l`autoproduzione che valorizza l`artigianato
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l`autoproduzione che valorizza l`artigianato
L’Autoproduzione che Valorizza l’Artigianato di Marinella Ferrara Politecnico di Milano I 94 l fenomeno del design autoprodotto rivaluta l’attività artigiana come dimensione evoluta, cioè capace di interpretare i cambiamenti dei mestieri, di aprirsi alle nuove forme d’espressione, a nuove tecniche, alla creatività e all’innovazione. In questa fase post-industriale il design, attività in continua crescita ed espansione, perde la sua principale connotazione, quella di “Progetto per l’industria”, che aveva contribuito a una sua chiara e univoca definizione negli anni ‘60. Oggi il design tende a ibridarsi con attività terziarie, di servizio e a includere diverse modalità produttive che vanno dal digitale all’artigianale. Lo dimostra l’emersione del design dei servizi da un lato e dall’altro del fenomeno dell’autoproduzione. Quando parlo di “autoproduzione” mi riferisco a un fenomeno che si è manifestato a partire dagli anni ’90 nella pratica creativa di giovani designer inoccupati, provenienti principalmente dal nord Europa, che a Milano, centro internazionale del design, esponevano i loro oggetti autoprodotti. Prototipi, pezzi unici o piccole serie di prodotti realizzati con le tecnologie disponibili, quelle digitali e del rapid manifacturing, o con processi artigianali reinventati. Così promuovevano il loro talento attraverso un’attività che si fonda sulla capacità di improvvisarsi progettista, artigiano-produttore e agente-venditore delle proprie creazioni. ll fenomeno è soprattutto espressione di una metodologia di ricerca basata su un approccio sperimentale, che manifesta la necessità di riappropriarsi del rapporto manuale, delle tecniche, dei processi di costruzione e definizione degli oggetti, diventati sempre più complessi e sofisticati, oltre che di una riflessione sui contenuti del design. In varie occasioni si è parlato dello stesso fenomeno, definendolo “neo-artigianato” o “artigianato tecnologico”. In effetti la pratica dell’autoproduzione recupera in sé la dimensione artigianale e la rivaluta come evoluta, riunendo il processo creativo e quello produttivo, la manualità e la cultura progettuale; e la proietta in avanti interpretando i cambiamenti dei mestieri, aprendosi alle nuove forme d’espressione, a tecniche innovative, all’attitudine a veicolare il valore aggiunto delle proprie realizzazioni. Questa spontanea forma di risposta alla crisi del mondo del lavoro che i giovani designer devono affrontare, rappresenta una potenzialità per un Paese come l’Italia il cui punto forza consiste nella capacità tecnica, manuale e nella flessibilità delle piccole e medie aziende che costituiscono il fitto sistema imprenditoriale, a patto che diventi un fenomeno con una sua rilevanza socio-economica che a tutt’oggi ancora non ha. L’autoproduzione rappresenta una prospettiva per l’evoluzione dell’artigianato a patto che questo si apra alle idee, alla sperimentazione delle tecnologie e dei linguaggi mantenendo quel particolare carattere dell’artigianato di far dialogare il locale con il globale, il passato con il futuro, rispondendo ai bisogni della società e del mercato. The self-production that improves craftmanship S elf-design improves handicraft from an evolutionary point of view and confirms its ability to perceive crafts’ changes and to welcome new forms of expression, new techniques, as well as creativity and innovation. In our post-industrial times design is an increasing and improving field and loses its main feature of “industrial activity”, which clearly and univocally characterized it during the Seventies. Nowadays design tends to mingle with services and to involve different productive methods, which go from digital to hand-crafted ones. Self-production and services’ design confirm this trend. When I speak about self-production I refer to a phenomenon which derives from the ideology of 1968. This trend lost its ideological drive during the Nineties and changed into the creative experience of unemployed young designers, who mainly reached Milan, considered as an international design centre, from the North of Europe. They aimed at exposing their self-made objects, that include prototypes, unique pieces or little ranges of products created with the actual digital technologies, rapid manufacturing techniques or re-invented handcrafted methods. In this way these young people promoted their talent in turning themselves into designers, craftsmen, producers, agents and sellers of their creations. To be more precise, this phenomenon identifies a research methodology based on an experimental approach, which underlines the necessity to reflect on design features and to return to manual arts, techniques, as well as methods of production and definition of more and more sophisticated objects. In several occasions people defined this phenomenon as “neo-handicraft” or as “technological handicraft”. In fact self-production finds the handicraft dimension and considers it as a mod- ern activity. Creative process and production are combined with manual ability and design culture. Handicraft futuristically understands crafts’ changes, welcomes new expression’s means, adopts innovative techniques and tends to spread the surplus value of its products. This trend signifies a spontaneous answer to that occupational crisis with which young designers have to cope. It is a potential for countries like Italy, whose power comes from the flexibility, and technical and manual ability of all those small and medium concerns included in our entrepreneurial system. However the success of this phenomenon depends on the development of a social and economic relevance that, at the moment, it has not got. Self-production will develop handicraft if this latest opens out to ideas, technological and language research and if it protects handicraft’s power to make local reality interact with the global one, to combine the past with the future and to meet society’s and market’s needs. Le aziende orafe varesine si uniscono in Consorzio: Via Lattea, un gioiello del designer Chiara Moreschi premonitore di successi siderali. The goldsmith’s businesses of Varese establish an Association: Via Lattea, that is a jewel made by the designer Chiara Moreschi, which anticipates sidereal successes. 95