendo la [1] si ha che il carico di incendio specifico di progetto è qf,d= 3'978,44, MJ/m2 da cui
ne discende che la classe del compartimento per la tabella 4 è REI 240
Le strutture portanti e separanti del reparto saranno opportunamente trattate per conferire resistenza
al fuoco congrua con la classe del compartimento.
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ELENCO MATERIALI COMPARTIMENTO:
PRODUZIONE
Materiale
Quantità
Pot. Calorifico
m
Psi
Totale
Carta
Legno
10000
1000
16,93 MJ/Kg
18,42 MJ/Kg
0.80
0.80
1
1
135'518,32 MJ
14'737,54 MJ
La somma in MJ
compartimento
è
degli
elementi
inseriti
nel
pari a 150'255,86 MJ. Ne discende
che applicando la
compartimento, si
[2]
dove A è l’estensione del
determina il carico di incendio nominale riferito al m2 qf = 81,18 MJ/m2
CALCOLO DELLA CLASSE DEL COMPARTIMENTO: PRODUZIONE
Per quanto indicato al punto 2 del D.M. 09/03/2007 si ha che il carico di incendio specifico di
progetto è determinato dalla [1] qf,d = δq1× δq2 ×δn ×qf [MJ/m2].
Si ha pertanto
δq1= 1.4 essendo la superficie A pari a 1851 m2 (vedi tabella 1)
δq2= 1 essendo la classe di rischio uguale a II (vedi tabella 2)
Per le misure di protezione si ha
δn1= δn2= δn3= δn4= 0.85
incendio)
δn5= δn6= δn7= δn8= -
(presenza di sistema automatico di estinzione ad acqua)
(presenza di altro sistema automatico di estinzione)
(presenza di sistema di evacuazione automatica di fumo e calore)
(presenza di sistema automatico di rivelazione, segnalazione ed allarme di
(presenza di squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio)
(presenza di rete idrica antincendio interna)
(presenza di rete idrica antincendio interna ed esterna)
(presenza di percorsi interni protetti di accesso)
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δn9= -
(presenza di accessibilità ai mezzi di soccorso VVF)
Eseguendo la [1] si ha che il carico di incendio specifico di progetto è qf,d= 96,60, MJ/m2 da cui ne
discende che la classe del compartimento per la tabella 4 è REI 0
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