DONNE AVIATRICI

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DONNE AVIATRICI
DONNE AVIATRICI
LE STORIE DI TRE DONNE PILOTA E DELLE LORO MACCHINE
VOLANTI
Introduzione
Con il processo di industrializzazione e l'accesso completo alla scolarizzazione – almeno
in Occidente – nell'ultimo secolo le donne si sono finalmente conquistate la loro parte
dovuta, ma negata, nei millenni passati. Certo, in passato da Ipazia a Anna Byron
Lovelace fino a Maria Curie le donne hanno fatto la Scienza e la Storia ma finalmente
nell'ultimo secolo hanno dimostrato, o meglio, i mutamenti sociali hanno permesso loro di
poter fare tutto quello che fanno gli uomini.
E' la fine dei pregiudizi millenari, ma, aggiungo amaramente, ancora nel XIX secolo si
aveva il bel coraggio di discutere sulla inferiorità intellettiva delle donne adducendo come
causa le dimensioni del lobo frontale del cervello, una frottola smentita da Charles Darwin
stesso !
Donne al potere ? Dimentichiamo le dinastie dove il potere era ereditario e facciamo solo
due esempi : certamente la donna più potente del mondo di oggi è il Cancelliere tedesco
ma è seguita a breve distanza da Fabiola Gianotti che coordina più di 3.000
fisici al CERN sul Large Hadron Collider che produce scoperte, innovazioni e
brevetti in gran quantità. Fabiola è una donna con un approccio modesto e
semplice con la qualità di saper divulgare con semplicità gli astrusi concetti
della composizione della materia rendendoli comprensibili alle persone comuni.
Al costo di un cappuccino per ogni cittadino europeo le ricadute sono state, sono e
saranno positive per tutti, dalla diagnostica alla terapia per non parlare dei superconduttori
e di tutte le scoperte che sono rivelatrici per la nostra innata curiosità sul
Universo e sul nostro esistere.
Impossibile non parlare, inoltre, del capitano Samantha Cristoforetti, che tra
poco raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale; Samantha è la prima
cosmonauta italiana ed è un pilota militare.
Sarebbe auspicabile che i media dedicassero più spazio a donne di questo spessore
piuttosto che ad altri discutibili personaggi femminili del gossip il cui contributo al Paese è
proprio zero.
Donne e macchine, un binomio negato per millenni, ma che oggi ha raggiunto una
accettabile normalità: donne che vanno nello spazio, pilotano velivoli anche da
combattimento, navi, treni, progettano tecnologia, tutto è ormai possibile per loro. La forza
fisica non serve più grazie ai servomeccanismi, è ormai solo questione di formazione
culturale, dedizione e motivazione.
Non sarebbe corretto, in questo trattato sulle donne aviatrici, omettere il contributo che
1.074 donne diedero alla Aviazione Militare Statunitense durante la guerra, donne che
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pilotarono ben 12.650 aerei militari per la consegna dalle fabbriche ai porti di imbarco o ai
centri di addestramento.
Il Women Airforce Service Pilots (WASP) viene fondato su iniziativa di alcune aviatrici
famose (tra cui Jacqueline Cochran) al fine di liberare da queste incombenze i piloti
maschi combattenti. Il progetto viene osteggiato inizialmente dal generale Henry H.Arnold,
che poi deve ritirarsi quando alcune donne, già abili al pilotaggio, si recano in Gran
Bretagna prestando servizio nel Air Transport Auxiliary (ATA) che utilizza piloti donne per
compiti non operativi in combattimento. Con questa premessa vincente e
con l'appoggio della moglie del Presidente Roosevelt, l'Aviazione Militare
statunitense si convince finalmente della convenienza del progetto, per cui
ben 25.000 donne si presentano ai centri di arruolamento, ma solo poco
più di un migliaio riescono a superare le selezioni e a completare
l'addestramento.
Sono tutte bianche, non sono inquadrate militarmente, hanno una polizza minima di
assicurazione e ben poca assistenza a terra, nonostante questa apparente disattenzione
del' USAAF percorrono in quegli anni ben 60 milioni di miglia per trasferire ogni tipo di
apparecchio militare, compresi i pesanti bombardieri.
Finita la guerra, l'esistenza del WASP viene dimenticata per 35 anni fino al 1977, quando
il Presidente Jmmy Carter riconosce alle donne del WASP lo status di corpo militare. Poi
nel 2009 il Presidente Obama consegna pubblicamente al WASP la Medaglia d'oro del
Congresso alla presenza di molte veterane.
In questo testo vengono descritte tre figure femminili legate alla storia dell'aviazione che
ne furono interpreti negli anni '30 e '40, gli anni dell'entusiasmo pionieristico ma anche
della guerra: Hanna Reitsch la temeraria pilota collaudatrice, Marina Raskova la
più famosa pilota russa della guerra e Amelia Earhart la trasvolatrice.
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HANNA REITSCH
Nel 1943 un piccolo aereo solca rombando come un calabrone il cielo sopra
le spiagge di Peenemunde, vira pericolosamente verso destra ma il pilota
riesce a dominarlo compiendo un atterraggio violento senza il carrello sulla
spiaggia. Dall'angusto abitacolo esce una donna giovane e minuta subito attorniata da
militari e tecnici: è il Flugcapitan Hanna Reitsch, il primo essere umano ad aver pilotato il
missile da crociera Fieseler V1-e. Altri quattro piloti collaudatori uomini
non sono sopravvissuti al test di prova del missile frutto della
progettazione di Fritz Glossau e di Walter Lippisch, costruito come
arma di ritorsione contro i pesantissimi bombardamenti alleati sulla
Germania nazista. Il missile cruise è propulso da un semplice
pulsoreattore, ha un sofisticato sistema di guida automatica con giroscopio, tocca i 600
km. ora e verrà prodotto in migliaia di esemplari che devasteranno gli obiettivi in Gran
Bretagna e sui luoghi degli sbarchi alleati in Normandia. La testata esplosiva reca 830 kg.
di di Amatol-39, il raggio d'azione è di 250 km. ma è intercettabile sia dalla contraerea che
dagli Spitfire. E' una delle wunder waffen (armi meravigliose) sulle
quali il nazismo conta per ribaltare le sorti del conflitto, ma tale
speranza sarà senza esito, uno dei risultati sarà solo di disimpegnare
aerei e batterie alleati dagli altri fronti. Dopo il bombardamento di
Peenemunde nell'agosto 1943 questa arma e le V2/A4 saranno prodotte in gran numero
nelle fabbriche sotterranee di Dora-Nordhausen ove moriranno di stenti migliaia di
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prigionieri-operai dei campi di concentramento vicini.
Per attivare il pulsoreattore della V-1 viene acceso un potente razzo di decollo, che poi si
stacca subito, Hanna ha superato la spaventosa accelerazione iniziale dalla rampa di
lancio ed è riuscita a identificare il difetto nella guida automatica che imbardava a destra.
Nata nel 1912 a Francoforte ha sempre avuto la passione del volo, inizialmente intendeva
intraprendere la carriera del medico missionario volante in Africa, poi la sua passione per il
volo a vela prevale sugli altri interessi, agevolata dai numerosi club di volo del governo
nazista, astuta premessa per reclutare piloti da guerra. Sono significativi i filmati degli anni
'30 in cui i ragazzini giocano a fare i piloti con le ali di cartone, poi 80.000 di loro, divenuti
aviatori, moriranno nella Luftwaffe nei vari teatri di guerra.
Hanna è una fervente nazista, diventa uno dei più importanti piloti collaudatori prima e
durante gli eventi bellici, il suo operato è significativo per l'aviazione durante il transito tra
la propulsione a elica e quella a getto, un'accelerazione tecnologica dovuta agli eventi
bellici.
Per rifornire le truppe tedesche nelle lunghe distanze del teatro
russo – inizialmente pensato per l'invasione della Gran
Bretagna - la Messerschimtt costruisce un gigantesco aliante,
il Gigant, capace di trasportare un blindato o cento soldati. Il
Gigant decolla con l'ausilio di sei razzi a perossido di idrogeno
al traino di tre bimotori Messerschimtt 110 con la potenza
complessiva di 8.800 HP. E' un gigante pericoloso e faticoso da pilotare, una volta accesi i
razzi di decollo non si torna indietro e i tre velivoli del traino devono agire all'unisono sia in
decollo che in volo.
Hanna collauda il gigante e in una intervista successiva ammette che “ la fatica di
pilotaggio era estenuante, durante un volo di prova un Me 110 si sgancia dal cavo di
traino, i razzi di decollo sono ormai accesi, la situazione è estremamente critica ma sono
riuscita a toccare terra con pochi danni. Successivamente abbandonai il progetto perché
per me la fatica di un'ora di volo equivaleva e quella di sei ore di un uomo.”
In seguito il Gigant sarà propulso da sei motori di costruzione francese e rifornirà le truppe
tedesche intrappolate in Russia. E' stato il più grande aereo basato a terra durante il
periodo bellico.
Nel periodo prebellico collauda il Dornier Do 17, un bombardiere bimotore veloce,
battezzato per la sua forma “la matita volante.”
A Peenemunde collauda il primo e unico intercettore a razzo
operativo della storia, il Messerschmitt Me 163 Komet, un piccolo
aereo con ali a delta che supera i 900 km. ora, sale con un angolo
di 80° con la velocità di 5.000 m. al minuto ma con l'autonomia di
pochi minuti, giusto sufficienti per un solo passaggio in mezzo alle
formazioni di bombardieri alleati sparando con i due cannoncini.
E' propulso da un motore a razzo alimentato da idrazina/metanolo miscelato con
perossido di idrogeno, un composto che provoca la combustione spontanea in contatto
con materiale organico... compreso il corpo del pilota se non indossa la tuta protettiva.
Durante l'accensione sul campo di decollo gli avieri devono bagnare con gli idranti l'ugello
del propulsore a razzo per evitare che i composti instabili esplodano.
Nell'ultima intervista del 1976 Hanna esclama “...era come attraversare
le nuvole cavalcando un proiettile di cannone ubriacati dalla velocità del
razzo, un'esperienza sconvolgente ! L'aereo era molto aerodinamico,
l'atterraggio senza motore e senza carrello ma sul solo pattino era molto
difficoltoso, occorreva iniziare la planata proprio in testa alla pista.”
La produzione del Me 163 inizia nel maggio 1944 in poche centinaia di esemplari ma non
riesce a scoraggiare le formazioni di bombardieri alleati anche per la carenza di piloti
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esperti e del carburante sintetico.
L'aereo che invece partecipa a decidere le sorti iniziali del conflitto
è lo Junker 87 Stuka costruito per il bombardamento di precisione in
picchiata.
E' grosso e goffo con le ali a gabbiano - ma è più preciso delle
odierne armi teleguidate...- il tuffo con l'angolo molto stretto a più di
700 km/ora produce una accelerazione che deforma i lineamenti del pilota, dopo i primi
incidenti viene installato un sistema automatico che fa riprendere quota al velivolo anche
se il pilota perde i sensi. Nel 1940 durante la campagna di Francia terrorizza le truppe
alleate con la sirena “trombe di Gerico” installata sotto il carrello azionata durante la
picchiata.
Hanna collauda con successo lo Stuka alla fine degli anni '30, in seguito l'aereo sarà
utilizzato su tutti i fronti anche se intimorisce i piloti meno esperti....compresi gli italiani
della RSI che ne formeranno una squadriglia.
Nel 1936 collauda il primo vero elicottero operativo, il Focke-Achgelis
Fa-61, finalmente più sicuro degli autogiro, che sarà poi prodotto in
serie.
Quando ormai la Germania è sconfitta, in uno dei disperati tentativi di
invertire le sorti del conflitto viene fondato, con l'appoggio di Hitler, un reparto speciale
costituito da piloti volontari suicidi, la squadriglia Leonidas. Viene approntata una versione
pilotata della wunder waffen V-1 installando un piccolo abitacolo nella fusoliera con un
sedile avvolgente e un tettuccio sganciabile, il pilota dovrebbe guidare l'ordigno sopra
l'obiettivo e lanciarsi con il paracadute: le possibilità di sopravvivenza
sono stimate dell' 1% perché il pulsoreattore è proprio dietro
l'abitacolo. L'ordigno viene trasportato da un bombardiere, alla fine
del 1944 avvengono i primi voli di prova tutti con incidenti mortali
perché i piloti non riescono a manovrare il velivolo nella fase di
atterraggio sui pattini. Hanna Reitsch, che ha già collaudato il missile cruise, effettua una
serie di test suggerendo una maggiore velocità nella fase di stallo e uscendo indenne da
vari incidenti. Giudicata poco onorevole dal comando germanico, l' unità Leonidas viene
sciolta il 15 marzo 1945. Un' idea del colonnello Hermann si somma a queste pulsioni
inutili e suicide: viene creato il SonderKommando Elbe che ha lo scopo di abbattere i
bombardieri alleati speronandoli con i caccia Bf-109 alleggeriti. Il 7 aprile 1945 un
centinaio di piloti volontari tentano di andare in collisione contro le formazioni nemiche ma
con poco successo, alcuni piloti sopravvivono all'impatto buttandosi con il paracadute.
Per la cronaca, invece, i giapponesi costruiscono la loro versione
kamikaze della V-1, l'Ohka 11, trasportata sotto un bombardiere per
colpire la flotta americana è sganciabile a distanza di molti chilometri per
salvare l'aereo-madre; 438 giovanissimi piloti giapponesi muoiono inutilmente abbattuti dai
caccia americani e dalla contraerea oppure persi nell'oceano, conseguendo ben pochi
risultati concreti. Una morte iniqua ma per loro onorevole legata al giuramento del
bushido.
Con il generale Robert Ritter von Greim, Hanna viene convocata da Hitler a Berlino negli
ultimi giorni di guerra, atterra con un Fieseler Storch (la famosa cicogna) in mezzo alle
macerie e alle pallottole vicino al bunker in cui il dittatore sta vivendo i suoi ultimi giorni e
cerca di convincerlo a farsi portare in salvo, ma il Fuehrer delirante rimane al suo posto.
E' stata l'unica donna a ricevere la decorazione della Croce di Ferro da Adolf Hitler, anche
se non ha mai partecipato ad azioni di guerra.
Nel dopoguerra trascorre diciotto mesi in carcere per gli interrogatori condotti dagli
Alleati, poi ricomincia a volare conquistando nuovi record di volo a vela.
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Nel 1955 conquista il record femminile di altitudine nel volo a vela (6.800 metri),
successivamente conquista il record di volo a vela senza scalo femminile con un percorso
di 802 km. Nel 1959 partecipa a fondare una scuola di aviazione in India, nel 1962 si
trasferisce in Ghana per alcuni anni ove fonda una scuola di volo a vela. E' la prima donna
a trasvolare le Alpi in aliante. Scrive alcuni libri tra i quali “Il cielo è il mio regno”.
Muore a Francoforte nel 1979 per un attacco di cuore.
MARINA RASKOVA
Negli anni '30 l'aviazione era per tutte le Nazioni la sintesi più
efficace e affascinante della tecnica e della industria, le competizioni aeree internazionali e
i record conquistati dagli assi dell'aviazione sono il vanto dei Paesi e creano competitività
alle loro industrie, in questo contesto gli aviatori sovietici sono in primo piano per le loro
imprese nel clima di entusiasmo che caratterizza l'imponente crescita produttiva dell'URSS
grazie all'apporto delle nuove generazioni che crescono nel regime sovietico.
Tutto ciò non è relegato alla sola presenza maschile, anzi, dal 1931 l'Accademia
Aeronautica sovietica apre le porte alle donne inizialmente come navigatori, poi in tutti gli
anni '30 i club di volo e di paracadutismo annoverano un milione di uomini e di donne, un
fenomeno osservato con stupore e ammirazione dai reporter e osservatori militari stranieri,
compresi quelli tedeschi e italiani che vivono invece in regimi decisamente maschilisti.
Marina Nichajlovna Rasckova figlia di musicisti ha una personalità poliedrica, sceglie la
passione per il volo tra quelle della musica e della chimica cui è egualmente predisposta,
vanificando il sogno dei genitori che speravano diventasse una cantante lirica.
Nel 1931 l'Accademia Aeronautica “Zukovskij” ammette due donne, Marina Raskova allora
19enne e Elena Nikolaevna Kusmina. Nel 1933 Marina supera brillantemente l'esame di
ufficiale di rotta poi diventa istruttrice di paracadutismo e pilotaggio.
Nel 1933 collauda un nuovo idrovolante per trasporto passeggeri collegando Odessa a
Batun in mezzo al maltempo e a raffiche fortissime di vento; in sette ore senza scalo
sorvola la Crimea e il Caucaso fino a Sebastopoli.
In seguito negli anni di guerra i reggimenti da combattimento composti da donne pilota
comandate proprio da Marina Raskova combatteranno in questi scenari contro i tedeschi.
Con Valentina Polina Osipenko a bordo un idrovolante Mp-1 compie la trasvolata senza
scalo di 1.750 km. da Sebastopoli a Archangel'sk.
Nel 1937 Marina Raskova e Valentina Grisobudova stabiliscono il
record femminile di volo senza scalo (1.445 km) su un Yakovlev AIR-12,
un monomotore con gli abitacoli aperti progettato nel 1936 per i record
sulle lunghe percorrenze.
Nel settembre 1938 Marina Raskova, Valentina Grisodubova e Polina Osipenko
compiono una trasvolata record di 5.900 km. senza scalo su un bombardiere bimotore
Sukhoi ANT-37 – battezzato Rodina (Patria) - da Mosca al Pacifico. A causa del freddo
(-30° in quota) i motori si spengono, Marina si lancia col paracadute mentre le altre due
donne atterrano malamente in una palude. Dopo 10 giorni di marcia nella taigà, ferita alle
gambe, raggiunge finalmente l'aereo e le compagne intrappolate nella carlinga, poi
arrivano i soccorsi.
Le tre aviatrici vengono ricevute al Cremlino e decorate con l'
onoreficenza di “Eroe dell'Unione Sovietica” diventando ancora più
popolari e ricevendo lettere da migliaia di ragazze, desiderose di
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emularle e di accelerare il processo di emancipazione femminile.
Il mattino del 21 giugno 1941 i servizi segreti tedeschi diramano l'ordine “ Dortmund”, è
l'attacco pianificato per le 3.30 del mattino successivo all'URSS. Nonostante gli
avvertimenti della sua spia Richard Sorge il leader del Cremlino è incredulo e fino
all'ultimo rifiuta la mobilitazione. Quel giorno è il generale Zukov che si assume l'ingrato (e
pericoloso..) compito di svegliarlo per comunicargli l'attacco in corso da parte di 146
divisioni tedesche appoggiate da altre divisioni rumene e finlandesi, circa due milioni di
soldati e migliaia di mezzi corazzati mentre la Luftwaffe sta già colpendo gli aeroporti.
E' la catastrofe, i reparti sono nel caos più completo, le comunicazioni sono interrotte, le
strade si riempiono di profughi, gli ufficiali, dopo le epurazioni degli anni precedenti, non
sono preparati. Finalmente, dopo giorni di depressione vissuta in ritiro, Stalin riprende il
comando e il 3 luglio si rivolge attraverso gli altoparlanti al popolo sovietico dichiarando lo
stato di mobilitazione, ma è passato già troppo tempo, la Wehrmacht invincibile è già di
fronte a Minsk intrappolando nelle sacche un milione di soldati russi e distruggendo un
numero incalcolabile di mezzi militari. La strategia del Blitzkrieg (la guerra lampo)
sperimentata con grande successo contro la Francia sta dando ancora i suoi risultati, le
truppe tedesche avanzano baldanzose nel grande territorio russo.
Gli osservatori militari stranieri stimano in soli tre mesi le possibilità di resistenza
dell'Armata Rossa ma saranno smentiti dalle sorprendenti capacità di reazione del popolo
russo che ritrova l'orgoglio nazionale e l'unità di intenti. Poiché la collaudata macchina da
guerra tedesca provoca immani perdite di uomini e di mezzi nei sovietici, le fabbriche
vengono spostate oltre gli Urali ove lavorano uomini e donne in condizioni estreme,
mancano i soldati, le armi, i comandanti esperti, gli specialisti e i piloti.
Marina Raskova – che ha solo 27 anni - di sua iniziativa, appoggiata dalla Grisodubova, si
assume l'impegno di creare tre formazioni aeree di sole donne chiedendo l'autorizzazione
direttamente a Stalin, forte del loro prestigio personale. Nei primi mesi di guerra l' URSS
ha perduto 7.500 aerei, il rullo compressore della Wehrmacht sta puntando verso Mosca
e, spinto da questi disastri, finalmente l' 8 ottobre Stalin sottoscrive il decreto n. 0099 in cui
autorizza la costituzione di tre reggimenti aerei femminili, il 586° di cacciabombardieri, il
587° di bombardieri in picchiata e il 588° di bombardieri leggeri notturni.
In questi giorni drammatici e di incertezza arrivano al governo sovietico le lettere di
centinaia di ragazze frequentatrici dei club di volo che si offrono volontarie per combattere
sul fronte. Sono spinte non solo dalla volontà di difendere la Patria ma anche dalla
riconoscenza verso uno Stato che, contrariamente all'impero zarista, ha permesso loro
l'accesso allo studio, alla sanità, di poter scegliere la propria professione e di realizzare le
proprie aspirazioni grazie alla Costituzione che sancisce la parità tra i due sessi.
Al bando di arruolamento le risposte sono stupefacenti: centinaia di giovani donne tra i 17
e i 22 anni, studentesse, laureate, operaie, aviatrici esperte, paracadutiste, si presentano
spontaneamente ai centri di reclutamento con gli zaini in spalla. Inizia la selezione per
armieri, meccanici, ufficiali di rotta, piloti, nonostante l'ironia dei militari maschi, mancano
gli indumenti, le tute di volo e gli stivali delle misure adeguate e tutto
va adattato con risvolti spesso umoristici.
Marina Raskova viene incoraggiata e aiutata dai qualificati quadri
femminili dei Comandi dell'Aviazione e del Partito, è una donna
determinata ma semplice, modesta e amabile che diviene
spontaneamente molto cara a tutti.
Provvede a selezionare i quadri poi le ragazze vengono trasportate a Engels, in un
grande centro di addestramento sulla riva del Volga lontano dal fronte, dove imparano la
disciplina militare e la preparazione al combattimento durante pesanti corsi accelerati di
oltre 12 ore al giorno.
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Divenuti lentamente operativi, i reggimenti contano su donne pilota, navigatori, armieri,
meccanici.
Vivono in alloggiamenti umidi e freddi, con poco cibo e acqua, scarsi
rifornimenti, su aeroporti improvvisati senza segnaletica notturna, devono provvedere alla
manutenzione degli aerei e delle armi e al carico delle bombe.
Gli equipaggi volano senza paracadute perché impaccia i movimenti negli angusti
abitacoli, poi dopo una tragedia che coinvolge un aereo, si rassegnano ad adottarlo.
L'altra ragione di non volare con il paracadute è la consapevolezza che lanciarsi sopra le
linee nemiche non è proprio consigliabile per una donna.
Il 588° reggimento di bombardamento notturno sui vecchi Po-2
partecipa alle missioni sul cielo di Rostov – la porta di accesso
al petrolio del Caucaso – su Stalingrado e molte altre zone di
guerra.
Il Polikarpov-2 è un biplano in tela e legno di vecchia
concezione, costruito in notevole quantità per i lavori agricoli, ma è affidabile e di facile
manutenzione, la ottima portanza alare permette una notevole maneggevolezza alle
basse velocità e basse quote; l'equipaggio è composto da pilota e navigatrice in due
abitacoli aperti e separati, senza riparo dal vento e dalla pioggia.
Nella sua vita operativa il 588° compie ben 23.672 missioni di guerra sganciando circa
3.000 tonnellate di bombe. Volano in qualsiasi condizione meteo, la tecnica notturna è di
imballare il motore e scendere a quote basse per attutire il rombo del propulsore; spesso
vengono eseguite anche dieci missioni per ogni notte mettendo a dura prova la resistenza
degli equipaggi, che poi di giorno devono rifornire e manutenzionare
i
vecchi biplani.
Nel settembre 1942 il Com.te tedesco Johannes Steinhoff, irato e
stupefatto, conia nel suo diario per lo stormo il termine “streghe
della notte” e scrive “ noi non ci capacitiamo che i piloti russi che
ci danno più fastidio siano proprio delle donne, vengono di notte con
i loro vecchi biplani e non ci fanno dormire”
E' questa l'unità più decorata, al massimo della sua efficienza conta 40 equipaggi di due
donne ciascuno, dei quali 31 membri muoiono in combattimento tra il 1942 e il 1945.
Il famoso fotoreporter russo Eugenij Chaldej – il Frank Capa del fronte orientale – ricorda
come queste ragazze, di cui alcune sono molto belle, nonostante tutte le difficoltà
logistiche mantengono molta attenzione al proprio aspetto fisico e nell' ordine nelle
divise ignorando il gelo, la pioggia, il fango sulle piste improvvisate, gli alloggi precari.
Marina Raskova il 28 dicembre 1942 raggiunge alcuni aerei ed equipaggi rimasti bloccati
per una bufera, le donne sono alloggiate in due baracche attendendo che il tempo migliori
ma gli aerei sono gelati e per lunghissimi giorni il forte vento non cala, gli accampamenti
sono gelati perché la legna scarseggia e manca anche il cibo. Finalmente la tempesta
sembra calare e il 5 gennaio Marina scalda il motore del suo Zvezdocka (piccola stella) e
decolla. Anche gli altri aerei decollano ma si perdono nella nebbia e nella bufera di neve,
Marina non rientra e l'attesa delle sue compagne diventa spasmodica, dopo molte ricerche
arriva la notizia che il maggiore Marina Raskova è precipitata causa il maltempo vicino al
fronte di Stalingrado. Aveva solo 30 anni.
Tra le donne aviatrici in attesa del rientro delle compagne dalle missioni è uso cantare una
canzone che inizia così “sta rollando sulla pista l'aereo tanto atteso...” ma questa volta
l'aereo non è arrivato.
Nei terribili anni di guerra seguenti i gruppi da combattimento a bordo di bombardieri e di
caccia Jak-1 seguono il duro cammino di conquista - o di riconquista – delle truppe
sovietiche, penetrano in Prussia Orientale e poi in Germania. L' 8 marzo 1945 a Tuhol nel
teatro cittadino le donne sono visitate – durante la Festa Internazionale della Donna – dal
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Comandante in capo Maresciallo Rokossovskij che conferisce a molti equipaggi la Stella
d'oro di Eroine dell' URSS. Nella sala gremita di ragazze vestite con le tute di aviatrici
Rokossovskij dichiara commosso “ Compagne, conoscevo le vostre gesta leggendarie, so
che volete combattere alla pari con gli uomini, dunque continuate pure fino a Berlino ! “
AMELIA MARY EARHART
Quando si dice che il caso complotta con la vocazione o viceversa.. Amelia Earhart nel
1920 all'età di 23 anni assiste a un raduno aeronautico in California e sale a bordo di un
aereo per un volo turistico.
E' un innamoramento immediato, frequenta le scuole di volo e poco dopo acquista un
biplano, con i soldi della madre, con il quale stabilisce il suo primo record raggiungendo la
quota di 4.700 metri.
Il 17 giugno 1928 a bordo di un Fokker F.VII battezzato Friendship decolla con il pilota
Stultz e il meccanico Gordon per un volo transatlantico arrivando in Galles dopo 21 ore,
anche se relegata a funzioni secondarie tutti gli onori vanno a lei.
Nel 1931 stabilisce il record mondiale di altitudine di 5.600 metri
pilotando un autogiro Pitcairn PCA-2: l'autogiro è l'antesignano degli
elicotteri, il rotore di sostentamento è in rotazione libera mosso
dall'elica del motore anteriore. E' certamente un velivolo poco
governabile, negli elicotteri moderni il rotore è orientabile sul robusto mozzo centrale ed è
mosso direttamente dal propulsore mentre il rotore posteriore compensa l'
autoavvitamento.
Amelia esegue la trasvolata in solitario – seconda solo a Lindbergh – da Terranova a
Londonderry il 21 maggio 1932 impiegando 14 ore pilotando un Lockheed Vega.
Nell'agosto 1932 è la prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti, poi diviene la
prima aviatrice ad attraversare il Pacifico da Oakland alle Hawaii.
Ormai tutti la chiamano Lady Lindy per la sua determinazione ad arrivare dove altri non
sono arrivati.
La circumnavigazione del mondo diventa un assillo per la
Earhart, nel 1936 inizia a pianificare la rotta di 47.000 km. sopra
l'equatore, quella più lunga.
Con il finanziamento della Purdue University fa modificare dalla
Lockheed un esemplare del monoplano bimotore Elektra 10 per
aumentarne l'autonomia.
L'aereo è un bimotore di linea interamente in alluminio, con ala bassa, impennaggio
bideriva e carrello retrattile, uno dei più moderni del momento, può trasportare 10
passeggeri alla velocità ragguardevole di 300 km./ora con l' autonomia di 1.100 km. Sarà
prodotto anche durante il periodo bellico e utilizzato dalle forze alleate.
Il 17 marzo 1937 avviene la partenza con a bordo Fred Noonan, esperto navigatore, che
ha lasciato la Pan Am ove addestrava i navigatori, Harry Manning e Paul Matz.
Il volo parte da Oakland fino alle Hawaii, ma sull'aeroporto di Pearl Harbor un incidente
al carrello annulla il tentativo, l'aereo viene rimandato alla fabbrica Lockheed a Burbank.
Il secondo tentativo, quello fatale, prevede di circumnavigare il pianeta in senso contrario,
da occidente a oriente. Riparato l'aereo con la raccolta di fondi appoggiata dal marito
George Putnam, il 1° giugno 1937 la Hearhart e il navigatore Fred Noonan decollano con
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l'aereo sovraccarico da Miami, dopo alcune fermate in Sud America, in Africa e nell'Asia
sudorientale arrivano a Lae in Nuova Guinea il 29 giugno.
Il 2 luglio decollano da Lae con obiettivo la piccola isola di Howland, una striscia di terra
lunga 2 km. distante 4.110 km. A Howland è stazionato il cutter Itasca della Guardia
Costiera
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con l'incarico di comunicare con l'aereo e di guidarlo verso la
pista sull'isola.
L' Elektra non è mai arrivato a Howland, nell'ultima posizione
riportata per radio l'aereo sembra sia distante circa 1.300 km. sulla rotta.
Una delle cause ipotizzate viene identificata nella imprecisione della navigazione radio
poiché i trasvolatori e la nave usano due fusi orari diversi come riferimento; un'altra causa
potrebbe essere stata la differenza delle frequenze radio usate nella fase finale sia
dall'aereo che dalla nave che li aspetta.
Nell'ultima trasmissione conosciuta, di bassa qualità su una frequenza non concordata,
sembra che la Earhart pensasse di distante alcune miglia dall'isola di Howland, o
perlomeno ritenesse di essere sulla rotta corretta, poi il silenzio. La nave Itasca segnala la
posizione emettendo fumo dalle caldaie ma questo si confonde con le molte nuvole che
fanno ombra sull'isola piatta, rendendola indistinguibile sull'oceano. I segnali radio si
confondono con quelli di molte stazioni radio che stanno chiamando per voce e per
segnale rendendo dubbie ogni segnalazioni. Quando la notizia fa il giro del mondo il
Presidente Roosevelt autorizza le ricerche con navi ed aerei cui si unisce la Marina
statunitense con tutte le risorse disponibili nella zona, coordinate dal comandante della
nave da battaglia Colorado. Le ricerche vengono interrotte il 18 luglio 1937 dopo aver
setacciato una zona di 250.000 miglia quadrate con un costo stimato di 4 milioni di dollari,
la più capillare e costosa operazione di soccorso nella storia degli Stati Uniti fino a quel
momento. Non mancano le polemiche e le critiche verso Roosevelt che deve rispondere
alle accuse di aver speso troppi soldi del contribuente per questa emergenza.
In tutti gli anni successivi, fino al 2010, si sono sommate teorie anche assurde, troppe
testimonianze poco credibili, ritrovamenti e reperti, ulteriori ricerche e bufale sulla
scomparsa di Amelia Earhart, del navigatore Fred Noonan e dell'aereo, che non sono mai
stati ritrovati.
Del resto bisogna ricordare che dal 1941 al 1945 l'Oceano Pacifico è stato teatro di una
gigantesca guerra aero-navale e che relitti, tracce e reperti umani non mancano proprio.
Amelia rappresenta l'icona della donna americana degli anni '20 emancipata, tenace,
inquieta, moderna, che guida con passione le macchine più avanzate dell'epoca.
E' indubbio il suo contributo per la promozione del trasporto aereo civile sulle lunghe tratte,
(con la zampino della Pan Am..) non più a bordo di idrovolanti o dirigibili ma con l'uso di
grandi aerei basati a terra.
NOTA FINALE
Non sarebbe corretto emettere alcun tipo di giudizio o di confronto tra queste tre donne straordinarie che
hanno vissuto in luoghi e paesi diversi. Amelia Earhart era benestante di famiglia, è stata agevolata nelle
sue scelte per le quali ha lottato poco, non ha conosciuto i terribili anni di guerra in situazioni economiche e
sociali drammatiche. Hanna Reitsch ha collaudato con eccezionali capacità e freddezza molti prototipi
impegnativi, innovativi e pericolosi dove altri piloti non sono riusciti, mezzi volanti assurdi voluti da un
regime dedito al sacrificio finale di massa. Credeva nel nazismo e nel suo leader ma non è mai stata
partecipe delle nefandezze del regime. Marina Raskova era spinta dalla passione e dal patriottismo, è
vissuta in un clima di guerra tremendo sotto ogni punto di vista come non si è mai visto nella Storia,
benvoluta da tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerla.
Valter Barretta
9
settembre 2014