Daniela Monaco Crea

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Daniela Monaco Crea
AI COLLEGHI di Daniela Monaco Crea
Qualche tempo fa mi è stato chiesto di stilare
un curriculum che riassumesse le tappe salienti della mia
vita di magistrato e non nascondo che ho incontrato delle
difficoltà perché non riuscivo a riempire il foglio bianco che
avevo davanti: nel mio percorso lavorativo ho sempre e
solo fatto il magistrato.
Riflettendo mi veniva in mente solo che io sono un
magistrato, ho sempre voluto svolgere l‟attività
giurisdizionale e ho cercato di farlo col massimo impegno;
ho rinunciato anche ad altre opportunità lavorative, di
alcune delle quali avevo parimenti respirato l‟aria sin da
bambina.
Per coloro che non mi conoscono, mi presento: sono
Daniela Monaco Crea; sono entrata in Magistratura nel
1998 e ho svolto funzioni di giudice a latere presso la Corte
di Assise di Catania, di componente del collegio penale, del
Tribunale del Riesame e da sei anni quelle GIP-GUP.
Da tre anni ho deciso di partecipare alla vita associativa in
modo diretto.
E‟ stato Peppe Gennaro a propormi la candidatura per la
Giunta Distrettuale dell‟ANM e ricordo ancora che la mia
prima risposta è stata, ovviamente: “NO, non se ne parla
neppure! non sono la persona giusta per questo ruolo.
Grazie ma non posso”. Ma, come molti di voi ben sapete,
Peppe (persona a me molto cara) era un paziente
“persuasore” che sapeva parlare alla mente e al cuore e,
così, eccomi oggi dinanzi a Voi già eletta nella Giunta
Distrettuale Catanese (la prima Giunta unitaria in cui, voglio
ricordarlo, è stata attuata la rotazione nella copertura delle
cariche sociali anche per i colleghi eletti nelle liste che non
avevano raggiunto la maggioranza dei consensi) pronta ad
offrire il mio impegno quale candidata al CDC.
Chi mi conosce ben può intuire quale forte resistenza
interna abbia dovuto vincere per propormi, avendo sempre
ritenuto che vi fossero colleghi più capaci. Mi ritengo
animata da spirito disinteressato e spero che lo ritengano
anche coloro che in questi anni sono venuti in contatto con
me e che gli stessi mi considerino una persona libera da
condizionamenti e pregiudizi (principi ai quali ho inteso
improntare anche la conduzione della presidenza della
giunta ANM).
Ciò, ovviamente, non significa che non mi onori la
candidatura che mi è stata offerta e che non abbia
interesse e piacere sincero a svolgere, se Voi vorrete, la
funzione di componente del CDC dell‟ANM.
Se eletta spero di essere all‟altezza del compito e di
costituire un valido riferimento umano di quanti vorranno
espormi problemi ed esigenze.
Sono un MAGISTRATO e ne sono fiera ed orgogliosa.
Per questo, provo senso di frustrazione di fronte all‟opera
di delegittimazione di cui, inesorabilmente da un ventennio,
è fatta oggetto la magistratura, spesso inerme e, per lo più,
incolpevole. Così come sono stanca e indignata nel vedere
la quotidiana opera di scadimento qualitativo del nostro
lavoro, piegato da numeri, statistiche e obiettivi di
rendimento che rischiano di farci abdicare al dovere
deontologico della riflessione giuridica, alla necessità di
uno studio sereno e non frettoloso delle carte, che
rischiano, in altre parole, di trasformarci tutti in burocrati a
cottimo del diritto.
Oggi la mia candidatura nella lista di Unità per la
Costituzione vuole esprimere la convinzione che per
ciascuno di noi -e tanto più per la mia generazione- sia
giunto il momento di impegnarsi, fare la propria parte e
giocare sino in fondo la partita del rinnovamento.
Per fare questo c'è bisogno dell‟impegno, però, non solo
della mia generazione, ma di tutti i colleghi più giovani e
meno giovani; abbiamo tutti necessità di attivare le tante
idee, proposte, energie, vecchie e nuove, di tutti coloro i
quali,
rifiutando
di
piegarsi
alla
logica
della
delegittimazione, della burocratizzazione e della perdita di
senso istituzionale, vogliono contribuire a immaginare e
realizzare una magistratura al passo con i tempi, che
valorizzi e attualizzi il modello che i padri costituenti
intesero dare al nostro Ordine.
Va, oggi più che mai, ribadito che l‟Associazione nazionale
magistrati non ha (ed io ribadisco con fermezza non deve
avere) carattere politico e si propone gli scopi
espressamente indicati all‟art. 2 dello Statuto.
Lo spirito con cui intendo approcciarmi alle funzioni per cui
mi sono candidata non è quello di „urlare‟ slogan
preconfezionati e populistici, ma è quello di ascoltare quel
che ciascuno ritiene debba essere il ruolo e la funzione
della nostra Associazione, quel che ciascuno si aspetta da
essa.
Non dobbiamo mai dimenticare che la collettività ci affida il
compito di dirimere conflitti e di garantire sicurezza e
convivenza sociale: abbiamo l‟obbligo, quindi, di proporci
con sobrietà e di operare con serietà, sì da acquisire
quell‟autorevolezza naturalmente propria della funzione
giurisdizionale.
E‟ allora fondamentale che nell‟ANM che immagino si lavori
per recuperare la dignità della funzione mediante un forte
richiamo all‟etica della stessa,rifacendoci ai valori del
codice deontologico, voluto da tutte le componenti
dell‟Associazione Nazionale Magistrati che nelle norme di
comportamento ivi indicate, "ispirate all'attuazione dei
valori morali fondamentali della categoria", si riconoscono.
Regole insite in ciascuno di noi, che hanno e devono avere
una forza precettiva pari a quella delle norme di diritto
positivo e che devono indurre tutti, e non solo gli organi
istituzionalmente deputati a farlo, a vigilare ed
eventualmente segnalare comportamenti anche solo
eticamente scorretti.
Parimenti dobbiamo immediatamente muoverci, in modo
positivo e propositivo, per dare risposte efficaci ed effettive
alle legittime istanze dei colleghi in materia di carichi
esigibili con indicazione di parametri nazionali medi di
carico di lavoro e di produttività, di fissazione di parametri
certi di responsabilità disciplinare che non colpiscano più,
come è avvenuto nel recente passato, colleghi meritevoli e
rei di avere „lavorato troppo‟, di riconoscimento della
riabilitazione disciplinare, di assicurazione del diritto ad un
periodo di riposo effettivo e congruo rispetto all‟impegno
profuso, di individuazione del miglior modello di dirigente,
di garanzia che lo svolgimento della funzione
giurisdizionale sia e resti immune da azioni ritorsive delle
parti private.
Questi gli obiettivi ai quali dovrà lavorare il prossimo CDC,
innovando nei metodi e nella sua organizzazione interna,
valorizzando ancor più l‟Ufficio Sindacale, costituendo un
Centro Studi sull‟organizzazione giudiziaria, prevedendo
meccanismi di diretto coinvolgimento di un numero sempre
più ampio di colleghi.
Quella in corso non è e non deve essere una competizione
elettorale; io non mi sento in contrapposizione con alcuno.
Sono stata invitata a dare la mia disponibilità a servizio dei
colleghi e, dopo un momento di riflessione, la ho data.
Ai miei impegni di lavoro e di madre e di moglie, se
riceverò un numero di consensi necessari, dovrò
aggiungere anche gli impegni per l‟Associazione a livello
nazionale; ciò non mi spaventa perché –e spero che
questa mia affermazione non venga percepita come
“presuntuosa”- per me costituisce principio di vita
assolutamente inderogabile che, una volta assunto un
impegno, esso deve essere assolto senza badare a
sacrifici, convinta come sono, peraltro, che, solo che lo si
voglia veramente e si abbia disponibilità mentale piena,
incondizionata e senza riserve, si “arriva a tutto” anche
perché così sarà più facile riuscire ad ottenere
l‟indispensabile collaborazione dei colleghi.
Quel che conta non è il singolo e la contrapposizione fine a
sé stessa ovvero piegata a finalità personali, ma l‟esistenza
di un gruppo di persone che lavora non già “contro” ma
“per”: solo se siamo coesi all‟interno, potremo ottenere
all‟esterno risultati in termini di credibilità ed affidabilità e,
quindi, potremo avanzare legittime rivendicazioni.
Il lavoro di questo ultimo anno della sezione di Catania,
Siracusa, Ragusa e Caltagirone di Unità per la
Costituzione, articolato nei gruppi di lavoro e negli incontri
con la segreteria distrettuale, ha consentito a tanti colleghi
di esprimersi.
Agli amici e colleghi che si candidano come me e le cui
osservazioni trovo spesso condivisibili, chiedo di
abbandonare ogni atteggiamento di contrapposizione e, se
mai vi è stato, di diffidenza e di ricercare piuttosto un leale
e sano confronto che possa assicurare reciproca
legittimazione e la evidenziazione, non solo delle
fisiologiche divergenze, ma anche dei punti di condivisione
e di continuità. Non so se un tale atteggiamento sia stato
generato da vecchie incomprensioni; se così fosse, ritengo
di potere assicurare che i candidati della lista di cui io
faccio parte non intendono restare prigionieri di esse.
Nel ringraziarvi vi chiedo, quindi, di aiutarmi in questo
nuovo percorso, di credere in me, nella mia indipendenza e
nella mancanza di alcun secondo fine carrieristico, che,
come spero possa testimoniare il costante impegno
profuso in campo lavorativo, non ha mai rappresentato
l‟obiettivo ultimo delle mie azioni.
Daniela Monaco Crea