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Metropolis
Genere
Regia Distribuzione Età Durata
Audio Anno Fantascienza
Fritz Lang
Columbia
da 15 anni
153 minuti. – B/N
Muto con musica
1927
Sinossi
“Metropolis” è una città, orgogliosa dei suoi grattacieli e delle sue sopraelevate, abitata da gente ricchissima e
in buona parte sfaccendata. Ma sotto le sue fondamenta vi è un’altra città, quella operaia, dove turbe di uominischiavi attendono a macchinari giganteschi ed a colossali centrali. A capo di Metropolis è John Fredersen, dittatore e imprenditore, padre di Freder, che vive in un giardino eterno e irreale pieno di belle ragazze. Un giorno
John licenzia uno dei propri collaboratori, il quale, in un accesso di scoramento, tenta il suicidio, ma Freder, lo
impedisce. L’uomo allora gli svela il mistero della città sotterranea. Il giovane inizia il viaggio nei sobborghi di
Metropolis, dapprima incredulo ed attonito, poi sconvolto. Per meglio immedesimarsi nell’inattesa e terribile disumanità di quel mondo, decide di prendere il posto di un operaio, sottoponendosi così a fatiche e condizionamenti fino allora per lui impensabili. Conosce Maria, una bionda e giovanissima ragazza che, nelle catacombe, invita
gli operai alla preghiera e alla sopportazione. Ma notizie sull’apostolato di Maria giungono presto alle orecchie
del Potere: il signore di “Metropolis” ordina allora uno scienziato (Rotwang), che è al suo servizio, di rapire la
donna, trasferendone su di un automa le fattezze e l’anima. La finta Maria, aizza gli operai parlando di rivoluzione. Freder, però, capisce che non si tratta della vera Maria. Nessuno gli presta ascolto, e anzi, il ragazzo, a causa
degli abiti borghesi che indossa, viene malmenato e scacciato dal sottosuolo. Gli operai escono dal sottosuolo,
incitati dalla donna-robot. Tutti la seguono come affascinati dal suo carisma, le fabbriche sono prese d’assalto e
danneggiate, finché un attacco collettivo e decisivo alla più grande delle centrali energetiche, la Heart Machine,
provoca il disastroso allagamento dei quartieri dove vivono le donne ed i bambini. Per fortuna la vera Maria,
fuggita dalla casa dello scienziato, mette in salvo i bambini, ormai quasi travolti dalle acque. Tutti si ritrovano davanti alla porta della Cattedrale. Freder assumendosi il ruolo di mediatore e con accanto a sé la giovane donna,
persuade il padre che è solo con la comprensione e l’amore che la Mente ed il Braccio potranno operare uniti per
una società libera e giusta.
Analisi della struttura
Senza l’immortale capolavoro di Fritz Lang, Metropolis, pellicole come Guerre stellari, Blade Runner, Matrix
non sarebbero esistite. Occultismo, scienza, religione, architettura, arte, filosofia, economia e politica costituiscono l’ossatura inscindibile del film che, nonostante lo scoperto approccio interdisciplinare, riesce a garantire
un’intrinseca ed irripetibile unitarietà narrativa.
Il film è costruito come un’opera lirica ed è diviso in tre parti: il “Prologo”, che dura per l’intera prima metà del
film, un breve “Intermezzo” e un “Furioso”, che segna le scene finali.
Magistrali le inquadrature iniziali sul movimento ossessivo di macchinari che ci introducono immediatamente
in un mondo alienato, disperato e senza humour. Allo spettatore viene sbattuto davanti agli occhi un brulicare di
operai-lavoratori in un contesto di massificazione estrema, reso ancora più incisivo dal fumoso ambiente sotterraneo e chiuso. L’abbrutimento, a cui sono ridotti, si ripercuote anche al termine del turno di lavoro: gli operai
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©CDC 2014
scendono le scale come manichini lobotomizzati mantenendo lo stesso ritmo da catena di montaggio. Il regista
mostra per contrasto una scena bucolica, dove è possibile vedere un prato erboso con candidi animali svolazzanti, che fanno da sfondo ad una ridicola schermaglia amorosa. Si tratta di uno squarcio del mondo dei padroni,
che vivono in superficie. Il regista però applica una brusca inversione inserendo un altro elemento inquietante:
l’improvvisa apparizione di una donna attorniata da un nugolo di bambini visibilmente poveri, che incrina irrimediabilmente l’idilliaca atmosfera. “Metropolis” è stato il film che per primo ha analizzato lo sfruttamento
capitalistico dell’uomo, la disumanità dell’industrializzazione e i suoi effetti, il conflitto storico tra padroni ed
operai, il divario abissale tra i ricchi e i poveri.
Anche in questo film il regista sottolinea l’ossessione dello scorrere del tempo: i ritmi della vita degli operai sono regolati da enormi orologi che stabiliscono i tempi di lavoro;
indugia minuti interminabili sulle schiene sudate degli operai mentre ripetono meccanicamente gli stessi gesti,
sottolineando la disumanità dei carichi di lavoro a cui sono sottoposti questi uomini per il beneficio di un solo padrone. Una delle scene iniziali del film ci offre un’immagine emblematica: un gruppo di lavoratori a testa bassa
disposti in riga in marcia verso gli ascensori che li porteranno giù nelle varie postazioni di lavoro. Nella scena
in cui Freder si precipita all’inseguimento di Maria nei sotterranei della metropoli assistiamo alle drammatiche
conseguenze di un’esplosione causata dal malore di uno degli operai al lavoro che crolla incapace di sostenere
il ritmo della macchina, l’onda d’urto uccide diversi operai e fa perdere i sensi a Freder, il quale, riavutosi, è
vittima di allucinazioni, l’enorme macchinario sul quale stavano lavorando decine di operai si trasforma, nella
mente dell’uomo, in una enorme statua che rappresenta il moloch, l’antica divinità venerata dai fenici, nella cui
bocca di fuoco dapprima vengono sacrificati gli schiavi egizi e poi, in massa, gli stessi operai dei sotterranei. Ma
a smuovere le masse deve pensarci qualcuno che questo annientamento della propria dignità non lo subisce, un rivoluzionario; Fritz Lang affida questo compito a Maria. Nell’ambito della società sotterranea, Maria rappresenta
l’ultima speranza per la classe operaia di migliorare la propria condizione di vita: infatti tiene in gran segreto
delle riunioni all’interno delle catacombe, durante le quali profetizza l’arrivo di un “mediatore” che potrà porre rimedio al disequilibrio tra classi sociali. Dunque il suo è un messaggio di pace e amore, che si riflette anche
nell’ambientazione scenografica; infatti nei momenti della predicazione la sua figura è avvolta da un’atmosfera
luminosa che inonda tutto l’ambiente circostante. Invece l’automa rappresenta il lato oscuro della figura femminile. Caratteristica del robot è quella di essere il simbolo della perdizione, l’elemento di trasgressione.
Ciò può
essere intuito dal particolare dello sguardo: nella vera Maria è dolce, rassicurante e benevolo, mentre quello
dell’androide è ammiccante e pesantemente truccato. Attraverso lo sguardo, la donna diventa simbolo della sensualità, dell’erotismo e della passione che travolge. In definitiva la donna riveste un duplice ruolo: da una parte
troviamo la Maria pura, casta, che cerca di alleviare le sofferenze e i dolori degli operai attraverso la predicazione, diventando la portatrice di ideali quali amore e perdono, dall’altra invece possiamo trovare l’androide che
è simbolo della trasgressione e della sensualità, intenzionata a portare gli operai alla rivolta e quindi riveste un
ruolo decisamente negativo. La stretta di mano che chiude il sipario, vuole essere soltanto un buon auspicio, una
speranza di giustizia tra le classi sociali, ricordando che da mediatore tra il cervello e le mani debba esserci il
cuore. Da sottolineare alcune intuizioni scientifico-futuristiche che, per l’epoca a cui risale la pellicola, dovevano
apparire come altamente visionarie; nel film, infatti, si possono notare tra l’altro: una rotaia sospesa nel vuoto
tra grattacieli, un videotelefono, una mano artificiale dello scienziato oltre che il robot utilizzato per lo scambio
di persona. Gigantesco, imponente lo sforzo produttivo, effetti speciali quasi impensabili per l’epoca, modellini e
scenografie a grandezza naturale, un anno e mezzo di lavorazione, più di trentamila comparse, ineccepibile dal
punto di vista stilistico e soprattutto scenografico con richiami all’architettura dell’espressionismo e del futurismo, un monumento del cinema mondiale.
Proposte didattiche
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Com’è la città di Metropolis?
Come sono rappresentati gli operai?
Come sono rappresentati gli uomini che vivono in superficie?
Da chi è governata la città?
Che cosa rappresentano le macchine per Fredersen?
A chi può essere paragonato Fredersen?
Metropolis
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