5/2004 - Camera di Commercio di Bologna

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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
Bolognaeconomica
ANNO XLV – OTTOBRE/NOVEMBRE 2004 – www.bo.camcom.it
Una grande vetrina
per le imprese bolognesi
La Cciaa di Bologna ha attrezzato
il Palazzo degli Affari con 80 box per
favorire i contatti tra imprenditori
e rappresentanti delle Camere
P. 5
Camera e Università
a sostegno delle imprese
È partito “Progetto Più”,
primo strumento in Italia
che vuole favorire la penetrazione
delle nuove tecnologie nelle pmi
P. 11
La conciliazione
finalmente decolla
Aumentano le richieste per usufruire di
questo strumento di risoluzione delle controversie. Grande interesse per una simulazione organizzata di recente dalla Cciaa
P. 13
Quando sognare
non costa niente
L’America è il passato, l’Europa il presente
e il futuro. Il noto economista Jeremy
Rifkin ha ribadito le sue teorie in un
affollatissimo incontro organizzato dal Ctc
P 15
Brevettare,
per sentirsi meglio
Anche nel mondo delle palestre, dei centri
fitness e della cosmesi è importante
optare per la tutela brevettuale del
prodotto e per la registrazione del marchio
P. 16
EDITORIALE
Un’occasione unica
per le imprese bolognesi
di Gian Carlo Sangalli
Imprese e mondo camerale
si incontrano a Bologna
Dal 6 al 10 novembre si svolgerà sotto le Due Torri la XIII a Convention
Mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero. Dibattiti, tavole
rotonde e incontri one to one permetteranno agli operatori economici di allacciare
contatti e ottenere informazioni per competere al meglio sui mercati globali
PAGG. 4, 5, 6 e 7
Una città in cui si respira cultura e impresa in ogni angolo ed in ogni persona.
Una Bologna in cui quasi un terzo degli
abitanti è studente dell’Università ed in
cui ci sono tante imprese (90.000)
quanti abitanti fra i 30 e i 44 anni.
Una Bologna capace in questi ultimi
anni di una tensione costante verso la
progettazione del proprio futuro. Un
futuro che si fonda su solide basi di
coesione sociale e di relazioni industriali ed economiche.
Una città aperta che vuole porsi come
priorità all’Italia ed alla Unione europea, punto di snodo di tutte le persone
e le merci che viaggiano dal Mediterraneo al centro Europa.
SEGUE A PAGINA 3
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INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 3
EDITORIALE
Bolognaeconomica
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
Direttore editoriale:
GIAN CARLO SANGALLI
Direttore responsabile:
CLAUDIO MORI
Caporedattore:
FRANCESCO BACCILIERI
Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità:
Piazza della Costituzione, 8 - Bologna
Tel. 051 6093288 - Fax 051 6331294
Indirizzo Internet:
http://www.bo.camcom.it
E-mail:
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Questa è la visione di Bologna oggi – e come scenario futuro – in cui in questi anni ha creduto la Camera di commercio e con essa il mondo imprenditoriale di cui è l’istituzione di sintesi e di riferimento.
Ma queste idee sono viva realtà se, e nella misura in cui, apriamo il nostro sistema di relazioni al mondo, alle sfide ed alle opportunità che esso pone a chiunque abbia il coraggio e la capacità di divenire
attore partecipe dei processi di trasformazione.
Questa la prospettiva di scenario in cui ci siamo posti come Camera di commercio cercando di svolgere quella funzione di interesse pubblico che porta a fissare obiettivi comuni di sintesi attorno ai quali
il sistema economico bolognese possa ritrovarsi e credere.
Ne è disceso, fra gli altri, un passo concreto che la prima settimana di novembre diviene realtà: chiamare a Bologna gli attori economici ed istituzionali di riferimento nella definizione delle politiche di
internazionalizzazione del nostro Paese e del nostro sistema territoriale, e porre accanto ad essi i referenti delle realtà di punta della imprenditoria italiana in tutti i paesi del mondo. Oltre a ciò offriamo
a tutti gli interessati l’opportunità di incontrare direttamente questi rappresentanti per definire “su
misura per la singola impresa” le strategie industriali e commerciali ottimali per realizzare piani di
sviluppo in tutti questi paesi.
Questi sono gli obiettivi e le motivazioni per le quali abbiamo organizzato per la prima volta a Bologna la Convention Mondiale delle Camere di commercio Italiane all’Estero. Abbiamo cercato di costruire attorno a questo evento un dialogo ed una relazione foriera di risultati concreti per le imprese con
tutti gli attori istituzionali e economici che abbiamo coinvolto e che con grande entusiasmo hanno aderito a questa nostra sfida.
Nelle prossime pagine di “Bologna Economica” troverete il programma dettagliato della Convention e
tutte le informazioni utili per approfittarne sia per costruire piani per espandersi in Romania piuttosto
che in Cina o in Brasile, sia per fermarsi un attimo a pensare sulle informazioni di lungo periodo che
possono essere utili per pianificare il nostro futuro e non esserne sopraffatti.
Gian Carlo Sangalli
PRESIDENTE DELLA C.C.I.A.A. DI BOLOGNA
Hanno collaborato a questo numero:
Marina Amaduzzi; Matteo Angelini;
Morena Cocci; Luciano De Angelis;
Mario Gallotta; Luca Mossini;
Edoardo Pollastri; Patrizia Zini
Progetto grafico:
Struchel Communication Consulting
Via C. Battisti 10 - 40123 Bologna
Fotocomposizione e stampa:
Galeati Industrie Grafiche srl
Via Selice n. 187/189 - Imola (BO)
Fotografie:
New Photo
Associato all’Uspi
Unione Stampa
Periodica Italiana
Registrazione del Tribunale
di Bologna n. 2820 del 23-12-1958
Pubblicità inferiore al 45%
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2, comma 20/b, Legge 662/96
SOMMARIO
CONVENTION CCIE
MERCATO LOCALE
Programma ..................................................................... P. 4
Una grande vetrina per le imprese bolognesi ..................... P. 5
Ricette per un export in ripresa ..................................... P. 6
All’insegna del Made in Italy .......................................... P. 7
Movimprese, nel 3o trimestre positivo il saldo
tra iscrizioni e cessazioni .............................................. P. 14
FORMAZIONE E QUALITÀ
Bologna Economica viene inviata in omaggio
a tutte le imprese iscritte al Registro Imprese,
organizzazioni di categoria, banche, autorità cittadine,
amministazioni locali, Camere di Commercio, Ambasciate.
L’attività corsuale del Ctc ................................................ P. 9
Quando sognare non costa niente ............................... P. 15
CONVEGNI CAMERALI
Brevettare, per sentirsi meglio ..................................... P. 16
INDICI
Il calcolo del valore della lira, settembre 2004 ........... P. 10
RICERCA E INNOVAZIONE
Tiratura 87.000 copie
SCENARI INTERNAZIONALI
Camera e Università a sostegno delle imprese ............ P. 11
LAVORO
Contratto d’inserimento, le ultime novità ................... P. 17
SOCIETARIO
Le piccole cooperative escono di scena ....................... P. 18
NOTIZIE IN BREVE
Delle opinioni manifestate negli scritti sono responsabili gli
autori, dei quali la direzione intende rispettare la piena
libertà di giudizio.
Nel 2003 Bologna è stata la provincia italiana
con il più basso costo del denaro ................................. P. 12
TUTELA MERCATO E CONSUMATORI
La marcatura CE sui prodotti da costruzione ............. P. 19
SERVIZI CAMERALI
EXPORT
La conciliazione finalmente decolla ............................ P. 13
Opportunità commerciali .......................... PP. 20-21-22-23
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CONVENTION CCIE
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INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
Il programma ufficiale della manifestazione
Tra gli ospiti più attesi Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini
e Luca Cordero di Montezemolo
Bologna ospita la Convention Mondiale delle 71 Camere di commercio Italiane all’Estero, tredicesima edizione di
un evento di crescente importanza per
l’economia e la cultura d’impresa del
nostro Paese.
Un appuntamento molto atteso, nel
corso del quale i più autorevoli esperti
ed esponenti del mondo economico ed
istituzionale avranno occasione di dia-
logare sul tema delle nuove politiche di
promozione, nel presente e futuro scenario economico, approfondendo in particolare il tema della valorizzazione dei
fattori territoriali e del ruolo dei vettori
dell’internazionalizzazione a sostegno
dello sviluppo dell’economia del nostro
Paese sul mercato globale.
La Convention è difatti occasione
per un confronto aperto fra istituzioni e
rappresentanti dell’imprenditoria e della finanza nazionale con le Camere di
commercio Italiane all’Estero che, in
quanto sodalizi di imprese italiane e
locali fortemente radicate sui territori
esteri, sono un osservatorio privilegiato
dell’andamento dei mercati.
Si tratta dunque di un appuntamento particolarmente significativo, oltre che
una straordinaria opportunità per appro-
fondire rapporti che possono sia favorire
la penetrazione del made in Italy nei mercati internazionali, sia attrarre investimenti dall’estero, obiettivi di particolare
rilievo per Bologna e l’Emilia-Romagna.
La Convention offre inoltre l’opportunità a tutte le imprese di incontrare
direttamente i rappresentanti delle
Camere di commercio Italiane all’Estero in incontri individuali e gratuiti.
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Una grande vetrina
per le imprese bolognesi
di Matteo Angelini
Una straordinaria vetrina per
Bologna e le sue imprese. È con questo spirito che va letta la grande kermesse che si terrà a Bologna dal 6 al
10 novembre prossimo e che vedrà
riunite nel capoluogo emiliano i rappresentanti delle Camere di commercio all’estero. Una interessante occasione che vede la business community
mondiale sedersi nei palazzi bolognesi da un lato per capire la realtà locale, dall’altro per raccontare quella
estera che la vede protagonista. Il tutto sotto la regia della Camera di commercio di Bologna che prevede di far
arrivare in città almeno 300 persone,
attrezzerà palazzo degli Affari con 80
anche a livello dei servizi che si possono ottenere, specie all’estero. D’altra
parte, però, riteniamo questa una occasione unica per fare conoscere al mondo economico mondiale il sistema
Bologna, con le sue peculiarità e le sue
caratteristiche. E, naturalmente, con le
sue imprese e i suoi segmenti produttivi”.
Così, le imprese bolognesi che
hanno relazioni con l’estero hanno
ricevuto una scheda per verificare quali sono i concreti interessi verso l’estero e, in particolare, su quali paesi hanno deciso di puntare. E questa dalla
riunione delle Cdc italiane all’estero
potrà essere l’occasione di contattare i
rappresentanti delle realtà estere che
maggiormente interessano utilizzando
box per i contatti diretti tra rappresentanti delle Camere e imprenditori
e spenderà, come da precisione di
bilancio 2004, circa 300mila euro in
ospitalità e iniziative direttamente collegate alla facilitazione dei rapporti tra
imprenditori e soggetti camerali.
“Si tratta – spiega il presidente
della Camera di commercio Giancarlo Sangalli – di una occasione straordinaria per Bologna e la sua economia; anche per farsi conoscere all’estero, per farne capire la vera natura
ai tanti ‘ambasciatori’ camerali. Così
come siamo convinti che le nostre
imprese non si lasceranno sfuggire
importanti occasioni di business”.
“La nostra intenzione – spiega il
segretario generale della Ccd bolognese Luigi Litardi – è quella di agire su
due fronti: da un lato, presentare il servizio camerale alle imprese locali, per
fare loro comprenderne le potenzialità
gli appositi box che sono stati installati a palazzo Affari. E questa parte della manifestazione è sotto lo stretto controllo organizzativo della macchina che
è stata attivata dalla Cdc bolognese.
Intanto la Camera di commercio
guarda avanti e sta avviando le procedure per la impostazione del bilancio
2005. “Si tratta ancora di idee preliminari e che passeranno al vaglio del
consiglio ma io credo – spiega Sangalli – che nel 2005 guarderemo con particolare attenzione al tema delle infrastrutture in riferimento specifico alla
viabilità e all’aeroporto su cui, va
ricordato, il sistema camerale ha investito negli ultimi 5 anni 300 milioni di
euro. Naturalmente senza trascurare il
nostro storico interesse nei confronti
dell’Information technology e del
sostegno al rafforzamento della struttura imprenditoriale favorendo le
cosiddette reti di imprese”.
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INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
Ricette per un export in ripresa
A Bologna dal 6 al 10 novembre prossimi, si discuterà anche di come rilanciare le esportazioni.
I dati congiunturali provinciali relativi al IIo semestre 2004
Alcuni segni di risveglio per l’economia della provincia di Bologna. Nel
settore manifatturiero, se la domanda
interna stenta, l’export mostra chiari
sintomi di ripresa con una crescita complessiva intorno al 2%, grazie soprattutto ad alimentare (+2,2%), metalmeccanica (+3,1%) e meccanica di precisione (+4,2%).
Ecco i dati salienti del primo
semestre 2004 che emergono dalla
indagine congiunturale della Camera
di commercio di Bologna alla vigilia
della Convention Mondiale delle
Camere di commercio Italiane all’Estero, in programma dal 6 al 10
novembre.
La Convention (titolo: “Nuovi orizzonti... per un nuovo futuro”) è un’occasione imperdibile (per tastare il polso
all’economia internazionale e per trovare soluzioni appropriate ai problemi
del made in Italy), che la Camera di
commercio di Bologna ha organizzato
in collaborazione con Assocamerestero.
L’obiettivo è di approfondire rapporti
utili all’export, ma anche attrarre investimenti dall’estero.
Il programma è molto articolato
(dibattiti, incontri one to one) e ricco
di presenze di primo piano: il presidente della camera Pier Ferdinando
Casini, il vicepresidente del Consiglio
Gianfranco Fini, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, oltre a una folta rappresentanza
di ministri e viceministri: Gianni Alemanno (Agricoltura), Mirko Tremaglia
(Italiani nel Mondo), Mario Baldassarri (Economia), Adolfo Urso (Attività
produttive), Mario Baccini (Affari esteri) e Pasquale Viespoli (Lavoro e Politiche sociali).
La Regione e Bologna sono rappresentate, tra gli altri, dal presidente della Regione, Vasco Errani, dall’Assessore
alle Attività Produttive Duccio Campagnoli, dalla Provincia, Beatrice Draghetti, dal sindaco Sergio Cofferati, dal
rettore Pier Ugo Calzolari, oltre che da
numerose personalità della cultura,
finanza, impresa. Per il mondo camerale Gian Carlo Sangalli, presidente della
Camera di commercio di Bologna,
Edoardo Pollastri, presidente vicario di
Assocamerestero, e Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere.
Tornando all’indagine congiunturale sull’economia bolognese, a fronte
di alcune ottime performance dei settori di punta, il quadro generale presenta
ancora numerosi aspetti negativi, anche
se meno marcati rispetto ai precedenti
esercizi.
Produzione e fatturato del settore
manifatturiero appaiono complessivamente ancora in calo. In particolare, si
registra una flessione della produzione
(–0,9%) e del fatturato (–0,1%), un
bilancio su cui pesa soprattutto il pessimo andamento del sistema moda (fatturato –6,9%, produzione –7,4%, ordini –6,5%), con il solo export in lieve
controtendenza, anche se ancora negativo. La metalmeccanica appare invece
aver già agganciato la ripresa: produzione +1,5%, fatturato +2,1%, ordini
+1,4%.
Anche elettronica e elettricità procedono su ritmi ormai sostenuti, mentre
carta ed editoria vanno più a rilento
(produzione +0,1, fatturato +1,2%,
ordini +1,8%). Il trend è confermato da
un altro parametro significativo, il grado di utilizzo degli impianti: 66,4% per
la moda, 74% per la metalmeccanica,
pari, rispettivamente, a 2 e 3 mesi di
produzione assicurata.
Note poco liete anche dal commercio e dall’artigianato manifatturiero.
Malgrado il trend incoraggiante del primo trimestre, quest’ultimo settore chiude il semestre con chiari segni di sofferenza: –5,7% la produzione, –4,5% il
fatturato, –6,5% gli ordinativi e esportazioni a crescita zero. Quanto al commercio al dettaglio si limita a un modesto miglioramento delle vendite (+0,1%
da –0,8% del primo trimestre). Peggio-
re, sicuramente, l’andamento dei servizi (–5,1% del volume di affari). Lieve,
invece, il calo complessivo del turismo
grazie agli stranieri che hanno compensato l’assenza degli italiani. È un
quadro deprimente da cui si salva solo
l’edilizia che mantiene ancora segni di
crescita positivi.
A dispetto della congiuntura sfavorevole e delle prospettive internazionali tutt’altro che incoraggianti, non è però
diminuito il tasso di imprenditorialità
della provincia. Tanto che a fine settembre, a fronte di 981 aziende che
hanno cessato l’attività, ne sono nate
1321. In particolare, fra le nuove imprese 308 sono di capitale, 202 di persone,
779 individuali. Un chiaro segno di vitalità e dinamismo, doti che dovrebbero
consentire, appena lo scenario lo consentirà, il rilancio della crescita e dello
sviluppo. In altre parole la tanto sospirata ripresa economica.
Ripresa che tuttavia non appare
proprio a portata di mano, a giudizio
degli stessi imprenditori. I quali, sempre secondo l’analisi congiunturale, non
prevedono né svolte positive nel breve
periodo, né ulteriori cadute. Circa l’export del settore manifatturiero, il 48,9%
considera il periodo aprile-giugno
caratterizzato da sostanziale stabilità,
mentre il 38,8% crede in un aumento
delle vendite all’estero e il 12,3% in una
contrazione. Stabilità anche sul fronte
degli ordini: lo prevede il 63% delle
aziende per le commesse estere e il
59,7% per quelle nazionali. Solo il
23,2% ritiene possibile una crescita della domanda dall’estero e il 21,2% di
quella interna. La pensano all’opposto il
19,1% degli intervistati a proposito della domanda interna e il 13,9% per quella estera.
Infine il fatturato. Qui le diverse
componenti quasi si equilibrano, con
sostanziale pareggio delle voci (stabilità della domanda 34,7%, crescita
34,5%, calo 30,3%). In questa situazione e in presenza di una concorrenza
sempre più aggressiva da parte dei paesi emergenti, Cina in testa, la Camera di
commercio di Bologna, ritiene che si
debba fare ogni sforzo per accrescere la
competitività del sistema Italia. Come?
Intervenendo con misure adeguate sulle politiche industriali, la ricerca, l’innovazione e la formazione, nonché
innescando politiche di bilancio che da
un lato favoriscano gli investimenti
anche limitando le spese correnti e, dall’altro, alleggeriscano il peso fiscale sulle imprese.
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All’insegna del Made in Italy
La rassegna bolognese si propone di individuare
nuove modalità per supportare il sistema economico italiano sui mercati globali
di Edoardo Pollastri*
La formazione ed il consolidarsi di
processi di integrazione, all’interno e
fra grandi aree geoeconomiche, evidenziano un fenomeno di composizione dinamica delle modalità di relazione
fra i vari soggetti dell’economia mondiale, che richiede l’attuazione di
modalità innovative di promozione del
sistema economico italiano sul mercato globale e di internazionalizzazione
di imprese e produzioni, tradizionalmente incentrati sui flussi commerciali.
Sarà questo il tema al centro dei
lavori della Convention bolognese delle Camere di commercio Italiane all’estero, che vedrà la partecipazione di
rappresentanti del sistema camerale,
esponenti di spicco dell’imprenditoria
italiana e delle istituzioni locali e centrali.
Il dibattito, che prenderà il via con
un confronto sulle strategie e le politiche associative per lo sviluppo della
capacità di servizio delle CCIEE, si articolerà intorno al tema: “Qualità, Competitività e Made in Italy”, analizzando
in particolare alcuni fattori – capacità
imprenditoriali, capitale umano e rete
di infrastrutture di promozione e finanziarie – strettamente legati al territorio,
su cui puntare per il riorientamento della presenza italiana ed il consolidamento della posizione competitiva del
nostro paese sul mercato globale.
La propensione all’imprenditorialità – a cui è dedicata la tavola rotonda di
apertura della seconda giornata dei
lavori – è il primo di questi fattori che,
facendo leva sulla sua capacità di organizzazione e sullo sfruttamento di van-
taggi locali, ha favorito l’affermazione
sul mercato internazionale del modello
italiano dei distretti industriali. La classe imprenditoriale italiana è però ora
chiamata a rispondere alle nuove convenienze globali di produzione,
ampliando il ruolo delle tradizionali
relazioni di impresa dal livello locale a
quello extra locale. In quest’ottica, il
know-how dell’organizzazione distrettuale italiana si pone come modello di
sviluppo di collaborazioni con i territori esteri e strumento per la rilocalizzazione delle attività ed il miglioramento
dell’accesso ai sistemi distributivi locali.
Nella stessa linea si pone un altro
fattore di successo del modello produttivo italiano, quello delle risorse umane – cui è dedicata la seconda tavola
rotonda –, con le loro capacità individuali e le loro peculiari relazioni, che
costituiscono il tessuto vincente di quella organizzazione distrettuale che ha
saputo costruire un modello di efficienza particolarmente adatto all’economia
di tipo post-fordista. Un modello non
collegato alla standardizzazione dei
comportamenti ma alla qualità dei processi e alla flessibilità dell’organizzazione che, in particolare nei settori del
Made in Italy, assicurano una vis competitiva differenziale e lo sviluppo di
una stabile presenza sui mercati internazionali.
Il forum conclusivo sarà dedicato ai
“vettori dell’internazionalizzazione” –
reti fieristiche, strutture logistiche e di
comunicazione, sistemi finanziari – che,
favorendo efficienza e rapidità nell’incontro tra operatori e nei trasporti di
merci e dati, si presentano come elementi competitivi del territorio ed
importanti leve di sviluppo nei rapporti con i mercati esteri.
La Convention, attraverso momenti di incontro diretto fra imprese e
Camere Italiane all’estero, rappresenta
inoltre un’importante occasione di servizio per gli operatori economici locali
e di promozione del territorio, attraverso la valorizzazione delle più significative esperienze imprenditoriali bolognesi in campo internazionale.
* Presidente Vicario Associazione delle Camere di
commercio Italiane all’Estero
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INDICI
Il calcolo del valore della lira, settembre 2004
La necessità di trasformare lire di anni passati in moneta attuale ricorre di frequente
nel campo giuridico ed in quello economico-amministrativo. L’esigenza di disporre di
uno “strumento’’ adatto a tale scopo può essere soddisfatta tramite l’utilizzo dei coefficienti di rivalutazione della lira, che figurano nella tavola di seguito riportata. Le serie
dei coefficienti – elaborati sugli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati (indici che fino al 1967 si chiamavano “costo vita’’) della provincia di Bologna e nazionali – possono interessare magistrati, avvocati, periti estimatori e, più in
generale, quanti si occupano di contratti e controversie giudiziarie in materia economica.
Al momento della risoluzione o della stipulazione dei contratti, infatti, occorre
aggiornare le somme in discussione. Per fare ciò basta moltiplicare le somme stesse per il coefficiente corrispondente al mese e all’anno che interessa.
Dovendo, ad esempio rivalutare a settembre del 2004 una somma di L. 800.000
del maggio ’90, si vede che, nella tavola di seguito riportata relativa al settembre
2004 in corrispondenza del gennaio ’90, il coefficiente è 1,6135 (rif. a Bologna) o
1,6248 (rif. all’Italia); ne consegue, pertanto, che la somma di cui sopra, rivalutata
a settembre 2004 varrà L. 1.290.795 (a) se si utilizza il primo coefficiente o L.
1.299.804 (a) se si utilizza il secondo, dato l’indice di settembre 2004 pari a 123,3
riferito a Bologna e 123,6 riferito all’Italia.
ANNI
1993
1994
(a) Le somme così rivalutate in Lire, con l’entrata in vigore della nuova moneta, dal mese di gennaio 2002 dovranno essere convertite in Euro: L. 1.290.795 (rif. a Bologna) diventeranno quindi
euro 666,64 e L. 1.299.804 (rif. all’Italia) euro 671,29.
1995
ANNI
MESI
COEFFICIENTI
BO
1987
1988
MESI
ITALIA
gennaio
1,9470
1,9177
febbraio
1,9380
marzo
COEFFICIENTI
BO
1990
ITALIA
COEFFICIENTI
BO
ITALIA
ANNI
COEFFICIENTI
BO
ITALIA
1,1423
gennaio
1,1312
febbraio
1,1271
1,1402
1,33601 1,3705
marzo
1,1250
1,1381
aprile
1,33562 1,3652
aprile
1,1219
1,1339
maggio
1,33496 1,3600
maggio
1,1199
1,1319
giugno
1,3444
1,3534
giugno
1,1189
1,1319
luglio
1,3393
1,3483
luglio
1,1179
1,1298
agosto
1,3367
1,3470
agosto
1,1179
1,1298
settembre
1,3342
1,3457
settembre
1,1148
1,1267
1,1247
gennaio
1,3681
1,3786
febbraio
1,3641
1,3732
marzo
1999
MESI
ottobre
1,3266
1,3368
ottobre
1,1108
novembre
1,3241
1,3304
novembre
1,1098
1,1260
dicembre
1,3228
1,3304
dicembre
1,1088
1,1196
1,1186
gennaio
1,3154
1,3230
gennaio
1,1078
febbraio
1,3116
1,3180
2000
febbraio
1,1029
1,1135
marzo
1,3092
1,3156
marzo
1,0009
1,1105
aprile
1,3055
1,3119
aprile
1,0989
1,1095
maggio
1,2007
1,3070
maggio
1,0950
1,1065
giugno
1,2970
1,3046
giugno
1,0921
1,1026
luglio
1,2958
1,3010
luglio
1,0902
1,1006
agosto
1,2947
1,2986
agosto
1,0902
1,1006
settembre
1,2911
1,2950
settembre
1,0883
1,0987
1,0957
ottobre
1,2839
1,2879
ottobre
1,0854
novembre
1,2816
1,2832
novembre
1,0806
1,0909
dicembre
1,2793
1,2786
dicembre
1,0797
1,0899
1,0852
gennaio
1,2758
1,2740
gennaio
1,0740
febbraio
1,2540
1,2637
2001
febbraio
1,0712
1,0814
marzo
1,2462
1,2536
marzo
1,0712
1,0804
aprile
1,2407
1,2469
aprile
1,0694
1,0767
maggio
1,2341
1,2393
maggio
1,0638
1,0738
giugno
1,2287
1,2328
giugno
1,0629
1,0720
1,0720
gennaio
1,6136
1,6248
1,9107
febbraio
1,6027
1,6138
luglio
1,2287
1,2317
luglio
1,0638
1,9309
1,9037
marzo
1,5981
1,6076
agosto
1,2276
1,2274
agosto
1,0638
1,0720
aprile
1,9256
1,8985
aprile
1,5935
1,6015
settembre
1,2233
1,2242
settembre
1,0629
1,0711
maggio
1,9133
1,8916
maggio
1,5890
1,5969
ottobre
1,2180
1,2179
ottobre
1,0575
1,0683
novembre
1,2106
1,2105
novembre
1,0557
1,0664
dicembre
1,2085
1,2085
dicembre
1,0557
1,0655
1,0609
giugno
1,9080
1,8847
giugno
1,5845
1,5909
luglio
1,9046
1,8796
luglio
1,5830
1,5849
gennaio
1,2041
1,2070
gennaio
1,0503
agosto
1,8994
1,8746
agosto
1,5741
1,5745
febbraio
1,2006
1,2035
febbraio
1,0440
1,0573
settembre
1,8858
1,8612
settembre
1,5697
1,5656
marzo
1,1971
1,2000
marzo
1,0449
1,0546
ottobre
1,8574
1,8447
ottobre
1,5551
1,5526
aprile
1,1890
1,1931
aprile
1,0414
1,0519
novembre
1,8525
1,8398
novembre
1,5451
1,5426
maggio
1,1844
1,1885
maggio
1,0379
1,0501
giugno
1,1844
1,1862
giugno
1,0388
1,0483
dicembre
1,8525
1,8366
dicembre
1,5394
1,5370
luglio
1,1856
1,1885
luglio
1,0379
1,0475
gennaio
1,8443
1,8269
gennaio
1,5171
1,5258
agosto
1,1856
1,1873
agosto
1,0370
1,0457
settembre
1,1743
1,1839
settembre
1,0361
1,0439
1,0413
1991
febbraio
1,8379
1,8221
febbraio
1,4995
1,5120
marzo
1,8299
1,8142
marzo
1,4968
1,5080
aprile
1,8235
1,8079
aprile
1,4915
1,5012
1996
2002
ottobre
1,1721
1,1828
ottobre
1,0327
novembre
1,1698
1,1794
novembre
1,0318
1,0387
dicembre
1,1732
1,1783
dicembre
1,0318
1,0378
1,0334
maggio
1,8141
1,8032
maggio
1,4875
1,4959
gennaio
1,1698
1,1760
gennaio
1,0275
giugno
1,8047
1,7970
giugno
1,4822
1,4879
febbraio
1,1698
1,1749
febbraio
1,0266
1,0317
marzo
1,1698
1,1738
marzo
1,0249
1,0283
aprile
1,1665
1,1727
aprile
1,0215
1,0266
maggio
1,1643
1,1693
maggio
1,0207
1,0257
giugno
1,1643
1,1693
giugno
1,0182
1,0249
1,0223
1997
2003
luglio
1,8047
1,7924
luglio
1,4796
1,4853
agosto
1,7954
1,7847
agosto
1,4744
1,4814
settembre
1,7863
1,7756
settembre
1,4718
1,4748
ottobre
1,7757
1,7621
ottobre
1,4590
1,4633
luglio
1,1643
1,1693
luglio
1,0173
1,4531
agosto
1,1643
1,1693
agosto
1,0165
1,0206
settembre
1,1632
1,1671
settembre
1,0131
1,0181
1,0173
novembre
1989
ANNI
MESI
1,7623
1,7473
dicembre
1,7447
1,7415
gennaio
1,7274
1,7285
febbraio
1,7134
marzo
1,7050
aprile
1,6954
novembre
1,4477
dicembre
1,4427
1,4494
gennaio
1,4231
1,4382
1,7143
febbraio
1,4208
1,4344
1,7058
marzo
1,4124
1,4283
1,6948
1992
aprile
1,4064
1,4223
1998
ottobre
1,1577
1,1638
ottobre
1,0148
novembre
1,1556
1,1606
novembre
1,0123
1,0148
dicembre
1,1556
1,1606
dicembre
1,0123
1,0148
1,0115
gennaio
1,1513
1,1573
gennaio
1,0090
febbraio
1,1438
1,1541
2004
febbraio
1,0082
1,0082
marzo
1,1438
1,1541
marzo
1,0074
1,0073
aprile
1,1427
1,1519
aprile
1,0049
1,0049
maggio
1,1406
1,1498
maggio
1,0041
1,0033
maggio
1,6858
1,6879
maggio
1,3994
1,4151
giugno
1,6751
1,6797
giugno
1,3959
1,4103
luglio
1,6737
1,6757
luglio
1,3936
1,4079
giugno
1,1364
1,1487
giugno
1,0024
1,0008
1,0016
agosto
1,6711
1,6730
agosto
1,3924
1,4068
luglio
1,1364
1,1487
luglio
1,0016
settembre
1,6644
1,6650
settembre
1,3936
1,3021
agosto
1,1364
1,1476
agosto
0,9992
1,0000
settembre
1,1343
1,1466
settembre
1,0000
1,0000
ottobre
1,6487
1,6492
ottobre
1,3867
1,3939
novembre
1,6410
1,6427
novembre
1,3787
1,3858
dicembre
1,6283
1,6349
dicembre
1,3787
1,3835
ottobre
1,1354
1,1444
novembre
1,1322
1,1434
dicembre
1,1322
1,1434
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
RICERCA E INNOVAZIONE
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 11
Camera e Università a sostegno delle imprese
È partito “Progetto Più”, primo strumento in Italia che vuole favorire la penetrazione delle nuove tecnologie
nelle pmi grazie al trasferimento delle intelligenze dell’ateneo
di Marina Amaduzzi
Le piccole e medie imprese del territorio bolognese bussano alle porte dell’Università per chiedere aiuto agli esperti per progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico. L’Alma Mater individua i “cervelli” o le “competenze” più adatte ai
bisogni di ogni singola impresa. La
Camera di commercio mette in contatto
i due mondi, quello imprenditoriale e
quello universitario, che da tempo hanno difficoltà a comunicare, e sostiene con
propri contributi i progetti di trasferimento tecnologico. In estrema sintesi è
questo il Progetto Più, varato nelle scorse settimane dall’ente camerale insieme
all’Università, primo strumento in Italia
con l’obiettivo di favorire la penetrazione delle nuove tecnologie nelle piccole
e medie imprese grazie al trasferimento
delle intelligenze dell’ateneo. La Camera di commercio funziona da collegamento raccogliendo le richieste delle
imprese o di gruppi di imprese, mentre
l’Alma Mater individua le competenze
necessarie, i laboratori e i consulenti
adatti alle esigenze di sviluppo tecnologico e organizzativo delle aziende. A tale
scopo è stato istituito un comitato paritetico Università-Camera di commercio,
presieduto dal professore Bruno Riccò
del Dipartimento di elettronica, informatica e sistematica, che vaglia le richieste delle imprese, oltre a programmare e
gestire le altre iniziative, tra cui corsi di
aggiornamento e di formazione professionale. Del comitato fanno parte Loretta Ghelfi, segretario provinciale della
Cna, il presidente di Aster Gabriele Falciasecca, i professori Bruno Marangoni,
Arrigo Pareschi, Francesco Santarelli,
oltre a Fabio Bordoni, Giuliano Gotti e
Alberto Ponzellini.
“Quando si parla di trasferimento
tecnologico si pensa che gli ultimi ritrovati della ricerca vadano dall’Università
alle imprese, senza contare che anche
queste ultime stanno compiendo un
grosso sforzo per innovare e fare ricerca
– spiega Loretta Ghelfi –. Quello tra
imprese, soprattutto piccole, e Università è un rapporto spesso difficile perché
le aziende faticano a rintracciare le competenze giuste nell’Università e magari
sviluppano collaborazioni con realtà
distanti dal nostro territorio. Abbiamo
pensato che per avvicinare questi due
mondi fosse importante sviluppare un
progetto che facesse da ponte. Il comitato paritetico raccoglierà le domande di
ricerca provenienti dalle imprese, le
valuterà e individuerà nell’Università le
competenze più adatte”. Progetto Più
avrà la durata di un anno in via sperimentale e la Camera di commercio investirà 190 mila euro per sostenere in conto capitale i progetti delle aziende fino al
50% delle spese complessive, per un tetto di 15 mila euro per ciascun progetto.
“Ciò che rende unico questo progetto –
prosegue Ghelfi – è sostenere progetti di
ricerca che le imprese stesse sentono
importanti per sviluppare la competitività”. Le piccole e medie imprese bolognesi sono circa 100 mila, di cui l’85%
ha meno di cinque addetti. Si calcola che
almeno un migliaio possano essere interessate al Progetto Più.
“Questa iniziativa, la cui idea è nata
quattro anni fa, vuole avvicinare il mondo della ricerca a quello dell’impresa per
favorire l’innovazione e dare un aiuto
all’economia del territorio, una missione che l’Università si è data da alcuni
anni” commenta Bruno Riccò. “L’obiettivo a medio termine, dopo la conclusione di questa fase sperimentale, è costruire una struttura, che può essere un consorzio, una società o altro ancora, che sia
da interfaccia tra imprese e Università e
abbia la funzione di sportello a cui le
imprese si rivolgono quando hanno bisogno di interventi da parte dell’Università. Questa struttura dovrà avere inoltre
dei consulenti che pratichino correntemente il mondo delle imprese, che spesso non hanno piena consapevolezza dei
loro bisogni, e servirà anche al collocamento dei brevetti dell’Università nelle
imprese. Per questo primo anno il Progetto Più funzionerà attraverso il comitato paritetico, il cui primo impegno sarà
quello di contattare le imprese attraverso la mailing list della Camera di commercio”.
Se Progetto Più avrà i risultati sperati, in futuro potrà dare assistenza alle
imprese anche nel campo della brevettazione dell’innovazione con sostegni
economici e supporti tecnici. “Abbiamo
una quantità di brevetti tra i più alti d’Italia, 288 contro i 77 di media nazionale – conclude Loretta Ghelfi – ma spesso le imprese hanno bisogno nel redigere il brevetto di un esperto che le aiuti
nella descrizione tecnologica dell’innovazione”.
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12 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
NOTIZIE IN BREVE
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
Nel 2003 Bologna è stata la provincia italiana con il più basso costo del denaro
Con un tasso di interesse medio
pari al 4% la provincia di Bologna è
stata nel 2003 la provincia con il più
basso costo del denaro, minore anche
rispetto a Milano (al secondo posto con
4,18%) che dal 1999 occupava il vertice
della graduatoria. È quanto risulta dallo
studio elaborato da Unioncamere e dall’Istituto Tagliacarne, presentato il 19
ottobre scorso.
Il primato di Bologna conferma una
tendenza positiva dell’intera Regione
Emilia Romagna che posiziona cinque
province (Bologna, Modena, Parma,
Reggio Emilia e Forlì) fra le prime dieci.
“La concorrenza nel sistema bancario e la vitalità e la solidità del nostro
sistema di piccole e medie imprese ha
evidentemente prodotto un risultato virtuoso a favore di tutto il sistema economico” – ha commentato Gian Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Bologna, che ha così proseguito: “elevato livello di sviluppo, capacità di fare gruppo ed un sistema di organizzazioni imprenditoriali efficienti sono
i valori aggiunti più significativi che il
sistema imprenditoriale bolognese ha
espresso per arrivare al vertice della classifica del più basso costo del denaro”.
Dallo studio elaborato infatti risulta
che le province più virtuose in termini
di tassi di interesse (Bologna, Milano e
Bolzano) sono tutte caratterizzate da alto
livello di sviluppo misurato attraverso il
PIL procapite.
Le province in cui è minore il costo
del denaro sono caratterizzate dalla
capacità delle imprese di organizzare
le proprie strategie in gruppo: a
Bologna il 40% del totale complessivo
Tab. 1 – Prime ed ultime dieci province italiane per tasso di interesse
Prime 10 province
Tasso
Ultime 10 province
Tasso
Vibo Valentia
8,36
Forlì
4,77
Isernia
8,31
Ancona
4,67
Reggio Calabria
8,21
Firenze
4,67
Crotone
8,19
Trento
4,64
Catanzaro
7,96
Reggio Emilia
4,61
Benevento
7,93
Parma
4,58
Campobasso
7,89
Modena
4,52
Salerno
7,84
Bolzano
4,51
Enna
7,83
Milano
4,18
Caserta
7,83
Bologna
4,00
Tab. 2 – Prime ed ultime dieci province italiane secondo il Pil pro capite
Prime 10 province
Pil pro capite
Ultime 10 province
Pil pro capite
Milano
152,58
Vibo Valentia
64,12
Bolzano
150,59
Palermo
64,02
Bologna
136,51
Caserta
63,38
Modena
135,39
Lecce
61,62
Firenze
129,04
Cosenza
61,25
Parma
127,93
Agrigento
60,45
Belluno
127,41
Caltanissetta
58,81
Roma
124,64
Enna
57,72
Reggio Emilia
122,88
Foggia
57,48
Mantova
122,87
Crotone
56,90
degli addetti della provincia opera nell’ambito di una società che appartiene
ad un gruppo, ed oltre il 47% del valore aggiunto provinciale proviene da
gruppi.
Il basso tasso di interesse è inoltre
direttamente connesso alla capacità del-
le imprese di agire in forme associative
efficienti in grado di contrattare ed interloquire efficacemente con il sistema
bancario nella definizione dei costi e
delle modalità di servizi ottimali nel
sostegno dei progetti imprenditoriali di
crescita.
Cofferati incontra la Giunta camerale
La Giunta della Camera di commercio di Bologna ha incontrato il 25
ottobre scorso a Palazzo della Mercanzia
il Sindaco Sergio Cofferati.
Il Sindaco ha illustrato alla Giunta il
proprio programma di mandato ed in
modo particolare le linee programmatiche inerenti a “Sviluppo, lavoro, imprese,
innovazione, ricerca” – “Infrastrutture” –
“Relazioni Internazionali”. È la prima
volta che un Sindaco partecipa ai lavori
della Giunta camerale.
La Giunta ha espresso piena disponibilità a continuare a fare sistema con il
Comune e con tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella definizione strategica e
nell’attuazione di obiettivi condivisi che
possano consentire la crescita economica
e culturale della città.
Il Sindaco nell’ambito dell’incontro
ha evidenziato la capacità della Camera
di commercio di essere luogo di sintesi in
grado di fornire un punto di vista largo e
coeso per la definizione di piani ed obiettivi strategici. Sergio Cofferati ha poi sottolineato il ruolo di mediatori culturali
che Comune e Camera di commercio
devono – assieme e con le altre istituzioni – esercitare per favorire il trasferimento dell’innovazione e della conoscenza dai
centri di ricerca di eccellenza al mondo
economico.
Il Presidente Sangalli ha ricordato
come la Camera di commercio è sempre stata al fianco delle istituzioni della
città e come “tante infrastrutture siano
nate dalla capacità di progettare assieme il futuro fra Comune e Camera di
commercio di Bologna”.
“La Camera di commercio” ha proseguito Sangalli “intende collaborare
con il Comune per azioni condivise che
consentano a Bologna di porsi a livello
regionale e nazionale come una priorità, anche in riferimento agli investimenti in infrastrutture che devono essere resi disponibili”.
Il Sindaco ha poi espresso la
volontà di far entrare il Comune,
come socio fondatore, in “PromoBologna”, l’Agenzia di Marketing Territoriale per l’attrazione di investimenti promossa da Camera di commercio
e Provincia.
Al termine, valutando positivamente l’incontro, sia il Sindaco che la Giunta sono stati concordi nell’evidenziare
la disponibilità di proseguire costantemente questo percorso di confronto istituzionale al fine di rendere operativi i
tanti punti di contatto fra le azioni strategiche della Camera di commercio e
linee programmatiche esposte dal Sindaco.
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Pagina 13
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
SERVIZI CAMERALI
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 13
La conciliazione finalmente decolla
Aumentano le richieste per usufruire di questo strumento di risoluzione delle controversie.
Grande interesse per una simulazione organizzata di recente dalla Cciaa
di Marina Amaduzzi
Giovanni Ferri e Giorgio Festelli
hanno una società di consulenza in
informatica con quattro impiegati. Sono
ai ferri corti da tempo. Giovanni si è
rivolto allo sportello di conciliazione
della Camera di commercio perché vuole sciogliere la società il prima possibile. Giorgio pretende però di avere i soldi dei contratti comunali stipulati tempo prima. Riusciranno a trovare un
accordo?
Giovanni e Giorgio sono due personaggi di fantasia, ma interpretati da persone reali nel corso di una simulazione
di conciliazione che si è svolta al Palazzo della Mercanzia il 21 ottobre. A organizzarla è stata la Camera di commercio nell’intento di promuovere questo
tipo di servizio previsto dalla legge 580
di riforma camerale, attraverso il quale
si possono risolvere le controversie civili e commerciali in via stragiudiziale, in
breve tempo e con poca spesa. “Nel
2004 – come ha ricordato il segretario
generale Luigi Litardi – abbiamo ricevuto 91 richieste di conciliazione, 34
sono già state avviate e 22 sono già state concluse, 7 delle quali non positivamente. Questo ci dice che la conciliazione è apprezzata dal mercato perché
risolve i problemi che spesso affliggono
il mondo dell’economia”. A testimoniare il grande interesse verso questo servizio è stato l’alto numero di adesioni
giunte alla Camera per questa simulazione. Oltre duecento persone si sono
assiepate tra la Sala Consulta e altre
salette collegate in video. Ad inscenare
la procedura sono stati conciliatori
esperti: nel ruolo del conciliatore c’era
Wilhelm Javer, professore all’Università
di Barcellona nel Master dedicato alla
conciliazione nonché coordinatore dei
Centri di conciliazione presso alcuni
municipi nella provincia di Barcellona,
nei panni di Giovanni Ferri c’era Moris
Facchini e in quelli di Giorgio Festelli
Roberto Cesarano, entrambi conciliatori della Camera di commercio di Firenze.
A rivolgersi all’ipotetica Segreteria
dello Sportello Conciliazione è Giovanni. Ad accoglierlo una gentile signorina
che gli fornisce tutte le delucidazioni su
questa procedura stragiudiziale, in cui il
conciliatore è una parte terza, indipendente, imparziale e neutrale, che non
prende decisioni ma aiuta solo le due
parti in causa a cercare una soluzione.
Se la trovano, firmano un accordo che
tra loro ha la medesima efficacia di un
contratto. Si tratta di un servizio veloce,
in quanto tra l’avvio della procedura e
la prima seduta tra le parti passano al
massimo 15 giorni, ed economico, in
quanto i costi sono predeterminati sulla
base del valore della controversia. Se il
valore della lite è di 1000 euro, la spesa
per ciascuna parte sarà di 40 euro. Se il
valore è tra i 50 mila e i 250 mila euro,
ciascuna parte pagherà 1000 euro. Per
attivare la conciliazione basta rivolgersi
alla Segreteria, compilare il modulo
apposito con i propri dati, quelli della
controparte e il motivo della controversia. “E se il mio socio decide di non partecipare?” chiede Giovanni. “Non c’è
problema, si paga solo l’avvio della procedura, ovvero 30 euro” gli risponde
l’impiegata.
Il socio Giorgio Festelli accetta. Allora viene fissata la prima seduta congiunta davanti al conciliatore. La sua
prima premura è quella di spiegare molto chiaramente alle parti il tipo di procedura che stanno mettendo in moto, di
natura totalmente riservata, e soprattutto il suo ruolo che sarà assolutamente
imparziale e neutrale. Tocca a Giovanni
spiegare di aver chiesto la conciliazione
perché era “il modo più veloce per sciogliere in modo civile la società”. Ha un
mese di tempo, perché poi scadono i
contratti di affitto dei locali dove ha sede
la società e alcuni leasing. Giorgio si
ribella, lui la società non vuole scioglierla, vuole solo dei chiarimenti su dei
soldi spariti. I due si accapigliano, quasi arrivano all’insulto. È il conciliatore a
richiamarli alla calma. Giovanni sostiene che mentre lui portava avanti la
società il socio lavorava per l’azienda del
gas e che l’anno prima aveva pagato 100
mila euro di debiti. Giorgio non ci sta,
vuole sapere da Giovanni che cosa ne ha
fatto dei soldi ricevuti con i contratti
comunali, accusa il socio di rubargli del
denaro. Di nuovo si azzuffano, ma il
conciliatore li richiama all’ordine e anzi
precisa che “il rispetto reciproco è alla
base della conciliazione, se non accettate questo principio non possiamo procedere”. Alla fine i due si placano. Il
conciliatore sente le due parti separatamente: quello che saprà da Giovanni
non lo dirà né a Giorgio né a chicchessia, e viceversa. La riservatezza è totale.
Alla fine l’accordo viene trovato: i debiti saranno pagati, il credito restante verrà diviso tra i due soci, così come i clienti sulla base del fatturato. Giovanni e
Giorgio escono di scena soddisfatti.
Hanno risolto i loro problemi in breve
tempo, con una spesa bassa e senza
ricorrere al tribunale. La conciliazione
ha avuto successo.
La simulazione era basata su un caso
realmente avvenuto. La conciliazione è
una risorsa a cui imprese e consumatori
attingono sempre di più. Si tratta infatti
di un servizio meno strutturato ad esempio di un arbitrato, più informale e il suo
obiettivo è di arrivare in tempi molto
rapidi a una soluzione accettata dalle due
parti. Come si è visto, si basa infatti proprio sulla volontà di entrambe le parti di
raggiungere, con l’aiuto di un conciliatore imparziale e competente, un accordo comune. Con la conciliazione, che
non è un compromesso, le parti costruiscono insieme un percorso congiunto per
trovare una soluzione alla lite. I vantaggi sono molteplici ed è per questo che la
Camera di commercio cerca di incentivare il ricorso a questo strumento. Innanzitutto perché offre alle imprese e ai consumatori una possibilità concreta ed efficace di risolvere i loro contrasti, che è
diversa dal processo ordinario ma senza
sostituirlo (le parti possono sempre rivolgersi al giudice ordinario se lo vogliono).
Sono poi le parti stesse a gestire interamente la procedura: il conciliatore ha la
funzione di aiutare a trovare una soluzione che ponga fine alla loro lite, soluzione che deve essere amichevole, basata sulla collaborazione piuttosto che sullo scontro. Infine perché è alternativa la
soluzione. Essa infatti non si basa solo
su diritti e obblighi, ma si adatta facilmente alle effettive esigenze economiche
e commerciali delle parti che potranno
anche trovare un accordo su basi innovative.
Per ulteriori informazioni ci si può
rivolgere all’Ufficio Arbitrati e Conciliazioni della Camera di commercio, al
Palazzo degli Affari, in piazza Costituzione 8 (telefono 051.6093329). Orario: da
lunedì a venerdì 8,45-12,15, lunedì e giovedì 15-16,30.
Accordo tra Camera e Associazioni
Una riparazione non andata a
buon fine, un cambio di gestore telefonico che non si definisce, un piccolo problema con l’assicurazione,
una vacanza in cui non tutto è andato come programmato. Sono problemi di tutti i giorni per i quali ricorrere alla giustizia ordinaria è troppo
costoso e lungo. Ma i diritti dei consumatori e delle famiglie devono
essere tutelati.
Ed è proprio per tutelare questi
diritti che la Camera di commercio di
Bologna ha attivato con le Associazioni di consumatori Adiconsum,
Federconsumatori e Cittadinanza
Attiva una collaborazione tesa a diffondere il servizio di conciliazione.
Grazie al protocollo di intesa
siglato tutte le controversie di
importo inferiore ai 5.000 €
potranno essere risolte gratuitamente rivolgendosi allo Sportello di
Conciliazione della Camera di commercio di Bologna.
I consumatori che usufruiranno
del servizio di conciliazione tramite
le associazioni dei consumatori che
hanno siglato l’intesa non dovranno
quindi pagare né le spese di avvio
della procedura di conciliazione, né
l’onorario del conciliatore.
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14 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
MERCATO LOCALE
Movimprese, nel 3 o trimestre 2004 positivo il saldo tra iscrizioni e cessazioni
Nel 3o trimestre del 2004 il sistema
imprenditoriale della provincia di Bologna registra un saldo positivo tra le
imprese iscritte e quelle cessate nel Registro delle Imprese tenuto dalla Camera
di commercio.
I dati evidenziano, infatti, al netto
delle imprese agricole, 1.274 iscrizioni, a
fronte di 880 cessazioni, con un saldo
pari a +394 unità (ed una variazione %
rispetto al 3o trimestre 2003 del +1.37%),
in miglioramento rispetto alla performance registrata nello stesso periodo dello scorso anno (quando la variazione %
registrata è risultata pari a –0.3%), ma in
leggera decelerazione rispetto a quanto
riscontrato nel trimestre precedente (che
ha raggiunto un saldo attivo di +665 unità). Considerando i primi nove mesi del
2004, il saldo tra aperture e cessazioni è
pari a +1.104 imprese, con un tasso di
crescita del +1.32% (contro l’1.10% fatto registrare nel 3o trimestre del 2003).
Ciò è quanto si ricava dall’analisi dei
dati ottenuti tramite “Movimprese”, la
rilevazione periodica sulla nati-mortalità
delle imprese italiane realizzata da InfoCamere, la Società Consortile di Informatica delle Camere di commercio italiane.
Il clima di fiducia nella ripresa delle
principali economie mondiali sembra
quindi influenzare positivamente anche
l’orientamento delle imprese provinciali, ma le difficoltà dell’economia nazionale nell’agganciare la ripresa internazionale contribuiscono a determinare
ancora per questo trimestre un clima di
sostanziale prudenza: il numero di
imprese iscritte nel 3o trimestre 2004
(1.274) cresce infatti nuovamente dopo il
rallentamento di un anno addietro, anche
se si assesta su valori nettamente inferiori all’ottimo risultato del 3o trimestre
2002.
Crescono leggermente anche le cessazioni (880), assestandosi comunque su
valori molto simili a quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente,
ed in linea con il trend avviato nel 2000
(interrotto solo dagli elevati valori registrati nel 3° trimestre del 2002): la leggera crescita delle iscrizioni, e la sostanziale stabilità delle cessazioni, definiscono così un saldo positivo di +394 imprese, il valore più elevato osservato dal
2001 ad oggi.
Tab. 2 - Sedi di impesa, 3o trimestre 2004
Classe di Nat. Giuridica
Società di capitale
Settore ATECO
Iscritte
Cessate
Società di persone
Iscritte
Cessate
Imprese individuali
Iscritte
Cessate
Altre forme
Iscritte
Totale
Cessate
Iscritte Cessate
B Pesca,piscicoltura e servizi connessi
0
0
0
0
0
1
0
0
0
1
C Estrazione di minerali
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
D Attività manifatturiere
127
23
23
11
19
79
83
1
2
114
E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua
0
1
0
0
0
0
0
0
0
1
F Costruzioni
9
6
4
12
171
104
2
1
186
123
306
G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa
17
30
11
35
225
239
0
2
253
H Alberghi e ristoranti
2
4
15
17
47
33
0
0
64
54
I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz.
1
1
0
4
63
49
0
5
64
59
J Intermediaz.monetaria e finanziaria
1
3
0
1
32
22
0
2
33
28
54
47
22
21
82
56
7
5
165
129
M Istruzione
3
1
0
0
0
2
0
0
3
3
N Sanità e altri servizi sociali
0
1
0
0
1
2
1
0
2
3
O Altri servizi pubblici,sociali e personali
6
8
5
7
26
23
4
3
41
41
K Attiv.immob., noleggio,informat.,ricerca
P Serv.domestici presso famiglie e conv.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
X Imprese non classificate
191
3
131
2
11
0
16
0
349
5
TOTALE
307
128
199
118
737
614
31
20
1.274
880
1
0
3
13
42
88
1
0
47
101
A Agricoltura, caccia e silvicoltura
Valori al netto del settore agricolo
Le dinamiche per forma giuridica
Analizzando le diverse forme giuridiche al netto del settore agricolo, si possono osservare saldi attivi per tutte le
tipologie di impresa, con alcuni miglioramenti rispetto ai risultati raggiunti nello stesso periodo di un anno addietro, in
particolare per le società di capitale, il cui
valore positivo (+179 unità) contribuisce
per oltre il 45% alla formazione del saldo
complessivo, con una variazione %
rispetto allo stesso trimestre del 2003 del
+3.62%, a fronte di una variazione %
registrata a fine settembre dello scorso
anno del –0.03%. Risultano in crescita
anche le ditte individuali, che peraltro
rappresentano poco meno della metà delle imprese registrate nel territorio bolognese, il cui saldo a fine trimestre è pari
a +123 unità (con una variazione %
rispetto al 3° trimestre 2003 del +1.09%,
a fronte del +0.44% registrato a settembre 2003). Positivo anche il valore raggiunto dalle società di persone (+81 unità, con una variazione % che, seppure
ancora negativa, migliora leggermente
rispetto al –1.91% registrato nel 3° trimestre 2003), e dalle altre forme d’impresa(1) (+11, con una variazione % che
diventa positiva dopo il –0.29 dello scorso anno).
La tabella 3 riporta la variazione %
delle imprese rispetto al 3o trimestre del
2003, negativa pertanto solo per le
società di persone, nonché il tasso di
crescita rispetto al 2o trimestre 2004,
positivo invece per tutte le tipologie
d’impresa.
Osservando come si distribuisce il
peso % di ciascuna forma giuridica sul
totale, i dati di questo trimestre, confrontati con i valori del 3o trimestre del
1995, confermano due andamenti di
lungo periodo sostanzialmente opposti:
da un lato, rallenta leggermente, pur
mantenendosi su livelli elevati, il peso
delle ditte individuali, che passano dal
SEGUE A PAGINA 20
Tab. 3 - Tasso di crescita e variazione % per forma giuridica d’impresa
Forma giuridica
Soc. di capitale
Soc. di persone
Imprese individuali
Altre forme
Totale
Saldo
179
81
123
11
394
Variazione %
Tasso di crescita
rispetto allo stesso
trim. anno. prec.
rispetto
al trim. prec.
3,62
-0,08
1,09
0,14
1,37
0,88
0,38
0,30
0,53
0,47
Valori al netto del settore agricolo
Tab. 1 - Sedi di impresa - Serie storica trimestrale di iscrizioni, cessazioni e saldi
III trim. 1995
III trim. 1996
III trim. 1997
III trim. 1998
III trim. 1999
III trim. 2000
III trim. 2001
III trim. 2002
III trim. 2003
III trim. 2004
Iscrizioni
Cessazioni
Saldo
1.235
1.404
1.269
1.385
1.419
1.383
1.204
1.474
1.202
1.274
839
950
861
1.161
1.001
765
780
1.209
854
880
396
454
408
224
418
618
424
265
348
394
Valori al netto del settore agricolo
(1) Il raggruppamento delle “altre forme” conosce più di 40 tipologie di soggetti giuridici. A titolo di orientamento per il lettore, le tipologie più numerose sono: società cooperative in genere e, in particolare, società cooperative a
responsabilità limitata (la tipologia più numerosa in assoluto); consorzio; consorzio con attività esterna; società consortile; società consortile per azioni o a responsabilità limitata; società costituita in base a leggi di altro stato.
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
SCENARI INTERNAZIONALI
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 15
Quando sognare non costa niente
L’America è il passato, l’Europa il presente e il futuro. Il noto economista Jeremy Rifkin
ha ribadito le sue teorie in un affollatissimo incontro organizzato dal Ctc
di Francesco Baccilieri
È convinto che il modello americano abbia esaurito la sua spinta propulsiva, che il sogno “a stelle e striscie” sia
solo il residuato di un bel tempo che fu
e che ora, viceversa, la nuova frontiera
sia rappresentata dall’Europa.
Jeremy Rifkin, noto economista statunitense, consigliere di numerosi capi
di Stato e funzionari di governo in tutto
il mondo, ha condensato queste tesi di
fondo nel suo ultimo libro che, non a
caso, si intitola “Il sogno europeo”, del
quale è stato chiamato a fornire un’anteprima a Bologna, l’otto ottobre scorso,
nell’ambito del Programma Internazionale organizzato dal Centro di Formazione Manageriale e Gestione d’impresa
della Camera di commercio.
Rifkin non ha dubbi. “L’Unione
Europea – dice – costituisce già ora il
primo mercato mondiale, molto più forte rispetto a quello degli Stati Uniti. Il
problema è che voi europei stentate
ancora a crederlo perché vi sottovalutate, siete sempre concentrati sul fallimento, sulle difficoltà. Fate dei paragoni. Se confrontate, ad esempio, la Germania con la California, vincete; l’Italia
con la Florida, vincete; la Francia con il
Texas, vincete; la Gran Bretagna con lo
stato di New York, vincete. Siete leader
nei settori della chimica, dell’aeronautica, dell’alimentare, delle assicurazioni,
quattordici delle più importanti banche
mondiali hanno sede nel Vecchio Continente, mentre noi americani siamo primi nelle auto, nel farmaceutico e nel
software. Vi invito dunque a prendere
coscienza di tutto ciò, a rendervi conto
che la vera potenza, oggi, è in Europa”.
Mettendo a confronto i due modelli, Rifkin giunge alla conclusione che i
fattori che hanno alimentato per decenni il sogno americano – libertà, autonomia, capacità di farcela da soli, cultura
della competizione – mostrano già da
tempo la corda e non sono più considerati attraenti da parte di oltre un terzo
della stessa popolazione statunitense.
Viceversa, l’attenzione alla qualità della
vita, alla tutela dei diritti sociali, allo sviluppo ambientale sostenibile e alla
capacità di lavorare in rete, elementi così
tipici del DNA europeo, diventano adesso assets competitivi fondamentali e più
adatti allo scenario globalizzato nel quale ci troviamo a vivere. “Non prendete
esempio da noi – sottolinea Rifkin – perché la nostra ripresa economica nel corso degli ultimi anni si è basata sulle carte di credito, distribuite anche agli adolescenti. C’è stato un enorme aumento
dei consumi, tutti hanno comprato di
tutto, con il risultato che attualmente ci
sono più bancarotte individuali che
morti per tumore e infarto messi assieme. In dieci anni è svanito quasi un
milione di posti di lavoro, le famiglie
non riescono più a risparmiare, abbiamo troppi debiti e un enorme deficit
pubblico che ci grava sulle spalle”.
Il quadro a tinte decisamente fosche
rappresentato dall’attuale situazione
Usa, per Rifkin non sarà ravvivato da
alcuna nota di colore neppure nel caso si
verificasse un’eventuale vittoria del candidato democratico alle prossime elezioni presidenziali. “Credo che rimarrà
tutto immutato, sia a livello interno che
estero. Ciò di cui abbiamo bisogno sono
nuovi leaders e nuovi managers, ma per
ricostruire un modello attrattivo ci vorranno non meno di 20 anni”.
Poi lo studioso americano torna a
parlare del Vecchio Continente. “Per dare
concretezza al suo sogno – dice – l’Europa deve ragionare in termini sovranazionali, dotarsi di un’unica griglia di trasporti
e comunicazioni, di un unico ente che
fornisca energia, adottare l’inglese come
lingua comune per il business e mettere
al mondo più figli”. A proposito di energia, Rifkin, da sempre vicino alle posizioni ambientaliste, rilancia l’opzione per
l’idrogeno e la necessità di uscire dalla
dipendenza dal petrolio, che continuerà
ad aumentare di prezzo. “Oggi – sottolinea – con le tecnologie che avete a disposizione, potete finalmente sganciarvi.
Occorre che i politici si convincano che
questa è la strada da seguire”.
Si chiude, con il pubblico ringalluzzito che si spella le mani e con un Rifkin,
ormai quasi afono, che mette in luce
come il sogno europeo consista soprattutto nell’acquisire una coscienza globale basata sull’empatia. “Ciò significa riconoscere l’altro, chiunque esso sia, sulla
base della capacità di comprendere la sua
sofferenza, e questo in quanto la si è provata direttamente sulla propria pelle”.
Si sa, sognare non costa niente e
allora perché non farlo, dimenticando
che l’UE, sistema dell’euro a parte, possiede ancora un’anima indefinita, nonostante la recentissima firma della Costituzione europea; dimenticando, tra le
altre cose, la grave crisi economica che
sta attraversando la Germania e i cronici problemi dell’Italia; facendo finta di
non vedere che la Francia, su alcuni cruciali temi di politica estera, persegue delle finalità tutte sue. Facciamolo pure, ma
sarà in ogni caso difficile non accorgersi che se Atene piange, Sparta di certo
non ride.
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16 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
CONVEGNI CAMERALI
Brevettare, per sentirsi meglio
Anche nel mondo delle palestre, dei centri fitness e della cosmesi è sempre più importante optare
per la tutela brevettuale del prodotto e per la registrazione del marchio
di Marina Amaduzzi
Negli ultimi dieci-quindici anni la
cura del corpo e il benessere psico-fisico da settori di nicchia sono diventati
fenomeni diffusi nella maggioranza della popolazione. Basti pensare a come si
sono trasformati nel tempo il mondo
delle palestre e dei centri fitness e l’universo della cosmesi che da campo
decisamente appannaggio della donna
si è allargato via via all’uomo. In risposta ai nuovi bisogni del sentirsi “più sani
e più belli” le industrie di settore, chiamate a operare in un mercato di veloce
espansione e di concorrenza incalzante, devono confrontarsi quotidianamente con i problemi legati alla protezione
brevettuale dei prodotti, alla difesa dell’immagine aziendale e alla creazione di
marchi appropriati. Tutto ciò senza perdere di vista la sfida commerciale con il
mercato, ponendo particolare attenzione alla costruzione o al consolidamento
della “Marcazienda” e della “Marcaprodotto”, nel rispetto delle specifiche
discipline di produzione e delle regole
auree che governano il lancio di un
nuovo prodotto o servizio. Per fornire
al vasto mondo delle imprese che operano nel campo del benessere (dai produttori di attrezzature per la cura del
corpo al settore dell’erboristeria, degli
integratori alimentari, delle linee termali, del fitness...) le risposte alle sfide
proposte da un mercato sempre più
competitivo la Camera di commercio di
Bologna ha organizzato a metà ottobre
un convegno a cui hanno partecipato
anche esperti provenienti da altre città
italiane.
Nella provincia di Bologna le
imprese che operano nel cosiddetto settore del fitness e del wellness sono ancora un numero esiguo, ma in costante
aumento negli ultimi anni. Si tratta di
un settore di nicchia ma in forte espansione, come avviene nel resto del paese
dove si stima che le persone coinvolte
in questo mercato siano attorno ai 10
milioni. Come in altri ambiti imprenditoriali, anche nel benessere la competizione oggi si svolge sull’innovazione di
prodotto. È qui che si può giocare la sfida con i competitor europei e internazionali. Ma l’innovazione va protetta con
il brevetto e valorizzata con il marchio e
l’immagine aziendale che sono la forza
del marketing. Sia che si tratti di una
nuova crema per il viso che di un nuovo macchinario da palestra.
All’interno dell’universo benessere
ci sono poi dei sottoinsiemi che hanno
caratteristiche proprie. Prendiamo ad
esempio la cosmesi. Uno dei relatori
presenti al convegno ha messo in luce la
differenza sostanziale tra prodotto tera-
peutico, che non è brevettabile secondo
la legge, e prodotto cosmetico, che invece lo è. Una crema anti-invecchiamento o una lozione contro la perdita dei
capelli si colloca in quella linea di confine tra la cosmesi e la farmacopea. Se
ha proprietà terapeutiche riconosciute
non va brevettato. Se invece si limita a
un’efficacia superficiale, cosmetica, allora sì. Stefania Berta dello Studio Torta
di Bologna si è concentrata invece sui
marchi.
Il settore della cosmesi e dei prodotti per la cura del corpo è caratterizzato dalla ricerca di prodotti di qualità
sempre maggiore, dalla ricerca di prodotti sempre più sicuri e dall’innovazione continua. “Questo fa sì – ha spiegato
– che aumentano il numero e la tipologia dei prodotti ma ne diminuisce la vita
media. E questo ovviamente condiziona
sia la ricerca che il marketing”. La ricerca va avanti a ritmi forsennati nella speranza di trovare sempre nuove sostanze
o prodotti. Il marketing deve fare i conti con il lancio di questi. “Oggi – ha detto Berta – mediamente in sei mesi si
individua il marchio per il prodotto, se
ne crea imballaggio e confezione e si
crea la campagna pubblicitaria”. È evidente l’importanza del marchio, che
diventa il biglietto da visita del prodotto
stesso e dal quale può dipendere il suo
successo. Fino a non molto tempo fa ciò
che caratterizzava il marchio era il nome
del prodotto e un segno grafico.
Ora si possono registrare come mar-
chi anche brani musicali e perfino odori. Stefania Berta ha ricordato che nel
1999 è stata ammessa la registrazione
del marchio “profumo di erba appena
tagliata” per palle da tennis e che Ralf
Seickmann ha depositato la domanda di
registrazione come marchio tedesco di
un profumo “balsamicamente fruttato
con un leggero accenno di cannella”.
Brevettare il prodotto e registrare il marchio, nel fitness come in tutti i settori
produttivi. Le imprese italiane che
vogliono stare sui mercati non hanno
altra scelta se non quella di puntare sul-
l’innovazione dei prodotti e dei servizi,
in quanto la sfida sui prezzi è perduta da
tempo.
Devono dunque investire sulla
ricerca, proteggere i nuovi prodotti con
il brevetto e promuoverli con i marchi.
Gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania
brevettano ormai ogni cosa, hanno scelto l’innovazione e la protezione della
stessa e infatti sono oggi i primi competitor nel mondo. Questa è dunque una
strada obbligata anche per l’Italia. Quella almeno che non vuole restare fuori
dai mercati internazionali.
Avviso importante
Si avvisa l’utenza che la società “Trademark publisher”, la
quale invia per lettera proposte di contratto per la pubblicazione di marchi su di un cosiddetto “Registro di marchi
registrati”, non ha alcun legame con l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi né con le Camere di commercio, unici Enti cui
sono conferite, in via esclusiva, le funzioni relative alla
registrazione legale dei marchi; di conseguenza la pubblicazione dei marchi proposta da detta società non sostituisce in alcun modo la registrazione ufficiale o la rinnovazione dei marchi d’impresa, né conferisce alcun
diritto di esclusiva sull’utilizzo degli stessi.
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
LAVORO
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 17
Contratto d’inserimento, le ultime novità
La fattispecie si applica al solo settore privato,
mentre la PA potrà continuare a stipulare contratti di formazione lavoro
di Mario Gallotta
In data 3 settembre 2004 il Consiglio dei Ministri ha definitivamente
approvato il cosiddetto “decreto correttivo della Riforma Biagi”, ovvero il
Decreto Legislativo n. 251 del 6 ottobre
2004 (pubblicato dopo cinque giorni
sulla Gazzetta Ufficiale), che integra e
modifica il D.Lgs. n. 276/2003.
Il recente provvedimento riguarda
anche il “contratto d’inserimento”, che
è stato oggetto di recente attenzione da
parte del Ministero del Lavoro (circolare n. 31 del 21.07.2004), della Confindustria (circolare n. 18018/04) e dell’INPS (messaggio n. 31319 del 6 ottobre scorso).
In precedenza vi era stato un accordo interconfederale siglato il 13 novembre 2003, che aveva “salvato” anche i
contratti di formazione e lavoro successivi al 24 ottobre 2003 – data di entrata in vigore della legge di riforma – purché le nuove assunzioni fossero relative
a progetti autorizzati o almeno presentati entro il 23 ottobre dello scorso
anno.
Successivamente, in data 11 febbraio 2004, era stato firmato un nuovo
accordo interconfederale che dava via
libera (fino all’avvio della nuova contrattazione collettiva), ai contratti d’inserimento, che prendono il posto dei vecchi contratti di formazione e lavoro,
ormai stipulabili solo dalle pubbliche
amministrazioni.
Cerchiamo dunque di fare il punto
della situazione.
Pubblico e privato: la politica
del “doppio binario”
Come è accaduto per il contratto di
collaborazione coordinata e continuativa, dovremo d’ora in poi abituarci a
ragionare su terreni separati, relativi al
settore pubblico e a quello privato. Infatti sia per i “co.co.co” che per i “c.f.l.” le
nuove norme non riguardano la pubblica amministrazione. Ciò significa che
quest’ultima potrà continuare a stipulare contratti di formazione e lavoro oltre
che di collaborazione coordinata e continuativa.
Settore privato:
le situazioni “sanabili”
Dall’entrata in vigore della “Riforma Biagi” (24 ottobre 2003), i datori di
lavoro privati non possono più stipulare
contratti di formazione e lavoro.
Quelli già sottoscritti, peraltro,
mantengono validità fino alla scadenza
prevista. Ora il nuovo decreto correttivo
introduce un nuovo articolo (il “59bis”) che prevede un regime transitorio,
nel senso che sono stati “salvati” i contratti di formazione e lavoro stipulati
entro il 31.10.2004, purché basati su
progetti formativi autorizzati entro il
23.10.2003.
Circa i benefici contributivi, tuttavia, occorre prestare attenzione al fatto
che è previsto un tetto di 16.000 unità.
In pratica entro il 30.11.2004 l’INPS
comunicherà ai datori di lavoro l’esito
positivo o negativo della domanda di
ammissione agli sgravi contributivi.
Il criterio utilizzato (fatta eccezione
per i “c.f.l.” stipulati nell’ambito di patti
territoriali o contratti d’area) sarà quello della priorità.
Chi si è mosso per tempo ha dunque
maggiori probabilità di veder accolta la
propria domanda.
Chi potrà essere assunto con il
“contratto d’inserimento”?
Premesso che il “contratto d’inserimento” è un contratto di lavoro diretto a realizzare, mediante un progetto
individuale di adattamento delle
competenze professionali del lavoratore ad un determinato contesto lavorativo, l’inserimento ovvero il reinserimento nel mercato del lavoro, ricordiamo innanzitutto le categorie che
potranno beneficiare della nuova tipologia contrattuale.
Esse sono:
– soggetti di età compresa fra i 18 e i 29
anni;
– disoccupati di lunga durata da 29 a 32
anni;
– ultracinquantenni senza lavoro;
– lavoratori “fermi” da almeno due anni;
– donne residenti in aree con elevato
tasso di disoccupazione femminile;
– persone affette da gravi handicap (fisici o psichici).
Quanto ai datori di lavoro che possono assumere dipendenti con il “contratto d’inserimento”, sono previsti gli
enti pubblici economici, le imprese e i
loro consorzi, i gruppi di imprese, le
associazioni professionali, socio-culturali e sportive, le fondazioni, gli enti di
ricerca (pubblici e privati) nonché le
associazioni di categoria.
L’accordo interconfederale datato 11
febbraio 2004 (e sottoscritto da CGIL,
CISL, UIL e UGL per i lavoratori, nonché da Confindustria, Confcommercio,
Confesercenti, Abi, Confservizi, Condiretti, Cia, Confagricoltura, Confinterim,
Confedertecnica e Apla per i datori di
lavoro) chiarisce che per “disoccupati di
lunga durata da 29 a 32 anni” debbano
intendersi “... coloro che, dopo aver perso un posto di lavoro o cessato un’attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca
di una nuova occupazione da più di
dodici mesi”.
La circolare ministeriale precisa
inoltre che in questa categoria rientrano
coloro che risultino disoccupati a seguito di dimissioni.
Ricordiamo che, a differenza del
“c.f.l.”, la nuova tipologia contrattuale
non ha finalità formativa. La funzione
che caratterizza il contratto consiste
infatti nell’assicurare la ricollocazione
nel mondo del lavoro dei soggetti individuati dalla legge.
L’aspetto formativo può sussistere,
ma diviene eventuale e secondario.
Gli elementi da indicare
nel contratto
Ricordiamo che il contratto di inserimento dev’essere stipulato in forma
scritta e in esso deve essere specificatamente indicato il progetto individuale di
inserimento. La mancanza della forma
scritta determina la nullità del contratto
e il lavoratore – in tal caso – viene considerato assunto a tempo indeterminato.
Nel contratto, inoltre, dovranno
essere indicati:
a) la durata (minima di nove mesi e massima di diciotto mesi, con l’eccezione
degli affetti da grave handicap fisico e
psichico, che potranno beneficiare di
una durata massima di trentasei mesi);
b) l’eventuale periodo di prova, da determinare sulla base dal contatto collettivo applicabile alla categoria;
c) l’orario di lavoro, da individuare sulla
base del contratto collettivo applicabile.
SEGUE A PAGINA 21
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18 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
SOCIETARIO
Le piccole cooperative escono di scena
Con il 31 dicembre di quest’anno
quelle esistenti si trasformeranno in “ordinarie”
di Morena Cocci e
Luciano De Angelis
Impossibilità di costituire nuove
“piccole società cooperative” e trasformazione di quelle già esistenti in
“cooperative ordinarie” entro il
31/12/2004. Sono queste le conseguenze determinate dall’art. 111-septies delle disposizioni di attuazione e
transitorie di cui al D.Lgs. 17 gennaio
2003, n. 6 sulla riforma del diritto
societario.
La piccola società cooperativa era
stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge 7 agosto 1997 n. 266, al
fine di consentire anche ad un numero
di persone inferiore a nove di poter
costituire una società con un fine
mutualistico, con il preciso scopo di
conseguire un beneficio senza lucrare
sull’esercizio dell’attività.
Questa legge ha disciplinato fino al
31 dicembre 2003, le piccole società
cooperative esistenti e quelle nate e
iscritte al Registro delle Imprese nel
corso di tale anno; infatti a causa della
riforma del diritto societario, dal 1° gennaio 2004 non potranno più essere
costituite nuove “piccole società cooperative” e quelle già esistenti saranno
obbligate a trasformarsi in società
cooperative entro il 31 dicembre 2004.
La piccola società cooperativa ante
riforma
L’articolo 21 della legge 266/1997
delineava le caratteristiche essenziali
della piccola cooperativa, inquadrandola come una particolare forma semplificata di società cooperativa, proprio
perché le si applicava in generale, la
stessa normativa prevista per quest’ultimo tipo di società in quanto compatibile, salvo per alcuni aspetti.
Gli elementi salienti che una piccola società cooperativa doveva possedere,
proprio per salvaguardarne la specificità, erano:
1. la presenza di un numero minimo di
tre soci, esclusivamente persone
fisiche, fino ad un massimo di otto,
ciascuno di loro avente diritto ad un
voto per testa in assemblea indipendentemente dal valore della
quota posseduta. Il legislatore è pervenuto alla soluzione di utilizzare
solo persone fisiche con il preciso
scopo di incentivare l’occupazione;
la presenza alla base sociale di una
società commerciale o di un’associazione non avrebbe favorito tale
obiettivo.
L’esclusione prevista rappresenta
una positiva tutela posta dal legislatore sulla mutualità; consistendo,
la stessa, nel fornire beni o servizi
od occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a
condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.
Il numero massimo di otto era evidentemente la soglia limite prima
della ordinaria cooperativa;
2. l’indicazione nella ragione sociale di
“piccola società cooperativa” quale
segno distintivo rispetto alle cooperative ordinarie e alle altre tipologie sociali. Esso, correlativamente,
si occupa della tutela dello scopo
mutualistico; pone infatti il divieto
alle società non mutualistiche di
portare nella denominazione sociale la predetta indicazione;
3. il potere amministrativo, se previsto
dallo statuto, attribuito ad un
amministratore unico oppure all’assemblea. In quest’ultimo caso però,
occorreva necessariamente nominare un presidente dotandolo così
della rappresentanza legale nei confronti dei terzi;
4. la non obbligatorietà della presenza
del collegio sindacale, a meno che
la società non avesse un capitale
superiore ad euro 103.291,38 o che
non fosse espressamente previsto
dall’atto costitutivo;
Le principali novità per le piccole cooperative
a partire dal 1° gennaio 2004
✓ Dopo il 31/12/2003 non possono essere costituite nuove piccole società
cooperative;
✓ Entro il 31/12/2004 le piccole società cooperative esistenti, costituite da
almeno tre soci, ma meno di nove, possono trasformarsi in società cooperative e possono adottare le norme sulla società a responsabilità limitata;
✓ Scioglimento della società, qualora, dopo la costituzione della coop., il numero dei soci diviene inferiore a tre e non è integrato entro un anno.
5. il principio della responsabilità limitata della quota sottoscritta. Infatti,
per le obbligazioni sociali era la
società che ne rispondeva soltanto
con il suo patrimonio. Non erano
previste neanche forme di responsabilità sussidiaria per multipli di
quote.
Infine, l’art. 21 disciplinava la trasformazione, quando ne ricorrevano i
requisiti, della piccola società cooperativa in società cooperativa “ordinaria”
e cioè quando il numero dei soci diveniva superiore ad otto.
La piccola società cooperativa post
riforma
Con la riforma del diritto societario
la legge 266/1997 è stata abrogata,
anche se implicitamente, dall’art. 111
septies disp. att., il quale dispone che le
piccole società cooperative costituite
sulla base di tale legge devono trasformarsi entro il 31 dicembre 2004 nelle
società di cui al comma 2, dell’art. 2522
c.c., ovvero cooperative ordinarie in forma di società a responsabilità limitata.
Resta inteso che, in questa casi, esse
conserverebbero i benefici derivanti
dalla mutualità prevalente, qualora
intrattengano la maggior parte dei rapporti commerciali con i soci (più del
50% del fatturato).
Il legislatore si è però preoccupato
di poter garantire la sopravvivenza e la
continuità di tutte quelle piccole società cooperative già esistenti, in quanto,
data la loro diffusione nella pratica,
meritano di essere mantenute in vita
autonomamente.
Sebbene, infatti, a partire dal 1°
gennaio 2004 non possano più essere
costituite, le “piccole coop” già esistenti sono obbligate entro il 31 dicembre
2004 ad uniformare l’atto costitutivo e
lo statuto alle nuove disposizioni inderogabili sancite dall’articolo 2522 e
seguenti del codice civile, trasformandosi in società cooperative ordinarie. La
trasformazione avviene secondo le dis-
posizioni di cui all’articolo 2500-septies
in tema di trasformazione da società di
capitali. La competenza a decidere la
trasformazione è riconosciuta all’assemblea straordinaria che può deliberare a maggioranza semplice dei presenti (articolo 223-duodecies delle disposizioni attuative e transitorie) in terza convocazione.
Va inoltre ricordato a riguardo che,
a seguito del recente decreto 23 giugno
2004 del Ministero delle Attività produttive, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 162 del 13 luglio 2004, mediante il quale viene data attuazione all’ultimo comma dell’articolo 2512, nonché
all’articolo 223 sexiedecies delle norme
di attuazione del codice civile, è stato
istituito un apposito albo ove si dovranno iscrivere tutte le cooperative a
mutualità prevalente, e quindi anche le
“ex piccole coop” che al 31/12/2004
hanno subito la trasformazione. Tale
iscrizione deve avvenire entro il 10 gennaio 2005.
Nel caso in cui, la piccola società
cooperativa non si trasformi, la stessa
viene ricondotta alla situazione antecedente alla sua iscrizione nel Registro
delle imprese, determinando la perdita
della personalità giuridica, con la conseguenza che per tutte le attività svolte
vi sarà l’assunzione di responsabilità
personale da parte dei soci che le avranno poste in essere (alla stessa stregua di
quanto avviene in una società di persone).
A trasformazione avvenuta, se i soci
manterranno lo stesso numero (compreso tra un minimo di tre e un massimo di otto) allora si dovrà far riferimento a quanto disciplinato dall’art.
2522 c.c., comma 2, il quale prevede
che la società andrà regolata con le norme della società a responsabilità limitata, in quanto compatibili con le norme sulle cooperative.
SEGUE A PAGINA 23
ART. 2522 c.c.
✓ Per costituire una società cooperativa è necessario che i soci siano almeno
nove.
✓ Può essere costituita una società cooperativa da almeno tre soci quando i
medesimi sono persone fisiche e la società adotta le norme della società a
responsabilità limitata.
✓ Se successivamente alla costituzione il numero dei soci diviene inferiore a
quello stabilito nei precedenti commi, esso deve essere integrato nel termine massimo di un anno, trascorso il quale la società si scioglie e deve essere posta in liquidazione.
✓ La legge determina il numero minimo di soci necessario per la costituzione
di particolari categorie di cooperative.
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
TUTELA MERCATO E CONSUMATORI
OTT-NOV 2004 /
Bolognaeconomica / 19
La marcatura CE sui prodotti da costruzione
Il Ministero delle Attività Produttive ha emanato di recente una circolare
che fa chiarezza nella complessa materia
di Luca Mossini
Già Bologna Economica (gennaiofebbraio 2004) si è occupata della Direttiva 89/106/CE (recepita con D.P.R.
246/1993) sui prodotti da costruzione;
in quella sede si erano evidenziati alcuni problemi applicativi:
●
●
●
●
L’obbligo della marcatura CE è legato, per ogni prodotto, al ritiro delle
disposizioni nazionali, sostituite dalle norme tecniche europee; la sostituzione avviene automaticamente
alla fine del periodo di coesistenza
e non tiene conto del fatto che uno
Stato abbia adeguato o meno i propri Regolamenti;
La Commissione Europea, con lo
strumento del mandato per la realizzazione di norme tecniche, si
limita ad individuare, per ogni prodotto, i requisiti essenziali (riferiti
agli edifici e alle opere di ingegneria civile) sul quale il prodotto
influisce e le relative caratteristiche
rilevanti (ad esempio la caratteristica “permeabilità all’aria” del prodotto “lucernai e abbaini” è rilevante rispetto al requisito 6 (Risparmio energetico e ritenzione di calore) dell’edificio nel quale i prodotti
sono utilizzati);
Ciascun Stato membro, attraverso
l’appendice nazionale ZA alla norma tecnica, deve individuare, tra
quelle indicate dal mandato della
Commissione Europea, le caratteristiche rilevanti applicabili sul proprio territorio e i relativi valori limite obbligatori; tali caratteristiche e
le relative prestazioni (nel rispetto
dei limiti obbligatori) devono
accompagnare la marcatura CE;
Quando uno Stato membro non
adempia a quanto indicato al punto
precedente, il prodotto potrà essere
immesso sul mercato con la marcatura CE utilizzando l’opzione NPD
(No Performance Determined): vale
a dire che, rispetto alle caratteristiche rilevanti indicate nel mandato, il
prodotto viene commercializzato, nel
territorio di quello Stato, senza misurarne e dichiararne le prestazioni.
Attualmente le norme tecniche pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della
Comunità Europea sono 120: per 77 di
queste la marcatura CE è già obbligatoria o lo diverrà entro la fine del 2004;
per le altre lo sarà nel corso del 2005 e
del 2006. L’unica norma per la quale l’Italia ha emesso l’allegato ZA è la UNI
EN 197-1:2000 (relativa ai cementi
comuni): tutti i prodotti che ricadono
sotto le altre norme sono o saranno
commercializzati con la marcatura CE e
l’indicazione NPD.
GEOTESSILI E PRODOTTI AFFINI
Norma
Titolo
aree
Mandato
Norma UNI di recepimento
Entrata in vigore della norma armonizzata
Fine del periodo di coesistenza
Impiego previsto
Famiglia di prodotto
Caratteristiche
armonizzate
(secondo appendice ZA)
EN 13249:2000
Geotessili e prodotti affini – Caratteristiche richieste per l’impiego nella costruzione di strade e di altre
soggette a traffico (escluse ferrovie e l’inclusione in conglomerati bituminosi)
M/107 Geotextiles
UNI EN 13249:2001 (novembre 2001)
01/10/01
(inizio marcatura CE volontaria)
01/10/02
(inizio marcatura CE obbligatoria)
FILTRAZIONE (F) nella costruzione di strade e di altre aree soggette a traffico
Geotessili e prodotti affini
Requisito
Essenziale
secondo M/107
Obbligo esistente
secondo disposizioni
nazionali cogenti
Introduzione di obbligo
proposto dagli
Organi Tecnici UNI
Motivazione
Sistema di
attestazione
di conformità
Resistenza a trazione
1
NO
SI
Requisito richiesto secondo
prassi consolidata, in quanto
richiesto nei principati capitolati
Resistenza al
punzonamento dinamico
4
NO
SI
Requisito richiesto secondo
prassi consolidata, in quanto
richiesto nei principati capitolati
Apertura
3
NO
SI
Requisito richiesto secondo
prassi consolidata, in quanto
richiesto nei principati capitolati
NO
SI
Requisito richiesto secondo
prassi consolidata, in quanto
richiesto nei principati capitolati
2+
Permeabilità dell’acqua
Durabilità
La conseguenza più grave di questo
stato di cose sarà che tutti i prodotti di
bassa qualità, vale a dire che offrono
prestazioni che non rispettano i valori
limite fissati negli Stati della Comunità
che hanno adeguato i loro Regolamenti
edilizi, troveranno negli Stati che non
hanno adempiuto, tra i quali anche l’Italia, il loro unico mercato di sbocco.
Per iniziare a porre rimedio a questa
preoccupante prospettiva, il Ministero
delle Attività Produttive ha emanato la
Circolare 5 agosto 2004 (G.U. n. 216 del
14 settembre 2004) che accompagna le
proposte del Comitato Costruzioni dell’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) circa i criteri di recepimento
delle appendici ZA di 21 norme armonizzate.
Le norme armonizzate individuate
sono tra quelle che prevedono l’obbligo
della marcatura CE da maggior tempo e
che regolamentano alcune famiglie di
prodotti per le quali è possibile rifarsi ad
una prassi instauratasi (prevalentemente nell’ambito dei principali capitolati)
in materia di dichiarazione delle prestazioni. Le famiglie di prodotti sono:
●
Appoggi strutturali;
Geotessili e prodotti affini;
Impianti di sollevamento delle
acque reflue per edifici e cantieri;
Prodotti prefabbricati in calcestruzzo per recinzioni;
Accessori per serramenti (dispositivi per uscite di emergenza, dispositivi antipanico);
Lastre, cubetti e cordoli di pietra
naturale per pavimentazioni esterne;
●
●
●
●
●
●
●
Accessori per serramenti (cerniere
ad asse singolo).
Per ciascuna norma armonizzata
sono state elaborate alcune schede che,
per ogni famiglia di prodotto e rispetto
ad un certo impiego previsto, indicano:
●
●
●
●
●
Le caratteristiche armonizzate indicate dall’appendice ZA;
Il requisito essenziale rispetto al
quale è rilevante quella certa caratteristica;
L’esistenza o meno dell’obbligo di
indicare la prestazione del prodotto
rispetto a quella certa caratteristica;
La proposta dell’UNI circa l’introduzione dell’obbligo;
La motivazione della proposta
Il sistema di attestazione della conformità del prodotto.
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20 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
EXPORT
Movimprese, nel 3o trimestre 2004
positivo il saldo tra iscrizioni e cessazioni
PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
I file contenenti tutte le opportunità commerciali pubblicate in queste pagine ed altre
ancora sono reperibili anche all’interno del sito Internet: www.bo.camcom.it
(all’interno di Promozione e Statistica - Iniziative per l’internazionalizzazione ”Offerte e proposte commerciali dall’estero”).
SEGUE DA PAGINA 14
52% del 3o trimestre 1995 al 49% di
questo trimestre, dall’altro crescono le
forme societarie in complesso, grazie in
particolare alle società di capitale, che
passano dal 20% di settembre 1995 al
24% di settembre 2004.
Le dinamiche per settore
di attività
Mantengono saldi attivi anche per
questo trimestre il settore delle costruzioni (+63 unità, con un peso sul totale,
fatto 100 il saldo complessivo, di quasi il
19%) ed il settore delle attività immobiliari ed informatiche (+36 unità, a cui
contribuisce per oltre il 77% il comparto delle “Altre attività professionali ed
imprenditoriali”), mentre raggiunge
valori positivi dopo il rallentamento del
trimestre scorso il settore dei trasporti
(+5 unità, grazie al saldo positivo di +12
unità del comparto “Poste e telecomunicazioni”). Decresce invece, dopo l’incremento del 2o trimestre, il settore del
commercio (-53 unità), mentre conferma il saldo negativo riscontrato nel trimestre scorso il settore manifatturiero (13 unità) e si assesta su valori nulli quello degli altri servizi pubblici, sociali e
personali.
Questo andamento viene confermato dai dati della tabella 4, che descrive
rispettivamente la variazione % delle
imprese per settore di attività rispetto al
3o trimestre del 2003, particolarmente
rilevante per il settore edile (+4.17%),
ed il tasso di crescita settoriale rispetto
al 2o trimestre 2004.
Può essere interessante osservare
inoltre il peso che ciascun settore acquisisce in termini assoluti sul totale delle
imprese della provincia di Bologna: al
primo posto si conferma il commercio,
che definisce oltre il 25% delle imprese
della provincia a fine settembre, seguito
dal settore delle attività immobiliari ed
informatiche, in crescita rispetto allo
stesso trimestre dell’anno precedente, e
quindi le attività manifatturiere, in leggero calo rispetto allo stock di fine settembre 2003. Cresce leggermente rispetto al trimestre scorso il peso del settore
delle costruzioni, che con il 12,7% raggiunge la quarta posizione.
Un accenno particolare merita il settore agricolo, caratterizzato a livello
nazionale ed internazionale, oltre che
locale, da profonde trasformazioni non
solo macro-economiche, ma anche
socio-culturali: lo sviluppo industriale ha
comportato infatti, come confermano i
dati del 5o Censimento generale dell’agricoltura (anno 2000), non solo una
diversa struttura delle proprietà agricole,
ma una diversa destinazione dei suoli,
con una diminuzione delle superfici
destinate all’attività agricola.
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Tab. 4 - Tasso di crescita e variazione % per i principali settori di attività
Settore di attività
Saldo
Variazione %
Tasso di crescita settoriale
rispetto allo stesso
trim. anno. prec.
rispetto
al trim. prec.
A
Agricoltura, caccia silvicoltura
-54
-2,99
-0,39
D
Attività manifatturiere
-13
-0,86
0,13
F
Costruzioni
63
4,17
0,79
G Commercio
-53
-0,73
0,04
I
Trasporti,magazz. e comunicaz.
5
0,90
0,94
K
Attiv.immob.,nol.,infor.,ricerca
36
2,20
0,95
0
-1,50
-0,16
O Altri servizi pubb.,soc. e pers.
Valori al netto del settore agricolo
Tab. 5 - Consistenza ed incidenza % per i principali settori di attività
Settore di attività
Stock
Stock
Peso percentuale
al 30/09/2004
al 30/09/2003
del settore sul totale
delle imprese
G Commercio
24.323
24.502
25,1
K
Attiv.immob.,nol.,infor.,ricerca
14.941
14.620
15,4
D
Attività manifatturiere
13.549
13.667
14,0
F
Costruzioni
12.277
11.785
12,7
A
Agricoltura, caccia silvicoltura
12.193
12.569
12,6
I
Trasporti,magazz. e comunicaz.
5.575
5.525
5,8
4.274
4.339
4,4
O Altri servizi pubb.,soc. e pers
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8000 mm. (08/2004)
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A.S. - Istanbul - Tel. 0090/212/3292950 - Fax
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PERIODICO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
EXPORT
0090/212/3292951 - E-mail: [email protected] - contattare Mr. Esen Ataay
Desidera contattare aziende produttrici di bottiglie di vetro in grossi quantitativi. (06/2004)
■ OZBIL TEKSTIL LTD. STI. - Istanbul I.M.C. 5. Blok No: 5563 Unkapani - Tel.
0090/212/5209280/5262602 - Fax
0090/212/5206197 - E-mail:
[email protected] / [email protected] - contattare Sig. Feyza Ozay - Internet:
www.ozbilcollection.com
Desidera contattare aziende produttrici di tessuti elastici (lycra). (06/2004)
■ CAG MAKINA - Afyon-Ankara Karayolu
12. km Afyon - Tel. 0090/272/2231068 - Fax
0090/272/2134734 - E-mail:
[email protected] - contattare Sig. Sabri
Ozdilekler
Desidera contattare aziende produttrici di legno
di pino giallo e rosso essiccato. (05/2004)
■ VERDA FOREIGN TRADE - Ankara - A.
Ovecler 4. Cad. 34/10 Dikmen - Tel.
0090/312/4782860-61 - Fax
0090/312/4821064 - Internet:
www.verda.com.tr - E-mail: [email protected]
- contattare Sig. Hayat Kartal
Desidera contattare aziende produttrici di tessuti per soprabiti e cappotti da donna.
(05/2004)
■ CMG INSAAT A.S. - Selimiye Mah. Tasocak
Cad. Hamam Sok. No: 15 Ordu - Tel.
0090/452/2140578 - Fax 0090/452/2120035 E-mail: [email protected] /
[email protected] - contattare Arda
Bekiroglu
Desidera contattare aziende produttrici di laminati, parquet e controsoffitti. (05/2004)
■ BATI KAUCUK LTD. STI. - Ulukent Sanayi
Alani 10010 sok. No:16 Ulukent Menemen
Izmir - Tel. 0090/232/8333333-35 - Fax
0090/232/8332443 - E-mail:
[email protected] - contattare Sig.
Firuze Özdemir
Desidera contattare aziende produttrici di rettificatrici di manicotti e rulli gommati. (05/2004)
■ ENSA LTD.STI. - Rami Kisla Cad. Apek
Uretmen Is Merkezi A/Blok No:89/166 - Topçular, Istanbul - Tel. 0090/212/6742760/61 Fax 0090/212/6742762 - E-mail:
[email protected] - contattare Ferdi Samsa
Desidera importare articoli e rottami di alluminio, rame, ecc (tubi, lamiere, profili). (07/2004)
■ ULUBASLAR GRUP A.S. - Tel.
0090/212/4261933 - Fax 0090/212/4242431 contattare Ferit Karayazi
Desidera importare cassoni (aperti, chiusi, refrigerati) da montare sui furgoni. (07/2004)
OFFERTE DI MERCI
E RAPPRESENTANZE
BANGADLESH
■ CLASSIC BUSINESS INTERNATIONAL Dhaka - Bangladesh - Tel. 00880/2/9110678 Fax 00880/2/9125631 - E-mail:
[email protected] o [email protected] contattare Md. Nooruddin Ghani
Offre filati di iuta e prodotti in iuta. (07/2004)
■ BISWAS POULTRY - Dhaka - Tel.
00880/2/9139560 - E-mail:
[email protected] - contattare Sig.
Tapash Kumar
Offre carne di pollo. (08/2004)
ECUADOR
■ CADENA TRADING INC. - Panamericana
Norte Km. 6-1/2 - Quito - Tel. e fax
00593/2/2472124 o 2800322 - Tel. portatile
00593/9/9831197 - E-mail: [email protected] - contattare Carlos J. Cadena - Internet:
www.cadena-trading.com
OTT-NOV 2004 /
Sito Unità Operativa Shanghai
Presso il sistema camerale regionale, è attiva l’Unità Operativa Shanghai che
offre informazioni e orientamento sul mercato cinese e ha tra i suoi obiettivi
principali quello di fornire un supporto alle aziende della regione, per incrementare e consolidare la presenza del sistema economico emiliano-romagnolo nella
Cina Popolare.
È ora on line, il sito web dell’Unità Operativa Shanghai:
www.rer.camcom.it/shanghai
che contiene guide paese, notizie relative a seminari o altre iniziative riguardanti il mercato cinese e la newsletter del Centro Servizi di Shanghai.
Schede paese di Mondimpresa
Sono disponibili le “schede paese” di Mondimpresa (società del sistema camerale che si occupa di sviluppo dell’internazionalizazzione). Le “schede paese” permettono di acquisire informazioni su circa 130 paesi nel mondo. Si compongono
di una trentina di pagine, sono continuamente aggiornate e offrono un’analisi della situazione economica, le prospettive future, il rischio paese, la normativa societaria e fiscale, strumenti di cooperazione nazionali e comunitari, opportunità di
investimento e contatti utili.
Queste guide sono uno strumento utile a chi vuole orientarsi su un mercato
estero.
Dal primo novembre 2004 è fissata a € 15,00 + IVA (totale € 18,00) la tariffa per la difusione al pubblico.
Società di floricoltori esportatori offre rose fresche recise (steli di lunghezza da 40 a 80 cm,
spedizione entro 24-48 ore dalla conferma di
pagamento). (08/2004)
FRANCIA
■ FRANCEAUX - 136-138 rue Léon Jouhaux
- 78500 Sartrouville - Internet: www.franceaux.fr - contattare Sig.a Elvira Georgieva,
responsabile vendite internazionali - Tel.
0033/1/30868600 o 0033/603792632 - Email: [email protected]
Impresa con esperienza cinquantennale nella
progettazione e fabbricazione di impianti per il
pre-trattamento delle acque, impianti per il
trattamento di scorie e fanghi, offre un’ampia
gamma di separatori di grassi e idrocarburi di
grosso volume (per le più svariate esigenze dei
settori della costruzione, edilizia e lavori pubblici), nonché sistemi di drenaggio, pozzetti,
chiusini, sifoni e canaletti di scolo, con possibilità di adattamento dei propri prodotti o di realizzazione di soluzioni “su misura” per esigenze
speciali. Desiderando creare una rete distributiva per il mercato italiano, ricerca distributore
esclusivo / grossista in materiali da costruzione
e forniture per il settore edile e lavori pubblici.
(08/2004)
GRECIA
■ ROLCO BIANIL S.A. - 111 Ag. Annis Str. 18233 Athens - Tel. 0030/210/3493000 o
3414200 - Fax 0030/210/3411800 - Internet.
www.rolco.gr o www.naturalfeeling.gr - E-mail:
[email protected]
Azienda produttrice offre detersivi, saponi, prodotti per la pulizia in generale. (06/2004)
■ DIAMANTOPOULOS-GRIGOUSSIS Lithia, Kastorias - Kastoria - Tel. cellulare
0030/6976797229 - Fax 0030/2467041900
Azienda che effettua allevamento e commercio
di struzzi offre i propri prodotti. (06/2004)
■ BERIT SANDER - Tex Agency Trading
Association - Via Eleftherias 12 - 7010 Filiro /
Salonicco – Tel. e fax 0030/2310/672447 - Email: [email protected]
Offre formaggi greci, olio vergine di oliva, olive,
frutta fresca e secca. (06/2004)
■ RENOS IERIDES GROUP OF COMPANIES - Via Doiranis 205 - 17674 Kalithea, Atene - Tel. 0030/210/9412047 - Tel. cellulare
0030/6974493988 - Fax 0030/210/9412840
Offre vino. (06/2004)
■ LEONIDAS ZAMIDIS - 1° klm. Giannitson-Axou - 58100 Giannitsa - Tel.
0030/238/2028232 - Fax 0030/238/2022623 Internet: www.zamidis.com - E-mail:
[email protected]
Offre macchine per l’ agricoltura. (06/2004)
■ MAGGIE SOTTERO - Iera Odos 293 - Atene - Tel. 0030/210/5980386 - Fax
0030/210/5312310 - E-mail: [email protected] - Internet: www.maggiesottero.com contattare Jimmys Tsardaklis
Azienda produttrice offre abiti da sposa.
(06/2004)
■ PILUX & DANPEX SA - G. Katechaki 20 54627 Thessaloniki - Tel. 0030/2310/522670 Fax 0030/2310/524077 - E-mail: [email protected] - contattare Chatziandreou Kostas Internet: www.pilux-danpex.gr
Desidera contattare grossisti, importatori e rappresentanti italiani di apparecchi d’illuminazione e di materiale elettrico.
(08/2004)
MAROCCO
■ ARAGRIM - P.O. BOX 13917 - 20000 Casablanca Principal - Tel. 00212/22/975535 - Fax
00212/22/975536 - E-mail:
[email protected][email protected] Mr. Ahmed Fikri
Offre prodotti artigianali marocchini: cestini in
fibra di palma e vimini, piatti da portata in “zellij”, lampade decorative in ferro battuto e pelle
di capra, terraglie e ceramiche. (06/2004)
PAKISTAN
■ POLYFINE CORPORATION - Room No
509, Lahore Stock Exchange Building - Lahore
- Tel. 0092/42/6313996 o 6313995 - Fax
0092/42/6279204 - E-mail:
[email protected] - contattare Mian Nusrat
- Internet: www.oriental-carpets-rugs.com /
Bolognaeconomica / 21
Contratto
d’inserimento...
SEGUE DA PAGINA 17
Inoltre, secondo l’accordo interconfederale siglato in data 11/02/04 “... la
categoria di inquadramento del lavoratore non potrà essere inferiore per più di
due livelli rispetto alla categoria che,
secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro applicato, spetta ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che
richiedono qualificazioni corrispondenti a quelle al conseguimento delle quali è preordinato il progetto di inserimento/reinserimento oggetto del contratto”.
Le caratteristiche del progetto
Il citato accordo interconfederale
fornisce indicazioni precise anche sul
progetto, vero cardine del contratto di
inserimento.
In esso dovranno essere indicate la
qualificazione da conseguire (a cui è
preordinato il progetto), nonché la durata e le modalità della formazione.
Il progetto inoltre “... deve prevedere una formazione teorica non inferiore a
16 ore, ripartita fra l’apprendimento di
nozioni di prevenzione antinfortunistica
e di disciplina del raporto di lavoro ed
organizzazione aziendale ed accompagnata da congrue fasi di addestramento
specifico, impartite anche con modalità
di e-learning, in funzione dell’adeguamento delle capacità professionali del
lavoratore”.
Malattia, infortunio ed altre tutele
Il lavoratore assunto con contratto
d’inserimento non potrà essere escluso
dai servizi aziendali previsti per gli altri
dipendenti (come trasporti e mensa).
Inoltre, per ciò che riguarda le
malattie e gli infortuni extra-lavorativi,
si dovrà far riferimento ai precedenti
accordi in materia di formazione e lavoro ovvero agli accordi collettivi applicati nelle singole aziende.
Infine, nel caso di trasformazione
del contratto di inserimento in rapporto
di lavoro a tempo indeterminato, il
periodo di inserimento verrà computato nell’anzianità di servizio ai fini degli
istituti previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.
Osservazioni finali
Pur in carenza di contrattazione collettiva, dopo la pubblicazione del “correttivo” sulla Gazzetta Ufficiale, il quadro normativo è ora sufficientemente
chiaro e pone i datori di lavoro nella
condizione di poter utilizzare senza gravi incertezze la nuova tipologia contrattuale, denominata “contratto di inserimento” e aperta anche agli ultracinquantenni.
Auguriamoci ora che la contrattazione collettiva recepisca celermente le
novità legislative, in modo da consentire alla “Riforma Biagi” di dispiegare
per intero i suoi effetti senza ulteriori
intralci.
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22 / Bolognaeconomica / OTT-NOV 2004
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0040/788381088 - E-mail: [email protected]
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sintetico offre la produzione e distribuzione su
licenza di componenti per l’edilizia in marmo
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Kilinç
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[email protected] - contattare Ahmet Sonmez
Offre albicocche e fichi secchi.
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0090/224/3600370 - Fax 0090/224/3648059 E-mail: [email protected] /
[email protected] - contattare Yasemin
Yenersu
Offre fagioli. (07/2004)
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Organize Sanayi Bolgesi Hacisani Konukoglu
Bul. Dogu 3.Cadde No:10 - Gaziantep - Tel.
0090/342/3374265-66 - Fax
0090/342/3374267 - E-mail:
[email protected] - contattare Mehmet Yildirim - Internet: www.smytextile.com
Ingresso di nuovi paese
nella convenzionata ATA
Si informa che i Paesi sottoelencati sono entrati a far parte della convenzione
ATA per la temporanea importazione di merci:
Mongolia — dal 15 aprile 2004;
Bielorussia — dal 15 agosto 2004 (esclusi transiti per la Russia)
Serbia — dal 1 novembre 2004
(convenzione non applicata nel territorio del Montenegro).
Per questi nuovi paesi è perciò possibile l’emissione di carnet AIA a partire dalle date indicate.
Si ricorda inoltre che la Russia (in particolare la dogana di Mosca), nonostante faccia parte della convenzione, non accetta Carnet ATA e chiede il pagamento dei
diritti doganali come cauzione.
SPAGNA
■ CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA BARCELONA - Gran Vía de las Corts Catalanes, 637 2º 3ª - 08010 - Barcelona - Tel.
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Rosa Ma Llurba
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di adesivi industriali e vegetali a base amidacea
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ricerca agenti di commercio, rappresentanti o
distributori. (Ref. 0279/2004) (07/2004)
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0090/535/2511165 - Fax 0090/236/2321042 E-mail: [email protected] - contattare
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No:81 - Kemalpasa, Izmir - Tel.
0090/232/8770974 - Tel. cell.
0090/532/2546671 - Fax 0090/232/8770980 E-mail: [email protected] /
[email protected] - contattare Sorgun
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INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
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0090/352/3220710 - Fax 0090/352/3220722 E-mail: [email protected] - contattare
M.Emin Yildiz
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0090/212/8867516-15 - E-mail:
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5764876 o 5764684 o 5765923 - E-mail:
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U.S. SALES REPRESENTATIVE LAWS
Leggi statunitensi che disciplinano il rapporto contrattuale con agenti di
commercio, di Charles FR. Bernardini
GUIDA PRATICA ALLA COMPILAZIONE DEI MODELLI INTRASTAT, di Andrea Toscano e Simone del Nevo
LA CINA DEL NUOVO SECOLO – SCOPRIRE LE POTENZIALITÀ
DEL MERCATO CINESE, di Wen Shuang
Per raggiungere l’ufficio:
Ufficio Promozione Estera
Palazzo Affari – Piazza Costituzione, 8
40128 Bologna BO
telefono: +39.0516093202 – fax: +39.051.6093211
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Mah. Sariyer Sanayi Bolgesi Kanal Cad. No:22 Cali, Bursa - Tel. 0090/224/4824163 - Fax
0090/224/4824167 - E-mail: [email protected]
Offre tessuti per abiti da sposa e da cerimonia.
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dal lunedì al venerdì dalle 8.45 alle 12.15
lunedì e giovedì anche dalle 15 alle 16.30
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0090/212/2325859 - Fax 0090/212/2314892 E-mail: [email protected] / [email protected] - contattare Cem Kermen,
Omer Yetis - Internet: www.cebiteks.com
Offre tessuti per abiti da uomo. ç07/2004)
■ FISEKÇI TEKSTIL - Yeni Yalova Yolu
4.km. Buttim Ismerkezi C Blok 3. Kat No:849
Osmangazi/Bursa - Tel. 0090/224/2110190 Tel. cell. 0090/532/2610088 - Fax
0090/224/2110189 - E-mail: [email protected]
- contattare Izzet Fisekçi
Offre tessuti in cotone, poliestere, misto cotone/poliestere. (07/2004)
■ BAYDAR TEKSTIL SANAYI VE TICARET
LIMITED SIRKETI - Organize Sanayi Bolgesi
2. Cadde No:24 -16400 Inegol, Bursa - Tel.
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copricuscini) e da tavola (tovaglie, tovaglioli,
centritavola, tovagliette monoposto all’americana), tende, tendine per doccia. (08/2004)
■ KEPPA TEKSTIL LTD.STI. - E-mail: [email protected] - contattare Serdar B. Palabiyikli
Offre tovaglie a merletto. (07/2004)
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Offre biancheria intima, costumi da bagno.
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Asfalti 20.Sk. No:15 - Sultanciftligi, _stanbul Tel. 0090/212/4762249 - Tel. cellulare
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Azienda produttrice (capacità: 100.000
pz/mese) offre jeans (delle marche Li Wali,
Eli’s). (08/2004)
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Offre camicie, pantaloni e giacche in jeans.
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Offre abbigliamento da donna. (07/2004)
■ UZMAN IÇ VE DIS GENEL TIC.SAN. A.S.
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Offre calze (in particolare da donna). (07/2004)
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www.berstone.com
Offre marmi e travertini. (07/2004)
■ M.T.C. LTD.STI. - Güvendik Mentes Mevkii, Pastoral Evler No:3 – Cesmealti, Izmir - Email: [email protected] - contattare
Sibel Kemerkaya
Offre materiali per l’edilizia. (07/2004)
■ ARCEK OTOMOTIV - E-mail:
[email protected] - contattare Nilgün
Kubar
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porte. (07/2004)
■ UZUNOGLU PLASTIK - E-mail:
[email protected] - Internet: www.uzunoglu.com.tr - contattare Ibrahim Aydin
Offre tubi di vario tipo in PVC e in polietilene.
(07/2004)
■ ICDAS A.S. - Tel. 0090/212/5504772 (int.207)
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[email protected] - contattare Ebru Erbas
Offre vari tipi di ferro-acciaio per il settore della costruzione. (07/2004)
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Muradiye Cad. No:17-19 Kat:5 No:503 - 34420
Sirkeci, Istanbul - Tel. 0090/212/5146320/21 Fax 0090/212/5146322 - E-mail:
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29-03-2005
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Pagina 23
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Evento promozionale del made in Italy in India
La Camera di commercio indo-italiana organizza la terza edizione di Festa Italiana, evento promozionale del Made in Italy
che si terrà in India dal 20 al 28 novembre 2004 in quattro città: Bombay, Calcutta, Chennai e Delhi. In tutte queste città verranno organizzate contemporaneamente sfilate di moda accompagnate da food festival, rassegne cinematografiche, seminari,
mostre ed eventi culturali.
Per informazioni, contattare la CAMERA DI COMMERCIO INDO-ITALIANA - 502 Bengal Chemicals Compound, Veer
Savarkar Marg, Prabhadevi - Mumbai 400 025 - Tel. 0091/22/24368186 - Fax 0091/22/24368191 - Internet: www.indiaitaly.com - E-mail: [email protected] - persona di riferimento: Andrea Bonari.
Fiera israeliana del settore agroalimentare Israfood 2004
La Camera di commercio e Industria Israel-Italia informa le aziende interessate che si svolgerà a Tel Aviv, dal 22 al 24
novembre 2004, la maggior fiera israeliana del settore agroalimentare, con sezioni dedicate ai settori packaging e vino. In concomitanza con Israfood si svolgerà anche la fiera HOTEX dedicata alle attrezzature per l’industria alberghiera, della ristorazione e del catering.
Per informazioni, contattare la Camera di Commercio e Industria Israel-Italia - 32 Ben Yehuda St. (El Al Building) Tel Aviv
- Tel. 00972-3-6202034 - Fax 00972-3-5258539 - E-mail: [email protected] - Internet: www.italia-israel.com
Fiera dell’industria e tecnologia in Ghana Indutech 2005
L’Ambasciata della Repubblica del Ghana informa che si svolgerà ad Accra, dal 3 al 14 marzo 2005, la fiera INDUTECH relativa ai settori industria e tecnologia.
Per informazioni, contattare l’Ambasciata del Ghana (Mr. Kwabena Asare) - via Ostriana 4 - Roma - Tel. 06/86219307 - Fax
06/86325762 - E-mail: [email protected]
Bolognaeconomica / 23
Le piccole
cooperative...
SEGUE DA PAGINA 18
Ne consegue che, gli articoli principiali da considerare applicabili sono:
– l’art. 2464 c.c. dove al terzo comma
disciplina la necessità di prevedere
che nell’atto costitutivo i conferimenti possano essere effettuati non
solo in denaro;
– l’art. 2464 c.c., comma 5, che prevede che per i conferimenti di beni in
natura e di crediti si faccia riferimento a quanto disposto dagli artt.
2254 e 2255 c.c.;
– l’art. 2467 c.c., che ammette particolari forme di finanziamento da
parte dei soci, condizionandone il
rimborso quando si verifica un
eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto,
oppure quando la società si trova in
una situazione finanziaria nella
quale sarebbe stato necessario un
conferimento;
– l’art. 2476 c.c., dove indica che i soci
che non partecipano all’amministrazione hanno diritto ad avere
dagli amministratori notizie sullo
svolgimento degli affari sociali e di
consultare anche i libri sociali ed i
documenti relativi all’amministrazione;
– l’art. 2477 c.c. il quale prevede la
nomina del collegio sindacale solo
se il capitale risulta superiore a
120.000,00 euro oppure quando per
due esercizi consecutivi sono stati
superati due dei limiti indicati al primo comma dell’art. 2435 bis c.c.
(attivo superiore a 3.125.000 euro,
ricavi superiori a 6.250.000 euro e
dipendenti occupati in media durante l’anno superiori a 50 unità);
– infine l’art. 2479 c.c., comma 2 in
base al quale i soci possono prendere le loro decisioni mediante consultazione scritta, o con consenso
formato per scritto senza la necessità di riunirsi in assemblea.
Al contrario, se il numero dei soci
dovesse divenire inferiore al minimo stabilito questo dovrà essere reintegrato al
massimo entro un anno, poiché ove non
si provveda interverrà ope legis lo scioglimento e la conseguente liquidazione
della società (art. 2522, comma 3).
In conclusione, dal 1° gennaio 2004
è impossibile iscrivere presso il Registro delle Imprese società che non siano
conformi alle nuove disposizioni anche
costituite anteriormente a tale data (art.
223-duodecies, comma 5, disp. att.),
mentre a far data dal 31 dicembre 2004
si dovrà provvedere obbligatoriamente
alla sopraccitata trasformazione, proprio perché a partire dal 1° gennaio
2005 non potranno più esistere le piccole società cooperative.
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