Al “Giffoni festival” è di scena la “Felicità”
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Al “Giffoni festival” è di scena la “Felicità”
mercoledì 20 giugno 2012 13 SPETTACOLI IL POPOLARE CHITARRISTA HA VINTO NELLA SUA LUNGA CARRIERA 19 GRAMMY AWARDS IN DODICI DIVERSE CATEGORIE Pat Metheny prepara un tour europeo con la “Unity Band” NAPOLI. Per la prima volta dalla pubblicazione nel 1980 di “80/81”, il chi- tarrista Pat Metheny (nella foto) ha registrato un album, “Unity Band”, disponibile nei negozi di dischi e negli store digitali (www.itunes.it/patmetheny), che vede la partecipazione di un sassofono tenore e che introduce un nuovo ensemble per Metheny, quello formato da Chris Potter al sax e clarinetto basso, Antonio Sanchez - collaboratore di lunga data - alla batteria e l’energico Ben Williams al contrabbasso. L’album contiene nove nuove composizioni di Metheny. La Pat Metheny Unity Band sarà in tour in Europa. Dice Metheny di questo vuoto trentennale dall’ultimo progetto in cui aveva collaborato con dei sassofonisti, i grandi Dewey Redman e Michael Brecker: «Per molti aspetti le mie band sono state concepite come alternativa a formazioni più convenzionali in cui avevo suonato agli inizi. Il fatto che mi siano serviti 30 anni per tornare a questo punto, fa capire in un certo modo quanto siano stati impegnativi per me questi esperimenti “alternativi”. Continuavamo a dire tra di noi che prima o poi avremmo ripreso in mano quella band, ma ora che sia Mike che Dewey sono scomparsi, non potrà mai accadere. E poi è arrivato Chris Potter. Da fan, l’ho osservato diventare uno dei più grandi musicisti del nostro tempo, e quando siamo stati en- LA KERMESSE trambi invitati a suonare nell’album d’esordio di Antonio Sanchez, ho subito notato che il nostro modo di suonare e il nostro fraseggio insieme era molto naturale, e lasciava intendere altre possibilità. Ho iniziato a pensare lì alla possibilità di costruire un progetto concreto». Anche la sezione ritmica in questo disco ma soprattutto in questa nuova formazione pur non essendo un esperimento inedito, presenta alcune peculiarità importanti: «Antonio è stato in un certo senso una scelta ovvia - spiega Metheny - è stato uno dei miei più stretti collaboratori negli ultimi dieci anni e ha anche suonato in molte occasioni con Chris. È un musicista davvero speciale. C’era un particolare tipo di energia che sapevo io e Chris avremmo potuto ottenere e non riesco a pensare a nessun altro che avrebbe potuto aiutarci a ottenerla, a parte Antonio. Qualche anno fa, Christian McBride mi ha invitato ad un evento in cui era coinvolto con alcuni studenti jazz della Juilliard. Ben Williams si esibiva in alcuni pezzi e il suo modo di suonare mi ha colpito subito. Ho usato Ben un po’ di volte nel trio e l’ho trovato subito un musicista incredibile con cui suonare e una splendida persona. Lui e Antonio sono andati subito d’accordo». Una volta messa insieme questa band stellare, Metheny ha scritto diverso materiale nuovo. Nel corso delle prove, sono poi ar- rivati a selezionare i nove brani che si trovano nell’album. «È divertente, ho ascoltato davvero tanti dischi chitarra/sax che sono stati chiaramente influenzati da “80/81”, ma volevo fare qualcosa di diverso, anche se quel disco è stato sicuramente un punto di riferimento. Antonio ha molte capacità che in un certo senso ci hanno indirizzati nella scrittura. Ma ricordiamoci che questo gruppo di musicisti può fare davvero qualsiasi cosa». Nel corso di oltre tre decenni, il chitarrista Pat Metheny si è distinto nel panorama jazz noto al grande pubblico allargando ed espandendo i confini e gli stili musicali. Ha vinto 19 Grammy Awards in 12 diverse categorie, ha registrato opere importanti in formazioni a trio, dischi solisti di enorme successo, inciso colonne sonore per importanti film hollywoodiani e collaborato con artisti quali Ornette Coleman, Steve Reich, Charlie Haden, Brad Mehldau, e molti altri. Il suo gruppo, il Pat Metheny Group fondato nel 1977 è l’unico ensemble nella storia ad aver vinto sette Ivano Avolio Grammy con sette uscite consecutive. PRESENTATA LA 42ª DELL’EVENTO CINEMATOGRAFICO CHE QUEST’ANNO SARÀ AFFIANCATO DAL “NEAPOLIS” Al “Giffoni festival” è di scena la “Felicità” di Lorenzo Iadicicco SINERGIA TRA I FESTIVAL TEATRALI DEI DUE LUOGHI MUSICA A BACOLI NAPOLI. Parte dal Pan-Palazzo del- Tra Borgio Verezzi e Palinuro, si rinnova il “gemellaggio” Lungo weekend al “Nabilah” di Giovanna Amoroso NAPOLI. Manca ormai poco al- NAPOLI. Quest’anno la 46ª edizione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi, importante appuntamento ligure che vide la luce nel lontano 1967, ha realizzato una bella sinergia con la regione Campania. Il festival, che si svolgerà dal 6 luglio al 10 agosto, è gemellato con la rassegna teatrale di Palinuro, e ospita una coproduzione del prestigioso Festival di Benevento. «A Borgio Verezzi siamo lieti, e orgogliosi, che anche quest’anno Palinuro voglia rinnovare il legame con il nostro festival: è una collaborazione che conferma come il teatro sia vivo e che, attraverso la cultura, si riescono a superare i tanti ostacoli, spesso disseminati sul cammino di chi organizza manifestazioni di tale portata - dice il direttore artistico Stefano Delfino (nella foto) - personalmente non può che farmi piacere la scelta di inserire nel cartellone del “Palinuro Teatro Festival” alcuni degli spettacoli che saranno in prima nazionale in piazza Sant’Agostino: è un segno di fiducia che ci onora. E sono ancor più contento del fatto che la preferenza sia andata a due commedie che per Borgio Verezzi rivestono un significato particolare. “Clizia” di Machiavelli (o “Doppio inganno”) appartiene alla storia del festival. È nostra consuetudine, a ogni estate, riproporre (sia pure in versione aggiornata) uno degli spettacoli programmati agli albori della manifestazione. Lo scorso anno era stato “George Dandin” di Molière, che qui era andato in scena nel lontano 1968. E questa volta, è stato il turno, appunto, di “Clizia”, proposta invece nel 1969. Non solo: ma i protagonisti sono Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi, due tra le presenze più fedeli del teatro a Borgio Verezzi. Al contrario, pur essendo Molière (con Shakespeare e Goldoni) uno degli autori maggiormente rappresentati al festival, il suo “Tartufo” mai aveva avuto l’occasione di essere inserito nella programmazione. C’è sempre una prima volta, ed è accaduto quest’anno grazie anche alla felice intuizione di Domenico Pantano e della compagnia da lui diretta, il Centro Teatrale Meridionale, che avrà così l’occasione di debuttare a Borgio Verezzi e di essere poi a Palinuro. Insomma, questo “ponte” ideale, che è stato gettato nel 2011 tra una località turistica della riviera ligure e uno dei centri balneari più celebri e apprezzati della costa campana, si rafforza ancora di più e pone le premesse per un’ulteriore, proficua collaborazione futura. Lunga vita al Palinuro Teatro Festival. E, da qui, giunga un vibrante applauso ai suoi appassionati organizzatori, al suo pubblico e a tutti i suoi interpreti». l’uscita del suo nuovo album che si presenterà come un’esplosione di suoni in cui comparirà anche “Around”, singolo che l’estate scorsa è rimbalzato da un dancefloor all’altro incontrando il favore e l’entusiasmo del pubblico. E ora Noir, dj e produttore di musica deep elettronica, arriva, venerdì (dalle ore 22) al “Nabilah” di Bacoli, con la sua personalissima e raffinata selection, messa insieme in nove anni di carriera che lo hanno visto lavorare al fianco di Dubfire, Carl Cox, Luciano, Pete Tong, Mark Knight, Nic Fanciulli e Roger Sanchez. Sabato (dalle ore 22), spazio a un party esplosivo e colorato, dove la crew “I Love Up”, dopo il successo della stagione invernale, torna ad animare la notte con i suoi cuori. Live set affidato a Kumbà, Neapolitan Pariamientos Band, dj set di Umile Nicoletti e Antonio Russo, vj set a cura di Fabio Catapano. Spazio a performance artistiche tra tessuti aerei e danza del fuoco. Dirk Swartenbroekx, in arte Buscemi, nome ispirato a uno dei suoi attori preferiti Steve Buscemi, curerà la colonna sonora dell’AperiNabilah di domenica (dalle ore 18.30). Per gli ospiti del club un dj set che raccoglie in un paio d’ore il meglio dei generi nu bossa, nu lounge, brazilian grooves, afrobeat, drum ‘n bass. Buscemi ha all’attivo quattro compilation e un album realizzato con il pianista italiano Michel Bisceglia per la famosa etichetta Blue Note. Non stupisce che i suoi brani siano regolarmente inseriti nelle play-list di artisti del calibro di Kruder & Dorfmeister, Gilles Peterson, Patrick Forge e Rainer Truby. le Arti Napoli la 42ª edizione del “Giffoni film festival” (al via il 14 luglio). Una conferenza che ha fornito la “timeline” della rassegna, gli eventi, gli ospiti e gli straordinari numeri di questa suggestiva esperienza per i più piccoli e non solo. A presentare il programma sono stati i principali artefici di questo successo: Claudio Gubitosi (fondatore e managing director del “Giffoni film festival”), il sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando e Sigfrido Caccese (direttore del “Neapolis Festival” che in questa edizione affiancherà il “Giffoni”). Una conferenza condita anche dal supporto delle istituzioni campane rappresentate dall’assessore per l’Istruzione e la Cultura della Regione Campania Caterina Miraglia e dall’assessore per la Cultura e il Turismo del Comune di Napoli Antonella Di Nocera. «Il tema di questa 42ª edizione è la “felicità” - ha affermato Claudio Gubitosi - un tema attuale ma doveroso. Abbiamo il diritto di essere felici e di cercare la felicità in un momento così difficile. Ne sentiamo tutti il bisogno. Mai come quest’anno abbiamo coinvolto la nostra Regione Campania, nelle risorse e nel programma del festival, per dare una scossa, per farci reagire. Giffoni conta di rivestire il ruolo di ammortizzatore sociale della cultura e i numeri delle tante attività aperte, gratuite a tutti, lo dimostrano». Numeri che meritano di essere menzionati per toccare con mano questa grande macchina culturale: 3.300 giurati provenienti da 54 nazioni e 160 città italiane, 2.200 film in preselezione, 170 film in programma, 26 nazioni rappresentate, 27 film italiani, 8 anteprime, 10 masterclass, 11 serate di musica con 33 artisti e tanto altro ancora. Cifre ALBERGO DEI POVERI Paolo Russomando, Claudio Gubitosi, Sigfrido Caccese ed Antonella Di Nocera (Agnfoto/Nicois) da capogiro che quantificano la portata di un festival che per quest’anno attende un incremento di oltre 30mila visitatori in più, rispetto alla precedente edizione. Tutto avrà inizio il 14 luglio per una 10 giorni strepitosa ricca di ospiti ed eventi. Tra i più attesi, i grandi talenti hollywoodiani come Jessica Alba, Jean Reno e la giovane star Dianna Agron, una delle protagoniste del telefilm “Glee” che ha riscosso un enorme successo planetario. Tanti artisti italiani tra gli ospiti: Leonardo Pieraccioni, Anita Caprioli, Francesco Pannofino, Ale e Franz, Mara Venier, Luca Miniero, Carlo Conti, Filippo Nigro, Martina Colombari, Marco Giallini, Francesca Inaudi, Chiara Francini e tanti altri ancora. Come sempre non mancheranno delle suggestive anteprime che quest’anno presenteranno alcuni nuovi successi del cinema made in Usa come “Madagascar 3-Ricercati in Europa”, “L’era glaciale 4-Continenti alla deriva”, “Lol-Pazza per il mio migliore MUSICA amico” con la stella di casa Disney Miley Cyrus e così proseguendo per tante anteprime continentali e mondiali. Tra le rassegne più suggestive verranno proposti due omaggi molto interessanti. Il primo sarà dedicato al grande cineasta francese François Truffaut (per festeggiare i 30 anni dalla sua partecipazione al festival), mentre il secondo proporrà una maratona cinematografica dedicata al grande regista Tim Burton. Come preannunciato, in questa 42ª edizione il “Giffoni” verrà affiancato dal “Neapolis festival” che porterà numerosi artisti nazionali ed internazionali del panorama musicale. Grandi nomi come Patti Smith, Pino Daniele, Caparezza, Club Dogo e Dinosaur Jr. Come disse François Truffaut: «Di tutti i festival, quello di Giffoni è il più necessario», una frase che col passare del tempo è diventata sempre più calzante nei confronti di un’esperienza totale che ogni anno regala delle emozioni uniche nel suo genere. L’ARTISTA CHE DUETTÒ CON DALLA A SANREMO LANCIA “NANÌ ED ALTRI RACCONTI...” Tanta musica con i Redroom La penna intelligente di Pierdavide Carone NAPOLI. Lo spettacolo della musica e lo spettacolo dell’anatomia in un’unica, straordinaria, serata. Domani, in occasione della Festa Europea della Musica promossa dal Comune di Napoli, “Gunther von Hagens’ Body Worlds - Il vero mondo del corpo umano” offrirà un concerto da non perdere nel suggestivo scenario del Real Albergo dei Poveri. Dalle ore 19 fino alle 22, in collaborazione con “Freak House records & booking”, si alterneranno sul palco allestito nell’androne monumentale tre band tra le più amate e interessanti del panorama musicale partenopeo: Epo, Redroom Dreamers e Katap. Per Un festoso vortice sonoro, tra musica e arte. Per l’occasione, la mostra resterà aperta fino all’una di notte, con ingresso a tariffa speciale (11 euro per gli adulti e 7 euro per gli studenti). di Fabio Fiume NAPOLI. Terzo album in tre anni per Pierdavide Carone (nella foto), l’unico cantautore (salvo recenti) uscito con importante seguito da “Amici”, il talent voluto da Maria De Filippi. E dopo il mezzo passo falso del precedente lavoro, forse un po’ frettoloso, nato dalla necessità discografica, più che compositiva, di battere il ferro finchè caldo, Carone trova una nuova linfa vitale, concependo questo “Nanì e altri racconti...” con una maturità diversa, che si rivela sia attraverso i testi più seriosi, a volte persino più adulti dei suoi 23 anni, sia attraverso il sottile umorismo con cui affronta le proposte più scanzonate, a cui non rinuncia. Questa maturità l’aveva decantanta anche il grande Lucio Dalla, che entrato in contatto con il giovane ed ascoltate le sue proposte, aveva deciso di produrne il disco e di aiutarlo a tro- vare una strada di classe per proporsi. Ed è stato quasi come il congedo per il grande maestro bolognese, l’individuare il giovane da sdoganare dalla sufficienza concessa agli artisti venuti fuori dai talent, e consegnarlo ai posteri come un nuovo, valido futuro per la canzone d’autore. Da qui la decisione di esporsi, di gareggiare a Sanremo, seppur con un ruolo di nicchia, per quella “Nanì”, raffinata ballata sull’incondizionato amore nato per una prostituta, che non esce dal suo destino segnato e che il giovane è costretto a portare via con sè, con quegli accenti vocali in terza, che lo stesso Dalla ha eseguito magistralmente live a Sanremo, rafforzando la voce più istintiva e di sicuro meno estesa di Pierdavide. Poi dopo il saluto al mondo del suo maestro, appena un settimana dopo quell’esperienza, Pierdavide si è rimboccato le maniche, per non far morire il proget- to e così, forse rinunciando anche a quella parte più ironica, ha dato vita in questi mesi ad altri due singoli, davvero buoni; il primo, “Basta così”, lanciato in quel di “Amici Big”, luogo dove è ritornato sempre sotto consiglio del compianto Lucio, in cui incalzando, parla del saper capire che quando l’amore finisce prigioniero del silenzio, è finito e nulla può destarlo, ed il se- condo, l’attuale “Tra il male e Dio”, vera pietra preziosa del lavoro, dove la passione esplode tra “spaccami di baci”, “prendi in mano il cuore” e “respingimi e poi prendimi di nuovo”, “lasciami sognare di averti tra il male e Dio”, come a sottolineare il continuo combattimento ed equilibrio tra il bene ed il male che ci fornisce un amore che sappiamo complicato, ma che ci fa star bene come poco altro. In essa Carone azzarda falsetti, alternati a voce piena, dolcezza “cantilenata” a pigli vocali ruvidi, rauchi, aspri; il tutto in ottimo equilibrio. Il resto è sull’altra parte della strada, sul marciapiedi forse meno illuminato, ma non per questo trascurabile, su quell’umorismo che ha già reso Pierdavide protagonista in passato di storie d’ospedale, della difficoltà di creare la canzone pop perfetta, mentre qui lo pone con la lente puntata sui luoghi comuni dei sud del mondo “Il twist del sud” e, addirittura, con mirabile sapienza sull’amministrazione di rapporti longevi, posti a crisi quotidiane, tenuti in vita da un unico “ti amo” detto inaspettatamente, come in “Amoreterno”. Aveva ragione Dalla; Pierdavide Carone è da tenere sotto controllo. Ha penna intelligente ed acuta, e musicalità che seppur limitata da un registro vocale non troppo variegato è aperta a più stili, affrontati con la timidezza che gli fa fare le guance rosse e con cui si nasconde dietro al microfono quando canta, ma che alla fine, dopo aver sapientemente ascoltato, non ti lascia indifferente mai.