DEFINIZIONE La sindrome influenzale è un`infezione virale
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DEFINIZIONE La sindrome influenzale è un`infezione virale
6,1'520(,1)/8(1=$/( 'VVD/=DQLQR DEFINIZIONE La sindrome influenzale è un’infezione virale respiratoria acuta, tipicamente stagionale e favorita dai climi freddi, altamente epidemica alle nostre latitudini nel tardo inverno o nella prima primavera. “Influenza” è un termine adottato in tutto il mondo e deriva dal latino ”influentiae”, parola che rifletteva la credenza degli antichi romani secondo la quale la comparsa di epidemia dipendeva dall’”influenza” sfavorevole di congiunzioni astrali. Il virus influenzale è presente da millenni nella popolazione umana: le prime epidemie sono descritte dai Greci nel V secolo A.C. . Indagini di siero-archeologia hanno evidenziato che virus antigenicamente simili quelli circolanti oggi erano già presenti nell’uomo dell’ottocento. Il primo isolamento del virus risale al 1933 in Inghilterra. Da allora sono stati identificati tre tipi di virus influenzale, costituenti il genere Orthomixovirus: i tipi A e B, responsabili dell’influenza classica, e il tipo C, generalmente asintomatico o in causa nel raffreddore comune. I virus influenzali A e B vanno incontro a frequenti e permanenti cambiamenti del loro assetto antigenico, determinando la comparsa di sottotipi nuovi. Poiché la popolazione non ha mai incontrato questi nuovi sottotipi, in determinate circostanze questi cambiamenti possono provocare una infezione improvvisa e invasiva in tutti i gruppi di età su scala mondiale, definita “pandemia”. Perché ciò avvenga è necessario che il nuovo virus sia in grado di trasmettersi da uomo a uomo in modo efficace. Ciò fortunatamente non è avvenuto, ad esempio, per il virus di Hong Kong del 1997, altamente pericoloso e spesso mortale. La terapia di base dell’influenza è essenzialmente sintomatica. Si utilizzano antipiretici, analgesici e antinfiammatori (paracetamolo, acido acetilsalicilico) e anticongestionanti nasali per favorire la respirazione, oltre al riposo a letto. I recenti farmaci antivirali ( amantadina e rimantadina), andrebbero usati solo quando ci siano rischi di gravi complicazioni perché possono avere effetti collaterali di tipo neurologico e favorire lo sviluppo di ceppi mutanti resistenti. APPROCCIO OMEOPATICO ALLA SINDROME INFLUENZALE La terapia omeopatica della sindrome influenzale viene considerata particolarmente efficace sotto molti aspetti: - nella prevenzione, evitando la comparsa della malattia con l’assunzione regolare di farmaci omeopatici dall’inizio dell’autunno, - nell’alleviare i sintomi e accelerare la guarigione durante la malattia conclamata, - nel contribuire ad evitare le complicanze . I rimedi omeopatici utilizzati variano a seconda dello stadio evolutivo della malattia. Distingueremo qui i principali rimedi a seconda delle fasi della sindrome influenzale: 1. fase d’esordio o d’invasione virale 2. fase di stato o fase conclamata 3. convalescenza Saranno accennate anche le tecniche “preventive” a base di farmaci omeopatici. 5LPHGLGHOODIDVHGLHVRUGLR 1. ACONITUM NAPELLUS Il rimedio deriva da una pianta della famiglia delle ranuncolacee che contiene alcaloidi tossici, soprattutto per gli erbivori ma anche per i carnivori. In ogni caso Aconitum deve essere prescritto sulla base di sintomi specifici che sono: - comparsa improvvisa di febbre molto alta dopo esposizione a freddo secco - brividi violenti - viso congesto con cute arrossata, secca, sudorazione del tutto assente - sete intensa di acqua fredda - grande agitazione psichica, ansia - paziente stenico e vitale nonostante la febbre elevata Aconitum viene somministrato in diluizione 7 CH o 9 CH, 3 granuli ogni ora. Viene considerato “rimedio delle prime ore”, la somministrazione va sospesa, perché diventa inefficace, se il malato comincia a sudare o se le sue modalità reattive cambiano. 2. BELLADONNA Atropa Belladonna appartiene alla famiglia delle solanacee. L’alcaloide belladonna è stato ampiamente usato in medicina allopatica. La pianta intera fiorita, usata per la preparazione del rimedio omeopatico contiene, oltre alla classica atropina, anche altri alcaloidi quali scopolamina, cumarine, josciamina. La Belladonna viene classicamente usata in omeopatia, ovviamente diluita e dinamizzata, là dove esistano i classici sintomi dell’infiammazione: rubor, calor, tumor, dolor, functio laesa. Nel nostro caso indicano la sua prescrizione la presenza di: - febbre altissima ad esordio improvviso e brutale - viso intensamente congesto, occhi lucidi, midriasi e cefalea congestizia violenta - sudorazione intensa - grande prostrazione e abbattimento con iperestesia sensoriale - possibili momenti di delirio e/o convulsioni febbrili Somministrazione in 7 0 9 CH, 3 granuli ogni ora, diradando con il miglioramento dei sintomi. 3. FERRUM PHOSPHORICUM Deriva dalla diluizione e dinamizzazione del fosfato di ferro. E’ indicato in questa fase della sindrome influenzale quando ci siano: - inizio insidioso con febbre non molto elevata - pelle umida - alternanza di pallore e arrossamento - soggetti generalmente astenici e indeboliti - tendenza emorragica (epistassi) o congestizia localizzata (otite congestizia) Somministrazione in 7CH o 9CH, 3 granuli 2 o 3 volte al giorno. 5LPHGLGHOODIDVHGLVWDWR 1. GELSEMIUM Si tratta del Gelsemium Sempervirens, o Gelsomino della Virginia, pianta ornamentale della famiglia delle Loganiacee, originaria dalle zone umide dei boschi del sud est degli Stati Uniti e dell’America Centrale. La pianta viene usata in etnomedicina come antiipertensivo, antispasmodico, antinevralgico e febbrifugo. Si utilizza la radice fresca che contiene diversi alcaloidi tra cui il cloridrato di gelsemina, la gelsemicina e la sempervirina. Gelsemium è un rimedio omeopatico molto importante e molto usato in omeopatia sia nelle malattie acute che in quelle croniche. L’intossicazione acuta da Gelsemium scatena inizialmente una paralisi dei nervi motori per lesione delle corna anteriori del midollo, seguita da una paralisi degli sfinteri con incontinenza urinaria e fecale. La morte sopraggiunge per blocco respiratorio e arresto cardiaco. Lo studio dell’azione del cloridrato di gelsemina in fisiologia umana ha evidenziato un’esagerazione dei riflessi in un primo stadio, una successiva paralisi delle terminazioni motorie e infine una paralisi delle terminazioni sensitive. Con la sperimentazione omeopatica a dosi infinitesimali Gelsemium ha provocato nei soggetti sperimentatori uno stato di prostrazione più o meno intensa accompagnata da paresi o paralisi degli arti, tremori e ipersensibilità nervosa. La sperimentazione patogenetica omeopatica ha quindi confermato l’azione preferenziale di questo rimedio sui centri nervosi con ipereccitabilità seguita da paralisi, oltre alla sua azione congestizia. In questa sede ci occuperemo delle indicazioni relative alle malattie acute febbrili, sottolineando che questo è il rimedio squisitamente indicato nella terapia della sindrome influenzale in fase conclamata , vale a dire nello stato infettivo febbrile adinamico. Il malato per il quale è indicato Gelsemium presenta: - febbre elevata con tremori e brividi a fior di pelle, polso debole e completa assenza di sete - abbattuto, obnubilato, profondamente astenico, completamente adinamico, abbruttito - le mialgie e le artalgie sono intensissime e costringono a restare immobili nel letto - il viso è congesto, il malato può lamentare intensa cefalea - lacrimazione, starnuti con rinorrea liquida irritante, faringodinia accompagnata da tosse secca irritativa completano il quadro Posologia: 7CH o 9 CH, 3 granuli ogni ora, spaziando con il miglioramento NOTA: Dai sintomi descritti risulta evidente che Gelsemium presenta il quadro clinico di più comune riscontro nella sindrome influenzale in fase conclamata, ciò non giustifica in omeopatia la somministrazione del rimedio in tutti i casi di influenza. E’ fondamentale ricordare qui che la prescrizione omeopatica deve sempre essere scelta in base al quadro clinico presente, cioè di “come il malato vive la malattia”, e mai in funzione della malattia stessa. Può quindi verificarsi che i sintomi influenzali “vissuti dal malato” siano diversi da quelli descritti per Gelsemium e che si renda necessario scegliere un altro rimedio, in cui sintomi patogenetici ( vale a dire manifestati nella sperimentazione omeopatica su soggetti sani) siamo più simili e sovrapponibili a quelli presentati dal nostro paziente (legge della similitudine!). 2. EUPATORIUM PERFOLIATUM Questo rimedio, derivato da una pianta della famiglia delle Composite, nella sperimentazione omeopatica presenta sintomi simili a Gelsemium quali: febbre, brividi, congestione cefalica,occhi arrossati e lacrimanti, artralgie, mialgie. I sintomi che lo differenziano sono: - sete presente, quando è del tutto assente in Gelsemium - agitazione, che in Gelsemium, abbattuto e immobile, non esiste. L’agitazione non calma il malato, cosa che avviene nel rimedio del quale parleremo avanti, Rhus Toxicodendron. - Dolori ossei profondi degli arti, del cranio, dello sterno. - Dolore dei bulbi oculari, particolarmente alla pressione Posologia: 7 o 9 CH, 3 granuli ogni 1 o 2 ore a seconda dell’intensità dei sintomi. 3. RHUS TOXICODENDRON Detto anche « sommaco velenoso » Rhus Tox. (Anacardiacee) è un arbusto talmente velenoso da intossicare soltanto passandogli vicino o respirandone gli effluvi. Il rimedio fu utilizzato dallo stesso Hahanemann durante un’epidemia di tifo. Contiene tannini, flavonoidi e urushiolo, quest’ultimo responsabile delle eruzioni vescicolose e presente in tutte le anacardiacee. Come in Gelsemium il malato presenta stato febbrile adinamico . Le differenze sono: - abbattimento, adinamia e stupore di grado più elevato - sete (con desiderio di latte) intensa agitazione migliorata dal movimento: il malato desidera continuamente cambiare posizione ed è migliorato da questo movimento incessante. - tipico triangolo rosso vivo sulla punta della lingua, non obbligatorio ma significativo del rimedio (key-note). Posologia: 7 o 9 CH, 3 granuli ogni 1 o 2 ore, spaziando se il malato migliora - 4. BRYONIA Il rimedio viene preparato a partire dalla tintura madre ottenuta dalle radici di questa pianta, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. Contiene alcaloidi, eterosidi ad azione antitumorale e citotossica, acidi grassi insaturi ad azione prostaglandine-like. Il malato che trarrà beneficio da Bryonia presenta: - febbre ad esordio brutale con comparsa di calore e sudorazione dopo esposizione a freddo secco - viso rosso congestionato, cefalea intensa, polso rapido - totale immobilità: qualsiasi movimento aggrava i sintomi - sete intensa di grandi quantità di acqua fredda - tosse secca dolorosa migliorata dalla pressione forte sul torace Posologia: 7 o 9 CH, 3 granuli ogni 1 o 2 ore, più raramente se i sintomi migliorano. 5. NUX VOMICA Grande rimedio omeopatico, con vaste indicazioni sia in malattie acute che croniche. Il rimedio deriva dal seme secco dell’albero della Noce Vomica ( Strycnos Nux Vomica), appartenente alla famiglia delle Loganiacee. La noce vomica contiene alcaloidi indolici, alfa e beta colubrine, laganosidi, polisaccaridi, acido clorogenico. In caso di influenza il rimedio è ben indicato se sono presenti questi sintomi: - febbre ad inizio brusco dopo esposizione a freddo secco con brividi e sensazione di pesantezza agli arti - sete intensa - coriza con starnuti a salve e secrezione acquosa con sensazione di peso frontale - tosse secca, debilitante, accompagnata da senso di costrizione al petto - ipersensibilità alle correnti d’aria (brividi scoprendosi) e a tutti gli stimoli neurosensoriali ( rumori, odori, luce) - estrema irritabilità e collera : malato impossibile! Posologia: 9 o 15 o 30 CH, 3 granuli frequentemente ripetuti. Le diluizioni più alte (30 CH) vanno riservate ai casi nei quali siano ben evidenti i sintomi psichici, in questo caso collera e irritabilità. 5LPHGLGHOODFRQYDOHVFHQ]D In generale i malati trattati con i rimedi omeopatici guariscono facilmente dall’influenza senza sequele e senza periodo di astenia post-influenzale. La convalescenza è breve. In qualche caso può rendersi necessario l’uso di qualche rimedio che acceleri il periodo di convalescenza. 1. CHINA Fu il primo rimedio sperimentato da Hahanemann e dunque è l’origine dell’omeopatia. Il rimedio si ottiene dalla scorza secca della China Rubra, albero alto 15-20 metri, originario del Sud America , contenente il famoso chinino di uso allopatico oltre a steroli, alcaloidi, tannini, chinidina, acido chininico ed altro ancora. I sintomi per i quali è indicato in questo caso sono: - astenia intensa con ipotensione - pallore - freddolosità associata ad abbondante traspirazione al minimo sforzo - sete intensa Posologia: 9 CH. 3 granuli 2 volte al dì 2. KALIUM PHOSPHORICUM Fosfato monopotassico, presente nelle cellule ematiche, nei muscoli, nel tessuto nervoso. Indicato se: - intensa astenia intellettuale con difficoltà di attenzione e concentrazione - ansia, inquietudine - irritabilità ed iperestesia neurosensoriale Posologia: 9 CH, 3 granuli 2 volte al dì. 3. AVENA SATIVA “Ricostituente” generale, indicato quando siano presenti: - astenia - insonnia - inappetenza Si utilizza in genere in terza diluizione decimale: 3 DH, 5 gocce 3 volte al dì. 3UHYHQ]LRQH La prevenzione dell’influenza con rimedi omeopatici è facile e molto efficace. Due sono i rimedi essenziali: 1. INFLUENZINUM Preparato utilizzando il vaccino antinfluenzale dell’anno dell’Istituto Pasteur. Si somministrano 1 tubo dose 15 CH una volta alla settimana ad ottobre, ripetuto una volta alla settimana per tutto il periodo epidemico. 2. ANAS BARBARIE Prodotto a partire dal fegato d’oca steatosico in diluizione 200 K, viene considerato un potente terapeutico durante le varie fasi della malattia somministrando 1 tubo dose ogni 6 –8 ore ai prodromi, 2 dosi al giorno nei tre o quattro giorni successivi. Questo rimedio, presente in molti composti di rimedi omeopatici, risulta però essere soprattutto un efficace preventivo. In questo caso viene prescritto un tubo-dose alla settimana ad ottobre e successivamente un tubo- dose al mese fino a marzo. Nei soggetti più sensibili ad ammalare o più suscettibili alle complicanze è consigliata una dose alla settimana da ottobre a marzo. 8QHVHPSLRGLVFKHPDWHUDSHXWLFRRPHRSDWLFRSHUO¶LQIOXHQ]D - - ai primi sintomi: 1 dose di Anas Barbarie 200 K ogni 6- 8 ore nelle prime 24 ore Aconitum 9 CH 3 granuli ogni ora nelle prime 24 ore in fase di stato: Gelsemium 9 CH 3 granuli ogni ora 1 dose di Anas Barbarie 200 K mattino e sera successivamente diradare le somministrazioni, seguendo il miglioramento convalescenza : China 9 CH 3 granuli mattino e sera per qualche giorno &RQFOXVLRQL Gelsemium è il rimedio essenziale dell’influenza nella sua forma più comune, ciò nonostante altri farmaci possono essere indicati in funzione del quadro clinico presentato da ciascun malato, dovendo essere la terapia omeopatica sempre e comunque rigorosamente individuale. I vantaggi della terapia omeopatica per l’influenza sono: - la semplicità nella scelta del rimedio - la rapidità dell’evolversi della malattia curata omeopaticamente e della sua convalescenza - l’assenza di complicanze - l’efficacia della prevenzione A tutto ciò si aggiunga l’assenza di effetti collaterali dei rimedi e la sicurezza del loro utilizzo in tutte le età della vita. %LEOLRJUDILD 1. G.Trapani, L.Zanino : “Nozioni essenziali di materia medica omeopatica” , Ed. Tecniche Nuove, Como, 2004 2. M.Guermonprez, M.Pinkas, M.Torck: “Mathière medicale homeopatique”, Ed. Doin , Paris, 1985 3. J. Jouanny : « Notions essentielles de thérapeutique homeopatique », Ed. Boiron, France ,1983 4. B.Brigo, E. Masciello: “Omeopatia medicina non violenta”, Ed. Boiron, Como, 1988