Terrorismo - Wikipedia - Centro di Studi Liberali

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Terrorismo - Wikipedia - 17-11- 09.
Il terrorismo è una forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni clamorose, violente e
premeditate come attentati, omicidi, stragi, sequestri, sabotaggi, ai danni di enti quali nazioni, governi,
gruppi etnici o fedi religiose. Generalmente i gruppi terroristici sono organizzazioni segrete costituite da
un numero ridotto di individui: a volte i terroristi si considerano l'avanguardia di un costituendo esercito,
dei guerriglieri che combattono per i diritti o i privilegi di un gruppo o pro/contro i predetti enti.
Gli atti terroristici hanno per concreto scopo principale, spesso, non tanto gli effetti diretti derivanti dai
danni a persone o cose, morti e feriti inclusi, quanto quello delle loro ricadute indirette. Queste sono la
modifica di linea politica dei destinatari finali delle azioni o la risonanza mediatica che le stesse azioni
conseguono. Si sfruttano ad esempio i mezzi di comunicazione di massa come cassa di risonanza che,
amplificando e diffondendo la notizia del gesto Scopo finale delle azioni può essere una modifica, anche
radicale di uno status quo, così come paradossalmente il suo mantenimento.terroristico, richiamano
attenzione, apportando eventualmente nuovi aderenti alla causa.
Questa è la sintesi, mediata, di una voce per cui non esiste una definizione universalmente condivisa, da
cui origina il reiterato aforisma in inglese: One man's terrorist is another man's freedom fighter.
Premesse relative al tentativo d'estensione del fenomeno alle masse
Per i precitati motivi alcune azioni terroristiche prendono di mira persone, monumenti, edifici o luoghi con
un forte valore simbolico, positivo o negativo, molto presenti nell'immaginario popolare.
A questo punto occorre distinguere i casi in cui le azioni mirino ad un successivo coinvolgimento popolare,
da quelle che non hanno alle spalle questo tipo di visione ideologica.
Se lo scopo del gruppo non è l'estensione a più larghi strati della popolazione delle motivazioni all'origine
dei suoi gesti, ai fini di una successiva sollevazione popolare, questa serie di azioni scoraggia la massa
dall'opporvisi, con il conseguente diffondersi di un'atmosfera di intimidazione.
Funzionale a questo effetto di risonanza può quindi essere anche l'efferatezza, la ferocia e l'enormità dei
gesti stessi di distruzione.
Sequestrare cento bambini in una scuola può essere in questo caso più efficace, ai fini della strategia del
terrore, che sterminare cento militari adulti in una caserma, perché il risalto mediatico dato all'evento
sarà maggiore. Per questi motivi il terrorismo propriamente detto è un fenomeno caratteristico
specialmente del XX secolo, il primo periodo storico in cui l'umanità dispone di media in senso stretto.
Un movimento terroristico che ha successo e che miri al coinvolgimento di larghi strati della popolazione
può effettivamente portare a una resistenza armata e/o alla costituzione di un esercito guerrigliero, nel
qual caso tattica e strategia cambiano per adattarsi a uno scontro più aperto, e anche la politica del
movimento subisce delle modifiche, diventando meno radicale e più concreta. Il terrorismo diventa in
questo caso una forma estrema di guerra civile, mirata a risolvere con la violenza determinate tensioni
presenti nella politica di una data nazione.
Precondizioni del terrorismo ed effetti sulla società
Gli attentati terroristici, data la loro gravità, generano una reazione da parte dell'ordine costituito
altrettanto dura: nessun gruppo terroristico può sopravvivere alle sue prime azioni se non ha uno strato
sociale o un'area geografica in cui nascondersi e trovare appoggi, finanziamenti, materiali, informazioni.
Quindi, affinché un gruppo terroristico nasca e sopravviva, è necessario che esista uno strato di
popolazione ben definito e (a ragione o a torto) profondamente scontento, tanto da non escludere il
ricorso alla violenza come mezzo per far valere le proprie istanze. Parallelamente, la strategia più efficace
a disposizione delle forze dell'ordine contro il terrorismo è proprio quella di staccare il movimento
terroristico dal loro gruppo sociale di origine, facendo in modo che vengano rifiutati dalle stesse persone
che i terroristi pensano di aiutare.
Alla strategia del terrore, i governi dal canto loro reagiscono in genere emanando leggi speciali che, in
forza dell'emergenza, limitano alcuni diritti dei cittadini: la reazione governativa al terrorismo è molto
spesso in senso parimenti antidemocratico. Lo furono, per esempio, le leggi speciali americane sugli
interstate riots degli anni 70, contro il Black Power e il movimento delle Pantere Nere, e anche le leggi
speciali varate dopo l'attentato alle Twin Towers dell'11 settembre 2001, con la creazione del campo di
concentramento di Guantanamo e tutta una serie di limitazioni alla privacy degli americani. Anche le leggi
italiane contro il terrorismo emanate negli anni '70 e '80 sono parzialmente contrarie alla Costituzione
italiana, e furono ammesse dalla corte costituzionale solo in virtù dello stato di necessità allora vigente.
Questo comportamento dei governi può sembrare poco importante a fronte dei disastri del terrorismo,
ma vale la pena di notare che Adolf Hitler, divenuto cancelliere il 31 gennaio 1933, non abrogò mai le
leggi che garantivano ai tedeschi i loro diritti civili e politici, ma si limitò a sospenderle
"temporaneamente", per porre fine ai disordini in cui versava la Germania. Tali leggi vennero ripristinate
solo dopo la sconfitta del Terzo Reich nella seconda guerra mondiale
Definizioni di terrorismo nella giurisprudenza
Secondo l'articolo 17, primo comma della Costituzione Italiana, "I cittadini hanno diritto di riunirsi
pacificamente e senz'armi"; il secondo comma dell'articolo 18 stabilisce che "Sono proibite le associazioni
segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere
militare". Secondo il combinato disposto di tali commi, in Italia è proibito il ricorso alla forza armata per
fini politici da parte di cittadini singoli o organizzati.
Secondo il Codice degli Stati Uniti, il terrorismo “è l’uso illecito della forza e della violenza contro persone
o beni, al fine di intimidire od influenzare i governi o la popolazione civile”.
Secondo la Legge contro il terrorismo approvata in Gran Bretagna nel 2000, l’attentato terroristico è
"un’azione o la minaccia di un’azione, che comprende gravi forme di violenza contro persone e beni,
mette in pericolo la vita dell’individuo e rappresenta una grave minaccia per l’incolumità e la sicurezza
della comunità o una parte di essa".
In alcuni casi si introduce per legge il principio della azione repressiva preventiva che autorizza
l'incarcerazione qualora vi sia il sospetto e il pericolo che sia commesso un reato, anziché a posteriori
dopo che sia stato commesso materialmente il fatto ed aver recato danno a qualcuno: ciò determina uno
spostamento di poteri verso l'esecutivo, il giudiziario e le forze di polizia, che possono decidere in tempi
rapidi restrizioni delle libertà costituzionali "necessarie" a garantire la sicurezza, l'incarcerazione o azioni
di polizia contro sospette cellule terroristiche. Quando questo cambiamento assume caratteristiche
rilevanti in una società, avviene il passaggio da uno Stato di diritto ad uno Stato di polizia.
Storia
Premettendo che è molto arduo trattare un quadro storico del fenomeno, in quanto è difficile dare una
definizione netta e condivisa del termine che ai suoi margini sfuma in differenti tipologie, possiamo
ritenere che anche prima dell'attuale supporto mediatico, siano esistiti gruppi o singoli individui che
incutevano paura e terrore per fini di predominio. Perlopiù però questi fenomeni erano inquadrati come
forme di banditismo o plagio personale: mancava loro il fine sociale/ideologico, l'ambizione di incidere su
una intera società. Nessuno che non fosse un re o non governasse una nazione poteva pensare di
influenzare un popolo intero: i capi che emergevano durante le rivolte popolari salivano al trono come
governanti essi stessi, se la rivolta aveva successo; altrimenti morivano sul patibolo e la sommossa finiva
in genere soffocata nel sangue, non lasciando che nessuno potesse intraprendere gesta di sorta.
Dal 1789 al 1855, con la rivoluzione francese, abbiamo in un certo senso il primo caso di terrorismo della
storia: il Terrore instauratosi durante la rivoluzione francese, ancorché fu un regime e non un piccolo
movimento clandestino, mostrò per la prima volta che un popolo poteva essere influenzato da un
sentimento sociale di timore diffuso, tenuto vivo da pochi uomini che lo sfruttavano per manovrare una
nazione. Il secondo "contributo" fondamentale dato dalla rivoluzione francese al terrorismo fu l'aver
ghigliottinato il Re, dissipando l'aura di sacralità che da sempre avvolgeva il sovrano e la nobiltà e
dimostrando che un atto di violenza poteva avere risonanza e portata enormi. La svolta avvenne con
l’attentato a Napoleone III nel 1855, che per la prima volta nella storia ebbe importanti ripercussioni a
livello del diritto internazionale: in seguito alla fuga degli attentatori in Belgio venne approvata una legge
secondo la quale gli attentati contro capi di Stato stranieri o loro familiari non sono da considerarsi reati
politici e pertanto i responsabili possono essere estradati. Nello stesso periodo è apparsa sulla scena
politica la Fratellanza Repubblicana Irlandese (Irish Republican Brotherhood) che ha aggiunto un nuovo
elemento al terrorismo: il carattere nazionale.
Fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, anarchici italiani si resero protagonisti di attentati
dinamitardi o di altra forma. [1]
Nel periodo tra il 1945 e il 1989 il mondo fu caratterizzato da un ordine bipolare, a cui si uniformò anche
il terrorismo, diviso ideologicamente in terrorismo di destra e di sinistra e appoggiato, sempre non
ufficialmente, dall'una o dall'altra delle due grandi potenze.
Sono affiorati contatti fra i servizi segreti dell'Unione Sovietica ad alcune organizzazioni terroristiche di
sinistra nel corso degli anni '70. Soprattutto i gruppi terroristici tedesco-occidentali (Rote Armee Fraktion
o Banda Baader Meinhof), Palestinesi (OLP e Settembre Nero), francesi (Action Directe) ed italiani
(Brigate Rosse) si ritiene abbiano avuto appoggi logistici e finanziari da parte dall’Unione Sovietica e dai
Paesi socialisti centro europei. Fermo restando la certezza di questi contatti, non è tuttora chiaro se i
paesi del Patto di Varsavia abbiano anche avuto un ruolo di guida o di indirizzamento dell'attività di questi
gruppi o, come appare più probabile, si siano limitati a fornire un appoggio esterno, senza essere
coinvolti nel processo decisionale.
È stato inoltre ipotizzata, anche basandosi su dichiarazioni di Mehmet Ali Ağca, che nell'attentato al papa
Giovanni Paolo II fossero coinvolti i servizi segreti di aulcuni paesi del patto di Varsavia.
Gli Stati Uniti finanziarono e diedero appoggio militare a gruppi paramilitari di carattere terrorista, come i
Contras in Nicaragua o le Brigadas de la muerte in El Salvador. Appoggiarono inoltre i colpi di stato
militari e i regimi dittatoriali in nazioni come il Cile, Cuba (prima della rivoluzione castrista), l'Iran, la
Grecia e la Cambogia.
Dal 1989 al 2001 si è verificato in occidente un solo grave atto di terrorismo, l'attentato al palazzo
dell'FBI di Oklahoma City ad opera di due terroristi americani di estrema destra, che fu anche la prima
azione negli Stati Uniti di un gruppo terroristico "autoctono" e non straniero.Un attentato terroristico ha
inaugurato il nuovo millennio l’11 settembre 2001, quando terroristi islamici hanno compiuto diversi
attentati contemporanei nel territorio degli Stati Uniti d'America. Gli attacchi, avvenuti in una forma
estremamente distruttiva e spettacolare hanno provocato per reazione una alleanza internazionale che ha
dato una nuova dimensione alla lotta, presentata come una vera e propria guerra internazionale contro il
terrore. L’intensità della coalizione è stata notevolmente influenzata dal fatto che ad essere colpita è stata
l’unica potenza globale (gli Stati Uniti); tuttavia l’unità di tale fronte anti-terrore si è incrinata in seguito
all’intervento militare delle forze della coalizione in Iraq, deciso autonomamente e sulla base di prove
inconsistenti dai soli Stati Uniti. Grazie all'individuazione di al-Qa'ida come artefice dell'attentato alle torri
gemelle, le organizzazioni terroristiche islamiche di stampo religioso hanno avuto una enorme spinta
propulsiva che ha portato ad attacchi compiuti in Europa, azioni dei ribelli ceceni in Russia, degli attentati
in Estremo Oriente (tra cui in Indonesia e nelle Filippine) e quelli in Egitto.
Terrorismo fra il XIX e la seconda metà del XX secolo
Questo periodo storico è segnato dall'attività, anche terroristica, di un vasto assortimento di movimenti
politici, dai fenomeni italiani definiti di brigantaggio, comprensivi di vere e proprie organizzazioni
strettamente anti sabaude a seguito dell'unità, ai moti indipendentisti a seguito dei settecenteschi moti
rivoluzionari sardi, moltissimi fermenti nazionalisti e irredentisti in Europa e nel mondo (e ancora attuale
l'eco di quelli relativi all'indipendenza irlandese), e ancora anarchici e patrioti di numerose aree
geografiche e nazionalità indipendenti. Essi rivendicavano o un nuovo modello di società (anarchici) o
cercavano di ottenere libertà e/o riconoscimenti per i loro popoli (uno per tutti: il serbo Gavrilo Princip,
che uccise l'arciduca d'Austria, provocando lo scoppio della prima guerra mondiale). A seconda dei
successivi eventi storici, spesso i responsabili dei fatti di sangue vennero classificati di volta in volta
appunto irredentisti, briganti, patrioti o semplicemente criminali. Rappresentativo ed emblematico il caso
di Felice Orsini, alternativamente presentato come eroe risorgimentale o terrorista, e delle organizzazioni
segrete o militari come l'originario Irish Republican Army (allora Esercito dei Volontari Irlandesi) o la
Carboneria, considerate terroristiche dagli allora legittimi governanti i territori interessati.
Altri personaggi furono i francesi Ravachol, Auguste Vaillant, Émile Henry, e il polacco Leon Czolgosz, che
uccise il presidente americano William McKinley all'Esposizione Universale di Buffalo nel 1901. Vanno poi
sottolineati gli episodi in cui ad esempio gli anarchici sono stati accusati ingiustamente di tali atti, si veda
ad esempio il caso di Sacco e Vanzetti negli USA degli anni 1920.
Terrorismo nel XXI secolo
Il nuovo secolo è iniziato con una recrudescenza a livello mondiale del terrorismo di matrice
fondamentalista islamista, con i tristemente noti attentati dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di
New York. La risposta degli USA è giunta con l'operazione militare in Afghanistan, avente ufficialmente
quale scopo principale quello di porre sotto il proprio controllo le aree geografiche dove si suppone alQa'ida avesse base. Successivamente gli Stati Uniti e alcuni alleati hanno dichiarato guerra all'Iraq, che
non aveva avuto alcuna relazione con al-Qa'ida ma che rappresentava l'obiettivo principale di quello che il
presidente USA George W. Bush definiva l'Asse del Male.
Le due operazioni militari, pur instaurando governi di ispirazione occidentale nei paesi, non hanno portato
all'eliminazione di al-Qa'ida. Molti osservatori ritengono anzi che la strategia armata statunitense abbia
solo acuito il conflitto, trasformando un paese prima estraneo al terrorismo, l'Iraq, in un vero e proprio
focolaio di organizzazioni guerrigliere o terroriste. Infatti, i successivi grandi attentati - Madrid (11 marzo
2004) e Londra (7 luglio 2005) - sono stati ufficialmente attribuiti all'organizzazione islamica ed hanno
colpito capitali di stati partecipanti all'occupazione militare dell'Iraq.
Sia negli USA, con il Patriot Act, che in altri paesi occidentali, l'emergenza antiterroristica ha portato
inoltre alla modificazione di molti aspetti legali relativi ai diritti della persona e alle possibilità di indagine.
In Italia ciò è avvenuto in particolar modo con un appesantimento delle leggi speciali varate nel periodo
degli anni di piombo, con l'ampliamento dei compiti della polizia di prevenzione e con l'inasprimento della
sanzione per i reati associativi e di pericolo presunto.
In Italia negli anni 2000 la preoccupazione per attentati di matrice islamista si è saldata a quella per atti
di terrorismo di natura politica, anche se di dimensione enormemente più lieve. Gruppi di estrema sinistra
(poi scoperte essere varie sigle facenti parte delle nuove Brigate Rosse ispirate alla componente
cosiddetta della Prima Posizione) hanno compiuto due assassini - Massimo D'Antona (Roma 1999) e Biagi
(Bologna 2003), entrambi consulenti del Ministero del lavoro - ed altre azioni dimostrative quali bombe
inesplose, o esplose in luoghi deserti e poi rivendicate. L'organizzazione è stata comunque smantellata
dagli inquirenti tra il marzo 2003 (con l'arresto di Nadia Desdemona Lioce) e il novembre 2003 quando
anche gli altri appartenenti alla banda armata, priva di qualunque continuità operativa e di prospettiva
strategica, sono stati arrestati. Si sono inoltre registrati alcuni attentati con pacchi bomba confezionati
artigianalmente a istituzioni e caserme, attribuiti dagli inquirenti al terrorismo di matrice anarcoinsurrezionalista. Da quanto emerge dal Rapporto 2006 di Europol sul terrorismo, presentato al
Parlamento europeo, nel 2006 in Italia ci sono stati 11 attacchi terroristici, rivendicati da gruppi anarchici
di matrice rossa e nera.
Nell'insieme la recrudescenza di questi fenomeni, nonostante il richiamo alle precedenti forme di lotta
armata verificatasi in Italia negli anni 1970, non ha comportato quel pericolo per la stabilità
dell'ordinamento democratico e costituzionale dello Stato che l'emergenza è volta a contrastare, né ha
mostrato di ottenere credito e seguito a livello sociale.