Franchino_ Abu_ Dhabi - Associazione Pionieri e Veterani Eni

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Franchino_ Abu_ Dhabi - Associazione Pionieri e Veterani Eni
Aristide Franchino
RICORDI DI UN GEOLOGO REGIONALE DELL'AGIP ANNI '60:
INCONTRO CON LO SCEICCO DI ABU DABI
Premessa
Abu Dhabi, anni ’60 del secolo scorso : un tranquillo villaggio di pescatori di perle nell’assoluto
deserto affacciato sulla desolata costa del Golfo Arabico (fig.1). Sheik Shahkbut è il capo
dell’omonimo Emirato, uno dei sette della Costa dei Pirati, sotto Protettorato Britannico. La sua
dimora è un palazzo-fortino, quadrilatero delimitato da alti muri con torrette ai quattro angoli. Un
unico modesto hotel, all’Aeroporto tre baracche.
fig.1 Dall’aereo, la costa e l’agglomerato di Abu Dhabi nel 1965.
Più avanti parlerò dell’Emiro Sheik Shahkbut , un incredibile personaggio fuori dal tempo; nel 1966
viene sostituito dai britannici in accordo con la famiglia, dal fratello Sheikh Zayid. Abu Dhabi nel
1968 diviene la capitale degli Emirati Arabi Uniti (EAU). gli ex Trucial State., Le enormi scoperte
petrolifere generano un’immensa ricchezza e una incredibile, rapidissima e mostruosa trasformazione
del deserto.
Abu Dhabi 2009 : è la più ricca, lussuosa e ultra moderna città del mondo. Moltissimi grattacieli
avvenieristici, empori fantascientifici, un centinaio di hotel, fra cui uno a 7 stelle , parecchi a 5 stelle,
centinaia di fontane, parchi tematici, porti turistici, mega hub per i voli internazionali, una grande
Moschea seconda solo a quella della Mecca, Ospedali, Università, a Masdar, nelle vicinanze,
produzione di energia solare, il Museo Ferrari e il nuovo Autodromo, inaugurato il 1° novembre 2009
con una gara del Campionato mondiale di F1. Anche cultura : polo museale con previste succursali
del Guggenheim e del Louvre, e, forse, un museo dell’antichità romana !
La presenza dell’ ENI in Abu Dhabi risale alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, quando l’ Agip
inizia attività di esplorazione petrolifera, poi terminate nel 1971. Attualmente (2009) la presenza
dell’ENI nell’ EAU è rappresentata dalle attività di Saipem e Snamprogetti nei comparti ingegneria e
costruzioni. Le note pubblicate che seguono, sono i ricordi (riportati dalle pagine del mio diario di
quei giorni) del primissimo approccio con quella realtà, fine novembre 1965, 44 anni fa’.
Estratto da “L’Industria Mineraria” n° 1 -1995 e da “Notiziario Interno Agip” n°117 – sett. 1996
Nell'Agip, dal 1962 al 1967 ho fatto parte come Geologo Regionale del Servizio Esplorazione
Preliminare (Esplo), allora diretto dal Dr. Dante Jaboli. Nel 1964 fu aperto, con sede in Beirut, Libano,
un Ufficio Geologico Regionale, competente per tutto il Medio Oriente (già esisteva, come ufficio
regionale, quello di Tripoli in Libia; seguiranno poi quelli di Buenos Aires e di Caracas).
Circa a metà novembre 1965 lo Sceicco di Abu Dhabi offrì alle Compagnie petrolifere internazionali
alcune aree onshore, rilasciate dalla britannica ADPC. Fui incaricato di recarmi al più presto possibile
in Abu Dhabi, per raccogliere sul posto ogni informazione sulle aree aperte a gara internazionale.
Il viaggio in Abu Dhabi
A quel tempo l'Abu Dhabi era un Emirato della Trucial Coast sotto protettorato Britannico, con la
presenza in loco della British Political Agency. Pertanto, prima cosa era ottenere il visto di ingresso
dall’'Ambasciata di Sua Maestà in Beirut, il che prese, attraverso non poche peripezie, alcuni giorni: la
Sezione Consolare britannica era restia a concedere il visto, faceva un mucchio di domande, non
dovevo rivelare il vero motivo del viaggio (e nessuno si recava in quei posti per turismo).
Alla sera del 26 novembre iniziai il viaggio aereo da Beirut; in un'ora e 50 arrivai a Kuweit, dove
pernottai e il giorno dopo volo Kuweit - Bahrein, in 1 h 10’, cambio d'aereo (su un Heron di 8 posti)
per il volo Bahrein – Abu Dhabi in 2 ore e mezza, sorvolando fra il Qatar e Abu Dhabi le isole di Das,
di Qarnayn e di Ardhana con i loro scenici domi salini.
L'aeroporto, con pista sulla sabbia, era costituito solo da un paio di baracche in cemento e in
legno.(figg. 2 e 3). Con taxi, su strade non asfaltate o, se asfaltate, molto sconnesse, all'unico albergo
presso la spiaggia (fig.4), il Beach Hotel (fig.5), un edificio di 3 piani, costruito dalla CAT, un'impresa
di costruzioni civili di Beirut.
fig.2 Aeroporto di Abu Dhabi
fig.4 La spiaggia dell’ hotel di Abu Dhabi.
fig.3 I servizi dell’aeroporto con pista di sabbia.
fig.5 Il Beach Hotel, da una cartolina dell’epoca
Questo albergo sarà il punto d'incontro con varie persone per raccogliere informazioni e concordare un
incontro con lo Sceicco. Qui infatti ho un colloquio con il Manager locale della CAT (con biglietto di
presentazione del Capo della CAT di Beirut), il quale mi fa ottenere un colloquio, sempre al Beach Hotel, con uno dei due Segretari dello Sceicco, il britannico Mr. Clark (l'altro è un giordano): concordo
l'incontro con lo Sceicco. Nel contempo faccio una visita di cortesia al British Political Agent, Mr.
Lamb, unico rappresentante estero in Abu Dhabi. Mr. Lamb, molto cordiale, telefona subito a Mr.
Clark (cui deve essere molto legato) per avere conferma del mio possibile incontro con lo Sceicco. Mi
informa delle varie linee di confine, delle pretese dell'Arabia Saudita e delle intenzioni dello Sceicco.
Inoltre ottengo seduta stante il visto per il Bahrein (allora anch’esso era sotto Protettorato Britannico e
preteso, come ora, dall'Iran).
Prima di descrivere il mio incontro con lo Sceicco, ritengo interessante raccontare alcune notizie,
curiosità e aneddoti, dei molti sullo Sceicco, raccolte prima all'Aeroporto di Beirut, nell'attesa, in un
colloquio casuale con un viaggiatore siriano, quindi in Abu Dhabi dalle persone incontrate. I racconti
provengono da diverse fonti, combaciano, e quindi sono attendibili; riporto integralmente dal mio
Diario, 26-29 novembre 1965.
«Shakbut è il Ruler, unico, assoluto e autoritario, di Abu Dhabi dal 1926; ha più di 60 anni, è stato un
guerriero. I suoi 12 predecessori pare siano morti tutti assassinati. Ha ancora la madre, Sheika Salema,
di circa 80 anni; ha sposato (solamente) 3 o 4 mogli, ma ora ne ha una sola. Ha due fratelli, tre figlie e
due maschi; dei fratelli, Zayed è il capo dell'Oasi di Buraimi (composta di vari villaggi, qualcuno in
Oman) ed è considerato il probabile successore, in caso di morte di Shakbut. Non esiste del resto
alcuna legge di successione; l'altro fratello si chiama Halid.
Shakbut è un cattivo pagatore: lo stesso segretario Clark è rimasto per mesi senza paga, per i malumori
di Shakbut. Di natura molto sospettoso, cambia umore spesso e improvvisamente; sovente i contratti,
per qualsiasi genere di lavori, non vengono più firmati all'ultimo momento, anche perché, senza
avvisare gli interessati, parte per un mese di caccia col falco in qualche parte delle sue terre. Fra i progetti di costruzioni civili ce ne sono stati (e anche attualmente) dei privilegiati inglesi mai arrivati in
porto; ce ne sarebbe uno italiano per la costruzione dell’Aeroporto internazionale e per una autostrada
per il confinante Dubai (senza petrolio, ma moderno e pieno di costruzioni per le iniziative commerciali
intelligenti e lungimiranti dello Sceicco locale).
Fra le varie storie su Shakbut, la più raccontata è quella dei soldi: lo Sceicco conservava tutti i soldi in
banconote nel Palazzo (quasi, si può dire, sotto il materasso). A nulla valsero i consigli di depositare i
soldi in banca; allora pare che gli inglesi misero dei topi nel Palazzo e alla fine si convinse che i soldi
era meglio metterli in banca che vederseli mangiati dai topi. Sennonché andava tutti i giorni, almeno
nei primi tempi, in banca per vedere se c'erano sempre e per contarli; ma come si sa, la banca non tiene
sempre tutte le banconote nelle casse, ma le utilizza per operazioni finanziarie. Un bel dì volle rivedere
materialmente i soldi; alla banca gli fecero sapere che questi al momento erano a Londra e che non
venivano tenuti tutti nella cassaforte. Lo Sceicco fece un putiferio tale che la banca dovette subito
mandare un aereo charter a Londra a prendere i soldi dello Sceicco. Da quel giorno la British Middle
East Bank non lavorò più per Shakbut! (In Abu Dhabi ci solo altre due banche, fra cui l'Ottoman
Bank).
Lo Sceicco ha acquistato a Monaco dal Principe Ranieri un grosso e bellissimo yacht, ora ancorato al
largo e sulla via della più rapida decadenza. La ragione: nessun equipaggio straniero soddisfa Shakbut,
che si meraviglia che il capitano si rifiuti di guidare in certi posti dove vuole lui e dove non si può
procedere per i bassi fondali ; e così, sbalordito inoltre che sia il capitano e non lui, certe volte, a dare
ordini per manovre o rotte, un altro bel giorno, ha licenziato l'ultimo capitano (ne aveva già cambiati
tre) e relativo equipaggio!
Altro aneddoto, quello sulle scarpe: Shakbut manda un servo a comprarne due paia per lui. Il servo
torna con le scarpe ma di un numero più grande di quello richiesto, perché, asserisce il servo, essendo il
prezzo lo stesso di quelle della misura inferiore, c'era il vantaggio di avere la scarpa con più pelle! Lo
Sceicco approva e chiede il prezzo; il servo risponde, ma per lo straricco Shakbut è troppo alto, si
infuria e rimanda subito indietro il servo a restituire le scarpe!
Vengo ora al mio incontro con lo Sceicco Shakbut. Il suo palazzo, un grosso edificio tipo fortino di
quattro lati di due piani, con torri ai vertici; è tutto bianco ed è l'unico che si distingue in Abu Dhabi.
(figg. 6 e 7). È circondato da un po' di palme; sentinelle in divisa militare color kaki, con in testa un
foulard arancione vivo.(fig. 8). Il palazzo fortino è circa della fine del 1700, con aggiunte e rifacimenti
recenti. Affusti di cannoni molto vecchi si trovano nel giardino di fronte all'ingresso. Unica macchina
usata da Shahkbut è una modesta Land Rover (fig. 9).
fig. 6 Il Palazzo fortino ( Qasr al-Hosn)
fig. 7 Veduta, dalla parte della Torre rotonda.
fig. 8 Le guardie del Palazzo dello Sceicco
fig.9 La Land Rover dello Sceicco Shahkbut
Entrando, si svolta a destra e poi a sinistra salendo una scalinata; si raggiunge un ampio salone, tutto
pieno di brutte poltrone appoggiate alle pareti. Seduti alcuni arabi, scalzi, con il fucile e il loro classico
pugnale ricurvo tutto d'oro o d'argento alla cintura. Qui, con il segretario Clark che mi accompagna, ci
sediamo e attendiamo silenziosi.
Da una porta, ad un certo momento, preceduto dall'agitazione di qualche dignitario locale, entra lo
Sceicco che si siede in una poltrona al centro della parete di fianco all'entrata. Vengo presentato da
Clark, poi il silenzio e tutti seduti. Ad un certo momento, un signore, un arabo africano, con moglie,
vestita semplicemente all’occidentale, si alza, rende omaggio allo Sceicco, seguito dalla moglie che
pure stringe la mano allo Sceicco con un leggero inchino e si allontanano. A questo punto Clark si
avvicina allo Sceicco e gli dice qualcosa; questi si alza e lo seguiamo in una nuda stanzetta dei
ricevimenti riservati, dove avviene il colloquio, con Clark interprete arabo-inglese.
Presento allo Sceicco il volumone ENI con le sue attività e il volume dei lavori all'estero dell'AGIP
Mineraria; spiego cos'è l'ENI e l'AGIP; lo Sceicco mi chiede quando ha cominciato a lavorare l'AGIP.
Lo informo dove avevamo avuto la notizia dei rilasci dell'ADPC in Abu Dhabi; lo Sceicco mi consegna
la mappa ufficiale dei rilasci e mi parla con calore del rilascio dell'isoletta di Abu Dhabi con la città,
voluto da lui perché convinto dell'esistenza di olio, venuto in superficie! Il colloquio tocca vari
argomenti; lo Sceicco vuole proposte concrete per metterle a confronto con altre; mi chiede se fosse
stato meglio concedere le aree separate o in un blocco unico (gli ho risposto in un blocco unico e detto
le ragioni). Il colloquio si conclude con reciproci auguri e molta cordialità.
Incontro con due italiani di Abu Dhabi
Durante il breve soggiorno in Abu Dhabi ho avuto modo di conoscere gli unici due italiani che allora
venivano in città. Padre Barnaba, prete cattolico, tipo ameno, poco ortodosso, buon mangiatore e
fumatore, in perenne lamentela, era stato in precedenza, per parecchi anni, in India e in Aden, e due
anni in America, con ricordi nostalgici. Decisamente ostile agli Inglesi che, ha dichiarato, comandano
in tutto e per tutto e tagliano tutte le offerte straniere (non inglesi) per contratti in Abu Dhabi. Mi
racconta che alla domenica nella Chiesa alla sua Messa in inglese assistono parecchi indiani. Quando la
chiesa fu inaugurata, intervenne lo Sceicco Shakbut con tutto il suo seguito ad ascoltare la Messa,
mentre al largo una nave della flotta inglese dell’Oceano Indiano sparava a salve e un Ammiraglio era
pure presente alla cerimonia. Shakbut si vanta di essere amico del Papa perché questi, dall'aereo, di
ritorno dall'India, sorvolando Abu Dhabi, aveva inviato un messaggio-radio di saluto, captato
dall'operatore radio di Abu Dhabi (dall'aereo Paolo VI° inviava un saluto a tutti i Capi di Stato dei
Paesi sulla rotta dell'aereo).
L'altro italiano era il Manager della Pauling (ditta inglese di costruzioni civili) Lino Novelli; per
esigenze di lavoro,dovrà prendere la cittadinanza britannica. La sua casa è vicino alla Chiesa, a quella
di Padre Barnaba e a quella di Clark; vicino all'ingresso ha un affusto di cannone portoghese, un pezzo
raro, trovato nelle sabbie del deserto della Costa dei Pirati. Mi racconta che in Abu Dhabi le case sono
di proprietà di chi le costruisce, ma che se poi sono abbandonate, diventano di proprietà dello Sceicco.
La Pauling, in via del tutto eccezionale, ha costruito un edificio e una villa per il Manager, con la
clausola, approvata dallo Sceicco, che potrà venderla quando andrà via. Il Beach Hotel, costruito dalla
CAT, in gestione ora ad una coppia di greci, diventerà fra qualche anno proprietà dello Sceicco
Shakbut. (figg. 10 e 11).
fig. 10 Tre simpatici ragazzini in posa
fig. 11 L’area portuale di Abu Dhabi
La conclusione positiva della missione
Il contratto con lo Sceiccato dell'Abu Dhabi per la ricerca petrolifera, che riguardava un'area onshore,
fu firmato nel 1967, dall'Agip, che era in joint venture con due compagnie americane, la Phillips e
l'Aminoil.
E a questo proposito racconto una curiosità, che ha però il suo interesse. All'aeroporto di Beirut, in
procinto di recarmi in Abu Dhabi via Kuwait e Bahrein, intravidi fra i passeggeri in attesa Hank
Ornelas, rappresentante Scouting della Phillips in Beirut e ovviamente feci in modo di non farmi
vedere; Ornelas poi non salì sul mio aereo, deducendone che doveva recarsi in altro posto. Ma,
sorpresa, ci trovammo assieme il giorno dopo in Bahrein, all'imbarco per il volo per Abu Dhabi, per lo
stesso motivo di lavoro e scoppiammo in grandi risate! Ornelas mi rivelò che, pure lui, mi aveva
intravvisto all'aeroporto di Beirut, ma che aveva fatto finta di non vedermi, avendo ricevuto l'incarico,
pure lui, di effettuare la missione il più segretamente possibile e si era tranquillizzato poi non
vedendomi sul suo aereo con cui andava direttamente a Bahrein a pernottare, invece che come me a
Kuwait. Ad Abu Dhabi però non avemmo alcun contatto comune per l'incontro con lo Sceicco; Ornelas
fu assistito da una compagnia di servizio e alloggiò presso la loro guest house. Poi però Phillips e
AGIP, per decisione delle rispettive direzioni, si trovarono insieme nella joint venture per fare ricerche
in Abu Dhabi.
Appendice : il Qasr al-Hosn
Aggiungo qui , a conclusione dei ricordi, un breve cenno sull’unico edificio storico esistente in Abu
Dhabi, l’Hosn Palace o Qasr al-Hosn, il Palazzo fortino, dove , nel 1965, incontrai lo Sheik Shahkbut
e il suo consigliere Bill Clark (fig. 12), e si svolsero i contatti preliminari per l’acquisizione del nostro
permesso di ricerca petrolifera.
fig. 12 Lo Sceicco Shahkbut e il Consigliere Bill Clark (ritaglio di un giornale di Beirut, 1966).
Circa nel 1761, sul posto dell’unico pozzo di acqua dolce , fu eretta una torre rotonda di osservazione
e guardia. Questa nel 1763, costituì parte di un piccolo fortino e nel contempo divenne la dimora
permanente dello Sceicco in carica. Nel 1939 l’edificio venne ingrandito alle attuali dimensioni. grazie
agli introiti finanziari dati dalla concessione del primo permesso petrolifero. Dal 1966 (quando Sheik
Shahkbut fu esiliato e il successore Zayid e famiglia si trasferì in altra sede) agli anni ’90, Qasr alHosn è stato il Centro Amministrativo di Abu Dhabi. Fra il 1976 e il 1983 fu restaurato e ridipinto di
bianco (da cui l’altro nome di “White Fort”). Ha ospitato la Fondazione Culturale e il Centro di
Ricerca e Documentazione, con esposizioni e mostre. Nel 2009 dovrebbe essere aperto ai visitatori,
come Museo Nazionale e di Storia Naturale.
Seguono qui tre foto emblematiche di Qasr el-Hosn, di confronto e testimonianza dell’impressionante
trasformazione di Abu Dhabi: nel 1960, ai tempi della mia visita (fig. 13) e nel 1972 (fig. 14) [fonte
National Geographic, oct.1975] e nel 2007 (fig .15) [fonte Google Earth].
fig.13/14 Veduta aerea di Qasr el-Hosn nel 1965 e nel 1972 (da National Geographic,oct.1975)
fig.15 Qasr el-Hosn, contornato dai grattacieli della città, 2007 (da Google Earth, 2008, by Ismail
MK Shivamoggas).