PIRROLI
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PIRROLI
DAVID DOLPHIN PIRROLI Estratto dal voI. VIII della "Enciclopedia della Chimica" USES EDIZIONI SCIENTIFICHE FIRENZE condo è caratterizzato da un 'in tensa luce bianca per relevato calore di combustione dc! metallo. I petardi e le candele romane devono pure i loro effetti alle miscele di propeHente. Le stcHe usate in questi tipi di fuochi sono costituite da pastiglie di un comburente (circa 70 ~'(;). di un sale che produce la colorazione (circa I:) (~:,) e di vari rnateriali gommosi e resinosi come leganti. QlIc~te pastiglie vengono poste nella testa del razzo. o caricate nel tubo di una candela romana fra SI rati successivi di composizione per micce e di polvat: da lancio. Torce a mano c piccole lance vengono usate per creare effetti pittoreschi se riempite di miscele a combustione rapida, tipo nitrato di bario. polvere di alluminio e di zolfo. che danno una luce bianca e brillante. Esse sono spesso caricate con una serie di miscele. in modo che la combustione produca una successione di colori. Per la comune cascata di scintille sono state raccomandate numerose formulazioni. una delle più semplici è: perclorato di potassio (60 ~/~), alluminio (30 j;)) e destrina (lO ~/~). Le castagnole cinesi sono i più noti fuochI artificiali per produrre rumori. Esse sono costituite da tubetti appiattiti. caricati di polvere da sparo. confinati in spazi separati da intervalli regolari, per mezzo di piegature e nodi sul tubo riempito. Una piccola quantità di clorato di potassio viene aggiunta al nitrato di potassio per aumentare il rumore dello scoppio, ed i risultati migliori si ottengono impiegando miscde di clorato di potassio e di alluminio. Queste miscele. che sono impiegate anche in altri [llochi artificiali per prod u rre scoppi. sono estremamcn te pericolose e la loro fabbricazione è efrettuata con grande rischio. Un curioso produttore di scoppi è il fuoco artificiale sibilante. Esso consiste in una piccola cartuccia sottile con perclorato di potassio ed acido gallico in rapporto 3: I. L 'effetta del sibilo si produce poiché la velocità di generazione dei gas di decomposizione aumenta e diminuisce in accordo con una velocità di reazione variabile periodicamente con la decrepitazione dell"acido gallico. Svaria ti effetti a forma di serpente si basano sulla formazione di ceneri volu min OSè quando si accendono pastiglie di particolari materiali. Il tiocianato mercurico dà cene("Ì costituite di paracianogeno e solfu ro mercurico, c i serpenti senza mercurio si ottengono hruciando pece di naftolo nitrata (la pece (;. un prodotto secondario nella preparazion e del {i-naftolo). La preparazione di serpenti al mercurio è generalmente scoraggiata poiché le pastiglie presen lano pericoli di tossicità. soprattutto per i bambini. Occorre osservare akune precauzioni: operare all'aperto. non respirare i vapori, non toccare il residuo della combustione. Altre applicazioni. Le composizioni pirolecniche trovano molte applicazioni civili come convenienti fonti di energia propulsiva. Ad es., i segnali aerei usati per emergenza in mare sono fabbricati con stratì di polvere propellen te. ciascuno dei quali fornisce l'energia pcr accendere una stella luminosa sul mare. Razzi con corde attaccate, usati per stabilire collegamenti fra le navi e la riva. con tengono miscele propellen ti analoghe. sebbene i prodotti più recenti siano basati su propellenti moderni di tipo composito. Ulteriori esempi sono i sistemi pirotecnici per disperdere insetticidi e fu lOogeni in serre e magazzini: questi sono generalmente caricati con miscele di clorato di potassio e lattosio del tipo usato per produrre fumo colorato, Composizion i per bengala e segni di fu 100. simili a quelle di uso militare, sono disponibili anche in campo civile. Una miscela. a lenta combustione e senza metalli, di nitrato di stronzio. perclorato di potassio c zol fo. è la base dei segnali rossi di pericolo usati nelle ferrovie. ed i fumogeni di colore arancione sono internazionalmente riconosciuti come segnali di soccorso diurni. Fra gli usi dei fuochi artificiali rumorosi. si possono citare i dispositivi per scacciare gli uccelli e per produrre segnali acustici di pericolo sui binari dei treni. Miscele di tipo termite forniscono calore per operazioni di saldatura. ed inneschi pirotecnici accesi elettricamen te ven gono spesso usati per accendere caldaie industriali alimentate ad olio combustibile. Bibliografia Barrt.'I"C M .. Rod,el P/"O{!d/i/I"I/\. Amsterdam. Elseviel. 1%1. l:knnetl H,. 7 hl' ('Ii( /l1I( il/ rO/"J)II//(// r À III, New York. Chcl1ll(~al rlJb. Co, 1%7. PI' 210-21\4 Braucr K , l1illldh(JoJ.. o/ P 1"1 (}/~'( hllin. Ne\\ Y al k. Che1)l\cal Plib. c.. [974 . . Brock A. SL H" A Hl,\Wry oi hrcU"orks. Londoll. Harrap. 1949. 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F.. Cach:tt J C. Hall R. G .. C!Jcmlcol WaJj(lff'. PyrolcdJ/lics lllld Ihe Fire H ork.\ Induslry. Oxford. Pcrgamon Presso [968. Al pirrolo (figura), isolato nel 1834 e caratterizzato nel 1857, fu attribuita dal Bayer nel 1870 la struttura O), attualmente accettata: . Modello del pinolo secondo Stuart e Briegleb. Tec/lll%K)" aj E\p/oslVes PIRROLI "' 1-- A" ,'o',", HjC ~ HN ~ ~ :::--....( HOOCH 2CH 2C CHI C."H!CH!COOH (V) biliverdina 0~ ~N11 (lI) giocano un ruolo fisiologico importante nella maggior parte dei sistemi viventi, mentre pigmenti come l'indaco (VI): PIRROLI I 601 cxYço di Erlich (v. sotto) che avviene per condensazione tra i gruppi carbonilici della lignina acidificata e il p. Nella tabella I sono riportate le proprietà fisiche del pirrolo. o (VI) indaco Proprietà fisicbe e chimiche e le ftalocian ine (VI I): (~N~ )--~H -~~ ~Nxb (VII) collegano il primo colorante usato dall'uomo ad alcuni dci pigmenti più recenli ed attualmente più usati. Mentre i prodotti che abbiamo citaLO coprono l'intero visibile dal rosso al violetto, il p. è incolore Omax 207,5 nm, G = 7600). Il suo nome (1tVPPO'ç, rosso fuoco) deriva dalla colorazione rossa che assume Una scheggia di pino quando viene trattata prima con acidi e poi con p. Questa colorazione è indubbiamente il primo esempio della reazione TAB. I PROPRIETÀ FISICHE nEL PIRROLO 1l:<,5 ,·c [30 "C 0,9098 1,5085 39 "C 366 "C 1.84 D 8,00 17,5 -3,8 (.Il tUl>lOnl: punto di ebollizione a 760 mmHg densllà a 20 "C indlc~ di rifrazione a 20 °C pllllto di infiammabilità I.:mperatura critica momento dipolare in benzene .:oslalllc diclcllrtCa a 20 "e pliniO l'KAH IIKAH~ T AB. Il SCHEMA DELLE REAZIONI DEL PIRROLO CON UN ELETTROFILO A'+ n ,., (, ~A+ H'.j") INH i (XV) Il p. è completamente miscibile con la maggior parte dei solventi organici e ha una solubilità dì 8 g Ìn 100 mi di acqua a 2yl . È soggetto ad autoossidazione e a polimerizzazione catalizzata dagli acidi ed è conveniente conservarlo al fresco sotto azoto e protetto dalla luce. La struttura proposta dal Bayer, come quella del benzene di Kekulè, non descrive con precisione le caratteristiche del p . Con la spettroscopia a microonde si è dimostrato che la molecola è planare e sono stati calcolali la lunghezza dei legami (VIII) c gli angoli (IX): Come il benzene, il p, è un sistema aromatico su cui è delocalizzato un sestetto di elettroni 1t (fra i quali il doppietto solitario dell'azoto) . Questa ipotesi è avvalorala dalle misure di energia di risonanza calcolate dai calori dì combustione, che danno valori di 23-31 kcal' mol t , L'azoto e i quattro atomi di carbonio dell'anello sono ibridati Sp2 e il p . può essere rappresentato dalle strutture risonanti (X): o ~ We ~ '-J(;) N I H / .\.11:\0 N N N H A A 1·3,7 1:. A A rt2 ~Fo-H ~ ~i '~JNH INH (XIV) 602 INH + H'i) ) (t~0 ~ ~ ~+~)-) N I H N I H ;-\1.".,.-. ~ I)I.(I -;-~I N III.... ) (XII) I (XIII) A -8 Le misure del momento dipolare S0l10 in accordo con il fatto che il p. può essere rappresentato con tali strutture risonanti (X), dato che il polo positivo è rivolto verso l'azoto e quello negativo verso l'anello. La natura aromatica del nucleo pirrohco è ulteriormente confermata dal suo comportamento chimico c dalle sue proprietà spettroscopiche (v. il capitolo corrispondente). Poiché il doppietto dell'azoto fa parte del sestetto aromatico, questi elettroni non sono più disponibili per le reazioni, e questo è chiaramente dimostrato dal valore del pKAH't che è - 3,~. I calcoli secondo il modello dell'orbitale mo1ecolare, assumendo una struttura aromatica delocalizzata, danno le densità degli elettroni (J e 1t qui riportate in (XI) e (XII) : , '\'It.il l\. N I H ~: O (X) ( M~(;~+H"t Sintesi La sintesi più versatile e pÌù usata per il p . è quello di Knorr (--+). Viene condensato un amminochetone (spesso preparato in situ per riduzione di un C(-nitroso-derivato) con un composto carbonilico avente in C( un gruppo metilenico attivato: ad es., il (XVI) si ottiene a partire dall'acetoacetato di etile: (XIII) N I H la stabilità sia del prodotto di partenza che dell'intermedio formatosi per attacco elettrofilo. Le reazioni possibili del pirrolo con un elettrofilo A~' sono riportate nella tabella IL Chiaramente, una reazione all'azoto genererebbe l'intermedio (XIJJ) che non è stabilizzato per risonanza e, infatti, le sostituzioni elettrofile all'azoto sono rare, Reazioni sul C-l e sul C-2 (C( e /3) danno intermedi sta· bilizzati per risonanza. Lo schema della tabella Il suggerisce che l'energia di attacco per la formazione dell'intermedio (X V) dovrebbe essere minore di quella per la formazione del (XI V) e, con l'eccezione delle selenocianazioni e della nitrosazione, l'attacco in posizione cc dovrebbe essere preferito a quello in {J; in realtà, ambedue le posizioni possono reagire facilmente con reagenti elettrofili. Le reazioni principali del nucleo pirrolico, come di altri sistemi aromatici, sono reazioni di sostituzione elettrofila; teoricamente potrebbe dare reazioni elettrofile all'azoto, al C-l e al C-2. C'è la tendenza ad usare la configurazione e le densità elettroniche dello stato fondamentale per predire la posizione in cui avviene la sostit uzione elettrofila. Questo metodo è spesso sbagliato e fuorviante perché si devono considerare le strutture e Tutti i tetrapirroli naturali descritti prima provengono dall'acido b-amminolevulinico (ALA) (X VII) che condensa, per via enzimatica, al porfobilìnogeno (XVIII) che a sua volta condensa per dare 1'uroporfirinogeno, un macrociclo tetrapirrolico (tab, III). Nella maggior parte degli organismi viventi l'ALA si forma per condensazione del succinato con la glicina: sembra, tuttavia, che le piante (Bogorad, 1978), possano usare un 'altra strada per formare il porfobilin 0geno. La sintesi di Paal-Knorr forma p. quando i dichetoni 1,4 vengono scaldati con ammoniaca od ammine primarie. Questa sintesi trova delle limitazioni nella disponibilità dei dichetoni. La formazione in situ di composti bicarbonilici dai 2,5-dialcossifurani aumenta la versatilità della condensazione di PaalKnorf. Quando si scalda furano, ammoniaca e acqua in presenza di allumina come catalizzatore, si ottiene il p. Questa reazione procede presumibilmcnte attraverso degli intermedi analoghi a quelli della reazione di Paal-Knorr. Come precursori dei p. sono stati usati derivati dell'acetilene e dell'allene, ma la reazione ha impieghi limitati. Ad es., il dibromoallcne (XIX) dà il pirrolo (XX) per trattamento con ammine primarie, mentre l'acetilene (XXI) reagisce con ammoniaca per dare il composto (XXII): BrHC=C=CH-CH~Br > ~~) RNH , (XIX) I R (XX) Ar I HC==C-C=CH -CI n Ar _---'----N'----H_---7 NH (XXI) (XXIII I diacetiletìIeni (XXIIJ) e le ammine (o l'ammoniaca) danno i p. (XXI V) in presenza di cloruro rameoso: R-C==C-C==C-R' NH , R-1'-~R' ) NH (XXIII) (XXIV) Le im mine (X X V), i n presenza d i ossidi metallici, possono dimerizzare a diimminc che poi ciclizzano a p. (XX VI): R n R' I R-CH~-C=N-rt' (XXV) MnO, ) R R'..J(N~R I R' (XXVI) Stapfcr e D'Andrea (1970) hanno riportato una sin tesi potenzialmente utile dei p. a partire dalle azine: si suppone che l'azina (XXVII) in presenza di cloruro dì nichel formi il p . (XXVIII) : H:,C dell'attacco elettrofilo sono confrontabili con quelle del fenolo e del fenato; infatti, sotto molti aspetti, la reattività del p. è analoga a quella dci fenolo. Sebbene la protonazione in rJ. sia terrnodinamicamente favorita, gli scambi cinetici in H20/H2S0~ sono apparentemente pÌù veloci in posizione fi. La basicità del nucleo pirrolico varia di diversi ordin i di grandezza a seconda dei sostituenti: così il 2,3,4,5-tetrametilpirrolo ha un pKAH -3,7, quello del p. è di -3,8 mentre quello dell'N-fenilpirrolo è di -5,8. Quando sono presenti dei gruppi elettronattrattori coniugati, il sistema pirrolico è molto meno basico rispetto a quando sono presenti gruppi alchilici ed è corrispondentemente meno suscettibile ad attacchi elettrofili e perciò più stabile. In genere i p. che non hanno almeno un sostituente elettronattrattore sono estremamente rcattivi e la loro conservazione e manipolazione chimica può presentare dei problemi. Con acido solforico concentrato, si formano i sali dei p. che possono essere messi in evidenza con varie tecniche spettroscopiche . La protonazione avviene di preferenza sul carbonio che sull'azoto; anche se i sali che si formano per protonazione in rJ. sono più stabili, si può osservare sia la prolonazione in Cl. che quella in 13· Ad es ., il 2,5-dimctilpirrolo (XXX) dà, per protonazione, una miscela 2: 1 di (XXXI) e (XXXII): TAR III BIOSINTESI DEL PORFOBILINOGENO 7-'= ghCIIl:l atllvala + HOOCCl-LCH!COSCoA succinil- CoA 'i '(§ ~ , H ~ NCI1~COCH2CH ~ COOH (XVII) 2i CH2CH~COOH HOOCH1C H,NH,C~ (XVlIl) porfobilinogeno ~CH NH eH ; co l) <5- ammlnolevulinJCo aciùo sinlasi JCIÙO dei<.lratasi 2) D-amminolevulinlco (XXX() NH (XXVIII) IXXX) HIC~CHI CC=N-N=) \ / (XXVI[) (XXIX) Tuttavia, usando la stessa strada Dolphin non è riuscito ad ottenere dei p., ma ha ottenuto il pirazolo (XXI X), in accordo con la ben nota capacità delle azine dì convertirsi in pirazolì. In laboratorio, il p. può essere preparato con la pirolisi classica dci mucato di ammonio, tuttavia la procedura e le rese non sono affatto soddisfacenti. Commercialmente, si prepara dal furano e ammoniaca (vedi sopra) o per deidrogenazione catalitica della pirrolidina. Reazioni di sostituzione elettrofila Il p . può su bire molte reazioni di sosti tuzione elettrofila con le quali si possono preparare vari derivati e cioè: a) protonazione; b) alchil-derivati: c) alogeno-derivati; d) acidi solfonici: e) oitro-deri va li; 1) diazocomposti: g) aldeidi e chetoni: h) acidi carbossilici: i) ammino- ed idrossipirroli . Protonazione. Quando il p. viene equilibrato sotto argo con acido acetico-d I e acqua pesante (l: 6) per sei ore si forma pirrolo-d a (Fajer et a/., 1973). La facilità e la velocità CHI CH.I CH.1 CR, CH 3 CH, (XXXVI) (XXXVII) H.\C"-.ç~HI (XXXI1) n-CHì CH·, NQ successivamente : ~ Una reazione caratleristica della chimica del p. è la polimerìzzazionc catalizzata dagli acidi. In presenza di vari tipi di acidi il pirrolo dà una polvere amorfa ad alto peso molecolare detla l'OSSO dI pin%. In condizioni accuratamente controllate, con HCl 5N per 30 s a O", si ottiene il trimero cristallino (XXXIIJ) : h ~ ~ ' ]-1 'NH' ~ NH HN- ~ (XXXlII) Analogamente j 2-alchil- o arìl-pirroli trattati con HCl anidro danno i dimeri (XXXI V) (v. sotto) . Un intermedio per questo tipo dì condensazione può essere una specie protonata, analoga a (XXXJI), che può agire come elettrofilo in una condensazione del tipo di quella di Mannich. In acido solforico acquoso caldo, il 2-metilpirrolo dà il 2,4-dimetilindolo (XXXV) attraverso un dimero del tipo (XXXIV) : ~NH N__( Alchil-dcrivati. La reazIOne dci p . con alogenuri alchilici semplici dà, come nel caso della protonazione, principalmente alchilazione al carbonio, con predominanza deIl'isomero (l. Il p., che ha una pK AH di 17,5, non dà sali in modo quantitativo con J'etilato di potassio (PK AH dell'etanolo = 16) o col potassio, ma con il1ìtio o il sodio metallici forma l'anione (X X X VI II). Quando viene trattato con bromo di allile, il sale potassico di (XXXVIII) dà r N-alchilpirrolo (XXXIX). Tuttavia il sale di sodio, che può essere preparato da pirrolo e sodioammide, nelle stesse condizioni si alchila al C-2 per dare (XL) che non proviene da (XX XI X) per trasposizione : (XL) R ~')'-R lJ- (XXXIX) NH (XXXV) Il 2,5-dimetilpirrolo con poi vere di zinco in acido acetico a riflusso forma la tetrametilisoindolina (XXXVII) . Reazioni che implicano l'apertura dell'anello e la formazione dì sistemi del tipo (X XX VI) verranno discussi l J (~~HA pN ~.:} (f)QH eN A ( ) ~:) (XLI) Il bromuro di pirrilmagnesio (XXXVIII, PIRROLI I 603 M = MgBr) che si può preparare da p . e bromuro di alchilmagncsio, reagisce con alogenuri di alchile per dare alchilazione prevalentemente al C-2 e qualche volta al C-3. Gruppi e1ettronattrattori abbassano il pKAH (il pirrolo di Knorr ha una pKAH = 13,4 e il 2,5-dinitropirrolo 3,60) e posson o essere isolati sali stabili deprotonati. Quando dall'azoto pirrolico si allontana il protone, la nuova coppia dì elettroni si trova in un orbitale Sp2 perpendicolare al sistema 11: dell'anello e quindi non può essere delocalizzata su di esso. La maggior acidità del gruppo NH del p. rispetto a quella della pirrolina (PK AH "" 33) non deriva tanto dalla stabilizzazione dell'anione quanto dal fatto che il doppietto solitario occupa un orbitale molecolare Sp2 invece di un spJ. Quando il doppietto elettronico non fa parte di una coppia ionica mollO forte, come nel sale di potassio di (X XX VI II), si può a vere N-alchilazione . In caso contrario, il doppietto elettronico non reagisce facilmente e allora si ha alchilazione al carbonio; e non perché gli elettroni sono delocalizzatì sull'anello, ma perché l'intermedio è particolarmente stabilizzato per mezzo di strutture risonanti del tipo (XLl). È evidente che la posizione su cui avviene l'alchilazione negli anioni del (XXXVIII) dipenderà dal metallo, dal solvente e dalle condizioni di reazione. Un esempio è la condensazione del p. con formaldeide, catalizzata da carbonato di potassio: a '" 50 n si ha alchilazione all'azoto con formazione di (XLII) mentre a ...... 80 n si forma (XLIII) : é'-'~ N I CH 20H (XLII) (XLVII) (XLVI) È stato proposto (Dewar, 1949) che questa reazione implichi lo spostamento di un ossidrile dell'alcool da parte dell'anione del p. (XLVIII). Questo è chiaramente impossibile . A temperature elevate, gli a1colati sono donatori di idruro e appena si forma un gruppo aldeidico si verifica il seguente ciclo di reazioni: R-CHO _ _ N_H_~) [~CHOH NH RCH,01 R-CHO H,CO ~ o \ NH .\ l (XLIX) OH C-COOH CH,COOH H5CO COOH OH H ~ jC ~ NH 1 NH NH (LVI) Sia i dipirrilmetani che i dipirrilmeteni sono eH CH I o (LI) Di grande importanza nella chimica del p. è la condensazione di un'aldeide o di un che- tone con un p . in posizione IX o /3, in condizioni acide o basiche. Il trattamento di un p. libero in IX o in fJ con aldeide formica e acido cloridrico porta ad un dipirrilmetano (LII): intermedi importanti nella sintesi dei tetrapirrolì. La reazione di Erlich, un test colorimetrico molto sensibile per i p. liberi in IX, usato in chimica clinica per accertare la presenza di porfobilinogeno (XVIII) nelle urine, consiste neUa condensazione catalizzata dagli acidi della p-dimetilamminobenzaldeide (L VI I) con un p. libero in IX. Il primo prodotto di reazione, il carbinolo (L VIII), perde acqua per dare il sistema (LIXajUXb), stabilizzato per risonanza, che ha un intenso colore rosso. Le benzaldeidi. che non possono stabilizzare il catione (LI XaJLI Xb) condensano per formare il dipirrilmetano (LX) fenil-sostituito; l'ulteriore condensazione e ciclizzazione genera il porfirinogeno (LXI) che facilmente si autoossida alla meso - tetrafen ilporfiri n a (LXII) : 'N-·A / ~ CHO (LVII) + ~ NH NH H;C,O~CH,X (LIll) ~ R + H 20 2 H.C,«~C,H; O NH NH O (LV) O + C ,H.,CHO NH lCH.cOOH nNH~NH rr~ H.C~ H (LX) ".CHolo t C,H NH H-;C B H H ,c" H O R + ~CH NH I n tutte queste reazioni, il primo intermedio della condensazione del p. con l'aldeide è il carbinolo [ad es., (XLVIII) e (L)]. Questo viene ridotto oppure dà luogo, in presenza di un acido, a un carbocatione (uno ione azafulvenico) che condensa con una seconda mole di p. per dare il (LI I). I dipirrilmetani possono essere anche ottenuti con buona resa per so)volisi dei p. del tipo (LI11) dove (X) è un buon gruppo uscente. Lo ione azafulvenico, ad es., il (LXIV)" che deriva dal (LlII) (v. sotto), condensa con un'altra molecola di (LUI) per dare (LI V) che elimina l'equivalente di una mole di formaldeide per dare il dipirrilmetano (LV). La reazione tra un a.-formilpirrolo e un p. libero in a. dà il dipirrilmetene (LVI) che per riduzione passa a dipirrilmetano : I Sono note analoghe alchilazioni riduttive : così la formaldeide e l'acido iodidrico me- 604 HIC -tcr,;)- (LlI) (XLIII) I p. si possono a1chilare sia in 2 che in 3 per trattamento con alcolato di sodio a -.200 0 [(XLIV)-+(XLV) e (XLVI)-+(XLVII)] : [1 tilano sia il C-2 che il C-3 . Inoltre, si può usare l'acido gliossilico e una miscela dì acido iodidrico e H.1P02 per introdurre la catena dell'acido acetico: C~H:. (LXI) l°, Questa sequenza di reazioni costituisce una via semplice per le porfirine meso-sostituite. I p. si possono alchilare in 2 e in 3 con la reazione di Mannich usando formaldeide ed un'ammina secondaria per dare i dialchilamminometilpirroli (LXIII). Questi composti si possono anche ottenere per reazione tra un 2~bromometilpirrolo ed una diaIchilammina. La quaternarizzazione dell'azoto permette il suo spostamento con vari n ucleofili; così, con NaBH .. si forma il metiI-derivato . La protonazione di (LXIII) dà il carbocationc (LXI V) e se R 4:- H questo condensa per dare dipirrilmetani, ma se R = H si ha un'ulteriore condensazione e ciclizzazionc per dare porfirinogeni che possono essere ossidati a porfirine : R' ,ì;i ~ R~H~ (LXIII) H'+ ) " R' (LXIV) po rlì ri nogen i (LXI) Gli N-alchil- e gli N-aril-pirroli traspongono a temperature > 500 0 a prodotti sostituiti in 2, termodinamicamente più stabili. Derivati alogenati. Il trattamento del p . con KIl" o Br 2 porta al 2,3,4,5-tetraalogenoderivato. Se l'anello pirrolico è disattivato per la presenza di un gruppo elettronattrattore (come l'etossicarbonile), l'alogenazione può essere controllata, ma si ha ancora sostituzione in (1. e in p. La decarbossilazione alogenativa può rappresentare una strada stereospecifica per ottenere i p. alogenati solo se è preceduta dall'attacco elettrofilo: Il miglior sistema per la dealogenazione è la riduzione catalitica; sia gli (l- che i fJ-ìodopirroli danno la reazione di Ullmann, in presenza di rame, con formazione di bipirrolì. Acidi solfonici. l tentativi dì solfonazione del p. in acido solforico portano a polimerizzazione o a protonazione con conseguente disattivazione dell'anello nei riguardi di un ulteriore attacco elettrofilo. Tuttavia il p. può essere 50lfonato con ottime resc al corrispondente acido /X-solfonìco per mezzo del complesso piridina/anidride solforica. Nitro-derivati. Essendo l'acido nitrico contemporaneamente un acido ed un ossidante dà col p . solo delle peci intrattabili; ciononostante è possibile ottenere dei nitropirroli, in rese accettabili, per trattamento con nitrato dì acetile a - 50 0 . Diazocomposti. Il p. subisce attacchi elettrofili con velocità analoga a quella del fenato e, come questo, può copulare sul carbonio con sali di diazoni o arilici . Come in tutte le reazioni elettrofile, il p. reagisce preferenzialmente al C-2, ma la copulazione avviene facilmcnte anche al C-3. Aldeidi e chetoni. Spesso, per mezzo di una delle vie di sintesi del p. già descritte, come la sintesi di Knorr, si ottengono direttamente dei pirri1chetoni. Quando il nucleo del p. non è disattivato da gruppi elettronattrattori, i chetoni si possono preparare anche per acitazione secondo Friedel-Crafts in assenza di catalizzatori. Così, il p., per riscaldamento con anidride acetica, dà il 2-acetilpirrolo. Se sono presenti gruppi elettronattrattori si può applicare la classica reazione di Friede1-Crafts usando tricloruro di alluminio o il metodo di Vielsmeier-Haack. Si può disacetilare il p . per riscaldamento con acido polifosforico al1'85 %; il gruppo carbonilico può essere ridotto con diborano a metìlene. Le 2-pirrolcarbossialdeidi gIocano un ruolo molto importante nella sintesi dei composti tetrapirrolici e sono state studiate a fondo. Per un certo periodo di tempo, la preparazione delle aldeidi venne effettuata tramite reazi0T)c di Reimer e Tiemann, ma con scarse rese e numerosi sottoprodotti. La formilazione di Gattermann , con acido cloridrico e acido cianidrico, dà sia (X- che ,B-aldeidi con buone rese, ma attualmente questa reazione, difficile sperimentalmente, è stata sostituita dal metodo di Vielsmeier-Haack. L'acilazione classica secondo questo metodo implica la reazione tra ossicloruro di fosforo e una dialchilammìde per formare l'intermedio (LX V) che può condensare con p. liberi sia in (X che in {l. L'atomo di azoto positivo presente nello ione intermedio (LXVI), è un elettronattrattore in grado dj disattivare il nucleo pirrolico da un ulteriore attacco, cosicché, anche in presenza di un eccesso di agente fOfmilante, si ottiene solo il 2-formilpirrolo. 11 sale di imminio in condizioni basiche si idrolizza facilmente per dare composti che presentano il gruppo carbonilico : RR NHAy O ( 1-1 1 0 ~® R NHAy " R (LXVII L'uso del cloruro di benzoile al posto dell'ossicloruro di fosforo permette di condurre la formilazione in condizioni molto blande. Gli a-metilpirroli possono essere ossidati da molti agenti ossidanti [Br 2, S02CI2, Pb(OCOCH a)4] ai corrispondenti metil-derivati bisostituiti che per idrolisi danno l'/X-formilpirrolo. ] formilpirroli sono delle ammidi viniloghe I(LXVIl)~(LXVlIl)J e questa delocalizzazione elettronica modifica sia le proprietà del p. che quelle del gruppo formilico. Il gruppo NH è più acido, i sali si possono ottenere facilmente usando etilato di sodio e il nucleo pirrolico è molto meno sensibile ad un at- tacco elettrofilo. La pirrolo-2-carbossialdeide mostra uno slrelching del carbonile a 1665 cm - I (analoga a quella di numerose ammidi alifatiche viniloghe) ed è considerevolmente più bassa di quella delle arilaldeidi (ad es., la benzaldeide ha una vc=o = 1710 cm- I). ] formilpirroli non danno le reazioni di Cannizzaro e di Perkin e neppure reagiscono con i reattivi di Tollens o di Fehling, ma reagiscono con i reattivi di Wittig e formano vari derivati imminici (ossi me, idrazoni, ecc.). La riduzione con idruri metallici forma i corrispondenti alchitpirroli. Sebbene i formilpirroli non si autoossidino, si decompongono in condizioni acide e in presenza di vari agenti ossidanti. È possibile proteggere il gruppo formilico da queste reazioni per mezzo del derivato cianovinilico (LXIX): (LXVII) (LXVIII) Oltre a proteggere la funzione aldcidica, i gruppi cianovinilici aumentano l'elettrofilìa dell 'anello pirrolico rispetto a quella di un derivato formilico non protetto; si può rigenerare la funzione aldeidica usando soda caustica acquosa concentrata. Come è stato descritto sopra, la condensazione di un (l-formilpirrolo con un p. libero Ìn /X dà i dipirrìlmeteni (L VI) che sono derivati importanti nella sintesi dei tetrapirroli. Acidi carbossilici. Per ottenere direttamente gli acidi pirrolcarbossilici (in genere, sotto forma dei loro esteri) si può usare sia la sintesi di Knorr, tale e quale, che le sue varie modjficazioni . Il p. è sufficientemente elettrofilo per essere direttamente carbossilato, con anidride carbonica in carbonato di ammonio a 130°, per dare l'acido /X-pirrolcarbossilico. Molti p . liberi in /X o in fJ reagiscono col butillitio e il complesso di litio risultante può essere carbossilato con anidride carbonica, come fanno i reagenti pirrolici di Grignard. Quando si tratta gli a-metilpirroli con agentì ossidanti in eccesso l S02CI2. Br 2, Pb(OCOCH a) ..], si ottengono i corrisponden ti (l-metiI-derivati trisostituiti che danno gli acidi carbossilici per idrolisi. Varie altre reazioni dei sostituenti del p. possono essere usate per ottenere acidi carbossilici (idrolisi dei nitrili, ossìdazione delle aldeidi, reazione aloformica dei mctilchetoni, ccc.). L'acidità (PKHA ) degli acidi pirrolcarbossiliei è comparabile a quella degli acidi ariIcarbossilici e mostra variazioni analoghe a quelle degli acidi benzoici sostituiti (tab. IV). Gli acidi pirro1carbossilici decarbossilano facilmente e questa reazione è facilitata dalla presenza di elettrofili (ad es., HEB o alogeni). L'acido 2-pirrolcarbossìlico decarbossila per riscaldamento a 192°, mentre l'isomero in 3 decarbossila a 162°. In genere, gli isomeri in 2 sono più stabili di quelli in 3. Gli acidi pirro1carbossilici che hanno solo sostituenti alchilici decarbossilano facilmente per distillazione in corrente di vapore da acido acetico PIRROLI I 605 H CH. a CHa H CH J H H CHa CH 3 CH t H NO z CH 3 COOCZHb NO z CHa 4,39 7,30 6,40 3,22 5,61 diluito. L'instabilità di questi composti non permette, in genere, l'esterificazione con catalisi acida; gli esteri si possono ottenere o con diazometano o da un alcool ed il cloruro dell'acido. I pinilcarbossilati sì possono transesterificare in presenza dì una base in q uantÌtà catalitica. In presenza di un eccesso di base, avviene facilmente la saponificazione . La velocità di idrolisi degli esteri sostituiti in posizione 2 o 3 non è uguale: così, l'idrolisi del p. di Knorr (XVI), con un equivalente di base dà esclusivamente l'a-carbossilato. Questo comportamento può essere razionalizzato su basi steriche: poiché l'idrolisi basica implica la formazione di un intermedio tetraedrico, è sterìcamente meno ingombrato quello in posizione 2 (LXX) rispetto a quello in posizione 3 (LXXI): H CHa CH" H CH.1 CHa H H COOC1H~ eH, CH J NO'1 H,C 'j '\ HO ,c(l) y COR :..:........:_-> (M N~O ArCOOC,H. O I R (LXXIV) (LXXXII) Ammino- e idrossi-pirroli. Pochi sono gli amminopirroli noti; questi possono essere preparati per riduzione dei corrispondenti nitroo nitroso-derivati c in pochi casi per sintesi diretta. Forse la preparazione più conveniente consiste nella riduzione dell'arilazopirrolo (LXX V), preparato per copulazione azoica: ~~N=NÙ NH . ) Oli , 0(-;-) (LXX) HC.c'O--:;_{H. COOCH·, (LXXI) Fischer ha trovato che in acido solforico concentrato il p. di Knorr dà l'acido 3-carbossilico. Tuttavia l' N-metilpirrolo di Knorr in acido solforico si idrolizza preferenzialmente in f3 piuttosto che in a, cosicché le considerazioni stcriche non possono svolgere un ruolo predominan te nella regioselettività. J noltre l'idrolisi in acido solforico concentrato procede attraverso lo ione acilio (LXXII) che ha poche esigenze steriche: l-teooc hNH C~O(f) (LXXIII) Elettronicamente il composto (LXX 111) (proveniente dal 2-estere) dovrebbe essere più stabile del (LXII) . Questo suggerisce che la reazione è cineticamente controllata o che, in acido solforico concentrato (PKAH < - IO), lo ione acilio può essere ulteriormente protonato sull'anello pirrolico cosicché il (LXXII) diventa più stabile del (LXXIII). Quando gli acidi 2-pirrolcarbossilici vengono riscaldati con anidride acetica si ha N-acilazione intermolecolare con formazione di un'ammide ciclica, la pirrocolla (LXXI V): 606 6,58 (LXXV) bO ~~ 4,95 7.83 7,30 o OCH-, NH I I H... COOC~CH~ H.lC e dei y-amminochetoni. La riduzione dei pirroli con zinco e acido porta a piccole quantità di LI 1- e maggiori quantità di L1 3-pirroline, ma le Ll a possono trasporre a .1 1 con nichel Raney. Il miglior sistema per ottenere le jl-pirroline è la deidroalogenazione delle N-cloropirrolidine con idrossido di potassio. Le pirroline si comportano come alchilammine avendo un pK AH ~ 7. I sali dì immìnio protonati sono forti elettrofili come i corrispondenù nitroni (immine ossidi). Le LI'.!-pirroline possono essere preparate dai 2-pirrolidoni (LXXXII) e ì reattivi di Grigoard. La condensazione dci 2-pirrolidoni con esteri aromatici seguita da trattamento con acidi forti genera le 2-arìl-L1 2-pirroline (LXXXIII): VALORI 01 pK HA DI ALCUNI ACIDI PIRROLCAR80SSILICI TAB. IV Gli amminopirroli possono essere diazotati con acido nitroso per dare sali di diazonio stabilizzati per risonanza che possono copulare con altri p. liberi in Cl o in f3 e con fenoli . I dati spcttroscopici mostrano che gli ammìnopirroli esistono in [orma amminica, piutloslo che nella forma tautomera imminica e questo è in accordo con la loro reattività chimica che è quella di una normale arilammina. I 2-ìdrossipirroli, invece, esistono in manÌera predominante come tautomen pirrolonici (LXXVI) : ~O (LXXVI) NH (LXXVII) (LXXVIII) n NH n (LXXrX) (LXXX) NH Le L1 1-pirroline possono essere preparate per ossidazione delle pirrolidine con acetato mercuri co e per cicJizzazione degli a-cloronitriti <: I R (LXXXIII) Analoghe condensazioni di Claisen con l'ossalato dietilico, seguite da trattamento con acido, generano gli acidi LlI-pirrolin.l-carbossilici. Le L1 2-pirroline sono enammine c mostrano proprietà fisiche e chimiche tipiche di questo gruppo. Le L1~-pìrrolìne si ottengono per riduzione dei pirroli con zinco in ambiente acido; mostrano le proprietà delle ammine secondarie e si isomerizzano a LI l-pirroline con nichel Raney. Le pirrolidine si formano per riduzione dei p., sia per via catalitica che con fosforo e acido iodidrico. Sono anche note numerose ciclizzazioni di sistemi aciclici. Le pirrolidine sono ammine alifatiche secondarie. Le corrisponden ti 2-ossopirrolidine (2-pirrolidoni) (LXXXI) c i loro N-metil-derivati sono usati come solventi; l' N-vinil-2-pirrolidone è un monomero importante usato nella preparazione di polimeri dalle proprietà non comuni. Le pirroJenine(2H-e 3H-pirroli)(LXXXIV) c (LXXXV): U NH Riduzione La riduzione dei gruppi legati al nucleo pirrolico è stata già descritta. Si può aggiungere che molti gruppi funzionali possono essere ridotti per via elettrochimica (Volke, 1963), mentre il nucleo pirrolico è inattivo e1ettrochimicamente all'elettrodo a goccia di mercurio . In teoria, i p. possono dar luogo a riduzioni a due elettroni (2 atomi di idrogeno), per dare .1 \ .1 2_ e L1 3-pirroline, (LXXVII), (LXXVIII) e (LXXIX), e una riduzione a 4 elettroni, per dare pirrolidina (LXXX): o n (N~Ar O (LXXXI) o N (LXXXIV) o N (LXXXV) non sono note, ma sono noti quegli a1chil-derivati che non possono tautomerizzare ai corrispondenti p., e ne sono note sintesi e proprietà. Ossidazione J p . possono dar luogo ad una grande varietà di autoossidazioni e di ossidazioni chimiche. I 2,3,4-trialchilpirroli danno per autoossidazione o per ossidazione con pcrossido dì idrogeno il dimero (LXXXV!) e una dimerizzazione analoga di (LXXXVII) dà per autoossidazionc il composto (LXXX VIII) : ~h O~N~ HN~O (LXXXVI) (LXXXVII) (LXXXVIII) L'autoossidazione degli N-alchilpirroli procede a velocità minore di quella dei C-alchilderivati e dà luogo a vari monomeri c dimeri. li meccanismo di queste ossidazioni non è chiaro, ma poiché in molte di queste reazioni si formano perossidi e poiché il perossido di idrogeno dà luogo agli stessi prodotti è ragionevole supporre che queste reazioni procedano, come molte autoossidazioni, attraverso radicali: questa ipotesi è avvalorata dal fatto che gruppi elettronattrattori sul nucleo pirrolico ritardano l'autoossidazione. Una distinzione chiara tra auto c fotoossidazione in letteratura non sempre viene fatta. Così, è riportato che l'autoossidazione del 2,4-dimetilpirrolo dà il composto (LXX XI X), ma è anche vero che prodotti simili si formano per fotoossidazione: CHI H,C-j,--=io HO NH (LXXXIX) Così la fotoossidazione del p. in acqua, in presenza di un adatto sensibilizzatore, dà il composto (XC) e l' N-metilpirrolo dà il corrispondente N-meiil-derivato: HO ~ NH O Le maleimmidi si formano quando i p., sostituiti o non nelle posizioni 2 e 5, e i sistemi tetrapirrolici naturali, descritti neWintroduzione, vengono ossidati con i composti del CrV] : questo tipo di ossidazione venne usato nei primi tentativi di determinare i sostituenti periferici dell'eme e della clorofilla . l p. possono essere ossidati da una larga varietà di ossidanti sia organici che inorganici che portano a tipi di prodotti differenti. Da notare che con pcrossido di idrogeno il p. si ossida a (XCIII) e (XCI V) e questi condensano a (XCV) e (XCVI): / ~ ~ NH O ~ NH O (XCIII) (XCIV) \,')----(/ \kO NH NH ~~ CH ~ L'autoossidazione del 2,3,4,5-tetrafenilpirrolo (CIII) deprotonato forma l'ammide (CI V). Lo stesso prodotto si ottiene per fotoossidazione di (CII I) : R R)j-R _ _0-,., --_)-:;. .\//' 11l' che è un prodotto non caratterizzato. Pohmeri simili si ottengono quando il p . è trattato con molti altri ossidanti. La reazione dell'ozono col 2,5-dimetilpirroIo forma (XCVII) e (XCVIlI) in quantità analoghe. Questo può essere interpretato come una prova per la struttura elettronica dclocalizzata del p., ma la formazione di (XCVI I l) può anche essere interpretata come un'addizione 1,4 dell'ozono per dare un addotto (XCI X) che può collassare al dichetone (C) e reagire ancora con ozono: R=C,,H-, Si pensa che il (CIV) si formi dal perossido ciclico (CV). In modo analogo, l'addizione fotochimica dell'estere acetìlendicarbossilico al p. forma l'addotto (CVI) che, con apertura dell'anello, traspone alI'azepina (CVI I): crOOCH3 H,CO NH <Ob 1 H0 H H,CO NH O-OH (XCI) La formazione di un endoperossido è anche in accordo con l'osservazione che il 3,4-dietilpirrolo dà la dietilmaleimmide (XCII), anche se il p. forma solo tracce di maleimmide per fotoossidazìone : H i C2 O + ~. ~ ~COOCH, ç)-COOCl-L {('VIl) L 'ossidazione fotochimica dell' N-fcnilpirrolo (XCIX) o O O (XCVIII) O CH,COOH) Zn (OCOCH,), o rf-'o N o -----7> H~N~R I C"H-, I I C"H., C"H -, (CIX) (CVIII) CH., Complessi metallici È già stato accennato che i p . formano sali con i melalli alcalini e i reattivi di Grignard e che la natura della coppia ionica determina la reattivita di quesli sistemi ricchi di elellroni . Inoltre, i p. formano, con i metalli di transizione, complessi (J e 1f. covalenti: così con lo zinco c il titanio formano i complessi (J [(CX) e (eX I)], ma sono noti anche altri compiessi (J : ]l ~ /H H ' ' ' ( ì( eH ~ O (CII) I ("t[-t' (XCII) t---~ ""10,) " N CH ,OH R=COOCH , Sono note molte reazioni di apertura dell'anello, non collegate tra loro, ma non di meno molto interessanti. Quando il p. è trattato con idrossilammina si forma la diossima della succindialdeide. Analogamente, quando il 3,4-dimetilpirrolo è trattato con acetalo di zinco e acido acetico, si forma la pirrocolina (CI), attraverso la dialdcide (CII): NH O porta all'ammide (CIX) attraverso il perossido ciclico (C VI II) : (C) Reazioni di apertura dell'anello eH-, L'ossidazione fotochimica dei pigmenti della bile implica reazioni con l'ossigeno in stato di singoletto simili a quelle descritte sopra e robabilmente svolge un ruolo importante ~lla fototerapia dell'itterizia neonatale . l H1C~CHI O h O COOCHl COOCH., H ,CAyH -E-(_ _O,;. :.'_ _ H/o~O ~<- - R (CIV) I COOCH 3 CH,1OH -"'VNH d O RANH~ Jl~ R ~ ........ , (XCVI) Il prodotto principale della reazione tra p. e perossido di idrogeno è il nero di pirrolo Quando la fotoossidazione viene condotta in metanolo il p. e molti suoi alchil-derivali danno prodotti del tipo (XCI) ed è stata avanzata l'ipotesi che queste reazioni implichino un 'addizione di Diels-Alder dell'ossigeno in stato dì singoletto al nucleo del p . che si comporterebbe come un diene, per dare un endoperossido che reagendo con mctanolo porterebbe al (XCI): NH 9 _-;:O--=-, /_K'----O_H_)-3> benzene (CIII) (XC) ~ -~ CH., (XXXVII) (XXXVI) R ~ O NH NH NH O (XCV) Nelle stesse condizioni, il 2,4-dimetilpirrolo forma il composto (XXX VI); il 2,5-dimetilpirrolo in condizioni riducenti con zinco e acido acetico dà il diidroisoindolo (XXXVII): ~'-:II i) l Zn ( N I N O (CI) (ex) (ex!) PIRROLI I 607 TAB, V nNH~ BIOSINTESI DELLA PRODIGIOSINA CHI. O OH H,C-f bH o I ~ ~ \li ()_{JOCH, ~CH, NH HN~H (CXX) O NH CHI (C'XXI) L-------------.----1_ - -I (CXVI) T AB. VI FORMULE DI STRUTTURA DI ALCUNJ ANTIBIOTICI PIRROLICI H NH 8b~NH t 'QyNH 7 h ~ o CH'l CHI . NH NH Il p, è isoelettronico col ciclopentadiene e quindi il p. deprotonato è isoelettronico con l'anione del ciclopemadiene ed ha la stessa carica, Si può perciò supporre che gli aza-analoghi del ferrocene e dei sistemi simili siano stabili. Mentre il diazoferrocene non è ancora noto, lo sono molti altri complessi 11: del pirrolo e i complessi del ferro (CXII) e del cromo (CXII I) sono dei tipici sistemi a J 8 elettroni: "~~ ~ tH o NH~ .1 CH.1 I N © o (CXXIV) H1NnN~ distamicina A NH 1 ~ NH r NQy 7 ~ o HOH 2 C 'r,-~ I l eH CH \ o ~ ~ NH CH \ 'l NH I (CXXV) (CXXVI) verrucarina E FRAMMENTAZIONE DEL PIRROLO H~H ~ H H I-~ "'/:~ H H ~ NH li ---> mie 67 H H H~H HN l /1\ OC CO CO (CXIII) (CXII) Le porfirine (III), le clorofille (I V) e i pigmenti biliari (V) costituiscono i principali derivati del p. presenti in natura. Biogcncticamente, si formano attraverso il porfobilinogeno (XVlll) che, a sua volta, viene condensato a uroporfirinogeno III (CXIV), un macrociclo tetrapirrolico: +éH=NH H (CH,),- I R ~ -(CH,)., - , -eH HC=CH H e -C 1-1 (CI1,),,I C,H, m/(' 41 ~ (C'XIV) <tNH Il m/e 40 ,2:, -~L H 608 H La prodigiosina (eX Vl), un pigmento tripirrolico rosso, è stata isolata per la pri ma volta dal Baciflus prodìgiosus: ha attivi tà sia antifungina che antibatteflca, ma è anche estremamente tossica. Oltre alla prodigiosina sono stati isolati altri composti simili [(CXVII)(CXIX)] : R=CH", e C"H_, "..,;i+;'i'-.... + H P'=CH,CH,-CONH_ Pirroli naturali netropsina TAB. VII .A;= CH 1 COi"H, Cf NH NH~ o (C'XV) + fIIlr 2& Questo può dare poi porfirine, clorofille e pigmenti biliari. Un altro macrocic\o tetrapirrolico che deriva dal porfobìlinogeno è il coenzima della vitamina BJ~ (CXV) che funziona da coenzima in molti sistemi enzimatici: ~ ___~OCHI Q; NH ~ N~ I ICXIX) ___R R~ I CH, -CH(CI-IJ,-, I CH. H,C-CH(CH,),CH, I e-(CH..}, -CH-Cl--II CH, Nessuno di questi si forma biogeneticamente dal porfobilinogeno. La biosintesi della prodigiosina comporta la condensazione di alanina, prolina, glicina, seri na e acetato per formare il bipirrolo (CXX) che condensa col p. (CXXI) per dare la prodigiosina (CX VI) (tab. V). Altri p. con proprietà antibiotiche sono stati isolati ed è stata studiata la loro biogenesi (in genere da amminoacidi). Per la loro diversità e complessità non è possibile darne una dettagliata descrizione e ci limitiamo a ricordarne i principali. La pirrolnitrina (CXXIl) e composti analoghi, con atomi di alogeno sia sul nucleo pirrolico che sul fenile, sono stati isolati da una varietà di Pseudomonas . Un antibiotico strettamente correlato è la pioluteorina (CXXIII), isolata da Pseudomonas aeruginosa: ~N:' NH '~ mo OH O (CXXIIIl (CXXlJ) Gli oligopeptidi distamicina A (CXXI V) e netropsina (CX X V), strettamente collegata alla prima, che funzionano come inibitori delle DNA-polimerasi, sono stati isolati da Streptomyces, mentre la verrucarina E (eX X VI) è stata isolata da Myrothecium verrucaris (tab. VI) . Sono noti anche alcuni alcaloidi, steroidi e composti glicosidici derivati degli acidi pirrol-2- e 3-carbossilici. Proprietà spettroscopicbe Come in tutti i sistemi aromatici le proprietà spettroscopiche sono funzione dei gruppi periferici; nel caso del p. questo significa che si conoscono moltissimi dati e quindi si possono fare molte correlazioni. Lo spettro elettronico del p. mostra un assorbimento a 207,5 nm dovuto ad una transizione n-n*. In genere, gli effetti delle sostituzioni sulle transizioni elettroniche sono analoghi a quelli dì analoghe sostituzioni sul benzene, eccetto per il fatto che una maggiore delocalizzazione nei derivati del p . compona un maggiore spostamento batocromo. La sostituzione sul C-2 porta a uno spostamento maggiore di "" 20 nm rispetto alla sostituzione sul C-3. I p. e i bipirroli sono incolori (ma possono presentare fluorescenza nel visibile) a meno che il cromoforo non sia ulteriormente esteso per coniugazione. Così, i dipirrilmeteni (L VI) (ma non i dipirrilmetani) e i derivati dei formilpirroli, [ad es., (LXIX)] (ma non i formilpirroIi) sono gialli. La corrente diamagnetica del nucleo del p. scherma meno i gruppi periferici e il p. stesso mostra due multipletti nello spettro NM R, a b = 6,33 per i protoni in (X e 6,14 Rer quelli in p. Sono noti anche gli spettri :le e l4N del p. e dei suoi derivati. Gli spettri infrarossi e Raman dci p. sono noti e i risultati sperimentali sono stati confrontati con quelli ottenuti con un calcolo delle coordinate normali. Il gruppo NH e la natura polare di molti derivati pirrolici danno luogo a considerevoli interazioni soluto-soluto e soluto-solvente e quindi a modifiche delle frequenze caratteristiche dci gruppi e della forma dei picchi. Anche la delocalizzazione elettronica può modificare le frequenze caratteristiche dei gruppi. Ad es., i formilpirrolì, che sono viniloghi delle ammidi> e i derivati degli acidi carbossilici del p., che sono viniloghi con ì carbammati, mostrano delle frequenze anomale . Nello spettro di massa del p. il picco base è il picco molecolare a 67 m/e e i frammenti molecolari corrispondenti sono mostrati nella tab. VII. È noto anche lo spettro fotoelettrico del p . : la prima ionizzazione a 8,2 e V deriva dalla perdita di un elettrone dall'orbitale molecocolare 1l. I p. ricchi di elettroni mostrano il primo potenziale di ionizzazione a potenziali leggermente minori (ad es., il 2,4-dimetilpirfolo a 7,54 e V) c viceversa. Bibliografia Abraham R . J .. Lapper R. D .. Smith K . M .. Unsl,\ orth J. F ., (d . Chem. Soc., Perkin Il)), (1974), 1004. Acheson R. M., An lnlroduclioll IO Ihe Chernisrry oj Hetero<ychc Cvmpvunds, 2" ed .. Ncl,\ 't ork. WIIeyI nlerscicnce. 1967. Agenas L. B., Lingren B ., « Ark. KemI», 28, (1968), 145. Anderson T., «Trans. Roy. Soc. Edinburgh ». 21. parte IV, (1857), 571. Arcamone F ., Orezzi P. G .. Barbieri W .. Nicolella V.. Penco S .. « Gazz. Chim. haI. », 97, (1967), 1097. Arima K., Imanaka H .. Kosaka M., Fukuda A. Tamura G .. « Agr. Bio!' Chem . », (Tokyo). 28 , (1964), 575. Baltazzi E., Krimen L. I., « Cbem. Rev. »,63, (I 963), 511. Bauer H., « Chem. Ber . », 100, (1967), 170/. Bogorad L, in «The Porphyrins», VI, a cura di 001phin D., Academic Presso 1978. Bonnett R., Clark V. M .• Giddey A .. Todd A. R .. <d . Chem . 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