Luisa Spagnoli – La Signora dei Baci

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Luisa Spagnoli – La Signora dei Baci
Luisa Spagnoli – La Signora dei Baci
Una donna con la “D” maiuscola
di Maurizio Veronese
La storia recente ci ha spesso guidato verso la scoperta di figure normali che hanno apportato dei grossi
cambiamenti alla vita delle persone, anche se limitatamente al periodo nel quale hanno vissuto.
Anche per questo motivo Rai 1 e la casa editrice Graphofeel hanno deciso di realizzare rispettivamente
una fiction e un libro sulla vita di una donna normale, ma molto speciale, a noi nota come Luisa
Spagnoli.
In realtà Luisa è stata una donna tutta d’un pezzo, dedita principalmente al lavoro, per il quale ha
trascurato anche gli affetti familiari. Di famiglia modesta, perse il padre molto presto e frequentò, per
quanto possibile in quegli anni, la scuola.
Quando sposò Annibale Spagnoli, insieme a lui rilevarono una drogheria (chi sa ancora cosa è una
drogheria?) e decisero di produrre confetti. Dall’incontro con 3 imprenditori perugini, tra cui il Buitoni
della pasta, nacque quella che oggi è nota a tutti come la Perugina.
Ma il marito fu spesso soggetto a fragilità emotive, nonché vittima di esaurimenti nervosi. Luisa invece
aveva un carattere forte e determinato: presto si rivelerà una vera capitana d’azienda, intelligente e
creativa, ma anche di polso ed esigente con le maestranze. Era una donna molto forte e spesso
d’impatto, ma era anche brava a chiedere scusa e a rappacificarsi con i suoi dipendenti, per i quali ebbe
sempre grande rispetto e attenzione.
Luisa si dedicò sin dal 1907 ad affinare l’arte della fabbricazione dei confetti, passando per le
caramelle e per arrivare infine al cioccolato: sviluppò un palato finissimo, creando specialità raffinate
di cioccolato (il fondente Luisa porta il suo nome) e ,dedicandosi agli allestimenti delle vetrine del
negozio con originalità e creatività, ricevette riconoscimenti e grandi apprezzamenti sulla stampa
locale. Ciò che sicuramente la contraddistinse fu la grande dedizione alla tutela degli operai della sua
fabbrica, organizzando gite aziendali, regali alle famiglie delle maestranze e aiutando le madri
lavoratrici.
Durante la Grande Guerra gli operai vennero chiamai alle armi e Luisa si trovò a dirigere la fabbrica da
sola. Le leggi nazionali avevano limitato l’uso dei dolciumi perché superflui, e Luisa allora decise di
riconvertire i macchinari destinati a confetti e caramelle per la produzione del cioccolato che era
entrato a far parte della razione giornaliera delle truppe.
Fu l’unica azienda alimentare italiana a prosperare negli anni di guerra, moltiplicando il fatturato. La
grande lungimiranza di Luisa fu quella di sostituire il personale maschile, partito per la guerra, con le
donne. In breve tempo la fabbrica si riempì quasi esclusivamente di donne che erano in grado di
ricoprire quasi tutte le mansioni dei colleghi uomini; persino le macchine erano revisionate e aggiustate
da personale femminile. E’ di allora il grande lavoro che Luisa svolse per la tutela delle lavoratrici: le
operaie potevano andare a lavoro con i propri figli e per le neo mamme vennero allestite vere e proprie
sale di allattamento, che potevano ospitare anche i loro piccoli.
Dopo la guerra Luisa continuò a lavorare per blindare la tutela verso i suoi lavoratori e istituì vacanze
aziendali, cassa mutua, personale medico in fabbrica, regali ai piccoli in occasione della Befana,
assistenza agli orfani e molto altro.
Bisogna arrivare al 1922, per arrivare alla creazione del Bacio, che Luisa, dopo tanta sperimentazione
realizzò assemblando gli avanzi della lavorazione di altri cioccolatini. Pare che l’idea dei bigliettini
inseriti nell’incarto, su cui si stampano ancora oggi frasi amorose o aforismi in tema, derivasse dai
bigliettini che Luisa e il suo compagno Giovanni Buitoni si scambiavano inserendoli nell’incarto dei
cioccolatini, per comunicare in segreto i loro sentimenti.
Soltanto quando Il primogenito di Luisa, Mario, cominciò a lavorare in fabbrica, Luisa poté finalmente
dedicarsi all’allevamento dei conigli d’angora nella tenuta di Santa Lucia. Qui i primi tentativi di
lavorazione del pelo dei conigli furono affidati alle operaie della Perugina, in ambienti della fabbrica;
successivamente vennero costruiti locali adatti alla lavorazione nell’area della villa di Santa Lucia, il
primo nucleo della fabbrica che sorgerà anni dopo. In quegli anni il regime favoriva le produzioni
italiane e le realizzazioni di Luisa dedicate al mondo femminile (boleri, giacche, stole) incontrarono il
gradimento di tantissimi, fino a farle ricevere premi nazionali. Luisa riuscì persino a accorpare l’attività
svolta alla Perugina con quella dell’appena nata Angora Spagnoli, quando decise di chiudere nelle uova
di pasqua della Perugina scarpine e cuffiette da neonato lavorate con la lana d’angora, riscuotendo un
grande successo. Ma purtroppo la grande intraprendenza, la creativa unicità di Luisa dovettero
arrestarsi a causa di una improvvisa grave malattia che non le consentì di vedere gli sviluppi della
nuova attività.
Questo romanzo così avvincente potrete leggerlo nei minimi dettagli a partire dal 28 gennaio e potrete
seguirlo attraverso la fiction su Rai 1 l’1 e il 2 febbraio. Compratelo. Vi troverete alla fine del libro
senza che ve ne sarete accorti.
Maurizio Veronese
Nella vita di lavori ne ho fatti tanti... perché ho sempre voluto assecondare le mie
passioni. Curioso, appassionato della vita e delle relazioni sociali, creativo e amante del
bello. Un uomo anticonformista.