“scuole sussidiate”. - storia della valle d`aosta

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“scuole sussidiate”. - storia della valle d`aosta
Mario Alberto Dotta
Le “scuole sussidiate”.
Contributo alla storia dell’istruzione elementare in Valle d’Aosta
(1921-1943)
1. La soppressione delle scuole di villaggio
Nell’aprile del 1920, il “Bulletin de la Ligue” propose una breve storia delle scuole
facoltative, ricordando la loro importanza ed il grosso ruolo avuto dal clero locale nella loro
fondazione. Queste scuole erano state istituite in località spesso disagiate e di alta quota, vi era
persino una scuola sotto il Piccolo San Bernardo, a Pont Serrand (La Thuile). In questi piccoli
centri di montagna l’istruzione era affidata a persone del luogo che avessero una certa pratica e
dimestichezza con i bambini. Con l’avocazione allo stato di queste scuole, si presentò il
problema del personale insegnante. Spesso i maestri non erano disposti a trasferirsi in queste
zone disagiate e di difficile raggiungimento e quindi le scuole erano costrette a ritardare
l’apertura o ad un continuo cambio di supplenti. La “Ligue” propose, quindi, di ripristinare le
vecchie modalità di funzionamento che si erano dimostrate efficaci, permettendo al popolo
valdostano di raggiungere gradi di alfabetizzazione superiori a buona parte del resto del regno.
Solo in altre pochissime zone della penisola vi erano gradi di alfabetizzazione superiori ed il
grado più alto era riscontrabile, secondo l’inchiesta Corradini del 1912, nelle scuole della zona
ladina in Trentino.
In Valle d’Aosta il disegno di legge Croce del 1920 fu accolto con entusiasmo, non solo
per la questione linguistica, ma anche per quanto riguardava le scuole, poiché disponeva che
nelle scuole facoltative vi fosse la possibilità di reclutare personale autoctono anche se non
patentato. Tali assunzioni sarebbero state preventivamente controllate da apposite commissioni e
l’insegnante incaricato avrebbe ricevuto un salario ridotto rispetto ai colleghi impegnati nelle
città e nei capoluoghi più grandi.
Nella primavera del 1921 fu pubblicato sul “Bulletin de la Ligue” il testo del disegno
Croce, che favoriva direttamente le popolazioni alpine. Nel primo articolo è presente un
riconoscimento alle scuole di villaggio, in questo periodo denominate facoltative. L’articolo
recita:
“[…] per le scuole che stanno aperte solo una parte dell’anno, possono essere incaricate
persone del luogo”
Sul Bulletin del 11/07/1921 fu riportata la soppressione delle prime 15 scuole di
villaggio, tra le quali: La Cluse (Avise), Baise – Pierre et Rochefort (Arvier), Cerlogne e
Gerbore (St. Nicolas).
Il 23 giugno del 1921, vi fu l’incontro tra l’Ispettore scolastico Gioanetti ed il Presidente
della “Ligue”1. L’Ispettore scolastico denunciò la non salubre condizione della maggior parte
degli stabili nei quali erano locate le scuole di villaggio, a sostegno della necessità della loro
soppressione. Réan contestò l’idea dell’Ispettore di riunire alcune scuole situate in villaggi
vicini, dato che in montagna, in base alle stagioni, un percorso di un quarto d’ora a piedi poteva
diventare di un’ora nel periodo invernale. Inoltre alcune scuole frequentate da pochi alunni, fino
a dieci anni prima erano state frequentate da un buon numero di bambini e nel futuro questa
situazione avrebbe potuto ripresentarsi. Venne fornito l’esempio della scuola di un villaggio
frequentata da sei alunni, che l’anno successivo avrebbe avuto dieci iscritti. Questo incremento
faceva sperare Réan in un possibile ritorno agli elevati numeri di otto anni prima, quando
c’erano trentadue bambini iscritti2. Secondo il Presidente della “Ligue”, chiudere le scuole di
villaggio sarebbe stato un atto oltraggioso e mortificante per le popolazioni di alcuni centri
alpini che sarebbero state spinte ad abbandonare la propria terra per poter fornire un’educazione
alla propria prole. Réan riconobbe la malsana condizione igienica della maggior parte delle
scuole di villaggio, ma obiettò che la possibilità di istruirsi era un vantaggio così considerevole
da rendere meno importante qualsiasi altra condizione, anche quella igienica.
Sull’ultimo numero del “Bulletin” del 1921, Anselme Réan riportò la sua proposta, fatta
al consiglio scolastico provinciale di Torino, del quale faceva parte, di prorogare la soppressione
delle scuole di villaggio, in attesa dell’approvazione del progetto Croce, che avrebbe dovuto
vanificare tali drastici rimedi. Nel collegio provinciale, la questione delle scuole valdostane fu
appoggiata perfino dall’assessore comunale di Torino, il Comm. Prof. Gribaudi, che tentò di
sensibilizzare l’aula a non commettere l’ingiustizia di togliere al popolo i propri ancestrali
mezzi d’istruzione3. Gribaudi continuò la sua opera a favore dell’istruzione nei piccoli comuni
montani anche durante l’assemblea dei popolari di Torino del 4 ottobre 1921, proponendo un
rimaneggiamento dei consigli scolastici provinciali, nei quali avrebbero dovuto trovare
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 11/07/1921.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 11/07/1921
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 15/12/1921.
maggiore posto i rappresentanti dei comuni.
Nello stesso numero del “Bulletin de la Ligue” venne anche ricordata la scuola di la
Clusaz che fu sacrificata per permettere l’istituzione della classe quarta nel capoluogo. Inoltre,
in questo periodo, vi fu il problema delle maestre patentate che non si adattavano a lavorare in
piccoli villaggi e rifiutavano i posti di montagna. Secondo Réan, in linea con Croce, sarebbe
stato molto più semplice continuare ad assumere personale del posto, anche non patentato e con
salario ridotto, ed istituire le classi quarta e quinta solo nei capoluoghi. L’ispettore scolastico
Gioanetti, tuttavia, avrebbe desiderato ridurre di almeno un terzo le scuole di villaggio, in
quanto troppo dispendiose, senza attendere la promulgazione del progetto Croce.
La situazione continuò a peggiorare e, a partire dal 1922, il “Bulletin de la Ligue
Valdôtaine” fornì svariati esempi del cattivo funzionamento della scuola in Valle d’Aosta e lo
attribuì alle nuove direttive. Mise in evidenza che le scuole d’alta montagna non venivano mai
scelte dai maestri, spesso il personale designato non si presentava e si doveva aspettare la
nomina di supplenti locali. Inoltre alcune scuole erano costrette a cambiare perfino cinque
insegnanti in un anno, a grave danno dell’insegnamento, che spesso era svolto in modo
inefficace sia in italiano sia in francese.
Di fronte a questi eventi, la “Ligue” ricordò l’alto tasso di alfabetizzazione del popolo
valdostano e paventò la possibilità di un crescente analfabetismo dovuto alla chiusura di alcune
scuole di montagna. Il rischio sarebbe stato quello di uniformarsi all’80% di analfabetismo
presente in alcune zone della penisola4.
Nel 1923, le cose sembrarono migliorare, una lettera del nuovo Ministro dell’Istruzione
Giovanni Gentile al Presidente della “Ligue” precisò che le scuole sarebbero state contate e ne
sarebbe stata prevista una nuova organizzazione che non gravasse completamente sullo stato. I
valdostani esultarono perché sembrò loro di vedere le proprie istanze finalmente accettate5. Il
ministro lasciò anche intravedere la possibilità di scuole con meno di 20 allievi, a patto che
l’onere gestionale di tali istituzioni non fosse integralmente a carico dello stato. La “Ligue”
propose immediatamente, sul numero di settembre del 1923, un ritorno alla tradizionale
consuetudine, con maestri a salario ridotto e gestione locale della scuola.
Le nuove disposizioni ministeriali sull’istruzione6 conferirono ulteriore speranza ai
membri della “Ligue”, poiché vi si leggeva che le antiche scuole di villaggio sarebbero state
ristabilite, come aveva promesso il ministro Gentile. Sarebbe stato possibile, inoltre, affidare tali
scuole a maestri non patentati che avrebbero percepito uno stipendio ridotto. La divisione delle
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 28/11/1922.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 09/07/1923.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 27/11/1923.
scuole comunali sarebbe stata fatta secondo quattro o cinque categorie per meglio aderire alle
diverse realtà presenti nella penisola italiana. A partire dagli anni 1924 e 1925 furono riaperte
numerosissime scuole come sussidiate, istituite nei centri dove erano presenti meno di 15
allievi, e fu data nuova veste alle scuole rurali, da istituirsi nei centri con meno di 40 allievi.
2. La fondazione delle scuole sussidiate
L’istituzione delle scuole sussidiate cominciò con la riforma scolastica del 1923 di
Giovanni Gentile. Le disposizioni ministeriali stabilirono una divisione per categorie delle
diverse scuole, per permettere un’organizzazione più accurata dell’educazione in tutte le realtà
rurali. Le scuole sarebbero state innanzitutto divise in classificate e non, le prime, funzionanti
nei capoluoghi, sarebbero state istituite e mantenute dall’Amministrazione scolastica. Le scuole
non classificate sarebbero state a loro volta divise in provvisorie e sussidiate. Le provvisorie
sarebbero state istituti d’educazione per le frazioni e le borgate dove fossero presenti meno di 40
allievi. Le sussidiate sarebbero state istituite da privati ed approvate dalla provincia 7, avrebbero
dovuto avere un minimo di 5 allievi ed avrebbero ricevuto un sussidio dallo stato. La “Ligue” si
attivò istituendo una Commissione per appoggiare le nuove scuole sussidiate.
Nel mese di febbraio del 1924 comparve un primo elenco delle scuole prima soppresse e
poi sussidiate8.
Ayas: Lignod, Bisou, Magnéaz, Cunéaz, Crest, Frachey, Mondriou ;
Antey St. André: Villettaz ;
Brusson: Curien, Estoul ;
Chamdepraz: Crestaz, Gettaz;
Challand St. Anselme: Orbaz;
Challand St. Victor: Mazu ;
Courmayeur: La Saxe, Entrèves ;
Etroubles: Echevinoz, Eternod, Prailles ;
Fointainemore: Farettaz, Delé, Laborney;
Hône: Biel, Courtil;
Introd: Chevrère, Combes, Tache, Buillet, Ville dessous ;
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 28/11/1922.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 30/04/1924.
Issogne: Vesey ;
La Salle: Charvaz ;
Montjovet: Barmachaud ;
Nus: Arlod, Plantaz, Val, Lavanche, Chevencé ;
Pontbozet: Crest ;
Quart: Vollein, Effraz, Trois Villes ;
St. Denis: Delplan;
St. Marcel: Seissogne;
St. Rhemy: Cerisey;
Torgnon: Berzin, Triatel;
Verrayes: Charrère, Cheresoula, Vencorère ;
Valtournenche: Singlin.
Il Provveditore agli studi assicurò che tutte le scuole soppresse sarebbero state, se possibile,
trasformate in sussidiate.
Furono anni di grosso fermento in Valle, il 22 giugno 1924 fu costituito il “Gruppo
d’Azione per le Scuole Rurali”
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presieduto dal prof. cav. Prosio, a tale iniziativa partecipò
anche l’ispettore scolastico Rivadossi di Ivrea. Già nel primo incontro si stabilì la creazione
futura di un corso di cultura regionale per i maestri e le maestre della Valle d’Aosta.
Con il regio decreto del 31 ottobre 1923 n. 241010 si parlò di trasformare la maggior
parte delle scuole elementari di villaggio soppresse in sussidiate. Il testo di legge recitava che le
scuole sussidiate avrebbero dovuto essere aperte da privati, ma non si sbilanciava su un
possibile intervento dei comuni. Le disposizioni degli art. 23 – 25 del decreto stesso ed il
decreto ministeriale del 28/11/1923 stabilirono le modalità di attribuzione del compenso per le
elementari sussidiate. Nonostante ciò risultava difficile ad una scuola sussidiata ricevere il
compenso, poiché sarebbe stato attribuito un sussidio pari a £. 150 solo per gli alunni che
avessero superato il terzo anno. Vi era, inoltre, un eventuale bonus di £. 500 per quelle scuole
che fossero riuscite a promuovere almeno cinque alunni di terza elementare. Secondo il
professor Antoine Chanoux sarebbe stato necessario cambiare tale legge che impediva
all’insegnante di conseguire il sussidio statale. Propose di dare £. 500 al comune per
l’allestimento dei locali e di dare £. 150 per ogni bambino iscritto. In tal modo si sarebbe potuto
garantire all’insegnante di scuola sussidiata un congruo stipendio.
In quel periodo vi fu anche un incontro tra l’Ispettore Centrale Marcucci ed il Presidente
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 10/07/1924.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 01/02/1925.
della “Ligue” Réan, durante il quale Marcucci propose l’aumento dei sussidi, in misura di £. 500
per ogni alunno promosso alla fine del terzo anno. Tuttavia Réan non si accontentò, in quanto
pretendeva anche un sussidio per ogni bambino iscritto alla scuola. La “Ligue” cercò di
incentivare le scuole valdostane dando dei sussidi minimi di £. 50 ai titolari delle scuole
sussidiate e di £. 100 ai titolari di quelle private. Le scuole che ricevettero tale modesto
contributo furono circa quaranta11.
Le proteste dei valligiani furono prese in considerazione ed infatti fu stabilito che
l’insegnante avrebbe ricevuto £. 150 per ogni allievo promosso alla classe seconda, alla classe
terza e che avesse superato gli esami, inoltre si decise di stanziare al comune una base di £. 500
per la gestione del locale scolastico. Le domande al Provveditorato cominciarono
immediatamente a pervenire e sul finire del 1925 vi furono 58 richieste di sussidio. L’ispettore
sottolineò che con un po’ di buona volontà si sarebbe riusciti a riaprire, come sussidiate,
parecchie delle ex scuole facoltative soppresse, inoltre sarebbe stato possibile crearne di nuove
se ve ne fosse stato bisogno. Nonostante ciò, dalle pagine del “Bulletin” del 7/12/1925, fu
richiesto anche un contributo per ogni iscritto, affinché gli insegnanti fossero tutelati anche nel
caso di malattia o nel caso in cui i genitori avessero ritirato i figli dalla scuola per i lavori
primaverili della campagna. Sullo stesso numero comparve anche un elenco dettagliato delle
scuole presenti sul territorio valdostano prima delle soppressioni, fondate per la maggior parte
grazie all’interesse educativo delle popolazioni di montagna coadiuvate dai prelati locali.
L’ammirevole opera non fu quindi merito di intellettuali, bensì della popolazione che decise per
la propria educazione di istituire una scuola in ogni villaggio; dall’elenco ne risultavano oltre
36012.
Nel 1925 erano state ristabilite solo alcune scuole di villaggio, ma ne erano state create
di nuove in località ove prima non vi era mai stato un servizio scolastico. Ne fu un esempio la
scuola di Lavanche sopra Nus, che non compariva nell’elenco delle scuole di villaggio
precedenti alle soppressioni, ma fu tra le prime scuole sussidiate.
All’inizio del 1926 si ritornò sulla questione dei sussidi alle scuole di montagna che, con
il contributo dato nel primo anno di funzionamento, faticarono ad aprire ed a reggersi. In
relazione a questo fatto, il contributo fu portato a £. 165 per ogni alunno che fosse passato alla
classe successiva ed a £. 385 per il conseguimento del certificato di studi inferiori. Furono
inoltre forniti i criteri per le promozioni e per il conseguimento del certificato di studi inferiori
nelle scuole sussidiate.
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 05/06/1925.
“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 07/12/1925.
“Pour la promotion de la première à la 2me classe.
Les élèves devront démontrer de savoir écrire sous dictée 10 paroles, contenant les plus
grandes difficultés orthographiques. Sur la même feuille, ils devront écrire leur propre nom,
prénom et paternité, lieu et date de naissance et 20 numéros en série progressive, compris entre
1 et le 100. Dans les épreuves orales, ils devront démontrer de savoir lire une courte période du
« Compimento » et exécuter sur la table noire une addiction et une soustraction « senza
prestito » dans la limite de 20.”
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L’ultimo intervento ufficiale della “Ligue”, a favore delle scuole sussidiate, fu la
decisione di stanziare una quota di £. 800, in base alla quantità di francese insegnato, e una
quota di £. 200 per le nuove scuole che sarebbero sorte. Nel 1926 il “Bulletin de la Ligue
Valdôtaine” scomparve e successivamente anche le altre testate giornalistiche valdostane, organi
dei vari partiti, non furono più pubblicate.
Con la chiusura di tutte le testate giornalistiche valdostane risulta difficile reperire dati
sulla storia della scuola, se non attingendo informazioni dai documenti dell’archivio della
prefettura di Aosta. Tali documenti permettono di approfondire la questione delle scuole di
villaggio dal 1927 al 1943.
Il regime fascista esercitò un controllo capillare sull’istituzione delle scuole sussidiate.
Un caso, documentato nel 1926, fu quello della scuola di Valgrisanche. Per ammonire due
insegnanti che avevano aperto la scuola senza fare richiesta né all’Ispettore scolastico né al
Regio Provveditorato agli studi, venne ordinato l’intervento dei regi Carabinieri14.
All’inizio del 1927 il Regio ispettore inviò una lettera15 all’ispettorato scolastico di
Aosta nella quale tracciava la storia recente delle scuole in Valle d’Aosta. Sappiamo quindi che
nel 1910, nel circondario di Aosta, esistevano 548 scuole, tutte amministrate dai comuni. Erano
ripartite in 11 urbane, 121 rurali, 29 non classificate e 377 facoltative. Con la legge del
04/06/1911 n. 450 il numero delle scuole decrebbe lievemente, ne rimasero 538, e la loro
amministrazione fu delegata al Consiglio scolastico provinciale con la sola eccezione delle
scuole nei capoluoghi e di quelle nella comunità di Gressoney, che mantennero le loro
peculiarità. Con la legge Gentile vennero soppresse le scuole con meno di 15 allievi. Il numero
delle scuole nel circondario fu ridotto a 364 e furono suddivise in 25 scuole di comuni
autonomi e 339 classificate. Il documento riporta la soppressione di 174 scuole. Tale numero,
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“Bulletin de la Ligue Valdotaine”, 01/04/1926.
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura – Amministrativo,Regio ispettore scolastico all’ispettorato
in data 11/12/1926.
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R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura – Amministrativo, Regio ispettore scolastico all’ispettorato
in data 24/01/1927.
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sommato alle 364 scuole che erano state mantenute, corrisponde al dato del 1911. Il ministro,
vista la mole apprezzabile di reclami mossi dai valdostani, inviò un ispettore ad analizzare la
situazione e con decreto del 09/11/192516 istituì le scuole sussidiate esclusivamente a favore
delle zone alpine, autorizzando formalmente la riapertura delle ex scuole facoltative. Inoltre lo
stato, con il testo unico del 22/01/1925, aveva istituito, per i borghi ove ci fossero più di 15
alunni e non più di 40, delle scuole non classificate, da definirsi provvisorie. La gestione di tali
scuole fu affidata all’Ente contro l’analfabetismo. Qualora il numero degli alunni frequentanti
avesse superato i 40, le scuole da provvisorie sarebbero diventate istituti regolari, gestiti dal
“Gruppo d’azione per le Scuole Rurali”. Il numero di scuole in Valle d’Aosta aumentò
sensibilmente con l’introduzione delle scuole sussidiate e provvisorie. Il 1° gennaio 1927
esistevano nel circondario di Aosta 26 scuole autonome, 304 rurali, 14 dell’Ente ed 82
sussidiate, per un totale di 426 scuole attive sul territorio. I dati relativi al febbraio del 1924
riportavano la riapertura di 37 scuole come sussidiate, dopo tre anni il numero di queste scuole
era raddoppiato. L’analisi del regio ispettore terminava con un calcolo esplicativo della
diminuzione delle scuole presenti in Valle rispetto al 1910. Nella regione vi era stato nell’ultimo
decennio un sensibile calo delle nascite, si era quindi passati dai 13888 bambini divisi tra 548
insegnanti (quindi circa 25 per maestro) ai 9181 dell’inizio del 1927 divisi tra 426 insegnanti
(quindi circa 21 per maestro). Il nuovo rapporto numerico insegnante – alunni fu quindi
presentato come un miglioramento del servizio scolastico nel circondario.
Nel frattempo il regime fascista si era consolidato e cominciò ad estendere la sua
propaganda a tutte le istituzioni presenti in Italia. Promosse numerose attività in campo
scolastico, quali proiezioni, audizioni, iscrizioni e promozioni. I podestà erano continuamente
sollecitati a svolgere propaganda a favore delle diverse istituzioni ed iniziative del regime. Nel
1927, ad esempio, fu svolta sul territorio valdostano un’intensa propaganda a favore del
Convitto comunale di Aosta per allieve maestre, che mirava a formare maestre preparate ed
istruite sotto l’ala del fascio17.
Il controllo del fascismo premette affinché fossero assunti insegnanti ritenuti idonei in
base all’idea del regime, alla loro condotta morale, alle loro idee politiche ed a quelle della
propria famiglia.
“la maestra dev’essere dotata di sentimenti di puro e nobile patriottismo, essere di moralità
incensurabile sotto ogni rapporto. Inoltre essendo insegnante di scuola unica, per l’altissimo
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Ibidem, il decreto 9/11/1925 confermava un decreto precedente del 31/10/1923, proprio della riforma.
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F21 SF 1, Dai comuni al prefetto, note di
risposta inviata il 22/07/1927.
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compito affidato oggi alle educatrici, deve istruire i Balilla, le Piccole Italiane e partecipare
con gli alunni a tutte le cerimonie civili e patriottiche, perché questi abbiano modo di vivere e
coltivare sin dalla tenera età quei sentimenti che dovranno trasformare in pochi anni, gli alunni
di oggi in valorosi soldati della Patria e del dovere, la maestra dev’essere di sanissima
costituzione e assolutamente immune dalla più lieve imperfezione fisica.”
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La lista dei candidati veniva sottoposta al prefetto, che a sua volta avrebbe indagato tramite i
carabinieri sulla condotta politica e civile degli aspiranti, per poi riferire la loro idoneità o meno
all’insegnamento. Tramite questo sistema i funzionari fascisti poterono agevolmente controllare
tutto il personale educativo, anche quello operante nelle più remote scuole di montagna.
La fitta corrispondenza tra l’ispettore scolastico ed il prefetto trattava numerosi aspetti
pratici, quali il controllo dell’igiene e della sicurezza degli edifici. Vi erano, inoltre, notifiche sul
materiale esistente e da acquistare, sulle pulizie periodiche e su eventuali lavori da eseguire agli
stabili ospitanti le scuole19. L’efficienza del regime faceva in modo che qualora i locali fossero
stati considerati non degni ad accogliere i fanciulli, la scuola sarebbe stata provvisoriamente
aperta in altri locali ed i lavori avrebbero dovuto essere svolti in tempi brevissimi. Numerose
aule furono locate nelle sale consiliari dei comuni aggregati, le quali venivano riattate ed adibite
ad uso scolastico. Nei comuni di Villanova Baltea e Chambave fu proposto l’utilizzo delle ex
aule consiliari dei comuni aggregati di Introd e Verrayes per la creazione di aule scolastiche, al
fine di evitare al comune spese di affitto esterne quali ad esempio sale parrocchiali. In altri casi
come a St. Denis, viste le deprecabili condizioni dell’ex sala consiliare, venne ritenuto
opportuno venderla ed allestire, con il ricavato, due aule nuove. Il regime seguiva passo dopo
passo ogni aspetto dell’organizzazione pubblica, in modo da avere un controllo continuo su tutti
gli aspetti della vita del popolo italiano.
Nel circondario di Aosta i circoli didattici erano stati ridotti, il primo luglio del 1929 ne
erano rimasti otto. Alcuni comuni non dipendevano da tali circoli e continuarono a mantenere
l’amministrazione autonoma delle scuole. L’elenco riportato qui di seguito presenta i circoli
didattici esistenti in Valle d’Aosta nel 1929. Tra parentesi sono inseriti i nomi di quei comuni
che dopo la creazione della Provincia di Aosta, nel 1926, furono aggregati ad altri20.
Circoli di direzione didattica governativa:
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R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F20 SF 2, Gruppo d’azione per le scuole
rurali al Prefetto, Protocollo 08/08/1927 n°1845.
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R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F15, Dal R. ispettore scolastico al prefetto
7/10/1928
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R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F9 SF 2, Manuale delle circoscrizioni
scolastiche del Regio ispettorato agli studi del Piemonte del 01/07/1929, pag. 4.
ARVIER. (Avise), Cogne, Rhêmes (Rhêmes Notre Dames, Rhêmes St. Georges),
Valgrisanche, Valsavaranche, Villanova Baltea (Aymavilles, Introd, St. Nicolas, St. Pierre);
ANTEY ST. ANDRDE. Chamois, La Magdeleine, Torgnon, Valtournanche ;
CHATILLON. (Pontey), Chambave (Saint Denis, Verrayes), Montjovet (Champdepraz,
Emarèse), St. Vincent ;
DONNAZ. Bard (Hône), Champorcher, Gressoney (Gressoney La Trinité, Gressoney St. Jean),
Issime, Lilliana (Fontainemore), Pont Bozet, Ponte San Martino (Perloz) ;
VALPELLINE. Allein, Bionaz, Doues, Etroubles, Ollomont, Oyace, St. Oyen, St. Rhémy;
MORGEX. Courmayeur, La Salle, La Thuile, Pré St. Didier ;
NUS. (Fenis), Quarto Praetoria (St. Marcel, Brissogne);
VERRES. (Arnaz), Ayas, Brusson, Challant (Challant St. Anselme, Challant St. Victor),
Issogne.
Comuni che conservano l’organizzazione delle scuole:
AOSTA (Charvensod, Gignod, Gressan, Jovençan, Pollein, Roisan, Saint Christophe, Sarre).
Il regime operò anche un forte controllo sulla popolazione scolastica tramite i più
moderni mezzi mediatici, quali la radio ed il cinematografo. Nelle scuole che possedevano una
radio erano ascoltati frequentemente i discorsi pubblici del Duce, per sensibilizzare gli alunni
all’amor patrio ed al regime. Inoltre venivano proiettati numerosi film a scopo propagandistico,
come accadde il 16 e 17 dicembre del 1929, quando fu proiettato al Vittorio di Aosta il film
“Anno VII°” nel quale si ostentavano le opere che il governo nazionale aveva attuato in
quell’anno. Il film era destinato alla popolazione tutta, con particolare attenzione alle allieve
maestre ed alla gioventù valdostana21.
Per l’anno scolastico 1929 – 30 furono redatte varie tabelle22, a cura dei circoli didattici,
che presentavano le scuole esistenti ed operanti in Valle d’Aosta con i relativi titolari per
quell’anno. In ogni tabella veniva inserito il comune, la frazione, le classi, il cognome ed il
nome dell’insegnante e l’ultima colonna era lasciata libera per annotazioni. In tale colonna era
annotata scrupolosamente l’iscrizione al fascio o meno dei vari insegnanti. Da queste tabelle
emerge che le scuole sussidiate presenti in Valle erano 107 e si potevano inoltre contare 28
21
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F13 SF 1 del 13/12/1929.
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F3, classificazione delle scuole
(classificate, sussidiate e provvisorie).
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scuole provvisorie gestite dall’Ente. Particolare fu la questione relativa ai circoli di Antey St.
André e Nus che erano inseriti nella tabella di Châtillon, pur essendo circoli autonomi.
Continuarono negli anni i controlli sul personale sia nei casi di dubbia fede politica e
dubbia moralità sia come normale routine. Venivano richieste continue relazioni ai carabinieri
circa l’operato e le idee di alcuni maestri, le informazioni vertevano sull’insegnamento, sul
giudizio della popolazione, sulla condotta politica dell’interessato e della propria famiglia e
sull’eventuale opera prestata a favore di organizzazioni fasciste23. L’attribuzione di speciali
diplomi di benemerenza si appoggiava completamente su queste indagini ed aveva corso solo se
la condotta e l’operato dell’insegnante erano conformi ai dettami del regime.
Ad un certo punto i comuni faticarono sempre più a reggere la pressione economica
delle scuole sussidiate. Se ne lamentarono con il ministero dell’educazione facendo forza su una
lettura particolare dell’art. 192 del regolamento del 26 aprile 1928, n. 1297, mirando ad ottenere
un aiuto statale che coprisse anche le spese di allestimento e mantenimento delle scuole non
classificate. Il ministero precisò che l’articolo 192 non faceva nessuna distinzione tra comuni
che avessero l’amministrazione delle scuole elementari e comuni le cui scuole fossero state
avocate all’amministrazione dei regi provveditorati agli studi. Gli articoli 55 e 107 del T. U.
05/02/1928, n. 577, invece, chiarivano che il sussidio statale era destinato esclusivamente alla
retribuzione del personale docente e non era previsto per i locali scolastici e l’alloggio delle
maestre, che avrebbero dovuto essere a carico delle amministrazioni comunali o di privati24.
I sussidi per gli insegnanti erano forniti dal governo, ma anche dai comuni, come
dimostra la delibera del 28/09/1930 di Champorcher. In tale atto si notificava che, in base allo
stanziamento sul bilancio del 1930, sarebbero state versate £. 300 per ognuna delle tre
insegnanti di scuola sussidiata25. Da questo documento si evince che gli insegnanti elementari di
scuola sussidiata ricevessero il sussidio all’inizio dell’anno seguente alla prestazione del loro
servizio. Il problema si presentava, come già previsto dalla “Ligue”, specialmente durante il
primo anno di apertura di una scuola sussidiata, infatti i maestri erano costretti a grossi sacrifici
non essendo retribuiti.
Nel corso degli anni trenta i documenti reperibili circa le scuole sussidiate tendono a
diminuire, restano comunque grosse testimonianze della precarietà di molte scuole di
23
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F8 SF3, Carabinieri al Prefetto,
31/03/1930.
24
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.1., Dal Ministero alla Prefettura, del
26/05/1930, Falcone 41.
25
R.A.V.A., Archivio di Deposito,Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14. F 4, Comune di champorcher del
06/10/1930.
montagna26, del controllo da parte del regime sugli insegnanti, dell’incalzante propaganda
fascista e dell’influenza delle organizzazioni del regime sulla società valdostana. Nel 1933
l’“Ente Nazionale per la Mutualità Scolastica” pubblicò un regolamento contenente il “decalogo
dell’alunno mutualista”27, promemoria ad uso del bambino fascista.
1.
– La Mutualità Scolastica è una grande e tenera mamma che provvede a risanare i bambini
infermi e ad aiutare quelli poveri.
2.
– Se – per sfortuna – ti ammali, essa ti fornisce i mezzi per comprare le medicine e ti
manda al mare o in montagna per irrobustirti.
3.
– Rinuncia a una golosità, ad un balocco inutile, in maniera che ogni settimana tu possa
consegnare al maestro la quota di cinque soldini per la Mutualità.
4.
– Gli uomini di carattere sono padroni del proprio avvenire e per risparmiare tu eserciti di
continuo la tua volontà.
5.
– Sappi che le 10 lire che durante i mesi di scuola versi alla Mutualità, essa te le conserva
TUTTE per farti avere una pensione per quando sarai vecchio o nel caso diventassi
invalido. Il piccolo sacrificio di oggi, quindi, costituisce il vantaggio di domani e tu potrai
esser fiero di aver provveduto da te stesso ai tuoi bisogni.
6.
– Se appartieni a famiglia agiata o ricca, praticando il mutualismo scolastico ti abitui
all’economia ed apprendi ad utilizzare i tuoi risparmi.
7.
– La felicità dell’uomo non consiste nei beni ch’egli possiede, ma nel bene ch’egli può fare.
Ama dunque e soccorri il compagno povero, giacché nella vita sociale l’egoista è un peso
morto.
8.
– La Mutualità è l’ideale luminoso della previdenza e della solidarietà umana.
9.
– Sii fedele alla Mutualità, diffondila fra i tuoi compagni; renderai così un gran servigio a
te stesso ed a loro.
10. – Perché la Patria sia forte moralmente e materialmente, ricordati che essa ha bisogno di
cittadini sani, concordi e saggi.
Tale organizzazione serviva per sovvenzionare le cure dei bambini poveri od invalidi,
proponeva attività di rieducazione e soggiorni vari e poneva le prime basi del fondo
pensionistico dell’individuo.
Nel 1934 il circondario di Aosta era ancora privo dell’Ispettore scolastico, ruolo che dal
1931 era stato saltuariamente ricoperto da quello di Ivrea. Il fatto è documentato da una lettera
del prefetto al Gabinetto del Ministero dell’Interno nella quale veniva fatta richiesta di incarico
sollecito per non lasciare scoperto in Valle d’Aosta un ruolo tanto importante ai fini del
26
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F8 SF1, Comune di La Magdeleine al
Prefetto, Prot. 29/10/1932 n. 1628.
27
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F4 SF 5,Ente nazionale per la mutualità
scolastica, Regolamento 16/02/1933, n. 156.
controllo e della gestione del territorio28.
Nello stesso anno continuarono le problematiche legate alla soppressione delle scuole ed
alla loro riapertura; particolarmente significativo fu il caso della scuola di Bruil (Rhêmes Notre
Dame), dove esisteva una scuola classificata che fu soppressa nel 1929 per scarsità di alunni. Il
problema fu la non riapertura come sussidiata ed in tal modo la gente dei dintorni dovette
trasferirsi nel fondo valle, non potendo dare un’educazione adeguata alla propria prole. I
bambini di tale borgata avrebbero dovuto raggiungere il villaggio di Proussaz, dove ancora c’era
una scuola, e dunque percorrere più di otto chilometri, in strade che d’inverno diventavano
decisamente pericolose per le valanghe. Il comune di Rhêmes chiese un intervento il più
immediato possibile al prefetto, al segretario federale ed al provveditore agli studi, affinché non
si verificasse lo spopolamento della vallata29.
Nel 1936 fu istituito il Provveditorato agli studi provinciale di Aosta. Il provveditore di
Torino richiese l’aiuto del prefetto di Aosta al fine di reperire i locali ed allestirli in modo
conforme all’amministrazione che avrebbe dovuto nascere30. Il lavoro logistico avrebbe dovuto
essere terminato già per il giugno del 1936 dando così modo al Provveditorato provinciale di
essere operativo per l’anno 1936 – 1937. Documenti significativi si possono trovare a partire
dall’anno scolastico successivo. Nell’anno scolastico 1935 – 1936 il Regio Provveditorato agli
studi di Torino compilò un elenco dei posti disponibili per l’insegnamento, nel quale erano
menzionati 75 posti per la Valle d’Aosta 31.
Nel frattempo continuavano gli interventi di bonifica e riassetto delle aule scolastiche.
Le richieste, in questo periodo, arrivarono dall’Opera Nazionale Balilla che sollecitò alcuni
podestà ad attivarsi per l’imbiancatura e la pulizia delle aule delle scuole rurali destinate ai
pargoli fascisti32. Venne istituita in molte scuole sussidiate e provvisorie la refezione 33, gestita
dalla maestra della scuola, che avrebbe dovuto anche cucinare per i bambini. In alcuni casi la
maestra di scuola sussidiata viveva in una stanza che utilizzava anche come scuola e mensa. La
refezione veniva gestita con precisione assoluta dal Partito Nazionale Fascista per mezzo della
Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Venivano redatti elenchi annuali nei quali, comune per
comune, era segnato il numero dei bambini assistiti, la somma totale preventivata e l’ulteriore
28
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4. F8 SF 11, Prot 12/07/1934 n. 1977.
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9.1. Prot. 10/09/1934 n. 15211.
30
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4. F 8 SF1. dal R. Provv. Spedita in data
29/04/1936.
31
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F 3 Prodotto dal Regio Provveditore.
32
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9 F 8, Opera Nazionale Balilla ai
podestà, Doues. Prot. Del 22/10/1936 n. 19019.
33
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4. dall’ONB al prefetto, prot. dell’
11/12/1936, n. 1683.
29
somma di sovvenzione richiesta34. Anche i comuni parteciparono attivamente alla sovvenzione
delle refezioni scolastiche tramite contributi annui a favore dei patronati scolastici35.
Un concorso provinciale per titoli ed esami fu bandito alla fine del 1937 per
l’assegnazione di posti di insegnamento elementare. Gli aspiranti avrebbero dovuto fornire al
provveditore una folta documentazione per poter essere ammessi agli esami36:
a)
certificato di cittadinanza italiana;
b)
diploma di abilitazione all’insegnamento elementare (diploma di abilitazione più licenza
della scuola normale);
c)
atto di nascita;
d)
certificato sanitario che attestasse la salute e l’assenza d’imperfezioni fisiche che
rischiassero di diminuire il prestigio dell’insegnamento;
e)
certificato di moralità dell’ultimo biennio, rilasciato dal Podestà;
f)
certificato di iscrizione al P. N. F., con l’indicazione dell’anno, del mese e del giorno
dell’iscrizione;
g)
certificato penale generale;
h)
fotografia del candidato con la sua firma, autenticata dal Podestà del comune.
Qualora i candidati non avessero fornito tutta la documentazione, sarebbero stati
automaticamente scartati, inoltre era facoltà del Provveditore informarsi autonomamente presso
le autorità, circa la condotta morale degli insegnanti. Gli insegnanti, eccetto gli appartenenti al
clero, potevano esercitare la propria professione solo se iscritti al PNF. Tra l’altro nella seconda
metà degli anni trenta divenne particolarmente difficile sottoscrivere la tessera del partito, visto
che le iscrizioni furono sospese per un lungo periodo.
Le scuole di villaggio valdostane, oltre al sussidio statale ed a quello comunale,
continuarono a godere dei lasciti di persone abbienti e senza eredi, che decidevano di destinare i
propri capitali a favore di questa o quella scuola. La nobile tendenza, che permise il diffondersi
delle scuole sul territorio valdostano nel corso dei secoli, continuava a produrre benefici anche
alla fine degli anni trenta37.
In un documento del Regio Provveditorato agli studi del 193938, le scuole elementari di
34
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.15, elenco refezione scolastica anno
XVI – 1938.
35
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9.3., Contributi dei Comuni ai
Patronati Scolastici, Ciambave, 24/10/1939.
36
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F 6 SF 1, dal R. Provv. Di Aosta al prefetto
di Aosta, 31/12/1937.
37
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9. F213 SF 1, Faldone 24.
approvazione del lascito a favore delle scuole di Gignod da parte del Patronato Scolastico,20/05/1938.
38
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Provveditorato agli Studi (non ordinato), Regio Provveditorato agli
Studi, R. Provv. Agli studi per la provincia di Aosta, breve relazione 38-39.
V^ categoria risultavano 677, di cui 71 rurali, 3 parificate, 13 private, 97 sussidiate e 112
materne. La grossa novità fu l’inizio dell’insegnamento pre-primario statale, infatti in
precedenza gli asili esistevano esclusivamente in forma privata e solitamente erano gestiti dal
clero. Nello stesso documento venne anche presa in esame la situazione delle circa ottanta
scuole, perlopiù rurali, che erano rimaste senza insegnante. La situazione non era, però,
preoccupante dato che molti candidati avevano superato l’ultimo concorso39. Le scuole rurali
avevano ricevuto tale denominazione con il secondo articolo del Regio Decreto di legge
(R.D.L.) del 20/06/1935, n. 1196. Fu attribuito tale nome a quelle scuole non classificate, gestite
da enti, che erano state previste dal Testo Unico sull’istruzione elementare del 5 febbraio 1928,
n. 577. Nel 1938, con il R.D.L. 14/10/1938, n. 1771, furono sciolti gli enti delegati, le scuole
rurali furono trasformate in scuole di stato e passarono sotto l’amministrazione scolastica.
Tuttavia tali scuole, come si legge nel documento del provveditorato del 1939, erano ancora
chiamate rurali, dimostrando che tutti i cambiamenti proposti necessitano di un certo tempo per
divenire attivi40. Il provvedimento sarebbe diventato effettivo solo con la ministeriale n. 4788
del 20/09/1943 la quale avrebbe stabilito la soppressione della Direzione delle scuole rurali di
Aosta e l’assegnazione delle 77 scuole dipendenti da essa ai differenti Circoli Didattici.
Nel 1939 la “Direzione Scuole Rurali di Aosta” produsse una relazione dettagliata sulle
40 scuole operanti nella zona di Aosta analizzandole in base all’igiene, all’arredamento, al
personale ed alla gestione economica, pose anche particolare attenzione all’uso della radiofonia
a fini propagandistici41. Vennero sollecitati i podestà comunali alla sostituzione di 9 locali ed il
tutto avrebbe dovuto essere terminato nelle vacanze natalizie. A partire dall’anno successivo i
locali scolastici e gli alloggi degli insegnanti avrebbero dovuto essere disinfestati, imbiancati ed
in caso sostituiti entro il mese di ottobre. L’arredamento scolastico fu considerato sufficiente in
tutte le scuole presenti sul territorio valdostano, anche nelle cinque scuole e negli otto alloggi
presi in affitto dai comuni. In queste 40 scuole insegnavano 15 titolari, 25 provvisori e 3
supplenti, tutti si dedicavano ad una proficua collaborazione con la GIL, nel pomeriggio del
giovedì e del sabato eseguivano regolarmente esercizi ginnici e lezioni di politica conformi alle
direttive del regime. L’orario scolastico che veniva adottato era seguito scrupolosamente da tutti
gli insegnanti. Questi partecipavano alla vita nazionale in modo attivo commentando
settimanalmente gli avvenimenti dell’Italia fascista e commemorando i grandi personaggi
39
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F 6 SF 1, dal R. Provv. Di Aosta al prefetto
di Aosta, 31/12/1937.
40
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9. dal Ministero dell’Interno ai
Prefetti del regno, del 18/08/1941.
41
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Provveditorato agli studi (non ordinato), Regio Provveditorato agli
Studi, dalla Direzione Scuole Rurali di Aosta al R° Provveditore agli Studi di Aosta, prot. del 22/12/1939 n. 2500
Cat. 13/1, risposta al foglio del 16/12/1939 n. 7859.
italiani ed i martiri a cui erano dedicate le varie scuole. Fu proposta la raccolta di fondi, tramite
feste scolastiche, per riuscire a dotare ogni scuola, che avesse il collegamento alla luce elettrica,
di un apparecchio radiofonico. In 22 di queste scuole era già presente una radio, tuttavia spesso
non veniva sfruttata appieno dati i continui cali di tensione elettrica giornalieri. Nessuna delle
scuole rurali possedeva un apparecchio cinematografico. Tutte erano dotate di orticello, al fine
di sensibilizzare i bambini all’amore ed alla cura intelligente della propria terra che, se ben
sfruttata, non sarebbe stata avara di ricompense. Fu anche previsto l’allevamento di animali da
cortile. Con queste attività il regime tentava di educare tutta la popolazione all’autarchia in
modo da prepararla al conflitto imminente.
La guerra, iniziata nel giugno del 1940, portò qualche rallentamento e disservizio
all’organizzazione del regime, nonostante ciò le scuole continuarono a sussistere. Il
Provveditore agli studi di Aosta con lettera al prefetto del 10/11/1940 autorizzò le scuole
sussidiate per l’anno 1940 – 1941 nominando l’insegnante di riferimento per ognuna di esse.
Ogni comune, nel quale erano state autorizzate delle scuole sussidiate, avrebbe dovuto fornire
locali idonei, provvedere al regolare sussidio nei bilanci del 1941, al riscaldamento, alla pulizia
ed alle spese per il rinnovo del materiale didattico e dell’arredamento. I circoli didattici del
circondario di Aosta risultarono ridotti a sei, rispetto agli otto del 1929, il circolo di Arvier fu
unito a quello di Valdigna d’Aosta (Morgez) e quello di Antey St. André fu unito a quello di
Castiglion Dora (Châtillon). Il funzionamento fu garantito a 77 scuole sussidiate, questo dato
permette di rilevare un leggero calo rispetto al 1926, quando tali scuole erano 82. Un ulteriore
confronto con il numero delle scuole sussidiate presenti nel 1930 e nel 1939 permette di rilevare
una diminuzione ancora più significativa: nel 1930 erano 107, nel 1939 erano 97. Nel 1941 il
Regio Provveditore ridusse ulteriormente il numero delle scuole autorizzate, che risultarono 60,
il dato più basso escludendo quello del 192442. Quindi, dal 1924 al 1941, l’istituzione ed il
funzionamento delle scuole sussidiate ebbe un’impennata nei primi sei anni ed un lento
decadimento negli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale.
Anni:
Numero delle scuole sussidiate:
42
1924 1926 1930 1939 1940 1941
37
82
107
97
77
60
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9. F1 SF 2, dal regio provveditore al
prefetto prot. del 24/10/1941, anno XiX n. 34627.
D iffu s io n e d e lle s c u o le s u s s id ia te in
150
sc u o l e
n u m e ro d e lle
Va lle d 'Ao s ta
100
S e rie 1
50
0
1
2
3
4
5
6
1924 - 1926 - 1930 - 1939 - 1940 - 1941
Il Regio Provveditore agli studi aveva redatto, per gli anni scolastici 1940 – 1941 e 1941
– 1942, le relazioni finali sulla scuola nella provincia di Aosta, suddividendo le due
circoscrizioni di Aosta ed Ivrea. Le relazioni erano dettagliatissime e fornivano dati su ogni
aspetto, anche se corollario alla scuola.
Nella relazione dell’anno 1940 – 194143
le informazioni verterono soprattutto
sull’aderenza degli insegnanti ai dettami del fascismo. Fu segnalato un incremento delle
adesioni alla Croce Rossa Giovanile, da 439 classi associate si passò a 467. Gli alunni soci della
“Dante Alighieri” aumentarono di 244 e gli apparecchi radio – rurali salirono da 149 a 155. La
guerra esasperò la politica autarchica del regime e ciò influenzò anche la scuola, come
testimoniarono le varie attività e celebrazioni del periodo. Furono, ad esempio, creati quattro
allevamenti di bachi da seta, furono organizzate la celebrazione della giornata del “Risparmio” e
numerose feste scolastiche, al fine di raccogliere fondi utili alla scuola ed alla patria in guerra.
Inoltre furono svolti continui esperimenti di sfollamento antiaereo e furono incrementati i doni
ai combattenti. I rapporti tra le associazioni e la scuola furono considerati corretti e proficui,
salvo un unico caso di controversia tra una maestra ed un segretario politico, che fu comunque
risolto amichevolmente dall’autorità scolastica. Il tesseramento fu considerevole sia nelle scuole
statali sia in quelle sussidiate: vi furono 9509 iscritti alla GIL, 2515 Figli della Lupa, 3602
Balilla, 3300 Piccole italiane, 62 Avanguardisti e 28 Giovani Italiane. L’adesione degli
insegnanti alla GIL fu quasi totale, solamente 24 insegnanti su 311 chiesero l’esonero dalle
attività parascolastiche organizzate dall’associazione. Il sistema dei patronati scolastici continuò
a funzionare ed anche nel 1940 – 1941 assistette 3632 bambini, 2894 dei quali beneficiarono
della refezione. Gli oltre settecento bambini, che non godettero della refezione, erano
probabilmente residenti in zone dove la mensa non era stata istituita o erano figli di persone non
aderenti alle associazioni parascolastiche del fascio e quindi non aventi diritto alla refezione.
La relazione finale del 1941 – 1942 fu ancora più dettagliata, dato che presentava vari
43
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Provveditorato agli studi (non ordinato), Regio Provveditorato agli
Studi, D1 relazione finale del 17/12/1941, Prot. n. 8207.
dati in merito alle scuole sussidiate presenti nella provincia. Ci furono alcune scuole a rischio di
soppressione; al fine di scongiurare l’aumento delle scuole sussidiate, già numerose nella zona
di Aosta, si propose di non sopprimerle e di trasformarle in scuole di altra categoria. Nell’anno
1941, le scuole rurali funzionanti nel circondario di Aosta furono 43, delle quali 30 situate ad
altitudine superiore ai 1000 metri. Tali scuole rappresentavano l’anello di congiunzione tra le
scuole sussidiate e quelle classificate, poiché accettavano un numero di alunni superiore ai 15
ma inferiore ai 40. Non fu raro assistere a scuole che da classificate fossero ridotte a rurali o ad
altre che da sussidiate, avendo aumentato costantemente il numero dei propri iscritti,
diventassero rurali, sgravando così in parte i comuni nei quali erano sorte.
L’impegno del regime a proposito dell’edilizia scolastica continuò anche durante la
guerra ed infatti, all’inizio del 1941, venne autorizzata la costituzione di 18 nuove aule in otto
diversi comuni della provincia di Aosta. Nove aule, più due vani cucina ed un alloggio per gli
insegnanti, furono allestite in quattro comuni del circondario di Aosta e cioè ad Arviè, a
Ciambave (fraz. Villa), a Lilliana ed a S. Vincenzo della Fonte (fraz. Amay) 44. Il podestà di
Ciambave scrisse al Genio Civile di Aosta nel mese di marzo, per confermare l’utilità della
scuola che si voleva costruire a Grand Villa. Il comune avrebbe fornito il terreno, tuttavia
dovendo anche sistemare il ponte di legno sulla Dora Baltea, che risultava pericolante, e
dovendo garantire anche nel futuro i contributi ai patronati scolastici, non disponeva di fondi
sufficienti per la costruzione dell’edificio45. Negli anni successivi la documentazione sulle
scuole sussidiate, che spesso avevano sostituito le facoltative nei luoghi più impervi della valle,
divenne sempre più oscura e confusa. Le informazioni si possono reperire esclusivamente
facendo riferimento alla memoria dei cittadini. Nonostante ciò, la costruzione di edifici
scolastici ed il mantenimento degli stessi, erano ancora documentati sotto forma di richieste ai
comuni e relazioni finali sull’organizzazione scolastica provinciale. Difatti alla fine del 1942,
nonostante il momento di crisi del regime, furono terminati i lavori di diverse scuole tra cui
quella di Moron (S. Vincenzo della Fonte) e quella di Cillian (Ciambave)46.
Alla fine dell’anno scolastico 1940 – 1941, l’amministrazione scolastica di Aosta inviò
al Ministero dell’Educazione Nazionale un Piano regolatore della scuola per la Valle d’Aosta ed
il Canavese, volto ad organizzare il più razionalmente possibile le risorse scolastiche di questa
44
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9., Fald. 24, dall’ingegnere dirigente
dei lavori al Genio Civile, del 27/01/1941.
45
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.15, dal Podestà di Chambave alla
prefettura di Aosta, prot. del 17/03/1941 n. 907.
46
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9.3. dal Corpo del Genio Civile di
Aosta al prefetto per conoscenza, 17/10/1942.
provincia ed aderire agli scopi della nuova “Carta della Scuola” di Bottai del 1939 47. Dal 1940 e
negli anni successivi fu richiesto alla scuola il recupero dei rottami ferrosi a favore dell’industria
bellica e quello della carta da mandare al macero a favore della Croce Rossa48. Nel periodo della
guerra s’inasprì ulteriormente l’autarchia e il Ministero dell’Interno dispose la creazione, in ogni
località che ne avesse avuto la possibilità, di un orto per il lavoro agricolo scolastico. I comuni e
gli enti avrebbero dovuto donare alle scuole un appezzamento di terreno, scegliendolo tra quelli
meno fertili, in modo da non gravare sull’economia in un periodo di forti ristrettezze49.
47
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Gabinetto, 14.4 F6 SF 1, Piano regolatore della scuola,
15/06/1941.
48
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Provveditorato agli studi (non ordinato), Regio Provveditorato agli
Studi, D1 relazione finale del 17/12/1941, Prot. n. 8207.
49
R.A.V.A., Archivio di Deposito, Fondo Prefettura - Amministrativo, 1.14.9., F 203, dal Ministero dell’interno
al prefetto di Aosta, 16/11/1942.