LA GRAVIDANZA La gravidanza è il trionfo del corpo femminile che

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LA GRAVIDANZA La gravidanza è il trionfo del corpo femminile che
LA GRAVIDANZA
La gravidanza è il trionfo del corpo femminile che s’impone all’anima con gioia e dolore, con speranza e rancore,
cambiando per sempre la vita che era.
Il corpo femminile è biologicamente progettato per attirare gli uomini e riprodurrsi (Brizendine 2006). I suoi circuiti
cerebrali, nutriti dagli estrogeni, portano ad atteggiamenti di nutrimento, di accudimento e accendono nel cuore, nella
pancia il desiderio del bambino.
Questa tendenza biologica si incontra – scontra con la parte psichica e sociale della donne e anche del suo partner,
determinata dalla storia personale e dalla società in cui vivono. La dinamica che ne nasce imprime i ritmi e l’andamento
della gravidanza, il suo timbro emozionale.
La gravidanza è cambiamento, adattamento, compimento, accoglimento, radicamento. E’ la radice di un processo che
durerà per tutta la vita. Una nuova vita entra nel corpo di donna, si annida, mette le sue radici profondamente nella sua
carne per diventare carne, corpo, essere umano. Mentre si annida, stimola l’accoglienza in sua madre, la creazione di un
grembo psichico. Solo se accolto da lei, può divenire.
La madre si apre gradualmente a lui in un processo di introspezione, dove tutti i sensi si affinano, per cogliere le sue più
sottili manifestazioni. Mentre il bambino si trasforma in una persona finita, acquisendo sempre maggiori competenze,
lei si espande e si trasforma in una persona più ampia, affinando sempre di più la sua intuizione. La metamorfosi di
emtrambi permette l’incontro, quella simbiosi che permetterà la separazione, quando il tempo sarà maturato.
Onde tra alti e bassi, apertura e chiusura, accettazione e rifiuto, benessere e malessere segnano il ritmo della gravidanza
e preparano alle onde più intense del parto. Sono protette da innumerevoli risorse endogene, poiché la vita vuole il
successo, vuole affermarsi. Conoscerle e attivarle, accompagnare mamma e bambino con la loro famiglia in questo
processo significa, mantenere e creare la salute.
IL PARTO
Il parto è il guscio che si rompe per andare oltre i confini. Tra dolore e estasi la donna dona la vita al mondo,
attraversando lande sconosciute che la forgiano nell’anima e nel corpo, e nasce madre.
L’apertura iniziata durante la gravidanza, si completa nel parto con ritmi e dinamiche analoghe. Le doglie cavalcano il
sentiero già tratto con crescente intensità fino a rompere il guscio dell’io. Portano la donna ai suoi confini per superarli,
provvedendola di una nuova forza mai conosciuta prima, la forza delle madri. E’ questa forza che la spinge verso il
distacco del suo frutto, senza possibilità di tornare indietro. La direzione impressa dalle doglie è giù, verso terra, verso il
mondo, via dal grembo! Allora un fiume di ormoni benefici, analgesici, protettivi inonda mamma e bambino e li eleva
verso l’estasi del compimento, è un fiume che accende i sensi, l’intuizione, la percezione, prepara il legame con
desiderio e amore e protegge il passaggio del travaglio, l’adattamento alla vita.
Il dialogo interiore tra mamma e bambino determina il ritmo del parto tra apertura e chiusura, avanzamenti e ritiri,
coraggio e stanchezza, fiducia e disperazione, dolore e gioia, come anche le sue dinamiche e meccaniche. Più forte è
presente il bambino, meglio la mamma si aprirà a lui e meglio procederanno in sintonia. Il tempo interiore dell’apertura
emozionale definisce i tempi del travaglio/parto. Per facilitare la concentrazione necessaria, necessita un ambiente
tranquillo, intimo, senza interferenze, un buon sostegno, sia affettivo (dalla parte del partner o altre persone vicine), sia
professionale (da parte di un’ostetrica) e un accompagnamento che faciliti e stimoli le risorse endogene, elevatissime
nel parto, tra cui le pause tra le doglie sono risorsa primaria. Esse permettono il recupero delle energie, lo spazio per il
dialogo con il bambino e innestano quella cascata ormonale fisiologica che guiderà e proteggerà la nascita.
L’accoglimento del bambino dalla mamma, dai genitori, offre a loro la ricompensa, la gratificazione profonda per lo
sforzo sostenuto, al bambino un passaggio dolce nella vita. Il passaggio biologico per il primo adattamento al mondo
extrauterino dura due ore. L’apertura emozionale dopo un parto spontaneo è totale per imprimere il bambino dentro di
sé e offrirgli un nuovo contenimento.
La nascita è un processo che richiede tempo e rispetto.
IL PUERPERIO
Il ciclo si compie, l’incanto si spezza: il puerperio è l’incontro con il bambino, sognato e reale, che sovvverte l’ordine e
crea spazio per il nuovo. E’ il tempo del limbo tra prima e dopo, dove costruire le matrici del futuro.
Ancora una volta i ritmi appresi durante la gravidanza si ri-propongono in puerperio (durata 40 giorni). L’impatto con il
bambino reale segue le matrici del processo dell’annidamento e del primo trimestre. I vissuti della gravidanza e le
modalità in cui è avvenuta la nascita danno un imprinting emozionale e psicofisico al primo periodo con il bambino che
può assumere l’aspetto prevalente della gioia o della fatica e preoccupazione.
E’ un tempo di adattamento: della mamma alla sua nuova condizione fisica, psichica e sociale, del padre e della
famiglia ai nuovi ruoli, del bambino alla vita fuori dall’utero, nelle limitazioni della gravità, di un piccolo corpo e senza
placenta. E’ il tempo di apprendere i primi passi della danza simbiotica tra mamma e bambino, una danza relazionale
fatta di segnali, ascolto, comprensione dei bisogni e risposte adeguate che portino alla soddisfazione. E’ il tempo della
sperimentazione e della ricerca di un proprio ritmo individuale tra quel bambino e quella mamma in quel preciso
contesto e tempo.
I canali biologici, mantenuti attivi dall’allattamento al seno, dal contatto pelle a pelle, dalle interazioni relazionali sono
risorse potenti e salutogeni, facilitano gli adattamenti reciproci, il recupero dell’esperienza del parto, la stabilizzazione e
la sicurezza del bambino neonato. Il corpo materno è guida e monitor a quello del bambino, la sua psiche lo contiene in
un nuovo “utero” e gli offre una base sicura, di fiducia.
Un contesto affettivo e protetto, libero da interferenze non desiderate, libero da regole e consigli, pieno di attenzione e
ascolto attorno alla madre, insieme a delle cure affettuose di lei, del suo corpo, a un accompagnamento relazionale e
facilitante permettono un inizio sereno della nuova vita familiare con effetti prolungati nel tempo.