Rischio da agenti chimici ruolo e compiti del
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Rischio da agenti chimici ruolo e compiti del
http://prevenzione.ulss20.verona.it/ Verona 31 maggio 2011 Rischio da agenti chimici ruolo e compiti del medico competente Manuela Peruzzi – Cristina Fiorini – Mario Gobbi - Direttore Spisal ULSS 20 Responsabile vigilanza SPISAL ULSS 20 sede di Colognola ai Colli Responsabile vigilanza SPISAL ULSS 20 sede di Verona - Il rischio chimico: dati epidemiologici - Agenti chimici pericolosi - Valutazione del rischio - Interventi di prevenzione e protezione - Sorveglianza sanitaria - Esempi di valutazione del rischio - Esercitazione Malattie professionali tabellate, denunciate nel periodo 2005-09 e indennizzate fino al 31 dicembre 2010 – Dati INAIL ITALIA Malattia N° Di cui mortali Asbestosi 1138 161 Silicosi 454 55 Neopl. da polv.cuoio 62 22 Neopl. da polv.legno 131 39 Neopl. da asbesto 3458 2718 Pneumoconiosi 166 11 Mal. cutanee 726 1 Asma bronchiale e AAE 243 1 Mal. da “idrocarburi” 539 85 Mal. da “metalli” 278 28 Totale 7195 3121 Malattie professionali tabellate, denunciate nel periodo 2005-09 e indennizzate fino al 31 dicembre 2010 – Dati INAIL VENETO Malattia N° Di cui mortali Asbestosi 17 3 Silicosi 9 2 Neopl. da polv.cuoio 8 1 Neopl. da polv.legno 14 1 Neopl. da asbesto 227 173 Pneumoconiosi 4 0 Mal. cutanee 65 0 Asma bronchiale e AAE 27 0 Mal. da “idrocarburi” 19 2 Mal. da “metalli” 25 0 415 182 Totale Malattie professionali tabellate, denunciate nel periodo 2005-09 e indennizzate fino al 31 dicembre 2010 – Dati INAIL Provincia di Verona Malattia N° Di cui mortali Neopl. da polv.legno 2 0 Neopl. da asbesto 31 26 Mal. cutanee 10 0 Asma bronchiale e AAE 4 0 Mal. da “idrocarburi” 4 0 Mal. da “metalli” 1 0 52 26 Totale DM 14 gennaio 2008* Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria La denuncia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 139 del DPR 1124/65 e successive modificazioni e integrazioni Lista I: malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità (alcuni esempi) Gruppo 1: malattie da agenti chimici esclusi i tumori …. agenti malattie cod. id. Cromo leghe e composti Ulcere e perforazioni del setto nasale Dermatite allergica da contatto Asma bronchiale I.1.05 I.1.05 I.1.05 J34.8 L23.0 J45.0 Piombo leghe e composti Colica saturnina Polineuropatia periferica I.1.10 T56.0 I.1.10 G62.2 Manganese leghe e composti Parkinsonismo manganico Psicosindrome organica I.1.06 G21 I.1.06 F07.9 Benzene Pancitopenia di tipo iporigenerativo I.1.35 D61.2 Toluene Psicosindrome organica I.1.36 F07.9 * art. 2: nella denuncia va indicato il codice identificativo, riportato in dette liste, della malattia correlata all’agente Lista II: malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità (alcuni esempi) Gruppo 6 – Tumori professionali agenti Asbesto Formaldeide Gas di combustione motori diesel Radiazioni solari Percloroetilene malattie Tumore della laringe Tumori delle cavità nasali Tumori dei seni paranasali Leucemie cod. id. II.6.03 C32 II.6.09 C30 II.6.09 C31 II.6.09 C91-95 Tumori del polmone Tumori della vescica II.6.10 II.6.10 Melanoma cutaneo II.6.12 C43 Linfoma non Hodgkin Tumore dell’esofago C34 C67 II.6.14 C82-85 II.6.14 C15 Gruppo 7 – Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro Lavorazioni/esposizioni malattie cod. id. Disfunzioni dell’organizzazione del lavoro (costrittività organizzative) Disturbo dell’adattamento cronico Disturbo post-traumatico cronico da stress II.7.01 F43.2 II.7.01 F43.1 DM 9 aprile 2008 Nuova tabella delle malattie professionali nell’industria di cui all’art.3 del DPR 1124/65 (alcuni esempi) Malattie (ICD-10) Lavorazioni Periodo massimo di indennizzabilità Lavorazioni che espongono all’azione del cromo, leghe e composti 3 anni 5) Malattie causate da cromo, leghe e composti: a) Ulcere e perforazioni del setto nasale (J34.8) e) Carcinoma del polmone (C34) illimitato 6) Malattie causate da manganese, leghe e composti: Parkinsonismo manganico b) Psicosindrome organica a) Lavorazioni che espongono all’azione del manganese, leghe e composti 10 anni 4 anni Lavorazioni che espongono all’azione del piombo, leghe e composti 4 anni 1 anno 10) Malattie causate da piombo, leghe e composti: a) Neuropatia periferica (G62.2) e) Colica saturnina (T56.0) Malattie (ICD-10) Lavorazioni Periodo massimo di indennizzabilità Lavorazioni che espongono all’azione del benzene 3 anni 32) Malattie causate da idrocarburi aromatici mononucleari: a) Sindrome emocitopenica (D61.2) b) Leucemia mieloide (C92) c) Encefalopatia tossica (G92) d) Dermatite irritativa da contatto (L24) illimitato Lavorazioni che espongono all’azione degli idrocarburi aromatici mononucleari 3 anni 6 mesi Lavorazioni che espongono a polveri di legno duro illimitato Illimitato Lavorazioni che espongono a polveri di cuoio illimitato illimitato 67) Malattie neoplastiche causate da polveri di legno duro: a) Tumori delle cavità nasali (C30) b) tumori dei seni paranasali (C31) 68) Malattie neoplastiche causate da polveri di cuoio a) Tumori delle cavità nasali (C30) b) tumori dei seni paranasali (C31) MODALITÀ D’AZIONE DEL RISCHIO CHIMICO in modo improvviso e brutale incidente/infortunio: incendio, esplosione, ustione, intossicazione, asfissia, ecc. dopo un certo tempo di esposizione malattia: dell’apparato respiratorio (asma, rinite), di malattie della pelle e delle mucose (irritazioni, ulcerazioni, eczemi, ecc.), di malattie del sistema nervoso (mal di testa, tremori, turbe psichiche, ecc.), dei tumori (delle vie aeree e digerenti, ecc.). Possibili effetti sulla salute Occhi effetti irritanti effetti allergizzanti Vie respiratorie effetti irritanti effetti allergizzanti (Asma, AAE) pneumoconiosi tumori Pelle effetti irritanti effetti allergizzanti (DAC) tumori Organi interni sistema nervoso fegato rene sistema emolinfopoietico quali agenti chimici ? 1. Sostanze classificate come pericolose (D.Lgs. 52/97) 2. Preparati classificati come pericolosi (D.Lgs. 65/03) 3. Sostanze e preparati non classificati ma che comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori a causa delle loro proprietà chimico-fisiche, chimiche e tossicologiche comprese quelle cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale SCHEDA DI SICUREZZA 1. Identificazione del preparato e della società produttrice 2. Composizione/Informazioni sugli ingredienti 3. Identificazione dei pericoli 4. Misure di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell'esposizione/protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni A chi e a cosa serve la SDS Permette al Ddl dell’impresa utilizzatrice del prodotto di: effettuare l’analisi e la valutazione dei rischi aziendali · individuare le misure preventive tecniche, organizzative e procedurali informare e di formare il personale sui rischi dei prodotti chimici e sulla loro corretta e sicura utilizzazione · elaborare le istruzioni e le procedure, correnti e di emergenza, che egli deve stabilire per ogni posto di lavoro dove un dipendente utilizza dei prodotti chimici pericolosi. quali pericoli ? Esplosivi Comburenti Infiammabili Tossici Nocivi Corrosivi Irritanti Sensibilizzanti R42, 43 Cancerogeni R45, 49 Mutageni R46 Teratogeni R60 - 64 attuale etichettatura REACH Regolamento CE/1907/2006 in vigore dal 1 giugno 2007 IL REGOLAMENTO CLP Il CLP nasce dal GHS (Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemical), il programma volontario mondiale di armonizzazione della classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze chimiche. REACH Il Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), ha lo scopo principale di migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti da sostanze chimiche già esistenti (introdotte sul mercato prima del settembre 1981) e nuove (dopo il settembre 1981) e al contempo mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea. CLP Come cambia l’etichetta GHS (Global Harmonization System) ETICHETTE A CONFRONTO Titolo IX del D. Lgs. 81/2008 Capo I Protezione da agenti chimici 44 articoli Capo II Protezione da agenti cancerogeni e mutageni Capo III Protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto Capo IV Sanzioni + 6 allegati XXXVIII, XXXIX, XL, XLI*, XLII, XVIII * Riferimento alle norme tecniche Valutazione del rischio chimico • • • • • • • • • • Elenco delle sostanze con i quantitativi; Schede di sicurezza aggiornate; Attività in cui è previsto l’utilizzo; Lavoratori coinvolti nell’esposizione; Modalità di utilizzo; Durata dell’esposizione; Misure di prevenzione e protezione adottate; Risultati di indagini ambientali; Risultati del monitoraggio biologico; Risultati della sorveglianza sanitaria. valutazione del rischio chimico irrilevante Condizioni che devono essere contemporaneamente presenti • • • • Utilizzo sporadico; Quantitativi limitati; Bassa pericolosità; Presenza di sole misure generali per la prevenzione: - ventilazione generale dell’ambiente; - non necessità di impianti di aspirazione localizzata; - procedure e attrezzature adeguate; valutazione del rischio chimico non irrilevante • Utilizzo frequente; • Quantitativi significativi; • Necessità di misure specifiche di prevenzione e protezione: - impianti di aspirazione alla fonte; - dispositivi di protezione individuale; - sorveglianza sanitaria. Valutazione del rischio Indagini ambientali misure effettuate in base a norme UNI-EN contenute nell’allegato XLI, in particolare UNI-EN 689 Confronto con i VLE (allegato XXXVIII) o TLV Modelli o algoritmi Entrambe le modalità vanno integrate con i risultati del monitoraggio biologico, quando è obbligatorio e/o disponibile D. LGS 81 - Art. 222 (Definizioni) 1. Ai fini del presente titolo si intende per: d) valore limite di esposizione professionale (VLE)*: se non diversamente specificato, il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell'aria all'interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento; un primo elenco di tali valori e' riportato nell'allegato XXXVIII; 97 valori limite e) valore limite biologico (VLB): il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell'appropriato mezzo biologico; un primo elenco di tali valori e‘ riportato nell'allegato XXXIX (per adesso c’è solo per il piombo ematico); *VLE - Valore Limite di Esposizione Professionale Media ponderata riferita ad 8 h e breve termine 15’ TLV - valore limite di soglia ACGIH American Conference of Governmental Industrial Hygienists) TLV-TWA / media ponderata nel tempo: la concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore (su 40 ore lavorative settimanali), alla quale si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi. TLV-STEL / limite per breve tempo di esposizione: la concentrazione alla quale si ritiene che i lavoratori possano essere esposti continuativamente per breve periodo di tempo, purché il TLV-TWA giornaliero non venga superato. TLV-C / Ceiling: la concentrazione che non deve essere superata durante l’attività lavorativa nemmeno per un brevissimo periodo di tempo Circa 700 valori limite TLV PER MISCELE DI SOSTANZE CON EFFETTI ADDITIVI O INDICE DI ESPOSIZIONE C1/T1+C2/T2+...+Cn/Tn = 1 Esempio L’aria contiene; ·300 ppm di Acetone (TLV=500 ppm) ·150 ppm di Acetato di sec-butile (TLV=200 ppm) ·100 ppm di 2-butanone (TLV=200 ppm) 300/500+150/200+100/200 = 1,85 Il TLV è superato IBE - valori limite biologici ACGIH American Conference of Governmental Industrial Hygienists) Sono elencate 36 sostanze per le quali è stato definito uno o più IBE Esempio: Toluene o-cresolo nelle urine Acido ippurico “ Toluene nel sangue momento del prelievo IBE fine turno 0,5mg/l “ 1,6 g/gcreat. p.u.t.s.l. 0,05 mg/l RISCHIO TOSSICOLOGICO PER INALAZIONE E CONTATTO Valutazioni senza indagini ambientali e confronto con i VLE I modelli o algoritmi sono procedure che assegnano un punteggio ai fattori che intervengono nella determinazione del rischio pesando, per ognuno di essi in modo diverso, l’importanza assoluta e reciproca sulla valutazione finale. Elenco non esaustivo dei comparti e degli agenti chimici pericolosi Ceramiche Cementifici Vetrerie polveri, metalli, solventi polveri, silice, Cr IV polveri, CO, NOx , SO2 , alcol furfurilico, furfurolo, aldeide formica, fenolo polveri, metalli, CO, NOx ,SO2 Metalmeccaniche fumi di saldatura, CO-NOx- O3 polveri, metalli, solventi organici Galvaniche Calzaturifici Pelletterie Falegnamerie Verniciatura Industria grafica Industria Chimica e farmaceutica Decalcomanie Vetroresina Finta pelle Plastica metalli, CN-, solventi organici solventi organici, eventuali polveri di scarnitura solventi organici, ammoniaca solventi organici, polvere di legno solventi organici solventi organici Fonderie Tessile Lavanderie Vari settori solventi organici, composti organici, polveri solventi organici, metalli stirene solventi organici, DMF VCM, MDI, TDI, solventi organici polveri di cotone, polveri di coloranti, aldeide formica, composti organici, ammine aromatiche percloroetilene amianto (come materiale di coibentazione) SOSTANZA PRODOTTO LAVORAZIONE POSSIBILI EFFETTI SULLA SALUTE Lavori di carpenteria in ferro FUMI DI SALDATURA Lavori per impianti idraulici Congiuntiviti Irritazione prime vie respiratorie BPCO Rischio per presenza di: Solventi (benzolo, stirolo, VERNICI xilolo, toluolo, aldeide IMPREGNANTI formica, eteri, chetoni) SIGILLANTI/PRIMERS Diluenti (acetone, alcool, nitrodiluente) MASTICI COLLANTI/ADESIVI Resine (poliuretaniche, epossidiche) MALTA PER FUGHE Pigmenti (cromati, metalli di piombo, cadmio e zinco) Disturbi S.N.C. (cefalea, vertigini, ecc.) Sensibilizzazione cutanea e respiratoria (isocianati, cromo, cobalto) PREVENZIONE TECNICA Luoghi ben ventilati Aspiraz. localizzata D.P.I. (lenti attiniche, casco, grembiuli, guanti, maschere per gas tossici o nocivi) Luoghi ben ventilati Aspirazione localizzata Maschere con filtro a carbone attivo Guanti MALTE/CEMENTI Presenza di sali di cromo e di cobalto Eczema del muratore Guanti in crosta con sottoguanti in cotone Creme barriera LANA DI ROCCIA LANA DI VETRO Dispersione più elevata nelle operazioni di taglio e nelle demolizioni Irritazioni cutanee da contatto, con prurito Irritazione prime vie aeree Guanti Maschere con filtro P3 POLVERI SCLEROGENE: possono causare gravi ed irreversibili malattie polmonari anche quando l’esposizione sia cessata SOSTANZA LAVORAZIONE POSSIBILI EFFETTI SULLA SALUTE PREVENZIONE TECNICA AMIANTO Opere di rimozione Opere di demolizione Asbestosi Vedere “Sostanze Cancerogene” SILICE Rischio maggiore per i lavori in galleria Silicosi e Silico/TBC Perforazione ad umido con sistemi aspiranti POLVERI MISTE (polveri di silicati) Alto contenuto di silice libera (>5%) Modesto contenuto di silice libera (15%) Basso contenuto di silice libera (<1%) Broncopneumopatia cronica ostruttiva Maschere antipolvere Bagnare i materiali SOSTANZA AMIANTO LAVORAZIONE Opere di rimozione Opere di demolizione POSSIBILI EFFETTI SULLA SALUTE Mesotelioma pleurico Cancro polmonare Mesotelioma peritoneale Asbestosi PREVENZIONE TECNICA Aspirazione e ricambio dell’aria con filtri assoluti Indumenti mono-uso Respiratori personali con casco aerato Locali di decontaminazione OLII MINERALI Disarmo dei casseri (possono contenere IPA, PCB e NITROSAMMINE) Dermatiti Neoplasie cutanee Neoplasie polmonari Vietarne l’uso Quando per ragioni di sveltimento del disarmo si devono utilizzare comunque: - Vietare l’uso degli olii esausti - Usare olii privi di PCB, nitrosammine e a basso contenuto di IPA Maschere con filtro P2 Guanti di gomma BITUMI E CATRAME Asfaltatura strade Imperm. coperture Congiuntiviti Neoplasie cutanee Neoplasie polmonari Respiratori personali con casco aerato Maschere con filtro P2 POLVERI DI LEGNO Carpenteria in legno Posa pavimenti in legno Tumori naso-sinusali Asma bronchiale Sistemi di aspirazione Mascherina antipolvere Agenti pericolosi generati da processi: 1. prodotti derivanti da decomposizioni termiche - saldatura (esposizione a metalli e ossidi o sali degli stessi) - stampaggio a caldo di materie plastiche/gomma (decomposizione del polimero e/o componenti delle mescole) - lavorazione metalli ( degradazione termo-ossidativa di oli che operano in punti surriscaldati) - gas di scarico della combustione (motori, bruciatori….) - residui di processi termici (camini, ..) 2. prodotti derivanti da lavorazioni galvaniche 3. prodotti derivanti da degradazione biologica (fermentazione) 4. impurità presenti nei prodotti principali quali sottoprodotti o prodotti secondari SALDATURA I RISCHI PER LA SALUTE DI TIPO CHIMICO: vapori di metalli fumi di ossidi di metalli ossido di carbonio ossidi di azoto ozono residui di vernici/oli DI TIPO FISICO: radiazioni (U.V. e I.R.) calore traumi elettricità rumore SALDATURA SU ACCIAI “SPECIALI” ossidi di Nichel: cancerogeni noti e genotossici (Cat. 1) Cr (VI): cancerogeno e genotossico (Cat. 2) Nichel elemento sospetto cancerogeno per l’uomo (Cat. 3) INQUINANTI AERODISPERSI POLVERI sono particelle solide che si mescolano con l’aria, ma cadono sotto l’azione della gravità in tempi più o meno lunghi FUMI sono costituiti da particelle solide più piccole delle polveri; provengono per esempio dalla combustione di solidi e dei liquidi, dalla fusione dei metalli NEBBIE sono gocce di liquido provenienti dalla condensazione di sostanze allo stato di vapore o dalla nebulizzazione dei fluidi VAPORI sono sostanze gassose che si formano per riscaldamento di sostanze solide o liquide, oppure per evaporazione di sostanze liquide alla temperatura ambientale normale GAS sono quelle sostanze che esistono allo stato gassoso alla temperatura ambiente normale POLVERI Particelle di forma irregolare e varia dimensione (0,5-500 micron) Materiale allo stato solido che si origina nei processi di frantumazione (naturali e artificiali) per azione meccanica da corpi più grandi – INORGANICHE: minerali (marmo, quarzo, ferro, ecc.) – ORGANICHE: da materiali vegetali (es. legno) da materiali animali (pollini, spore, miceti) Pneumoconiogene: azione sull’apparato respiratorio • inerti: effetti reversibili (calcare, gesso) • fibrogene: alterazioni permanenti (silice, amianto) Non Pneumoconiogene: principio attivo con azione su organo specifico (metalli, polveri organiche) Frazione respirabile (alveoli polmonari) AMIANTO Le sue caratteristiche - fisiche (fibrille microscopiche) chimiche (elevata resistenza al calore, agli agenti aggressivi) - ne determinano gli effetti sulla salute dell’uomo. o Frazione Inalabile: particelle aerodisperse totali che vengono inalate attraverso il naso e la bocca (diametro aerodinamico fino a 100µm). o frazione extratoracica: particelle che non penetrano oltre la laringe; si depositano fra il naso e la laringe (esclusa) o Frazione Toracica: particelle inalate che penetrano oltre la laringe (diametro aerodinamico fino a 10µm). o frazione tracheobronchiale: penetra oltre la laringe ma non arriva agli alveoli o Frazione Respirabile (alveolare): particelle che penetrano nelle vie respiratorie non ciliate (diam. Aerod. fino a 4µm) INTERVENTI PER LA ELIMINAZIONE/RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO Eliminazione della sostanza nociva Interventi alla sorgente Modifica del processo produttivo Modifica dell’impianto (ciclo chiuso) modifica della organizzazione del lavoro Aspirazione localizzata Interventi sulla propagazione Ventilazione generale modifica della organizzazione del lavoro modifica della organizzazione del lavoro Interventi sull’uomo Chiusura cabina Dispositivi di protezione individuale manutenzione pulizia Controllo dei ritmi di produzione spazio Lay-out Riduzione del tempo di esposizione informazione ELIMINAZIONE DELLA SOSTANZA NOCIVA Eliminazione di coloranti derivati da ammine aromatiche, nelle tintorie, nelle verniciature, ecc.; Eliminazione della sabbia silicea nella sabbiatura, sostituendola con graniglia metallica o con sabbia non silicea; Eliminazione dei composti del cromo da vernici; Sostituzione dell’amianto con altri isolanti; MODIFICA DEL PROCESSO PRODUTTIVO lavorazioni ad umido anziché a secco per ridurre la polvere; utilizzo di coloranti in pasta anziché in polvere; perfezionamento della forma in fonderia per evitare la sbavatura manuale del getto; automazione dell’ossitaglio per allontanare il lavoratore dalla sorgente dei fumi; LAY-OUT Tenere separate le lavorazioni più inquinanti per evitare che arrechino danno ai lavoratori addetti ad altre lavorazioni. Esempi: Isolare il reparto verniciatura nelle metalmeccaniche; Separare i banchi di carteggiatura nelle falegnamerie; Separare la sbavatura con flessibile; Lo spazio deve essere il più ampio possibile CHIUSURA IN CABINA Quando è impossibile influire sulle sorgenti e sono preponderanti le operazioni di controllo. Le cabine devono possedere tutte le caratteristiche di confort. Esempi: controllo del forno in acciaieria; controllo linee in vetreria; sala prova motori. MODIFICA DELL’IMPIANTO INTRODUZIONE DEL CICLO CHIUSO Con sistemi meccanizzati e controllabili a distanza, spesso è possibile lavorare a ciclo chiuso. Quando e necessario lavorare con sostanze cancerogene, è l’unica tecnica accettabile. Saldatura con robot Verniciatura a polveri Stampaggio e iniezione resine PULIZIA eliminazione della polvere depositata che può sollevarsi e disperdersi nuovamente nell’ambiente; pulizia dei pavimenti e degli impianti con aspirapolvere industriali su carrelli o con cappe mobili collegate ad impianti di aspirazione fissi esistenti; eliminazione di stracci, materiali sparsi, contenitori aperti, che possano emanare vapori. divieto di uso dell’aria compressa per la pulizia di macchine ed indumenti. CONTROLLO DEI RITMI DI PRODUZIONE Le macchine e gli impianti non devono essere utilizzati ad una velocità superiore a quella indicata dal costruttore, perché aumentano le emissioni e i rischi. Mulino utilizzato a velocità superiori a quelle stabilite; Aumento della pressione in una verniciatura a spruzzo; Aumento di velocità e temperatura nei forni a tunnel; ASPIRAZIONE LOCALIZZATA Cattura completamente le sostanze inquinanti prima che si diffondano nell’ambiente e possano essere respirate dai lavoratori. Consente l’abbattimento e il recupero degli inquinanti. Evita quindi di trasferire l’inquinamento fuori dalla fabbrica e consente il riciclo delle sostanze recuperate. Svantaggi: La realizzazione può essere complessa se le sorgenti inquinanti sono numerose e sparse nell’ambiente. Ingombro e rigidità nel lay-out. Necessita di periodica manutenzione degli impianti di abbattimento. VENTILAZIONE GENERALE Integra l’aspirazione localizzata permettendo un adeguato ricambio dell’aria. Svantaggi: Non elimina gli inquinanti dall’ambiente di lavoro ma si limita a diluirli. Non cattura e né abbatte gli inquinanti ma li disperde fuori della fabbrica. Può essere necessario il trattamento di grandi quantità d’aria per il ricambio. ESEMPI di buone pratiche Mantenere i contenitori chiusi con coperchio; Non mangiare né fumare nei luoghi di lavoro (pericolo di ingestione); Non usare la pistola ad aria compressa per la pulizia dei pezzi o degli abiti; Posizionare correttamente le cappe aspiranti; Utilizzare quando necessario i DPI; LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE NELL’AMBIENTE DI LAVORO ricorso ai DPI: non prioritario; non risolutivo; uso giustificato: carattere occasionale della lavorazione o di interventi di manutenzione; specificità di determinati ambienti (cabina di verniciatura); specificità di determinate attività (amianto); difficoltà tecnologica (sostituzione materiali pericolosi); situazioni di emergenza; CRITERI DI SCELTA DEL RESPIRATORE Classificazione dell’ambiente: aria inquinata: • particelle (velocità di caduta <0,25 m/s) • gas e vapori insufficienza di ossigeno: • O2 < 17% (v) (20,93%) Classificazione dei respiratori: a filtro (dipendenti dall’atmosfera circostante) isolanti (indipendenti dall’atmosfera circostante) Dispositivi individuali di protezione CLASSIFICAZIONE DEI RESPIRATORI FILTRI ANTIPOLVERE E ANTINEBBIA EFFICIENZA FILTRANTE CLASSE GRADO DI PROTEZIONE ANTIPOLVERE (POLVERI E FUMI) AEROSOL DI PROVA P1 P2 P3 BASSO POLVERI INERTI MEDIO PARTICELLE NOCIVE ALTO PARTICELLE TOSSICHE ANTINEBBIE NaCl AEROSOL DI PROVA OLIO DI PARAFFINA >80% - >94% >98% >99,95 >99,99% CLASSIFICAZIONE DEI RESPIRATORI Filtri antigas: eliminano dall’aria inspirata specifici gas e vapori per assorbimento, per adsorbimento, per reazione chimica, per catalisi o per una combinazione di questi metodi. Efficienza: 100% fino a “rottura” Capacità, (durata) dipende da: conc. inquinante umidità dell’aria temperatura dell’aria frequenza e volume respiratorio classe 1 - filtri di bassa capacità classe 2 - filtri di media capacità classe 3 - filtri di alta capacità FILTRI ANTIGAS TIPO COLORE PROTEZIONE A MARRONE Gas e vapori organici con punto di ebollizione > 65°C AX MARRONE B GRIGIO E GIALLO K VERDE Gas e vapori organici con punto di ebollizione < 65°C Gas e vapori inorganici (es. cloro, idrogeno solforato, acido cianidrico) con esclusione dell’ossido di carbonio Anidride solforosa, acido cloridrico e altri gas e vapori indicati dal fabbricante Ammoniaca e suoi derivati organici indicati dal fabbricante INFORMAZIONE Il rischio chimico deve poter essere individuato rapidamente da tutto il personale compreso quello delle ditte esterne per mezzo di: Segnaletica (cartelli, colori, segnali luminosi e acustici, ecc.) Etichette, pittogrammi, marcature Schede di sicurezza Istruzioni operative Procedure tecniche e di emergenza FORMAZIONE Tutti i lavoratori addetti, sia alla produzione che alla manutenzione, devono essere capaci di: identificare tutti i rischi che possono presentarsi nei luoghi di lavoro, in particolare quelli riguardanti i prodotti cancerogeni, comprendere i rischi indicati dalle marcature delle attrezzature (vasche, raccordi, canalizzazioni, ecc.), dall'etichettatura degli imballaggi e dalle schede di sicurezza messe a loro disposizione, attuare le misure di prevenzione necessarie in funzione dei rischi identificati, scegliere e utilizzare i dispositivi di protezione individuale necessari, identificare e utilizzare i mezzi di soccorso di cui dispongono, rispettare le regole elementari di igiene e sicurezza. Sorveglianza sanitaria (Art. 229) Rischio non irrilevante per la salute Riguarda: i lavoratori esposti ad agenti chimici pericolosi per la salute: molto tossici, tossici nocivi, sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il sistema riproduttivo, cancerogeni e mutageni di cat. 3 Prima di adibire alla mansione, una volta l’anno (o secondo periodicità del medico competente), a fine rapporto. Monitoraggio biologico se esiste il VLB-IBE Revisione della valutazione del rischio e di tutte le misure in caso di risultanze allarmanti o superamento dei VLB-IBE Cartelle sanitarie e di rischio (Art. 230) Cartelle in azienda, o presso il medico competente, dandone indicazione al momento della nomina Copia delle cartelle agli organi di vigilanza su richiesta. Art. 25. Obblighi del Medico competente 1. Il Medico competente: a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi*, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, … * Esplicito riferimento nella sanzione Art. 25. Obblighi del Medico competente 1. Il Medico competente: … all’attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e all’organizzazione del servizio di primo soccorso, considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. Collabora inoltre all’attuazione e valorizzazione di programmi volontari di “promozione della salute” secondo i principi della responsabilità sociale. Art. 25. Obblighi del Medico competente 1. Il Medico competente: m) Partecipa alla programmazione del controllo dell’esposizione dei lavoratori, i cui risultati gli sono forniti con tempestività ai fini della valutazione dei rischi e della sorveglianza sanitaria. Sorveglianza sanitaria dei lavoratori E’ l’attività di osservazione clinica, laboratoristica, strumentale ed epidemiologica finalizzata: • al controllo dello stato di salute dei lavoratori esposti a specifici rischi occupazionali, identificando in fase precoce eventuali patologie; • ad esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica del lavoratore IL MEDICO COMPETENTE Definire il protocollo di sorv. sanitaria con: - Cosa deve fare ? Indicazione dei fattori di rischio Indicazione degli accertamenti complementari alla visita medica Indicazione della periodicità degli accertamenti (il protocollo sanitario va inserito nel documento di valutazione dei rischi) Effettuare la sorveglianza sanitaria IL MEDICO COMPETENTE - effettua gli accertamenti sanitari, secondo quanto indicato nel protocollo sanitario; - effettua le visite mediche richieste dal lavoratore (qualora a giudizio del medico la richiesta sia correlata ai rischi professionali o allo stato di salute del lavoratore) - fornisce al lavoratore informazioni sul significato e sui risultati degli accertamenti effettuati - a richiesta del lavoratore, rilascia copia della documentazione sanitaria; - in caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, ricorda al lavoratore la necessità di continuare la sorveglianza sanitaria anche dopo la cessazione dell’attività comportante l’esposizione. Cartella sanitaria di rischio Il Medico competente: - istituisce ed aggiorna una cartella sanitaria per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria; - nella cartella il MC riporta i fattori di rischio e, ove previsto (rischi fisici-art. 186 e chimici-art. 230), i livelli di esposizione del lavoratore; - la cartella va custodita in luogo concordato con il Datore di lavoro, nella salvaguardia del segreto professionale; Giudizio di idoneità Il Medico competente esprime il giudizio di idoneità alla mansione specifica assegnata al Lavoratore e ne da comunicazione per iscritto: • al Lavoratore • al Datore di lavoro Valutazione del rischio Indagini ambientali misure effettuate in base a norme UNI-EN contenute nell’allegato XLI, in particolare UNI-EN 689 Confronto con i VLE (allegato XXXVIII) o TLV Modelli o algoritmi Entrambe le modalità vanno integrate con i risultati del monitoraggio biologico, quando è obbligatorio e/o disponibile VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE 1 MONITORAGGIO AMBIENTALE misura della concentrazione ambientale degli inquinanti presenti nell’ambiente di lavoro per determinare il livello di esposizione personale valutazione dei dati secondo valori limite di esposizione; 2 MONITORAGGIO BIOLOGICO misura della quantità di sostanza effettivamente assorbita dall’organismo attraverso la determinazione di indicatori biologici in campioni di urina, sangue, capelli ... confronto con i valori biologici di riferimento (VLB-IBE). INDAGINE AMBIENTALE Obiettivi 1) Conoscere il livello dell’ inquinamento e dell’esposizione dei lavoratori attraverso campionamenti con cui definire la concentrazione ambientale di agenti chimici 2) Attuare un monitoraggio di situazioni già accertate (controllo continuo o periodico). 3) Valutare le concentrazioni di agenti chimici secondo valori limite prefissati. Criteri fondamentali per un programma di monitoraggio ambientale Definizione delle strategie di campionamento o di misurazione: dove, quando, per quanto e come; Metodi e strumenti di prelievo, di misura e di analisi affidabili e specifici (norme tecniche); Identificazione di valori limite per la valutazione dei dati; Definizione dei tempi d’esposizione. A) Fase preparatoria: Raccolta informazioni e documentazione: - planimetria e requisiti strutturali dell’ambiente di lavoro (cubatura, caratteristiche costruttive, aerazione, finestre, porte, portoni, ecc.) - lay-out impianti - analisi del ciclo tecnologico/produttivo per identificare le fonti di emissione degli inquinanti (agenti chimici), i modi e i tempi di utilizzo di macchine e impianti - proprietà di pericolosità e chimico-fisiche delle sostanze utilizzate (schede di sicurezza dei prodotti utilizzati) - organizzazione del lavoro in relazione al personale (numero di dipendenti, mansioni, turni di lavoro ecc.)/gruppi omogenei B) Predisposizione dell’ intervento - scelta dei metodi di prelievo e di analisi standardizzati (sensibilità, precisione, accuratezza, interferenze), strumentazione necessaria e sua manutenzione, flussi di prelievo e velocità di aspirazione. - scelta delle postazioni di prelievo con preciso riferimento alla planimetria, al tipo di prelievo (personale e/o fisso) e al numero di campioni da effettuare - fase lavorativa in cui eseguire le misure in relazione al numero di macchine/impianti in funzione - tempi di prelievo, significativi rispetto al tempo delle fasi lavorative e della giornata lavorativa - valutazione dei risultati rispetto a valori di riferimento riconosciuti, VLE, TLV (TLVmix), VLB, IBE … INDAGINE AMBIENTALE C) Fase di campionamento D) Analisi in laboratorio C) Fase di campionamento I campionamenti si distinguono in relazione a: 1) posizioni di prelievo : - prelievi da postazione fissa che determinano le concentrazioni di inquinanti in zone dell’ambiente di lavoro quali per esempio “centro-ambiente, postazioni fisse di lavoro, particolari impianti e strutture, ecc. - prelievi personali che determinano la concentrazione media ponderata nel tempo a cui è esposto un lavoratore, durante lo svolgimento delle sue mansioni INDAGINE AMBIENTALE 2) tempo di prelievo: prelievi “istantanei” che vengono condotti per brevi periodi di tempo (in genere alcuni minuti) prolungati nel tempo che permettono di accertare le concentrazioni medie degli inquinanti nell’arco di tempo di campionamento 3) tecniche analitiche di determinazione: campionamento per via diretta quando in un’unica fase si effettua inquinante il prelievo e la determinazione di un campionamento per via indiretta quando la rilevazione di un inquinante ambientale prevede un procedimento che si suddivide in due diverse fasi - il campionamento e la successiva analisi MONITORAGGIO AMBIENTALE L’esito dei risultati può portare alla necessità di migliorare o completare o prevedere ulteriori misure di prevenzione: Interventi di bonifica impiantistica o verifica della loro efficacia definizione procedure di lavoro cambiamenti nelle modalità lavorative attività di manutenzione cambiamenti nell’organizzazione del lavoro alla scelta dei DPI, alla formazione mirata, alla definizione dei protocolli per la sorveglianza sanitaria. RELAZIONE TECNICA DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE dati anagrafici dell'azienda; il nome della persona/e o le istituzioni che eseguono le misurazioni e la valutazione; il nome delle sostanze prese in esame; la descrizione dei fattori relativi al posto di lavoro comprese le condizioni di lavoro durante le misurazioni; lo scopo della procedura di misurazione; il metodo e la procedura di misurazione; i tempi di prelievo (data, inizio e fine del campionamento); le concentrazioni di esposizione professionale personale giornaliera; tutti gli eventi o fattori che possono influenzare sensibilmente i risultati; i dettagli della eventuale garanzia di qualità; il risultato del confronto con il valore limite. UNI EN 689/97 Guida alla valutazione dell’esposizione per inalazione a composti chimici ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione La norma fornisce indicazioni in merito alla valutazione dell’esposizione ad agenti chimici presenti nelle atmosfere dei luoghi di lavoro (strategia di valutazione, strategia di misurazione, conclusioni della valutazione) e riporta in appendice esempi di possibili approcci per il confronto dell’esposizione profes sionale con il valore limite. MovaRisCh http://www.ausl.mo.it/dsp Il rischio R per le valutazioni del rischio derivanti dall'esposizione ad agenti chimici pericolosi è il prodotto: R = P x E P Indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato (identificato con le frasi di rischio R) E Livello di esposizione (cutanea e/o inalatoria) dei soggetti nella specifica attività lavorativa. MovaRisCh È possibile esposizione: calcolare un rischio inalatoria cutanea Rinal = P x Einal Rcute = P x Ecute cumulativa Rcum= R inal2 R per + R cute2 Gli intervalli di variazione di R sono: 0.1 R inal 100 1 R cute 100 1 R cum 141 Identificazione dell’indice di Pericolosità P L’indice di pericolo P si basa sulla classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi (Frasi R). Ad ogni Frase di rischio R (singola o combinata) è stato attribuito un punteggio (score) da 1 a 10 che tiene conto dei criteri di classificazione delle sostanze e dei preparati pericolosi. Si ottiene così un indice numerico di pericolo per ogni agente chimico pericoloso impiegato. Come si valuta la Pericolosità P La determinazione dello score di pericolo è effettuata in base sia alle caratteristiche intrinseche di pericolosità degli agenti chimici (Frasi R), sia alle vie d’esposizione più rilevanti: VIA INALATORIA > VIA CUTANEA > VIA DIGESTIVA Gli effetti a lungo termine (es. Tossici per il ciclo riproduttivo), allergenici subacuti o cronici (es. Sensibilizzanti) sono più importanti rispetto agli effetti acuti EFFETTI A LUNGO TERMINE > EFFETTI ACUTI Come si valuta la Pericolosità P Considerando invece solo gli effetti acuti, la categoria del Molto Tossico risulta più pericolosa rispetto a quella del Tossico, a sua volta più pericolosa di quella del Nocivo: MOLTO TOSSICO > TOSSICO > NOCIVO Come si valuta la Pericolosità P Frasi R TESTO SCORE 20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle, ingestione 26 Molto tossico per inalazione 4,50 42 6,50 62 Può provocare sensibilizzazione per inalazione Può danneggiare i bambini non ancora nati Sostanze e preparati non classificati pericolosi e non contenenti sostanze pericolose 8,50 10 1 Determinazione dell’indice di esposizione Einal L'indice di esposizione per via inalatoria (Einal) viene determinato attraverso il prodotto Einal = I x d I Intensità dell'esposizione d Distanza del lavoratore dalla sorgente di intensità I Indice di esposizione Einal Determinazione del Sub-indice I (intensità di esposizione) Comporta l'uso delle seguenti 5 variabili: 1. 2. 3. 4. 5. Proprietà chimico-fisiche Quantità in uso Tipologia d'uso Tipologia di controllo Tempo di esposizione Determinazione del Sub-indice d (distanza degli esposti dalla sorgente) Tiene conto della distanza fra una sorgente di intensità I e il/i lavoratore/i esposto/i: se sono prossimi alla sorgente (< 1 metro) il subindice I resta invariato, mano a mano che aumenta il valore di I deve essere ridotto proporzionalmente. Distanza d Inferiore ad 1 m 1 Da 1 m a 3 m 0,75 Da 3 m a 5 m 0,50 Da 5 m a 10 m 0,25 Maggiore o uguale a 10 m 0,10 R = P x Einal Determinazione dell’indice di esposizione cutanea Ecute 1. Tipologia d’uso 2. Livelli di contatto cutaneo Nessun contatto. Contatto accidentale (non più di 1 volta/giorno). Contatto discontinuo (da 2 a 10 contatti/giorno). Contatto esteso (più di 10 contatti/giorno). R = P x Ecute Valutazione del rischio da agenti chimici derivanti da attività lavorative R = P x Einal Per calcolare modificate: Einal si utilizzano due matrici Matrice 1/bis: tipologia di controllo (escluso manipolazione diretta) in funzione di quantità giornaliere in uso del materiale di partenza. Si ottiene in sub-indice C. Matrice 2/bis: sub-indice C in funzione del tempo di esposizione. Si ottiene il sub-indice I. R = P x Einal Einal = I x d Ora è possibile calcolare il rischio R di esposizione ad agenti chimici pericolosi: R = P x E Il calcolo deve essere fatto per ogni posto di lavoro e per ogni sostanza o preparato pericoloso utilizzato! La classificazione in rischio irrilevante o “non irrilevante” deve essere effettuata tramite il valore del rischio R che è risultato più elevato. Quando una sostanza o un preparato presentano più frasi di rischio, per l'individuazione dello score P da introdurre nella formula deve essere utilizzato il valore più elevato fra quelli ottenuti. Per un lavoratore sottoposto ad una esposizione diretta ed all’esposizione ad una sorgente ad una distanza d, nella valutazione del rischio si dovranno sommare i 2 risultati di R ottenuti. ATTIVITA’: VERNICIATURA A SPRUZZO MOBILIFICIO Descrizione: l’addetto applica con aerografo airmix la vernice su elementi d’arredo di forma lineare utilizzando un supporto girevole . L’operazione viene eseguita all’interno di una cabina chiusa pressurizzata (fuori polvere), ad aspirazione obliqua che realizza velocità dell’aria media di 0,3 m/sec . La quantità media di vernice utilizzata è 8 Kg/giorno. L’attività di verniciatura è in media di 5 ore/giorno Prodotti principali utilizzati: Vernice alchidica con solvente alla nitro Xn R20/21/22 Pericolo R 20/21/22 P =4.5 Disponibilità < 10 Kg D =4 Indicatore d’uso U =3 Intensità Uso controllato (airmix) Ventilazione localizzata 4 - 6 ore Distanza <1 metro d =1 Esposizione E = I x d E =7 RISCHIOinal R = P x E = R =31.5 Compensazione C =2 I =7 ATTIVITA’: VERNICIATURA A SPRUZZO MOBILIFICIO Calcolo di Ecute Tipologia d’uso Uso controllato Livelli di contatto accidentale Ecute= 3 RISCHIO R = P x E = =13.5 R cum= R =4.5*3 992.25 + 182.25 Rin2+Rcut2 21<R<40 Rischio superiore al rischio chimico irrilevante per la salute = 34.27 Applicare artt. 225, 226, 229 e 230 VERNICIATURA A SPRUZZO MOBILIFICIO Rischio: 21% TLV MISCELA Addetto Durata del prelievo (min) Preparati e sostanze in produzione/uso Classificazione Vernice alchidica con solvente alla nitro Xn R 20/21/22 Verniciatura a spruzzo airmix 98 Sostanze rilevate Conc. (mg/m3) TLVTWA (mg/m3) C/T acetone 5,13 1210 0,0042 etile acetato 10,58 1440 0,0073 MEK 5,25 590 0,0090 iso butil acetato 32,19 713 0,0451 toluene 7,33 192 0,0380 n butil acetato etilbenzene 7,52 713 0,0105 4,09 434 0,0094 xileni 19,48 221 0,088 miscela 0,21 Esercitazione: Attività di verniciatura in cabina pressurizzata ed aspirata, con uso di pistola a spruzzo, utilizzo di vernici con componenti polisocianici frasi di rischio: R10 - R20/21 - R38 R42/43 - R52/53, utilizzo di 6 Kg/giorno di prodotto, per ca. 7 ore/giorno. Calcolo di Rinal Pericolo P = Disponibilità D = Indicatore d’uso U = Compensazione C = Intensità I = Distanza d = Einal E = I x d Einal = RISCHIOinal R = P x E R = Esercitazione: Attività di verniciatura in cabina pressurizzata ed aspirata, con uso di pistola a spruzzo, utilizzo di vernici con componenti polisocianici frasi di rischio: R10 - R20/21 - R38 R42/43 - R52/53, utilizzo di 6 Kg/giorno di prodotto, per ca. 7 ore/giorno. Calcolo di Rcute e di Rcum Tipologia d’uso Contatto cutaneo Ecute Ecute = Rcute = P x Ecute Rcute = Rcum = Rcum = Rin2+Rcute2 Dati dell’indagine ambientale C. mg/m3 TLV-VLE C/TLV-VLE 18.50 1210 0.015 Etilbenzene 2,53 442 0.006 Isobut.acetato 7,09 713 0.01 Isopropanolo 3,07 491,5 0.006 Acet. di butile 1,89 713 0.002 MEK 4,94 590 0.008 23,08 192 0.12 1,15 221 0.005 TLVmisc 0.166 (16%) Ag. Chimico Acetone Toluene Xileni Esercitazione: Attività di saldatura a filo continuo in area separata con aspirazione localizzata (proboscide) per 5 ore/giorno, i pezzi da saldare sono puliti, esenti da oli, solventi e vernici. Il consumo medio di filo è di 3,75 Kg/giorno. Calcolo di Rinal Pericolo P = Compensazione C = Intensità I = Distanza d = Einal E = I x d Einal = RISCHIOinal R = P x E Rinal = * Ossidi di azoto e ossidi di ferro con TLV di 25, 50 ppm e 5mg/mc Esercitazione: Attività di saldatura a filo continuo in area separata con aspirazione localizzata (proboscide) per 5 ore/giorno, i pezzi da saldare sono puliti, esenti da oli, solventi e vernici. Il consumo medio di filo è di 0,5 Kg/giorno. Calcolo di Rcute Tipologia d’uso Uso controllato Contatto cutaneo Contatto discontinuo Ecute Ecute = 7 Rcute = P x Ecute Rcute = 28 Rcum = Rcum = 30.5 Rin2+Rcute2 Dall’indagine ambientale: fumi di saldatura = 1,57 mg/mc TLV/TWA = 5 mg/mc (31,4%)