20 novembre, giornata internazionale dell`infanzia

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20 novembre, giornata internazionale dell`infanzia
20 novembre, giornata internazionale dell’infanzia
Ricorre oggi l’anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia approvata dall'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed entrata in vigore il 2
settembre 1990.
La convenzione rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in
materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia
L’argomento è vasto e profondo, le proposte qui fornite sono semplici suggestioni per avviare un
percorso di lavoro che richiede tempi ben più lunghi.
Come sempre le indicazioni per la classe di riferimento sono indicazioni di massima, ogni
insegnante sceglierà ed adatterà le proposte in base alla propria esperienza e realtà scolastica.
Classe prima e seconda:
L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata quindi legge alla classe la seguente poesia:
Diritto al gioco
Fammi giocare solo per gioco
senza nient’altro, solo per poco,
senza capire, senza imparare
senza bisogno di socializzare.
Solo un bambino con altri bambini
senza gli adulti sempre vicini
senza progetto, senza giudizio
son una fine ma senza l’inizio
Con una coda ma senza la testa
solo per finta, solo per festa
solo per fiamma che brucia per fuoco
sammi giocare per gioco
Bruno Tognolini
Può seguire quindi una breve conversazione con la classe guidata dalle seguenti domande stimolo:
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Che cos’è per voi il gioco?
Secondo voi è una cosa che si può fare a scuola? Perché?
A casa e a scuola avete sufficiente tempo e spazio per giocare?
Come vi piace giocare?
Come vi sentite quando giocate?
Che cosa chiedete agli adulti per quel che riguarda il gioco?
Ci sono bambini al mondo che non possono giocare?
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse
Classe terza:
proposta A L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata e l’elenco dei diritti
dell’infanzia quindi distribuisce in copia la seguente poesia che gli alunni leggeranno ed
analizzeranno insieme:
I colori dei diritti dei bambini
Il diritto all'uguaglianza
è giallo sole
che illumina la mia stanza.
Per imparare le parole
ho il diritto di studiare.
I bambini di tutto il mondo
hanno il diritto di mangiare
e di fare un girotondo
tutti uniti, senza litigare.
Se ogni bambino ha la sua famiglia
vive come perla nella conchiglia.
(Classi I e II, Scuole elementari di Dormelletto)
da www.filastrocche.it
Chiede quindi alla classe lavorando a coppie e poi in piccolo gruppo di 4 persone (formato unendo
due coppie) di continuare la poesia, scegliendo altri diritti da illustrare ed abbinando ad essi un
colore. Dal confronto tra i gruppi prenderà forma la stesura definitiva della poesia di classe.
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse
proposta B L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata e l’elenco dei diritti
dell’infanzia quindi distribuisce in copia la seguente poesia che gli alunni leggeranno ed
analizzeranno insieme:
Bambini schiavi
I bambini che sono schiavi:
non è proprio giusto!
Al telegiornale ho visto qualcosa
di brutto: un mare
impetuoso, un cielo grigio,
e dei bambini sopra un gommone
per sbarcare
al mercato degli schiavi!
Forse un bimbo ha scoperto tutto
e gli è sceso un lacrimone.
Questo mi dispiace
e vorrei un rimedio efficace.
Forse la cura è la volontà del cuore,
cioè l'amore.
(Maria Pia, classe III) Da www.filastrocche.it
Può seguire quindi una conversazione con la classe guidata dalle seguenti domande stimolo:
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Avete visto anche voi le scene a cui si riferisce la poesia?
Sapete chi sono queste persone e perché arrivano sulle nostre coste?
Ci sono anche bambini?
Sapete che cosa significa la parola “schiavo”?
Dalle parole dei bambini prenderà forma un itinerario di ricerca sui temi della migrazione ed
all’interno di essa dell’aspetto riguardante i bambini migranti, della loro vita e dei loro diritti
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Classe quarta
Proposta A
L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata e legge la seguente fiaba
La fiaba di Mago Linguaggio di Gino Strada
C 'era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c'era molta
più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un
po' bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare, loro
lo chiamavano "volante", anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico
chiamarlo "guidante", oppure "girante", visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si
faceva molta confusione.
Si parlava spesso di "diritti": il diritto all'istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini
avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola. Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare
che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma per chi
viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi
non aveva i soldi per pagare l'ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l'eccezione),
questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco. Siccome non valevano per
tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati
privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra
chiamavano "operazione di pace" quella che, in realtà, era un'operazione di guerra: dicevano
proprio il contrario di quello che in realtà intendevano.
E poi, sulla Terra, non c'era più accordo fra gli uomini sui significati: per alcuni ricchezza significava
avere diecimila miliardi, per altri voleva dire avere almeno una patata da mangiare. Quanta
confusione!Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne potè più. Linguaggio era un
mago potentissimo, che tanto tempo prima aveva inventato le parole e le aveva regalate agli
uomini. All'inizio c'era stato un po' di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se
uno diceva carciofo l'altro pensava al canguro, e se uno chiedeva spaghetti l'altro intendeva
gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola un
significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, e per tutti.
Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c'era più il
rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di
sugo di pomodoro. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po'
di fatica al mago Linguaggio.
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Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a
capocchia, decise di dare loro una lezione. <Le parole sono importanti> amava dire <se si
cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente> Una notte, dunque,
si mise a scombinare un po' le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e
consonanti, anagrammando i nomi. Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli
alberghi di una grande città aveva rubato la lettera gi e la lettera acca, ed erano diventati... alberi!
Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che
per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne,
facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa
chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse, erano diventate
tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente
storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia. Nelle scuole si era anche
divertito ad anagrammare, al momento dell'appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano
tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate. Poi si era tolto
uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e
non gli era mai piaciuta. Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per dichiarare
guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato
i cannoni in cannoli, siciliani naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di
ricotta e canditi. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe che diventavano carpe e
nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si
trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa
confusione, e gli uomini non ne potevano più.
Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le
parole, e con loro il mondo. <E va bene> disse Linguaggio <ma solo ad una condizione: che
cominciate a usare le parole con il loro giusto significato.> <I diritti degli uomini devono essere di
tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Uguaglianza deve significare davvero
che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra...>
<Per quanto riguarda la guerra> lo interruppero gli uomini <ci abbiamo pensato... tienitela pure: è
una parola di cui vogliamo fare a meno.>
http://www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/favola_gino_strada.htm
Si propongono quindi alla classe le seguenti attività:
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Che cos’è un diritto? Ricerca sul dizionario la definizione della parola
Quali sono secondo voi i fondamentali diritti dei bambini?
Confrontateli con la carta dei diritti dei bambini e discutete
Preparate a gruppi un cartellone che illustri le vostre idee sui diritti dell’infanzia
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Proposta B
L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata e propone l’ascolto della seguente
canzone fornendo in copia a ciascuno il testo
da: http://kengahezorba.blogspot.it/2009/12/la-marcia-dei-diritti-dei-bambini.html
E’ possibile scaricare dal sito il file per l’ascolto della canzone
La marcia dei diritti dei bambini
Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini
Marsch!
Ho aperto un libricino ed ho letto che un bambino da mangiare, non ce l'ha. E c'è chi non ha da
bere con il rischio di morire: senza acqua come fa? Ma come fanno, io non ci credo. Non si può
fare, io non ci credo.
Ho sfogliato bene bene quelle foto di bambine invecchiate dal lavoro. E di quelli senza un tetto e di
quelli senza affetto senza un poco di decoro.
Ma come fanno, io non ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti l'ha spiegato la maestra c'è una carta scritta apposta per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni hanno fatto riunioni hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini
Allora perché? Allora perché?
Quando gioco al girotondo penso che su questo mondo c'è qualcosa che non va. Che ci sono dei
bambini, sulle strade abbandonati senza mamma né papà. Ma come fanno, io non ci credo. Non si
può fare, io non ci credo.
Poi da un'altra parte ancora c'è chi non può andare a scuola. Chi giocattoli non ha.
E c'è pure chi si ammala e gli manca quella cura che il suo medico non ha. Ma come fanno, io non
ci credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti ... Allora perchè?
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C'è un bambino che lavora, chi subisce una tortura. Che è venduto come schiavo. Chi è costretta
per le strade già per vendere l'amore da qualcuno assai cattivo. Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.
C'è chi muore appena nato: non è stato vaccinato. C'è chi cresce malnutrito. C'è chi viene
emarginato c'è chi un handicap ha avuto, c'è chi viene malmenato. Ma come fanno, io non ci
credo. Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti...
Con la Carta, il futuro migliore sarà.
Un-due, un-due, un-due, un-due
E' la marcia dei diritti dei bambini. Della Carta dei Diritti dei bambini.
Gli alunni potranno analizzare a coppie il testo della canzone, discutendolo poi nel gruppo classe.
Classe quinta
L’insegnante presenta alla classe il tema della giornata e propone il seguente gioco di ruolo:
Gioco di ruolo:
PAESE BLU, PAESE GIALLO
Durata: circa 90 minuti
Accompagnamento: due insegnanti che conducono il gioco
Spazi: due locali, o comunque due spazi separati, con a disposizione una lavagna o un cartellone
Materiali: bicchieri, bibite rosse e verdi, segni di riconoscimento blu e gialli per gli abitanti dei
diversi paesi, descrizione dei ruoli del paese blu, descrizione dei ruoli del paese giallo, descrizione
dello svolgimento del gioco, regolamento, lista di domande per la valutazione
Descrizione del gioco
Il gioco affronta il delicato momento in cui un bambino si trova a cambiare casa e scuola. Per
cominciare, vengono spiegate brevemente (5 minuti) agli alunni le regole e lo svolgimento del
gioco. Gli alunni vengono quindi divisi in due gruppi che andranno ad occupare due spazi separati,
ognuno con un proprio conduttore. Ad ognuno dei due gruppi viene spiegato il ruolo assegnato e
viene chiesto di interpretarlo mettendo in pratica alcuni esempi delle nuove regole. Durante il
gioco ognuno dei due gruppi simulerà una giornata scolastica.
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Il mondo del paese blu. Gli alunni del paese blu svolgono attività di matematica e bevono le bibite
durante la pausa fra le lezioni. Gli abitanti hanno caratteristiche particolari: stanno sempre lontani
gli uni dagli altri. Maschi e femmine si tengono reciprocamente a distanza di due metri, mentre tra
componenti dello stesso sesso si rispetta la distanza di un metro. Stanno sempre in piedi. Non
parlano. I bambini mangiano e bevono quando gli adulti (conduttore/insegnante di matematica)
hanno finito. Non bevono o mangiano cose rosse. Prima di fare qualsiasi cosa e dopo averla fatta
fanno un giro su sé stessi. Al posto dei numeri usano le lettere corrispondenti dell’alfabeto (A-1, B2, C-3…) Le infrazioni vengono punite nel modo seguente: l’insegnante si avvicina, batte tre
colpetti sulla spalla e quindi l’alunno va in un angolo per trenta secondi.
Il mondo del paese giallo. Gli alunni del paese giallo svolgono attività di lingua e bevono bibite
nelle pause. Tutti stanno seduti in un cerchio per terra: ragazze e ragazzi stanno vicini le une agli
altri. Tutte le parole della lingua (che si parla e che è pure quella studiata) iniziano per "K"
(esempio: libro diventa kibro, è diventa kè etc.). Le parole che nella nostra lingua cominciano per
"Ch", ora iniziano per "S" (esempio casa diventa sasa). Durante la lezione, l’insegnante chiama gli
alunni alla lavagna dandogli la mano.Quando questo avviene, tutti gli studenti dicono, nella lingua
gialla, "giallo è il nostro colore, viva il paese giallo" (tradurre nella lingua gialla). Nel dire questo
tutti si prendono per mano. Il ragazzo alla lavagna scrive "il mio nome è…" nella lingua gialla. Non
si bevono bibite verdi. Prima di bere si batte per terra con la mano tre volte e si dice "krazie,
krazie, krazie". L’insegnante beve dopo gli studenti perché da priorità alla loro crescita. Ogni errore
comporta che tutti indichino chi ha sbagliato e dicano "kbagliato, kbagliato".
Svolgimento del gioco
I bambini di ciascun gruppo sanno, dalla spiegazione iniziale, che dovranno seguire regole speciali.
Quello che non sanno è che queste sono diverse nei due paesi.
Ogni paese ha a disposizione 20 minuti per capire bene le regole.
Dopo 20 minuti, il conduttore invita un primo alunno a "cambiare casa". La cosa avviene
contemporaneamente nelle due classi. Il ragazzo che ha cambiato casa resta nella nuova casa 5
minuti.
Durante questo primo periodo in ciascun gruppo si svolgeranno le attività descritte e saranno
chiamati alla lavagna diversi alunni fra cui i due nuovi venuti. Dopo questi 5 minuti i conduttori
inviteranno i nuovi venuti a tornare ai rispettivi gruppi.
Il secondo turno di uscite vedrà nell’altro gruppo lo stesso ragazzo accompagnato da un altro
alunno del suo paese al quale spiegherà prima (nel percorso da una classe all’altra) quello che ha
visto la volta precedente.
Durante questa seconda visita si bevono le bibite prescritte per le pause.
Dopo 5 minuti la visita termina. Il terzo round prevede i due bambini precedenti più altri due
bambini. Essi si fermano altri minuti nell’altra classe: saranno coinvolti tanto nelle lezioni che nella
pausa bibite.
Con il ritorno dei due gruppi di 4 alunni alle rispettive classi, il gioco termina e tutti insieme (o in
due gruppi misti gialli – blu se ci sono troppi alunni) si effettua la valutazione.
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse
Valutazione dell’esperienza
La valutazione è parte integrante del gioco e richiede un minimo di 20 minuti, se possibile anche
un periodo più lungo. Dopo un primo periodo di ascolto delle reazioni a caldo, i conduttori posono
cercare di strutturare la raccolta di informazioni e l'elaborazione collettiva come segue.
Un "emigrato" blu racconta le regole così come le ha viste nel paese giallo. Un abitante del paese
giallo spiega quindi le regole per come sono in realtà.
Poi, prima un "emigrato" giallo e quindi un abitante blu enunciano a tutti le regole del paese blu.
Domande per i primi due bambini "scambiati":
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Come vi siete sentiti a dover cambiare classe da soli?
Com’è stato l'incontro con la nuova classe?
Eri contento/a di poter tornare con un/a nuovo/a compagno/a scelto/a dal conduttore?
Avevi capito qualcosa delle abitudini del nuovo paese?
Domande per gli "scambiati" successivi:
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Avevate capito che cosa vi aspettava?
Avevate capito qualcosa delle nuove regole?
Domande per tutti gli alunni "scambiati":
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Avete mantenuto le regole del vostro paese o avete adottato le nuove regole?
Era difficile scegliere cosa fare?
Domande per tutti i bambini rimasti nel gruppo:
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Che cosa avete pensato degli "stranieri"?
Li avete trovati strani?
Avete mantenuto le vostre regole?
Avete avuto l’impressione che gli "scambiati" abbiano capito le vostre regole?
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse
Domande per tutti i bambini della classe riunita:
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Le differenze fra questi due paesi sono esagerate; pensate che nella realtà ci siano
differenze importanti tra i paesi?
Come pensate di comportarvi in una scuola che ha regole differenti da quelle cui siete
abituati?
Vi piacerebbe poter stare in un altro paese? Perché?
Che cosa pensate sia importante per potersi sentire velocemente a casa in una nuova
scuola?
E che cosa pensate che lo renda invece difficile? (es. lingua, abbigliamento, non
consapevolezza di regole e abitudini…)
Pensate che ci sia differenza nel cambiare da soli o con un gruppo di amici/compagni di
classe? Perché?
Pensate che sia più facile cambiare avendo già delle conoscenze riguardo al nuovo
paese?
Come è stato per voi il gioco?
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Cosa è stato difficile? facile? c’erano regole
Avete avuto abbastanza tempo per fare tutto?
Che cosa cambiereste in questo gioco?
o
momenti
poco
chiari?
(libero adattamento da un'idea del centro ISM, Belgio)
da http://www.saveriani.bs.it/cem/Rivista/arretrati/2001_01/paese.htm
PROPOSTA TRASVERSALE:
In tutte le classi graduando la difficoltà e guidando in modo opportuno gli alunni si può far
riflettere i bambini, magari in piccolo e grande gruppo, su quali sono a loro avviso i diritti dei
bambini a scuola oggi nella loro realtà.
A titolo esemplificativo riportiamo il decalogo individuato dagli alunni di una classe quarta che
stanno a scuola 40 h settimanali:
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse
Noi abbiamo il diritto di:
1. venire a scuola volentieri
2. trovare un ambiente accogliente
3. poter giocare liberi 2 h al giorno (1 ora all’aperto)
4. andare in palestra 2 ore alla settimana
5. non essere umiliati dagli adulti e dai compagni
6. non sentirci stranieri
7. divertirci imparando
8. avere il tempo giusto per imparare
9. avere attenzione e cura per le nostre difficoltà
10. avere del tempo libero (dai compiti a casa)
INDICAZIONI GENERALI
La carta dei diritti dell’infanzia è consultabile in:
http://www.unicef.it/doc/3013/convenzione-sui-diritti-infanzia-introduzione.htm
http://www.savethechildren.it/chi_siamo/convenzione_diritti_infanzia.html
La carta dei diritti del bambino del 1924 è consultabile in:
http://images.savethechildren.it/f/download/CRC/Co/Convenzione_1924.pdf
Nel 2002 sono entrati in vigore anche i due Protocolli Opzionali alla CRC, approvati dall'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite il 25 maggio del 2000 consultabili in
http://www.savethechildren.it/chi_siamo/convenzione_diritti_infanzia.html
Altri siti utili:
http://tuttoscuola.altervista.org/diritti/diritti.htm
http://www.unicef.it/Allegati/Diritti_dei_bambini_in_parole_semplici.pdf
http://www.astrarte.com/default.asp?sec=197#polizia
a cura di Riccarda Viglino – editing a cura della redazione del sito WEB PavoneRisorse