l`autoproduzione che valorizza l`artigianato

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l`autoproduzione che valorizza l`artigianato
L’Autoproduzione
che Valorizza l’Artigianato
di Marinella Ferrara
Politecnico di Milano
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l fenomeno del design autoprodotto rivaluta l’attività artigiana come dimensione
evoluta, cioè capace di interpretare i cambiamenti dei mestieri, di aprirsi alle
nuove forme d’espressione, a nuove tecniche, alla creatività e all’innovazione. In
questa fase post-industriale il design, attività in continua crescita ed espansione,
perde la sua principale connotazione, quella di “Progetto per l’industria”, che aveva
contribuito a una sua chiara e univoca definizione negli anni ‘60. Oggi il design tende
a ibridarsi con attività terziarie, di servizio e a includere diverse modalità produttive
che vanno dal digitale all’artigianale. Lo dimostra l’emersione del design dei servizi
da un lato e dall’altro del fenomeno dell’autoproduzione. Quando parlo di “autoproduzione” mi riferisco a un fenomeno che si è manifestato a partire dagli anni ’90 nella
pratica creativa di giovani designer inoccupati, provenienti principalmente dal nord
Europa, che a Milano, centro internazionale del design, esponevano i loro oggetti
autoprodotti. Prototipi, pezzi unici o piccole serie di prodotti realizzati con le tecnologie disponibili, quelle digitali e del rapid manifacturing, o con processi artigianali reinventati. Così promuovevano il loro talento attraverso un’attività che si fonda sulla
capacità di improvvisarsi progettista, artigiano-produttore e agente-venditore delle proprie creazioni. ll fenomeno è soprattutto espressione di una metodologia di ricerca
basata su un approccio sperimentale, che manifesta la necessità di riappropriarsi del
rapporto manuale, delle tecniche, dei processi di costruzione e definizione degli
oggetti, diventati sempre più complessi e sofisticati, oltre che di una riflessione sui
contenuti del design. In varie occasioni si è parlato dello stesso fenomeno, definendolo “neo-artigianato” o “artigianato tecnologico”. In effetti la pratica dell’autoproduzione recupera in sé la dimensione artigianale e la rivaluta come evoluta, riunendo il processo creativo e quello produttivo, la manualità e la cultura progettuale; e la
proietta in avanti interpretando i cambiamenti dei mestieri, aprendosi alle nuove
forme d’espressione, a tecniche innovative, all’attitudine a veicolare il valore aggiunto delle proprie realizzazioni. Questa spontanea forma di risposta alla crisi del mondo
del lavoro che i giovani designer devono affrontare, rappresenta una potenzialità per
un Paese come l’Italia il cui punto forza consiste nella capacità tecnica, manuale e
nella flessibilità delle piccole e medie aziende che costituiscono il fitto sistema
imprenditoriale, a patto che diventi un fenomeno con una sua rilevanza socio-economica che a tutt’oggi ancora non ha. L’autoproduzione rappresenta una prospettiva per l’evoluzione dell’artigianato a patto che questo si apra alle idee, alla sperimentazione delle tecnologie e dei linguaggi mantenendo quel particolare carattere
dell’artigianato di far dialogare il locale con il globale, il passato con il futuro, rispondendo ai bisogni della società e del mercato.
The self-production
that improves
craftmanship
S
elf-design improves handicraft
from an evolutionary point of
view and confirms its ability to perceive crafts’ changes and to welcome
new forms of expression, new techniques, as well as creativity and
innovation. In our post-industrial
times design is an increasing and
improving field and loses its main
feature of “industrial activity”, which
clearly and univocally characterized
it during the Seventies. Nowadays
design tends to mingle with services
and to involve different productive
methods, which go from digital to
hand-crafted ones. Self-production
and services’ design confirm this
trend. When I speak about self-production I refer to a phenomenon
which derives from the ideology of
1968. This trend lost its ideological
drive during the Nineties and
changed into the creative experience of unemployed young designers,
who mainly reached Milan, considered as an international design centre, from the North of Europe. They
aimed at exposing their self-made
objects, that include prototypes,
unique pieces or little ranges of products created with the actual digital
technologies, rapid manufacturing
techniques or re-invented handcrafted methods. In this way these
young people promoted their talent
in turning themselves into designers,
craftsmen, producers, agents and
sellers of their creations. To be more
precise, this phenomenon identifies
a research methodology based on an
experimental approach, which
underlines the necessity to reflect on
design features and to return to manual arts, techniques, as well as methods of production and definition of
more and more sophisticated objects.
In several occasions people defined
this phenomenon as “neo-handicraft”
or as “technological handicraft”. In fact
self-production finds the handicraft
dimension and considers it as a mod-
ern activity. Creative process and
production are combined with manual ability and design culture.
Handicraft futuristically understands
crafts’ changes, welcomes new
expression’s means, adopts innovative techniques and tends to spread
the surplus value of its products. This
trend signifies a spontaneous answer
to that occupational crisis with
which young designers have to cope.
It is a potential for countries like
Italy, whose power comes from the
flexibility, and technical and manual ability of all those small and medium concerns included in our entrepreneurial system. However the success of this phenomenon depends on
the development of a social and economic relevance that, at the
moment, it has not got. Self-production will develop handicraft if this
latest opens out to ideas, technological and language research and if it
protects handicraft’s power to make
local reality interact with the global
one, to combine the past with the
future and to meet society’s and market’s needs.
Le aziende orafe varesine
si uniscono in Consorzio:
Via Lattea, un gioiello
del designer Chiara Moreschi
premonitore di successi siderali.
The goldsmith’s businesses of Varese establish
an Association: Via Lattea, that is a jewel
made by the designer Chiara Moreschi,
which anticipates sidereal successes.
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