20120620 News casa e citta n.11

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20120620 News casa e citta n.11
11/2012
11/2012
In questo numero:
■ La quantità di edilizia pubblica pone l'Italia agli ultimi
posti in Europa:oggi, a fronte di 600mila domande inevasa
da ex IACP, la produzione annuale è inferiore a 2000 unità.
Cgil, Cisl, Uil e Federcasa hanno chiesto unitariamente al
Governo misure volte alla costruzione di nuovi alloggi, alla
ristrutturazione del patrimonio esistente e ad una tassazione
che tenga conto della finalità sociale del settore.
■ Il Comitato delle Regioni ha adottato quattro pareri sui
regolamenti relativi ai nuovi fondi strutturali, mettendo in
chiaro la posizione sul cammino da seguire per il successo
della politica di coesione 2014-2020: un parere sottolinea
come “il Fondo di coesione dovrebbe finanziare anche
progetti integrati in materia di politiche abitative
sostenibili”.
■ In una recente lettera il Presidente della Repubblica
francese Hollande risponde al portavoce della
Federazione del Diritto all’abitazione impegnandosi ad
incrementare di 150mila alloggi l’anno l’offerta di case
popolari, impedire lo sfratto delle famiglie meno abbienti,
regolare gli affitti privati, introdurre una tariffazione
progressiva sulle utenze per proteggere i consumi,
riequilibrare la fiscalità patrimoniale e mettere una
tassazione progressiva sui suoli edificabili.
Edilizia pubblica con dati
FEDERCASA sulle
abitazioni pubbliche in
Italia e elaborazioni CENSIS
su dati Unece e Eurostat,
sulle abitazioni pubbliche
nei Paese europei.
Europa: indicazioni del
Comitato delle Regioni
sulla futura politica di
coesione con parere di
Romeo Stavarache sul
Fondo di Coesione e terzo
programma URBACT II.
Politica abitativa: lettera di
Francois Holland a JeanBaptiste Eyraud,
portaparola della
Federazione Droit au
Logemental (Federazione
francese del Diritto
all’abitazione).
Edilizia pubblica
CGIL, CISL, UIL e Federcasa (in rappresentanza degli ex IACP comunque denominati), nell'incontro del 23 maggio hanno
convenuto come i temi dell’abitare debbano
tornare ad essere centrali nel dibattito politico. Non ci sono dubbi che ci sia una forte
connessione tra le politiche abitative e quelle sociali e di welfare. Tant’è che una sinergia di intervento viene vista come possibilità
di incidere nella riduzione del disagio e allo
stesso tempo può rappresentare un veicolo
di crescita economica ed occupazionale.
Si è concordato sull’urgenza di rilanciare
un’azione nei confronti del Governo e
delle Istituzioni, vista la scarsità delle risposte fornite al crescente disagio abitativo,
anche a fronte di continue rivendicazioni
portate avanti dalle organizzazioni sindacali.
L'obiettivo è sollecitare un'attenzione urgente sul tema della "casa", richiedendo misure
volte prioritariamente alla costruzione di
nuovi alloggi di edilizia pubblica, alla riqualificazione del patrimonio esistente ed a una
tassazione che tenga conto della finalità sociale del patrimonio pubblico.
La questione abitativa da anni è divenuta
un’emergenza nazionale. Sono sempre di
più le famiglie che non riescono a trovare
un'abitazione che risponda alle proprie esigenze economiche, sia nel compatto pubblico che in quello privato, dove vecchie e
nuove domande (giovani, single, migranti,
famiglie monogenitoriali o monoreddito, lavoratori mobili) si trovano a fronteggiare un
mercato con canoni aumentati fino al 150%
negli ultimi dieci anni. Il disagio non riguarda più solo le categorie tradizionalmente
svantaggiate, ma sta diventando un fenomeno sociale che investe trasversalmente
la società. Risulta sempre più evidente
quanto una politica per la casa, soprattutto
in affitto,, influenzi la creazione e lo sviluppo
di nuovi nuclei familiari, concorra ad un percorso di autonomia sociale dei giovani, sia
determinante per gli anziani e sostenga anche le nuove domande.
Cgil, Cisl, Uil e Federcasa hanno ribadito
l’urgenza di trovare soluzioni che diano
risposte concrete a questo disagio, a cominciare dagli sfratti per morosità, aumetati esponenzialmente negli anni e che oggi
rappresentano una vera emergenza nazionale. E' stata inoltre condivisa la necessità
di rivendicare un flusso di finanziamenti
certi e costanti, in parte provenienti dalla fiscalità generale, che permettano di far uscire il Paese dall’emergenza abitativa e ricollochi la politica della casa in una costante,
normale e programmabile gestione.
Cgil, Cisl, Uil e Federcasa chiedono al
Governo misure volte alla costruzione di
nuovi alloggi, alla ristrutturazione del
patrimonio ed a una tassazione che tenga
conto della finalità sociale del settore.
Un sistema fiscale più coerente ed orientato
può inoltre determinare la creazione di condizioni di concorrenza nel settore dell’edilizia
residenziale: stessi prelievi tributari per immobili di enti diversi, uguale trattamento tra
settore pubblico e privato in merito alla possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali
del 36% delle ristrutturazioni e del 55% per
la riqualificazione energetica.
L'edilizia pubblica in Italia
La quantità di abitazioni sociali pone l’Italia ai livelli
più bassi d’Europa: 4% sul patrimonio abitativo nel
complesso contro una media europea del 20%. Peraltro,
in paesi con ridimensionamenti dello stock di abitazioni
in affitto, la percentuale di social housing su nuovi
alloggi è più elevata: 9% in Francia e Germania, 10% in
Spagna, 11% nel Regno Unito, 13% nei Paesi Bassi.
La realizzazione di alloggi pubblici è stata consentita
dai fondi Gescal, fino al 1998; in seguito al passaggio
delle competenze alle Regioni, i fondi residui sono stati
in parte trasferiti direttamente per edilizia agevolata, in
parte gestiti per conto delle Regioni dalla Cassa depositi
e prestiti per edilizia sovvenzionata. Ad un aumento del
fabbisogno (si stimano circa 600.000 domande di aventi
diritto nelle graduatorie dei Comuni) si è accompagnata
una diminuzione della produzione: nel 1984 la spesa
pubblica finanziava 34.000 abitazioni, nel 1990 circa
13.000, nel 1998 solo 4.100, negli ultimi anni 1.900. Dal
1993 sono stati venduti circa 155.000 alloggi con un saldo negativo tra vendite e nuovi alloggi.
0,0
10,0
20,0
Olanda
40,0
50,0
60,0
34,6
Sve zia
21,0
Re gno Unito
21,0
Danim ar ca
20,0
Fr ancia
17,5
Finlandia
17,2
Aus tr ia
Ir landa
30,0
14,3
8,0
Be lgio
7,0
Ge r m ania
6,5
Italia
4,0
Portogallo
3,3
Spagna
0,9
Alloggi di edilizia sociale sul
patrimonio abitativo complessivo
(val %) - Elaborazione CENSIS su dati
Unece, Eurostat e rapporto Housing
Statistics in the Eu 2004
70,0
Fondi europei
Durante la sessione di maggio del Comitato
delle Regioni sono stati adottati quattro pareri sui regolamenti relativi ai nuovi fondi
strutturali, mettendo in chiaro la loro posizione sul cammino da seguire per il successo della politica di coesione 2014-2020.
■ Parere sul Fondo di coesione europeo
(relatore Romeo Stavarache sindaco di Bacău): il CdR ha sottolineato che gli investimenti in infrastrutture promossi dal Fondo di
coesione hanno dimostrato nel corso degli
anni di poter produrre un elevato valore aggiunto europeo. Grazie a questi investimenti, l'UE può garantire agli europei un livello
di vita più alto e maggiori opportunità di sviluppo alle imprese. Come ha sottolineato il
relatore, "Il Fondo di coesione sostiene progetti di grandi dimensioni che non potrebbero essere realizzati senza il sostegno finanziario dell'UE, offrendo a tutte le regioni la
possibilità di sviluppare il proprio potenziale". Per questi motivi, regioni e città sostengono la proposta della Commissione di
mantenere un bilancio cospicuo per il Fondo anche nel periodo 2014-2020.
Il terzo bando Urbact, chiuso a marzo
2012, favorisce la creazione di reti tematiche basate sui temi-cardine della strategia
Europa 2020 per città inclusive, sostenibili e
innovative.
Reggio Emilia, Napoli e Cesena saranno
capofila di tre progetti dedicati rispettivamente a trasporto intermodale, pianificazione
urbana e occupazione giovanile. Altre nove
città, Torino, Genova, Novara, Ancona, Monza, Molfetta, Messina, Gualdo Tadino, Pescara, Sternatia, entrano in partenariati
guidati da altre città europee.
L’approvazione dei progetti da parte dell’Urbact II Monitoring Committee, responsabile
dell’orientamento strategico, oltre che del
mantenimento degli standard di efficienza e
qualità del programma, si è basata sulle valutazioni dell’External Assessment Panel,
che ha avuto il compito di fornire una valutazione e una classificazione di tutti i progetti
eleggibili. Quelli approvati entreranno nella
Development Phase per allargare i partenariati all’ingresso di un numero maggiore di
città. I comuni che intendono entrare a far
parte dei partenariati già approvati possono
contattare direttamente i lead partner per
stabilire le eventuali modalità di partnership.
Priorità di regioni e città europee per la
politica di coesione 2014-2020: un parere
adottato dal CdR sottolinea che il Fondo
di coesione dovrebbe finanziare anche
progetti di politiche abitative sostenibili
Il parere sottolinea inoltre che “il Fondo di
coesione dovrebbe finanziare anche progetti integrati in materia di efficienza energetica degli edifici e di politiche abitative
sostenibili”, e condivide la necessità di investimenti intelligenti nello sviluppo di infrastrutture a livelo europeo.
Infine, il CdR ha invitato ad evitare iniziative
che possano portare a un'erosione della dotazione assegnata alla politica di coesione, in
particolare per quel che riguarda i 10 miliardi
di euro assegnati al bilancio del Meccanismo
per collegare l'Europa.
Sul sito www.cor.europa.eu i quattro pareri
sui regolamenti relativi ai nuovi fondi strutturali
Nell'ambito di progetti finanziati con fondi
europei, a Copenaghen il 23 aprile, dodici
città italiane sono state ammesse a
partecipare alla terza call di Urbact
Il progetto USEACT vede Napoli capofila e
partner Atene, Barakaldo (Spagna), Dublino,
Area Metropolitana di Baia Mare (Romania).
Il progetto (durata tre anni) supporterà le città
nella definizione, valutazione e realizzazione
di strategie integrate di pianificazione per ridurre il consumo del suolo nell’ottica del “riutilizzo e valorizzazione dell’esistente” attraverso piani di azione locale, affrontando diversi obiettivi (rifunzionalizzazione di aree residenziali, quartieri storici, aree produttive industriali o commerciali). Attraverso la “rivitalizzazione” di edifici esistenti, il progetto mira
a migliorare la qualità della vita e degli spazi
urbani nonché alla valorizzazione del patrimonio storico urbano con riflessi positivi per
lo sviluppo del settore delle costruzioni.
Sul sito www.urbact.eu
l'elenco dei progetti approvati
Politica abitativa
Il Presidente Hollande si è impegnato ad incrementare di 150mila alloggi l’anno l’offerta
di case popolari, impedire lo sfratto delle famiglie meno abbienti, regolare gli affitti privati, introdurre una tariffazione progressiva
sulle utenze per proteggere i consumi, riequilibrare la fiscalità patrimoniale e una tassazione progressiva sui suoli edificabili.
Nel nostro Paese impegni analoghi dovrebbero essere orientati ad aumentare l’offerta
di edilizia pubblica e di alloggi in a canoni
In una recente lettera il Presidente
della Repubblica francese Hollande
risponde al portavoce
della Federazione del Diritto all’abitazione
calmierati, riformare il regime delle locazioni
per riequilibrare le dinamiche del mercato,
sostenere il reddito delle famiglie più deboli
attraverso il fondo di sostegno all’affitto.
Lettera di François Hollande a Droit au Logement
Parigi, 27 aprile 2012
Sono venuto a conoscenza della lettera con la quale la vostra federazione ha voluto attirare la mia attenzione sulla drammatica crisi
abitativa che il nostro paese sta attraversando. Condivido la vostra indignazione riguardo le condizioni indecenti nelle quali vivono
certi nostri concittadini nonché le difficoltà di molti altri a pagarsi un tetto. Ormai non è più raro lesinare sul cibo pur di pagare l’affitto
alla fine del mese, oppure smettere di accendere il riscaldamento durante l'inverno per non avere le bollette del gas o dell'elettricità
da pagare. Non mi rassegno a queste sofferenze. Non mi rassegno all'ingiustizia della condizione abitativa. La mia lotta per
l’uguaglianza passerà anche da qui. Così, il diritto alla casa dovrà essere garantito. Si tratta di un obiettivo che ha già un valore
costituzionale e voglio impegnarmi per renderlo effettivo. Se i Francesi mi accorderanno la loro fiducia, la legge che istituisce la
giudiziabilità del diritto alla casa, dovrà essere rispettata innanzitutto dallo Stato. Perciò mi impegno a non sfrattare i nuclei familiari
riconosciuti prioritari dalle commissioni DALO e a cercare le possibili strade per mobilitare il parco privato. La lotta contro gli
affittacamere che sfruttano gli inquilini facendoli vivere in condizioni indegne, sarà intensificata, poiché è inammissibile che la
miseria di alcune persone faccia la ricchezza di altre. I condomini degradati dei quartieri popolari, terreno fertile per gli affittacamere,
saranno finalmente eleggibili per il rinnovamento urbano in modo da estromettere i proprietari disonesti. Inoltre, il diritto alla casa
non sarà effettivo se non crescerà il settore abitativo sociale: più di 1,2 milioni di persone sono in attesa di un HLM – case popolari
pubbliche a canoni sociali – a causa della mancanza di abitazioni disponibili. È per questo motivo che mi sono impegnato a
realizzare 150.000 alloggi realmente sociali all’anno anno, grazie al raddoppio del massimale del Livret A - libretto di risparmio
detassato ed a basso tasso di interesse destinato a finanziare il settore abitativo pubblico - e degli aiuti al mattone, poiché, come
voi, credo che tocchi alla solidarietà nazionale finanziare la casa per tutti. Sarà soppresso il salasso dei gestori di HLM – e dunque
dei loro inquilini - dato che pesa sulle capacità di investimento e di manutenzione degli alloggi sociali. Le tabelle di calcolo dei
sovraffitti saranno riesaminate per renderli realmente giusti, ed il risultato potrà essere oggetto di una forma di perequazione, in
particolare per favorire gli affitti decisamente sociali. Le modalità dovranno essere discusse con il movimento HLM. Quanto alla
vendita del patrimonio dei locatori sociali, considero personalmente che non possa essere una politica. Mentre ci mancano alloggi
accessibili, non è pertinente la vendita massiccia di quelli esistenti. Ciò significherebbe privatizzare l'investimento realizzato dalla
Nazione durante molte generazioni. Io mi rifiuto. La legge SRU - Solidarierà e rinnovamento urbano - sarà rafforzata. Condividiamo
infatti la convinzione che sia indispensabile. Se i Francesi mi accorderanno la loro fiducia, il livello minimo di alloggi sociali sarà
portato al 20-25% e le sanzioni per il non rispetto della legge saranno quintuplicate nei confronti dei comuni refrattari, perché non è
accettabile pagare 140 euro in media per ciascun alloggio mancante per sfuggire alla legge! Chiederò al Prefetto di sostituirsi al
Sindaco per rilasciare il permesso di costruire alloggi sociali nei comuni che si rifiutano di applicare l'art. 55 della legge SRU. La
legge è uguale per tutti. Per sostenere la costruzione accessibile, proporrò al Parlamento l’approvazione della regola dei tre terzi
istituita per le costruzioni significative di nuovi alloggi: un terzo in locazione sociale, un terzo in acquisto sociale e un terzo in
acquisto libero. Inoltre, lo Stato e gli enti pubblici metteranno a disposizione gratuitamente dei terreni non utilizzati di loro proprietà al
fine di realizzare alloggi sociali. Trattandosi di lotta contro il caro-affitti, è una delle mie priorità. Mi sono impegnato a regolare gli
affitti del mercato privato in occasione del cambio di inquilino e della locazione. In effetti, nel 2010 nell’Ile-De-France gli affitti delle
rilocazioni sono aumentati diciotto volte più velocemente delle locazioni in corso, e quattro volte più veloci nel resto del paese. Se i
Francesi mi daranno fiducia, gli affitti delle rilocazioni dovranno rispettare gli affitti di vicinato per un’abitazione equivalente.
Un’abitazione cara non è solo questione di canone d'affitto ma anche di bollette. È per questo che ho proposto di istituire una
tariffazione progressiva dell'acqua, del gas e dell'elettricità, perché avere luce e riscaldamento sono bisogni di prima necessità che
dovrebbero costare meno rispetto all'energia superflua. Allo stesso modo, un grande piano di recupero immobiliare termico
permetterà di offrire un buon risultato per un milione di appartamenti all'anno. E questo ridarà anche potere d'acquisto. Trattandosi di
giustizia fiscale, mi sono impegnato affinché ogni euro speso dallo Stato sia un euro utile. Così, gli aiuti agli investimenti locativi
continueranno solamente se saranno abbinati ad una contropartita di moderazione significativa del canone d'affitto praticato. Oltre a
ciò mi impegno a riequilibrare la fiscalità patrimoniale in rapporto a quella sul lavoro e a mettere in atto una tassazione progressiva
sui suoli edificabili inutilizzati. Qualora un proprietario decida di congelare un terreno edificabile e di privare la collettività degli alloggi
che potrebbero esservi costruiti, deve contribuire ad assumersi il costo collettivo che ciò rappresenta. Più a lungo manterrà il suolo
inutilizzato, più alta sarà la tassazione. Infine, condivido la vostra preoccupazione di tener in maggiore considerazione gli abitanti,
sia nei progetti locali di sistemazione che nella gestione quotidiana delle abitazioni. L'innovazione in materia di autocostruzione o di
abitazione leggera dovrà essere oggetto di particolare attenzione verificando che il suo carattere sia realmente sociale. Quanto agli
insediamenti abitativi d'oltre mare – ex colonie - sono già oggetto, all'interno della mia équipe di campagna elettorale, di una
attenzione specifica, essendo l'abitazione una grande preoccupazione sia dei nostri concittadini d'oltremare che dei loro
amministratori locali.
Assicurandovi la mia piena mobilitazione, vi prego di gradire i miei più sinceri saluti.
News casa e città n. 11
20 giugno 2012